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Autore: skeight    02/01/2009    10 recensioni
Chi ha letto Death Note sa che la principale qualità di Light Yagami non è l'intelligenza, ma la fortuna. Per questo ho deciso di scrivere questa serie di dieci one-shot in cui è proprio la buona sorte a difettare, in misura letale, al nostro giovanotto. Le dieci storie sono molto diverse, alcune umoristiche e altre drammatiche, alcune what if e altre in the middle, ma tutte accomunate da una cosa: Light finisce male. Dedicate a tutti coloro che non sopportano la boria del "dio del nuovo mondo" [vista la diversità delle one-shot, le avvertenze le metto all'inizio di ogni capitolo]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri personaggi, L, Light/Raito
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Titolo del capitolo: La scelta di Rem

Titolo del capitolo: La scelta di Rem

Genere: malinconico, introspettivo

Personaggi: Light/Raito, Rem, Misa

Rating: verde

Avvertimenti: what if?, spoiler per chi non ha letto sino al volume 7 o alle corrispondenti puntate dell’anime

 

“Ascoltate. Il dio della mor… uh…”

L si interruppe. Il cucchiaino che stringeva tra le dita iniziò a tremare.

“Mmmh? Che ti prende, Ryuzaki?” chiese il sovrintendente Yagami.

Il cucchiaino cadde a terra. Un istante dopo, anche L lo seguiva verso il suolo, evitando l’urto solo grazie a Light, che si lanciò a sorreggerlo. Ma non era carità: grazie a quell’abbraccio, quasi fraterno ad occhi esterni, L negli ultimi secondi della sua vita potè vedere il sorriso di trionfo di Kira.

Allora… non mi ero… sbagliato… però…

Poi più nulla.

 

“Ryuzaki! Ehi! Ryuzaki!”

I membri della squadra investigativa erano sconvolti e paralizzati. Light lanciò un urlo disumano.

“C-calmati, Light!” balbettò il sovrintendente. Non poteva sapere che, nell’ondata di panico che aveva investito i presenti, suo figlio era l’unico ad essere totalmente padrone di sé.

“Ucciderà anche noi!” gridò Light “Watari… Ryuzaki… e ora tocca a noi!”

Quelle parole diedero il via libera al terrore dei poliziotti. Proprio quello di cui Light aveva bisogno per poterli manipolare a piacimento, ora che L era finalmente morto.

Era stato un trionfo. Il suo trionfo. Aveva saputo utilizzare l’intuito di L e l’attaccamento di Rem a Misa, e piegarli ai suoi fini.

L aveva capito subito che nelle parole scritte sul quaderno sottratto a Higuchi c’era qualcosa che non andava. In particolare, la regola dei tredici giorni mandava a monte tutti i suoi ragionamenti su Light e Misa, o almeno così speravano i poliziotti della squadra, ansiosi di scagionare i due giovani. Ma Misa era coinvolta, c’erano prove schiaccianti, per quanto gli altri le avessero dimenticate, e L non le avrebbe lasciate svanire.

Ma c’era Rem. Rem odiava Light, ma Light era amato da Misa, e Rem non avrebbe permesso che Misa soffrisse. Come potesse un dio della morte essere vincolato in maniera così assoluta dai suoi sentimenti per un’umana Light non sapeva spiegarselo, ma era una fortuna per lui: Rem avrebbe fatto qualsiasi cosa per salvare la vita di Misa, anche se questo avrebbe significato la sua morte, perché agli shinigami non è concesso di allungare le esistenze umane, solo accorciarle.

E infatti le cose erano andate proprio come aveva previsto: L aveva fatto le domande più intelligenti per avvicinarsi alla verità, e aveva deciso di testare il quaderno per verificare la regola dei tredici giorni: così avrebbe scoperto che era falsa, e per Misa si sarebbero riaperte le porte della prigionia. Ma Rem non lo aveva permesso, e aveva ucciso Watari e L, condannando così a morte anche se stessa. E Light aveva finalmente sconfitto il suo nemico mortale, e allo stesso tempo si era sbarazzato di un dio della morte che lo odiava. Non aveva più nulla da temere.

Ora, mentre simulava panico e rabbia, nella sua mente si deliziava con sadici interrogativi: chissà come moriva un dio della morte?

 

Non lo avrebbe mai saputo. Perché Rem era viva.

Certo, per qualche istante era stata sul punto di sacrificarsi, e il piano di Light sarebbe andato esattamente come egli aveva previsto. Ma si era bloccata in tempo, e aveva riflettuto.

