Sanji si agitava nervoso nella sua postazione, quasi come se
fosse pronto ad alzarsi e a darsela a gambe levate da un momento all’altro.
No, quello non era un comportamento
che gli si addiceva –correre in giro in mutande non era da veri signori-, ma
non sembrava esserci altra scelta nell’attesa di un verdetto finale che aveva
tutta l’aria di volerglisi rivolgere contro.
Dalla totale indifferenza, la
fronte di Zoro si corrugò appena e poi sempre di più mentre fissava concentrato
le proprie carte.
La mossa era sua e non poteva
credere di avere quella mano.
Guardò per un momento il compagno
davanti a lui stringere convulsamente le carte tra le mani, poi ricontrollò le
proprie.
< è ora di capire chi è il cane*
qui > sentenziò crudelmente.
Lasciò cadere le carte davanti a
sé, in modo da mostrarle completamente all’avversario.
Quattro carte dello stesso valore ed una spaiata; un poker di Re.
Il Biondo sentì il cuore saltagli
uno, due, tre battiti e non riuscì nemmeno a rispondere alla provocazione.
Aveva perso, era finita, ma come
poteva uscirne il suo orgoglio da una situazione simile ?
Si era appena rivelato essere
psicologicamente inferiore a quell’ammasso di muschio e verdura o era stata una
dannata, semplice sfortuna ?
Qualunque fosse il caso, qualunque
cosa decidesse di fare, la sua mossa era prossima.
Si alzò all’improvviso guardando un
punto vuoto dritto davanti a sé, velocemente si spostò verso la balaustra
bianca della nave e gettò il proprio mazzo di carte nel mare con un gesto
deciso.
< MA CHE CAZZO STAI FACENDO ?!
>
Lo Spadaccino lo fissava furibondo
ancora seduto a gambe incrociate sul legno del pavimento.
< mi ero proprio stancato di
giocare > rispose semplicemente l’altro, battendo le mani come per togliervi
della polvere mentre le carte inzuppate galleggiavano placidamente.
< certo che hai un ottimo
spirito da giocatore, Torciglio ! > sentenziò beffardo l’altro < ciò non
toglie che tu hai perso ed io ho vinto >
Un ghigno trionfante si faceva
sempre più largo sul suo viso mentre studiava il Cuoco raccogliere il pacchetto
e accendersi l’ennesima sigaretta della giornata.
< che cazzo vuoi Verza, avevo
una perfetta scala a colore in mano. Ma mi sono rotto di giocare >
Non una parola avrebbe mai convinto
anche il più stupido tra gli stupidi.
E Sanji
sembrava sempre più una pentola sul punto di ebollizione.
< e cosa ci fa la tua scala a
colore in mare ? >
< una nuotata >
< secondo me hai perso >
< vuoi raggiungerla anche tu, Marimo ? Sono sicuro ti sentiresti a casa >
< devi toglierti le mutande >
< … COSA ?? >
A quell’ultima affermazione il
Cuoco aspirò talmente forte dalla sigaretta che rischiò di inghiottirla.
Zoro si mise in piedi e si avvicinò
a falcate pesanti verso di lui avvicinandosi pericolosamente.
< hai perso. Ora paghi tutta la
puntata di gioco >
All’erta di fronte a quel
comportamento inusuale, il primo istinto fu quello di allontanarsi, ma poi la
sua parte più aggressiva si sentì punta sul vivo.
< sei proprio un deficiente se
prendi così sul serio un gioco, lasciami fuori dai tuoi complessi mentali se
non vuoi crepare !! >
Il Verde aggrottò ancora di più le
sopracciglia, irato < sei tu quello che ha appena buttato il mazzo in acqua,
Stupido Damerino !! >
Così dicendo lo prese in
contropiede buttandolo a terra bloccandolo con le braccia, mentre l’altro non
aveva ancora realizzato come uscire da quella situazione senza ammazzarlo.
Sarebbe stato un mondo migliore
senza il Marimo, un mondo in cui lui avrebbe sempre
vinto a Poker.
< te lo ripeto un’altra volta
> ricominciò il Vice-Capitano bloccando con tutta la propria forza la
sfrenata opposizione fisica del compagno, < tu hai perso e io ora mi prendo
la vincita >
< ma che vincita !! Ma quale
“perso” ?!! > inveì Sanji ringhiando.
< togliti le mutande o le
toglierò io. Ora farai tutto quello che pare a me >
< ma che discorso da pervertito
è questo ?! Io non farò un bel niente ! >
< tu hai accettato ! Un vero
uomo non si rimangia la parola data ! > sbottò Zoro furente.
