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Autore: MissKiddo    04/05/2015    1 recensioni
Isabel Sanchez Torrès è la figlia del torero più famoso ed acclamato di Spagna. L'unico problema? Lei odia la corrida. Non capisce come possa piacere tale vigliaccheria. Per queste ragioni i rapporti con i suoi genitori sono difficili.
Ma dopo un terribile incidente riuscirà a sistemare le cose nella sua famiglia? E se il posto di suo padre venisse preso da un affascinante ragazzo dagli occhi blu? Lei potrà innamorarsi di un ragazzo che segue le orme di suo padre? Non vi resta che scoprirlo leggendo la storia, vi aspetto.
Tratto dalla storia:
Finalmente la corrida era giunta alla terza ed ultima parte: “Tercio de muleta”. Ruben stava sudando, aveva perso molte forze per tenera a bada il toro. Per fortuna le corse mattutine avevano aumentato la sua capacità polmonare. Il toro era sfinito, presto sarebbe arrivata la sua ora. Ruben prese la spada, fissava gli occhi del toro, provava rispetto per l'animale. Si era battuto con orgoglio e forza, ma doveva ucciderlo.
[CAPITOLO BONUS MATRIMONIO ALL'INTERNO!]
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 12

Sorprese inaspettate

 

Isabel e Ruben si trovavano nello studio della dottoressa Lisa Gòmez. Era una donna alta e slanciata. Portava i capelli corti che erano di un nero corvino. Aveva un'aria allegra e accolse i due con un sorriso compiaciuto.
«Prego, sedetevi pure e spiegatemi il motivo della visita» disse la dottoressa. I due ubbidirono e si sedettero. Erano entrambi emozionati. «Salve dottoressa Gòmez. Sono venuta qui... siamo venuti qui perchè ho fatto un test di gravidanza ed è risultato positivo» rispose Isabel con un lieve rossore sulle gote.
«Benissimo! Fa sempre piacere ricevere queste belle notizie. Si sdrai sul lettino, faremo la prima ecografia» Isabel si alzò dalla sedia e si sdraiò scoprendosi il ventre ancora piatto. Ruben la raggiunse e si posizionò vicino a lei. La dottoressa Gòmez prese il gel per le ecografie e lo fece cadere sulla pancia di Isabel che rabbrividì. «Vediamo cosa abbiamo qui» disse la dottoressa prendendo la sonda. Inizialmente non si vedeva molto, solo nero. Poi osservando meglio si poté vedere un piccolo pallino bianco. Quello era il bambino, adesso non c'erano più dubbi. «Eccolo! Il vostro bambino adesso ha le dimensioni di un fagiolo, ma c'è. Complimenti ragazzi» disse la dottoressa con un sorriso. Isabel guardava il monitor con sorpresa, il suo bambino stava crescendo dentro di lei. «È bellissimo!» esclamò dopo poco. Ruben osservò la scena come se fosse in un sogno. «Si, è bellissimo. Ma sta bene?» chiese un po' preoccupato.
«Sta benissimo, adesso proviamo a sentire il cuore» rispose Lisa. Dopo pochi secondi un rumore forte e costante riempì le orecchie dei due neo genitori. Quel cuoricino così piccolo lavorava perfettamente.

 

La dottoressa prescrisse ad Isabel delle analisi di routine e degli integratori molto utili durante una gravidanza.
Isabel e Ruben uscirono dallo studio sorridendo, si sentivano al settimo cielo. Non avevano dubbi sul test di gravidanza ma sentirselo dire da un medico e vedere il loro bambino in un monitor li fece sentire dei veri e proprio genitori. «Pensi che sarà maschio o femmina?» chiese Isabel quando furono in macchina. Ruben ci pensò per alcuni secondi. «Penso che lo amerò in entrambi i casi!» esclamò infine. Isabel sorrise e scosse lievemente la testa. «Lo credo anch'io. Ma non hai neanche un'idea o una preferenza? Io si»
«Ah si? Dimmi cosa pensi» rispose lui mettendo in moto la macchina. «Penso che sia una femmina, non so perchè ma lo sento» Ruben sorrise. «Sarà una bambina bellissima»
«Ovviamente, perchè somiglierà a me!» disse Isabel ridendo.

