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Autore: Alexiel94    03/05/2015    6 recensioni
[AU! Tutti mortali | Future]
[Jason/Piper | accenni altre coppie]
[Presenza di OC]
Jason Grace era conosciuto per essere un buon uomo, sempre disponibile e pronto ad aiutare il prossimo, ma la cortesia di quel pomeriggio superava persino i suoi standard. [...]
Era vero, Jason era un uomo affascinante e non vi era nulla di male se dopo dieci anni dalla morte della moglie avesse cercato di rifarsi una vita. Eppure il solo pensiero di suo padre di fianco ad una donna era sufficiente a farle provare diverse fitte di gelosia. [...]
-Ti darebbe fastidio se venisse da noi a cena stasera? Così la conoscerai, finalmente-.
La ragazza gli scoccò un'occhiataccia.
-Anche se mi desse fastidio, lei verrebbe qui comunque, giusto?-. [...]
Quando aprì la porta per poco non le venne un colpo.
-Miss McLean?-.
Genere: Commedia, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jason Grace, Nuovo personaggio, Piper McLean
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note: eccoci quasi alla fine di questa storia, questo si può considerare l'ultimo capitolo in quanto il prossimo sarà un epilogo. Non ho idea di quando verrà postato, visto che a breve mi spetta un'orribile sessione di esami. 
Cercherò di agggiornare entro giugno, ma non garantisco nulla.
Buona lettura.
The French Teacher
Parte IX

Isabel sperò che Jason scoppiasse a ridere svelando che quella era solamente una battuta, prendendola in giro per averci creduto.
Eppure suo padre non mentiva mai, tantomeno su argomenti tanto delicati. Come ulteriore conferma vi era il dolore che traspariva da ogni poro dell'uomo, che fece precipitare addosso alla ragazza il peso della situazione.
-Come...- esordì, ma si rese conto di avere la gola secca. -Come diavolo è possibile che tu e Piper vi siate mollati?!-.
Non era sua intenzione mettersi ad urlare, ma la sua voce era di parecchie ottave più alta del normale. Il suo cuore era pieno di rabbia e, scoprì con sorpresa, anche dolore.
Jason sospirò, confermando che lei stava agendo esattamente come aveva temuto.
-Sono cose da adulti. È complicato da spiegare...-
-Allora non farlo!- gridò Isabel.
Gli occhi celesti di suo padre furono attraversati da un'onda di dolore mentre lei gli dava le spalle per andare di fretta in camera sua, ma la ragazza era troppo sconvolta e arrabbiata per sentirsi in colpa. Chiuse la porta con violenza, buttandosi poi sul letto e afferrando il cellulare. Cercò il numero di Piper e cominciò a scrivere di fretta.
Ciao Piper, come stai? Papà mi ha detto che vi siete lasciati, ma non vuole dirmi il perché.
Cosa è successo?
P.S.: Anche se adesso non state più insieme noi siamo ancora amiche... giusto?

Inviò il messaggio, aspettandosi una risposta dalla donna in breve tempo. Controllò dopo cinque minuti, ma non le era ancora arrivato nulla. 
Dopo dieci nemmeno. E anche un quarto d'ora dopo Piper non si era ancora fatta viva.
Isabel si rassegnò all'idea di dovere attendere, mentre ansia, rabbia e dolore minacciavano di sopraffarla. Provò a rileggere I Fiori del Male, ma non riusciva a concentrarsi per più di due versi di fila senza che i suoi pensieri tornassero alla situazione che stava passando. Frustrata, si ritrovò a lanciare il libro dall'altra parte della stanza. Non poté che provare una nuova fitta di dolore al pensiero che era stata Piper a donarglielo, la stessa donna che in quel momento preferiva ignorarla.
Magari non mi sta ignorando, provò a convincersi. Potrebbe benissimo essere andata a dormire.
Aggrappandosi a questa considerazione, prese il cellulare e cominciò a scrivere a Marcus, Jonathan e Sophia della rottura tra suo padre e la fidanzata. Come si aspettava, le loro reazioni furono sconvolte e amareggiate, e ognuno di loro si offrì di precipitarsi a casa sua per consolarla.
