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Autore: Sere J Potter DiLaurentis    15/05/2015    2 recensioni
After 4x11! [Coppie: CaptainSwan - NewCharacter!Love!]
Killian ha riavuto il suo cuore e ora che Tremotino è lontano da Storybrooke, lui ed Emma possono finalmente passare felici e pacifici momenti insieme. Ma ogni volta che finisce una storia, un’altra è pronta ad iniziare.
A Storybrooke è giunta una misteriosa strega che possiede uno scopo ed è disposta a tutto per ottenerlo.
Cosa accadrebbe se questa donna avesse un passato burrascoso intrecciato a quello dell’affascinante Capitan Uncino?
Killian e Ariana condividono un passato di bei ricordi, eppure tra loro v’è stata una frattura che ha inciso sulle loro scelte del passato determinando così il presente.
È noto che non sempre la famiglia si dimostra leale, ancor di più potrebbe essere un pericoloso nemico: Ariana sarà dunque una nuova minaccia per Emma e i cittadini di Storybrooke?
Il passato di Killian mieterà la sua relazione con la Salvatrice?
Altri arriveranno a Storybrooke, ognuno con la propria missione.
Nuove alleanze. Nuovi segreti. Un solo unico finale.
I cattivi otterranno il lieto fine o è concesso solamente agli eroi?
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Nuovo personaggio, Regina Mills, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Young and Beautiful - Killian&Ariana Video




Le origini
 
 



 
Foresta Incantata
300 anni prima…
Ariana era sempre stata testarda, fin da piccola. Odiava arrendersi ed era certa che vi fosse sempre una soluzione ad ogni cosa, anche alle situazione più disparate; aveva fede nella sua tenacia e nella speranza. Ripeteva costantemente che solamente lottando si sarebbero ottenuti risultati, star fermi ad attendere il proprio destino non avrebbe cambiato minimamente niente!
Erano passati tre anni dalla morte del padre e alla conseguente ascesa al trono di quel despota dello zio Romolus che ancora dava la caccia a lei, a sua madre e ai suoi fratelli, come se avesse timore che la loro presenza avesse potuto nuocere il suo potere. Ariana era consapevole che la madre si era arresa a riprendersi il regno e per questo si spostavano di villaggio in villaggio per non farsi acciuffare, inventando la propria identità per non correre rischi.
Ariana non credeva fosse giusto; lei e i suoi fratelli avevano il pieno diritto di tornare ad Andals e vivere in pace a palazzo con Tobias come legittimo re. In quei tre anni non perse mai la speranza, inoltre ogni qualvolta che praticava la magia o almeno provava a controllarla sentiva di essere forte abbastanza da poter tornar a casa e riprendere ciò che spettava loro. Per questo motivo quella mattina mentì alla madre dicendo che sarebbe andata al mercato quando invece si recò al porto dove aveva udito che il capitano Killian Jones era approdato. Erano anni che non si vedevano ed immaginava che egli avesse udito di ciò che era capitato a lei e alla sua famiglia, esattamente come Ariana aveva sentito dire che Killian era diventato un temutissimo pirata. La fanciulla credeva che l’avrebbe aiutata in nome della loro amicizia passata… o almeno ci sperava. Di questa folle idea ne aveva parlato con il gemello Lysander, il quale dissentì altamente:
«Non è nient’altro che un pirata. Non ti puoi fidare di lui.» le disse. Ma con la testardaggine che si ritrovava figurarsi se Ariana gli avrebbe dato ascolto. La ragazza aveva di Killian l’immagine di quell’aitante giovane con cui era cresciuta: non gli avrebbe negato quel favore.