 

 

***

 

 

I primi tre mesi di gravidanza passarono molto velocemente. Isabel continuò ad avere nausee al mattino, ma niente di preoccupante. Si sentiva bene e piena di energie, e soprattutto era felice. Non era mai stata così felice in vita sua.
Nei tre mesi passati lei e sua madre iniziarono i preparativi per le nozze. Isabel era decisa a sposarsi prima dell'arrivo di suo figlio. Le piaceva organizzare il giorno più importante della sua vita, voleva che tutto fosse perfetto e indimenticabile.


«Penso che il color lavanda sia perfetto per il matrimonio» disse Amanda bevendo il suo tè. Lei e sua figlia erano in giardino. Isabel aveva deciso di sposarsi a casa dei suo genitori. Il giardino era molto grande e la cerimonia si sarebbe svolta lì. «Te lo immagini? Tra un mese mi sposerò. Ancora non ci credo» disse Isabel passandosi una mano sul ventre che ormai stava crescendo.
«Ah, mi ero quasi dimenticata di dirtelo! Ieri sono stati spediti gli inviti, non ci resta che aspettare le conferme» alla fine, dopo molte discussioni, avevano deciso quante persone invitare e il numero lasciava ancora sbigottita Isabel; duecento invitati erano troppi per lei, ma sua madre aveva insistito. «Non credi siano troppi?» chiese Isabel per l'ennesima volta. «Sono tutte persone di famiglia e amici stretti, non potevano non invitarli, stai tranquilla, cara» rispose Amanda.
«Domani ho la seconda visita, per controllare che tutto proceda bene, e sai che Ruben non può accompagnarmi, ha un impegno importante, potresti venire con me?» Ruben doveva incontrarsi con delle persone per preparare le date delle sue future corride, ormai il suo lavoro lo impegnava a tempo pieno. Amanda sorrise e accettò molto volentieri, voleva vedere suo nipote.

 

Isabel tornò a casa nel pomeriggio, aveva bisogno di riposarsi e stendere le gambe. Ruben non sarebbe tornato prima di sera e pensò che avrebbe preparato una cenetta per lui. Anche se negli ultimi mesi era quasi sempre fuori casa per il lavoro, lei sapeva che lo faceva solo per dare un futuro a suo figlio. Si soffermò a pensare a quanto lo amasse e a quanto fosse stata fortunata.
Andò al piano di sopra e prima di andare in camera sua si fermò a guardare la stanza che sarebbe diventata la cameretta di suo figlio. Era vuota e ancora non avevano dipinto le pareti, volevano aspettare di scoprire il sesso del bambino. Sperò che nella visita del giorno dopo si vedesse qualcosa, non vedeva l'ora di arredare quella stanza. «Sarai un bambino fortunato!» esclamò nel silenzio della casa. Andò verso la sua camera e si cambiò, voleva stare comoda. Poi andò in cucina e iniziò a cucinare, anche se avrebbe preferito sdraiarsi sul letto, ma per Ruben avrebbe fatto qualsiasi cosa.
Quando ebbe finito di cucinare guardò l'orologio e vide che erano passate le otto, così decise di apparecchiare la tavola. Voleva stupire l'uomo che sarebbe diventato suo marito. Apparecchiò con cura, prese anche una candela per rendere tutto più romantico.
Tutto era sistemato, non rimaneva che aspettare Ruben. Ma improvvisamente si sentì stanca, forse aveva esagerato, e così si sedette sul divano. Dalì la raggiunse e si accoccolò vicino a lei. «Piccolo micio! Non dobbiamo dormire, dobbiamo aspettare Ruben» sussurrò lei accarezzando il gatto sulla testa. Dopo cinque minuti non riuscì più a tenere gli occhi aperti, si addormentò.

 

Il sole era alto nel cielo, il profumo dell'aria primaverile inondava le narici di Isabel. Non riusciva a capire dove si trovasse, era tutto molto strano. Poi si rese conto di trovarsi in una arena, ma non era la solita dove si esibiva Ruben. Si rese conto che gli spalti erano vuoti e il silenzio era assordante. Aveva una brutta sensazione. Guardò in basso e vide Ruben, si trovava al centro dell'arena. Era immobile e teneva gli occhi fissi su qualcosa. Isabel guardò nella stessa direzione e vide che vi era un toro enorme, non ne aveva mai visti di così grandi. «Scappa, Ruben! Scappa!» urlò Isabel con quanto fiato aveva in gola. Non capiva perchè sentisse la necessita di urlare ma lo fece, era più forte di lei. Proprio mentre lei stava urlando il toro si mosse e iniziò a correre verso Ruben, che erano ancora immobile. Il panico si impossessò di Isabel, voleva correre verso di lui ma aveva le gambe pesanti come macigni. «Ruben! Vattene, scappa!» ma lui non si mosse. Il toro era sempre più vicino. Gli occhi di lei si riempirono di lacrime. «Ti prego, Ruben!» Il toro non si fermò, lo colpì in pieno...

