Guido
aveva accompagnato i genitori a votare la domenica mattina verso le
dieci, ed era rimasto attaccato alla mamma fino a che quella non era
entrata nella cabina elettorale.
Tornando a casa aveva cominciato
a chiederle quando avrebbe potuto votare anche lui.
- Quando avrai
diciotto anni, amore.-
- E quando avrò diciotto anni?-
-
Dunque, vediamo un po'... sai contare?-
- Sì!- Rise il bambino.
Sapeva contare fino a cento da qualche mese, e, anche se faceva
ancora fatica con i numeri più grandi, riuscì
senza problemi
a calcolare quanti anni mancassero alla sua maggiore età.
- Dodici,
tra dodici anni potrò votare. Ma posso votare te?-
- Se farò
ancora questo lavoro sì.- Gli rispose la mamma.
Passarono il
pranzo dal signor Oreste, ogni momento era per lui buono per stare
assieme alla figlia, e anche il resto della domenica lo passarono in
famiglia.
Il lunedì, spinta dal desiderio di vivere ameno uno
giorno di estate, Claudia e il marito portarono il figlio al
mare.
Lei rimase sempre lontana dall'acqua e abbastanza coperta,
aveva paura di ammalarsi e ritardare ulteriormente l'inizio delle
terapie, ma questo non le
impedì di conservare quelle ore di
vacanze, per lei ufficialmente le ultime e per gli altri
ufficialmente le prime, come un bellissimo ricordo.
Rientrarono
poco dopo la chiusura dei seggi, perché per quella sera
Claudia era
stata invitata ad un programma di dibattito politico sulle elezioni
appena
avvenute.
- Sei sicura di andare, amore?- Le chiese Davide
con il suo solito fare ansioso.
- Devi stare tranquillo, quante
volte te l'ho detto?-
- E se ti sentissi male?-
- Mi auguro
davvero che non succeda, non tanto per me quanto per tutto il
resto.-
- Non dirai nulla, immagino.-
- Assolutamente, non è
il momento. Quando rinuncerò al seggio spiegherò
le motivazioni
brevemente, mi sembra corretto nei confronti di tutti, sia del
partito che degli elettori. - Gli spiegò mentre si truccava.
Era
sempre stata molto riservata e quella volta non avrebbe fatto
eccezione. Anzi, un fatto così personale come la malattia
meritava
di rimanere privato,
ma anche sparire dalla scena politica
all'improvviso sarebbe stato difficile.
- Tu non sei neanche certa
di venir rieletta, vero?-
La donna annuì.
Non era certa di
entrare, come non lo era stata la prima volta e come non lo era stata
ai tempi del test di medicina, anche se ovviamente non era la stess
cosa.
-
Io no, ma a quanto pare sono l'unica a pensarla in questo modo.-
Era
vero.
Quando il sabato mattina si era recata alla sede del
partito per dire ai “piani altri” cosa stesse
accadendo si era
sentita dire, oltre alle classiche frasi di
circostanza, che doveva
pensare a come dare la notizia, perché la sua rielezione era
quasi
certa.
Alla fine aveva deciso che si sarebbe trattato di un breve
comunicato stampa, ma ci avrebbe pensato nei giorni successivi.
Si
finì di preparare e poi si presentò davanti al
marito e il
figlio.
- Come sto?- Gli chiese facendosi guardare.
- Sei
bellissima, mamma.- Commentò il piccolo correndole in
contro.
Claudia lo prese in braccio e lui le stampò un bacio sulla
guancia.
Davide li guardava sorridendo. - Ti aspetto sveglio?- Le
domandò.
- Come vuoi, anche se non penso farò troppo tardi.-
-
Mamma io posso stare sveglio finché non torni?- Le chiese
Guido.
-
No signorino, tu sei troppo piccolo. Ma ti prometto che quando torno
passo a farti qualche coccola.-
- Okay.- Rispose lui un po'
tristemente, e fu allora, mentre la madre lo rimetteva in terra, che
tutti, compreso il bambino, si ricordarono di come quel
gesto
affettuoso di tenere in braccio il proprio figlio, normale per tutte
le mamme, le fosse temporaneamente vietato perché doloroso e
pericoloso.
L'uomo stava per dire qualcosa ma la moglie fece segno
di tacere e li salutò sulla porta di casa sorridendo.
Era così
assurdo, un attimo prima ridevano e scherzavano come una famiglia
normale e un attimo dopo era tornato alle oro menti il dramma che li
stava
avvolgendo.
