Serie TV > The Walking Dead
Segui la storia  |       
Autore: Ale78    13/05/2015    2 recensioni
La mia storia racconta ciò che immagino sia potuto accadere dopo che Daryl raggiunge la strada sterrata alla ricerca di Beth e vede una macchina poco illuminata che si allontana. Ricordo le grida strazianti del personaggio mentre chiama il suo nome. consapevole che non potrà raggiungerla e probabilmente non la vedrà più. Da qui ci ho ricamato un po' sopra... staremo a vedere.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daryl Dixon
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

31-  Soli  parte 1.

 

-Daryl-

 

Una volta asciugato e ripreso un po’ il controllo su me stesso, indossai dei jeans stinti che lei mi aveva fatto trovare fuori dalla stanza da bagno, assieme a una maglia grigia a maniche lunghe. 

 

-Ti vanno? 

 

-Perfetti. Non so come tu faccia, ma riesci sempre a trovare qualcosa della mia taglia.

 

Lei rise. – Forse ho solo un occhio allenato. Sei dimagrito. – aggiunse mentre mi sistemava il colletto. 

 

-Mi spiace. Avrei dovuto restare calmo, e invece… 

 

-…E invece sei un essere umano come tutti noi, signor Dixon. Quando ho iniziato a sospettare della cosa, anch’ io non l’avevo presa benissimo, ti dirò…

 

-Sei stata una roccia. Non hai lasciato trasparire il minimo sentore della tua preoccupazione. O forse io sono diventato un pessimo osservatore. Ti ammiro. Io avrei dato di matto, come poi ho fatto…

 

-E ora come stai?

 

-Ho pensato. La mia prima reazione sarebbe stata quella di fuggire insieme, ma se quello che…Sospettiamo, fosse vero, non posso rischiare che la tua vita sia messa in pericolo. Quindi, non potendo rifugiarci da Earl e dagli altri, bisogna che stia buono. Questa cosa non doveva capitare. Non doveva…

 

Le mie mani tremavano come foglie.

 

-Daryl. Prima di tutto, non sappiamo ancora se sono realmente incinta, - la guardai risentito che avesse usato quella parola, ma lei non diede segno di accorgersene. - Almeno usiamo le parole adeguate, poi nel caso fosse, tu non sei responsabile di niente. Sapevo a cosa andavo incontro quando…- arrossì. - Non sono una bambina, e se questa cosa fosse reale…

 

-Non sei sola. Sia chiaro. Ma devi considerare che la vita è cambiata e che non puoi affrontare questa cosa, come se nulla fosse…Se dovessi perderti…io…- strinsi i pugni come se avessi voluto disintegrarli.

 

-Daryl. Se davvero sono rimasta incinta, questo bambino verrà al mondo, e…

 

-Beth.- dissi duro - Ragioniamo con calma.. Hai visto anche tu cosa è successo a Lori! Non puoi pensare che io possa, davvero, affrontare serenamente un rischio del genere…

 

-Daryl – mi disse lei, calma, mentre cercava di catturare i miei occhi con i suoi.

 

-No Beth. Cazzo, non mi imbonirai sbattendo gli occhioni. Non stavolta. Se qualcosa andasse storto, e tu dovessi.. Non metterò la tua vita in pericolo, per una tua fantasia adolescenziale del cazzo. E a queste condizioni poi…Dustin non ci lascerà mai andare, e ora ha quello che vuole.

 

-La vuoi piantare? – mi interruppe lei, decisa. – Ma non ti accorgi che stai prendendo tutto per il lato sbagliato? Non sappiamo ancora se è vero. Non abbiamo idea di come protrebbe finire, e nemmeno quali siano le reali intenzioni di Dustin. Voglio dire, ieri sera avrebbe potuto fare di peggio, e invece… Cerchiamo di prendere una cosa per volta. Ti prego. E cerca soprattutto di vedere le cose, anche dal mio punto di vista…E’ una cosa bellissima, un vero miracolo, che a dispetto di tutte le cose brutte che stanno accadendo al mondo, e a noi in questi mesi, sia avvenuto questo. Ora, ancora non so nemmeno io cosa succederà, e se davvero fosse tutto vero, non posso catalogare la cosa, come un errore di un adolescente. Perché quello che è successo fra noi è reale, quanto gli erranti là fuori, e non voglio buttare via ogni cosa perché tu ritieni che sarebbe un errore. E’ solo così che Daryl Dixon considererebbe suo figlio? Un errore? Un calcolo da estirpare? E se dovesse davvero succedermi qualcosa, e ti giuro che non lo vorrei, a maggior ragione, ora, cosa farai? Lo abbandonerai? E solo perché sei troppo spaventato? Non ritenendo di essere in grado di accudirlo? Sarebbe la cosa peggiore che potresti fare alla mia memoria.

