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Autore: Christine_Heart    13/05/2015    1 recensioni
«Il tempo è sempre troppo breve per chi ne ha bisogno ma per coloro che amano dura per sempre.»
***
Extra dedicato ad un giovane Balthazar e a un piccolo Salomon.
Cosa accadrebbe se i due protagonisti fossero semplici essere umani, e non più maghi?
Scopritelo a casa di un amorevole zio.
***
Collegato in parte alla fan-fiction Cuori Imperfetti.
***
[Contest sfida] [AU]
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 9
 

«Balthazar, siamo tornati.» sento pronunciare da Luke, mentre rientra in casa.
Lascia la porta aperta per permettere a Salomon di entrare, poi la richiude con gentilezza.
«Balthazar, lo zio ha preso la pizza!!!» esclama Salomon al settimo cielo.
E senza pensarci troppo svelto si fionda su per la scale.
«Salomon non correre così per le scale.» sorride Luke, seguendolo con passo moderato.
«Balthazar!!!» esclama felice entrando nella camera del fratello.
«Ciao!!!» mi saluta felice, mentre allegro salta sul mio letto, e senza pensarci si butta su di me per abbracciarmi il più forte possibile.
Io invece in tutta risposta mi rannicchio e urlo di dolore.

«Che cosa ho fatto?!» chiede subito spaventato mio fratello, spostandosi appena.
«Salomon ti avevo detto di fare piano.» gli dice Luke con dolcezza.
Poi lo prende in braccio, e lo rimette giù. Gli accarezza la testa e gli dice che va tutto bene.
«Balthazar che succede?!?» mi chiede subito Luke vedendomi dolorante.
«La schiena, mi fa male.» gli rispondo sudando freddo.
«Fa vedere.» mi dice sedendosi accanto a me.
«Zio c'è Salomon.» gli ricordo fermandogli le mani.
«E poi non mi fa così male, è solo indolenzita per la stabilità, lascia stare.» aggiungo poi, cercando di rimettermi giù. Ma il dolore sul mio volto era evidente.
«Hai dormito male?!» mi chiede Luke aiutandomi.
«Sì, mi svegliavo per poi riaddormentarmi di nuovo, e alla fine devo essermi messo giù senza pensarci e senza sistemare il corpo.» affermo stringendo i denti, una volta giù. 
Luke mi fissa per alcuni istanti, poi si sposta su Salomon e gli sorride con dolcezza.
«Salomon tranquillo va tutto bene.» gli dice gentile.
«Balthazar ha solo bisogno di un massaggio è rimasto fermo troppo allungo.» gli spiega.
«Tu nel frattempo perchè non vai a fare lo zaino, ti lavi mani e la faccina, così dopo mangiamo.» gli dice con un occhiolino e un sorriso sereno per tranquillizzarlo.
«Va bene.» annuisce il piccolo poco convinto.
«Vengo subito da te.» gli dice lo zio mentre con lo sguardo l'accompagna fuori.
Luke deglutisce appena, poi ritorna su di me.
«Non hai né tosse né febbre?» chiede preoccupato.
«No, ma sembro uno zombie lo stesso, vero?!» gli chiedo stanco.
«Non ti preoccupare, andrà meglio.» mi incoraggia lo zio, con un mezzo sorriso.
«Fa ancora molto male la schiena?!.» chiede dopo.
Annuisco cercando di rimane giù.
«Voltati.» mi dice cortese.
Mi aiuta a mettermi a pancia in giù, facendo attenzione a non stringermi troppo.
Poi mi alza la maglietta e mostra la schiena sfregiata.
Si riscalda le mani strusciandole una contro l'altra, poi le poggia delicate sulla pelle.
«Mani fredde?!?» chiede sentendomi teso.
Preme di nuovo, spostandosi di un paio di centimetri.
«Ti faccio male?!.» mi domanda ancora sentendomi più rigido.
Gli dico di no, ma intanto inizio a singhiozzare.
«Balthazar che cosa c'è, perchè piangi?!» chiede preoccupato.
«Nulla...ora mi passa.» rispondo, stringendo il cuscino.
«Balthazar...» mormora Luke capendo.
Toglie le mani e prendendomi per un braccio, mi fa sedere.
Si sposta verso di me e rimane fermo un attimo.
«Guardami...» mi dice alzandomi il volto.
«Va tutto bene.» mi dice con dolcezza.
Mi poggia le mani sul volto e mi guarda negli occhi.
«Perdonami sono stato indelicato.» mi dice accarezzandomi le guance.
«Tuo padre me l'aveva detto.» continua mentre mi asciuga un'altra lacrima.
«Ma non c'ho pensato, scusami.» aggiunge portandone via una seconda.
«Perdonami non volevo.» mi spiega gentile.
Non sposta il suo sguardo da me, mortificato per ciò che aveva appena fatto.
Non era sua intenzione riaprire vecchie ferite, e lo sapevo, ma non sono riuscito a trattenermi.
Non so se per vergogna o paura, ma l'idea di essere toccato di nuovo, ha fatto male.
«Ehi, va tutto bene.» mi incoraggia con un nuovo sorriso.
Annuisco mentre porto via le ultime lacrime.
«Lo so, lo so...» mormoro dispiaciuto.
«Non è successo nulla.» mi ripete lui sereno.
Mi sorride un ultima volta, raddrizzandosi e guardandomi tranquillo.
«Dai, vediamo di far passare il dolore.» mi dice alla fine accarezzandomi la testa.

 
Continua...
  
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