Cercò di pensare ad altro, mentre si avviava
verso gli studi televisivi, ascoltando la radio per seguire, minuto
per minuto, gli aggiornamenti sui risultati
elettorali.
Lo studio
era quello di un noto programma di dibattito condotto da Giacomo
Silvestri, un giornalista che ormai da vent'anni raccontava con
precisione
tutto quello che accadeva nel paese.
Era il
giornalista che portava in casa Petrolini le notizie la sera quando
Claudia era ragazzina e il signor Oreste guardava il telegiornale.
Lei aveva sempre visto Silvestri come un uomo che faceva il suo
lavoro con passione, e quando, per motivi lavorativi, lo aveva
conosciuto di persona non
aveva potuto che confermare l'idea che si
era fatta di lui.
Oltre a lei erano presenti in studio altre tre
personalità politiche, due uomini e una donna.
Gli uomini erano
un deputato socialdemocratico, Diego Abbà, e un senatore del
partito
della destra più estrema, Mauro Giuliano, del quale sapeva a
malapena il nome, mentre la donna, Giada Varello, poco più
grande
di lei, era una centrista fortemente cattolica con la quale le era
capitato di avere
accese discussioni in materia di diritti civili e
delle donne.
Si salutarono con freddezza, ma in modo rispettoso,
e Claudia per un attimo provò una terribile invidia per la
donna che
aveva davanti.
Giada Varello non aveva quarant'anni ed era una
bella donna, non lo poteva negare, ma sopratutto, glielo si leggeva
sul volto, era in salute, e fu questo a
generare l'invidia di
Claudia.
Anche se nessuno sapeva e il trucco faceva la sua parte
chiunque, confrontando le due deputate, avrebbe potuto immaginare
quale delle due era
ammalata.
La donna provò a concentrarsi
ancora una volta sul quello che era il suo ruolo sociale per quella
sera.
La sua ultima uscita pubblica come personaggio politico
sicuramente per molto tempo, forse per sempre.
La serata fu lunga
e complessa, perché i risultati continuavano ad arrivare
imprecisi e
oscillando sempre, specialmente per quanto riguardava i partiti
maggiori, che parevano inseguirsi e superarsi a vicenda ogni pochi
minuti.
Abbà
e Giuliano ebbero una lunga discussione anche abbastanza accesa su
quello che proprio i due principali partiti avrebbero fatto con
l'inizio della nuova legislatura.
Secondo l'estremista si sarebbe
avuto un accordo tra il centro-destra e il centro-sinistra dovuto
alla semplice voglia di poltrone, mentre l'altro sosteneva che una
cosa simile sarebbe accaduta solo in caso di estrema
necessità e
sempre nell'interesse del paese.
A quel punto Silvestre aveva
chiesto a Claudia cosa pensasse lei di quella prospettiva. - Lei
crede possibile una eventualità di questo genere, onorevole
Petrolini? Vedere al governo, e quindi magari contro di voi, gli ex
alleati di un tempo assieme agli ex nemici, una sorta di
rimescolamento delle carte, le fa strano o era una
possibilità che,
in qualche modo, si conosceva da prima di questa sera?-
Domandò
sorridendo, forse per mantenere l'aria in studio meno pesante di
quanto potesse diventare.
- Mah, se fosse qualcosa di già deciso
o comunque discusso non lo so. Di certo un epilogo simile per queste
elezioni darebbe come unica certezza il fatto che i nostri unici
reali nemici siano a destra, cosa che mi pare logica, mettendo
però
in discussione tutto il rapporto con il centro-sinistra.- Rispose.
Quando parlava in pubblico Claudia era sempre così, precisa,
quanto possibile sintetica e attenta al lessico che utilizzava.
-
Quindi lei non crede possibile in futuro, se la paura, definiamola
così, dell'onorevole Giuliano si avverasse, una replica di
una
esperienza simile a quella del governo Passalacqua?- La
incalzò il
giornalista.
