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Autore: hunterd    20/05/2015    6 recensioni
La prigione è caduta, così ora Daryl e Beth si trovano a percorrere una nuova strada loro due da soli, tra le difficoltà di un mondo che già stava mettendo a dura prova le loro capacità di sopravvivenza. Cosa potrà esserci, nel loro futuro, a dargli la forza per continuare il loro cammino?
Sarà lungo la strada, che forse troveranno la risposta che cercano disperatamente entrambi.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beth Greene, Daryl Dixon
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno!
Come avevo accennato nella mia one-shot "Luce tra le ombre" (pubblicata tempo fa in questo stesso fandom), arrivo a postare la long che ha come partenza proprio quella storia (per chi, quindi, non l'avesse letta ne consiglio la lettura).
A sostenermi in questo progetto, ovviamente, c'è la grande passione che nutro per questa coppia, che a mio giudizio, aveva delle buonissime potenzialità se sviluppate anche nella serie originale.
Fatta questa piccola introduzione, vi lascio al primo capitolo e vi chiedo, se ne avrete voglia, di farmi sapere che ne pensate. Il confronto con i lettori è sempre fondamentale per chi si cimenta con la scrittura, soprattutto per potersi migliorare.
 

PS - in fondo troverete delle note che mi farebbe piacere leggeste.


Io sono un guerriero e troverò la forza
Lungo il tuo cammino sarò al tuo fianco
Ti darò riparo contro le tempeste
E ti terrò per mano per scaldarti sempre
Attraverseremo insieme questo regno
E attenderò con te la fine dell'inverno
Dalla notte al giorno, da occidente a oriente
Io sarò con te e sarò il tuo guerriero.

"Guerriero - Marco Mengoni"





A distanza di solo un paio d'ore dall'aver pensato che tra me e Daryl le cose sarebbero potute andare meglio, perchè il nostro scontro sembrava averci avvicinato anzichè allontanato, ero già sul punto di dovermi ricredere.

L'occhiata, infatti, che mi aveva appena rivolto era di quelle che non avrei potuto fraintendere: era meglio che lasciassi perdere subito il discorso che avevo appena intavolato se non volevo farlo incazzare ancora di più di quanto già non lo fosse di suo.
Ma la nuova Beth, quella che era esplosa con tanta violenza proprio contro di lui, non aveva più intenzione di cedere il passo alla vecchia, cioè a quella ragazzina che ancora aveva creduto di potersi affidare completamente agli altri pur di non affrontare la dura realtà.
E la realtà, era che poteva davvero essere che mia sorella Maggie, insieme a tutti gli altri, non fossero sopravvissuti alla caduta della prigione, ma non mi sarei arresa all'idea sino a che non avessi avuto delle prove certe.
Fino ad allora avevo giurato a me stessa che non avrei versato più una lacrima, nè che mi sarei di nuovo rinchiusa nel mio guscio, cercando di convincermi che fosse tutto solo un brutto sogno da cui prima o poi mi sarei risvegliata.
Ecco cosa mi aveva spinto a parlare con lui di quello che secondo me avremmo dovuto fare veramente: tornare alla prigione e da lì cercare delle tracce che ci potessero dire se anche qualcun'altro era riuscito a mettersi in salvo come avevamo fatto noi due.
Solo che non mi ero aspettata di ritrovarmi davanti il "vecchio" Daryl, quello che non aveva mai mostrato nessuna considerazione per i miei sentimenti, perciò non ero riuscita subito a controbattere davanti al "non se ne parla nemmeno" perentorio che mi aveva sibilato senza quasi guardarmi in faccia. Così avevo continuato a seguirlo per altri dieci minuti nel silenzio più assoluto, forse illudendolo che l'argomento fosse davvero chiuso, mentre in realtà avevo solo maturato appunto l'idea che le cose non fossero affatto cambiate: per lui ero ancora la stupida ragazzina che lo intralciava e a cui, per giunta, doveva pure salvare il culo.
Perciò dovevo averlo totalmente spiazzato a mia volta, quando lo avevo superato di qualche passo, bloccandogli la strada. Determinata ad andare fino in fondo, gli avevo ordinato di starmi a sentire in una maniera che ci aveva portato al punto in cui eravamo ora, con lui che mi stava ammonendo con lo sguardo di non dire un'altra parola.
- Daryl, ti prego, ragiona. Dobbiamo tornare indietro, solo così potremo sperare di sapere qualcosa degli altri. 
