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Autore: Mordreed    07/05/2015    6 recensioni
COLIN O'DONOGHE- JENNIFER MORRISON
Due perfetti sconosciuti che si incontrano per caso, anni prima che il destino li unisse in una nuova esperienza lavorativa. Un incontro dimenticato, un nuovo inizio. Una storia d'amore tormentata, intesa e proibita che sconvolgerà la vita di entrambi. La passione incontrollabile e sventurata, di due amanti clandestini e maledetti.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: colin o'donoghue, Jennifer Morrison, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NdA

Salve  a tutti. 
Ci tengo a ringraziarvi per i commenti  e la pazienza.
Aprrezzo davvero tanto. 

Ecco la canzone da ascoltare durante la lettura: https://youtu.be/S3yJLBixWBE
Hope you like it!


- - .- - - -




Non sapeva cosa fare, in che situazione si stava spingendo?
Jen non ne aveva idea ma voleva godersi la sensazione di rivincita nei suoi confronti.
Era la prima volta da quando si conoscevano che non faceva la figura della stupida o dell’infantile.
Questa volta gli aveva dimostrato che era lui nel torto.
E si, forse gioire di questa cosa era piuttosto stupido e infantile, ma al momento non le importava.
Si godeva la sensazione d’ebbrezza, mentre sulla sua moto, aggrappata alla sua vita, osservava da dietro la visuale del casco la città ormai buia, sfrecciare come se fosse la protagonista di un videogioco.
Un turbinio di colori, era come essere di nuovo ubriachi.
D’altro canto, lui sembrava particolarmente padrone della situazione, mentre guidava con sicurezza, come se quella fosse un’abitudine consolidata nel tempo.
 
In realtà C lo era solo in parte.
Mentre teneva gli occhi incollati all’asfalto, una piccola parte della sua mente non poteva non pensare alle braccia di lei, così prepotentemente aggrappate al suo bacino.
Al petto della ragazza che aderiva contro la sua schiena, come una seconda pelle.
E poco importava che tra loro ci fossero giubbotti di pelle che diminuivano la sensibilità.
Questo non gli impedì di avere una piccola erezione.
Avrebbe dovuto colpirlo questo pensiero, d’altronde non era ubriaco come la sera prima, quando l’evento si era presentato per la prima volta.
Ma non ci fece caso.
Si disse che era naturale, avere un’erezione se una donna particolarmente bella, era così avvinghiata a lui.
Avrebbe sfidato qualsiasi altro uomo al suo posto, a restare impassibile difronte a tanta vicinanza.
Chimica, è solo questione di chimica.
 
Arrivarono a casa di lei.
Lui parcheggiò sul vialetto.
Restò in sella, lo sguardo in avanti, mentre lei scendeva e si toglieva il casco.
Anche lui se lo tolse e l’appoggiò penzolante a uno dei manubri.
La guardò mentre lei gli porgeva il suo.
C lo prese e indugiò qualche secondo, la stretta ferrea e vibrante su quell’oggetto scuro e resistente.
Poi scese, aprì il sedile e lo ripose al suo interno.
Attese guardandola, come se si aspettasse qualcosa.
D’un tratto J comprese.
Lui voleva essere invitato ad entrare.
Sorrise ironica in risposta al suo sguardo carico di aspettative.
“Allora grazie”
Disse lei pacatamente.
Lui annuì e deluso montò in sella, girò la chiave e il motore vibrò.
“Colin?”
Si girò a guardarla curioso.
“Il casco”
Gli ricordò lei, ma lui non capì a cosa alludesse.
“Mettiti il casco”
Chiarì lei quasi autoritaria.
Se ne andò.
 