- Sinceramente se queste elezioni porteranno, è
ancora tutto molto ipotetico, a un governo di unione tra
centro-destra e centro-sinistra una possibile alleanza con noi in
futuro sarà difficile, almeno a livello nazionale.-
- Quindi a
livello regionale o amministrativo lei crede che la vostra ex
coalizione, si potrebbe ora definire così, sarebbe in grado
di
reggere nuovamente?-
- Io credo che prima di ogni giudizio
bisogni attendere, ma se mi chiede se sarebbe possibile per il mio
partito fare accordi e eventuali con partiti come l'Usd per le
elezioni amministrative mentre questi sono al governo con il
centro-destra le posso dire che la risposta non la ho io e,
soprattutto, non la ho or.- Spiegò molto pacatamente, e
prima che il
conduttore potesse riprendere la parola la donna fu attaccata, con
toni calmi ma parole decise, dall'onorevole Abbà. - In ogni
caso
un'eventuale nuova alleanza tra i nostri partiti sarebbe da accettare
anche dalla mia parte, e non so quanti miei colleghi sarebbero di
questo avviso dopo l'esperienza del governo Passalacqua.-
Era una
frecciatina non da poco, considerando anche che per tutta la campagna
elettorale i socialdemocratici e i socialisti non avevano fatto altro
che attribuire ai comunisti e alla loro uscita dal governo la colpa
delle forti perdite di consensi che si erano trovati ad affrontare.
-
Naturalmente, anche se non condivido né trovo proficuo
questo vostro
continuare a rimuginare sulla fine del governo.-
-
Ma, obiettivamente, se non fosse caduto il governo per colpa vostra,
e se non vogliamo dire colpa diciamo a causa della vostra scelta, non
saremmo neanche qui a commentare nuove elezioni, visto che la scorsa
legislatura è finita a poco più di
metà. Non capisco dunque come
possa tu pensare- E usò quella forma poco formale di
proposito.- che
ciò che è successo non abbia peso sul momento
attuale.-
A quel
punto Silvestri prese possesso della parola quasi con forza,
anticipando con un esplicito gesto delle braccia quel che voleva dire
e frenando in questo modo la discussione sempre più accesa
tra i due
onorevoli di sinistra.
- Sì, bene, ma fermatevi un attimo, non
vogliamo vittime, soprattutto adesso che non ci sono ancora risultati
definitivi. Insomma, attendiamo prima che si scaldino troppo gli
animi. Invece, spostandoci un po' più al centro, per
così dire;
onorevole Varello lei cosa crede accadrà adesso? E inoltre
dove
pensa che si posizionerà il suo partito che, lo ricordiamo
anche
agli ascoltatori a casa, è la forza più centrista
e legata alla
tradizione ma anche quella che nelle sue settimane ha visto
modificarsi più in positivo le proprie percentuali. Cosa...
a cosa
credere che porterà questo, ammesso che i sondaggi vengano
confermati dai risultati delle urne? Sareste fondamentali per la
formazione del nuovo esecutivo, specialmente se i venti di guerra
interni alla sinistra, e forse anche alla destra, saranno quelli che
abbiamo appena sentito.- Rise il conduttore, facendo spuntare un
sorriso anche sulle labbra di Claudia e del socialdemocratico. -
È
possibile che la vostra ideologia, quella in qualche modo
più
classica, in Italia, legata anche al sentimento religioso, possa
tornare importante come lo è stata in quella che si
definisce “Prima
Repubblica”?-
Quella domanda spostò davvero la discussione al
centro, rendendo la Varello protagonista assieme a Giuliano ed
Abbà
e lasciando quindi Claudia libera di ascoltare e basta, senza dover
intervenire se non per brevi e sporadici commenti od appunti.
Alla
fine la donna lasciò lo studio che era mezzanotte passata, e
prima
di mandarla a casa il giornalista le fece un'ultima domanda che, per
un attimo, la lasciò muta, incapace di rispondere senza
rischiare di
tradirsi.
- Se i risultati dovessero rimanere questi, o comunque
non essere totalmente sconvolti, lei vedrebbe confermata la sua
rielezione alla Camera dei Deputati. Come si è discusso
prima è
probabile, lo dicono le percentuali, io non voglio gufare contro
nessuno, che vi troverete all'opposizione; crede che questo
cambierà
il suo modo di lavorare o rivedremo la stessa persona di questa
legislatura? E pensa che lo stare all'opposizione potrà
rendere per
voi difficile continuare l'azione riformista che avevate proposto
alle scorse elezioni, iniziato con il governo Passalacqua e che
è
stata ancora vostro punto fondamentale durante questa campagna
elettorale?-
Claudia rimase un attimo titubante, spaventata dal
fatto che qualsiasi risposa potesse dimostrarsi poi fasulla e far
instaurare, nei presenti e negli spettatori, dubbi che preferiva non
venissero fuori almeno per quella notte.