«Perdonatemi signore, sapete dirmi qual è la Jolly Roger?» domandò ad un marinaio non appena giunta al porto, non potendo sapere quale tra le numerose navi potesse essere quella di Killian.
«Quella più grande ovviamente!» rispose quello gonfiandosi d’orgoglio come se le appartenesse «Non per vantarmi, ma sono un fedele braccio destro del capitano, quindi…»
«Quindi cosa?» domandò Ariana inarcando le sopracciglia con l’intenzione di far ben capire che non era la solita ragazza che capitolava ai piedi del primo uomo che le prestava attenzione, incantandola inoltre con qualche frottola. Figurarsi se Killian si lasciava “consigliare” da quel buzzurro marinaio!
L’uomo alzò le spalle facendo finta di niente e con uno sguardo sospettoso domandò: «Come mai questo interesse per la Jolly? Cercate qualcuno?»
«Ma che arguzia! - commentò sarcastica - Ebbene confermo la vostra ipotesi e siccome avete chiacchierato che siete il braccio destro del capitano mi fareste un grande piacere a condurmi da lui.»
La risposta che Ariana ricevette fu una fragorosa risata da parte di quell’armadio di uomo che si beccò un forte schiaffo in pieno viso. Un tratto caratteristico della giovane principessa era l’impulsività, che parecchie volte la mise in guai seri esattamente come quello. Poteva immaginare dove sarebbe andata a finire la situazione, specialmente se si fosse messa contro quell’uomo tanto grasso e grosso, ma indipendentemente da ciò Ariana non riusciva a permettere agli altri di farsi mettere i piedi in testa, chiunque essi fossero.
Il volto di quel marinaio s’incupì talmente tanto da far sussultare la fanciulla la quale impulsività la metteva sempre nei guai e prima che potesse accaderle qualcosa cominciò a correre per il porto con quell’uomo incattivito alle calcagna. Quel marinaio urlava a destra e a manca che sarebbe riuscito ad acciuffarla, per sua fortuna Ariana era allenata a fuggire o l’avrebbe presa in men che non si dica. Con il lembo della gonna in una mano e gli occhi ben aperti correva tra i vari bancali dei venditori di pesce, possedendo un corpo minuto era facile per lei essere agile; per un soffio non venne colpita da una freccia e poco dopo da una randello.
Le venne quasi da ridere, per come stava fuggendo da quel buzzurro idiota, fino a quando non andò a sbattere contro qualcuno finendo miseramente a terra.
Chiuse subito gli occhi, attutendo poi il colpo, si massaggiò una tempia mugugnando per il dolore e immaginando che quel marinaio l’avesse ormai raggiunta e le avrebbe fatto del male fisicamente. Ma inaspettatamente ciò che sentì fu un tocco gentile e una voce calda domandare: «State bene?»
Ariana aprì gli occhi lentamente; inizialmente era tutto sfocato, poi mettendo a fuoco vide due grandi occhi profondi come il mare osservarla curiosi. Non passò un attimo di più che sia Ariana sia quel giovane gentiluomo capirono chi avessero davanti
«Ariana.» mormorò lui non credendo ai suoi occhi.
«Killian.» disse lei con un sorriso.
Quell’incontro parve molto più sorprendente per il bel pirata che per la principessa in fuga. I suoi occhi erano sgranati e boccheggiava mentre cercava di proferir una frase di senso compiuto. A Killian sembrò di sognare ad occhi aperti: l’aveva ritrovata. Immediatamente l’aiutò a rialzarsi da terra con molta delicatezza, come se avesse paura di romperla. La risata grossolana di quel buzzurro marinaio che aveva rincorso Ariana attirò l’attenzione di Killian.
«Ora che il capitano ti ha acciuffata ti ritroverai in guai seri!»
Lo sguardo che Killian gli rifilò era indescrivibile, ma certamente aveva raggelato metà piazzola. Nessuno osò fiatare sapendo bene a cosa sarebbero andati incontro. Quel marinaio se ne stava con le mani sui fianchi e un espressione incredula stampata sul muso.
«Se oserete toccare a questa fanciulla anche solo un capello, posso giurarvi che vi trancerò via quelle mani zozze e luride.» Le parole taglienti e proferite a denti stretti fecero impallidire il marinaio, che da grande e tozzo che era parve un cagnolino impaurito e tremante di fronte alla freddezza disarmante del suo capitano. Anche Ariana, che era coperta dalle spalli grosse di Killian, si impaurì un poco non avendolo mai sentito usare quel tono intimidatorio. «Tornate immediatamente sulla mia nave a fare il vostro dovere e che sia ben chiaro a chiunque che se infastidiranno la mia ospite ne risponderanno le conseguenze direttamente a me!»
«Sì capitano!»
Killian condusse Ariana sul suo veliero portandola direttamente nella sua cabina personale con una delicata gentilezza, che da tempo non utilizzava con nessuno. Solamente una volta sistemati nella sua cabina personale notò quanto la sua dolce amica d’infanzia fosse cambiata. Non solo per l’abito modesto che indossava; era diventata più alta, il seno le era cresciuto parecchio e i capelli gli sembrarono più lunghi, anche se credeva fosse perché non poteva più agghindarseli come faceva quando stava a palazzo. Senza alcun dubbio era una bellissima giovane donna!
In un primo momento si sentì impacciato. Desiderava offrirle qualcosa di caldo, ma era appena approdato e quindi ci volle qualche minuto per fare scorta di qualunque cosa. Mandò i suoi uomini a procurarle del pane appena sfornato e una bevanda calda, Killian non la lasciò da sola nemmeno per un attimo; voleva sapere cosa le era accaduto e perché lo stesse cercando.
Ariana cominciò a raccontare dalla notte in cui suo padre morì e al conseguente tentativo in cui lo zio Romolus prese il trono; egli aveva tentato di uccidere i nipoti, unici eredi legittimi al trono, ma per fortuna suo fratello Ezra ebbe una premonizione e con l’aiuto della madre riuscì a metterli in salvo fuggendo.
«Siamo in fuga da tre anni, non rimaniamo nello stesso villaggio per più di sette mesi per la paura di esser scovati… - sospirò - in realtà io e i miei fratelli vorremmo rifugiarci dai regni alleati, però nostra madre preferisce stare insieme fuggendo da chiunque conosca la nostra identità. Mamma pensa che prima o poi smetteranno di cercarci, io ne dubito. Siamo degli ostacoli, finchè le persone che sostenevano mio padre sanno che siamo vivi ci sosterranno sempre e questo non rassicurerà mai Romolus nemmeno se avrà dei figli.»
Ariana abbassò lo sguardo e si morse il labbro mentre riprendeva fiato prima di continuare. Gli occhi di Killian era fissi su di lei, dal primo momento in cui l’aveva rincontrata non lasciarono mai il suo viso. Il pirata era in tormento; la vedeva spaventata e impaurita anche se conosceva bene il carattere tenace che possedeva.