 

Le puntai deciso un dito contro. –Beth, dì un’altra parola…- la minacciai- Non ti permetterò di mettere a rischio la tua incolumità…

 

-Non sei tu il solo a decidere, Signor Dixon! Anzi ti dirò di più, - mi ammonì decisa, - Se continui ad adottare questa linea di condotta, non deciderai davvero nulla. 

 

La nostra conversazione fu interrotta bruscamente da Stewart e Dustin che ci interruppero bruscamente, lasciando il gelo nella stanza. 

 

-Buongiorno picciocini! 

 

Aveva lo stesso modo di fare, strafottente, di Merle, quando voleva farsi odiare, o pestare. 
 

Insopportabile. 

 

-Scusate se vi interrompo in maniera così inopportuna, - continuò mio padre senza colpo ferire, per niente disturbato dalla mia espressione contrita. – Ma, il nostro Stewart, mi ha messo al corrente degli ultimi avvenimenti e pare proprio che, la notizia, potrebbe essere confermata..Allora, ragazzo, non sei proprio così inutile quanto credevo?!

 

Finsi di non sentirlo per evitare di spaccargli la faccia davanti a dei testimoni. 

 

-Perché siete qui? – senti Beth chiedere con, fredda e studiata, cortesia. 

 

-Dunque, ho una proposta che potrebbe metterci tutti d’accordo.  Per quanto il vostro amico Rick sia un osso duro, il capo del campo al fiume, è un certo Earl e lui, pare molto più condiscendente del vostro amico, riguardo la vostra situazione.

 

-Sentiamo. – dissi spiccio.

 

- Beth, il tuo dolce angelo – aggiunse con scherno - Torna a casa, anche oggi se necessario, in modo da farle passare questi mesi nella più totale tranquillità. Tu puoi decidere cosa vuoi fare.

- osservò sfidandodomi- O resti qui come prigioniero, metti  davvero il cuore in pace, e ti rassegni a sottostare ai miei ordini e sei fedele, e allora, ma solo a quel punto, col tempo, potrei ache lasciarti passare dei tempo al vostro campo insieme… oppure…

 

-Ho già accettato tutte le tue condizioni. Se Beth potrà tornare a casa, per me è ancora meglio…

 

-Ma quanto è stoico, quest’uomo, Tesoro!- mi schernì Dustin, dandomi una confidenziale pacca sulla spalla, come se fossimo davvero in una situazione padre e fglio, normale. – Ma non è così semplice. Se Earl non si opporrà a uno scambio del genere, il vostro amico Rick non permetterà che lasciate più il campo, una volta che avrò lasciato Daryl venirti a trovare. – disse rivolto a Beth - Quindi occorre che parli con quella testa calda del vostro leader. Sono certo che troveremo un accomodamento. D’altronde non posso nemmeno lasciare che voi due, siate separati troppo a lungo.  Sai biondina, gli uomini sono volubili, io ne so qualcosa…e Amaral, credo, si prenderà molta cura del nostro Daryl, non appena tu sarai tornata a casa…

 

-Mi fido ciecamente di Daryl. – la sentii dire sicura guardando Dustin dritto in faccia.
Stewart rise, guardando la faccia di Dustin, ma lui lo freddò, con un'occhiata eloquente.

 

- Cosa ne dite? – si ricompose in fretta mio padre. – Ho fatto convocare Rick, entro oggi, per discutere i termini dell’accordo. 

 

- A me va bene qualsiasi condizione, basta che la possa vedere e che lei sia al sicuro. – lo dissi sicuro e con convinzione, ma il ghigno sulla faccia di mio padre, mi tolse presto, la sicurezza.

 

- E’ esattamente ciò che volevo sentirti dire. 

 

- Beth -

 

Non impazzivo all’idea di essere separata da lui proprio in un momento che, se confermato, avrebbe segnato le nostre vite per sempre, ma l’idea di poter passare un po’ di tempo in pace, senza lo stress di dover difendersi con le unghie e i denti, per mantenere le più piccole libertà, era stranamente incoraggiante.
Daryl si stava sacrificando, di nuovo, per tenermi al sicuro, ma questa volta non lo avrebbe fatto solo per me. 