Okay, dopotutto avevo pensato che provare ad avere un approccio conciliante fosse una tattica migliore con lui, anche per ricordargli che solo qualche ora prima eravamo riusciti ad avere un dialogo che ci aveva fatto fare qualche passo in avanti.
- Sei in grado di scovare anche una piccola traccia, e non negarlo, perchè in questi giorni ti ho visto addirittura stanare degli scoiattoli! Non dirmi quindi che non saresti in grado di trovare i segni del passaggio di qualcuno di molto più grosso!
Stavo cercando davvero di esporgli la logica del mio piano, sul quale avevo riflettuto in quelle ore, preferendo ignorare come il suo viso si stesse incupendo sempre di più.
- E lo so cosa stai pensando, perchè non sono così stupida come credi! Probabilmente ci sarà ancora una mandria di vaganti nei dintorni della prigione, ma partiamo con il vantaggio di saperlo e possiamo perciò avvicinarci con la massima cautela.
Mi ero passata le mani sul viso, come a voler raccogliere ulteriormente le idee che sentivo farsi sempre più chiare nelle mia testa... sentivo che quella era l'unica direzione da imboccare, l'unica che avrebbe davvero dato un senso al fatto che eravamo riusciti a scappare.
- Magari non ci sarà nemmeno bisogno di avvicinarsi più di tanto, perchè troveremo qualche pista da seguire prima.
A quel punto, nonostante i suoi occhi mi stessero letteralmente fulminando, io non mi ero fatta intimidire ed avevo proseguito nella mia opera di convincimento. 
- Daryl, ascolta...
- No, ragazzina! Adesso tu ascolti me, e anche molto attentamente, perchè non te lo ripeterò due volte!
L'impressione era stata quella di aver avuto davanti qualcuno che era stato caricato come una molla, perchè con uno scatto fulmineo mi aveva puntato il dito indice sul petto, costringendomi ad arretrare di qualche passo e mandandomi a sbattere contro il tronco di un albero.
- Noi non torneremo indietro per nessuna, fottutissima ragione!
Se anche non ci fosse stato quel dito premuto con forza contro il mio petto, a tenermi inchiodata a quell'albero sarebbero bastati comunque i suoi occhi, pieni di una tale determinazione, da rendere l'azzurro delle sue iridi ancora più intenso. Pur con la faccia pesta, la sua espressione non aveva perso la capacità di mettermi addosso una tensione che non riuscivo del tutto a capire a cosa fosse dovuta: paura o rabbia, o forse un mix delle due..
- Credevo lo avessi capito e accettato, stanotte.
Per un attimo, seppure brevissimo, un'emozione aveva cercato di fare capolino nel suo sguardo gelido, ma era stata ricacciata indietro dalla sua voce che aveva ripreso ad inveirmi contro.
- Che non esiste più nessun "loro" a cui pensare. Siamo soli, adesso. Siamo io e te, e basta, cazzo! Perciò ficcati in testa che la nostra unica priorità d'ora in avanti è quella che nessuno dei due debba arrivare a dire "adesso sono solo io"!
Il modo in cui me lo aveva detto, come aveva sottolineato quel "solo io", forse riferendosi più a me che a lui, mi aveva fatto schizzare il cuore in gola, perchè mi aveva dato la certezza di come avesse preso la decisione irrevocabile che avrebbe fatto qualsiasi cosa per non metterci più in pericolo di quanto non lo fossimo già nel dover sopravvivere all'apocalisse che aveva investito le nostre vite.
- Daryl...
- Risparmia il fiato, Beth. Ti servirà per camminare, perchè il nostro obiettivo non è cambiato: finiremo di perlustrare i dintorni e poi torneremo allo chalet prima che faccia buio.
Mentre lui aveva pronunciato quella sentenza come definitiva, io avevo pensato l'esatto contrario, ossia che i nostri progetti sarebbero dovuti cambiare, che lui lo volesse o meno. Così, sostenuta dal coraggio che animava la nuova me, lo avevo fissato dritto negli occhi, mentre con un gesto deciso gli avevo allontanato il dito che ancora mi aveva premuto sul petto.
- Io andrò a cercare gli altri, Daryl, che tu lo voglia o meno. E se è vero che non vuoi che nessuno dei due debba dire "adesso sono solo io", dovrai venire con me.
Avevo dovuto sollevare il viso per poterlo guardare, perchè non aveva smesso di incombere su di me, nonostante fossi riuscita a farlo allontare di un passo respingendo la sua mano.