«S-sai è da un anno, circa, che ho sento delle voci su di te. Dicono che sei il pirata più temuto e formidabile mai visto al mondo e q-quindi sapendo che saresti approdato qui ho pensato di venire per chiederti aiuto.» La sua voce tremava. Era come se avesse paura di lui e Killian lo percepì, in effetti ci rimase un po’ male. Non credeva che delle voci bastarono a farle mutare opinione sul suo conto. L’ultima volta che si erano visti fu al ballo a palazzo reale quando Killian le regalò l’anello, che fu felice di vedere ancora al suo anulare destro; era passato qualche anno e chiaramente avvennero vicissitudini che cambiarono la loro vita, ma ciò non doveva cambiare l’affetto che avevano provato per molti anni l’uno per l’altra.
«Ariana… - cominciò mettendo una mano su quelle congiunte della fanciulla - quelle voci sono vere. Ora sono un pirata, ma posseggo un onore e nonostante tutto quello che è accaduto il mio affetto per te non è svanito. Ho saputo ciò che è accaduto al tuo regno, alla tua famiglia, e credimi se ti dico che il mio primo pensiero è stato quello di venir a prenderti per proteggerti e farti star con me, per sempre. Mi sei mancata!»
Ariana alzò gli occhi. Era lucidi, commossi. In quel momento le parve di esser tornata bambina e di aver davanti a sé quel simpaticone del suo compagno di giochi, e migliore amico, a cui aveva confidato ogni piccolo segreto e che era a conoscenza di ogni sua debolezza. Una parte di lei desiderava così tanto rimanere al suo fianco, si sentiva al sicuro ed non aveva alcun dubbio che sarebbero stati l’uno affianco dell’altra per una vita intera.
«Killian… - mormorò - grazie, io…»
Lui scosse il capo e accennò ad un sorriso dolce. «Non c’è nulla per cui ringraziare, dimmi come posso aiutarti.»
Ariana prese un lungo respiro. «Non molto tempo fa, io e Lysander stavamo parlando di come sarebbe stato possibile riprendere il trono e qualcosa che va a nostro favore è la conoscenza di tutti i passaggi segreti del palazzo. Da piccoli giocavamo spesso per il castello mentre nostro zio Romolus non li conosce minimamente. Egli da giovane non aveva mai “sprecato tempo a giocare”, come ripeteva sempre. Passava il suo tempo ad allenarsi in combattimento e fidati, non è bravo neanche in quello» disse storcendo il naso e ripensando all’uomo che in quel momento odiava con tutta l’anima «Il nostro svantaggio è di non aver uomini per combattere. Come ti ho già detto, mia madre non ha intenzione di andare a chiedere aiuto ai regni che una volta erano stati alleati a nostro padre per paura che ci possano tradire dato che lei è una strega e, come ti sarà noto, chiunque pratichi la magia non è mai stato visto di buon occhio. Dopo quasi venticinque anni sono in molti a sostenere che mia madre abbia ammaliato mio padre con la magia per farsi sposare e diventar regina, quando lei invece è la donna più buona e coraggiosa del mondo.»
Killian annuì trovando nelle sue parole il vero. «Mi ricordo bene della regina Rowena. Se non fosse stato per lei, io e Liam, saremmo morti di fame dopo l’abbandono di nostro padre» sospirò pesantemente. Ricordava bene quando erano soli e tra le poche persone che gli diedero aiuto c’era la madre di Ariana oltre che Ariana stessa. «Anche se Rowena non vuole combattere dimmi cosa vi serve e io vi aiuterò!»
«Beh… spero di non offenderti, ma avevo pensato che saresti riuscito a procurarci uomini. Non importa che siano mercenari o pirati, meglio forse! Il compenso sarà proficuo dopo la vittoria…» disse frettolosamente.
Killian si fece una risata per l’ingenuità di Ariana: non era propriamente esperta di affari tra pirati, ma non per questo lui si sarebbe tirato indietro nell’offrirle aiuto. «Non preoccuparti di nulla. Noi uomini di preferiamo avere almeno metà ricompensa prima, così da esser certi che ci leghiamo per qualcosa di vano, ma la mia parola basterà per convincerli!»
Un’altra sfida era all’orizzonte.
«Quindi mi aiuterai?»
«Aye.»
Ariana si contenne per non piangere. Aveva il cuore che le batteva a mille e quasi non riusciva a credere che probabilmente sarebbe riuscita a tornare a casa e a vincere contro il male che suo zio Romolus aveva causato.
In preda all’entusiasmo si lanciò addosso a Killian per abbracciarlo. Provava un’ infinita gratitudine per lui e poi le era mancato moltissimo. Negli anni precedenti aveva perso la speranza di rivederlo e invece tutto sembrava andar per il meglio. Le mani di Killian premevano sulla sua schiena per stringerla di più a sé, non era un sentimentale ma non poteva negare a sé stesso di volerle un bene incommensurabile. Dopo la morte di Liam era diventata la persona più importante della sua vita anche se non si erano più potuti vedere; certi legame andavano ben oltre e duravano per sempre.
«Ascolta, io e i miei uomini staremo qui per un pò. Ti dispiace attendere un paio di giorni prima di andare alla ricerca di alcuni miei amici che potrebbero aiutare la tua causa?»
Ariana scosse la testa frettolosamente mostrando un gran sorriso. «Niente affatto, anzi figurati! Fai con comodo e poi intanto potremmo passare un po’ di tempo insieme prima di andare a riprendere il regno… oh, aspetta tu avrai le tue cose da fare…»
Quel parlare talmente a raffica le dava un’immagine tenera agli occhi di Killian che non riusciva a smettere di sorridere. «Per i sette mari! Parli più velocemente di una piovra!»
«Perché le piovre parlano?»
«È un modo di dire.»
«Mai sentito.»                                                                                                                                                     
«Imparerai tante cose sulla mia nave, dolcezza!» ridacchiò Killian
Ad interrompere quel momento divertente fu l’arrivo di un marinaio che di primo impatto rimase a bocca asciutta di fronte a ciò che gli occhi gli stavano mostrando.
«Dunque?!»
La voce tonante e irritata del capitano lo fece sussultare.
«Perdonate, signore. Ehm… dovreste venire.»
Killian corrugò la fronte e si alzò dal suo posto allontanandosi a malincuore anche da Ariana. «Torno subito, splendore» disse salutandola con un bacio sulla fronte prima di seguire il suo marinaio, il quale lanciò strane occhiate alla fanciulla. Non era abituato a vedere il suo capitano in atteggiamenti mansueti con una donzella. Solitamente se le portava solamente a letto.
 

