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Autore: _Rainy_    15/05/2015    1 recensioni
Estratto:
-Malfoy risparmiami i convenevoli e passiamo all'ordine del giorno: ho preso più di te!
Hermione sapeva che era un comportamento infantile, ma non le importava: l’aveva battuto e la delusione negli occhi del nemico era evidente.
[...]
Quella del voto era una scusa, voleva semplicemente parlare con lei e vederla impegnata per qualcosa che lo riguardasse, e ci era riuscito meravigliosamente.
Ormai non gli restavano più molti giorni da passare con lei.
E così eccolo in piedi nel corridoio, da solo, mentre ripensava a quell'unico errore nella sua verifica, scelto con cura tra le domande più difficili e commesso apposta, anche se sapeva la risposta...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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10.

 

- Oh, per favore! Non siamo mica tre donnicciole in cerca di supporto morale! – Alzò gli occhi al cielo Ron.
- Vuoi forse dirmi che non hai nessun problema nella tua vita? Non so, pensavo volessi parlarci di quella piccolo agglomerato di guai che comincia con la “L” e finisce con “–avanda”. Eh?
- Molto spiritoso, Harry… D’accordo, forse qualche problemino ce l’ho anche io…

Hermione e Harry risero e lanciarono un’occhiata d’intesa.

- Okay, chi parte? – Chiese Ron squadrando gli altri due.
- Vado io. – Annuì sicuro Harry. – Dunque, prima ero intenzionato a parlare con Ginevra dei sentimenti che provo per lei… - Lanciò un’occhiata a Ron per valutare la sua reazione e un altro sguardo d’intesa a Hermione, che gli sorrise. - … E… Be’, per farla breve, l’ho trovata intenta a… A… - Divenne tutto rosso e gli altri amici capirono al volo. - … A… Fare… Q-Quelle c-cose… Con Zabini!

Calò il silenzio. Hermione squadrò Harry a occhi spalancati ed esplose nello stesso istante in cui Ron si risvegliava:
- Cosa ha fatto quella?! Si è portata a letto Zabini?! – Urlò Hermione ricevendo un’occhiataccia da madama Pince.
- Harry, hai per caso detto di provare qualcosa per mia sorella? – Chiese pacatamente Ron.
- Ronald Weasley! – Lo ammonì Hermione. – Tua sorella va a letto con il principe in seconda delle Serpi e tutto quello che hai da chiedere è se Harry ha dei sentimenti per tua sorella?! E’ ovvio che è così! E da diversi anni per giunta.
- Cosa? – Ron corrugò la fronte e parve riflettere. – Aspetta un attimo… - Spalancò gli occhi e  urlò senza curarsi di madama Pince. – Mia sorella va a letto con Zabini?!

Madama Pince accorse con sguardo severo e Ron abbassò la testa per poi sussurrare:
- Mia sorella va a letto con Zabini?!
- Si. Le ho anche chiesto cosa stesse succedendo tra di loro, ma ha chiaramente detto che non lo sapeva… Ma lui la sta solo sfruttando, capite?! – Piagnucolò Harry.
- Harry! Non è da te questo comportamento!
- Già, amico! Per quanto io e te dobbiamo ancora discutere cosa esattamente intendi per “sentimenti che provi per mia sorella” di sicuro è meglio che stia con te che con quello. Quindi vai ed agisci! – Ridacchiò Ron.
- Davvero pensate che sia una buona idea? – Chiese insicuro Harry e sorrise quando gli altri due annuirono vigorosamente. – Herm, forse potresti…
- No, Harry. Quello che farò sarà chiederle il suo parere su questa storia e magari cercare di scoprire perché l’ha fatto, ma non metterò una buona parola per te. E’ una faccenda tra te e lei.

Harry annuì poi fece cenno a Ron di iniziare a parlare dei suoi tormenti.

- Be’, il mio problema è evidente: devo lasciare Lavanda. Non ce la faccio più.
- Perché ti sei messo con lei, allora? – Chiese Hermione con foga.
- Be’, perché… Ehm… - Ron divenne rosso come un peperone e ridusse la voce ad un sussurro. - … Speravo di far ingelosire la ragazza che amo davvero.
- Cosa?! – Chiesero all’unisono Harry ed Hermione.

Ron si irrigidì improvvisamente e arrossì ancora di più, poi aprì la bocca come per parlare, ma non emesse alcun suono.