- Mi hai detto che ero solo una stupida ragazzina, e avevi ragione. Non posso più permettermi di piangermi addosso e basta, quando invece posso fare molto di più: agire. Perciò non mi darò per vinta sino a che non avrò trovato la prova concreta che tutti gli altri siano morti.
Ero stata io a puntargli ora un dito contro, mostrandogli la stessa determinazione che aveva avuto lui con me.
- Solo allora mi arrenderò all'idea che piangermi addosso resterà la mia unica opzione.
Daryl aveva reagito alle mie parole facendo un ulteriore passo indietro, abbassando le spalle come se di colpo si fosse arreso all'idea che avrebbe dovuto assecondarmi, perciò mi ero ritrovata completamente impreparata alla sua mossa successiva, che era stata quella di afferrarmi per un polso, iniziando a trascinarmi dietro di lui.
- Ma che cosa...
- Non mi lasci altra scelta, se la metti così. In questo momento non stai ragionando col cervello, perciò dovrò farlo io per tutti e due.
Ancora non riuscivo a credere che stesse succedendo davvero, eppure la stretta sul mio polso era così salda che aveva iniziato a farmi male, anche perchè un paio di volte avevo incespicato nei miei stessi piedi, dal momento che stava camminando ad un passo che faticavo a mantenere.
- Daryl, che cavolo stai facendo! Fermati e parliamone!
Avevo cercato di rallentarlo, ma gli era bastato strattonarmi leggermente per farmi riprendere la sua andatura. Davvero, mi sembrava talmente incredibile quello che stava succedendo, il fatto che si stesse comportando in quella maniera così... così pazzesca! Perchè non trovavo un'altra parola per definire la reazione che aveva avuto, il modo in cui mi stava imponendo la sua volontà!
Forse proprio quest'ultimo pensiero, il fatto che avessi creduto solo poche ore prima che non era affatto il "coglione bifolco" che in apparenza sembrava e che ora invece era tornato ad essere, mi aveva riscosso dallo sconcerto iniziale, inducendomi a puntare i piedi con forza per opporre una vera resistenza e riuscire a fermarlo.
- Lasciami andare, subito!
Avevo anche cercato di liberarmi dalla sua presa, ma la mia forza paragonata alla sua era nulla, perciò avevo provato io a strattonarlo indietro mettendoci tutta la rabbia che mi stava montando dentro, ma non ottenendo comunque il risultato sperato.
- Daryl, mi stai facendo male e mi sto incazzando sul serio! Fermati e lasciami andare! Subito!
Tutto quello che avevo ottenuto in risposta era stato un grugnito e una fronda che mi aveva colpito in piena faccia, perchè lui l'aveva scostata, ma io essendo impegnata a cercare di liberarmi non ero stata in grado di fare altrettanto. Quella era stata la classica goccia che aveva fatto traboccare il vaso, perchè sebbene una parte di me avesse intuito che dietro a quella sua reazione c'era di fondo una paura ben precisa, cioè quella che sarebbe potuta morire davvero ogni speranza di trovare anche solo un altro del nostro gruppo vivo, questo non poteva giustificare il fatto che volesse impormi la sua volontà ad ogni costo.
- Se non ti fermi nei prossimi cinque secondi, ti giuro che non mi farò nessuno scrupolo a tirarti una coltellata dritta nella schiena!
E se pensava che non lo avrei mai fatto, faceva male, perchè di colpirlo in maniera così violenta non ne sarei stata davvero capace, ma magari aprirgli un bello squarcio sul dorso della mano con cui mi stava stritolando il polso, ecco quello l'avrei anche potuto fare!
- Qualsiasi cosa succeda, stai zitta e buona! Non devi parlare, capito?
Se credevo che Daryl fosse impazzito prima, ora che mi aveva coperto la bocca con una mano e sbattuta di nuovo contro il tronco di un albero premendosi con forza contro di me, cosa avrei dovuto pensare di lui?
Ma qualcosa nel suo sguardo, una specie di muta preghiera ad obbedirgli senza fare storie, mi aveva lasciata per un attimo incerta su come reagire ed era stato un tempo sufficiente perchè una voce strascicata rompesse il silenzio intorno a noi.
- Ehi, amico, ce la fai da solo o hai bisogno di una mano per domare quella giovane puledra?
