Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Bellamy    06/05/2015    1 recensioni
La battaglia tra i Cullen e i Volturi termina in maniera inaspettata: i Cullen perdono, Edward e Bella si uniscono alla Guardia di Aro e Renesmee perde la memoria. I pochi mesi di vita vissuta da Nessie vengono spazzati via.
Dopo quasi un secolo, Aro invita Renesmee a Volterra.
Genere: Malinconico, Suspence, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio, Renesmee Cullen, Volturi | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Breaking Dawn
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Presi la mia borsa a tracolla dal divano e ci misi i libri, corsi in macchina dove Esme e Carlisle mi aspettavano. 
Nell'auto regnava il silenzio, i nonni continuavano a guardare la strada davanti a loro ed io mi presi la libertà di osservarli. Si notava da chilometri che erano turbati dal comportamento di Alice di quella mattina, come lo ero io.
Sentivo lo stomaco sottosopra e non capivo se era per la scuola o per Alice. 
Rivedevo le immagini in slow motion nella mia mente e un senso di inquietudine mi pervase tutta. Il mio cervello faticava a capire cosa potesse essere successo ma non aveva nessun indizio per poterci capire qualcosa, se c'era veramente qualcosa. Era davvero per via dell’ondata di vampiri neonati senza controllo? Potevano essere fermati, potevamo fermarli. Davvero Alice aveva avuto una visione su di loro? Cosa aveva visto da squilibrare gli umori dei Cullen? Se già avevano avuto che fare con dei neonati, perché tutto quel timore? Strinsi forte il mio medaglione, incapace di darmi una risposta.  
La macchina si fermò, eravamo arrivati. Feci un respiro profondo. “Solo cinque ore, tutto qui.
Mi sporsi in avanti per dare un bacio sulla guancia ai nonni che mi augurarono buone lezioni. 
Scesi dalla macchina e m'incamminai verso l'entrata gremita di ragazzi. Come sempre a Forks faceva freddo ed io cercai di farmi piccola piccola sotto il mio cappotto, oltre a scappare dalle occhiate della gente che iniziò ad osservarmi, curiosa. 
Misi a bada la mia sete che fu messa a dura prova, i corridoi erano popolati da decine di umani. Tutti delle possibile vittime, il sangue che scorreva in quella debole pelli che proteggevano il loro fragile collo. Scossi la testa per rimuovere le immagini cruente che la mia mente stava per creare. 
Arrivai in segreteria dove mi diedero le mie ore di lezione: la prima ora era Matematica. Odiavo Matematica.  
La segretaria, tutta rugosa e con dieci chili di rossetto, mi guardò da sotto gli occhiali decorati da fiori -aveva tanto l'aria da pettegola- e mi accolse con un imbarazzante: "Oh! Assomigli tanto ai tuoi genitori, cara!" 
Dalla mia bocca fuori uscì un impercettibile “Grazie.” Volevo sprofondare.    
Scappai dalla segreteria, spiazzata. Appena girato l’angolo sentii i primi mormorii della segretaria e delle sue college, scossi la testa.
Fui la prima ad arrivare in classe e presi il banco più lontano. Presi i libri delle materie di quel giorno: gli argomenti li sapevo già tutti, repressi un lamento.   
Sperai che qualcuno fosse così avventuroso da sedersi accanto a me, ma accantonai la speranza quando tutti gli altri arrivarono e presero posto senza contare il mio banco.  
Tutti a Forks si conoscevano e in classe ognuno si conosceva ovviamente, riuscivo a sentire il mio nome sussurrato da chiunque presente. I Cullen erano ancora oggetto di gossip ma nessuno si azzardava di avvicinarsi a loro. 
Poi arrivò Nina.  
La guardai stralunata quando si sedette tutta a sua agio nella sedia accanto alla mia. Pensai non si fosse accorta di me. 
Posò il suo zaino nel banco, si voltò verso di me con un grande sorriso e mi porse la mano. 
"Piacere Nina." 
Era bassa e un po' robusta, gli occhi castano chiaro, capelli biondi ricci raccolti in una treccia disordinata e le lentiggini. Portava dei jeans troppo grandi per lei, delle scarpe da ginnastica molto vecchie e una maglietta di Star Wars. 
"Renesmee, lei non è cibo." mi ripetei come un mantra. 
Guardai la sua mano , le unghia colorate di verde fosforescente, per un millesimo di secondo, poi la strinsi. "Piacere mio, sono Renesmee."
Lei annuì "Renesmee Cullen, lo so già! Wow! Sei caldissima! Hai la febbre?" 
Sapeva pure che ero una mezza vampira? Strappai la mia mano dalla sua stretta. "No, tranquilla, sto benissimo. Come fai a sapere il mio nome?" Sussurrai, il cuore in gola. Non sapevo perché, ma quella ragazza iniziava a piacermi da subito, anche se mi stava spaventando un po’. 
"Che nome strano Renesmee..." borbottò alzando poi le spalle "Si parla praticamente solo di voi per ora, cara. Da quanto che siete qua?" 
"Strano è bello." borbottai di rimando io "Siamo qui solo da due settimane, se non mi sbaglio." 
Cambiavamo città quasi ogni due anni, per non dare sospetti a quei cittadini fin troppi curiosi - alcuni notavano che non invecchiavamo mai e così, in meno di un giorno, i Cullen avevano dovuto lasciare la città improvvisamente. Quando gli abitanti di qualche città erano troppo vecchi per ricordarci o addirittura morti, noi ritornavamo interpretando la parte dei nuovi arrivati decidendo i rispettivi ruoli che dovevamo incarnare.
