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Autore: Ramo97    03/05/2015    4 recensioni
I Mangiamorte che erano stati catturati con tanta fatica dagli Auror evadono misteriosamente. Toccherà allora a Harry Potter, il Prescelto, ora capo dell'Ufficio Auror a dare loro la caccia.
Mentre Harry tenta di evitare una nuova catastrofe, anche Draco Malfoy si interesserà alla vicenda, trovandosi ben più invischiato di quanto lui credeva di essere.
Ma i Mangiamorte, aiutati da un inquietante personaggio, vogliono tentare l'impresa più pericolosa di tutte: entrare a Hogwarts e prendere qualcosa (o qualcuno) che dicono che gli spetta, proprio nel primo anno di scuola di Teddy Lupin, il figlio orfano di Ninfadora Tonks e Remus Lupin.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Nuovo personaggio, Ron Weasley, Teddy Lupin | Coppie: Draco/Astoria, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ted Lupin'
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Una grande famiglia

 

- George rivoglio la mia figurina!
Questa fu la scena che Teddy si trovò di fronte quando entrò alla Tana.
Ron cercava di saltare addosso al fratello maggiore che, bacchetta alla mano, stava facendo volare una carta delle Cioccorane per tutto l'atrio.
I piccoli Rose e Hugo guardavano divertiti la scena, mentre Molly, loro nonna,  cercava di rincorrerli – Ron, ci sono i tuoi figli qui! George, che educazione vuoi dare ai tuoi se rubi ancora le figurine a tuo fratello!?
- Oh mamma su – disse George – questo qui si tiene la sua figurina in tasca da nove anni. Al lavoro ogni volta che lo cerco è in un angolo a leggere la sua descrizione. E questo è un prefetto uscito da Hogwarts? Lui e Percy rappresentano la creme de la creme della nostra società!
- George, te lo dico un'ultima volta: dammi quella figurina!
- Sennò cosa mi fai?
- Ti affatturo.
- Davvero? E io ti licenzio.
Ron aveva le orecchie bordeaux.
Teddy non ce la fece più scoppiò a ridere, subito seguito da George, i figli di Ron e Andromeda. Anche Molly si trovò a trattenersi.
- Non sei divertente, George – disse Ron.
- Davvero? Sono comunque più bello di te.
Sulla faccia di Teddy si dipinse un sorriso. Non immaginava come Ginny avesse potuto vivere con loro per diciannove anni.
Ron guardò Teddy e accennò un piccolo sorriso – Ciao Teddy, tutto bene?
- Non so, sono le cinque del mattino e sono già “sveglio” – rispose con calma, trattenendo uno sbadiglio – ho qualche dubbio a stabilire ancora se va tutto bene.
- Tranquillo, potrebbe andare peggio – intervenne George, mentre prendeva in braccio Rose – ad esempio essere figlia di Ron, vero?
- Il mio papà è il più bravo del mondo! – urlò lei tirando uno buffetto allo zio, mettendoci dentro tutta la forza che una bambina di tre anni poteva avere.
George rise – Violenta come il padre. Senza un orecchio e pure picchiato da dei bambini. Voi Granger -Weasleynon avete nessuna pietà.
Teddy amava quei bambini. Erano la sua salvezza. Da piccolo aveva vissuto tra i grandi, incontrando ogni tanto Victoire e Fred, mentre adesso i bambini erano dovunque. Preferiva di gran lunga stare con loro che con i grandi. Cioè adesso erano migliorati, ma si ricordava quando era più piccolo: i Weasley erano stati per molto tempo tristi, George più di tutti (anche se quando era con i suoi figli era al settimo cielo) e le uniche persone con cui gli piaceva stare erano sua nonna, Harry, Ginny ed Hermione. Ron invece era stato per molti anni un musone, ma da quando erano arrivati Rose e Hugo aveva ritrovato vitalità.
- Brava la mia bimba – disse Ron baciandola, per poi rivolgersi a George – a tre anni ha già capito tutto.
- Ha preso da Hermione allora – ribatté pronto il fratello.
- Hanno già iniziato a litigare, vero? - disse ad un certo punto una voce profonda che fino a quel momento Teddy non aveva ancora sentito.
Charlie Weasley entrò sorridendo insieme al fratello Bill, che teneva sottobraccio una ragazzina dai capelli biondi. Quando vide Teddy, il suo sorriso si allargò  e agitò il braccio a mo' di saluto. Lui le sorrise.
- Ti risulta che abbiano mai smesso? - disse Bill, accarezzando la testa di Victoire.
- Charlie!? - disse George stupito – perché ci degni della tua presenza?
- A quanto pare l'Ufficio Auror ha predisposto il mio rientro per discutere delle nuove misure di sicurezza.
- Quindi Harry,? - chiese Teddy.
- Sì – disse  Ginny, entrando nella stanza – stamattina era in ansia. E' schizzato fuori con Dean e mi ha detto di portarvi tutti qui. Scusate se vi ho svegliato – poi con tono minaccioso aggiunse – questo ovviamente non è un buon motivo per fare casino mentre i miei figli dormono, vero Ron e George?
Ron guardò malamente il fratello, che dopo aver cercato un attimo di sostenere lo sguardo della sorella, disse – Scusa sorellina.

