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Autore: yume    11/05/2015    2 recensioni
Questa è una storia vera.
Non è una storia famosa, non è a lieto fine ed è anche piuttosto comune.
Ma è vera.
E' la mia storia. La nostra storia. Mia e sua.
E' la storia Del Mondo.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto
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Chi non muore si rivede eh!
Chiedo umilmente perdono, la vita mi ha risucchiato nel suo vortice e io non sono riuscita ad uscirne fino adesso.
Ma bando alle ciance, vi lascio al capitolo!Grazie a tutti per i commenti!



Capitolo 1



Erano di nuovo lì. Per la terza volta in due mesi erano di nuovo in quel maledetto ospedale.
Era stanco di ritrovarsi sempre in quel posto; certo, non era mai brillato per pazienza. Ma davvero non ne poteva più. Aveva una voglia matta di tirare qualche bestemmia, ma se l'avesse fatto probabilmente gli sarebbe arrivato un pugno volante da chissà dove. E lui ci poteva anche uscire, da quel buco. Poteva solo immaginare cosa volesse dire per il dobe dover star rinchiuso in quella stanza per chissà quanto tempo.

Naruto aveva sempre amato l'aria aperta e non importava il tempo, lui adorava uscire. Trovava sempre una scusa per trascinarlo da qualche parte. Un esempio lampante della demenza del suo compagno è stato durante un inverno.

Nevicava, venivano fiocchi grandi quanto una pallina da ping pong e Naruto si era voltato verso Sasuke e con tutta la tranquillità gli aveva detto:
“Sasuke, usciamo”
“Ma sei scemo? Non vedi il tempo che c'è fuori?” era stata la pronta risposta del moro, ma Naruto non si dava per vinto tanto facilmente.
“Dai, tanto dovevamo uscire per fare la spesa no? Dobbiamo prendere almeno il latte, non ne abbiamo più! Su, cambiati!
“Non ci penso neanche, dobe. Io non mi muovo da qui. Se vuoi congelarti, fallo da solo. Oltretutto non te n'è mai fregato niente del latte visto che vivi di ramen. Cos'è, all'improvviso hai cambiato abitudini alimentari?” fu la risposta tagliente di Sasuke.
“Ci serve per la tua colazione, imbecille!O domani vuoi mangiare ramen con me?”
“Sopravviverò anche senza latte domani. Io non mi muovo. Ci sono venti centimetri di neve fuori e non ha intenzione di smettere.”
“Quando fai così sembri un gatto. Su micio micio micio, su! Dobbiamo andare a fare la passeggiata!” rise Naruto.
“Smettila di dire cretinate una volta tanto “ rispose piccato il moro.
“Va bene...ci ho provato con le buone, adesso passiamo alle cattive. Se non alzi il tuo pallido culo da quel divano e non vai a cambiarti per uscire, ti butto fuori di casa in mutande”
“Non ci riusciresti nemmeno tra un milione di anni dobe. Prega e spera” lo prese in giro Sasuke. Ma vedendo lo sguardo minaccioso di Naruto e il modo in cui avanzava decise che era meglio assecondare quel demente, giusto per quieto vivere.
“E va bene, mentecatto. Andiamo. Ma se mi becco qualcosa per questa tua idea ti stacco la testa a morsi. Non posso fare assenze all'università, lo sai” e si diresse più scocciato che mai verso la loro camera da letto per imbacuccarsi il più possibile.
Il risultato di quella uscita fu un'influenza fatta e finita. Quella volta Naruto imparò a non far saltare le lezioni al compagno.

Adorava uscire ed eccolo lì adesso. Chiuso, letteralmente, in una stanza d'ospedale senza possibilità di uscire. Quello che gli sembrava più assurdo era il fatto che a Naruto non sembrava importare un bel niente. Scherzava con le infermiere e salutava i pazienti che riconosceva con un grande sorriso, ma lui aveva visto la sua prima reazione e non era stata delle migliori.

