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Autore: Ramo97    15/05/2015    2 recensioni
I Mangiamorte che erano stati catturati con tanta fatica dagli Auror evadono misteriosamente. Toccherà allora a Harry Potter, il Prescelto, ora capo dell'Ufficio Auror a dare loro la caccia.
Mentre Harry tenta di evitare una nuova catastrofe, anche Draco Malfoy si interesserà alla vicenda, trovandosi ben più invischiato di quanto lui credeva di essere.
Ma i Mangiamorte, aiutati da un inquietante personaggio, vogliono tentare l'impresa più pericolosa di tutte: entrare a Hogwarts e prendere qualcosa (o qualcuno) che dicono che gli spetta, proprio nel primo anno di scuola di Teddy Lupin, il figlio orfano di Ninfadora Tonks e Remus Lupin.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Nuovo personaggio, Ron Weasley, Teddy Lupin | Coppie: Draco/Astoria, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ted Lupin'
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Diagon Alley

 

La cosa che odiava di più di Victoire era come dormiva: se si voleva dormire in un letto ad una piazza in due, come minimo ci si sarebbe dovuti distendere verticalmente. Lei, al contrario, si raggomitolava su se stessa e si metteva in diagonale, relegando Teddy sull'orlo del letto, a rischio caduta ad ogni minimo movimento. Per qualche miracolo, quella notte riuscì a non cadere.
La sera prima Victorire era venuta in camera sua dicendo che aveva avuto un incubo e non voleva dormire sola. La nottata era finita con lei che non aveva dormito sola, ma aveva dormito solo lei.
- Scusami – fu la cosa che biascicò la mattina prima di andare a fare colazione. Teddy, invece, si era rifiutato ed era restato a letto.
Dopo un'ora o due di sano sonno era stato svegliato da Harry.
- Buongiorno campione! - disse sbattendo la porta, provocando un grugnito dal ragazzo – è l'ora di alzarsi.
- Lasciami stare Harry, non ho dormito stanotte – rantolò.
- Ci credo, avevi una donna nel letto.
- Sinceramente, quando penso a dormire con una donna, me la immagino in modo molto diverso.
Harry sorrise, scompigliandogli i capelli – Dai alzati, oggi bisogna andare a Diagon Alley  a prendere la bacchetta!
Se glielo avesse detto in un altro momento, Teddy avrebbe fatto i salti di gioia, ma in quel momento il suo unico desiderio era il letto.
- E' solo un pezzo di legno.
Harry rise – C'è anche Victoire.
- Lei è un pezzo di qualcos'altro – biascicò Teddy, facendo ridere ancora di più il suo padrino.

 