 

- Quindi quest'anno andrai ad Hogwarts? – gli chiese Victoire in giardino.
- Esatto – rispose lui, guardando George che dava la caccia ad alcuni gnomi.
Non avevano voluto farli girare da soli, perché, a quanto pare, avevano paura di un attacco Mangiamorte a casa loro. Quindi avevano piazzato George a fare loro da cane da guardia.
Meglio lui che Percy pensò con un piccolo sorriso.
- E io quindi che faccio durante tutto l'anno?
- Fred ha la tua età, resta qui anche lui.
- Ma Fred non sei tu.
Teddy la guardò. Per essere una bambina di nove anni aveva già uno sguardo serio da adulta.
- Ti scriverò qualche lettera – le promise.
- Sarai in pericolo?
- Non credo, Hogwarts è molto più sicuro di questo posto.
- Ad Hogwarts è morto mio zio...
George si fermò un attimo, poi ricominciò a colpire gli gnomi con più violenza.
- Erano altri tempi – disse Teddy, con un sospiro – Hogwarts era sotto il controllo dei Mangiamorte allora.
- Ma prima papà ha detto che siamo tutti in pericolo.
- Sì, ma voi siete Weasley, io sono un Lupin, non dovrei essere in pericolo – disse con poca convinzione.
- Non saresti qui, Teddy – lo rimbeccò subito lei.
Victoire era una bambina a volte un po' pesante, fin da piccola attaccata a Teddy in ogni sua mossa, ma era molto intelligente.
- Magari mi hanno scambiato per un Weasley – butto lì cambiando i capelli, normalmente castano chiaro, in un rosso acceso come quello del papà di Victoire.
- Teddy! Teddy! Teddy! Mi fai i capelli blu? – intervenne in quel momento un bambino di cinque anni che arrivava correndo verso di lui.
Lui si alzò in piedi e gli corse incontro prendendolo in braccio e facendogli fare una giravolta, mentre il bambino gli tirava i capelli, che Teddy aveva fatto diventare blu.
- James, dove sei finito!?- gridò Ginny dall'interno della casa.
- Che palle la mamma – disse James, stringendosi tra le braccia di Teddy e guardandolo con i suoi svegli occhi castani. Teddy sorrise – Non puoi dire queste cose a tua mamma, James.
- Ma lo zio George lo dice sempre.
- Alleluja! Un nipote che mi da soddisfazione – disse il chiamato in causa da dietro le spalle di Teddy – ti meriti una scorta extra di Caccabombe.
- Sì! Caccabombe! - urlò il bambino alzando le mani al cielo, per poi incupirsi – le ultime me le ha requisite mamma perché le ho tirate contro lo zio Ron...
George sospirò – E poi dicono che questa generazione non è cresciuta con sani principi... sono i genitori che stanno rovinando i figli. Quella non è mia sorella!
Teddy scoppiò a ridere.
Come evocata, Ginny arrivò in giardino e vide il figlio in braccio a Teddy. Si fermò un attimo e sorrise, proprio quando un altro bambino dagli occhi verdi, spuntò dietro di lei e le abbracciò gamba urlando – Ho preso la mamma!
- Bravo Al! - esclamò lei e lo prese in braccio rientrando in caso.
Mancava ancora un po' di gente, ma si iniziava a notare che la moltitudine dei Weasley si stava riunendo.