Ariana aprì gli occhi di scatto. Capì subito di trovarsi nella sua camera da letto, a casa di Belle. Voltandosi verso la finestra notò che era ancora notte.
Per quanto tempo aveva dormito? Chi l’aveva portata lì?
«Axel!»
Il primo pensiero che le balenò nella mente fu proprio quello del fratello minore; non aveva fatto in tempo a riabbracciarlo che era caduta a terra. Non ricordava bene cosa le fosse accaduto. Era tutto confuso.
Provò a scendere dal letto e in quel momento sentì la testa pesarle. Si massaggiò una tempia mentre lentamente s’incamminava verso la porta per uscire e raggiungere chiunque fosse presente al piano di sotto, scendendo sentiva sempre più chiare voci familiari.
Non appena giunse all’arco che permetteva il passaggio dal corridoio al salotto vide Belle, Emma e Killian discutere animatamente. Si accorsero in fretta della presenza di Ariana, ma la dolce bibliotecaria fu la prima a ad aprire bocca.
«Ariana, cosa ci fai qui? Devi rimanere a letto!» la rimproverò Belle anche se nel suo sguardo non v’era nulla di severo, era tutta preoccupazione. Chiaramente aveva saputo cos’era accaduto in strada poche ore prima, Ariana non ebbe dubbio quando vide Axel lì, ma degli altri fratelli nessuna traccia.
«La tua amica ha ragione. È meglio se torni a riposare.» disse il ragazzo con voce dolce. Axel possedeva un carattere molto più morbido degli altri, si avvicinava molto a quello del defunto Tobias. Certamente i suoi muscoli lo rendevano un uomo dalla grande forza fisica, ma un lottatore dal cuore d’oro.
«M-ma tu sei tornato. Dobbiamo parlare… io… devo sapere dove sono gli altri. Dimmi che stanno bene… dimmi che sono al sicuro.» lo implorò Ariana carezzando il suo viso fanciullesco e stanco.
Axel le poggiò una mano sulla spalla per tranquillizzarla, il suo sguardo celeste era fermo e serio. «Gli altri sono ancora ad Andals, nelle celle, ma è meglio se ne parliamo domani. Hai bisogno di riposare. Ti prego.»
Ariana corrugò la fronte e lasciò cadere le braccia lungo i fianchi. Scosse il capo sentendosi molto stanca, i suoi occhi capitolarono casualmente sullo specchio appeso alla parete e solamente in quel momento potè notare le occhiaie che solcavano il viso pallido. Pareva un lenzuolo e riflettendoci si sentiva uno straccio. Forse Axel aveva ragione e il mattino seguente avrebbe ragionato meglio.
Sospirò annuendo e lasciandosi condurre da Belle in camera, ma non appena arrivò ai piedi della scalinata i suoi occhi sgranarono per ciò che stava vedendo.
«La piccola principessa sta affondando nella pazzia e presto tutto a galla verrà.» canticchiava una donna che avrebbe dovuto essere morta. Ariana emise un grido di paura prima di indietreggiare andando a sbattere contro la parete sotto lo sguardo scettico di Belle. Le mani cominciarono a tremare e non v’era voce che udisse se non quella della persona che a quanto pare era tornata dal mondo dei morti per tormentarla.
«Stai lontana da me!» gridò Ariana prima di cominciare a correre con Belle che la seguiva chiamandola. La strega ritornò in salotto e inciampò nei suoi stessi piedi cadendo a terra e perdendo i sensi mentre un altro ricordo si impadroniva della sua mente.
 
Ariana era contenta di aver ritrovato Killian, forse di più del sapere che sarebbe riuscita a tornare a casa. Aveva sempre avuto un legame forte con l’affascinante capitano, provava per lui un bene talmente grande che alle volte aveva attirato la gelosia del fratello Lysander. Rideva ancora quando ricordava la faccia del suo gemello quando gli aveva confidato di aver rincontrato Killian; era divenuto rosso di rabbia.
Erano passati cinque giorni dall’approdo della Jolly Roger e Ariana ogni dì andava a trovar il bel capitano con il quale passava tutta la giornata e quando scendeva il crepuscolo egli la riaccompagna a casa per poi andare nella prima bettola che incontrava. La regina Rowena non sapeva del piano della figlia per riprendere il regno, solo Lysander ne era a conoscenza; tutti lo avrebbero saputo quando Killian sarebbe andato da loro per esporlo nei minimi dettagli e dando la sua parola che nulla sarebbe nuociuto loro.
Solitamente quando Ariana giungeva sulla Jolly Roger il bel capitano c’era già, ma quel dì così non fu. Per questo, in attesa del ritorno in cabina di Killian, la ragazza  si guardò attorno curiosando qua e là.
Notò che si era impossessato di parecchi bottini, aveva almeno due forzieri pieni di monete d’oro e gioielli di vario genere mentre sulla scrivania v’era il cannocchiale e qualche mappa.

Ciò che attirò maggiormente l’attenzione della fanciulla fu un disegno che la ritraeva in un cassetto semi aperto. Lo prese tra le mani per osservarlo meglio non credendo che Killian fosse in grado di disegnare.
Un talento in più, pensò accennando un sorriso sulle labbra. Non ci voleva un genio per capire che la forte mancanza era stata sentita da entrambi e in egual maniera. Questo pensiero un po’ la rattristò, ma provò a trovar il lato positivo di quella situazione e - forse - era che non si sarebbero mai più divisi da quel giorno in avanti. Forse…

«Chi sei tu?!» domandò una voce irritata.
Ariana lasciò cadere il disegno sulla scrivania e si voltò per vedere chi le aveva rivolto male la parola. Osservò una donna vestita modestamente, come lei, con due grandi occhi scrutarla attentamente. Capelli scuri e occhi azzurri; avevano gli stessi tratti, ma quella donna era evidentemente più vecchia di lei.
«Potrei farti la stessa domanda.» ribattè Ariana.
«L’ho domandato io per prima!»
«E quindi?»
Quella donna aggrottò subito la fronte, come stupita da quel tono sarcastico usato da Ariana, ma questo solo perché non la conosceva bene. Non si sarebbe affatto stupita di quel comportamento, specialmente dopo il modo con cui si era rivolta a lei. La giovane principessa si trattené dal prenderla a schiaffi soprattutto per come la stava fissando in maniera a dir poco insolente.
«Sei… s-sei per caso la moglie di Killian?»
Ariana sbattè un attimo le palpebre prima di scoppiare in una fragorosa risata. Non aveva sentito niente di più spassoso, anzi a ripensarci in molti avevano sempre messo in discussione il suo legame con Killian, ma a farla ancor più divertire era stato il tono intimorito di quella sconosciuta: le faceva provare un piacere perverso.
«Oh, no. Tranquilla che nessuno ti toccherà il tuo amato capitano.» disse non riuscendo a togliersi quel sorrisetto divertito dalle labbra rosee «Da come ti sei approcciata a me deduco che sei una delle sue amanti o dovrei dire sgualdrine? In ogni caso Killian non ha buoni gusti in fatto di donne. Non si tratta minimamente bene neanche per dar sfogo ai suoi piaceri carnali.» concluse lanciandole un’occhiata dalla testa ai piedi. Quella che provava era una sensazione a pelle, non intendeva fare la schizzinosa, ma aveva conosciuto persone borghesi con più classe e gentilezza di quella là! Trasudava di disperazione e noia. Ad ogni modo non aveva dubbi che l’antipatia era reciproca. Ariana teneva gli occhi chiusi a fessure e continuava a storcere il naso per via dell’odore di rum che quella donna emanava; chiaramente Killian doveva averla raccattata da qualche bettola.
«Chi diavolo sei tu e cosa vuoi da Killian?!»
Di nuovo quel tono decisamente detestabile; Ariana alzò gli occhi al cielo e la ignorò, non doveva dare alcuna spiegazione né a lei né a nessun altro. Le voltò le spalle continuando a gironzolare per la cabina di Killian, facendo finta di non udire le domande o parole grosse di quella popolana, che sarebbe solamente stata di passaggio nella vita del bel capitano Jones… o così Ariana credeva. Improvvisamente si sentì tirare per i capelli e sbattere contro un armadio a gran forza. Strizzò gli occhi lasciandosi scappare un gemito di dolore non appena sentì il colpo. Il giorno dopo avrebbe avuto una bella botta sul braccio sinistro.
«Ma sei completamente impazzita?!»
«Devi stare alla larga da lui, smetterla di vederlo. - le intimò quella donna - Tu sei la sua compagna di letto, io invece… Killian con me ha già il suo futuro!»
Ariana tentò di mantenere la calma; in quegli anni in cui era costretta alla fuga si era anche allenata con i poteri che aveva dalla nascita. Era arduo perché il suo dono era strettamente collegato alle sue emozioni e lei era già caratterialmente impulsiva. Ma in quell’occasione, molto stranamente, riuscì a tenere i nervi saldi. «Ovviamente sei pazza.» intuì Ariana tenendo il suo sguardo imperscrutabile su di lei. «Tra noi sei tu la sgualdrina. In questi giorni ho frequentato Killian certamente più di te e non ho mai sentito parlare di… qual è il tuo nome? Oh giusto, non mi interessa. Chiunque tu sia sei solo di passaggio, io resterò nella sua vita per sempre.»
Quella donna scoppiò a ridere facendo emanare l’alito che odorava pesantemente di rum. «Ti sei presa proprio una bella cottarella. Il capitano è un uomo affascinante, ma non si perde con le ragazzine. In fondo quanti anni hai? Sedici… diciassette…?»
«Diciannove.» rispose in fretta Ariana.
«Diciannove… - ripetè la donna prima di sospirare - beh non crederai davvero che si possa interessare a te?»
«E a te invece?» ribattè la principessa tenendole testa e senza mai scostare lo sguardo freddo da quella sua faccia da sberle «alla svelta ti ha trovata e alla svelta ti abbandonerà.»
«Ne sei proprio sicura?» domandò quell’altra con tono di sfida.
«Con tutto il cuore.»
Nello sguardo limpido di Ariana infuriava una tempesta come del resto era il suo animo, sempre combattivo e mai arrendevole. Seppur si trovasse in una situazione disparata a causa di suo zio Romolus, che si era impadronito di Andals e ancora stava dando loro la caccia, non si era ancora arresa. Sarebbe tornata a casa e suo fratello avrebbe governato il regno come giusto che fosse. Era anche certa che Killian sarebbe rimasto al suo fianco: aveva perso Liam, ma lei era ancora viva ed era la sua famiglia… nulla li avrebbe separati.
Quella donnaccia non sarebbe stato un ostacolo - o così Ariana credeva in quel momento - e solamente lei era importante per Killian perché condividevano il tipo di legame che non si sarebbe spezzato a causa di un’altra donna.
Affrontare nuovamente quella donna era uno spreco di tempo. Sospirando pesantemente si incamminò verso l’uscita in silenzio, ma prima di uscire dalla cabina si riavvicinò a quella donna. La chiamò battendogli due dita sulla spalla e non appena ella si voltò Ariana le sferrò un gancio destro che a momenti non fece cadere quella donnaccia.
«Con cinque fratelli sarebbe stato umiliante lasciare questo scontro facendoti uscire indenne» disse cercando di trattenere una risata divertita e ammirando il taglio che le aveva fatto al bordo del labbro «Addio. Dovrò dire a mio fratello di rivedere i suoi gusti in fatto di donne, la prossima volta dovrebbe puntare su una bionda!»
«T-tuo fratello?»
Ariana si fermò sull’uscio della porta per lanciare un ultimo sguardo vittorioso a quella donna. «Aye! Killian è mio fratello, beh… teoricamente fratellastro, ma ormai che differenza fa?»
 