Isabel rifiutò tutte le proposte, scoprendosi sorprendentemente desiderosa di vivere quel momento di dolore da sola, ma li ringraziò per il sostegno. Era inoltre arrabbiata con Jason, poiché aveva tentato di tergiversare sul motivo che lo aveva portato a lasciarsi con la fidanzata proprio quando avrebbe dovuto festeggiare con lei il loro anniversario. Le doveva almeno la verità, se non poteva fare nulla per tornare con Piper.
Non scese per la cena, e rimase in camera sua fino a che non udì i passi di suo padre dirigersi verso la propria camera. Solo allora uscì furtivamente e si recò in cucina, dove si preparò un sandwich con le prime cose che ritrovò in frigo. Dopo avere mangiato tornò in camera sua, dove scoprì con amarezza che Piper non le aveva ancora risposto.
Il suo ultimo pensiero prima di addormentarsi, che riuscì almeno in parte a rassicurarla, fu che l'indomani avrebbe almeno rivisto la donna a lezione.

La prima cosa che notò appena sveglia fu che Piper non aveva risposto al messaggio, cosa che fece partire male la giornata. Si preparò in fretta ad andare a scuola, procurandosi opportunamente di evitare Jason, e uscì di casa in tutta fretta.
Non aveva pensato che le cose potessero peggiorare, ma così fu. Arrivò giusto in tempo per la lezione della prima ora, così che non poté fermarsi fuori a parlare con i suoi amici. Assistette senza prestare la minima attenzione alle prime ore, attendendo con ansia quella di francese. Eppure, quando questa finalmente giunse, accadde qualcosa che Isabel non si sarebbe certo aspettata-
Un giovane uomo, che non poteva avere più di ventidue anni, entrò in aula, andando fino alla lavagna sotto lo sguardo sconvolto e deluso di Isabel.
-Sono Evan Walsh, e per queste ultime due settimane sarò il vostro supplente di francese- si presentò.
Aveva l'aria entusiasta di un giovane uomo alle prese con il lavoro che amava, e dagli occhiali da vista il suo sguardo trasmetteva la passione e la voglia di fare, sebbene quella molto probabilmente fosse la sua prima esperienza con l'insegnamento. Nonostante ciò, Isabel si ritrovò a non sopportarlo affatto, nonostante la buona impressione.
La sua mano scattò in aria.
-Come mai non c'è Miss McLean?-.
Mr. Walsh fece per rispondere, ma un'altra voce lo precedette.
-Nemmeno tu hai idea di dove sia la tua amante?- domandò Helen con cattiveria. 
Isabel si alzò con furia dal posto e si avvicinò all'altra ragazza a passo di marcia.
-Miss McLean non è la mia amante, non credevo ci fossero persone così stupide da non avere ancora afferrato il concetto. Evidentemente devo ricredermi-.
Helen si alzò a sua volta e fece per darle uno schiaffo, ma Isabel prontamente parò il colpo e stava per rifilargliene uno a sua volta quando una presa ferrea la bloccò.
Mr. Walsh era livido di rabbia.
-In detenzione, tutte e due!-.
A questo punto della giornata Isabel era convinta che nulla potesse andare peggio, ma dovette ricredersi quando Helen aprì la porta dell'aula di detenzione e le sue orecchie furono raggiunte da una voce che aveva imparato ad odiare in quegli ultimi mesi.
-Cara, ma cosa ci fai qui?-.
La pelle di Isabel accapponò nell'udire quel tono stranamente dolce da una persona che sapeva essere crudele come poche. Quando fece il proprio ingresso alle spalle della compagna, vide lo sguardo di Miss Tanaka studiarla quasi con disgusto.
-Capisco- disse alla figlia, per poi tornare a rivolgersi a lei con tono duro. -Grace, metti sulla cattedra cellulare, lettore musicale, cuffie, orologio e qualsiasi altro oggetto che hai portato dietro dalla classe-.