Il Biondo corrucciò la fronte e
chiuse gli occhi sempre più sull’orlo del precipizio.
< come immaginavo, è impossibile
avere a che fare con te !! >
< posso fare quello che voglio
con te, Cuocastro >
< credici, Cretino. Tornatene
nel tuo regno vegetale !! >
Ancora bloccato a terra non poteva
che pensar male di quelle parole.
Aveva percepito il tempo cambiare ?
Be’ il cielo notturno era più sereno che mai e la brezza continuava a soffiare
leggera, ma lui stava passando attraverso una vera e propria tempesta.
Il Verde continuava a stargli
addosso ed il suo viso era pericolosamente vicino.
< se sei un uomo, affrontami
> gli soffiò in faccia con voce bassa.
L’altro afferrò al volo ancora una
volta < è proprio perché sono un uomo che non posso, lo capisci ?!! Io sono
fatto per conquistare le donne, sono il loro sogno proibito e la loro realtà
più passionale !! >
Zoro continuò a tenerlo bloccato
con la forza e digrignò i denti in risposta.
< l’unica cosa che capisco è
quanto sia seria la tua malattia mentale, Torciglio > e mollò la presa su
una delle spalle per portare la mano ad accarezzargli il petto nudo che si
alzava ed abbassava freneticamente in preda al panico.
< voglio farlo > disse ancora
lasciando spaziare un sorriso perverso sul suo viso.
Il Cuoco si sentiva morire sempre
di più sotto quel tocco così incredibilmente caldo e quelle parole da censura.
Milioni di insulti si erano
accumulati nella sua gola impendendogli quasi di respirare mentre tentava lo
stesso di portare ossigeno nei suoi polmoni.
< c’è QUALCOSA DI SBAGLIATO NEL
TUO CERVELLO, IO SONO UN UOMO !! >
Non gli importava se l’avessero
sentito anche dall’altra parte del globo o ancora peggio, nell’albergo dove
riposava il resto della ciurma, se la forza non lo aiutava almeno nei limiti
del possibile doveva tentare di farlo ragionare.
Ma l’unica cosa che sentì qualche
istante dopo fu un < taci > sussurrato con rabbia sulle sue labbra e
successivamente la bocca del compagno sulla sua, oscurandolo completamente al
cielo stellato.
Zoro lo stava baciando, lo stava
BACIANDO.
Non era nello stesso modo in cui
lui immaginava di baciare Nami-san o Robin-chan, erano solo labbra premute forte tra loro.
La sua mano però era ancora sul suo
petto e lo teneva bloccato a terra.
Poteva percepire il legno sotto la
sua schiena, il calore del corpo dell’altro, ma nessun rumore giungeva al suo
orecchio, bloccato in un sordo, scioccante silenzio.
Sanji non avrebbe mai lasciato a nessuno la possibilità di
cucirgli la bocca, in nessun modo.
Tantomeno quel Marimo non lo doveva
toccare, nemmeno sfiorare.
In quegli istanti che parevano infiniti, sentì la pressione
su di lui farsi più leggera e il sangue riprendere a fluire normalmente, ma il
cuore continuava a pompare talmente forte, che a momenti temeva potesse
esagerare e non fermarsi più.
Cosa stava succedendo ormai non lo avrebbe più saputo dire,
quelle labbra premute così forte sulla sua bocca gli toglievano la possibilità
di respirare e solo per un momento il suo cervello riprese a funzionare.
Si liberò dalla sua stretta con un gesto veloce e gli afferrò
le spalle.
< ZORO > cominciò con voce gutturale e tremendamente
seria, < non osare mai più avvicinarti a me >
L’altro lo guardò con espressione evidentemente scocciata,
opponendo resistenza alle braccia che lo spingevano.
Voleva prendersi quel che gli
spettava e nessuna stupida minaccia lo avrebbe fermato.
Quel Cuoco non aveva la minima idea
di cosa avesse in serbo per lui, la bestia feroce che assopita giaceva nel suo
petto si era ora risvegliata e aveva trovato pane per i suoi denti.
< altrimenti ? > lo
sbeffeggiò con un filo di voce.
< non esiterò ad ucciderti >
fu la pronta risposta.
Lo Spadaccino non si sarebbe aspettato
una risposta migliore: quelle parole fecero come divampare un fuoco dentro di
lui e poteva sentire l’eccitazione crescere senza nessun ritegno.
Spinse con forza per avvicinarsi di nuovo al viso dell’altro con
gli occhi incatenati nei suoi.
< grazie per l’invito > soffiò.
Fu un battito di ciglia e lui fece combaciare i loro corpi
perfettamente.
