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Autore: alessia21685    04/05/2015    2 recensioni
Sono passati più di centoventi anni dall'ultima guerra globale, da quando gli uomini, con il loro odio e la loro sete di conquista, hanno quasi portato la terra alla distruzione. Allo stremo delle forze, esasperate dalla violenza che minacciava di estinguere la razza umana,le donne decisero di coalizzarsi contro gli uomini. Dopo una guerra sanguinosa le donne riuscirono ad eliminare il genere maschile dalla terra, relegando i pochi superstiti in strutture protette per consentire la riproduzione artificiale.
In un centinaio di anni, le donne sono riuscite a ricostruire una società unisex priva di violenza e di odio, portando la pace sul pianeta.
Jessi è nata in una delle città ricostruite, e in vita sua non ha mai visto un uomo vero, fortunatamente. La sua vita è perfettamente tranquilla e sicura.
Ma quando un giovane Donatore Genetico scappa dal centro di Procreazione e la prende come ostaggio tutto crolla. Costretta a seguire il fuggiasco nei boschi si ritroverà a vivere a stretto contatto con il suo aguzzino, che tuttavia si mostrerà completamente diverso da quello che Jessie si aspettava. E scoprirà la verità. Il governo nasconde qualcosa,un segreto oscuro e imperdonabile.
Genere: Avventura, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Per la serie : A volte ritornano...


