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Autore: Vanya Imyarek    10/05/2015    1 recensioni
Per i Greci, il kosmos è l'ordine del mondo, basato sul perfetto equilibrio tra opposti, come luce e tenebre, bene e male. Ora, se la gente odierna sapesse che il kosmos è minacciato da un fantasma con vari problemi mentali e un chiodo fisso pr la propria divinizzazione, e che è invece difeso da un paio di ragazzi doppiogiochisti, opportunisti e pure alquanto iettatori, tutti impegnati a cercare di procurarsi un'antica corona egizia dai poteri straordinari, ci sarebbe da supporre che il mondo piomberebbe nel panico generale.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Servi del Kosmos'
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CHAD

PREPARIAMO UN PIANO IN STILE TELA DI PENELOPE (QUELLA MITOLOGICA, S'INTENDE)

 

 

 

 

Seriamente, non ho idea del perchè Penelope abbia concluso il capitolo in quel modo. Insomma, adesso sapete cosa sia successo veramente, e vi ricorderete, più o meno, cos'abbiamo detto a Chirone e a tutto il Campo. Sarete dunque in grado di misurare l'entità delle nostre balle.

Ma siccome costei qui pensa che siate deficienti e insiste perchè vi rinfreschi la memoria - come se servisse a qualcosa - pur di zittirla farò un breve riepilogo.

La nostra ricostruzione dei fatti, rimasta indiscussa, suppongo, finché non si è scoperto il nostro doppio gioco, fu la seguente: io mi ero svegliato di notte per via di strani rumori nella capanna dei miei cugini, ed ero andato a controllare cosa stesse succedendo. Potevano confermare sia i figli di Ermes sia quelli di Hypnos al gran completo. Una volta lì, Clovis mi aveva raccontato del suo sogno, ne avevamo discusso, e avevo suggerito loro di fare una prima spedizione da soli per accertarsi della sua veridicità, onde non rendersi invisi al resto del Campo.

Perchè non avevo chiamato Chirone? aveva chiesto qualcuno. Mi spiace, non ci avevo pensato. Il che era vero, non avevo preso in considerazione un'obiezione simile. Comunque, eravamo andati nel bosco, cercando di raggiungere il luogo del sogno, e avevamo effettivamente trovato due membri dell'esercito di Setne - due tipi che conoscevo, tra l'altro: eravanmo stati allo stesso ospedale psichiatrico - con annesso dragone.

Avevamo cercato di attaccarli, mandando Martha a chiamare aiuto, ma i due avevano lasciato libera la bestia e le avevano fatto catturare Martha, usandola come ricatto per far entrare nel Campo loro e il dragone. Io avevo preferito lasciarli entrare, perchè nel Campo c'er un sacco di gente che avrebbe saputo difendersi, mentre noi e Martha eravamo pressochè disarmati.

Qualcuno mi fece notare che veramente Martha non stava correndo nessun pericolo, visto che il drago aveva la museruola. Qui fu Alice a rispondere per me, dicendo a quel tizio di andare a farsi stritolare da un serpente di quelle dimensioni e poi tornare lì a riparlarne.

Comunque, gli altri ragazzi erano finiti a dormire per via dell'incantesimo di Hypnos, e a quel punto restava solo la mia parola per dire che avevo raggiunto la capanna e vi avevo trovato le tre ragazze davanti al dragone. E adesso era il turno di Penelope di dare le sue spiegazioni.

Come mai era finita nelle grinfie dell'esercito di Setne? La sua storia, diciamolo subito, fu molto meno convincente della mia, e non solo perchè non c'era nessuno a confermarla. A quanto pareva, il fatto che io non fossi più tornato le era parso strano, e così aveva deciso di controllare dove mi fossi cacciato. Aveva trovato la casa di Hypnos vuota e, sconcertata, si era messa a girovagare per il Campo, cercando di capire dove fossimo finiti.

Come aveva fatto a non farsi notare dalle arpie? Be', un po' di fortuna poteva averla anche un figlio del dio della sfiga, no? Comunque, a forza di pattugliare il Campo, sempre più sconcertata si era azzardata ad uscirne. E qui si era esaurita la sua scorta di fortuna: aveva sentito un odore neuseabondo e, avvicinatasi per indagare, era finita dritta in mezzo alle ragazze di Setne.