Riluttante e più arrabbiata di prima, Isabel eseguì l'ordine, posando i propri effetti personali davanti a Miss Tanaka sentendosi come una detenuta che veniva perquisita prima dell'ingresso in carcere. 
-Vai in fondo alla classe, non muoverti e non parlare fino alla fine dell'ora- aggiunse ancora.
"Posso respirare?" avrebbe voluto sbottare la ragazza irritata, ma ci ripensò rendendosi conto che probabilmente l'unico risultato che avrebbe ottenuto sarebbe stato rimanere un'altra ora in detenzione. Così, frustrata e furiosa, si diresse verso l'ultima fila di banchi, sedendosi poi su quello più isolato. 
Dalla sua postazione Isabel si ritrovò a fissare furiosa quella vipera di Miss Tanaka e la figlia, divenendo poi sempre più addolorata e invidiosa. Non aveva mai pensato di provare tali sentimenti verso Helen Mason, ma vedere che persino una donna tanto spregevole come l'insegnante che presenziava in aula riusciva ad avere un bel rapporto con la figlia non poté che fare pesare maggiormente l'assenza di Piper.

Quando entrò in casa Jason era ai fornelli. 
Parlare con i suoi amici durante la pausa pranzo era riuscita a convincera di smettere di fare l'offesa con il padre; la sera prima era stata troppo sconvolta e addolorata dalla notizia della rottura con Piper per pensarci, ma quella mattina Sophia, Jonathan e Marcus l'avevano costretta a riflettere sul fatto che Jason stesse soffrendo almeno quanto lei, e che fare l'arrabbiata con lui non avrebbe di certo riportato indietro la sua fidanzata. Ex-fidanzata, si corresse Isabel a malincuore.
Si avvicinò al padre cautamente, ma egli si accorse della sua presenza e si voltò. Isabel lo abbracciò forte, sia per fargli capire quanto fosse pentita del comportamento tenuto la sera precedente, sia perché desiderava ardentemente il conforto del genitore.
Jason la strinse a sé a sua volta, accarezzandole il capo con una mano. Isabel sentì un nodo alla gola, ma cercò di non esternare le lacrime. 
Si chiese come avesse fatto a resistere tutta la giornata senza alcun contatto con il padre. Per superare la rottura con Piper aveva bisogno di tutto il suo sostegno, come Jason aveva bisogno di quello di lei. Ce l'avrebbero fatta insieme, come avevano sempre fatto.
-Tesoro, gli hamburger si stanno bruciando- la avvertì Jason, e la ragazza lo lasciò andare ridacchiando.
Eppure il breve momento di ilarità venne ben presto soffocato dal silenzio. Negli ultimi mesi cenare in tre era diventata la quotidianità e quella era la prima volta in cui si ritrovavano a cena senza Piper con la consapevolezza che sarebbe stata solo la prima di una lunga serie. 
Per un attimo Isabel immaginò le sue proteste se le avessero offerto di mangiare carne insieme a loro, ma ciò non riuscì a colmare il vuoto che provava nel petto. Non se la sentiva di parlare di quanto le mancasse l'insegnante, e tantomeno Jason sembrava volenteroso di farlo. A tavola regnava il silenzio, non vi era un'aria così cupa e triste da quando...
Da quando mamma è morta, si ritrovò a pensare Isabel.
Provò un moto di rabbia al pensiero che Piper, a differenza di Reyna, fosse ancora viva e che quindi si potessero sistemare le cose. Solo che non aveva idea di cosa poteva essere andato storto, e quindi non aveva idea di come porvi rimedio.
Guardò Jason, che stava fissando il tavolo con aria assorta nei propri pensieri e l'aria affranta. La ragazza desiderò riuscire a leggere i pensieri che si celavano dietro quell'espressione, per poter finalmente scoprire il motivo della rottura tra i due.
Lo avrebbe scoperto, giurò a se stessa. Fosse stata l'ultima cosa che avrebbe fatto.

L'occasione per scoprire cosa era successo a Los Angeles si presentò in maniera completamente inaspettata. 