Rick arrivò alle due del pomeriggio accompagnato da Glenn.  L’incontro fra lui e Dustin si svolse a porte chiuse, al termine del quale, un Rick Grimes parecchio incacchiato e molto nervoso, uscì dalla porta dello studio di Dustin sbattendola.. Lo vidi attraversare il cortile e andare diritto verso Daryl puntandogli, quasi minaccioso, un dito contro. 

 

Vidi – da dove mi trovavo, non potevo sentire ciò che si stavano dicendo, o almeno non tutto.-  Rick che spintonava Daryl, come a spronarlo, ma lui non reagì, e tenne la testa bassa. Poi Rick lo abbracciò e, per la prima volta, vidi il nostro scontroso arciere, ricambiare quel gesto, abbracciando lo sceriffo a sua volta.  Vidi le loro teste avvicinarsi, e Rick che gli stringeva il collo, in un gesto confidenziale e fraterno, e gli assestava una pacca sulla spalla. Daryl che annuiva. 

 

Poi fu il mio turno per i saluti. Avevo il cuore che pesava come un macigno. 

Quando lui arrivò nella stanza si fermò ad almeno tre metri da me. 

Sentivo il suo nervosismo da dove mi trovavo. 

 Tipico di Daryl. Se la cosa emotivamente non era accettabile, lui si sarebbe trincerato dietro ad essa, usandola contro gli altri. 

Avrei sofferto, ma questa volta, sapevo che anche lui provava le stesse cose, e ciò era inacettabile, ormai, per il mio cuore. 

 

-Stewart dice che non appena ci saranno i risultati, sarai informata, anche se d un esame preliminare dei primi dati, ecco.. .Sembra proprio  che abbiamo combinato un bel casino.- aggiunse guardandosi i piedi, imbarazzato.

 

-Finiti questi convenevoli da educanda, - lo apostrofai trovando una forza che non credevo di possedere. – Vorresti, per piacere, fare questi tre passi verso di me, colmando lo spazio che ci divide, e abbracciarmi? Non credo ti rivedrò molto presto e la cosa, nonostante tu stia cercando di minimizzarla, non farà bene a entrambi. 

 

Fu a quel punto che Daryl, ma quello che avevo conoscuto alla prigione, quello irruento e deciso, colmò lo spazio che ci divideva stringendomi fra le  braccia, senza dire una sola parola. 

Quando mi lasciò, notai che qualcosa era cambiato nei suoi occhi. 

Era lontano, già mille miglia da me, era tornato nel suo ruolo: era nuovamente, il sopravvissuto senza speranze, né amici e nessuna famiglia che era stato prima, ma prima ancora, che tutta questa storia degli zombi prendesse il sopravvento. 

 

Si staccò da me e mi guardò per un lungo momento, poi annuendo, fece per voltarsi, ed andarsene. In quel momento qualcosa scattò in me, e lo abbracciai, proprio come avevo fatto davanti a quella distilleria calndestina, un secolo prima, stringendolo e sussurrandogli al’orecchio.

 

Mi mancherai immensamente. Torna presto da me. 

 

Sentii il suo respiro perdere qualche colpo e il suo cuore accelerare. ma non si voltò.  Mi strinse le mani, che gli cingevano i fianchi, sciogliendo l’abbraccio, e poi inforcò la porta senza voltarsi. 

 

Sapevo, questa volta, che non sarei stata la sola a soffrire di questa separazione,ma solo in quel momento capii la portata reale della cosa, e scoppiai a piangere, cadendo in ginocchio, fu così che Glenn e Rick mi trovarono quasi mezz’ora dopo.

 

-Tirati su e raccogli le tue cose. – esordì Rick senza guardarmi. – Voglio muovermi prima dell’imbrunire, non staremo qui un minuto in più. 

 

-Rick…- fu Glenn che mi aiutò ad alzarmi e raccogliere il mio zaino. – Guardala.

 

Rick a quel punto, riprese contatto con se stesso e la rabbia, che provava per Dustin e tutta la sua congrega, che vedevo nei suoi occhi,  si diradò. Mi abbracciò stretta. 

 Un gesto confidenziale che immediatamente, non ricambiai, tanto ero disorientata. 

 

-Lo riporteremo a casa quanto prima, Beth… quello stronzo di Dustin, non l’avrà vinta, ma ora, dobbiamo pensare a portare te al sicuro, lo capiscI? 

 

Annuii nell’incavo della sua spalla e mi asciugai le lacrime. Dovevo essere forte, come mai ero stata prima. 

 Quel pomeriggio stesso, lasciammo il campo di Dustin, abbandonando Daryl, laggiù, solo. 