Era uno shinigami. Un dio della morte. Poteva sottostare alle regole del suo mondo, ma perché doveva obbedire a quelle degli umani? Farsi guidare dai suoi sentimenti fino all’estremo sacrificio? Ideale che, per inciso, gli umani professavano ma di rado praticavano. E avrebbe dovuto farlo lei? E per cosa?

Per il bene di Misa, sì. Per quella ragione lo avrebbe fatto, nonostante l’assurdità. Ma che razza di bene era, per Misa, vivere alla mercé di un uomo cinico e egotista come Light, che la disprezzava e la sfruttava a piacimento per i propri fini? Nessuna donna poteva essere felice così, eppure Misa lo era, perché il suo amore per Light era così totalizzante che, se lui fosse morto, la sua vita avrebbe perso ogni significato.

O no?

Rem aveva imparato a conoscere Misa, ma c’erano aspetti del suo carattere che ancora costituivano un mistero: a volte mostrava acume e forza di volontà superiori alla media, per quanto più spesso mostrasse solo il suo lato ingenuo e succube di Light. Ma allora c’era la possibilità che trovasse in se stessa la forza di vivere anche senza il suo amato?

Quando L aveva annunciato di voler testare il quaderno, Rem aveva capito di doverlo uccidere. Se si fosse limitato a lui, sarebbe morta di sicuro, per aver salvato Misa. Ma se oltre a L e Watari avesse ucciso anche Light, cosa sarebbe accaduto? Se Misa avesse saputo reagire a quella morte, allora anche Rem sarebbe perita, per averle allungato la vita; se invece si fosse spenta per il dolore, Rem avrebbe vissuto. Nessuna delle due possibilità era molto piacevole, ma entrambe erano migliori dell’alternativa, risparmiare Light: l’odio per quel giovane presuntuoso che credeva di poter ingannare gli dei della morte era più forte dell’amore per Misa. E Rem avrebbe protetto quest’ultima dai pericoli esterni, ma non da se stessa. Così aprì il suo Death Note e, dopo aver scritto i nomi di Watari e L, aggiunse quello di Yagami Light.

“Ora tocca a te, Misa” mormorò, chiudendo il quaderno “Decidi tu se devo vivere o morire

 

“Ora tocca a noi!”

Quel grido aveva seminato scompiglio e terrore nella squadra investigativa, ma nel gridarlo Light sapeva bene che non sarebbe successo niente. Così, quando pochi secondi dopo si accasciò a terra a fianco di L, stroncato come lui da un arresto cardiaco, sul suo volto più che paura era dipinto un immenso stupore.

 

Più di un minuto era passato, e Rem non si era dissolta in un mucchio di sabbia. Era viva, destinata a vivere; quindi Misa non si sarebbe ripresa dalla morte di Light.

“Così sia” mormorò Rem, alzandosi in volo per tornare al regno dei morti, lasciandosi dietro solo tre cadaveri, e una lacrima.

 

 

NOTE

Rieccomi con la mia fanfiction, sperando che questo capitolo vi piaccia^^ già che ci sono, ne approfitto per fare il punto del lavoro: delle dieci storie ne ho scritte sei, tre ce le ho già in mente e devo solo metterle su carta, per l’ultima sono ancora nel buio, ma inizio a sviluppare un’idea. Abbiate pazienza e nel giro delle prossime settimane le pubblicherò tutte! Intanto, ringrazio le fedeli commentatrici.

Benny Chan: sono contento che ti sia piaciuta la gag tratta da 300, su Facebook non ha avuto molto successo XD

L i a r: Near puccioso-per-calcolo mi ispirava troppo, dovevo assolutamente inserirlo!

Winry90: e mica ti devi scusare per non aver recensito  la storia precedente! I tuoi commenti mi fanno semprem olto piacere^^

AngelVirtues: sempre troppo buona, e comunque resta sintonizzata, la storia in cui Light sarà ridicolizzato al massimo deve ancora arrivare…

Hoshimi: buon anno in ritardo anche a te! E fai la brava XD

Mugen: in effetti per quell’omicidio non ci si poteva limitare al carbone XD

Prof: sempre troppo gentile, grazie mille J

Rebel Girl: contento ti sia piaciuta

Nee_Chan: Matsuda sembrava fatto per quella frase XD

LightAngel_93: non ho visto Futurama, mi sono ispirato all’immagine che ho inserito nelle note, ma comunque a me Near sta simpatico, se non altro perché da a Light quel che merita XD

Grazie ancora a tutti/e, e alla prossima!

   
 
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