Cinque giorni dopo la scoperta della rottura tra Jason e Piper, questa ancora si ostinava a non risponderle. Isabel ci aveva sofferto molto, ma non si era ancora presentata a casa della donna a chiedere spiegazioni per quanto desiderasse farlo. Aveva pensato che sarebbe stato meglio scoprire cosa poteva avere spinto suo padre e l'insegnante a mandare all'aria una relazione di quasi un anno e fare capire a entrambi che stavano facendo un grosso errore, e il fatto che questa decisione fosse supportata dai suoi più cari amici e dal ragazzo aveva spinto Isabel a sopportare il dolore e la frustrazione per essere ignorata da Piper.
Quel pomeriggio era a casa dei suoi zii in cerca di Jonathan, per poi scoprire che il cugino le aveva lasciato un biglietto in cui diceva di essere da Sophia e di non cercarlo se non per questioni di vita o di morte. Irritata, sbuffò e maledisse Jonathan. 
Prima di uscire dalla sua camera prese il cellulare e controllò per l'ennesima volta se Piper le avesse risposto, più per abitudine che per vera e propria speranza. Difatti non le era ancora giunto alcun messaggio da parte della donna.
Ignorando il dolore e la delusione, Isabel scese e udì la voce di suo padre provenire dalla cucina, seguita da quella di zia Thalia.
-Sei un idiota!-.
Presa dalla curiosità, Isabel si avvicinò alla porta socchiusa.
-Forse avrei dovuto evitare...- borbottò Jason.
-Certo che avresti dovuto farlo! Non hai pensato a parlarne con tua figlia prima?!-.
La ragazza citata si avvicinò ancora di più, col cuore in gola. Evidentemente suo padre e la sorella credevano di essere soli in casa, il che fece desistere Isabel dall'aprire la porta, ma rimase davanti ad essa a origliare.
-No- rispose la voce di Jason, palesemente imbarazzato e mortificato. -Non pensavo di perdere Piper, credevo che lo avremmo detto a Isabel una volta tornati a casa-.
Isabel per un secondo si scordò persino come respirare; forse sarebbe riuscita finalmente a scoprire ciò che da diversi giorni la tormentava.  
-Ma secondo te si può dire una cosa del genere mentre si fa sesso?!- urlò ancora zia Thalia. 
Isabel arrossì violentemente, ma il pensiero di scoprire il motivo per cui suo padre avesse rotto con Piper la tenne inchiodata lì.
-No, ma...- borbottò Jason, e la ragazza non fece fatica a immaginare il volto di suo padre rosso almeno quanto il suo. 
-Stupido fratellino- sospirò la donna. -Non puoi chiedere alla tua fidanzata di sposarti mentre sei a letto con lei-.
La ragazza sentì la sua mente svuotarsi a quella rivelazione. Immaginò cosa fosse successo dopo; Piper doveva essersela presa per quella proposta, specie se posta in modo tanto indelicato, e Jason doveva averlo interpretato come il fatto che la fidanzata considerasse poco importante la loro relazione. La lite doveva poi essere degenerata fino alla rottura del fidanzamento.
Isabel si chiese come mai suo padre, sempre così attento ai sentimenti altrui, non avesse tenuto conto di come avrebbe dovuto sentirsi la fidanzata nel ricevere una proposta di matrimonio dopo la sua esperienza in Francia. Decise che non avrebbe avuto una risposta, e corse verso l'uscita della casa più velocemente che poté. 
Piper abitava dall'altra parte della città, ma Isabel corse quasi senza fermarsi fino all'abitazione della donna. Si fermò ansimandò davanti al portone, riprendendo fiato per qualche minuto e asciugando il sudore dal volto. 
Suonò insistentemente al campanello, decisa a non accettare di essere nuovamente ignorata.
-Piper, apri questa porta o giuro che la butto giù a calci!- urlò.
La porta venne aperta, ma non era stata Piper a farlo. Davanti a lei vi era una bella donna di mezz'età, dai capelli corvini e gli occhi azzurri che sorrise vedendola. 