 

- George, tieniti tuo figlio e fai che mi stia alla larga per un paio d'ore – disse Angelina, entrando in casa con la piccola Roxanne in braccio.
Teddy guardò la scena divertito, guardando l'amico con un ghigno in faccia.
- Fred – disse il padre serio – cos'hai combinato stavolta?
Il figlio restò zitto fino a che sua madre andò nella stanza di fianco.
- Ho fatto ingoiare una Pasticca Vomitosa alla figlia di Katie Bell.
- Perché alla figlia!? E' antipatica, ma suo padre è molto peggio. Dovevi farla ingoiare a lui!
- Scusa papà – disse Fred con una finta faccia di rimorso.
George si finse offeso, per poi avvicinarsi al figlio con fare cospiratore – Ne hai ancora qualcuna da usare contro zio Ron e zio Percy?
- Mamma me le ha requisite tutte...
- Anche quelle nei calzini?
Il bambino sorrise e tirò fuori dalle calze delle pasticche gialle e viola.
George ne prese un paio e se le infilò in tasca, scompigliò i capelli del figlio e se ne andarono insieme.
Teddy restò da solo nel soggiorno.
La Tana era da sempre rumorosa. Lo era già qualche anno prima, quando c'erano solo Teddy, Harry e gli adulti  Weasley, ma da quando erano arrivati i figli, quel posto era diventato una bolgia. Il capo della gang era diventato Fred, che aveva due anni in meno di Ted, mentre James era diventato il suo adepto preferito. A quattro anni, il figlio di Harry aveva già in attivo l'esplosione di due stanze e la copertura con Caccabombe di metà famiglia. Teddy era uno dei pochi risparmiati da entrambi. Essendo il più grande, era visto con una sorta di rispetto: alle riunioni di famiglia Fred aveva sempre dormito in camera con lui, mentre James era cresciuto vedendo spesso Teddy a casa sua. Loro due e Victoire erano quelli con cui aveva più rapporti. A quest'ultima era particolarmente affezionato. Anche se quando era con lui non lo mollava un attimo, per motivi che lui non aveva ancora capito, era stata da sempre la sua confidente. Fred era molto intelligente e sapeva essere molto serio, ma non aveva neanche un briciolo della sensibilità della cugina. Bill e Harry continuavano a impedire a Victoire di dormire con lui e Fred, cosa che lei chiedeva ogni volta. Lui di questa cosa era abbastanza contento: per quanto le volesse bene, sapeva che non se ne sarebbe stata zitta un attimo.
- Teddy – disse una voce, risvegliandolo dai suoi pensieri. Alzò lo sguardo e incontrò gli occhi di Harry.
Il suo padrino sembrava distrutto. Un sorriso stanco e non troppo convinto evidenziava ancora di più il colorito pallido, mentre il completo che portava era stropicciato, la cravatta allentata. Si avvicinò a Teddy e gli scompigliò i capelli.
- Ciao – gli rispose il ragazzo ricambiando il saluto – cos'è successo al lavoro?
Lui lo guardò triste – Un grosso casino.
Ron arrivò dalla cucina e, appena vide l'amico, disse – Hermione?
Ciò che gli piaceva della relazione tra Ron e Hermione era la sua stranezza. Ginny ed Harry avevano un matrimonio felice e calmo, con litigi ogni tanto, ma comunque nella norma.
Ron e Hermione invece no. Litigavano spesso e volentieri per cose da nulla, entrambi troppo orgogliosi per chiedersi scusa, ma, mentre non si parlavano, continuavano a scambiarsi sguardi e ad andare in giro a chiedere agli altri se l'altro era tanto arrabbiato o se potevano riprendere a parlarsi.
- Hermione è con Percy, sono andati a prendere Audrey e i suoi figli. Chi manca?
- Fleur con Dominique e Louis.
- E dove sono?
- Erano a Diagon Alley a far compere.
Harry fece una faccia preoccupata – Da sole?
- Ci sono Neville ed Hannah con loro.
- Ci sono stasera?
- Sì, ma non tutti riescono a venire. Siamo noi in famiglia più Neville e Hannah. Baston e gli altri dell'Ordine non riescono a venire – rispose Ron, guardando l'amico.
- Nemmeno la McGranitt?
-  No. Neanche lei.
Harry sbuffò e si tolse giacca e cravatta – Dovrò mandarle un gufo per chiederle un appuntamento. Non possiamo lasciare Hogwarts sguarnita.
Teddy aggrottò le sopracciglia preoccupato. Cosa voleva dire sguarnita?
Harry sembrò notarlo perché aggiunse subito – Non che non sia già protetta, ma bisogna rinforzare le misure di sicurezza.
- Ma nessuno è mai riuscito ad entrare ad Hogwarts senza il volere del preside, no? - chiese Teddy.
- Primo anno – disse Ron – Voldemort entra tramite la testa di un professore...
- … secondo anno – continuò Harry – Voldemort entra grazie a un libro...
- … terzo anno, stavolta niente Voldemort, ma l'uomo più ricercato d'Inghilterra riesce ad entrare...
- … quarto anno, un Mangiamorte entra grazie alla Pozione Polisucco...
- … quinto anno, in quell'anno non entra nessuno, però c'era quella megera della Umbridge...
- … sesto anno, entra un plotone di Mangiamorte...
- … e infine, settimo anno, entriamo noi di nascosto dai Mangiamorte che comandavano la scuola.
- Forse è meglio che aumentiate la sicurezza – concluse Teddy.
In che posto lo stavano mandando?