- Chi è? – Chiese Hermione, sorridente.
- Ehm… - Ron lanciò un’occhiata che chiedeva aiuto ad Harry, che però finse di non accorgersene.
- Non vuoi dirmelo?! – Hermione sgranò gli occhi e guardò Harry che rimase impassibile. – Anche tu lo sai! Perché non me lo volete dire?! Dai! Almeno dimmi di che Casa è! – Sorrise.
- Grifondoro. – Sussurrò Ron guardandola con intensità.
- Oh, quindi la conosco bene… Cosa vuoi fare con Lavanda quindi?
- Vuole lasciarla. – Finì Harry. – Ma il nostro Ron non sa se quella ragazza lo ricambierà mai… - Alzò gli occhi al cielo.
- Oh, non gliel’hai ancora detto? Pensavo che essere fidanzati desse sicurezza.
- Be’, è… Complicato. – Sussurrò Ron. – Ma Herm, non dovevi parlarci tu di qualcosa? Direi che hai parecchio da dirci…

Il brusco cambio di argomento non diede tanto fastidio ad Hermione, perché era sicura di riuscire a scoprire chi fosse la cotta di Ron senza dover per forza estorcere quell’informazione ai suoi amici.

- Dunque… Io non so cosa sta accadendo con Malfoy. – Ammise, rossa in volto.

Calò nuovamente il silenzio e i due amici si guardarono, preoccupati. Alla fine Harry si schiarì la voce e chiese debolmente:
- Herm, ti rendi conto di cosa hai detto?
- Si, Harry. Me ne rendo conto. Ma lasciatemi spiegare… - Hermione chiuse gli occhi concentrandosi per un momento e quando li riaprì guardò i suoi due amici senza leggere nei loro sguardi alcun disprezzo. Questo le diede la forza di raccontare, tutto d’un fiato, quello che le premeva. – Mi gira intorno da un po’, ma non era mai successo nulla se non qualche stupido gesto maschilista come quelli per cui è tanto famoso tra le ragazze. Ha cominciato a degnarmi improvvisamente di attenzione e… Quando siamo rimasti intrappolati nel bagno mi ha curata e sembrava sinceramente preoccupato. Poi abbiamo fatto uno stupido gioco di domande e risposte sincere e alla fine lui… Mi ha baciata. – Ammise e fu come togliersi un peso dal cuore.

Squadrò di nuovo i suoi amici, intimorita, e nei loro sguardi lesse perplessità e genuina preoccupazione. Lo sguardo di Ron, però, trasudava rabbia.

- Cosa?! Come ha osato quel viscido bastardo?! Perché l’avrebbe fatto?! Ha deciso di farti una delle sue prede?! Devi fare attenzione, Herm, molta attenzione!
- Lo so, Ron! – Rispose indispettita Hermione.
- Tu cosa provi per lui? – La domanda di Harry fu a bruciapelo e fece calare nuovamente il silenzio. Ron si infervorò di nuovo.
- E’ ovvio che non prova nulla! Come potrebbe Hermione sentire di avere un qualsiasi tipo di sentim…
- Non lo so. – Lo interruppe Hermione a voce bassa.
- Prego? – Chiese incredulo Ron.
- Non lo so, Ron! – Alzò la voce Hermione, spazientita. – Calmati ora e ascoltami! Non so cosa provo per il Furetto. Di sicuro non mi piace e non lo amo, ovviamente, ma non è più come prima… Queste attenzioni mi fanno sentire…
- … Speciale, ovvio. – Finì Harry. – Come fa con tutte le ragazze prima di abbandonarle. Ascoltami, Herm, io non voglio dire che non sai badare a te stessa e forse sei quella con meno problemi qui, ma davvero: fai attenzione. Preferirei che non ti ronzasse intorno, ma sappiamo che è impossibile distoglierlo da qualcosa, e che tu fossi del tutto indifferente a lui … Comunque qualsiasi cosa deciderai avrai il mio sostegno, ma ricordati che stai parlando di Draco Malfoy e non credo di potermi trattenere nel caso ti facesse del male. Okay?
- Okay. – Hermione sorrise, commossa da tanta saggezza.
- Cosa?! Non è “okay” per niente! – Sibilò Ron esasperato. – Stagli alla larga, Herm! Quello è solo uno stronzo e le sue intenzioni sono chiarissime! E’ pericoloso! Oltretutto tu sei una ragazza e potresti aver ceduto al suo fascino, quindi…
- So badare a me stessa, Ron! – Ribatté seccata Hermione, sbuffando.

Ron ammutolì, consapevole di essersi spinto troppo oltre e chinando la testa sui libri.