Isabel inizialmente non capì chi fosse, ma poi le venne in mente una foto che Piper le aveva mostrato tempo prima. La donna doveva essere Silena, la sorella maggiore dell'insegnante.
-Piper, credo che qualcuno ti stia cercando- disse, spostandosi di lato e facendo entrare Isabel.
La ragazza fece il suo ingresso con irruenza, ma si bloccò quando vide la donna in piedi davanti al divano, sul quale era poggiata una valigia quasi piena. Una sensazione di gelo si fece strada nel petto di Isabel.
-Te ne stai andando?- domandò, senza alcuna emozione.
Lo sguardo di Piper evitò il suo volto, mentre rispondeva con voce atona.
-Mi trasferisco a Chicago, da Silena-.
Una pugnalata al petto avrebbe fatto meno male.
Isabel sentì il dolore e la rabbia esplodere a quelle parole.
-Sei un'ipocrita!- urlò. 
Piper la fissò con un misto di confusione e dolore.
-Hypocrite!- ripeté Isabel in francese. -Sei stata tu a insegnarmi a non scappare dal passato, ma sei la prima a farlo!-.
-Cosa...- cominciò la donna, ma venne subito interrotta.
-Hai paura di sposarti perché temi di rivivere ciò che è successo in Francia, ma papà non è Jacques! Lui non ti farebbe mai del male perché ti ama davvero! Sono sicura che anche tu lo ami, e penso che tu lo abbia lasciato per un motivo stupido!-.
Gli occhi multicolore di Piper assunsero uno sguardo simile a quello che le aveva visto tempo prima, quando le aveva parlato del suo ex marito. La rabbia e il dolore erano traboccavano anche da ogni parola della donna.
-Non parlare di cose che non conosci!-.
-Allora guardami negli occhi e dimmi che non ami mio padre!- urlò Isabel.
Piper distolse lo sguardo, confermando le supposizioni della ragazza.
-Da quando papà sta con te sorride più spesso, sai fare emergere la sua parte migliore. Non vedi quanto lui ha bisogno di te... quanto io ho bisogno di te?!-.
La ragazza dovette prendere dei respiri profondi dopo quella frase, sotto lo sguardo grave di Piper. Era rimasta colpita dalle sue parole, ma che fosse in negativo o in positivo non sapeva dirlo.
Ignorando il nodo alla gola che era insorto, continuò a parlare, esternando ciò che non aveva mai confidato ad anima viva.
-Non ho mai voluto che mio padre si fidanzasse, da quando mamma è morta speravo che si tenesse lontano dalle altre donne. Io... sai cosa si prova a crescere senza una madre, vero? Mi sentivo così sola e non volevo perdere le attenzioni dell'unico genitore che mi era rimasto.
Quando mi ha detto di stare frequentando una donna ne sono rimasta molto infastidita, ti ho odiata ancora prima di conoscermi perché avevo così paura che mi portassi via papà. Poi quando ti ho vista sulla soglia di casa mia cinque mesi fa non ci ho visto più dalla rabbia, la scoperta che mio padre stesse frequentando la professoressa che molto probabilmente mi avrebbe bocciata era troppo da sopportare.
Ma tu non ti sei arresa, hai sempre cercato di costruire un rapporto nonostante tutto. Ti sei conquistata prima la mia fiducia, poi il mio affetto. Non pensavo che mi sarei affezionata tanto in fretta a una pesona che prima avevo tanto odiato.
Da quando ci sei papà è più felice, e io... quando sono con te mi chiedo se è così che ci si senta ad avere una madre. Mi sembra di non essere più così sola-.
Si interruppe, vedendo gli occhi lucidi di Piper. La guardava come se volesse muoversi verso di lei, ma Isabel la precedette. 
La abbracciò con forza, poggiando la testa sul petto della donna.
-Ho già perso mia madre. Ti prego, non lasciarmi anche tu-.
Non avrebbe mai voluto implorarla, ma l'idea che Piper se ne andasse era troppo dolorosa per potere essere presa in considerazione. Sentì le proprie lacrime scendere sul viso, mentre le braccia della donna la circondavano. 