Solo dopo qualche
lunghissimo secondo riuscì a trovare qualcosa di non troppo
rischioso da dire. - Il mio modo di lavorare è uno, anche se
è
ovvio che i compiti e le responsabilità di un semplice
parlamentare
sono diverse da quelle di un ministro, ma questo non lo
modificherà,
o almeno è ciò che mi auguro. Per quanto riguarda
il mio partito la
penso allo stesso modo; abbiamo un programma, e se venivamo votati
è
perché i cittadini, una parte dei cittadini italiani, vuole
che le
nostre proposte vengano attuate. Quindi le posso assicurare che
porteremo avanti i nostri obiettivi a prescindere dai risultati.-
-
Grazie Onorevole Petrolini, io la saluto e le auguro una
buonanotte.-
- Grazie a lei e buon proseguimento di serata.-
Rispose la donna.
Poi Silvestre andò in pubblicità e Claudia
lasciò lo studio definitivamente.
Si mise in macchina e inserì
nella radio uno dei vari cd che teneva nell'auto. Era stanca della
politica, almeno per quella sera, e si fece compagnia con la sua
adorata musica.
Davide l'aveva aspettata sveglio, in cucina, con
la televisione ancora accesa sul programma a cui era appena stata
ospite la moglie.
- Posso dirti che si notava che non stai bene?-
Le disse mentre lei si cambiava.
- Grazie, sei proprio
rincuorante.- Sospirò. - Anche se non ti credo. Tu sai come
stanno
le cose, è per questo che hai notato qualcosa di strano, e
so che la
pensi come me.-
- In ogni caso sei stata brava a non tradirti
quando ti ha fatto l'ultima domanda, quella su cosa farai adesso. Ma
per quanto continuerai a non dire nulla a nessuno?-
- Qualche
giorno, già te l'ho detto. So benissimo da me che ritardare
è
pericoloso, ma tu devi stare tranquillo.-
Davide
fece un'espressione triste. - Sarà difficile stare
tranquillo con te
in ospedale e io a casa con Guido da solo. Ho paura di non riuscire a
fare tutto, di tralasciare qualcosa di importante, di non essere
né
un buon marito né un buon padre in questo momento...-
Claudia
non disse nulla ed andò ad abbracciarlo.
Lo sapeva come medico,
prima ancora che come donna; sapeva che quando ad ammalarsi era una
donna, magari giovane e madre di famiglia, molti di quegli equilibri
che prima erano dati quasi per scontati venivano a mancare, e per i
compagni non era sempre semplice gestire quelle situazioni, proprio
come le aveva detto il marito.
Claudia aveva bisogno di lui, in
quel momento, ancora di più ne avrebbe avuto
bisogno nei mesi successivi, ma doveva essere realista e accettare
tutto quello che sarebbe potuto accadere.
- Vado a dare qualche
bacino a Guido, glielo avevo promesso.- Disse poi.
- Va bene, ma
io mi corico, sono decisamente stanco. Buonanotte, amore.- La
baciò
dolcemente e la guardò con tanta tristezza nello sguardo.
Mentre
lei temeva che quella situazione li avrebbe portati a separarsi lui
non passava attimo senza maledirsi per l'impotenza che gli
provocavano quei giorni, senza riuscire neanche a concepire l'idea
che lei potesse non essere abbastanza forte da battere la malattia.
Alla fine Claudia si addormentò sul letto del figlio,
abbracciata come sempre a lui, e Davide lo capì quando la
mattina si
svegliò trovando il lato del letto accanto al suo vuoto.
Andò
nella cameretta e la vide dormire beata mentre il piccolo,
già
sveglio le accarezzava la testa.
- Dalle un bacino per farla
svegliare.- Suggerì l'uomo, e qualche minuto dopo lei aveva
aperto
gli occhi, trovando vicino le persone che più amava.
Andò in
cucina e accese la televisione mentre il marito aiutava il piccolo a
prepararsi.
Le elezioni avevano dato i risultati già immaginati,
con il partito del centro-destra di pochi punti in vantaggio rispetto
a quello del centro-sinistra.
Il partito di Claudia aveva ottenuto
un rispettabile dodici percento che dunque confermava la sua
rielezione. Accolse la notizia con un po' di paura nel pensare che
ormai i giochi erano fatti e doveva dichiararsi, ma fu anche
sollevata nel pensare che quello sarebbe stato il suo ultimo impegno
politico almeno per un bel pezzo.