Arrivarono a Diagon Alley tramite il camino del Paiolo Magico.
Odiava viaggiare con la Metropolvere. Anzi, in quel momento odiava tutto. Se non dormiva il giusto era intrattabile.
Naturalmente Victoire era venuta con lui, nonna Dromeda e Ron (che era lì per fare da guardia del corpo), e si comportava come se non fosse successo niente. Per forza, lei aveva dormito.
Dannati i suoi incubi, la volta successiva avrebbe dormito con Fred, oppure il primo incantesimo che avrebbe fatto con la bacchetta non sarebbe stato certo uno per far volare una piuma.
- Teddy, tutto bene? - chiese sua nonna, guardandolo preoccupata.
- Sì – biascicò lui – ho solo dormito poco.
Victoire, che camminava di fianco a Ron, scoppiò a ridere. Cosa aveva da ridere? Teddy non era un ragazzo particolarmente guerrafondaio, ma in quel momento stava per scatenare la Terza Guerra Magica.
- Allora, campione – disse Ron, cercando di spezzare la catena di risposte monosillabiche del ragazzo – contento di andare a Hogwarts?
- Le donne possono entrare nel dormitorio maschile?
- Teddy! - scattò Andromeda scandalizzata, mentre Ron scoppiò a ridere.
- No, mi dispiace.
- Bene allora è un posto bellissimo. Posso andarci in questo preciso istante?
- Dai, Teddì – disse allora Victoire, imitando la pronuncia di sua madre – non essere così scontroso.
Teddy le stava per saltare addosso, ma per fortuna arrivò Hannah.
La moglie di Neville abbracciò Ron e scompigliò la testa di entrambi i ragazzi.
Teddy aveva troppo sonno per avere qualsiasi tipo di reazione, anche se probabilmente quella scompigliata lo aveva pettinato e basta, Victoire, invece, la stava per uccidere;  anche se aveva solo nove anni, sua madre la aveva cresciuta fin da piccola a curare molto il suo aspetto fisico, il che le faceva odiare tutti, Hannah in primis, quelli che osavano metterla in disordine. Stavolta fu Teddy a sorridere.
- Cosa ridi? - squittì lei, mentre si allontanava dal mostro che le aveva distrutto l'acconciatura.
- Niente. Bei capelli! – rispose e Victoire iniziò a passarsi le mani ossessivamente tra i capelli sussurrando in continuazione – Io la ammazzo.
Hannah, intanto, era indaffarata a parlare con Ron e Andromeda.
A Teddy era sempre stata tanto simpatica: la trovava un po' pazza, come suo marito d'altronde, ma fin da piccolo aveva passato molto tempo con lei al Paiolo Magico e lei continuava ad offrirgli Cioccorane.
- Benvenuti signore e signori! - urlò all'improvviso Neville, spuntando da dietro un angolo – cosa vi porta a Diagon Alley?
Ecco, Teddy lo aveva detto che era matto.
Harry quando raccontava di lui da giovane lo descriveva come timido. Ora invece era una persona estroversa, molto estroversa, a volte anche fin troppo. 
- Accompagniamo Teddy a prendere le cose per Hogwarts.
- Davvero? Ho sentito che il professore di Erbologia è un gran bell'uomo!
- Io invece lo trovo proprio brutto – commentò Hannah.
Neville finse di arrabbiarsi, ma si sciolse quando lei lo baciò.
- Ragazzi, dai venite, mia moglie adesso ci offre a tutti un Whisky Incendiario. 
Ron sorrise e prese la mano di Victoire – Forse è meglio se andiamo, non vorrei ubriacarmi proprio quando devo fare la guardia del corpo.
Il sorriso gioviale di Neville sparì.
- E' per i Mangiamorte?
Nonna Andromeda annuì – Ronald ci accompagnerà per tutto il giorno. Non credo che attacchino a Diagon Alley, ma comunque è meglio avere uno dell'Esercito di Silente con noi.
- Non sono una grande protezione – rispose Ron arrossendo.
- Su Ronald – lo rimbeccò subito Andromeda – hai ricevuto un Ordine di Merlino Prima Classe, non è una cosa da niente. Non fare il modesto.
- E hai una carte nelle Cioccorane – intervenne Victoire – zio, tu sei forte!
Ron ormai era diventato un peperone, mentre Hannah e Neville avevano acquistato un sorriso indecifrabile in faccia. Fu Andromeda a mettere fine a quella situazione, prendendo i ragazzi e il peperone e, dopo aver salutato, a portarli dentro il viale di Diagon Alley.

 