A quanto pareva, erano state loro a rubare la cintura di Afrodite, e ora stavano cercando di introdurla all'interno del Campo, onde stornare la sua maledizione. Quando si erano trovate una ragazza del Campo a portata di mano, però, avevano deciso di cambiare i loro piani e approfittarne per un raid a scopo di recupero della corona.

Certo, Penelope aveva Afanisis, ma non era una spadaccina eccellente, e loro erano in tre, tutte con i debiti poteri. L'avevano sopraffatta e, spada alla gola e incantesimo per proibirle di parlare, l'avevano costretta a farle entrare nel Campo.

Ma come era riuscita a dire la formula, se non poteva emettere alcun suono? Gliel'avevano posto dopo l'ingresso nel Campo: prima avevano usato la rudimentale tecnica della mano sulla bocca, e poi l'avevano costretta con la spada. Lei era così agitata che non era riuscita a pensare a nulla per liberarsi. Probabilmente riuscì a farsi credere solo per la perfetta espressione da furiosa con sè stessa che riuscì a imbastire.

Comunque, le ragazze avevano raggiunto la capanna di Afrodite, per gettarci dentro la cintura, ma in quel momento era arrivato il drago. E qui, la fatidica domanda: perchè non avevo impedito alle ragazze di portare via Penelope?

Ma che cavolo, c'era un dragone di mezzo che minacciava di buttare giù mezzo Campo! Era abbastanza per essere occupato, no? Va bene, va bene. Però, perchè quando avevo visto il ragazzo di Setne in acqua avevo urlato al suo compagno di soccorrerlo? E soprattutto, perchè lui mi aveva dato retta?

E che, dovevo lasciarlo annegare? Avevo richiamato l'attenzione del suo compagno perchè probabilmente sarebbe stato quello che l'avrebbe fatto più volentieri, senza contare il fatto che avrei tenuto occupati entrambi, lasciandoceli fuori dai piedi almeno per un po'. Perchè poi lui avesse fatto come gli dicevo, non ne avevo idea! Magari voleva solo salvare il suo compagno, non poteva essere così? Sì, in effetti era vero. Okay, ero stato anche bravo a pensare a come evitare che proteggessero il loro dragone.

Quanto seguiva era stato testimoniato praticamente da chiunque, e non aveva destato particolari dubbi. Del resto, da quel momento in avanti ci eravamo comportati come normali ragazzi del Campo, che cercavano di lottare contro il nemico. Solo qualcuno provò a chiedere a Penelope come mai avesse fatto perdere a Regina il controllo dell'acqua, ma la sua risposta, che era stato per sedare l'incendio, convinse tutti. Nulla è più convincente della verità!

Comunque, ve lo ricorderete anche voi, le cose al Campo tornarono più o meno normali, con le solite attività, eccetera. Sul serio, non avrei mai pensato che l'avvenimento sarebbe stato messo da parte così in fretta. Ma forse è solo perchè molti l'hanno visto in una luce positiva: le difese alla porta reggevano, eccome!

A questo punto, però, se il Campo era tornato alle normali attività, lo dovevamo fare anche noi. Nel senso che ho specificato qualche capitolo fa, voglio dire.

Anzitutto, restammo con diversi dubbi noi stessi sulla serata, finché non ricevemmo una nuova convocazione per una riunione. Qui mi feci spiegare da Hazelle cosa fosse successo esattamente, quella fatidica serata, e perchè nessuno al Campo li avesse più trovati. La spiegazione, molto prosaica, era che se l'erano filata.

A quanto pareva, Luciano e Mortimer avevano provato a raggiungerci per dare manforte, ma erano arrivati giusto in tempo per farsi travolgere dalla marea d'acqua. Luciano, reduce dal mancato annegamento, aveva reagito in modo un po' isterichino, così che Mortimer aveva dovuto trascinarlo all'asciutto e andare a ripescare loro tre. Solo lui poteva essere abbastanza robusto da affrontare quell'inondazione.

