*Ammetto di non aver compreso appieno i poteri di Wanda, è un tuttofare questa donna, altro che superman, quindi spero comprendiate la mia scelta di regalarle un potere speciale.
Capitolo 3: Su Due Piani.
“E'
una missione da cui dipenderà la distruzione o la salvezza
del
pianeta.”
La
voce grave di Nick Fury sentenziò l'ennesima minaccia che
rischiava
di mettere in pericolo la razza umana e non solo.
L'ex
direttore dello SHIELD, appoggiato sulla propria scrivania in legno
di mogano, aveva comunicato senza giri di parole ai suoi due agenti,
o meglio Avengers, più fidati, quanto fosse delicato quel
lavoro.
I
due lo avevano ascoltato attentamente in silenzio e a braccia
conserte.
“Sai
che novità avere il destino dell'intera umanità
sulle nostre
spalle” commentò sarcastica Natasha, mentre il
Capitano stava
ancora riflettendo sulle parole di Fury, rendendosi conto della
vaghezza di quel piano.
Difatti,
il direttore non aveva ancora dato loro alcun dettaglio o impartito
ordini a nessuno dei due.
“Quindi
noi che dobbiamo fare?” domandò a quel punto Steve.
“Chi
ha mai parlato di un 'noi', Capitano?”
Natasha
aggrottò la fronte, facendo segno al collega di saperne
quanto lui,
mentre Fury proseguì ad illustrare i caratteri generali di
quella
spedizione.
“Romanoff
andrà da sola e nel caso in cui avrà bisogno di
un ulteriore
supporto Barton si aggregherà a lei”
constatò con tono perentorio
il direttore.
Steve
aprì bocca per ribattere, ma Natasha non gli diede il tempo.
“Posso
cavarmela benissimo da sola”
“Natasha,
è pericoloso!” tentò di spiegarle il
Capitano.
“E'
il mio lavoro, Rogers. E non per offendere il tuo orgoglio maschile,
ma sono più brava di te in molte cose, fra cui lo
spionaggio”
affermò decisa.
“Vengo
con te” propose poi.
“Steve”
mormorò la russa, alzando gli occhi al cielo.
La
preoccupazione di Rogers non aveva alcun senso, tuttavia, in un modo
o nell'altro, si trovò... lusingata?
Natasha
non era abituata ad avere qualcuno che si opponesse alla sua
volontà
di partire per una missione, non aveva mai avuto una persona che
tenesse a lei tanto da preoccuparsi e farla pentire di quella sua
decisione.
Spostò
lo sguardo verso il Capitano e si chiese se lui potesse essere quel
qualcuno.
“Rogers,
ho bisogno che tu parta subito per Washington con Maximoff e Wilson.
I dettagli te li daranno loro.. Questa parentesi del Wakanda te l'ho
comunicata per semplice trasparenza” dichiarò Fury
d'un tratto,
notando la situazione insolita che si era venuta a creare in quella
stanza.
Steve
diede un'ultima occhiata a Natasha e, comprendendo la sua posizione,
rimase in silenzio, decidendo di assecondare le decisioni altrui,
almeno per quelle 24 ore.
***
Nel
Quinjet si respirava un'aria tutt'altro che serena.
Il
Capitano era di poche parole quella mattina e Sam non capiva cosa
fosse preso all'amico.
Ultimamente
gli pareva che Steve fosse costantemente sulle nuvole, quasi assente,
lontano anni luce dal soldato attento e diligente che aveva
conosciuto ai tempi delle loro prime corse mattutine.
Nelle
pause pranzo lo trovava spesso in zone isolate intento a
scarabocchiare un quadernetto blu e qualsiasi volta venisse raggiunto
dagli altri del team il Capitano si affrettava a nascondere quegli
schizzi.
Sam
non aveva mai avuto l'occasione di chiedergli chiaramente cosa avesse
per la testa, tuttavia, una vaga idea se l'era fatta.
“Posso
farti una domanda?” mormorò d'un tratto Wanda,
attirando
l'attenzione sia di Sam che di Steve.
“Chiedi”
le rispose cordialmente Rogers, accorgendosi di essere
l'interlocutore della ragazza.
“Ti
faccio una domanda alla quale puoi anche non rispondere però
se non
risponderai è come se mi avessi risposto”
la giovane scandì le parole lentamente con il chiaro intento
di far
trasparire il messaggio al meglio.
