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Autore: Crystal25396    01/05/2015    4 recensioni
Anno 1998, Seconda Guerra Magica. Harry, Ron ed Hermione sono nella Stanza delle Necessità per recuperare il diadema di Corvonero, ma Tiger appicca accidentalmente un incendio, costringendo il trio, Malfoy e Goyle, a scappare.
Una volta usciti dalla Stanza, però, saranno costretti a vedersela con un cattivo scherzo del destino, che per qualche assurdo motivo li ha condotti in un luogo che nessuno di loro si sarebbe aspettato di trovarsi davanti.
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Dal 1° Capitolo.
«Dove diavolo siamo?»
Fu un bisbiglio il suo, quasi un dialogo con se stesso, ma a causa del silenzio, le parole di Harry arrivarono chiare alle orecchie di tutti.
«Lumos»recitò Hermione alzando la bacchetta e illuminando l’ambiente circostante.
Una cosa era certa, quello non sembrava affatto Hogwarts.
[...]
«E’ un set cinematografico» sussurrò Hermione con gli occhi sgranati dallo stupore.

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Crossover: Harry Potter - Cast Harry Potter
Genere: Avventura, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Gregory Goyle, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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La storia farà riferimento agli avvenimenti del libro, ma i personaggi avranno lo stesso aspetto fisico dei rispettivi attori


 
Capitolo 2
I due sosia
 


 
La somiglianza fra quei due con Ron e Hermione era impressionante.
Nel buio della stanza calò un silenzio carico di stupore, domande e riflessioni, perché ciò che stava accadendo non aveva alcun senso, né per Harry, né per i due ragazzi che li fissavano con gli occhi sgranati. Probabilmente nessuno apriva bocca perché in quella situazione non era facile trovare qualcosa da dire.
 
Fu il sangue freddo e la grande capacità di analisi di Hermione che spinsero la ragazza a farsi avanti.
 
«Stai attenta Hermione, potrebbero essere Mangiamorte che hanno assunto il tuo aspetto e quello di Ron tramite la Pozione Polisucco.» la mise in guardia Harry puntando la bacchetta contro i due sosia.
«Metti via la bacchetta Harry, non credo proprio che siano Mangiamorte. Che senso avrebbe assumere l’aspetto di due dei maggiori ricercati dell’intera comunità magica? Non ha alcun senso. E poi mi pare di avervi già detto che questa non è Hogwarts, quindi cosa ci farebbero due Mangiamorte in piena seconda Guerra Magica su un set cinematografico?» spiegò Hermione con calma.
 
«Magari è una trappola.» azzardò Ron non del tutto convinto delle sue stesse parole.
«Ne dubito fortemente» continuò Hermione.
«Prima ho dato uno sguardo alle telecamere qui in giro, non ne ho mai viste di così all’avanguardia. L’anno scorso sono stata con i miei genitori ad un museo del cinema, quindi sono sicura di quello che dico.»
«Che intendi dire?» domandò Malfoy senza preoccuparsi di tenere sotto tiro con la bacchetta i due misteriosi individui.
 
«Ho una strana sensazione, se quella è davvero alta tecnologia, vuol dire solo una cosa, per quanto assurda possa essere: questo non è il 1998.» concluse Hermione guardando negli occhi la sua sosia, che si era limitata ad ascoltare lo scambio di battute senza emettere un solo suono.
 
«Siamo… Siamo nel futuro?» balbetto Harry abbassando la bacchetta e spostando lo sguardo dai due misteriosi personaggi ai suoi due amici.
«E’ probabile.» annuì Hermione
«Quindi quei due siamo noi?» domandò Ron indicando il suo sosia.
«Ecco… Non ne sono totalmente sicura, ad essere sincera.» ammise guardando dubbiosa la ragazza davanti a lei. «Prima hanno usato dei nomi che non conosciamo e… Oh, il fatto è che la cosa è talmente assurda che fatico ancora a crederci.»
 