Una volta fuori dalla Casa Grande e viste le condizioni di Luciano, avevano deciso di comune accordo che per quella sera non avrebbero potuto fare nulla, e avevano battuto in ritirata, senza essere inseguiti a causa della confusione generale. Erano riusciti a trovare un taxi anche a quell'ora, avevano glissato le domande del tassista su cosa ci facessero in giro a quell'ora e per di più bagnati fradici, avevano raggiunto Central Park ed erano tornati al loro rifugio tramite l'obelisco.

Hazelle concluse complimentandosi per come avevamo gestito la situazione al Campo evitando di farci scoprire, il che fu discretamente soddisfacente. Comunque, queste furono solo due chiacchiere scambiate prima dell'inizio della riunione: quella vera e propria verté su tutt'altro argomento.

"Okay, ragazzi, adesso è il momento di lasciar perdere l'improvvisazione" furono le parole con cui Setne introdusse l'argomento. "Il vostro tentativo di recuperare la corona è stato fantastico, ma assolutamente disorganizzato. E ci credo, l'avete buttato giù su due piedi, approfittando delle circostanze favorevoli. Peccato che andare così alla cavolo dove ti porta la fortuna - niente di personale, Penelope - non porti assolutamente a niente. Quello che ci serve è un buon piano, versatile, in grado di adattarsi a qualunque circostanze e applicabile a qualunque situazione!"

L'intera assemblea annuì. Molto probabilmente i seguaci di Setne veri e propri erano ansiosi di sapere finalmente come avrebbero dovuto gestire il ventilato attacco al Campo, ma per quanto mi riguarda, la cosa mi preoccupava non poco. Insomma, quella prospettiva di Setne era una bella svolta. Io e Penelope, come avremmo dovuto fare? Cercare di creare dei punti deboli nel piano? Memorizzarlo per poi mandarlo all'aria? Oppure assecondarlo, approfittandone poi per prenderci la corona?

Belle domande. Decisi che avrei ascoltato e contribuito, se avessi dovuto farlo, come un normale devoto a Setne, per poi riferire tutto a Thoth e chiedere a lui il da farsi. Sperai che anche Penelope la pensasse così.

"Ha già pensato a un piano o ci sta proponendo una specie di brainstorming?" gli chiese Luciano.

"Metà e metà. Ho già preparato un abbozzo di piano, ma vorrei che voi contribuiste in base a quello che pensate di poter fare. Dunque, anzitutto è stato ampiamente dimostrato che quei furboni del Campo si sono fatti delle difese di ottima qualità, basandosi sui possibili attacchi di tutti noi, e che forzare quella porta è sostanzialmente impossibile. Perciò, l'unica possibilità è che siano loro stessi ad aprirci quella porta"

"Vuole un incantesimo con cui li si possa costringere?" chiese Hazelle.

"No, sarebbe troppo complicato. Hanno collaborato in tanti per quelle difese, e anche se riuscissimo a porre quell'incantesimo su qualcuno, lui sarebbe in grado solo di togliere quelle messe da lui. E non credo riusciremmo a imporlo su tutti quanti senza alcun problema. Dunque, non ci resta che far sì che loro aprano volontariamente quella porta"

"Quindi dovremmo fare in modo che loro pensino che la corona sia in pericolo all'interno della stanza" suggerì Penelope.

"Gius ..." esordì Setne, ma io non potevo certo lasciarmi rubare la scena da quella menagramo.

"Non da parte nostra, però. Sanno perfettamente che per noi è impossibile raggiungerla con un qualsiasi tipo di viaggio magico. Però potremmo far pensare che qualcuno sia effettivamente riuscito a infiltrarsi ... non c'è la possibilità di creare una specie di illusione ottica, o qualcosa del genere?"

"Sul primo punto hai perfettamente ragione, ma un'illusione di quel genere, anche se riuscissimo a crearla, si farebbe scoprire troppo facilmente. Varrebbe anche quella al massimo per poche persone, e ci sarà di sicuro qualcuno abbastanza sveglio da capire quel che sta succedendo"

Ah, i miei suggerimenti non andavano bene? Be', al contrario di Penelope, perlomeno avevo suggerito qualcosa.