Teddy amava Diagon Alley. La associava sempre ai colori, al divertimento e alla famiglia. Ed eccola la sua famiglia, l'unico altro membro ancora in vita.
Lyall Lupin avanzava verso di loro a passo molto veloce. Era un anziano sulla settantina, leggermente ingobbito e molto magro con una grossa pelata sulla testa, contornata da una striscia di capelli sui lati, con gli stessi occhi di Teddy. Ted poteva cambiare il colore, ma si era sempre sentito in pace con quei occhi. Lo facevano sentire vicino a suo papà.
Il nonno procedeva spedito, usando il bastone con cui avrebbe dovuto sorreggersi come uno da passeggio, e arrivò ben presto davanti a Teddy e gli altri.
- Buonasera – disse con tono cerimonioso mentre stringeva la mano a Ron e alla nonna e tirava un buffetto a Teddy e Victoire.
- Ciao Lyall – rispose Andromeda – come vedi ci siamo un po' allargati.
- Ho visto: due Weasley, giusto? A cosa dobbiamo l'onore?
Ron gli sorrise – Sono qui a fare la guardia del corpo. Victoire invece non so bene perché sia qui, sarà perché c'è Teddy!
- Zio! - gridò la diretta interessata, arrossendo violentemente.
Lyall ridacchiò, tirando un'atra pacca a Teddy – Noi Lupin siamo sempre stati dei dongiovanni.
Anche Teddy arrossì. Non sopportava quando gli adulti prendevano in giro lui e Victoire, dicendo che erano innamorati, eppure sembrava che loro ci provassero gusto. E poi non era neanche vero che i Lupin erano dei dongiovanni: suo padre si era sposato a trentasette anni senza aver avuto relazioni precedenti, mentre suo nonno, per far colpo su una ragazza, aveva finto di averla salvata da chissà quale mostro, quando, in realtà, era solo un Molliccio.
- Dai nonno, per favore...
- Non hai dormito stanotte? - chiese Lyall.
- Non tanto.
- Caro ragazzo, si nota. Ogni volta che non dormi sei conciato in questo modo. Vedi ad Hogwarts di andare a letto presto o affatturi tutti.
Teddy sorrise, suo malgrado. Suo nonno sapeva sempre come prenderlo e come comportarsi. Forse dopo un figlio licantropo, poteva gestire qualsiasi tipo di bambino.
- Non sarebbe l'ora di andare? Tra un'ora c'è la pausa pranzo. E dobbiamo ancora prendere tutto – si intromise Ron.

 

Pile di scatoline arrivavano fino al soffitto in uno spazio angusto. Teddy non sapeva bene se quello che stava provando in quel momento era timore o claustrofobia.
Quando gli avevano parlato di Olivander, si era immaginato un negozio enorme con molti commessi, luminoso, lussuoso e ordinato. Mai si sarebbe aspettato una cosa del genere. Il posto era una Tana versione negozio.
Due uomini gli vennero incontro: uno era molto anziano, mentre l'altro era una giovane alto, moro e ben piantato. Appena il vecchio vide Ron, si catapultò a stringergli la mano calorosamente e Ron, ovviamente, arrossì di nuovo.
Quando ebbe finito, si rivolse a Teddy – Signor Lupin, ho avuto il piacere di consegnare la prima bacchetta a suo padre. Cipresso e peli di unicorno, dieci pollici e un quarto, flessibile. Un ragazzo timido, ma dalla bacchetta si poteva capire che sarebbe diventato un grande eroe.
Teddy fece un piccolo sorriso e annuì. Detestava il fatto che tutti gli adulti avevano conosciuto suo padre per anni e lui invece per poco meno di un mese, lasso di tempo che neanche si  ricordava.
- Questo è mio nipote Gilderoy – disse Olivander – ed è il mio apprendista. Per chi se lo stesse chiedendo sì, sua madre è una fan di Allock.
Ron trattenne una risata, come anche gli altri Weasley-Granger-Potter quando sentivano la parola “Allock”.
Iniziarono a cercare una bacchetta per Teddy. Di lui si occupava Olivander in persona, mentre il nipote serviva tutte gli altri clienti.
Dopo una mezzora le scatole di bacchette si accumulavano una sopra l'altra, mentre Teddy stava iniziando a deprimersi.
Centodue bacchette provate in un'ora e mezza e ancora nessun risultato. C'era davvero una bacchetta anche per lui? Poteva succedere che nessuna bacchetta lo volesse? Perché nessuna lo voleva? Forse perché era a metà tra un licantropo e un Metamorfmagus?
Si guardò intorno a disagio. Andromeda e Lyall osservavano la scena incuriositi, Ron sembrava preoccupato, come Victoire che però, appena si accorse che lui la stava guardando, gli fece un sorriso d'incoraggiamento. 
Dopo un altro quarto d'ora anche Gilderoy venne in aiuto.
Passarono molti minuti e un altro centinaio di bacchette furono provate senza alcun effetto. Teddy stava per prendere a testate il bancone, quando il garzone si trovò tra le mani una vecchia scatolina. Era avvolta in una spesso strato di ragnatela, come se fosse stata dimenticata da anni nel negozio.
- Zio – disse, mostrandola a Olivander – questa cos'è?
Il vecchio si illuminò e strappò la scatolina di mano al nipote.
- Non mi ricordavo di questa. Il nucleo è particolare. Me lo aveva mandato Silente trentacinque anni fa. La provi, signor Lupin.
Teddy prese il pezzo di legno di malavoglia e fece l'ennesimo gesto svogliato. Come immaginava, le scatoline iniziarono ad agitarsi senza un senso. Olivander fece una faccia rassegnata.
Le scatoline, volando disordinatamente, si accatastarono nei mobili, ordinate. Teddy non ci poteva credere.
Un sorriso a trentadue denti si aprì finalmente sul volto rugoso del venditore di bacchette.
- Signor Lupin, mi pare di capire che abbiamo trovato la sua bacchetta. Cipresso e peli di lupo mannaro, dieci pollici e un quarto, flessibile.