 

Isabel si svegliò di soprassalto. Aveva gli occhi bagnati dalle lacrime. Sospirò rumorosamente e fu grata di vedere il suo soggiorno, aveva solo sognato. Era un sogno strano e l'aveva terrorizzata ma poi le tornò in mente che aveva preparato la cena e la tavola, sicuramente Ruben era già tornato a casa. Che stupida! Pensò. Guardò l'ora e vide che erano da poco passate le dieci, si alzò dal divano e andò in cucina, tutto era come lo aveva lasciato. Andò al piano di sopra e non c'era nessuno, Ruben non era tornato. Iniziò a preoccuparsi nuovamente, gli era forse successo qualcosa? Scese le scale di corsa, voleva chiamare Ruben e assicurarsi che stesse bene. Ma non appena prese il telefono tra le mani, sentì la porta di casa aprirsi. «Ruben, sei tu?» chiese lei con voce tremante. Ruben entrò in casa e si diresse nella cucina, il tono di voce di Isabel lo fece preoccupare. «Sono io, tutto bene?» chiese abbracciandola. «Si, sto bene. Mi ero addormentata sul divano e... e mi sono svegliata solo ora. Non ti ho visto e pensavo ti fosse successo qualcosa» non voleva raccontargli il sogno che aveva fatto. Ruben la baciò sulle labbra. «Scusami, la riunione si è protratta troppo a lungo e non potevo andare via. Abbiamo discusso di molte cose» poi voltandosi vide le pentole piene e la tavola apparecchiata. «Avevi preparato la cena? Scusami di nuovo» disse infine sentendosi in colpa. Isabel inizialmente si sentì sollevata, ma vedendo la cena ormai fredda e immangiabile e ripensando al sogno, si sentì invadere dalla rabbia. Ruben sicuramente lavorava molto per lei e per il bambino ma non c'era quasi mai. Solo adesso si rese conto che iniziava ad essere assente. Le ricordò suo padre quando era bambina.
«Si avevo preparato la cena, e tu sei tornato solo ora! E domani avrò la visita dalla ginecologa e tu non ci sarai. Mi manchi, Ruben. Non pensi di essere fin troppo assente?» chiese lei con voce stridula.
Ruben alzò un sopracciglio, non capiva perchè lo stesse attaccando il quel modo. Poi pensò che gli ormoni della gravidanza potevano causare cambi repentini dell'umore, così cerco di rimanere calmo. «Amore, cerca di calmarti, non fa bene al bambino. Forse hai ragione, ho lavorato molto, ma sai anche tu che lo sto facendo per il nostro futuro, per noi tre insieme» si avvicinò ad Isabel e la prese tra le braccia, le vi si abbandonò completamente. «Lo so, ma il matrimonio, la gravidanza e tutto il resto... sono solo stanca» disse infine lei quasi sussurrando.
«Devi solo riposarti un po', devi pensare che non puoi più affaticarti molto, devi cercare di rimanere calma, piccola mia»
«E tu mi prometti che ci sarai sempre? Non ti stai stancando di me, vero?» Ruben sorrise dolcemente. «Come ti viene in mente? Io ti amo, Isa. Presto saremo marito e moglie, ma soprattutto saremo genitori. Non desidero niente di meglio» Isabel si sentì improvvisamente sciocca. Come aveva potuto pensare cose simili?
«Ti amo, Ruben» disse infine Isabel.
Ruben la accompagnò in camera da letto e la fece sdraiare. Le rimboccò le coperte e le diede un bacio sulle labbra. Isabel rimase per alcuni secondi a fissare il soffitto, le tornò in mente il sogno e rabbrividì sotto le coperte. Cercò di scacciare quel pensiero ma non ci riuscì, si addormentò rivedendo l'immagine del toro che colpiva in pieno Ruben.