"Potremmo dare fuoco alla Casa Grande!" esclamò Calvin, con un gran sorriso nella speranza di aver avuto una buona idea apprezzabile dai più grandi. Non potei fare a meno di guardarlo stralunato. Va bene che era figlio di Ares, però ... insomma, per pensare quelle cose a quell'età, la madre doveva essere una killer psicopatica!

"Ma Calvin! Così rischieremmo seriamente di ammazzare qualcuno!" esclamò una Gaia anche più sconvolta di me.

"E quali vantaggi porterebbe l'incendio della Casa Grande?" gli chiese invece un tranquillissimo Luciano.

Calvin, davanti a quelle che in un modo o nell'altro gli parvero comunque forme di disapprovazione, chinò il capo imbarazzato e mormorò "Scusate"

"No, no, spiegaci cosa intendevi" lo invitò Setne. Per la miseria, qui si metteva davvero male per il Campo.

"Voglio dire, avete avuto problemi con una porta infuocata, no? Se vedranno del fuoco all'interno della Casa Grande, penseranno che è stato per via della porta. E se riuscissimo a far uscire un po' di fumo dalla finestra di quella stanza ... cioè, avete detto che le illusioni non funzionerebbero, ma a quel punto sarebbero tutti spaventati e potrebbero non badarci ... insomma penserebbero che la corona rischia di finire bruciata e si precipiterebbero nella stanza. Togliendo gli incantesimi, quindi, e se riuscissimo a combatterli bene potremmo prendere la corona"

"E a quel punto cosa faremmo scusa? Ci resterebbe tutto il Campo da affrontare!" gli fece notare Gaia.

"Non è detto" osservò Penelope. "Gli incantesimi contro i teletrasporti di vario genere funzionano per l'entrata nella stanza, non so se valgono anche per l'uscita"

"Probabilmente no" disse Setne. "Probabilmente si saranno concentrati sul rendere la stanza inattaccabile, tanto da non pensare a cosa sarebbe potuto succedere se qualcuno fosse riuscito a infiltrarsi. Molto probabilmente, Calvin, la tua idea dell'incendio funzionerà con qualche piccolo aggiustamento"

"E la possibilità che qualcuno muoia?" obiettò Regina.

"E chi se ne frega, dai ..." Mortimer si accinse a dimostrare la propria umanità. Regina fece lo stesso, guardandolo schifatissima.

"Loro possono convocare in qualunque momento un figlio di Efesto e una maga egizia, entrambi in grado di manipolare il fuoco" osservò Setne. "Molto probabilmente riusciranno a evitare perdite in vite. Comunque, qualche piccolo danno all'edificio sarà inevitabile, ma dubito che questo abbia molta importanza"

Messa così, era un buon piano. E non fate quelle facce, dai, alla fine non è morto nessuno. Al massimo c'è stata qualche strinatura, ma è guarita.

"Potremmo occuparcene noi" intervenni. "Di portar via la corona, intendo. Se dicessimo loro che vogliamo portarla al sicuro, lontano dalle grinfie di Setne ... be', saremmo a posto. In fondo, tra loro ci sono solo Hazel e Nico a saper fare un viaggio nell'ombra, oltre a noi"

"E se dessero a loro l'incarico?" obiettò Penelope, naturalmente prontissima a cercare di far sembrare stupide le mie buone idee.

"Bisognerebbe che loro fossero occupati altrove" rispose tranquillo Luciano. "Signore, tra i nostri mostri ce n'è uno abbastanza grosso da aver bisogno dei loro sforzi combinati per essere spedito nel Tartaro?" chiese poi a Setne.

"Non lo farebbero mai, piuttosto lo attaccherebbero alla maniera classica" obiettò Penelope in vece sua.

"E allora dovresti specificare un po' di sfiga a quel mostro" le risposi io. Lei mi guardò con gli occhi sbarrati. Era inutile che facesse quella faccia, aveva capito benissimo a cosa mi riferivo.