 

La cena andò bene. A parte il fatto che Fred e George fecero saltare le sedie di Ron e Percy, provocando le risate di Audrey e qualche occhiataccia da Hermione, che riuscì a notare in tempo che nel suo dolce era stata aggiunta una Pasticca Vomitosa. Quando tutti i bambini andarono a letto, restarono svegli solo gli adulti. Arthur e Molly avevano uno sguardo rassegnato. Avevano già vissuto due Guerre Magiche. Erano stanchi di dover combattere. Neville e Hannah erano quelli con più tenacia, appoggiati sul tavolo della cucina a guardare gli altri, che trovavano interessanti solo i loro piedi.
Neville era molto cambiato, pensò Harry. Adesso era magro, privo di quella goffaggine che lo aveva caratterizzato da ragazzo. Anzi, il suo cipiglio era molto sicuro. Una volta aveva portato lui e Ron in vacanza. La vacanza era stata scappare da anaconde e animali magici nella Foresta Amazzonica per raggiungere una pianta rarissima e recuperare delle foglie. Il problema era che quella pianta era protetta da un drago e, mentre Harry e Ron cercavano di non farsi ammazzare e, nello stesso momento, di distrarre il drago da Neville, lui  continuava ad insultarli perché con i loro incantesimi stavano rovinando la flora.
- Perché ridi, Harry? - chiese Ginny, con uno sguardo tra l'interrogativo e l'indispettito.
- Mi è venuta in mente la vacanza con Neville nella Foresta Amazzonica.
- Non me lo ricordare! - esclamò Ron, passandosi una mano tra i capelli.
- Ragazzi, voi non vi rendete conto di quanto siate stati irresponsabili – sbuffò Neville – davvero, avete quasi buttato giù una Betulla Canterina!
- Sai, Neville, un drago ci stava per ammazzare – sottolineò Ron.
Il professore di Hogwarts stava per rispondere, quando fu interrotto da Hermione.
- Basta parlare di vacanze. Ora dobbiamo decidere cosa fare. Voldemort è tornato.
- C'è possibilità che in realtà non sia così? – chiese Bill Weasley, la mano stretta in quella della moglie Fleur.
- Sì – disse Harry – ma non sarà attaccandoci ai forse che vinceremo contro di lui.
Tutti rimasero zitti per quello che sembrò un'infinità, poi Charlie prese la parola – Ora cosa dobbiamo fare?
- Potenziare tutti gli incantesimi protettivi sulle nostre case, riunire l'Ordine, indagare il più possibile, passare al contrattacco se vediamo che le cose degenerano e, soprattutto, proteggere Hogwarts. Quei cani bastardi hanno già preso i suoi genitori, di certo non prenderanno Teddy! - rispose Ron, stupendo tutti, Hermione compresa.