Non che il ricovero e le cure
sarebbero state più piacevoli, anzi, ma era stanco della
parte
politica della sua vita. Forse era a causa della malattia, forse una
volta guarita e tornata in forze sarebbe stata pronta anche a
ricominciare quel lavoro che aveva tanto amato, ma in quel momento
staccarsi dalla vita pubblica e rintanarsi nel privato della sua
famiglia era il suo unico desiderio.
-Mamma mi fai la colazione?-
Le chiese Guido entrando in cucina già pronto.
Lei lo guardò un
attimo intontita, e solo dopo capì la domanda.
Sorrise mentre il
marito li raggiungeva e propose di fare colazione insieme al bar
sotto casa che, non era un mistero, era oltretutto gestito da un uomo
molto di sinistra.
Infatti, appena la vide entrare, le corse
incontro abbracciandola.
- È andata bene, alla fine. Mi aspettavo
molto peggio.-
- Immagina quanto possano fare felice me questi
risultati. Anche io non mi aspettavo di superare il dieci percento.-
- E adesso cosa farai? Tornerai in Parlamento, no?-
Claudia
sospirò. Quanto ancora avrebbe dovuto sentirsi fare quella
domanda
senza poter dare una risposta precisa?
- Hai fatto una domanda
molto complicata.- Abbozzò mentre marito e figlio
sceglievano già
con l'acquolina in bocca la brioches con cui fare il primo pasto
della giornata. - Non sto bene, ultimamente, e credo che questo
pregiudicherà molto le scelte che farò in questi
giorni.-
Il
barista rimase colpito e dispiaciuto d quelle parole, ma notando il
disagio con cui la donna aveva parlato decise di non fare altre
domande e si limitò a servire la famiglia.
Quando finirono di
mangiare la madre salutò tutti, come al solito sarebbe stato
Davide
a portare il bambino all'asilo, e si diresse in macchina verso la
sede del partito.
Anche lì tutti erano felicemente sorpresi dei
risultati, eccezione fatta per due o tre persone che speravano
andasse meglio, e già si discuteva su ciò che si
sarebbe fatto dal
quel momento in poi.
Claudia
salutò tutti con baci e abbracci, facendo commenti felici e
complimenti a destra e a manca.
Dopo pochi minuti capì che la
notizia di ciò che avrebbe fatto lei di lì a
breve era cominciata a
girare, e si trovò a dover spiegare quel che le era successo
con
conseguenti auguri di pronta guarigione e quant'altro dai vari
colleghi.
Alla fine si convinse che fosse stato meglio così,
perché era sicuramente giusto che i colleghi a lei
più vicini
sapessero le cose di persona e non dai giornali o da qualsiasi altro
mezzo di informazione.
Rimasero tutti molto stupiti dalla
malattia, era logico, ma fu proprio Claudia a cambiare argomento di
discussione, e per, non smentirsi mai, lo fece con una battuta. - Io
non torno a lavoro ma voi sì, direi che ci sono cose
più importanti
a cui pensare.- Rise, e continuò quindi a seguire con
attenzione la
discussione, soprattutto perché continuava a sperare di
poter far
qualcosa per il bene del partito anche durante la malattia.
A
fine mattinata, mentre i colleghi uscivano per il pranzo, Claudia
rimase a chiacchierare con il segretario del partito, Massimiliano
Razzaroni.
Era un uomo di mezza età giunto a metà del suo
mandato, eletto segretario diversi mesi dopo l'inizio del governo
Passalacqua, esecutivo di cui era stato promotore ma non membro
perché aveva preferito dedicarsi alla corsa verso la guida
del
partito.
Claudia aveva imparato a conoscerlo bene solo da quando
era iniziata la crisi di governo, perché prima,
benché ci fossero
state svariate riunioni privata a cui era stata presente l'intera
dirigenza del partito, dunque anche loro due, la donna era sempre
stata attenta a mantenere un forte distacco formale.
Era una sua
caratteristica quella di non riuscire a distaccarsi dalle
formalità
se non dopo tanto tempo, anche con i colleghi del governo aveva
impiegato diverse settimane a sciogliere la serietà che le
era
solita.
Allo stesso modo era stato quindi con Razzaroni e gli
altri, ma in quel momento si poteva dire contenta delle relazioni
sorte con i colleghi, e lo capì soprattutto quando l'uomo la
fermò
per parlare un attimo.