 
***
 

Storybrooke
Presente

 
«Come sta?» domandò preoccupata Regina non appena Belle scese dal piano superiore raggiungendo i suoi ospiti nel salotto. Axel l’aveva aiutata a portar in camera Ariana dopo la caduta rimanendo con lei un pò per controllare che stesse bene, nel frattempo Regina era stata avvertita da Emma e venuta a conoscenza del misterioso incidente dell’amica ore prima si era affrettata a raggiungere l’abitazione.
«Sta riposando.»
«Ma cosa le è accaduto?!» domandò la sindachessa appena arrivata.
«Emma e Killian l’hanno incontrata per strada, vicino a Granny’s. Stava correndo da suo fratello, ma improvvisamente è caduta a terra e…» tentò di riassumere Belle.
«Sì, Emma me lo ha spiegato velocemente. C’è da chiedersi cosa ha indotto tutto questo.»
Erano tutti pensierosi a riguardo, persino Killian. Lui era alquanto nervoso e teso, e ciò non passò inosservato all’attenzione di Emma non facendo altro che aumentare i sospetti su di lui. Le aveva provocato un certo effetto vedere Ariana cadere proprio tra le braccia di Killian e non pensava di riuscire a nascondere a lungo anche ciò che vide nel suo sguardo in quel momento. Era stata la prima volta in cui non vide l’astio che ribolliva nei suoi occhi o nel suo cuore; pareva tutto svanito dopo averla vista indifesa.
«Tu hai detto qualcosa quand’è caduta.» disse Killian improvvisamente rivolgendosi ad Axel.
«Come, scusa?»
Killian annuì ricordando. «Sì, tu hai detto: Lui è qui.»
«Lui chi?» domandò Regina voltandosi.
Il volto di Axel sembrò spaesato mentre gli occhi penetranti di Killian lo stavano fissando intensamente sicuro di ciò che aveva udito e che sicuramente riportava all’incidente di Ariana. Il pirata voleva andare a fondo di quella questione.
«Non mi sto sbagliando, vero?» chiese incitando Axel a parlare.
«Chi è questo “lui”? Tremotino?» azzardò Emma.
Il giovane principe sembrava sempre più titubante sul suo silenzio e lo sguardo insistente di Regina e glaciale di Killian lo stavano mettendo con le spalle contro al muro. Sapeva che avrebbe dovuto dire la verità e tutto quello che sapeva per aiutare sua sorella, ma era spaventato perché ciò che v’era dietro era qualcosa di pericoloso.
«Perché non parti dall’inizio e ci spieghi come hai fatto a fuggire?» intervenne Belle con modi più gentili e dolci degli altri. Axel socchiuse gli occhi mettendo le mani sui fianchi, sospirando pesantemente cedendo alle pressioni e preparandosi a raccontare. Lentamente si avvicinò alla poltrona e si sedette sul bracciolo.
«Da quando Ariana è fuggita c’è il caos ad Andals. Maximilian cerca di tener i nervi saldi, ma il fatto che ad ogni angolo ci sia una pattuglia e che molti uomini dalle celle sotterranee, dove noi eravamo tenuti segregati, siano stati mandati a stare ai confini è segno di instabilità.» Conosceva bene lo schema del regno e non solo perché Andals era la sua casa, ma per tutti i regni che aveva visitato e imparato a conoscere. «Io e i miei fratelli siamo riusciti con stratagemmi puntati sulla logica più che sulla forza fisica per fuggire. In realtà una volta delineato il piano solamente io e nostro fratello minore, Noel, siamo scappati dalle prigioni così da non destare troppo l’attenzione… anche se alla fine sono riusciti a riprendersi mio fratello mentre io ho usato il lago di Avalon per approdare qui.»
Una spiegazione rapida e chiara servì a Regina, Killian, Emma e Belle a fare luce su quella storia, sperando che sarebbero arrivati al punto in cui Ariana era al centro del discorso. Erano talmente in attesa di saperne di più che la rivelazione sarebbe stata all’altezza delle aspettative, ma non per questo positiva.
«Prima di fuggire, mentre ero ancora in cella, ho udito un discorso tra alcune guardie. Non mi erano molto chiare le voci, ma penso di aver compreso il succo di ciò che sapevano.»
«E sarebbe?» domandò sbrigativo Killian.
«Maximilian ha assoldato il più temibile dei cacciatori di taglie per dare la caccia… a mia sorella.»
«Capirai che gran problema, Ariana lo spazzerebbe via con uno schiocco di dita.» affermò Killian attirando inconsapevolmente lo sguardo di Emma su di sé.
«Non è un semplice cacciatore come chiunque può pensare, egli proviene da una stirpe di lupi maledetti in eterno da una strega… quindi diciamo che la sua potenza è accentuata dalla sua età storica.»
«Un cacciatore maledetto?» Belle rifletté sulla questione sicura di aver già sentito qualcosa di simile sull’argomento. Non era qualcosa che aveva letto nei libri, ma il tempo passato nel castello di Tremotino le aveva fatto conoscere molte cose oscure e pericolose.
«Sai chi è?» chiese Axel.
«Ha letto più libri di tutti noi messi assieme e viveva con l’Oscuro, fidati potrebbe saperlo veramente.» aggiunse Killian.
«Grazie della fiducia, Uncino - commentò Belle lanciandogli un’occhiata - Comunque… non so esattamente chi sia. Ho solo sentito parlare di lui e sono certa che la storia della maledizione sia vera. Qualche secolo fa una strega maledì un villaggio della Foresta Incantata e ad ogni notte di luna piena gli uomini erano costretti a trasformarsi in lupi e il primogenito di ogni uomo maledetto sarebbe stato immortale per vedere tutti coloro che amava morire. Era una sorta di punizione, evidentemente deve esser accaduto qualcosa di grave.»
«Tu dici?» fece notare Regina lanciandole un’occhiata sarcastica.
«Quindi ce ne sono altri… di lupi immortali?» domandò ingenuamente Emma.
«No, subito dopo la maledizione tutti i primogeniti vennero uccisi così da provare a deviare la maledizione, ma solamente uno si salvò.»
«Il cacciatore.» dedusse Emma.
«E ora da la caccia ad Ariana.» aggiunse Regina concentrata sulla gravità della questione.
«Non sai altro?» domandò nervoso Killian.
«Dovrei controllare in biblioteca. Sicuramente c’è qualcosa.»
«Io credo sia arrivato qui a Storybrooke» disse Axel attirando l’attenzione su di sì «Da quel che ho visto posso ben affermare che mia sorella è sotto l’effetto di un veleno molto raro e l’effetto sulla vittima è irreversibile e chi se non il cacciatore potrebbe aver colpito così drasticamente Ariana?»
«Un veleno?!» sbottarono Belle e Regina.
«Temo proprio di sì. La visione che ha avuto e la reazione di qualche ora fa in strada mi fa pensare che si tratti proprio del Lupvenmor. Causa visioni scaturite dai rimorsi più incondizionati del proprio animo e quando si raggiunge il più grande odio per sé stessi si tenta il suicidio in ogni maniera possibile.» rivelò lasciando basiti tutti quanti che si sarebbero aspettati qualunque cosa, ma non qualcosa che pareva così drastico e irreparabile.
«No, mi rifiuto di crederlo! - disse Belle - Conosco Ariana da molti anni, lei è una potente strega; più di quanto lo sia stata Zelena, con un animo più forte di quello di Tremotino e credimi se ti dico questo!»
«Io ti credo, Belle, e vorrei tanto che la forza d’animo riesca a sconfiggere questo maleficio, ma se conoscessi mia sorella un briciolo di quanto io la conosco sapresti bene che non ha sempre combattuto a favore del bene.»
Belle parve scioccata. «Quindi vuoi gettare la spugna?! È tua sorella!»
«Esatto! Per ogni maledizione o veleno c’è sempre una cura, quindi parla biondino prima che ti faccia qualche graffio sul tuo bel faccino!» gridò Regina autoritaria avvicinandosi pericolosamente ad Axel.
«Credete veramente che se avessi la cura a portata di mano non la userei su Ariana?!».
«Beh, il tuo comportamento moscio me lo fa credere.» commentò Regina con non-chalance.
«Beh, ti sbagli! Ho già perso un fratello e ne perderò altri due se non salverò Ariana siccome ho promesso a Lysander di guardarle le spalle!» ribattè Axel mostrando alcuna paura di fronte alla donna che era stata la regina cattiva.
«E allora datti una mossa per salvarla! Qual è la cura?!» incitò Emma non volendo rimaner fuori dalla questione.
«Non è semplice come può sembrare.»
«Cosa non è semplice? Accettare che sei un emerito idiota o che vuoi lasciar morire tua sorella?!» urlò Regina ad un passo dallo sprigionare la sua immisurabile forza contro Axel.
Emma tentò di calmare Regina cingendole le spalle, sapendo bene che reagendo con la forza e la rabbia non sarebbero andati a finire da nessuna parte e non desiderava la morte di Ariana, per quanto una parte di lei non la ritenesse granchè simpatica.
Un forte colpo dal piano superiore attirò la loro immediata attenzione.
«Ariana!» esclamò Belle prima di correre di sopra seguita da tutti e non appena giunsero nella stanza della strega videro qualcosa che fece innalzare la loro preoccupazione. Ariana stava raggomitolata in un angolo a piangere spaventata, con la testa che scuoteva in continuazione fra le mani. Farfugliava parole sconnesse tra loro fissando un punto della stanza. Regina si precipitò da lei, inginocchiandosi per prenderle le mani e tranquillizzarla.
«È solamente un brutto sogno, non è reale. Presto finirà tutto.» le disse con voce dolce.
Lo sguardo di Ariana continuava ad essere fisso alle spalle di Regina, dove vedeva ben nitida la figura di quella donna che pareva perseguitarla. Tremava al solo pensiero che potesse farle del male. Era sorda alla voce di Regina che stava contenendo la rabbia verso Axel per non alterare ulteriormente quella che ormai credeva una situazione pericolosa.
Quando vide lo sguardo di Ariana darle attenzione credette che la situazione si stesse alleggerendo.
«Ho… ho fatto un errore e lei ora mi vuole morta.»
«Chi? Chi ti vuole morta, Ariana?» chiese Regina non tradendo quella tranquillità che voleva far apparire.
«Milah.»
Lo sguardo della potente ex regina cattiva capitolò immediatamente su quello di Killian, che dal canto suo pareva esser totalmente estraneo alle parole della strega nonché sorella. Emma invece sembrò attutire un duro colpo e se ne sarebbe andata all’istante se le urla di Ariana non avrebbero ulteriormente attirato la sua attenzione.
La vittima del brutale cacciatore si era alzata in piedi divincolandosi da Regina.
«Ti prego, non farlo!»
Ariana vide Milah avvicinarsi a lei con grande grinta e infilarle una mano nello sterno per tirar fuori il suo cuore pulsante e macchiato di chiazze scure. La strega si sentì il fiato mancare sempre più. Milah strinse lentamente il suo cuore nella mano per farle patire lentamente quell’atroce sofferenza e infine lo sbriciolò di fronte ai suoi occhi.
Ariana parve di sentir venir meno, ma bastò chiudere un attimo gli occhi per far sparire tutto. Era ancora viva.
Attorno a lei c’era Belle in lacrime tenuta da Emma mentre coloro che possedevano sguardi carichi di paura e preoccupazione per la sua incolumità furono Regina, Axel e… Killian.
La strega non badò a nessuno di loro e con la paura che Milah potesse raggiungerla si smaterializzò altrove scomparendo nella nuvola di fumo rossa.
E in tutto quel caos ci fu un’altra persona in balia dei ricordi.
 