Dopo qualche minuto Harry si alzò sorridendo e annunciando che era ora di cena, così i tre amici si diressero in Sala Grande dove mangiarono a volontà e ridacchiarono insieme come ai vecchi tempi, consci di essersi liberati dei loro pesi e di poter contare l’uno sugli altri.

Hermione in realtà non aveva proprio detto loro tutto: non gli aveva detto della partita di Quidditch e aveva minimizzato quello che stava accadendo, ma era soddisfatta di avergli detto del bacio ed era molto stupita dalla reazione di Harry, così saggia e comprensiva. Al contrario Ron aveva qualcosa di strano, ma forse non si sarebbe stupita così tanto se avesse interpretato differentemente le sue occhiate e il suo tono così carico di odio o forse gelosia.

Dopo cena Hermione si alzò e corse nelle sue stanze sperando di incontrare Ginny, la quale la stava già aspettando seduta in Sala Comune.

- Hermione! Ti devo assolutamente parlare…
- Ah si? Cosa c’è? Tra poco ho la ronda e devo andare… - Finse indifferenza Hermione.
- No, ti prego, aspetta. – Il tono di Ginny era implorante e Herm si fermò, sedendosi accanto a lei e aspettando che parlasse. – Per farla breve… Io e Zabini abbiamo fatto…
- Si! – Si affrettò a dire Hermione per far intendere che aveva capito, poi si finse indignata e sbalordita. – Aspetta, cosa?!
- E… Harry ci ha scoperti. – Ammise Ginny.
- Ginevra Weasley. – Disse fermamente Hermione pensando che era il secondo Weasley che rimproverava di quella giornata e alzando gli occhi al cielo.
- Lo so, Herm, lo so! – Piagnucolò lei. – Dobbiamo assolutamente parlarne e devo anche chiarire con Harry, perché mi dispiace così tanto… Quando possiamo parlarne?
- Non saprei, domani c’è la festa di Lumacorno e…
- Perfetto! Verrò ad aiutarti a prepararti e nel frattempo parleremo di quello che sta succedendo tra me, Harry e Blaise.
- Ti prego non dirlo così. – Alzò gli occhi al cielo Hermione. – Poi scusa… “Blaise”?
- Ehm… Si, come dire, siamo diventati piuttosto… Amici… Molto amici… - Biascicò Ginny.
- Si, dobbiamo decisamente parlare. Ora, se vuoi scusarmi, devo andare. – Si alzò e corse fuori dalla sala, già in ritardo, mentre Ginny le ricordava urlando dove si sarebbero trovate.

Ah, che disastro!

Da un lato Harry che trepidava amore per Ginny, poi Ron che non sapeva come comportarsi con Lavanda e con questa ragazza per cui aveva una cotta, Ginny probabilmente era tendente al bipolarismo e infine lei, che in quanto a problemi di cuore non scherzava per niente.

Aveva pensato a quello che era successo tra lei e Malfoy e quello “Scusa” balbettato in fretta e quelle troppe occhiate rifuggite volevano dire che c’era qualcosa sotto che lei non sapeva o non osava immaginare. In quanto ai suoi sentimenti per il ribaldo Serpeverde non era sicura neanche di quelli: certamente c’era dell’attrazione per quel ragazzo, ma tutta la popolazione femminile di Hogwarts almeno una volta aveva sognato che accadesse qualcosa con il Principe delle Serpi nonostante lei si fosse sempre ritenuta immune da un certo tipo di attenzioni, ma l’odio che aveva covato per lui in tutti quegli anni non se ne andava e la sua coscienza continuava a ricordarle quanto fosse sbagliato prendere il considerazione che, odio a parte, ci fosse dell’altro tra di loro e quanto fosse stato odioso in passato il bel biondino.

Sospirò rumorosamente mentre arrivava al luogo di ritrovo per la Ronda e il suo cuore fece un tuffo: eccolo lì, che camminava tranquillamente avanti e indietro per il corridoio sistemandosi a volte un ciuffo ribelle di capelli biondi che gli cadeva mollemente sugli occhi.

Tutto nella sua figura ispirava sicurezza e desiderio. Sarebbe stato capace di ammaliare persino un abat-jour!

- Sei in ritardo, Granger. Non è da te. – Sussurrò girandosi improvvisamente nella sua direzione, perfettamente consapevole che fosse arrivata e altrettanto conscio della sua innaturale bellezza.