«Beh, non hai idea di quanto la cosa sia strana per noi.» prese parola il ragazzo uguale a Ron, mettendo così in luce che anche le loro voci erano assolutamente identiche. Harry non l’aveva notato prima.
«Ok, Weasley e Granger del futuro, volete spiegarci che diavolo sta succedendo?» si intromise bruscamente Malfoy.
«Ecco, noi… Noi non siamo loro. Non siamo Hermione Granger e Ron Weasley. Non proprio…»ammise la ragazza lanciando uno sguardo all’amico.
«Miseriaccia, non ci capisco più niente.» borbottò Ron fissando il ragazzo uguale a lui.
«Che vuol dire non proprio? Se non siete Ron e Hermione, allora chi siete? Dove ci troviamo? E a questo punto chiederei anche quando ci troviamo.» concluse Harry passandosi una mano fra i capelli sudati e ancora bruciacchiati alle punte, per cercare di calmarsi. Anche se non era certo una cosa facile.
 
C’era la guerra ad Hogwarts. Molte persone innocenti stavano combattendo, la scuola era quasi distrutta e lui, l’unica persona in gradi di sconfiggere Voldemort, si trovava in un luogo sconosciuto con due ragazzi che erano la copia esatta dei suoi migliori amici. Prima avrebbe capito qualcosa, prima sarebbe tornato indietro. Non aveva tempo da perdere.
 
«Credo sia meglio discuterne in un posto più sicuro.» disse la misteriosa ragazza risvegliando Harry dai suoi pensieri. «Fra poco dovrebbero arrivare gli scenografi, non possiamo rischiare che vi vedano.» continuò guardando il ragazzo che era con lei con occhi preoccupati.
«Hai ragione. Andiamo nella tua roulette, lì non dovrebbe disturbarci nessuno.» aggiunse lui recuperando la torcia per terra e incitando i giovani maghi a seguirlo.
 
Con un lieve movimento del polso, Hermione fece levitare un Goyle ancora svenuto a circa un metro e mezzo da terra e con estrema prudenza uscirono dall’enorme stanza, dirigendosi a passo felpato verso un prato pieno di roulette.
 
«A quest’ora dovrebbero essere tutti già a letto, ma fate attenzione a non essere visti.» sussurrò la ragazza strisciando lungo i lati delle vetture. Fortunatamente, quella dove si stavano dirigendo era circondata da altre le cui luci erano spente, probabilmente perché i loro proprietari stavano dormendo.
 
Il gruppo di ragazzi entrò velocemente nella roulette che apparteneva alla ragazza e quando furono tutti dentro la porta venne chiusa a chiave e i finestrini oscurati.
Hermione adagiò Goyle su un materasso e subito dopo vennero accese le luci.
Harry si guardò attorno meravigliato, dimenticando le preoccupazioni che poco prima lo affliggevano. La roulotte non era molto grande, ma dentro ci stavano comodamente tutti e sette. La stanza, se così si poteva definire, era molto ordinata, ad eccezione di un tavolino, pieno di fogli e appunti scritti a mano, mentre, poggiato all’estremità interna, vi era un libro pieno di segnalibri colorati a cui Harry avrebbe attribuito circa 800 pagine. Prima che potesse avvicinarsi per poter vedere quale libro richiedesse la presa di cos’ tanti appunti, la ragazza somigliante ad Hermione lo prese prima che potesse leggerne anche solo il titolo e lo chiuse dentro un cassetto del tavolo, buttandoci velocemente dentro anche tutti i fogli che prima ricoprivano il ripiano.
 
«Perché tanta fretta, ragazzina?» sputò Malfoy affiancandosi ad Harry, che rimase spiazzato dal suo intervanto, senza però intervenire. In fondo, anche lui voleva sapere come mai avesse voluto nascondere tutto quel materiale dalla sua vista.
 
«Perché non posso permettere che leggiate quanto scritto in quei fogli e in quei libri… Malfoy» le tenne testa lei.
«Sentite, non è il momento di litigare.» si intromise il ragazzo somigliante a Ron, parandosi fra i due e prendendo poi a parlare con la ragazza.
«Credi davvero che siano loro? Voglio dire… Sarebbe la cosa più figa del mondo, certo, ma… Com’è possibile?»le domandò inarcando le sopracciglia.
«Non lo so, ma hai visto cosa ha fatto?» gli rispose la ragazza indicando con un cenno del capo Hermione. «Lo ha fatto lievitare. Ci ha seguiti in volo! Parlano e si chiamano esattamente come se fossero loro! E poi sono identici a noi! Anche utilizzando un buon trucco, non è possibile che abbiano anche le nostre stesse voci.»
«E’ come se vi fossero usciti fuori. Per magia. Che forza!» disse il ragazzo mostrano eccitazione pronunciando le ultime due parole.
«Ma se sono davvero loro, che ci fanno qui? Come hanno fatto?» domandò la ragazza guardando il gruppo di maghi con aria dubbiosa e preoccupata.
«Boh. Però rimane una figata.»esclamò il ragazzo mostrando quanto fosse entusiasta all’idea che loro fossero davvero lì.
 