Foresta Incantata
La sera prima Killian era andato a parlare con la ex-regina Rowena e gli altri fratelli convincendoli del suo piano per riprendere il regno assoldando mercenari e pirati, che avrebbero assaltato al castello mettendo sul trono Tobias, e alla fine di ciò sarebbero stati ricompensati riccamente. Inizialmente tutto sembrò confuso e non molto funzionale, ma la sicurezza di Killian riparò ogni dubbio. Quella mattina Ariana si alzò col sorriso sulle labbra, certa di partire con il fratellastro per cominciare a mettere in atto il piano. Per mezzogiorno la Jolly Roger sarebbe salpata con la principessa, Tobias, Lysander e Axel; i fratellini più piccoli sarebbero rimasti al sicuro con la ex-regina Rowena nel piccolo villaggio. Durante il viaggio poteva accadere qualsiasi cosa ed era necessario che almeno due eredi al trono rimanessero al riparo da qualunque rappresaglia o attacco.
Ariana credeva che nulla avrebbe potuto spezzare il suo ottimismo, ma i suoi poteri non avevano il dono della previsione e quindi non poteva sapere cosa sarebbe veramente accaduto quel dì.
Quando arrivò al porto riconobbe subito la Jolly Roger, l’avrebbe riconosciuta tra mille. Senza perder tempo vi salì immediatamente, era talmente entusiasta che non riusciva ad attendere un minuto di più. Sulla nave però c’era un po’ di confusione. Tutti i marinai erano radunati qua e là mentre Killian stava di fronte ad un uomo che aveva l'apparenza di essere un mendicante. Tra lui e il capitano sembrava esserci un’incomprensione alquanto grave. Killian teneva la spada tesa contro il collo di quello storpio.
«Chi non si scomoda a combattere per ciò che vuole ha il destino che merita» sibilò fissando il suo avversario, notevolmente più debole, dritto negli occhi.
Quel poveretto tremava e non dal freddo. Teneva il capo basso e ogni tanto gli scappava qualche gemito, era ben visibile la sua paura. In effetti lo sguardo di Killian avrebbe fatto raggelare chiunque.
«Vi p-prego signore. Cosa dirò a mio figlio?» piagnucolò lo storpio.
Killian si voltò inarcando un sopracciglio e gli lanciò uno sguardo di sufficienza. «Digli la verità: che suo padre è un codardo!» esclamò mentre la sua ciurma lo acclamava e quel mendicante si lasciava andare al suo dolore.
Gli occhi di Ariana erano avvolti dall’incredulità. Quel comportamento non apparteneva al Killian che conosceva e al quale voleva bene. Era conscia che la morte di Liam l’avesse cambiato, ma nonostante tutto lo credeva un uomo d’onore e con dei valori saldi!
«Killian!» lo chiamò salendo sulla nave e facendosi strada avvicinandosi velocemente al fratellastro. «Killian, cosa diamine stai facendo?!»
«Ariana, stanne fuori. Non sono affari che ti riguardano.»
Per risposta lo strattonò facendolo voltare verso di lei. «Stai minacciando una persona più indifesa di te, ma cosa ti dice la coscienza?!»
«Non lo sto minacciando. Gli ho offerto di combattere per ottenere ciò che vuole e, da buon codardo qual è, ha scelto di perdere e indovina un po’: chi non rischia non vince!»
Ariana rimase completamente a bocca aperta e corrugò la fronte, guardandolo scettica. «Sei serio? Mi sembra abbastanza ovvio che anche se volesse combattere lo finiresti in quattro e quattrotto!»
Killian sospirò pesantemente; non aveva alcuna intenzione di affrontare il discorso per di più di fronte ai suoi uomini. L’afferrò per un braccio tirandola in un angolo. «Quest’uomo che stai tanto difendendo si è azzoppato da solo per esser ritirato dal fronte: è un codardo! Anche la moglie lo ha lasciato per quanto si vergogna e francamente non ho alcun rimorso per il mio trattamento nei suoi confronti!»
Nella vita di una persona capita di vivere momenti di completa sfiducia rivolta ad una persona a cui si teneva con tutto il cuore e anche più della propria vita; per Ariana era quel momento.
«Come puoi dire veramente questo?» mormorò in un sussurro.
«È solamente la verità.» rispose Killian prima di sorpassarla per scendere dal ponte di comando e ritirarsi nella sua cabina dove sicuramente Milah lo stava aspettando a braccia aperte. Ariana aveva dei sospetti che quella donna e la moglie dello storpio fossero la stessa persona e il sol pensiero la irritava non poco. Incolpava lei del cambiamento repentino di suo fratello... sì, era suo fratello per metà, ma quella differenza non l'aveva mai calcata. Negli occhi azzurri di Killian non vide più la luce pura di un tempo, non v’era neanche oscurità, ma certamente non era più lo stesso. Era conscia che tutte le persone crescendo cambiavano, ma nella settimana trascorsa insieme le era sembrato dolce e completamente diverso da come si stava comportando quel dì.
Quel povero storpio supplicò nuovamente Killian e come risposta ricevette uno spintone. Ariana si portò una mano alla bocca spalancando gli occhi.
Che uomo ero diventato?
Lo storpio provò a rialzarsi, ma il bastone era lontano e ogni volta che ci provava cadeva a terra sotto le risate di scherno dei marinai e di Killian. Ariana afferrò i lembi della gonna e raggiunse in fretta quel poveretto per aiutarlo ad alzarsi, un gesto che frenò ogni risata e commento da presa in giro. Lo storpio alzò lentamente il capo verso quella giovane ragazza dai grandi occhi azzurri che lo stava guardando con tenerezza.
«Non temere, desidero solamente aiutarti.» gli disse Ariana dolcemente tendendogli una mano. Quel pover’uomo non poteva che accettare il suo aiuto e così si rimise il piedi, riprendendo il suo bastone.
«Ariana, cosa diamine stai facendo?»
«Quello che tutte le persone con un minimo di educazione dovrebbero fare!» gli rispose lei a tono.
Nessuno fiatò e la posizione di Killian da capitano pareva traballare sotto la presunzione di una giovane donna.
«Allontanati da questo topo di fogna.» le intimò prendendola per un braccio e strattonandola lontano dal marito di Milah. Gli occhi di Ariana saettarono sul viso di Killian prima di divincolarsi con forza da lui.
«Sei esattamente come ti descrivono: egoista e senza cuore. Sei vuoto e provo pena per te!» sentenziò la giovane principessa delusa e amareggiata da ciò che in quei pochi minuti aveva assistito. «Non sei più il ragazzo che conoscevo e non sei la persona che vorrei al mio fianco, tu sei il codardo!»
Il silenzio attorno a loro. Un silenzio pesante, carico di emozioni e sentimenti. Ariana non provava odio per lui, ma la delusione era forte e la tristezza di sentirlo lontano da lei, lontano da tutto quello in cui credeva, e tutto ciò a causa di una donna che non gli avrebbe portato altro che male. Andava certa di questo.
Lo sguardo di Killian era fisso in quello della sorella; era piena di grinta e pareva non aver paura di nulla. Era cresciuta molto e da una parte era fiero di lei, ma quel sentimento durò per pochi attimi non appena ricordò le parole che Ariana gli aveva appena rivolto. Lanciò uno sguardo ai suoi uomini e tutti erano in attesa di ciò che le avrebbe risposto.
«Sei arrabbiata. Non pensi a ciò che hai detto, ne sono certo. Ti conosco troppo bene e non ti allontaneresti mai da me… siamo fratelli!»
Killian aveva proferito quelle parole con cotanta sicurezza ed aveva la pura verità dalla sua parte. Ariana non avrebbe mai avuto il coraggio di lasciarlo andare e poi la rabbia le sarebbe passato in fretta, come da bambini; era solamente impulsiva e il pirata lo sapeva bene. Eppure Ariana aveva una sensazione e non riguardava Killian, ma la donna che aveva scelto di avere al suo fianco, quella Milah! Non solamente per il loro scontro, avvenuto giorni prima, era qualcosa di più profondo. Ariana sentiva che lo avrebbe portato alla disfatta.
«Non c’è posto per entrambe.»
«Quindi è questo il problema, Milah?»
«Beh, se il rubare la moglie di un uomo non lo chiami problema…»
«Io l’amo!»
«Quella sgualdrina ti porterà alla rovina!»
Killian l’afferrò duramente  per un polso. «Non osare parla di lei in questo modo.»
«Potrei perdonare l’abbandono del marito, tutti meritano di essere felici e non di essere rinchiusi in un matrimonio infausto, ma abbandonare il proprio figlio… questo la rende una persona orribile di fronte ad ogni sacralità!»
Non v’era che disprezzo da parte di Ariana per Milah e non sarebbe potuto cambiare nemmeno se avesse saputo che stava rendendo felice il fratello. C’erano dei valori in cui la giovane principessa credeva e la famiglia era uno di questi. Un figlio poi… Lei sapeva cosa significava perdere un genitore, suo padre era morto, ma sapere di essere abbandonati era molto peggio.
Improvvisamente un’aria fredda si levò sul ponte di comando, un adirato vento li aveva raggiunti e stava facendo tremare le vele e gli spiriti dei vivi. Le acque si agitarono facendo oscillare lievemente la Jolly Roger. Alcuni marinai dovettero tenersi alla balaustra o appigliarsi a qualunque cosa di fisso per non cadere. Killian sapeva bene cosa stava accadendo. Era Ariana. Erano le sue emozioni. Il pirata lasciò subito la presa sul polso della ragazza e da quel momento tutto il caos cessò.
«Se davvero la pensi in questa maniera allora vattene! Allontanati da me e vai per la tua strada, ma ricorda che se scenderai dalla mia nave avremo chiuso per sempre, quindi la scelta dipende esclusivamente da te!»
Gli occhi di Ariana erano fissi su Killian che era in trepida attesa; da piccoli capitarono le piccole litigate, ma alla fine tornavano sempre uniti. Una parte di lui odiava aver detto quell’ultimatum, ma sperava che Ariana rimasse.
Ariana però era decisa, credeva che troppe cose fossero cambiate, e non aveva dubbi che non avrebbe mai tollerato la presenza di Milah che ai suoi occhi era una vipera tentatrice. Anche se fosse rimasta con Killian non si sarebbe mai trattenuta dall’esprimere la sua opinione su quella donna.
«Non rinuncerò a Milah.»
Ariana annuì non potendosi aspettare una risposta differente. Evidentemente l’amore per quella donna superava ogni affetto passato. «E così sia.»
Furono le ultime parole di Ariana prima di allontanarsi da Killian e aiutare lo storpio a scendere dalla nave. Non sarebbe mai tornata sui suoi passi, non poteva farlo. Aveva un regno da recuperare e nessuno l’avrebbe desistita da ciò. Sospirando accettava che le strade sue e di Killian si erano separate e probabilmente per sempre. Lui aveva scelto Milah e Ariana lo aveva accettato anche se a malincuore. Pensò di esser stata troppo presuntuosa a saper che Killian avrebbe scelto sempre lei sopra gli altri; in fondo chi era lei in confronto a quello che Killian credeva fosse il suo vero amore?
In un primo momento il pirata sembrò non comprendere la sua decisione, ma vederla andarsene con quello storpio e scendere dalla Jolly Roger, dalla sua casa, lo risvegliò. Corse verso la balaustra e si sporse in avanti urlando:
«Tra noi è finito tutto. Mi hai sentito? È finito! È finito tutto!»
Nemmeno la lacrima solitaria che scese lungo la guancia rosea della ragazza la fece voltare. Ormai il loro percorso era stato scritto e il finale definito.
 