Hermione esitò per qualche secondo e piegò la testa di lato con aria perplessa, sorridendo :
- Come sei tenero ad avermi aspettato, Furettuccio!
- Per quanto preferisca altri appellativi come “Conquistador” oppure “L’inarrestabile” o ancora “Mr. Pomatato e ingellato, ciuffo perffetto assicurato” devo dire che “Furettuccio” è particolarmente carino. Puoi chiamarmi così solo in camera da letto, però… - Ammiccò.
- Non mi interessa particolarmente visitare la tua camera da letto, sai, Furettuccio? – Chiese Hermione spalancando gli occhi caricandoli di innocenza.
- Secondo me ti divertiresti molto.
- A piegare le coperte? A sbirciare nel bagno? A mettere a soqquadro i cassetti? Ne dubito. – Poi senza aspettare risposta si avviò nel corridoio.

Camminarono a qualche metro di distanza senza rivolgersi la parola per qualche minuto, fino a quando arrivarono alla zona del bagno crollato, circondata da un’impalpabile barriera magica che sembrava liquida e che consentiva l’accesso solo agli insegnanti e a Gazza, spedendo direttamente nell’ufficio del preside gli intrusi.

Hermione si fermò e deglutì.

Draco si fermò a sua volta e sospirò alla vista di quel bagno: cosa gli ricordava? Gli ricordava l’errore più clamoroso e grossolano che avesse mai fatto con una ragazza. Gli ricordava l’umiliazione di averle chiesto scusa, subito dopo.

- Vogliamo rimanere qui a contemplare questo bagno per l’eternità? – Chiese sprezzante Malfoy.
- Ma ti ascolti quando parli?! – Sospirò Hermione alzando gli occhi al cielo. – Così sicuro di te e impegnato a costruire questa maschera di strafottenza… Sei insopportabile.

Il Serpeverde rise sinceramente, passandosi distrattamente una mano sulla nuca:
- So che ti piaccio alquanto lo stesso, mia cara. – Mosse un passo verso di lei, un ghigno diabolico stampato in faccia.
- Eh no. Fermo dove sei. – Hermione levò istantaneamente la bacchetta e lui ridacchiò di nuovo alzando le mani in segno di resa e fermandosi.
- Però stai calma.
- Draco. – Lo ammonì lei pensando che in effetti aveva ammonito troppe persone quel giorno. – Basta. – Quella semplice parole ebbe l’effetto di un ago su un palloncino e tutta la strafottenza e la malizia del ragazzo crollarono in un istante solo.
- Cosa vuoi, Granger?
- Cos’è successo nel bagno? – Chiese lei a bruciapelo, ma nell’esatto momento in cui quelle parole uscivano dalla sua bocca se ne pentì.
- Ti devo fare un disegno? – Draco Malfoy era tornato quello di sempre e un ghigno quanto mai familiare alla ragazza era stampato sul bel viso di lui. – Sei stata una sciocca a non toglierti da quel muro pericolante e io ti ho curato.
- Sai di cosa parlo. – Sospirò Hermione.
- No. Dimmelo tu. – La sfidò lui.
- Noi ci… Ci siamo… - La pudicizia di Hermione scelse il momento sbagliato per manifestarsi e lei sbuffò, seccata, mentre Draco rideva schernendola. Strinse le mani a pugno e sospirò profondamente. – Noi ci siamo baciati.
- Alleluia! Pensavo non l’avresti mai detto! – Rise di nuovo lui.

Hermione non replicò e lo fissò negli occhi, aspettando che rispondesse.
Dopo qualche interminabile secondo il ragazzo sbuffò distrattamente e si avviò lungo il corridoio:
- Non è stato nulla, Granger, te l’ho già detto.

Hermione sospirò, prese il coraggio a due mani e lanciò l’esca che si era pazientemente preparata:
- Ah si? E se per caso diventasse qualcosa?

Il Serpeverde si fermò, immobile nel corridoio.

Sgranò gli occhi fissando il vuoto e una goccia di sudore gli colò sulla fronte.

Cosa aveva detto?

Quella ragazzina aveva appena osato provocarlo?

Strinse i pugni, ma alla fine scelse di ignorare le molteplici contro-provocazioni che la sua mente gli aveva prontamente fornito, perché quella situazione stava diventando intollerabile: lui sapeva di provare “qualcosa” nei confronti della Granger. Lo sapeva eccome. Ma cosa avrebbero pensato di lui i suoi compagni?

Non poteva lasciarsi andare.

