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Autore: nettie    18/05/2015    7 recensioni
« Boris, tutto questo è impossibile. »
« Lo so, ma non ti piaceva trasgredire le regole? »
« Ora non più, sta andando troppo oltre, non riesco più a distinguere il sogno dalla realtà. »
« Sto rischiando la vita per te, ti prego, lasciati amare. »
« Boris, tu non sei reale per la mia gente. Tu non dovresti esistere. »
« April, tu credi negli umani? »
Genere: Dark, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago, Sovrannaturale
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** 5 **

⇛ Boris

 

Silenzio. E’ tutta la serata che stiamo in silenzio, non piange, non parla, non fa niente. Rimane lì a dondolarsi nel letto con le gambe al petto, neanche sembra accorgersi di me.

Provo a carezzarle i capelli per farle dire qualcosa, provo a fissarla insistentemente, ma niente, sembra così strana. Ormai la luna è alta nel cielo, e lei ancora non ha chiuso occhio. Da una parte mi dispiace, ma dall’altra la vedo come la perfetta punizione per aver baciato quel coglione di Thomas.
Come ha potuto? Non ha pensato alle conseguenze? E a me? Non ha pensato?

Per fortuna, sono riuscito a gestire la rabbia e a rompere solo piccole cose senza importanza, ma a quanto pare, per lei importavano fin troppo.

Non so neanche se abbia realizzato che sono stato io a romperle.

Il mio sguardo punta pensieroso fuori dalla finestra, guardo oltre i palazzi in fondo, cerco di guardare oltre la luna, quando sento una vocina flebile e un po’ tremolante chiamare il mio nome.

 

« Boris …  »

 

Quasi non mi sembra vero, sgrano gli occhi chiari e mi volto con fare stupito verso la piccola April. E’ stata lei a chiamarmi?

 

« Perché l’hai fatto? »

 

Dice ancora una volta, schiudendo quelle labbra tanto rosee e belle. La luce nei suoi occhi trema, mi sta guardando come se stesse chiedendo pietà, forse ha paura di una mia risposta e di una mia reazione inaspettata.

Tiro un lunghissimo sospiro e chiudo gli occhi, respirando il profumo di bambina che c’è in quella sua stanza. Porto ancora una mano fredda al suo capo, e la vedo rabbrividire, continuando a puntare gli occhi verdi e stanchi su di me.

 

« Dovrei essere io a chiedertelo. »

 

Rispondo con voce calma e fredda, sostenuta, anche se vorrei spaccare tutto ancora una volta.

 

« Tu sei mia. »

 

Aggiungo subito dopo, facendo scivolare la mano dal suo capo al suo volto, carezzando la guancia che subito si infiamma, colorandosi di un simpatico color porpora che quasi riesce a scaldare il mio cuore di ghiaccio.

Non so proprio dove lei abbia trovato il coraggio di farmi una domanda simile.

Perché l’ho fatto? Perché l’ho fatto?

... Ma stiamo scherzando?

Mi sembra ovvio il perché, April è roba mia, e nessuno può toccarla, né tantomeno lei può toccare qualcuno. Il suo gesto mi ha fatto arrabbiare di brutto, è giusto che ne lei ne paghi le conseguenze.

 

« Non voglio …  »

 

E ferma la frase a metà, perché i miei occhi severi incontrano di nuovo i suoi e la costringono a rimanere zitta. Infondo, sa che le sue parole non porteranno niente di buono, non in un momento come questo.

Fra noi si crea un silenzio quasi imbarazzante, quel tipo di silenzio che ti fa fischiare le orecchie e martellare il cuore, quel tipo di silenzio che le fa abbassare lo sguardo dalla tensione, quel tipo di silenzio che mi fa tornare alla realtà, alla mia realtà.

Ho sempre avuto tanti di quei ripensamenti, insomma, non sono umano, non potrò mai farmi amare, perché la sto cercando? Perché devo farmi male?

 

« Non ti azzardare più a baciare quel frocetto di Thomas. »

 

Replico stizzito, e quell’etichetta così sgradevole vola via dalle mie labbra come se fosse niente. Sgrano gli occhi e mi porto una mano alla bocca, cosa ho appena detto?

Cosa mi sta succedendo?

Non era mia intenzione offendere Thomas, perché?

Ma non ho tempo di pensare a questo mio errore, che April sembra più che irritata.

 

« … Come l’hai chiamato, scusa? »

 

Si alza appena con il busto e ci ritroviamo faccia a faccia, il suo sguardo corrucciato urta con potenza il mio, e la cosa mi da non poco fastidio.

 

« Ha baciato un uomo, l’ho visto io. »

 

Replico freddamente. Vuole litigare ancora? Bene, io non ho problemi, le farò capire una volta per tutte di cosa sono capace.