Posò nuovamente la bocca sulla sua, sempre più famelico, ma questa
volta la trovò già socchiusa, quasi come se lo stesse aspettando, in
contraddizione a quanto gli stava dicendo il cervello.
Gli circondò la vita con un braccio tenendolo
premuto contro di sé, mentre l'altra mano salì tra i suoi capelli biondi e li
strinse forte: la lingua cominciò a scorrere calda nella sua bocca,
accarezzando e spingendo, mentre le labbra si fondevano insieme.
Il Biondo sentiva di aver perso tutto, persino il
senno che oramai lo aveva abbandonato in una situazione dove nessuno avrebbe mai
immaginato loro due.
Quel contatto lo aveva schifato, gli aveva
stretto lo stomaco fino quasi a fargli venire la nausea, ma solo dopo, quando
il calore dell’altro lo aveva irradiato e il suo rude desiderio posseduto,
tutto il sangue che metteva in moto il cervello si era trasferito verso il
ventre, dove –anatomicamente parlando- vi era la più chiara e sincera risposta
a quella vicinanza.
Mosse le mani ancora incastrate scomodamente
sulle spalle dell’altro e le fece scendere lungo la schiena, piantando le
unghie nella carne.
Il Verde si lasciò sfuggire un lamento che si
perse subito in quel bacio poco casto e in tutta risposta spinse il proprio
bacino su quello del compagno provocando brividi improvvisi ad entrambi che dovettero
allontanarsi leggermente per rifornire d’aria i polmoni.
Respirò sulle sue labbra mentre ricominciava a
baciarlo con passione e trasporto, e le mani risalirono quel corpo diafano,
accarezzando vogliose le sue spalle, le braccia, il petto, il viso, i capelli.
Sanji si sentì spingere di nuovo
dopo essere stato girato malamente di faccia sul legno della nave.
Sentiva quel corpo premere caldo contro la sua
schiena e d’istinto cercò di non farsi prendere dalla sorpresa e con entrambe
le mani oppose una forte resistenza a quella pressione.
La verità non era che si volesse semplicemente
girare per baciarlo ancora, per avere di più da quei brividi di piacere che
razionalmente non avevano risposta, no, il problema era in quella posizione che
pareva averlo sottomesso in qualche modo.
Non aveva vinto, non avrebbe mai vinto, e tutto
quanto era soltanto un’assurdità.
Volse la testa di lato e si lasciò scappare un
gemito nel momento in cui formulava quei pensieri e l’altro lo sovrastava:
giunse un grugnito contro il suo orecchio, un rumore roco proveniente dalla
gola dello Spadaccino che mollò la presa ferrea su di lui e cominciò a toccarlo
ovunque.
< b-bastardo … non osera-ah-i >
Si vergognò profondamente di come quella che
doveva essere una minaccia, era invece appena uscita dalla sua bocca come fosse
il gemito di una ragazzina alle prime esperienze.
Il Vice-Capitano lo ignorò e prese a passargli la lingua sul
collo, mentre la destra scendeva in basso, dentro quei boxer che, se avesse
rispettato le regole del gioco, non avrebbe nemmeno dovuto avere.
Si mosse poco delicatamente sfregando la propria erezione sul suo
corpo e con la mano prese a massaggiare quella del compagno, gesti moderati ma
profondi, dalla base fino alla punta poteva sentire quasi il sangue scorrere
impetuoso e l’organo inturgidirsi fino al limite.
Ogni più piccola briciola di protesta era scemata.
Quello che sentiva in quel momento il Cuoco era l’impotenza
razionale contro il piacere dei sensi.
Ogni spinta era come una scintilla che accendeva un fuoco, ogni
movimento lasciava dietro di sé il desiderio di qualcos’altro, di qualcosa di
più che potesse abbandonarlo in un pacifico senso di appagamento.
Zoro poteva sentire distintamente i gemiti soffocati dell’altro
mentre lo possedeva.
Non aveva dovuto convincere più a parole quella testa calda a
lasciarsi prendere, a lasciare da parte quei muri che si era costruito per
difendere la propria eterosessualità: non importava, non era mai importato a
lui di che sesso fosse la persona per cui provasse un desiderio incontenibile,
il suo istinto naturale era quello di cercare la soddisfazione, di sfogare il
suo appetito.
Teneva quel corpo così familiare tra le proprie mani,
accarezzandolo e spingendo dentro di lui con lo stesso ritmo.
Gli unici due indumenti che li avevano tenuti separati giacevano
poco più in là, come disprezzati dai loro proprietari che per sentirsi più
vicini avrebbero voluto persino strapparsi la pelle.