"Penelope gli augurerà di essere mandato nel Tartaro dai due figli del re dell'oltretomba" ricapitolò Setne. "E' un'ottima idea. Tanto più che ho qualcosa di abbastanza adatto a uno scopo del genere, anche se è un peccato bruciarlo così. Okay, e anche questa parte del piano è definita. Adesso resta da stabilire la vostra entrata in scena. Che dovrà verificarsi senza che nessuno se ne accorga, e in un momento in cui tutti voi ne siate coscienti"

"Non può porci un incantesimo che ci permetta di comunicare a distanza tra noi?" gli chiese Gaia. Qualcosa tipo il nostro, insomma. Sperai che almeno non si moltiplicasse il rischio di intercettazione.

"Sarà abbastanza complicato metterlo a tutti voi. Se fossi vivo potrei fare di più, ma potrete usarlo una volta sola. Quindi vi conviene che l'attacco sia in un giorno stabilito e non a sorpresa. Dunque, tornando al discorso: come vorreste entrare?"

"Be', credo che sia giocoforza farci aiutare da Chad e Penelope" commentò Regina.

"Così ci beccherebbero tutti" le fece notare Penelope.

"Ma poi non avreste bisogno del doppio gioco. Insomma, alla fine dovrete consegnare la corona a Setne, apparirà chiaro da che parte stiate, no?" replicò l'altra. Ah, e in effetti il nostro triplo gioco stava per ridursi a due fronti. Peccato, quello al Campo Mezzosangue avrebbe potuto servirci ancora. Senza contare gli amici e i familiari che si trovavano lì.

Comunque, l'obiezione di Regina non calcolava un dettaglio. "Quello che credo intenda dire Penelope è che capirebbero subito che siamo stati noi a farvi entrare. Siamo già stati sospettati al nostro arrivo al Campo e la volta scorsa, hai presente? Anche senza volere, tutti penserebbero subito a noi, se voi vi faceste vivi al Campo"

"Ma potrei creare un portale nella Duat proprio nel Campo" intervenne Dakao. "I confini in realtà impediscono di farlo dall'esterno, ma se lo vedessero, la prima cosa che andrebbero a pensare sarebbe che in qualche modo siamo riusciti a forzare le difese. Mentre in realtà siamo entrati nell'unico modo possibile, con l'aiuto di qualche interno"

"E il mostro lo facciamo arrivare allo stesso modo?" chiese Gaia.

"No, quello arriverà via mare" rispose Setne. "A quanto hanno detto i nostri due campeggiatori qui, i mostri marini sono ben visti, sono un ottimo addestramento. Le barriere non si applicano sul mare"

"D'accordo" mormorò Regina. "Allora ... è tutto stabilito?"

"Manca ancora solo una data" replicò Hazelle.

"Abbastanza lontana da qui, purtroppo. Ora saranno tutti in campana per quello che è successo. La tattica migliore è aspettare che si calmino le acque. Mi farò un po' di calcoli, poi vi comunicherò i miei risultati. E adesso, tutti via da qui, o finirà che Chad e Penelope li beccheranno sul serio!" Un po' monotono, Setne concludeva sempre le sue riunioni con questa frase. Forse credeva che fosse a effetto.

Comunque, sia io che Penelope ci trasportammo via col viaggio nell'ombra, e io mi ritrovai da solo davanti alla casa undici, il luogo concordato per il ritorno al Campo. In pratica, se Penelope non era lì, la sua altra destinazione poteva essere una sola.

Il mio arrivo sul posto fu salutato da una pallonata in faccia. Seriamente, come faceva Coriolanus a sapere esattamente dove e quando sarei apparso lì?

"Perchè non ti sei subito teletrasportato qui? Non avevi capito che era la cosa più ovvia da fare?" Penelope diede il suo contributo a darmi sui nervi.

"Non pensavo che tu ci saresti arrivata, quindi ho preferito andare dove saresti probabilmente andata tu, per poi spiegarti il da farsi" replicai.

"Sai che questa frase dimostra solo quanto tu sia cretino?"

"Agh!" Coriolanus diede il suo apporto alla discussione.