Pensava di essere da solo in casa quella mattina ma invece no. Sasuke era tornato prima del previsto perchè aveva visto deperire sempre di più il compagno e non voleva lasciarlo da solo in caso di bisogno. Non che quell'idiota glielo avrebbe mai chiesto e lui sicuramente non glielo avrebbe offerto. Ma non si poteva mai sapere cosa poteva combinare da solo.
Quella reazione l'aveva spiazzato perchè non era normale per Naruto piangere e cominciare a buttare all'aria tutto, per quanto disordinato potesse essere. Si era addirittura levato l'orribile bandana arancione che portava sempre per coprire la testa, cosa che non faceva mai nemmeno di fronte a Sasuke. Doveva fermarlo perché, oltre a mettere a soqquadro la casa, si sarebbe potuto fare male e allora sì che sarebbero stati cazzi amari. Il dottore aveva specificatamente detto loro che Naruto non si sarebbe dovuto in alcun modo ferire. Mai. E invece eccolo lì a cercare di fare esattamente il contrario, come suo solito.
“Che stai facendo dobe?!” ma non venne nessuna risposta, il biondo rimase fermo al centro della stanza ormai distrutta.
“Sto parlando con te! Hai intenzione di spaccarti qualcosa?” ancora niente.
“Rispo-”
“Basta!” lo interruppe Naruto.
“Cosa?”
“Basta! Basta! Basta!” dicendo questo il biondo prese un soprammobile a caso e lo scaraventò con tutta la forza che aveva, non molta, contro il muro
“Ma che diavolo fai idiota?? E cosa -basta?? Si può-” lo strattonò per farlo girare e quando vide il suo viso gli morì il resto della frase in gola.
Naruto aveva gli occhi rossi tipici delle persone che avevano pianto fino a non poterne più, il fiatone e tremava come se avesse le convulsioni e dovesse collassare da un momento all'altro. Insieme al resto del suo aspetto, in quel momento sembrava un bambino nel corpo di un adulto.
Portava i pantaloni di una tuta a caso che ormai, dato che un giorno vomitava e l'altro non mangiava proprio, gli erano di almeno due taglie più grandi. Anche la maglietta arancione sembrava essere stata presa per un'altra persona dato che ce ne sarebbero potuti stare due di Naruto dentro, tanto era dimagrito. I capelli, pochi ciuffi rimasti intatti ma che avrebbero perso presto la battaglia come i loro simili, erano rasati a zero.
Si, un bambino tanto triste. Quello che non si era mai permesso.
“Che diavolo vuoi tu?” il biondo si allontanò da Sasuke guardandolo con odio. Per la prima volta da quando si conoscevano.
“Ehi datti una calmata!” si alterò il moro. Non gli piaceva essere guardato così da Naruto. Sapeva, lo stava studiando, che quella era una crisi nervosa in piena regola ma ciò non toglieva che faceva male al cuore. Poteva fargli tutto ma non guardarlo come se lo odiasse.
“Sparisci! Lasciami in pace!”
“No”
“Lasciami in pace!!” ripetè il biondo, ricominciando a piangere e cercando di allontanarsi sempre di più dal moro finché non andò a sbattere contro il muro, accucciandosi e ranicchiandosi come a voler sparire dalla stanza. Dal Mondo.
Sasuke si avvicinò piano, cercando di non spaventarlo.
“Sono qui”
“Non voglio”
“Me ne sbatto”
“Vattene”
“No”. Rimasero così per un pomeriggio intero. Il biondo accucciato in un angolo della stanza e il moro di fronte, in ginocchio. La stanza distrutta, come a voler simboleggiare ciò che era rimasto dell'animo di Naruto dopo tutto quel tempo.
“Sono stanco” sussurrò dopo ore di silenzio.
“Lo so”
“Tanto stanco”
“Lo so”
“Vorrei dormire”
“Lo so”
Non ne parlarono più.
Il giorno dopo la stanza era di nuovo pulita e in ordine.