Steve
avvampò del tutto imbarazzato per quell'intromissione poco
gradita,
mentre Wanda gli esibiva divertita un sorrisetto vittorioso.
“Mi
stavo annoiando, scusa” si giustificò lei.
Il
Capitano le lanciò uno sguardo di rimprovero, non
aggiungendo altro,
sperando che la ragazza tenesse quei suoi pensieri per sé.
“Aspettate!
Che mi sono perso?” esclamò Sam, ignaro del
riferimento sottile
fatto dalla Maximoff.
“Sam,
un'altra volta, davvero” gli disse Steve, massaggiandosi la
tempia.
“E'
quello che pensi” intervenne Wanda, strizzandogli l'occhio.
“Ci
scommettevo!”
Sam
alzò il pugno, soddisfatto delle sue teorie, mentre la
ragazza se la
rideva di gusto.
“Wanda,
smettila!” gli ordinò il Capitano tutt'altro che
divertito da
quella situazione.
“Ehi,
siete pari.. 1 a 1.. Palla al centro, no?”
continuò lei scherzosa.
Steve
posò le mani sui fianchi in segno di fermezza, tuttavia,
quando si
rese conto del suono cristallino della risata di Wanda si
rassegnò.
La
contemplò, fiero e contento di vederla sorridente.
Il
Capitano ripensò istantaneamente alla prima volta che
assistette a
quel sorriso.
Per
Wanda, all'inizio, era stato più difficile di chiunque altro
entrare
a far parte del nuovo gruppo, era assiduamente tormentata dai sensi
di colpa e dalla mancanza del fratello.
Si
isolava spesso ed era restia ad ogni tipo di contatto con il team, al
di fuori di Barton.
Steve
l'aveva osservata e studiata a lungo perché in cuor suo
sentiva di
dover fare il massimo per aiutare quella giovane orfana dell'est.
Finché
un giorno si sedette accanto a lei e le passò un disegno.
Un
ritratto, più precisamente.
Wanda
allora non gli disse nulla, ma strinse il sottile cartoncino fra le
mani tremanti e se lo posizionò vicino al petto.
Poi
guardò Steve, inclinando impercettibilmente le labbra.
Fu
in quell'istante che la vide sorridere per la prima volta.
Il
Capitano tornò con la mente nel quinjet e si
ritrovò gli occhi
grandi di Wanda puntati su di lui.
“L'ha
fatto di nuovo”,
commentò
mentalmente.
“Non
ti ho mai ringraziato” ammise lei, guardandolo con profonda
gratitudine.
“Non
c'è di che” le rispose Steve, orgoglioso della sua
allieva.
“Oh
dai! Che mi sono perso adesso?!” mugugnò uno
sconsolato Sam, poco
prima di allacciarsi le cinture di sicurezza per l'atterraggio.
“Questa
volta sto zitta! E poi non ti conviene che io descriva a Steve
l'immagine che ti è passata per la mente poco fa”
ribatté Wanda,
ammiccando.
L'altro
stava per ribattere, ma un terribile frastuono echeggiò da
est,
interrompendolo.
Il
Capitano controllò il paesaggio fuori dal velivolo e
istintivamente
si lanciò sullo scudo.
Well,
well, well...
Aggiornato
in tempo!
E
siamo al terzo capitolo. Incredibile.
Come
vedete sto iniziando ad introdurre gli altri Avengers e spero che
questo possa piacere.
Il
capitolo è diviso in due, la prima parte riguarda la
missione per
Nat in Wakanda (un
Paese a caso), mentre la seconda è piuttosto incentrata su
Steve con
Sam e Wanda, personaggi che amo davvero moltissimo. (Quanto cucciola
è la Maximoff in aou?? <3)
Ovviamente pure a loro qualcosa è andato
storto.. (“Mai una Jorah” cit. Got)
Infine ringrazio IMMENSAMENTE coloro che
lasciano la propria recensione, perché riesco a comprendere
soltanto
così cosa piace o dove sbaglio.. quindi se volete suggerirmi
qualcosa o altro non esitate a scrivere. ;)
Un grazie anche ai lettori che sono
riusciti a digerire pure questo capitolo :)
Alla prossima settimana (spero)!
Ali