- Mi dispiace che la notizia sia girata
senza il tuo consenso, davvero. Tu mi hai chiesto solo sabato di non
dire nulla a nessuno ma ieri, mentre commentavamo i primi exit-poll,
mi sono lasciato sfuggire il fatto che probabilmente avresti
rinunciato al seggio e da lì tutto il resto.- Si
scusò l'uomo, ma
Claudia non aveva motivo di essere risentita nei suoi confronti.
-
Non preoccuparti, prima o poi sarebbe uscito fuori, e forse
è meglio
che sia andata così.- Spiegò.
- Come stai?-
- Come si sta in
queste situazione, Massimiliano. Fisicamente sono molto provata,
debole, non sto affatto bene, e chi mi conosce da vicino, ad esempio
la mia famiglia, lo nota molto.-
- Non solo loro, purtroppo, si
vede che non sei in salute. E moralmente come stai?-
- Sono
triste, spaventata. So quello che mi attende e vorrei che non fosse
la verità, ma dopotutto sono fortunata, ho accanto persone
meravigliose che mi amano e mi staranno vicino qualsiasi cosa
accada.
Certo è che una situazione del genere ti pone un sacco di
dubbi, di domande senza risposte. Non solo sul futuro, su quello che
sarà da adesso in poi, ma anche su quello che è
già stato.
Mi
domando se sono stata una brava madre, una buona moglie, una figlia
come quella che mio padre poteva desiderare, mi chiedo cosa
lascerò
loro se mi dovesse accadere qualcosa.- Sospirò.
- Non devi
essere così negativa. So che te lo avranno detto tutti e
sono solo
parole banali, ma non devi pensare necessariamente al peggio.-
Lei
sorrise. - Non sono parole banali, e fa sempre piacere sentirsi
rincuorare. Il mio non è essere negativa, quanto piuttosto
realista;
ho buone possibilità di guarire, ma il rischio di non
farcela è
presente e non voglio andarmene da questo mondo senza aver fatto il
possibile per lasciare felice chi amo.-
- Sei una donna forte,
coraggiosa, vedrai che non ci saranno problemi.- Le disse ancora
l'uomo, ma dopo poco si pentì delle sue parole, visto che
alla fine
non aveva fatto altro che rigirare la frase detta poco prima, un
insieme di affermazioni consolatrici e piene di sentimenti, ma
totalmente inutili a livello pratico.
Come se poi lui a livello
pratico potesse davvero fare qualcosa.
Claudia cambiò nuovamente
argomento di discussione. - Non so in che condizioni sarò,
né
quanto spesso mi sarà possibile, ma vorrei continuare a
lavorare in
qualche modo per il partito.- Spiegò.
- Preoccupati di curarti,
Claudia, e di riposare. Sei una lavoratrice instancabile e lo
sappiamo tutti, ma adesso hai cose più importanti di cui
occuparti,
la tua salute non può passare in secondo piano.- Le disse
tranquillamente il segretario. - Noi ti aspettiamo per quando starai
meglio, e penso sarà molto prima di quanto immagini, ma per
adesso
stai tranquilla. Piuttosto dovrai fare i documenti per la rinuncia al
seggio e anche una dichiarazione, no? Sei stata impegnatissima per
tutta la campagna elettorale e credo che tutti si aspettino di
vederti tornare a Montecitorio. Non devi spiegazioni a nessuno,
è
ovvio, ma forse è il caso... non lo so, se preferisci tenere
la
notizia totalmente privata ti capisco, è una faccenda molto
personale, ma io penserei anche a questa eventualità.-
- Sì, ci
ho pensato anche io e ho deciso di aspettare un paio di giorni per
poi fare questa benedetta dichiarazione, anche se ancora non so in
che modo.-
- Se hai bisogno di una mano puoi contare su di me, lo
sai.-
Claudia lo ringraziò, poi gli propose di andare a pranzo
perché non avevano poi così tanto da fare ancora
lì.
Quando
tornò a casa la sera le venne una strana tristezza, la
stessa che
l'aveva colta l'ultima volta che aveva lasciato la Camera dei
Deputati il venerdì precedente.
Era, in fondo, un pezzo di vita
che stava mettendo da parte.
Ma forse, pensò accarezzandosi quel
maledetto bozzo dietro al collo, era meglio così.
;Sun's
space.
Non c'è molto da dire, Claudia si stacca sempre
più dalla vita politica per iniziare il percorso di cure.
Mi piacerebbe solo sapere se qualcuno indovina a chi si ispira la
figura del giornalista :P
Per il resto alla prossima <3