 

Amanda stava aspettando Isabel, era arrivata in ospedale da ormai dieci minuti. Era emozionata e impaziente, non vedeva l'ora di vedere suo nipote. Stava per chiamare sua figlia quando la vide arrivare. «Isa, sei in ritardo!» disse Amanda dandole un bacio sulla guancia. «Scusa, ieri sera ho dormito poco e male» Amanda la guardò meglio e notò delle profonde occhiaie scuse sotto gli occhi di Isabel. «Sicura di sentirti bene, tesoro?»
«Sto bene. Adesso cosa ne dici di entrare?» Isabel cercando di non pensare alla notte precedente. Amanda la osservò per alcuni secondi e poi annuì.
Isabel era di nuovo sdraiata sul lettino della dottoressa Gòmez. Le stava facendo di nuovo un ecografia, la sonda scivolava sicura sulla sua pancia. Amanda era accanto a sua figlia e fissava il monitor con un sorriso enorme stampato sul viso. Isabel notò che la dottoressa si fermò su un punto preciso e continuava a fissarlo con uno sguardo preoccupato. «C'è qualcosa che non va?» chiese infine. Anche Amanda iniziò ad allarmarsi. La dottoressa alzò lo sguardo e fissò le due donne. «No, non c'è niente di preoccupante, va tutto bene. Ma credo...» si voltò di nuovo verso il monitor. «Crede cosa?» disse Amanda impaziente.
«Isabel non aspetta solo un bambino... ne aspetta due! Sono gemelli. Di solito nelle prime ecografie non si nota, è molto difficile, ma adesso si vede benissimo» Isabel si sentì la testa leggera. Non credeva alle proprie orecchie. Lei aspettava due gemelli? Non lo avrebbe mai neanche immaginato. Per lei era già stato difficile accettare un figlio e adesso ne avrebbe avuto due. Non riuscì a trattenere le lacrime. «Non piangere, Isa! Questa è una notizia fantastica, due piccoli miracoli» disse Amanda abbracciando sua figlia. «Tua madre ha ragione. E poi i bambini sono entrambi sani» continuò la dottoressa Gòmez.
«Non piango perchè sono triste, piango perchè sono felice e perchè... non lo so» Amanda e la dottoressa iniziarono a ridere. Entrambe sapevano come ci si sentisse durante una gravidanza.

 

Amanda ed Isabel tornarono a casa senza parlare. Erano entrambe confuse ma felici. Due bambini in un colpo solo erano una bella responsabilità. «Credi che sarò in grado di crescere due gemelli?» chiese Isabel a sua madre. «Io non lo credo, ne sono convinta! Sarai una mamma fantastica. E poi ci sarò io e anche Ruben, ti aiuteremo se ne avrai bisogno»
«Non so ancora come dirglielo!» esclamò sedendosi sul divano. «Cosa ne dici di aspettare il matrimonio? Potrebbe essere una bellissima sorpresa» Isabel ci pensò per alcuni secondi. In effetti dare l'annuncio il giorno del matrimonio poteva essere divertente. «Hai ragione, ma non pensi sia troppo?»
«Secondo me sarebbe davvero carino e romantico. Non lo dirò neanche a tuo padre, gli verrà un colpo!» esclamò Amanda ridendo. Anche Isabel iniziò a ridere. «Sarete nonni due volte!» Amanda ed Isabel si abbracciarono.
Isabel pensò che sarebbe stato difficile mantenere il segreto con Ruben, era una notizia troppo emozionante. Ma doveva riuscirci, quella notizia avrebbe reso ancora più indimenticabile il giorno del loro matrimonio.

 