Rientrò in casa, abbandonò la giacca e la borsa sul divano e corse al piano di sopra.
E fu allora che si accorse di non essere sola.
C’era qualcun altro in casa e quel qualcuno stava.. facendo la doccia?
Pensò a Sebastian ma lui non sarebbe rientrato prima di sera e poi era appena entrata e la sua macchina non era parcheggiata sul vialetto.
Raccolse un soprammobile da uno dei mobili del corridoio.
Era una statuina di legno, una di quelle che vendono nei mercatini etnici.
Era appuntita e piuttosto resistente.
Aprì la porta del bagno e fu invasa da un mare di vapore.
Si avvicinò al box doccia, lo aprì, alzò la statuetta pronta a colpire e un attimo dopo lui si girò sorpreso alzando le mani in posizione di difesa.
“Sebastian?”
“Oi calma sono solo io”
J si rilassò e abbassò la statuetta.
“Cosa ci fai qui?”
“Sapevi che tornavo stasera, no?”
“Si.. ma non così presto..”
Seb rise, continuandosi ad insaponare i capelli.
“E hai pensato che fossi un ladro? Un ladro che ha persino il tempo di farsi una doccia?”
Jen arrossì disarmata di fronte a quella logica.
In effetti..
“Dai.. spogliati e vieni dentro”
Obbedì.
Un attimo dopo fu circondata dall’abbraccio dell’acqua calda e dalle sue di braccia.
Solo allora lo notò.
“Che cosa hai fatto al braccio?”
J toccò piccole linee di escoriazioni superficiali ma era chiaro che un po’ di sangue l’aveva perso.
“Ok, mi prometti che non dai di matto se te lo dico?”
J annuì preoccupata ma solo per conoscere cosa lui aveva cercato di nasconderle.
“Ho avuto un’incidente.. ehy, tranquilla, nulla di grave. Uno stronzo non ha rispettato uno stop e mi ha tagliato la strada. Io sto bene, non mi sono fatto nulla.. la fiancata dell’auto invece..”
Concluse laconico lasciando la frase sospesa.
“E’ stata prelevata dal meccanico.. ha detto che spera di riparlarla totalmente”
Ecco spiegato il perché dell’auto assente.
“Aspetta.. hai detto che hai avuto un’incidente ma dove?”
“Accanto alla 37esima”
Che poi era la strada dove lei e C si erano incontrati poco prima.
Ricordò le parole di lui, sulla strada bloccata a causa di un’incidente.
Pensare che Sebastian era coinvolto e così vicino a lei poi, le procurò una sensazione di nausea.
“Mi dispiace”
Mormorò accarezzandogli il viso, lui la strinse contro il suo petto e J sentì qualcosa muoversi lì in basso.
“Non è mica colpa tua?”
Le baciò la fronte.
“C’è una cosa che devo dirti”
Annunciò colpevole.
Lui corrugò la fronte.
“Cosa?”
“L’altra sera ero al bar, mi sa che ho esagerato un po’..”
L’espressione di lui si fece più affilata.
“… ho ballato con un tipo, mi sono lasciata abbracciare..”
“E..?”
Domandò lui ansioso.
J ripensò a come era andata poi a finire con Jon.
“E niente, cosa? Tutto qui. Mi sono fermata in tempo. Ubriaca o meno non sarei mai andata oltre”
“Perché senti il bisogno di dirmelo allora?”
“Perché voglio che tra noi non ci siano mai segreti”
Lui sorrise e fece un passo avanti, si chinò su di lei e le mordicchiò un orecchio.
“E dimmi.. per caso lui ti ha strinta così?”
La abbracciò forte, lasciando le braccia scivolare sul suo fondoschiena dove si fermarono a massaggiarle insistentemente le natiche.
“No”
Mormorò lei col cuore non più così calmo.
“Per caso.. ti ha presa così?”
L’afferrò per le gambe, sollevandola e facendola aderire di schiena contro la parete umida della doccia.
J istintivamente sellò le gambe attorno al fondoschiena di lui.
“No”
Confessò lei ormai eccitata.
“Bene”
Biascicò lui soddisfatto.
“Perché vedi..”
Il suo tono ritornò ad essere basso e seducente.
Portò una mano in basso, verso la sua erezione ormai notevole e la inclinò verso la sua vagina.
“.. Solo io posso..
… fare questo”
La penetrò dopo essersi assicurato che lei fosse abbastanza pronta per riceverlo.
Jen si lasciò sfuggire un piccolo grido di sorpresa e piacere.
Seb aspettò, spingendosi lentamente più avanti, in modo che lei percepisse a pieno le dimensioni del suo membro.
“Solo tu”
Si lasciò sfuggire lei esausta aiutandolo con le gambe a dare il ritmo al suo bacino che pian piano si muoveva verso di lei.
“Si”
Concluse secco lui, guardandola negli occhi mentre i suoi affondi diventavano più vigorosi.
Come se quella fosse una sfida.
Come se lui la stesse punendo o semplicemente ricordando il luogo a cui apparteneva.
E lei glielo lascò fare, perché quello era davvero un gran bel modo di essere puniti..
La chimica tra loro in quel momento, era davvero alle stelle.
 