Lui si guardò un attimo intorno e arrossì.
 – Che c'è? Ormai l'abbiamo fatto tante di quelle volte che dovremmo dirlo in automatico.
- Sai, Ron, a volte davvero non capisco perché ti sei dimesso dal mio ufficio – disse Harry – sei dannatamente bravo come Auror.
L'amico lo guardò, arrossendo ancora di più, e sbuffò – Harry, tu hai sempre lottato contro il male e la tua è una vera vocazione. Io ad un certo punto mi sono ritrovato stufo di morti e sofferenza. Quello che voglio è far sorridere la gente, far passare ai ragazzi l'infanzia che noi non abbiamo avuto. Per questo lavoro con George.
Il silenzio  scese di nuovo nella stanza, tranne per il rumore della mano di Hermione che stringeva l quella del marito, ancora rosso per i complimenti.
Dopo uno o due minuti, il silenzio fu rotto da George.
– Ronald, tutto bene? Hai bevuto o fumato? Fratellino, quando fai queste uscite mi preoccupi, sembri quasi intelligente. Ripigliati.
Sulla bocca di tutti si dipinse un sorriso, Ron compreso. Sorriso che sparì subito dopo, quando un rumore di qualcosa che sbatteva per terra si sentì dalle scale. Le mani di tutti i presenti scattarono verso le loro bacchette. Harry, il più vicino alla porta, la accese e uscì in corridoio.
Victoire, sul pianerottolo del primo piano, si stava rialzando. Quando vide lo zio si bloccò, per poi fargli segno di stare zitto. Harry annuì e lei, provocando un fastidioso scricchiolio, entrò nella camera di Teddy e Fred.
- Cos'era, Harry? - chiese Arthur, che era scattato in piedi con la bacchetta in mano.
Harry, guardando Bill e Fleur, rispose – Niente, solo un po' di amore.
Loro ricambiarono lo sguardo e, scuotendo la testa, scoppiarono a ridere.



Angolo dell'autore

Ciao a tutti, come avrete notato, ho ricomonciato ad aggiornare questa FF dopo ben due anni. Avevo perso il file con la storia, che era gia quasi finita, quando l'ho ripreso in mano, ho deciso di cambiarla considerevolmente quindi arriverà in ritardo. Per quanto riguarda il lavoro di Ron mi sono basato su  questo articolo , scritto dalla Rowling, in cui dice che Ron ha abbandonato gli Auror. Ah, ve lo dico in anticipo, ho deciso di usare il nome inglese di Teddy, ovvero Edward, e non Ted come nella traduzione italiana. Ted resterà solamente come soprannome.

Mi raccomando, recensite, non mangio!  Ringrazio tutti quelli che hanno messo la storia tra le preferite o tra le seguite.

Alla prossima,
Ramo97

 

  
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