"Coriolanus ha ragione" intervenne Thoth. Era poco meno di un mese che non lo vedevamo di persona, e non era cambiato di una virgola, anche perchè non sfoggiava teste da ibis o altri strani accessori. In compenso, il suo camice era di tutti i colori dell'arcobaleno, probabilmente era reduce da un qualche tipo di esperimento.

"Se siete venuti qui di persona, significa che avete qualcosa di importante da comunicare. Dunque perchè siete intenti a litigare senza scopo tra voi?"

Io e Penelope ci scambiammo un'ultima occhiataccia, tanto per mettere le cose in chiaro, dopodiché provvedemmo ad aggiornare Thoth sulla riunione appena tenutasi e su ciò che vi era stato deciso. Concludemmo chiedendogli cos'avremmo dovuto fare: permettere che il piano andasse liscio e poi rubare la corona a Setne, o fare qualche piccola interferenza?

"Direi la seconda ipotesi" replicò Thoth, dopo averci pensato per circa due secondi. "Non avrebbe alcun senso portar via la corona da un posto, per portarla in uno dove sarebbe maggiormente in pericolo. In fondo, tutto quello che dobbiamo impedire è che Setne la usi. Certo, questo significherà dichiarare il vostro schieramento e rinunciare al doppio gioco, che era ben comodo, ma vedremo di riorganizzarci"

Si schiarì la gola, la fronte aggrottata. Non poteva essere più chiaro che stesse formulando anche lui i suoi piani. "I punti principali da affrontare sono due: portar via la corona, ed evitare che qualcuno ci lasci le penne nell'incendio. E' quello che vorreste evitare anche voi, vero?"

"Certo!" replicammo all'unisono io e Penelope, sbigottiti. Ci pareva strano anche solo che ce l'avesse chiesto!

"Dunque, dunque, per quanto riguarda la corona, non dovrete fare altro che segure il piano già concordato con quelli di Setne, ma portarla qui anziché dove previsto. E' scontato che a quel punto non potrete più tornare nè al Campo nè da Setne. Nel caso uno solo dovesse presentarsi da me, l'altro dovrà approfittare della confusione generale per raggiungerlo: tutti capirebbero subito che eravate d'accordo, non siete mai stati separati più di tanto nelle vostre missioni"

Un vero peccato, sì.

"Ma per quanto riguarda l'incendio, sono abbastanza sicuro che Ziah Rashid e quell'altro figlio di Efesto riusciranno a gestire la situazione. Quelli che correranno il pericolo maggiore, saranno quelli che vivono all'interno della Casa Grande"

"C'è solo Chirone" lo informò Penelope.

"Be', lui è immortale, ma non credo che una grigliata di cavallo sarebbe un toccasana per lui. Dovrete fare in modo di attirarlo fuori dalla Casa. Inventate quel che volete, un incidente che richiede la sua attenzione, un problema esistenziale di uno di voi due che non può essere assolutamente risolto al chiuso ... fate quel che più vi aggrada, ho notato che la fantasia non vi manca"

Sì, in effetti, se per fantasia si intendeva la capacità di cacciar balle, finora ce l'eravamo cavata egregiamente.

"Bene. E questo mi sembra tutto. Voi dovete tornare a dormire prima che qualcuno se ne accorga, e io devo ingaggiare battaglia contro il diossido di zolfo e il mercurio. Un giorno scriverò un saggio sul perchè la chimica possa dare più problemi del mantenimento dell'ordine cosmico"

"Per mancanza di validi assistenti!" replicai, mentre iniziavo il mio viaggio nell'ombra.

Rimasi lì abbastanza da sentire Penelope gridare "Lo ignori!"

Che lagna di ragazza.

 

 

Ladies & Gentlemen,

ecco qui un nuovo capitolo senza troppa azione, ma non preoccupatevi: è solo il preludio a quanto di più incasinato possa capitare ai nostri due eroi, perlomeno in questa storia. Quanti di voi hanno il sospetto che il piano non andrà come previsto? Io per il momento non confermo, e vi lascio uno spoiler: nel prossimo capitolo, Chad e Penelope si faranno sgamare nel bel mezzo di un atto di vandalismo, e le conseguenze saranno piuttosto imprevedibili.

  
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