Sanji contraeva continuamente i muscoli e li rilassava subito dopo
cercando di mandare via il dolore.
Ogni più piccola parte del suo cervello odiava quello stupido
Spadaccino per quello che gli stava facendo, per quello che non sarebbe mai
riuscito a dimenticare, ma quel calore incredibile che lo avvolgeva, quella
bocca che si posava sulla sua schiena e quella mano che ogni tanto gli
scompigliava i capelli lo mandavano in estasi.
Lo sentì muoversi lento dentro di sé e strinse le gambe in un
gesto involontario strappando un gemito al compagno sopra di lui.
Il ritmo aumentò e quel dolore divenne dapprima sopportabile, poi
infine parve quasi voler scomparire.
Con gli occhi socchiusi poteva vedere nel buio della notte solo le
proprie dita incollate al pavimento, tentava di trattenere qualsiasi suono per
non dare nessuna dannata soddisfazione, ma diventava sempre più complicato man
mano che si sentiva sul punto di non ritorno.
< San … j … >
Il Verde strinse i denti per tenersi sotto controllo e con le
ultime profonde spinte venne dentro il corpo del compagno.
Sentendolo riversarsi dentro, anche l’altro sospirò sommessamente
e non si trattenne più.
Si allontanarono definitivamente dopo un momento di stasi.
Si lasciarono andare entrambi in avanti, dove il Biondo poté
finalmente girarsi a guardare nuovamente il cielo: sentiva le loro spalle
toccarsi e nient’altro, la distanza era infinitesimale ma il calore di cui
erano stati privati entrambi era percepibile.
Cosa sarebbe arrivato dopo ?
Tutto esattamente come prima ? Come se non fosse mai accaduto ?
Non voleva nemmeno pensare alle ripercussioni di ciò che avevano
fatto.
Sapeva solo che il problema maggiore glielo avrebbe dato il
proprio fondoschiena, che solo in una posizione immobile come quella sembrava
non avere nessuna ragione per cui protestare.
Scoprendosi improvvisamente pudico di fronte a quella situazione,
allungò il braccio verso quelli che poteva riconoscere come i propri boxer e ci
si coprì il ventre.
Avrebbe preferito avere la testa tagliata in due da una delle katane del Marimo oppure essere
in mare con la sua sfortunatissima mano di gioco piuttosto che essere lì.
Perché mai avrebbe dovuto preoccuparsi del “dopo” se tanto già lo
odiava da sempre.
< ti odio > formulò deciso, ma guardando con rabbia solo il
buio.
Quel cielo lo aveva tradito con la sua brezza serena, non vi era
mai stata notte peggiore.
Il lieve contatto tra di loro si spezzò e con la coda dell’occhio
vide il Vice-Capitano alzarsi ancora completamente nudo e raccattare qualche
vestito qua e là per farne una palla informe.
< alla prossima partita, Cuocastro
> sentenziò ghignano.
Nel chiaroscuro della notte, Zoro rimase per un attimo immobile a
guardare il corpo del compagno steso a terra esattamente dove lo aveva
lasciato, ancora intento a regolarizzare il respiro.
Quella non era stata la prima volta in cui lo aveva desiderato ed
ora era più che certo che non sarebbe stata nemmeno l’ultima; in quel corpo
così esile era custodita una forza pari alla sua, un avversario alla pari di
cui si sentiva fiero e che lo faceva impazzire.
Riscuotendosi dai propri pensieri riprese a camminare verso la
coffa dell’albero maestro dove avrebbe continuato diligentemente la propria
veglia notturna.
Sanji sentiva la rabbia esplodergli dentro, ma non aveva la forza di
muoversi.
Quell’incapace e idiota si era preso la sua famigerata “vincita”
ed aveva persino avuto l’ultima parola, ma di certo non l’avrebbe passata
liscia, oh no.
Avrebbe vinto, lo avrebbe schiacciato e si sarebbe preso tutto.
Aveva avuto ragione sin dall’inizio; il Marimo
non aveva la minima idea di come si
gioca a Strip Poker.
*”Dog” o “underdog” è un punto o un giocatore che sembra sfavorito in
una determinata mano.
THE END ♠♣♥♦
Siamo giunti così alla fine di questa incredibile notte che,
chissà, forse ha rispecchiato le vostre aspettative o forse no.
Spero che sia stata di vostro gradimento
e, se vi va, fatemelo sapere con una recensione ! C:
Vi ringrazio tutti/e
di cuore per aver letto questa storia ☺
P.S. Zoro the beast ಥ_ಥ