 

Il cipresso era una pianta di famiglia. Anche sua madre aveva una bacchetta del genere, a detta di nonna Andromeda. Lui ne era felice. Qualsiasi cosa poteva riavvicinarlo ai suoi genitori lo rendeva felice. Fin da piccolo gli avevano raccontato le imprese che i due avevano fatto per proteggere lui e combattere Voldemort, ma mai altro. Lui non voleva chiedere, gli faceva male solo pensare che loro due non c'erano più.  Se li avesse conosciuti meglio, probabilmente avrebbe sofferto di più e basta.
Era una specie di autocontrollo che esercitava fin da bambino, cercando di rendere meno profondo il vuoto che la perdita di papà e mamma gli aveva lasciato.
- Teddy, tutto bene? - chiese Victoire preoccupata, mentre uscivano da Madama McClan.
Lui le rivolese un sorriso triste -Sì, tranquilla, ho solo un po' sonno.
- Non è vero.
Teddy la guardò stupito. Victoire sosteneva il suo sguardo con un cipiglio severo, che la faceva assomigliare un po' a una Ginny con i capelli biondi.
Il contatto visivo si interruppe quando Teddy andò a sbattere contro un ragazzo. Sembrava avere la sua stessa età, era pallido, capelli corti neri e occhi azzurri. Di fianco a lui c'era una donna piuttosto alta, con tailleur e tacchi, dai capelli scuri e lo sguardo gentile.
Teddy si vergognò subito e arrossì tutto, capelli compresi.
- Metamorfmagus? - chiese lui.
Teddy annuì.
- Forte – commentò con un sorriso e poi, chiedendo permesso, passò insieme a quella che sembrava sua madre.
Quando furono abbastanza lontani Andromeda disse – Quella è Astoria Greengrass, la moglie di mio nipote Draco.
- E quello è loro figlio? - chiese Ron – Sembra avere l'età di Teddy.
- No, non è il piccolo Scorpius. Non so chi sia quel ragazzo.
- Malfoy ha chiamato suo figlio Scorpius? Ma è un nome da gufo! - esclamò di nuovo il rosso – Ma come fai a sapere tutte queste cose? Non avevi rotto tutti i rapporti?
- Mia sorella ogni tanto mi scrive una breve lettera. Credo si senta in colpa per la morte di mia figlia.
Teddy sollevò un sopracciglio. Odiava la sua prozia. Non l'aveva mai vista, ma lei e l'altra sua prozia Bellatrix avevano ripudiato e perseguitato la nonna, solo perché aveva sposato un Nato Babbano. E ora si sentiva in colpa per la morte di sua madre? Sinceramente del suo dispiacere non sapeva che farsene.
- Sua moglie è la sorella di Daphne? - chiese di nuovo Ron.
- Sì, ma è la pecora nera della famiglia. Ha litigato spesso con la sua famiglia per le sue posizioni filobabbane. Non so com'era prima della guerra, ma adesso è  una spina nel fianco per i Purosangue.
- Tua sorella ti scrive così tanto?
- No, ma ogni tanto un loro elfo domestico vieni a farmi visita e a raccontarmi le cose.
Lyall sbuffò – Poveri elfi. Non solo li sfruttano, osano anche trattarli male.
Sul volto di Ron si dipinse un grosso sorriso e disse – Dovresti conoscere mia moglie. Andreste molto d'accordo!
Teddy scosse il capo divertito. Il sorriso di Ron quando parlava di Hermione era il più grande che avesse mai visto.