Nina annuì "Ancora troppo presto per farli smettere di parlare." 
Continuai a guardarla, stralunata. "Che dicono?" 
Lei fece spallucce guardando la finestra dietro di me. "Che siete arrivati qui di punto e in bianco, che tuo padre, molto giovane, è diventato medico del nostro ospedale. Sai mia madre lavora lì, fa l’infermiera. Che siete tanti figli. Ah! E nessuno sa dove abitate!" 
Nina mi guardò, voleva saperlo. Perché? 
Mi aspettavo di peggio comunque. "Be'…. Si, siamo tanti. E' vero." risposi, tralasciando il fattore casa. 
"Tu vivi da sempre qui?" 
Sbuffò, annoiata. "Si." 
"Non ne sembri tanto contenta." 
"Be', guardati! Piove ogni santo giorno." 
Non le potevo dare torto, pioveva in continuazione. Era snervante. Odiavo la pioggia ma Forks era la città perfetta per la mia famiglia, non ce n'erano tante come questa.
“Non posso darti torto.” Sussurrai guardando la pioggia battere nei vetri delle finestre.
 
Le cinque ore di lezione passarono velocemente per la mia felicità. Tutti il resto degli alunni della scuola mi evitarono come sempre, preferivano parlottare tra loro.  
Quel giorno, ogni volta che uscivo da una classe, trovavo Nina ad aspettarmi fuori nel corridoio. Era inquietante ma mi piaceva, riuscivo ad interagire con gli umani, provare a fare amicizia come si soleva dire.
Mi piaceva Nina perché non sembrava minimamente intimidita da me, continuava a raccontarmi di sé, della sua vita e delle sue passioni e a me piaceva ascoltarla, mi rendeva allegra. In un giorno solo presi conoscenza di tutta la sua esistenza.
Scoprii che io e la mia nuova amica avevamo solo un‘ora insieme, quella di Matematica. Al suono dell’ultima campanella mi strinse in un abbraccio forte, mi prese in contropiede, il suo profumo fu uno schiaffo per me. E la mia bocca era a pochi centimetri di distanza dal suo collo, il sangue pompava caldo sotto quella sottile protezione che era la vena... 
La campanella salvò sia me che Nina. 
 
Mi misi comoda in macchina, nei sedili posteriori. Appoggiai le mie mani nelle guance dei nonni. Non sopportavo usare la voce per parlare, meglio mostrare. "Salve!" 
Carlisle sorrise, mi rispose Esme "Come è andato il tuo primo giorno di scuola, tesoro?" 
"Normale." non riuscii a trattenermi, la domanda uscì di sua spontanea volontà "Stamattina zia Alice era strana, c’entrano i vampiri neonati? Si sente bene?" 
Esme si voltò verso di me per guardarmi, lo sguardo vuoto. Carlisle strinse più forte il manubrio. 
Trattenni il respiro, non me ne accorsi neanche. Che cosa stava succedendo? Qualcuno di più pericoloso di un gruppo di vampiri neonati? Capitava l'arrivo di qualche vampiro... che proprio da vampiro si comportava. E questo mi terrorizzava. Non tutti erano civili. Quando si parlava di visite di vampiri nomadi, gli zii e i nonni erano tendenti ad essere un po' iperprotettivi con me. Anzi, erano sempre iperprotettivi con me.
Tendevano sempre a proteggermi, anche dalla loro stessa razza. Preferivano tenermi sotto una campana di vetro, al sicuro. Zia Rose mi diceva che ero la cosa più importante per loro, che era loro scopo proteggermi perché mi volevano bene. Ero grata di quelle parole ma spesso mi chiedevo se sotto quelle parole ce n’erano altre sepolte.
Perlopiù erano curiosi quelli che ci facevano "visita". Curiosi di sapere se davvero un umana e un vampiro potevano procreare insieme –era abbastanza imbarazzante. Curiosi di vedere me. 
A quanto pare ero l'unica nel mio genere... e questo mi faceva sentire un po' speciale. Eppure mi sentivo un oggetto da esposizione, un prototipo di qualche cosa andata male e poi esposto in un museo dove tutti erano liberi di osservarmi, con i loro occhi grandi, stupefatti.
Uno dei miei progetti per il futuro era quello di girare il mondo e cercare qualcuno come, metà umano metà vampiro. Volevo sapere di più del mio essere, sapere come vivono gli altri ibridi come me, come si approcciavano alle due realtà a cui eravamo destinati.
Carlisle mi parlò delle leggende del Sud America riguardo demoni che si nutrono di belle donne e di ibridi terrificanti nati da quelle unioni.  
Infine, Esme mi sorrise e scosse la testa "Niente, amore. Le solite visioni, alcune confuse. Alice non può capirle tutte. Sta bene."
Sentii il nervosismo nel sua voce e questo mi destabilizzò, decisi di non indagare più.
Portai le mie mani strette in grembo, guardai Carlisle, gli occhi puntati nella strada, e poi Esme.
Non sembrava convinta ed era raro che Alice si comportasse in quel modo per via di una visione. Andava di matto se non capiva nulla, si, anche se era raro che lei avesse delle visioni confuse. Diceva sempre che erano limpide e chiare, solo un po' sfocate dalla mia presenza. Che niente avrebbe scalfito la nostra tranquillità e sicurezza. 
Ma quella mattina non era la Alice di tutti i giorni. 
E la storia dei neonati non mi sembrava tanto vera. 
Guardai fuori il finestrino, mi sembrò di vedere delle mantelle nere come la notte, di fronte alla mia visuale. 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Bellamy