Entrati nella stanza Sasuke vide l'espressione di Naruto. Era spenta, lontana, persa da qualche parte che non era sicuramente quella stanza d'isolamento del reparto di Ematologia dell'ospedale.
Ma durò solo un attimo perchè subito si voltò verso il moro e gli disse:
“Mica male la suit eh? Guarda, ho anche la tv in camera! Meglio di un albergo!”
“Nh”
“Almeno per un po' non dovrò pensare a cosa mangiare! Cibo gratis!”
“Almeno ti insegneranno una dieta equilibrata, dobe” rispose quasi arrabbiato.
“Che hai?” gli chiese subito Naruto.
“Niente” gli rispose Sasuke.
“Bugiardo”
“Non ho niente” insistette il moro mentre appoggiava il borsone a terra e si avvicinava alla finestra della stanza. Non sapeva cosa fare, come comportarsi. Lui non era bravo in quel genere di cose, tirare su il morale agli altri, cercare di tranquillizzarli. No, lui era l'esatto opposto. Era Naruto quello bravo in quelle situazioni.
Una parte di lui voleva andarsene, probabilmente per cercare di mettere la testa sotto la sabbia e per avere un attimo di tregua fino al giorno dopo. Fare finta che tutto andava bene, almeno per una sera. Poi sarebbe tornato alla realtà.
L'altra voleva rimanere e vedere fino a che punto il dobe avrebbe continuato a comportarsi come se stesse andando in vacanza, invece di essere ricoverato per l'ultimo ciclo di chemioterapia con conseguente trapianto. Come se non stesse rischiando di lasciarci le penne, cosa già successa e che aveva intaccato non di poco sia la sua salute fisica che quella emotiva del moro.
Naruto, capendo la lotta interiore del suo compagno, cercò di tranquillizzarlo.
“Dai, non sarà poi così male. Non sarà una passeggiata ma almeno non mi avrai per casa per un po'. Non tutti i mali vengono per nuocere” terminò sorridendo sornione.
“Imbecille” fu l'unica risposta che ricevette.
“Così mi ferisci! Povero il mio cuore!”
“Ma la pianti di fare il demente per cinque minuti, o proprio non ti riesce di comportarti come uno della tua età??”
“Ehi, rilassati”
“Rilassati un par di palle! Guarda dove sei!” disse mostrando con un braccio la stanzetta bianca.
“Lo so benissimo dove sono, ma ciò non toglie che bisogna prenderla con filosofia no?”
“Con...filosofia...?” non poteva credere a quello che stava sentendo. “Ti è andato in pappa il cervello che ti è rimasto con le cure vero?”
“No, direi di no...credo che il criceto sia ancora qui da qualche parte” disse grattandosi la testa col dito.
E la bomba scoppiò. In tutta la sua potenza.
“Tu non sei tanto normale. Come ho fatto a darti corda fino adesso ancora non l'ho capito. Non capisci nemmeno quello che sta per succedere, ti comporti come se stessi andando in gita scolastica. CRESCI DANNAZIONE!” terminò col fiatone, come se avesse corso cento kilometri e guardandolo come se volesse staccargli la testa a suon di sberle.
Il biondo lo guardò per la prima volta con uno sguardo talmente serio da non sembrare nemmeno lui.
“Sono cresciuto da un pezzo Sasuke. Credi davvero che mi piaccia venire qui ogni venti giorni, essere chiuso in questa specie di sgabuzzino e guardare tutta quella gente fuori che se ne va? Sulle proprie gambe? sana? No, Sasuke, sei tu che devi crescere"gli diede le spalle, facendo capire al moro che la sua presenza non era gradita e sussurrando una frase che si incise nella sua anima a fuoco.

”il mondo non si ferma per te. Al mondo non gliene frega niente di quanto tu stia male o bene. Il mondo non si ferma... quindi perchè dovrei farlo io?”


continua


Bene! E anche questo capitolo è andato! Il prossimo è già in stesura e spero vivamente di non metterci altri due anni a pubblicarlo! Purtroppo è molto complicato per me mettere su carta tutto quello che ho in testa, chiedo venia!
Alla prossima!






  
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