-Non me ne andrò- sussurrò. -Te lo prometto-.
Isabel alzò lo sguardo, incrociando quello di Piper e scoprendo che si era commossa fino alle lacrime. Un singhiozzo le fece capire che il suo discorso doveva avere colpito anche Silena, della quale si era scordata la presenza. 
Piper la strinse a sé con più decisione e Isabel si abbandonò a quel contatto, contenta di essere ancora tra le braccia della donna.
-Ti avevo detto che andartene non sarebbe stata una buona idea- commentò Silena. 
Non sapeva da quanto tempo fosse abbracciata a Piper, e nemmeno le interessava. Sapeva solo che a un certo punto le sue lacrime si erano asciugate dal suo volto e che la sorella della donna aveva proposto di andare a preparare un thé per fare calmare entrambe, e aveva sentito i suoi passi andare verso la cucina. Solo allora aveva finalmente sciolto l'abbraccio dalla donna, andando a sedersi sul divano al suo fianco.
-Sono stata un'idiota- mormorò Piper, affranta. -Ho allontanato l'uomo che amo per paura dei miei fantasmi, e ho cercato di fare lo stesso con te-.
Isabel in quel momento provò emozioni contrastanti; da una parte era contenta che la donna avesse ammesso di amare Jason, dall'altra si sentiva dispiaciuta per lei e provava il desiderio di consolarla dai suoi tormenti, sebbene pochi minuti prima la stesse accusando degli stessi motivi.
-Anche papà ti ama- le disse, sicura. -Secondo me sarebbe disposto a perdonarti-.
-Tu invece?- domandò la donna. -Tu mi perdoneresti?-.
-Solo a patto che non pensi mai più di andartene-.
Piper sorrise, mentre la ragazza estraeva il cellulare e scriveva un veloce messaggio.
-A chi scrivi?- le domandò Piper.
-A Marcus- mentì Isabel. -Sai, adesso stiamo insieme-.
Il volto della donna si illuminò.
-Davvero? Racconta-.
La ragazza cominciò a raccontarle di come si era fidanzata col ragazzo, ed era appena giunta al termine quando qualcuno suonò insistentemente al campanello.
-Certo che sei una donna ricercata- commentò Silena, giunta in quel momento dalla cucina con due fumanti tazze di thé.
Isabel ne prese una e ringraziò la donna, mentre Piper andava ad aprire la porta dalla quale fece il suo trafelato ingresso Jason. Per poco non finì addosso alla donna, ma nel vederla per un attimo la sua espressione mutò in un'espressione di pura gioia.
-Mia figlia mi ha scritto dicendomi di stare malissimo- disse cercando di mantenere un tono distaccato, lanciando poi un'occhiata verso Isabel che lo salutò con la mano.
-E a quanto pare non è vero- aggiunse.
Per un imbarazzante attimo lui e Piper rimasero a fissarsi senza sapere che fare, come se ognuno stesse trattenendo il proprio istinto di avere l'altro tra le braccia. Fu Piper a fare la prima mossa e a baciare con passione il fidanzato, che ricambiò portandole le mani sui fianchi. 
-Sono una bella coppia, non è vero?- disse Silena.
-Fantastica- confermò Isabel.

Marcus posò la scatola a terra, sbuffando. 
-Non credevo che dare una mano per il trasloco di Miss McLean sarebbe stato tanto faticoso-.
Isabel posò a sua volta un'altra scatola sul pavimento della camera matrimoniale, accanto a quella del ragazzo. Erano passati pochi giorni da quando Jason era tornato con la fidanzata dopo la breve rottura, e dopo essersi chiariti sulle ragioni che avevano portato a questa, il rapporto tra i due sembrava esserne uscito rafforzato. Forse era per quello che quando Isabel aveva suggerito di approfittare dei bagagli quasi pronti di Piper per farla trasferire a casa loro i due adulti avevano subito approvato l'idea, e ora erano tutti in ballo tra scatoloni e scartoffie burocratiche per il cambio di residenza.