Eppure in quel momento decise di prendersi un attimo di libertà e si voltò sorridendo alla ragazza, un sorriso vero e sincero, che si andò ad aggiungere alla lista di momenti che avevano già condiviso in cui nessuno dei due si celava dietro a una maschera. Si avvicinò alla ragazza fino a trovarsi di fronte a lei, a mezzo braccio di distanza.

- Non lo so, Hermione. Non lo so.

Lei aprì la bocca per replicare, ma lui le appoggiò un dito sulle labbra carnose e sorrise ancora.

- Ti prego, non dire nulla.

Hermione si sentiva stranamente insicura a quel contatto, ma allo stesso tempo uno strano calore estremamente leggero le inondò le labbra.

Il ragazzo, dal canto suo, aveva fatto quel gesto avventato senza sapere perché, ma la consistenza di quelle labbra tanto bramate sotto il suo dito gli stavano facendo sentire una bruciante sensazione di desiderio.

Lei chiuse la bocca e Draco fece ricadere la mano lungo il fianco, poi ghignò:
- Okay, troppe smancerie per stasera. Vai a fare bei sogni Granger, se vuoi sognarmi nudo non c’è problema, ma sappi che l’originale è qui per te. – E si indicò con un ampio gesto della mano.

Hermione alzò gli occhi al cielo:
- Non mi sognerei mai uno spocchioso Furetto troppo sicuro di se.
- Lo prendo come un complimento. Sai, adoro la tua incapacità di dire parolacce. “Spocchioso”, “Insulso”, “troppo sicuro di te”… Sei adorabile, sai? No, forse no, la parola più giusta è noiosa e secchiona, ma penso si sapesse già.
- Perché sprechi il tuo tempo con una noiosa e secchiona, dunque?
- “Dunque”. Ah, lo adoro! – Ridacchiò Malfoy. – Diciamo che mi diverto parecchio a vederti sbavare alle mie spalle sapendo che non puoi avermi se non chiedi gentilmente e ovviamente non lo faresti mai perché va contro i tuoi principi… O forse si?

Hermione aggrottò le sopracciglia e il ghigno del ragazzo si allargò.

- Facciamo così: quando mi implorerai di spogliarmi davanti ai tuoi occhi allora mi concederò alle tue dolci manine, ma fino ad allora ti dovrai accontentare di sognare ad occhi aperti i miei addominali scolpiti.
- Tesoro, se vuoi che ti implori di spogliarti basta chiedere. Di sicuro Pansy approverebbe. Io poi scapperei a gambe levate, ovvio: non voglio essere traumatizzata!
- Ehi, questa era pesante. Credo proprio che dovrò punirti! – Ghignò ancora e afferrò la ragazza per i fianchi, ma lei sguainò la bacchetta e gliela puntò al petto.
- No, mio caro. Funzionerà con le altre, ma non con me. Non è che appena mi tocchi divento un’anguilla incapace di pensare. Allontanati subito.
- Non credo alle mie orecchie. – Sussurrò lui divertito, poi si avvicinò ancora un po’. – Sei sicura di volere che me ne vada?

Continuava a protendersi verso la ragazza fino ad arrivare ad un soffio dalle sue labbra e sussurrare:
- Mi sto divertendo alquanto, sai?
- A-Allontanati. – Biascicò la ragazza spingendo più a fondo la bacchetta nel suo petto. La vicinanza del ragazzo riusciva sempre ad abbattere tutte le sue sicurezze.

Lui balzò indietro:
- “A-Allontanati” ?! Patetico. Mi aspetto di più ragazza mia. Soprattutto se vuoi davvero finire casualmente nel mio letto.
- Ma chi ti dice che lo voglia?! – Sospirò esasperata la ragazza.
- Oh, tesoro, te lo leggo in faccia e poi… - Ghignò prima di andarsene. – Chi non vorrebbe passare una notte de fuego con il sottoscritto?

 

- CIAMBELLANGOLO -
*si china timidamente*
B-Buongiorno… Potrete mai perdonarmi per queste lunghissime pause? A mia discolpa va’ detto che la scuola mi sta uccidendo… Ah! Dannato liceo!
Che ve ne pare di questo capitolo?
Spero vi sia piaciuto, baciottoni enormi,
_Rainy_
PS: http://raggywords.blogspot.it
PPS: Hai mai pensato a quanti clichè sono contenuti nelle storie romantiche proprio qui su EFP? Si? Allora, se ti va interessa e vuoi farti due risate, leggi la mia ficcy-parodia di tutte le suddette: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3056658&i=1
PPPS: ORIGINALE SCI-FI: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2822907&i=1

   
 
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