Dustin mi venne salutare, con Stewart. 

Daryl non si fece vivo, ma dubito gli fosse stato imposto, ma mentre abbandonavamo la recinzione più esterna, Rick mi fece notare uno strano scintillio su uno dei tetti delle costruzioni più esterne e lì lo vedemmo.
Una sagoma scura, stagliata contro l’orizzonte, con la mano alzata…

 

Rimasi a fissarlo per un tempo non meglio precisato, poi i miei compagni di viaggio mi fecero muovere. 

Arrivammo in prossimità del nostro campo che ormai era l’imbrunire.

 

Non feci in tempo a entrare dal cancello più esterno, che Maggie, la mia sorella maggiore, che avevo lasciato quasi in stato di semincoscienza in un' infermeria, l’ultima volta che l’avevo vista, mi saltò al collo, facendomi quasi cadere. 

 

-Ommiddio… ommioddio… Tesoro. Beth.  

 

Mi abbracciava e accarezzava continuando a tenermi accanto a sé.

 Ero felice di vederla, ero felice di rivedere tutti loro. 

Carl mi abbracciò come solo un adolescente impacciato poteva fare, e quando rividi Carol, non riuscii più a trattenermi e piansi.
Poi la Dorttoressa Morton, Earl, e la piccola Judith, che di piccola ormai aveva ben poco, e tutti gli altri.  

Alla fine, ormai stremata, fui accompaganata da Rick verso quella che era stata la mia prima casa, da quando avevamo lasciato la fattoria.  La nostra casetta accanto al fiume, di Daryl e mia, il luogo dove tutto era iniziato.  Non ci mettevo piede ormai da mesi, e tutte le cose che erano là dentro, sapevo che parlavano di lui. 
 

Sarebbe stata davvero durissima. 

 

-Mi spiace che tu debba affrontare tutto questo sola, ma se vuoi dormire o da noi o da Maggie e Glenn sei la bemvenuta. Carl mi ha chiesto di dirti che se ti poteva fare piacere, avrebbe potuto dormire nella stamza di Daryl per farti compagnia..almeno i primi giorni. 

 

-No Rick. Devo arrangiarmI. Devo fare i conti con questo posto, se non altro, per quando Daryl, verrà a trovarmi. 

 

Rick mi abbracciò di nuovo e si avviò verso casa sua.

 

Ero a pezzi ed emotivamente provata. Avevo bisogno di stare sola e di rimettere almeno un poco, le idee, in fila. 

 Sospirai e mi risolsi a entrare.  Feci un malinconico giro della casa poi mi accoccolai sul divano, dove avevamo passato la nostra ultima notte insieme. 

Mi appisolai fra le lacrime non so per quanto, ma fu un sonno agitato e costellato da ombre.
Poi sentii qualcuno bussare. 

Guardai fuori dalla finestra. Tutto era ancora buio e scuro. Andai ad aprire, e mi trovai uno Sean imbarazzato, moto più magro di come lo ricordassi, e con un giglio d’acqua fra le mani. 

 

-Sean - dissi strofinandomi gli occhi, sperando non si vedesse che avevo pianto.

 

-Ciao Beth. Scusa l’orario infame. E’ che ero in pattuglia, poi ho saputo che eri ritornata, e…

 

-Quello è per me? – dissi indicando il giglio d’acqua che Sean teneva fra le mani. 

Solo allora notai che aveva i pantaloni bagnati fino al ginocchio e oltre, quelle piante non crescevano certo sulla riva. – Prenderai un malanno.

 

-No. Figurati, non è nulla. Si, il fiore era per te.- me lo porse -  Bentornata. 

 

Restammo in silenzio per qualche secondo, senza avere quasi nulla da dirsi, per poi parlare contemporaneamente. 

 

-Posso offrirti qualcosa? Anche se non so…
 

-Ora è meglio che vada…

 

Scoppiammo a ridere.

 

-Devo andare, è tardissimo. E mia madre ancora non sa che siamo tornati. Ci vediamo nei prossimi giorni. Sono felice che tu sia qui, anche se, spero davvero che Capitan America, torni presto fra noi. 

 

Abbassai gli occhi ricacciando indietro le lacrime.

 

Sean si rese conto dell’empasse in cui eravamo caduti, e mi diede una pacca sulla spalla.

 

-Le cose si aggiusteranno. Notte Beth.

 

Rientrai in casa e mi ricacciai sul divano. Stavolta mi addormentai e crollai in un sonno senza sogni. 

 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Walking Dead / Vai alla pagina dell'autore: Ale78