«Cosa ne dite di spiegare anche a noi cosa c’è di così figo?» domandò Ron avvicinandosi a loro.
I due si scambiarono un’occhiata, poi il ragazzo somigliante a Ron gli si avvicinò fino a che non si trovassero davvero uno davanti all’altro.
«Cavolo che impressione.» disse con voce tremante. Harry non poté che dargli ragione. Facevano davvero impressione e gli tornò in mente quando, per trasferirlo alla Tana, sei dei suoi amici avevano preso il suo aspetto tramite Pozione Polisucco.
«Senti, puoi fare una magia?» chiese il ragazzo facendo sollevare un cipiglio dubbioso al giovane Weasley.
 
«Come scusa?» chiese conferma Ron riluttante.
«Ti ho chiesto se puoi fare una magia, così saremo sicuri che siete davvero voi.» spiegò il ragazzo andandosi a sedere su una panca che faceva da seduta per il tavolino.
«Hai ragione!» esclamò la ragazza sorridendo raggiante «Fai una magia, dimostraci che sei davvero un mago e vi diremo ciò che volete. Non importa quale magia tu faccia, basta che sia qualcosa che solo un mago può fare.»
 
Ron guardò dubbioso Harry ed Hermione, che con lo sguardo lo incitavano a procedere; mentre Malfoy sbuffò e poggiò la schiena ad una parete, facendo intendere che non gli importava nulla di quello che faceva, basta che qualcuno gli avesse dato delle risposte.
 
Impugnata la bacchetta, Ron si prese qualche secondo per riflettere su quale incantesimo usare. Doveva scegliere di qualcosa di unico. Qualcosa che non fosse un semplice incantesimo di levitazione, perché Hermione le aveva raccontato una volta che anche i babbani, con qualche trucchetto, erano in grado di farlo.
«Expecto Patronum» sussurrò agitando la bacchetta. Da essa fuoriuscì prima un tiepido vapore argentato, ma poi una luce apparve davanti a lui e prese le sembianze di un cane, che dopo qualche passo svanì, lasciando i due ragazzi a bocca aperta, con lo sguardo fisso in quel punto in cui poco prima un Jack Russel Terrier luminoso era apparso.
 
«Avete voluto quello che volevate» disse Malfoy rompendo il silenzio ed avvicinandosi ai due con irruenza, sfoderando la bacchetta e puntandola sui due ragazzi. «Ora sputate il rospo, o sarò costretto a farvi parlare con le cattive.»
 
«Smettila subito Malfoy, siamo tutti sulla stessa barca.» lo rimproverò Harry.
«Sai che me ne importa. Voglio solo sapere dove cazzo sono e tornarmene a casa.»
«Perché credi che io sia felice di essere qui mentre i miei amici combattono una guerra di cui io sono la causa?»
«Ora basta. Harry, non è il momento di litigare. Malfoy, abbassa la bacchetta.» intervenne Hermione afferrando Harry per un braccio.
«Non metterti a darmi ordini, mezzosangue.» disse Malfoy a denti stretti mentre spostava la bacchetta dai due ragazzi ad Hermione, facendo scattare Ron che si parò subito fra lui e la sua ragazza.
«Dillo un’altra volta Malfoy, e giuro che ti…»
 
«Siamo ad Hertfordshire, negli studi di Leavesden, in Inghilterra.»
La voce della ragazza misteriosa fece calmare gli animi dei maghi, che si voltarono verso i due ragazzi.
«Sedetevi.» disse, invitando Harry e i suoi amici a sedersi dell’altra panca del tavolo, proprio davanti a loro, mentre Malfoy preferì rimanere in piedi, con la schiena poggiata alla parete della roulette, esattamente come aveva fatto poco prima.
 
«Come vi ho già detto siamo in Inghilterra, ad Hertfordshire, a nord-ovest di Londra. Siamo nel 2010 e oggi è il 23 febbraio, anche se vista l’ora credo sia più corretto dire che è il 24.» a quelle parole la ragazza fece una piccola pausa per vedere la reazione dei quattro ragazzi che l’ascoltavano, ma vedendo che aspettavo altre risposte, fece un sospiro e continuò.
 