Il lunedì arrivò come un treno in corsa e quella mattina Jen era sufficientemente riposata e in forma per affrontarlo.
Ci sono ferite che solo un buon sesso può curare.. quando la tequila manca, ovviamente.
Sorrise di sé mentre si alzava dal letto, portandosi dietro il lenzuolo che per metà copriva anche il corpo nudo di Sebastian.
Lui dormiva ancora profondamente, le natiche al vento, una guancia schiacciata contro il cuscino, le labbra socchiuse, un braccio che pendeva fuori dal letto.
Jen lo osservò per un attimo, ancora confortata da quella chimica che sentiva unirla a lui, ora più che mai.
Scese al piano di sotto, preparò il caffè, lo versò in due tazze e prese al volo due gallette di riso.
Mise il tutto su un vassoio e raggiunse di nuovo la camera da letto, decisa a regalargli un buongiorno particolare.
Posò il vassoio sul comodino e lentamente salì sul letto.
Cominciò a baciargli la schiena, salendo poi verso il collo.
Lui mugugnò qualcosa, mentre la lingua di lei gli solleticava la pelle, per poi salire fino al lobo del suo orecchio che J mordicchiò dolcemente.
A quel punto lui si svegliò sorpreso e girandosi incontrò lo sguardo di lei.
“Buongiorno”
Disse con la voce del primo mattino.
Per tutta risposta lei lo baciò a lungo, svegliandolo.
Lui accolse con piacere quelle rare attenzioni mattutine.
“Wao”
Si meravigliò lui quando lei si staccò per riprendere fiato.
“Ho fatto il caffè”
Gli porse una tazza.
Seb sorseggiò quella bevanda scura e bollente.
A J piaceva così, infatti la sua di tazza era già vuota.
“Dove vai?”
Chiese Seb curioso quando lei si alzò diretta verso il bagno.
“A fare una doccia”
“Non credo proprio”
Replicò lui poggiando la tazza sul comodino.
Si sedette meglio sul letto e la fissò con insistenza.
“È prima mattina e sai bene che..”
Lasciò cadere la frase continuandola con un’occhiata allusiva verso le sue parti basse.
Jen seguì il suo sguardo e incontrò la sua erezione mattutina in bella vista.
“… e il tuo buongiorno non ha aiutato affatto.. mai sentito il detto: non svegliare il drago che dorme?”
Jen rise e scosse il capo incredula.
Non che non ne avesse voglia, anzi, ma le lancette scorrevano veloci..
“Ok… ti do 5 minuti”
Disse avanzando verso di lui.
Lui sembrò offeso da quell’affermazione.
L’afferrò per un braccio tirandola sul letto.
Lei urlò e rise, mentre si sentì letteralmente cadere in avanti.
Le prese le braccia, fermandole sopra la sua testa con una mano.
Spostò il lenzuolo che le copriva il corpo con l’altra mano libera e osservò rapito i suoi seni sodi, i suoi capezzoli morbidi, il ventre piatto, la sua nudità..
Lei arrossì violentemente, sotto quello sguardo che sembrava accarezzarle persino le ossa.
Lui incrociò i suoi occhi per un’istante, e poi passò all’azione.
Le sue labbra circondarono un suo capezzolo, lo leccarono, lo mordicchiarono mentre quello diveniva turgido e lei sospirava.
“Hai 5 minuti”
Gli ricordò.
Lui protestò scendendo verso il basso, tracciando una linea di piacere dall’incavo dei seni, fino al suo basso ventre.
“Facciamo 10”
Blaterò lei.
A quel punto lui la sorprese, spingendosi con la lingua fino alle labbra della sua intimità.
La stuzzicò penetrandolo con un dito, poi un altro e muovendosi dolcemente al suo interno.
“Sei ancora interessata al tempo?”
Domandò lui perfido mentre con la lingua continuava la sua tortura.
Lei si arrese totalmente, aggrappandosi al lenzuolo per farsi forza.
 