Capitolo 3

L'acqua calda mi scorre sulla pelle riempiendo di vapore profumato il box doccia. Mi abbandono a quella sensazione rilassante cercando di svuotare la mente da tutti i pensieri di questa strana giornata, ma invano.
Continuo a pensare al pericoloso fuggitivo, a quel ragazzo dagli occhi di ghiaccio scappato in modo inspiegabile da Carsonville.
Mi domando che intenzioni abbia. Forse vuole nascondersi nelle Terre Abbandonate. Ma come puo' pensare di sopravvivere laggiu' in mezzo al nulla, nelle pericolose foreste brulicanti di bestie feroci? E soprattutto mi domando perche' sia scappato.
Ho visto i Centri di Procreazione durante numerosi servizi del telegiornale riguardanti i Donatori, a scuola hanno anche trasmesso un documentario a riguardo. A differenza di quello che gli uomini hanno fatto durante la Guerra a moltissime delle Ribelli, noi trattiamo gli uomini dei Centri con umanita' e rispetto. Secondo alcune anche troppo. I Centri sono Edifici molto lussuosi, con alloggi privati per ogni Donatore dotati di ogni confort, c'e' addirittura una jacuzzi in ogni stanza da letto! Inoltre c'e' anche una palestra, una piscina, una biblioteca  e una piccola scuola interna dove i Donatori possono imparare diverse materie , inoltre dicono che il cibo servito al refettorio sia delizioso. E tutto questo e' gratuito, un dono che viene loro offerto in cambio della loro collaborazione. Tutto cio' che viene loro chiesto e' di fornire il materiale genetico una volta al mese. Non sembra certo una vitaccia. Cosa puo' avere spinto quel maschio a fuggire quindi? 
Sospirando esco di malavoglia dalla doccia e mi asciugo i capelli con un asciugamano color ciclamino.
Mi avvolgo in un telo e vado in camera mia quando mi squilla il cellulare. "Si?" Dall'altra parte del ricevitore sento la voce preoccupata di mia madre.
" Jess sono io... volevo solo ricordarti di chiudere tutte le porte. So che non sei abituata a farlo ma con questa storia dell'evasione non voglio correre rischi!" 
"Ok ma'" rispondo mentre cerco un paio di mutandine pulite dal cassetto.
"Fallo subito capito! A che ora viene Julia?" 
Mentre mi vesto con una mano sola alzo gli occhi al cielo. Adesso la mamma sta davvero esagerando. " Fra poco, mamma stai tranquilla! " in quel momento sento il rumore della porta di sotto che si chiude " Anzi e' arrivata proprio in questo momento, ti devo salutare ma'! " 
"Ti voglio bene" "Anche io" sorrido mentre interrompo la comunicazione.
Finisco di infilarmi la mia felpa preferita e faccio per precipitarmi di sotto per salutare la mia amica "Hey Ju! Sei pronta per una super festa? Ho ordinato la pizza!"
Trotterello giu' dalle scale e cerco con lo sguardo Julia nel salotto ma stranamente non c'e' segno di lei.
" So cosa vuoi fare...non ci casco stavolta!" Grido alla stanza vuota. Tutti gli anni la stessa storia, non ha ancora capito che la sua uscita a sorpresa ormai non e' piu' molto...a 'sorpresa' ?"
Mi guardo intorno camminando per la stanza e sollevando tende ed esplorando  altri improbabili nascondigli.
" Dai Julia... non abbiamo piu' otto anni! Vieni fuori!" Sbotto con una punta di irritazione. Odio quando fa la scema.
Poi finalmente sento un rumore provenire dalla cucina. "Ahah!" Esclamo trionfante entrando a grandi passi nella vecchia cucina color canarino.Appena spalanco la porta pero' soffoco un grido. Gli armadietti sono tutti spalancati e c'e' cibo di ogni sorta riversato sui pensili e a terra.
Frutta, pacchi di fette biscottate, barattoli e scatole di conserve sono riversati sul linoleum. Un pensiero terrificante mi assale mentre osservo impietrita una bottiglia rotta di ketchup che si sparge come una pozza di sangue sul pavimento. Julia non e' qui.
Non faccio tempo a elaborare il pensiero successivo perche' qualcosa dietro di me mi afferra con violenza e mi sigilla la bocca con la mano.
Cerco di gridare ma tutto cio' che ne esce e' uno lamento attutito, che sembra far arrabbiare ancora di piu' la cosa che mi tiene ferma perche' la sua presa sulla mia bocca diventa ancora piu' forte.
Mi sento malissimo, non riesco a respirare, non riesco a muovermi e non riesco piu' neanche a vedere perche' le lacrime mi annebbiano la vista rendendola sfuocata.
"STAI.ZITTA".
Quelle parole profonde e roche vibrano nel mio orecchio e nella mia cassa toracica pressata contro il petto del mio assalitore e mi fanno trasalire dal terrore. E' lui. E' l'evaso. E non ho assolutamente idea di come fare per difendermi.
Una miriade di immagini violente mi si proietta nel cervello come un lungometraggio, immagini di uomini crudeli, di soldati senza scrupoli che sparano alla testa di altri uomini ammanettati, di donne violentate e abbandonate ormai cadaveri in campi di grano, tutto quei documentari visti a scuola e in tv mi ritornano all'improvviso in mente, e so che sto per morire.
Non emetto un suono ma un singhiozzo mi vibra nel petto, mentre scoppio in un pianto isterico, dettato dal terrore.
Stranamente la presa si allenta un pochino, ma dura poco.
Il suono improvviso del campanello fa sobbalzare sia me che il mio assalitore, che rimane immobile per un minuto interminabile, il silenzio rotto solo dal suono del suo respiro affannato. " julia!" Mormoro contro la mano che mi sigilla la bocca . Vorrei gridarle di scappare, di non entrare, di andare a chiamare la polizia, ma il poco fiato nei miei polmoni compressi nella morsa ferrea delle braccia muscolose del mio aguzzino non me lo permette. "Non emettere un solo suono capito!?" Mi bisbiglia minaccioso nell'orecchio. Sento il suo cuore battere come una besta in gabbia contro la mia schiena. Con uno strattone mi fa girare verso il soggiorno e dopo un attimo interminabile mi trascina cauto con se' camminando lentamente.
Il campanello suona di nuovo ma noi ci allontaniamo dalla porta di ingresso, e in un attimo capisco che vuole uscire dalla porta sul retro. Cerco di divincolarmi , di mordere la mano che mi preme sulla bocca ma la sua presa e' talmente forte che non riesco neanche ad aprire le mascelle.
Con un tuffo al cuore capisco che e' tutto inutile, e' troppo forte, incredibilmente forte.
Apre con un calcio la porta di legno e mi trascina con se' nell'oscurita' del mio giardino. Inciampa in qualcosa - probabilmente la  sedia a sdraio dove poche ore prima leggevo un libro spensierata- ed emette un'imprecazione irripetibile. I grilli friniscono nella notte buia noncuranti della mia tragedia personale mentre le forze cominciano ad abbandonarmi. Forse per via della carenza di ossigeno, forse per il terrore, sento la vista venirmi meno. L'ultima cosa che riesco a udire e' il suono delle sirene della polizia e un altra imprecazione sibilata fra i denti. Poi tutto diventa buio.
  
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