«Il mio nome è Emma Watson e lui è Rupert Grint. Siamo attori, ci troviamo ad Hertfordshire per girare un film, l’ultimo di una saga tratta da sette libri.»
«Quindi non siete me e Hermione.» chiese conferma Ron.
«No… Ecco… Non proprio…» balbettò la ragazza scambiando uno sguardo dubbioso con l’amico.
 
«E’ la seconda volta che lo dici. Che significa non proprio?» chiese Harry spazientito, notando solo per caso che Hermione e Malfoy avevano gli occhi sbarrati.
«Che vi prende ora?» domandò Ron lanciando un’occhiata ad Harry che scosse la testa.
 
«Ma come… Ron, Harry… Ma non capite?» balbettò Hermione guardandoli stupita.
 «Io non ci ho capito niente. Che cosa c’è?» chiese Ron.
«Siete proprio degli stupidi Grifondoro. Mi chiedo com’è possibile che la Granger sia finita lì e non in Corvonero, considerato il livello di intelligenza medio della vostra Casa.» borbottò Malfoy a voce un po’ troppo alta.
«Era un complimento quello?»
«Non farti strane idee mezzosangue, ho detto solo quello che è chiaro a tutta Hogwarts dal nostro primo anno.»
 
«Avete davvero capito cosa vi vogliamo dire?» chiese Rupert.
«Certo, non siamo tutti stupidi come Weasleyuccio, qui.» confermò Malfoy avvicinandosi al tavolo e sedendosi su uno sgabello.
«Ma di che parlate? Finitela con tutti questi giri di parole, ne ho abbastanza! Diteci chiaramente cosa c’è che non capiamo.» esclamò Harry battendo i bugni sul tavolo e riportando l’attenzione sui due giovani attori.
 
«Scusa Harry, ma non è una cosa facile da spiegare. Facciamo così, credo sia meglio e più immediato.» disse Emma alzandosi e avvicinandosi ad un armadietto posto vicino al letto dove Goyle dormiva ancora di gusto. La ragazza prese un libro dall’armadio che poi richiuse e tornata al suo posto.
 
«Questo è il primo libro della serie da cui è tratto il film che stiamo girando.»spiegò Emma porgendo ad Harry il libro.
Il mago prese in mano il libro e quando ne lesse il tiolo sgranò gli occhi talmente tanto che chiunque l’avesse guardato in quel momento avrebbe pensato che gli sarebbero usciti fuori dalle orbite.
Il libro non era molo grande,  sulla copertina rigida era raffigurato un treno a vapore rosso, su cui si leggeva la scritta “Hogwarts Express”, mentre un bambino dai capelli neri, un grosso paio di occhiali tondi e una cicatrice a forma di saetta sulla fronte guardava stupito davanti a se.
In cima al libro, il titolo era scritto in caratteri giallo e oro.
 
Harry Potter and the Philosopher’s Stone”.
 
 
 
 
 
 


 
Angolo dell’Autrice
 
Salve a tutti! Dopo non so quante settimane, ho finalmente modo di uscire dalla mole di cose da studiare che ho per l’esame di stato e posso pubblicare il secondo capitolo di questa cross-over.
 
In questo capitolo i nostri due gruppi hanno finalmente un primo contatto e i nostri maghi scoprono dove si trovano.
Devo dire che scrivere senza confondere il carattere di Emma e Rupert con quello di Hermione e Ron non è semplice, ho cercato di fare delle ricerche su di loro e gli altri attori che poi entreranno in gioco nella storia. Insomma, l’unica altra storia che ho scritto su Harry Potter era incentrata su Remus e Tonks, non era molto difficile gestirli caratterialmente, mentre qui… Spero davvero di non essere andata nell’OOC e vorrei la vostra opinione a riguardo.
 
Come ho detto anche nello scorso capitolo, purtroppo non garantisco una regolarità nella pubblicazione perché sono molto impegnata con lo studio quest’anno, ma spero di non ritardare troppo.
Voglio poi ringraziare
Vivvi96 e dontjump per aver recensito;
Angelstorm e James Percy Holmes per aver aggiunto la storia alle preferite;
sweetemma per averla aggiunta alle ricordate;
inlovewith5angels, kagura, NarcissaBlack666, rainold, Rebs96 e tigre per averla aggiunta alle seguite
e ovviamente a tutti i lettori silenziosi. Grazie!
 
Al prossimo capitolo!
-Crystal-
   
 
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