«Dobbiamo andare a cercarla immediatamente!»
La voce tonante di Regina echeggiava per tutta la casa e dissolse quel ricordo riportando Killian alla realtà.
«Ho chiamato David. Lui setaccerà il porto assieme a Brontolo mentre io andrò nella foresta.» disse Emma
«Io rimango qui nel caso tornasse di sua spontanea volontà a casa» intervenne Belle non riuscendo minimamente a nascondere la sua preoccupazione, ma cercando di essere speranzosa. Desiderava con tutto il cuore che quella faccenda si risolvesse per il meglio. «Killian?»
«Uhm?»
«Sveglia, pirata!» lo chiamò Axel.
«Se non hai intenzione di aiutarci a trovare Ariana togliti di mezzo!» gli ordinò secca Regina non volendo perder tempo con i suoi giochetti da strapazzo e non fidandosi minimamente di lui per quanto riguardava la sua amica.
Non gli avrebbe permesso di manovrare il salvataggio di Ariana e sarebbe stata disposta a qualunque cosa per fermarlo.
«Non mi pare il caso di discutere proprio ora!» intervenne Axel frapponendosi tra Regina e Killian, immaginando che se si fossero alzati ancor di più i toni non sarebbero finiti da nessuna parte. Dovevano stare uniti, era così che le sfide più difficili si superavano e le battaglie si vincevano.
«Il principe… ehm Axel… lui ha ragione.» disse Emma sentendosi impacciata per come doveva rivolgersi al fratello di Ariana. Scosse la testa pensando che ci avrebbe pensato in un altro momento. Le parve strano, ma il suo unico pensiero era quello di trovare Ariana per salvarla come lei aveva salvato suo figlio. Ormai aveva abbandonato l’idea di capire Killian e l’odio/amore malsano per Ariana. Era la Salvatrice e aveva preso seriamente il suo compito di riportare il lieto fine a tutti e questo includeva Ariana, che fino a quel momento non aveva dato dimostrazione di malignità nei confronti della cittadina che la stava ospitando.
Ciò non significava che sarebbe entrata nelle grazie di Emma, come al contrario era accaduto con Regina, ma la Salvatrice voleva essere giusta e non fare differenziazioni facendosi comandare dal proprio cuore.
Avrebbe salvato Ariana e lo avrebbe fatto per Regina, per Henry e per la giustizia.
Con la giacca rossa che la copriva dal freddo e lo sguardo di chi non sarebbe stata ostacolata da nessuno uscì da casa di Belle e stando sul vialetto aspettò l’arrivo di suo padre.
«Ti stai comportando da gran signora, sai?» Regina l’aveva raggiunta e pareva proprio intenzionata a fare due chiacchiere con lei. «Non ho idea di cosa stia accadendo tra te e capitan mano sola, ma se fossi in te lo prenderei  a calci prima di baciarlo di nuovo.»
«Grazie per i tuoi consigli. Li terrò da conto.» disse Emma ridacchiando sarcasticamente.
«Oh, dovresti veramente» disse Regina, prima di aggiungere con un tono più gentile: «Prendilo a calci dopo aver fatto un ultimo tentativo non appena concluderemo questa storia. Hai sentito ciò che ha detto Ariana e credo che i suoi rimpianti, o quello che è, siano legati anche a Killian. Probabilmente è giunto il momento di scoprire la verità per te.»
Emma sospirò rimanendo in silenzio. Voleva sapere la verità e si sentiva in colpa a pensare che quella grave faccenda l’avrebbe portata a fare chiarezza sul passato di Killian e no, non era neanche arrabbiata con lui. Ma detestava quando qualcuno le teneva nascosta la verità, ciò mieteva la sua fiducia. L’auto di David arrivò, Emma salutò Regina dicendole di tenersi in contatto e poi raggiunse suo padre partendo alla ricerca di Ariana.
Killian la mancò per un soffio.
«Devi stare attento, pirata.» gli disse seria Regina.
«Non temere, Regina, la troveremo.»
«Non mi riferivo ad Ariana.»
Killian si voltò verso la donna, in un primo momento, con uno sguardo scettico e confuso, poi afferrò subito il concetto leggendo tra le righe delle sue parole taglienti. «Ora stai cercando lavoro come consulente di coppia? Non mi pare che le tue ultime relazioni siano andate a buon fine.»
«Fai pure del sarcasmo, pirata. - disse lanciandogli un’occhiata fulminea - Non sono io quella che sta rischiando di perdere Emma. Non mi interessa cos’è accaduto con Ariana in passato, ma se fossi in te, non appena questa storia finisce, le direi la verità o la perderai per sempre.»
Killian abbassò lo sguardo, da tempo si era reso conto che la stava perdendo lentamente per ogni momento che passava senza che Emma sapesse la verità. In fondo se le avesse spiegato tutto dal principio ora non sarebbero a quel punto e non solo la loro relazione, ma anche Ariana che stava pagando per i peccati del passato… peccati che forse neanche Killian conosceva.
 