 
Colin fu uno dei primi ad arrivare sul set quella mattina.
Meglio che restare in una fredda e anonima stanza d’albergo, la cui unica compagnia era la tv via cavo.
Scambiò alcune chiacchiere sportive con Josh, rise di battute stupide con Lana e Ginny e conobbe meglio anche Emily e Robert.
Gran belle persone.
La loro compagnia lo metteva di buon umore.
Jen e Sebastian furono gli ultimi ad arrivare quel giorno.
“Colazione lunga questa mattina?”
Li apostrofò Meghan ironica.
Fu Sebastian a rispondere.
“Puoi ben dirlo..”
“Attenta ai carboidrati J”
La rimbeccò Lana.
“Direi che non corre il rischio di ingrassare.. è tutto molto salutare”
Jen colpì scherzosamente Sebastian su un braccio mentre Jane ed Adam richiamavano tutti all’ordine, pronti a cominciare un nuovo giorno di riprese.
 
Per tutto il tempo Colin osservò Jen da lontano, non si erano ancora trovati faccia a faccia per le riprese ma lei non lo degnò comunque di uno sguardo.
Era come se fosse invisibile.  
Osservandola era coma se cercasse quell’intimità della sera prima, perché comunque qualcosa si era creato tra loro.
L’aveva solo immaginato o erano davvero amici?
Perché lui continuava a trattarlo come un semplice collega, anzi a non considerarlo affatto?
Ma notò con una leggera punta di fastidio, un fastidio che non seppe spiegarsi ma che collegò all’improvviso disinteresse di lei nei suoi confronti, che quella breve lontananza tra Seb e Jen aveva giovato al loro rapporto.
Non li conosceva da molto ma sapeva che lei non era una che amava ostentare in pubblico i suoi sentimenti.
Eppure quel giorno tra battutine, toccatine e sguardi, quei due sembravano più complici del solito, come se condividessero una segreta ed improvvisa alchimia.
Fu Adam a distrarlo da quei pensieri, mentre si avvicinò in silenzio (a pochi metri da loro Jen e Lana stavano girando con Josh e Ginny) per congratularsi con lui.
“Vi abbiamo ripreso nel combattimento prova di ieri, per vedere se la cosa poteva funzionare ed è straordinario perché non stavate nemmeno girando ma la chimica tra voi era palpabile. È una cosa naturale quella, o c’è o non c’è. Non ci si può lavorare molto altrimenti.
Tu e Jen siete fortunati perché tra voi c’è stata dal primo minuto e questo giova ai personaggi.
Non vedo l’ora di vedere come sarà la vera scena del combattimento quando gireremo.. sarà qualcosa di esplosivo, ci scommetto”.
Adam dette una pacca affettuosa sul braccio dell’irlandese e andò via.
Per tutto il resto del giorno Colin rifletté su quelle parole trovandole in qualche modo confortanti.
Non vedeva l’ora di condividerle con lei.
Il loro momento arrivò nel tardo pomeriggio, quando finalmente c’era una scena tra Hook, Emma, Snow e Aurora.
Prima delle riprese, regnava quella sensazione di laboriosità simile a quella di un formicaio in piena estate.
Colin trovò comunque il modo di avvicinarsi a lei.
“Ehy”
La salutò allegramente mentre lei era tutta intenta a ripetere le battute.
Jen sollevò lo sguardo dal copione e lo fissò.
“Ciao”
Lo salutò con un’ironia del tutto nuova.
Colin si sentì a disagio.
“Come va?”
“Grazie del passaggio.. sai per ieri..”
Rispose lei cambiando argomento.
Colin si chiese se Jen trovò quella domanda troppo personale.
Dunque non era paranoico.
Davvero lei considerava quella domanda troppo da amici e loro quindi non lo erano?
Tentò un’ultima volta per fugare ogni dubbio.
“Sai ho parlato con Adam poco fa.. a quanto pare ci hanno ripreso durante l’allenamento con le finte spade, ieri..”
Jen si chiese dove lui stesse andando a parare.
“.. ed è buffo, no in effetti non lo è..”
Si corresse lui prima di proseguire.
“.. perché si è congratulato dicendo che tra noi c’è una forte chimica, naturale ed evidente.”
Colin si fermò per misurare la reazione di lei che sembrò per un attimo sorpresa e .. confusa.
“Tra Hook ed Emma magari c’è chimica, è da manuale. Così deve essere, lo vuole il copione, gli autori, lo show. Tra me e te.. beh..”
Lei lasciò la frase in sospeso ma la completò alludendo con un’espressione abbastanza esplicita per lui.
Sapeva cosa voleva dire.
Si alzò e andò via lasciando Colin con qualcosa che gli bruciava nel petto.
Sembrava strano perché non gli capitava da tempo o forse non gli era mai capitato veramente, ma lei aveva lo strano potere di ferirlo.
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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