Era passata una settimana da quando Isabel aveva ricevuto la notizia dei gemelli e continuava a mantenere il segreto. Il matrimonio si avvicinava sempre di più e lei voleva sistemare tutti gli ultimi dettagli il più in fretta possibile.
Il suo compagno non sapeva quasi niente di ciò che aveva organizzato, aveva dato completamente carta bianca ad Isabel, si fidava dei suoi gusti. Quel giorno Isabel si era recata in una pasticceria per confermare la torta a cinque piani che aveva progettato.
Mentre, Ruben si trovava in aeroporto. Stava aspettando i suoi due migliori amici con i quali era cresciuto. Erano stati invitati per il matrimonio, ma avevano deciso di arrivare qualche giorno prima per stare insieme, non si vedevano da almeno due anni. Armando si era trasferito in Francia da qualche anno per i suoi studi in medicina, e finalmente l'anno precedente si era laureato. Salvador, invece, viveva negli USA da pochi mesi. Sin da piccolo aveva sempre avuto la passione per la tecnologia, e adesso lavorava per un'azienda di computer. Ruben vide atterrare l'aereo che arrivava direttamente dalla Francia, non vedeva l'ora di abbracciare i suoi amici. Si avvicinò al gate dove sarebbe uscito Armando e aspetto. Dopo pochi minuti lo vide. Era sempre il solito ma con una barba lunga che gli ricopriva il viso. Gli occhi erano marroni e luminosi, mettevano allegria. I capelli, che un tempo erano lunghi fino alle spalle, adesso erano corti e ordinati. I loro sguardi si incrociarono e si corsero incontro. «Ruben! Ecco qui il mio migliore amico! Anzi adesso dovrei chiamarti “Torero”»
«E tu invece ormai sei il dottor Armando! Ancora non ci credo che un attaccabrighe come te sia un medico» entrambi risero. «Che vuoi farci, anche i migliori sbagliano ogni tanto» disse Armando dando una pacca sulla spalla di Ruben.
«Sono contento di vederti» rispose Ruben. «Andiamo a berci qualcosa. Salvador non arriverà prima di un'ora e io voglio sapere tutto!»
I due ragazzi presero posto in un bar e ordinarono del caffè. Ruben pensò a quando erano ragazzi, e a tutte le cose strambe che avevano combinato, non riusciva a smettere di sorridere. «Avanti, Ben, parlami di Isabel. Voglio sapere tutto sulla donna che è riuscita ad accalappiare il mio amico» disse Armando. «È fantastica, ma lo vedrai da te quando vi conoscerete. Non penso che avrei mai potuto trovare di meglio»
«Sei proprio innamorato. Non ti ho mai visto così, sono contento per te» rimasero seduti al bar per un'ora. Avevano molte cose di cui parlare, molte cose da ricordare. Ma la cosa più importante era che risero, risero di gusto ricordando pezzi delle loro vite che avevano quasi dimenticato.
Dopo poco sentirono una voce annunciare che l'aereo del loro amico Salvador stava per arrivare. Si alzarono e corsero al gate giusto. «Sarà sempre il solito secchione?» chiese Armando sorridendo. «Credo proprio di si» rispose Ruben tenendo fissi gli occhi sull'uscita. Dopo poco anche Salvador entrò nell'aeroporto. Portava ancora gli occhiali da vista che nascondevano i suoi grandi occhi verdi. Era alto e magro e il viso era sempre quello di un sedicenne. Ruben alzò un braccio per farsi notare e finalmente Salvador li vide. Corse loro incontro e tutti e tre si abbracciarono. «Ragazzi! È passato troppo tempo dall'ultima volta che ci siamo visti. Voglio dire... Ruben si sposa e diventerà padre!»
«Invece tu sei sempre il solito, vecchio mio» disse Armando prendendo il collo del suo amico nell'incavo del braccio. «Avanti andiamo! Dobbiamo fare molte cose. E poi dovete conoscere Isabel» disse Ruben aiutandoli con le valigie. «E non ti dimenticare che dobbiamo organizzare l'addio al celibato!» disse Armando con voce maliziosa. «Come al solito Armando pensa alle donne!» Salvador gli diede una gomitata sul fianco. «Ma è tradizione! Vedrai, Ruben, ti divertirai molto!»
«Vedremo, adesso andiamo» rispose Ruben alzando un sopracciglio. I tre ragazzi uscirono dall'aeroporto e salirono sulla macchina del loro amico ritrovato.

 

Spazio autrice:
Lo so, lo so. Sono sicura che mi insulterete per il ritardo immenso con cui ho pubblicato questo capitolo. Sono succese molte cose, che non voglio stare qui a raccontare. Tra l'altro non ho avuto neanche un pc per alcune settimane. Mi scuso con chi ha sempre segutio la storia ed aspettava un nuovo capitolo. Ma adesso eccomi di nuovo. Vi ho sempre detto che porterò a termine questa storia e lo farò.
Ma pensiamo al capitolo. Cosa ne pensate? Come al solito ditemi tutto ciò che vi è passato per la mente. Ruben ed Isabel avranno due gemelli? Vi piace l'idea? Abbiamo anche visto due nuovi personaggi: Armando e Salvador, nel prossimo capitolo parlaremo meglio dei due amici di infanzia di Ruben. Vi informo anche che siamo quasi alla fine della storia, quindi godetevi gli ultimi capitoli.
A presto,
MissKiddo

   
 
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