 
Foresta Incantata
Era sceso il crepuscolo. Le vie erano deserte se non si trattava di qualche mendicante o ubriaco che usciva dalle strabordanti osterie. Non erano passate che poche ore da quando Ariana scese dalla Jolly Roger interrompendo qualsiasi rapporto con Killian. Le parole che si scambiarono la tormentarono per tutto il giorno. Non volle ne giocare con i suoi fratelli e si rifiutò maleducatamente di aiutare in casa; rimase sul suo letto tutto il giorno a riflettere e pensare. Ricordò il primo giorno in cui conobbe Liam e Killian; aveva sei anni, lui poco di più. La madre era morta da qualche anno per un’infezione mentre il loro papà se ne era andato. Fu la regina Rowena ad accoglierli a palazzo, a rifocillarli e a far impartir loro un’educazione quantomeno nobile. Le camere dei principi, quindi anche di Ariana, erano dall’altra parte del palazzo rispetto a quelle di Liam e Killian. I fratelli della ragazza giocarono con loro, ma mantennero sempre il distacco tra sangue reale e plebe… al contrario di Ariana.
Liam si inserì meglio, Killian voleva rimanere spesso da solo perché ancora toccato dall’abbandono e Ariana fu l’unica ad avvicinarsi a lui con la sua allegria fanciullesca. Scappava dalle lezioni di danza pur di andare a vedere come stava. Inizialmente non aveva successo, ma le aveva provate veramente tutte… persino cantare.
Era inevitabile che sciogliesse il cuore di Killian e una volta conquistato lo portò a fare il giro di tutto il castello, mostrandogli i quadri dei loro antenati e spiegandone le storie, anche se si dimenticava sempre qualche nozione.
Crescendo si erano uniti sempre di più, specialmente quando Liam divenne maggiorenne e si unì alla marina e Ariana colmò la mancanza del fratello maggiore. Cercò di distrarre Killian in ogni maniera, persino a coinvolgerlo nelle sue lezioni di ballo. Avevano un legame molto più unito di quello che avevano con i rispettivi fratelli e spesso, e volentieri, si chiamavano usando gli epiteti “sorella” e “fratello”, destando così la gelosia di Lysander, gemello di Ariana.
Il loro legame andava oltre quella forte litigata, Ariana ne era certa. Per questo la giovane principessa prese il suo mantello e uscì segretamente di casa per raggiungere il porto dove sperava che la Jolly Roger fosse ancorata.
Capì di aver fatto un errore e non avrebbe accettato di perdere Killian.
Con la tenacia che bruciava nei suoi occhi camminava spedita cercando di non incappare nei pericoli. Sarebbe stato meglio aspettare che venisse giorno, ma era impulsiva e dannatamente impaziente. Tirò un sospiro di sollievo quando vide le vele della Jolly Roger e questa sua emozione la spinse a correre verso il vicolo che faceva da scorciatoia per arrivare al porto. Quel sorriso lieto sparì dalle sue labbra quando vide Milah sbucare dall’oscurità.
«Stai andando da lui, non è vero?»
«Stai costantemente dando prova di quanto sei ridicola, non è vero?» Ariana si beffeggiò di lei.
«Quello che hai detto oggi lo ha ferito molto e forse è il caso che tu esca per sempre dalla sua vita. Killian ha sofferto abbastanza e tu non farai altro che portargli infelicità.» sentenziò Milah come se la conoscesse o conoscesse il rapporto che avevano condiviso in passato e questo fece accrescere la rabbia che Ariana provava per lei. Non sapeva nulla e non doveva minimamente osare a dare la colpa a lei!
«Sai credo esattamente le stesse identiche cose per te. Non ti senti minimamente in colpa per aver abbandonato tuo figlio? Quel povero bambino crederà che la madre sia morta quando invece non ha fatto altro che seguire la passione e le tue voglie da lurida sgualdrina!»
«Non osare…»
Ariana avanzò con determinazione, fissandola dritta negli occhi e mostrandole sfacciatamente tutto l’astio che aveva per lei. «Sei una persona orribile, perché non c’è niente che possa scusarti dall’aver abbandonato Baelfire - gli occhi di Milah sgranarono - sì, conosco il suo nome e ho assistito mentre Tremotino gli diceva che eri morta. Ho udito le sue lacrime, i suoi singhiozzi e le parole di tuo marito, anzi ex marito, che cercava di rassicurarlo perché lui non lo avrebbe mai abbandonato. Hai rovinato le loro vite e ne subirai le conseguenze.»
«Tu credi?» domandò Milah inarcando un sopracciglio.
«Le persone che fanno cose cattive riceveranno sempre ciò che meritano.»
«Come tu ora.»
Ariana corrugò la fronte non capendo cosa significassero quelle parole fino a quanto non vide tre uomini sbucare alle spalle di Milah che nel frattempo stava sorridendo trionfante. La fanciulla si spaventò non poco e indietreggiò, ma altri due uomini furono pronti a prenderla con forza alle braccia. Provò a divincolarsi, ma la loro presa ferrea era molto forte.
«È tutta vostra, come ha ordinato il capitano!» esclamò Milah prima di andarsene, tornando sicuramente sulla Jolly Roger.
Ariana sgranò gli occhi non riuscendo a credere a ciò che aveva appena udito. Era stato veramente Killian a ordinare tutto ciò?
La mano dell’uomo portò indietro i capelli corvini di Steffy e poi le carezzò languidamente il collo provocandole dei brividi lungo la schiena. «Ho intenzione di farti godere come nessuno ha mai fatto prima.» le sussurrò all’orecchio.
«Stai lontano da me, bastardo!» sibilò Ariana cercando di essere minacciosa, anche se era più impaurita che potente. Avrebbe potuto usare la magia se fosse riuscita a controllarla, tutto il suo potere fioriva dalle sue emozioni, ma doveva controllarlo per far del male a qualcuno e, in una situazione come quella, non ci sarebbe mai riuscita. Uno, dei due uomini che la tenevano ferma, alzò lentamente la mano e la mise sul suo petto carezzandolo viscidamente.
«Voi non sapete chi sono io.»
«Certamente lo sappiamo. Non sei altro che una di quelle nobili signore con la puzza sotto al naso!» urlò uno colpendola dritta sul volto con cotanta energia che la fanciulla cadde a terra. L’atterraggio forte sulla fredda e dura terra le impedì di rialzarsi subito. Un uomo le fu subito sopra e la fece voltare con la pancia verso l’alto.
Ariana era impotente di fronte alla rude forza di quel marinaio, non sarebbe mai riuscita a liberarsi, benché meno con altri quattro uomini che glielo avrebbero impedito. Lacrime colme di paura e terrore iniziarono a uscire dai suoi occhi. Quell’uomo dal nome ignoto le carezzò il petto viscidamente scendendo lentamente, causando alla ragazza una tremenda agonia, fino a quando non arrivò alle gambe. Con quell’estenuante lentezza le tirò su la gonna dell’abito, toccandole la pelle, mentre posava la sua bocca lasciva sul collo della ragazza, baciandolo rudemente. I singhiozzi e i lamenti di Ariana non poterono esser uditi da nessuno. Quel vicolo era deserto. Chiuse gli occhi, oramai pensava di esser perduta, la sua virtù le sarebbe stata strappata in maniera disumana. Ma qualcosa accadde. Udì dei passi svelti e altri correre via. Aprì gli occhi e l’uomo che voleva abusare di lei era tenuto per il collo da suo fratello Axel. Il giovane Ezra aiutò la sorella a rialzarsi mentre Lysander e Tobias armati di un bastone scheggiato e una bottiglia rotta stavano ferendo a morte gli assalitori di Ariana.
Axel cinse le spalle della sorella portandola via con la forza per non mostrarle ciò che gli altri fratelli avrebbero inflitto a quegli uomini.
«Stai bene… stai bene. Ora sei al sicuro. - la rassicurò Axel carezzandole dolcemente i capelli -  è tutto finito.»
«No… è stato lui a mandarli. Sai cosa sarebbe accaduto se non fossi arrivato.» singhiozzò lei
«Non è accaduto. È questo l’importante.»
«Mi hanno colpita! Loro…»
La forza di Axel riuscì a non scomporlo dalla posizione che stava prendendo. Doveva consolarla, ma anche rafforzarla o non lo avrebbe superato. «Tutto ciò che hanno fatto è stato tentare di portar via la tua forza e la tua dignità, ma non ce l’hanno fatta e questo perché tu sei molto più forte di tutti loro messi insieme. Sei forte e supererai tutto questo. Ora torneremo a casa e non diremo nulla, faremo finta che tutto ciò non sia accaduta.»
«Ma guardami!» urlò Ariana con le lacrime gli occhi indicando i segni sul volto e sul collo.
«Sei caduta e ti sei fatta male. - affermò velocemente Axel prima di prendere un lungo respiro e divenir serio in viso - Ariana, devi ascoltarmi attentamente. Siamo in una situazione critica e lo sai bene. Tobias è il legittimo re, ma se dovesse mai accadergli qualcosa spetterebbe a te diventare la prossima sovrana di Andals e nessuno dovrà mai dire cos’è accaduto perché un sovrano debole significa un regno debole e tu non lo sei. Possiedi un posto nella storia, Ariana, e non dovrà essere quello di una principessa perduta la cui dignità è stata schiacciata da buzzurri marinai, ma il posto di una potente regina.»
Ariana non comprese il discorso del fratello, ma lo avrebbe fatto anni e anni dopo. In quel momento tutto ciò a cui pensava era ciò che Killian aveva ordinato di farle e il sorriso trionfate di Milah sapendo ce c’erano riusciti.
Si sentiva debole seppur era stata difesa dai suoi fratelli, che non appena si accorsero della sua fuga andarono a cercarla. Ariana non voleva pensare a ciò che le sarebbe accaduto se non fossero arrivati in tempo.
«La odio… la odio con tutto il cuore!»
Axel le carezzò una guancia dolcemente. «Non curarti di lei. Dobbiamo riprenderci il regno e senza Killian sarà arduo. Nonostante ciò sono certo che ce la faremo perché siamo dei combattenti e dei sopravvissuti, ma soprattutto siamo una famiglia e continueremo a sopravvivere e a vivere insieme!»

Le parole del fratello sembravano dar tregua al suo animo, ma quell'apparente calma non sarebbe affatto durata a lungo.



Note Autrice:
Bomba sganciata!
Questo capitolo era attesissimo e spero che le vostre aspettative siano state
appagate.
Chiarisce molto e nel prossimo leggerete altri flashback che concluderanno il cerchio del passato tra Killian e Ariana, ma non è finita!
C'è ancora molto in ballo e poi ora è arrivato Axel e tra non molto "incontrete" anche tutti gli altri fratelli.
Per chi mi segue su Facebook sa che arriverà anche Tremotino e per una parte ci ricongiungeremo alla storyline della serie-tv.
Restate con me per scoprire come Ariana verrà salvata, come il rapporto con Killian si evolverà e la riappacificazione dei CaptainSwan.
Ringrazio tutti voi che seguite questa storia e chi la recensisce: spero di non deludervi!
Un bacione,
Sere
   
 
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