Marcus si era offerto di aiutarla formalmente per darle una mano, ma Isabel sapeva che lo faceva per passare un po' di tempo con lei. Si avvicinò a lui e gli diede un bacio sulle labbra.
-Dai, abbiamo quasi finito- gli disse. -Ancora poco e potremmo stare da soli-.
-Marcus!- chiamò Jason, entrando in camera. -Ho bisogno del tuo aiuto per portare alcune cose dalla casa di Piper-.
Isabel dovette cercare di non alzare gli occhi al cielo. Era certa che suo padre stesse chiamando Marcus solo per impedirgli di stare da solo con lei in una camera da letto, e questo atteggiamento protettivo non faceva che infastidirla.
-Arrivo- disse il ragazzo, dandole un altro bacio a stampo appena Jason si voltò.
Isabel guardò i due maschi uscire dalla camera, seguita dal motore della macchina di suo padre. Fece per mettersi a ordinare il contenuto delle scatole, mentre Piper faceva il suo ingresso. Non parve notarla, il volto preoccupato incentrato su alcune lettere che aveva in mano, e si lasciò cadere sul letto.
-Cosa ti preoccupa?- le domandò Isabel.
La donna sobbalzò, sorpresa che ci fosse qualcuno nella camera. La ragazza prese posto al suo fianco, mentre Piper voltava le buste in modo che lei non potesse leggerne il mittente.
-È la prima volta che ne parlo con qualcuno- disse, guardando Isabel negli occhi. -Mi fido di te, quindi posso chiederti di mantenerlo segreto fino a quando non sarò pronta a parlarne con Jason?-.
-Certo- promise la ragazza. 
Piper le mostrò la busta, che recava il logo dell'ospedale e la firma del dottor Solace. In un attimo il cuore balzò in gola a Isabel.
-Hai una malattia incurabile?-.
-No!- esclamò Piper. -Non preoccuparti, sono sana-.
La ragazza si tranquillizzò a quelle parole, ma non poté fare a meno di esternare la sua persistente curiosità.
-Allora perché l'ospedale ti ha mandato questa?- chiese accennando alla busta ancora chiusa.
-Hai presente quando al torneo di karate il dottor Solace mi ha consigliato di sottopormi ad alcuni esami perché pensava che fossi allergica a qualcosa?-.
Isabel annuì.
-Questo è il resoconto degli esami del sangue, e non credo proprio si tratti di allergia-. Piper prese un profondo respiro prima di continuare. -Ho un ritardo di tre settimane-.
Una nuova emozione pervase il corpo di Isabel. In tutti quei mesi non aveva mai pensato di espandere la propria famiglia oltre Piper, ma, soprattutto da piccola, si era chiesta se un fratello o una sorella non l'avrebbero aiutata a superare meglio la morte di Reyna e a sentirsi meno sola. 
-Sei incinta?- chiese con la voce tremante dall'emozione.
-Immagino che qui ci sia la conferma- rispose Piper, accennando alla lettera. -Ho un po' paura di scoprirlo... e se non fossi all'altezza?-.
Isabel le diede un bacio sulla guancia, per poi passarle un braccio attorno alle spalle.
-Sarai un'ottima madre- le disse. -E poi se non apri quella busta rimarrai con l'ansia del dubbio, che è decisamente più stressante di risposta certa-.
Piper la strinse a sé per qualche attimo, prima di aprire la busta con mani tremanti. Isabel, al suo fianco, lesse il riferto in cui si parlava di alcuni parametri alterati, le cui alterazioni erano attribuite ad uno stato di gravidanza.
-Auguri!- disse Isabel, abbracciando la donna.
Solo una settimana prima ritrovarsi in una situazione del genere sembrava più lontano e improbabile che mai, avrebbe detto che lei e Jason erano destinati a tornare ad essere da soli. Ma ora Piper era tornata con loro, riportando nel posto mancante un pezzo del puzzle delle loro vite, e d'ora in poi con lei ci sarebbe stato anche il bambino.
Isabel e Jason non sarebbero più stati da soli. 
   
 
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