 

« Tutte cazzate. »

 

Mi ringhia quasi contro, mentre la vedo stringere i pugni e ridurre gli occhi a due fessure. Perché non crede alla semplice verità? Io l’ho vista, l’espressione contrariata e sconvolta di Thomas mentre la baciava, io l’ho vista pure troppo bene. Ho visto quando era più scioccato per il bacio che per la bambola frantumata al suolo, ho visto il modo in cui si è pulito schifato quella sua bocca peccaminosa con la manica della felpa, e non mi è piaciuto, anche se allo stesso tempo mi ha dato un grande senso di libertà. Io l’ho visto, il povero coglione mentre al bagno piangeva per l’amato, e so per certo che April è l’ultimo dei suoi problemi amorosi. L’ho visto fra le braccia di quello lì, l’ho visto mentre lo guardava con occhi sognanti, quelli che non aveva dopo aver toccato le labbra della mia April.

 

E come se non bastasse, le sibilo tutto in faccia, le vomito tutte queste parole addosso, le sputo tutto questo veleno, fino a quando non la vedo cedere ed indietreggiare, farsi piccola in un angolo del letto e chiudere gli occhi. Sembra avere il fiato pesante, ha le mani sulla pancia, non vuole ancora crederci.

 

« Boris .. da quanto lo sai? »

 

La sua flebile voce appare quasi strozzata, e non me lo faccio ripetere due volte prima di risponderle.

 

« Un po’. »

 

Nonostante ormai i sussurri per non farci sentire sono a portata della notte, la mia voce sembra più cupa e tetra del solito, più forte, più roca. Sono a testa bassa, a pugni stretti e con gli occhi ridotti a due mezzelune rabbiose.

Posso percepire ogni suo singolo sentimento e sensazione, i suoi pensieri sono così forti che quasi posso addirittura vederli. Si sente stanca, spossata, tradita dal suo unico migliore amico. E posso ben capirla, mi sto nutrendo di ogni sua paura e mi sento ogni secondo più potente.

Mi siedo accanto a lei e guardo il suo volto di profilo, con un sorriso abbozzato sulle labbra. Le ho detto la verità, sì, ma a lei la verità non sembra piacere e io ne sono preoccupato. Poi, fa un gesto che mai mi sarei aspettato. Con uno scatto veloce allunga il busto al comodino, oltre il mio corpo, ed afferra il cellulare che era abbandonato lì. La vedo digitare con rabbia e con velocità su quel povero touch screen, e posso afferrare le parole che sta digitando solo con la coda dell’occhio.

 

A: Thomas

Da: April

31/05/2012 - 03:23

 

Stronzo, conosco il tuo segreto, perché me l’hai nascosto? Torna a prenderlo in culo, e ringrazia Boris.

 

Rimango semplicemente sconvolto. Non pensavo che la mia piccola April fosse capace di tanta cattiveria, e invece ho dovuto ben ricredermi.

Ma fino a questo punto … Oh, perfetto.

Lancia di nuovo il cellulare che atterra malamente sul comodino, e la vedo girarsi di schiena, dandomi le spalle. Non pensavo che le mie parole potessero creare tanto sgomento nel suo piccolo animo, quasi ci rimango male.

Proprio non posso vederla così, nonostante la sua angoscia mi gratifichi in un modo assurdo. E così, per la prima volta realizzo quando sia brutto non vedere quel bel sorriso sulle sue belle labbra. L’alba è ormai alle porte e voglio che si addormenti con il più dolce dei ricordi, o il più macabro, faccia pure come pensa meglio.

Lentamente le mie braccia grandi e fredde avvolgono il suo esile busto che mi trasmette un calore assurdo, quasi brucia e fa male, un corpo così freddo a contatto con un corpo così caldo non è mai una buona cosa. Lei non fa una piega, si limita a rabbrividire sotto i miei tocchi congelati, posso sentire i suoi battiti martellare furiosamente nel petto, ma non c’è alcun segno di timore, di paura, quasi sembra rilassata.

Così, con delicatezza le lussuriose labbra del demonio si posano sul suo capo, lasciando un unico semplice bacio come si fa per le benedizioni. Lei stringe i pugni, sembra irrigidirsi, ma appena viene stretta ancora una volta nella mia morsa torna tutto alla normalità, si scioglie come una mozzarellina mentre il respiro si alleggerisce e si abbandona a me.

Il meccanismo è semplice: più la allontano da Thomas più lei si avvicina a me, e a quest’idea mi scappa un ghigno malefico che illumina questa notte senza stelle.

 

Bip.

 

{ Angolo Autrice:

ringrazio davvero tutti, sia per le visualizzazioni che non deludono affatto, sia per le recensioni che mi rendono la persona più felice e motivata del mondo!
Un grazie davvero grande e speciale a FRAMAR, che sta consigliando questa storia ai suoi amici che a loro volta recensiscono, e come (quasi) sempre invito anche voi a lasciare un commento. :)

Fra gli altri ringraziamenti inserisco Fabula Nera, che nonostante le poche recensioni sa sempre come motivarmi, poi i nuovi arrivati Stevan e Lisitella.

-nettie.

 
   
 
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