 

- Perché siamo venuti qui? - chiese Teddy davanti alla porta del Serraglio Stregato.
- Io, Ginny, Harry e Hermione abbiamo deciso di regalarti un animale. Scegli quello che vuoi – disse Ron.
Teddy sorrise di nuovo. La cosa più bella di quel gesto non era il gesto in sé, ma quello che gli avevano fatto provare. Di solito era una regalo che la famiglia faceva il figlio.
- Grazie, Ron.
Il negozio era pieno di animali di tutti i tipi: gatti, gufi, civette, barbagianni e via così. Stavano tutti in gabbie e tutti facevano un gran baccano.  Nessuno sembrava particolarmente felice di essere lì, più o meno quanto James quando si trovava nella stessa stanza di Ginny e quindi non poteva far esplodere niente.
Ma la scena più strana di tutte era intorno al bancone. Due muscolosi pelatoni con i baffi a manubrio stavano rincorrendo un grosso corvo, senza riuscire ad acchiapparlo, mentre lui continuava a volare in picchiata su di loro e a beccarli. I due tiravano incantesimi alla cieca, senza guardarsi intorno, tanto che Ron fu costretto a usare un sortilegio Scudo per evitare che Victoire fosse colpita.
- Hey, fate un po' di attenzione! - gridò il rosso ai due energumeni che subito presero a scusarsi. Il corvo, invece, si diresse verso di loro con fare minaccioso.  Lyall e Andromeda  fecero subito scattare la mano alla bacchetta, mentre Ron lo mancò di poco con un getto di luce rossa. Il corvo si buttò in picchiata su di loro e Victoire tirò Teddy a terra, tra le gambe di Ron.
L'uccello ignorò gli adulti e si mise a inseguire loro due. Victoire gridò con tutto il fiato che aveva in corpo, mentre Teddy tirò fuori la bacchetta, anche se non aveva la minima idea di cosa farsene.
Quando fu addosso ai due saltò su Teddy, che si coprì gli occhi con il braccio. Ma non sentì dolore e, quando aprì gli occhi, vide che era appollaiato tranquillamente sulla sua spalla.
Una donna molto anziana spuntò dal retrobottega, incuriosita dalla situazione.
- Un corvo imperiale irlandese. Sceglie un solo padrone in tutta la sua vita. A quanto pare hai avuto tu l'onore – disse a Teddy, che guardò sbigottito l'animale.
- Teddy, sei sicuro di volere un corvo? - intervenne Ron dopo qualche minuto di silenzio, con tono molto critico.
Il corvo si girò a guardarlo con fare minaccioso.
- Okay, ho capito. Sto zitto.
La donna continuò a guardare Teddy.
- Come vuoi chiamarlo?
Il ragazzo ci pensò un attimo e poi ebbe l'illuminazione - Plenilunio.

 

Non sono tanto conteo di questo capitolo. Fatemi sapere un po' voi cosa ne pensate... Non so tra quanto aggiornerò perché sto cercando di tirare su quattro materie in due settimane, quindi ci metterò un po' forse.
Alla prossima,
Ramo97

P.S.Questa è la definizione che Pottermore da del cipresso
"Il grande fabbricante di bacchette medievale,
 Geraint Ollivander, scrisse che per lui era sempre un onore abbinare correttamente una bacchetta di cipresso al suo proprietario, perché sapeva di trovarsi in presenza di una strega o di un mago che sarebbero morti in circostanze eroiche.Ora, in tempi meno sanguinari, coloro che possiedono una bacchetta di cipresso sono chiamati raramente a sacrificare la propria vita, ma senza dubbio molti di loro lo farebbero, se necessario. Le bacchette di cipresso trovano la loro anima gemella tra i coraggiosi, gli audaci e chi è pronto a sacrificarsi, cioè coloro che non temono di confrontarsi con le proprie ombre e con quelle degli altri."
  
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