Se a me quella domanda aveva fatto gelare il sangue nelle vene, perchè non mi aveva lasciato molti dubbi su cosa avesse voluto sottintendere, a qualcunaltro doveva essere sembrata molto divertente, perchè c'era stato uno sghignazzare che aveva indotto Daryl ad irrigidirsi ancora di più, lanciandomi un'altra occhiata di ammonimento che voleva sicuramente confermarmi che chiunque fosse stato a parlare, costituiva per noi una minaccia reale.
Se c'era stata una parte di me che avrebbe voluto sapere subito in chi ci eravamo imbattuti per poterli valutare, ce n'era un'altra che lo stava ringraziando per avermi concesso ancora la possibilità di rimanerne all'oscuro, dal momento che aveva fatto in modo che rimanessi nascosta dietro di lui.
- Ti ringrazio per l'offerta, amico, ma per il momento preferisco che rimanga proprietà privata.
Anche la risposta di Daryl non aveva lasciato alcun dubbio su cosa volesse sottintendere, ma diversamente da prima, il fatto che si riferisse a me in quei termini mi aveva solo resa certa che mi stesse proteggendo da qualcosa a cui mi stavo imponendo di non pensare perchè volevo essere coraggiosa come mi ero ripromessa che sarei stata d'ora in poi.
- Per il momento... uhm... questo vuol dire che sei uno che si stanca abbastanza in fretta delle sue cose?
Il divertimento che quella voce sconosciuta conteneva nel parlare di me come se davvero fossi stata solo un "oggetto" da possedere, mi aveva spedito il cuore in gola. Senza quasi rendermene conto, avevo iniziato a recitare una muta preghiera nella speranza che il bluff di Daryl potesse essere abbastanza convincente da indurre quei due tizi a proseguire per la loro strada.
- Può darsi... dipende molto da quanto saprà soddisfarmi la bambolina qui dietro.
Daryl aveva di nuovo parlato con un tono di voce talmente simile a quello degli altri due, che avrebbe potuto far dubitare anche qualcuno che avesse saputo come stavano in realtà le cose tra me e lui.
- Oh, bè, se la metti così... che ne dici, amico, se allora stiamo qui e lo scopriamo in diretta insieme a te?
Davanti a quella richiesta, il mio cuore era stato capace di martellare ancora più forte e se non fossi stata appoggiata all'albero, credo che mi avrebbero ceduto anche le gambe, perchè mi era apparso chiaro che la situazione stava precipitando velocemente. Non ero stata capace di chiudere gli occhi, ma avevo continuato a fissare le spalle di Daryl, vedendo così chiaramente come si fossero tese nel momento in cui doveva aver preso una decisione difficile.
- Direi che potete restare e godervi lo spettacolo.
Non avevo avuto il tempo di realizzare davvero quello che aveva appena detto, perchè ero stata immediatamente catturata dai suoi occhi nel momento in cui me li aveva piantati addosso girandosi verso di me.
"Fai quello che ti dico", questo mi stavano ordinando, non avrei potuto interpretare diversamente lo sguardo di ghiaccio che mi stava rivolgendo, mentre facendo qualche passo indietro, si era sfilato la balestra dalla spalla per appoggiarla vicino ai suoi piedi.
- Bambolina, mi hai sentito? Mostra la mercanzia anche ai nostri nuovi amici.
Per la prima volta, avevo avuto anch'io la possibilità di vedere chi ci aveva sorpreso e non ero riuscita a reprimere un gemito strozzato quando avevo posato lo sguardo sulle armi che i due uomini impugnavano minacciosamente.
- Ehi, ma sei proprio una giovane puledra! Hai avuto fortuna a trovarla, amico, sul serio! Si trovano certi cessi in giro, di questi tempi.
I due uomini si erano dati di gomito, mentre Daryl si era voltato per lanciargli uno sguardo che aveva ottenuto l'effetto di farli sghignazzare ancora di più, tanto che uno dei due aveva mimato un gesto che mi aveva fatto salire un fiotto di bile in gola, tanto era stato esplicito.
- Bambolina, non ti perdere dietro a quei due e spogliati per me, invece.
Daryl aveva richiamato la mia attenzione in maniera perentoria, e seppure mi aveva rivolto parole terribili, io stavo comunque ringraziando Dio per il fatto che fosse stato lì con me.
- Sì, dai bambolina, fai come dice lui... mostraci cosa nascondi lì sotto.
Erano scoppiati di nuovo a ridere, chiaramente eccitati all'idea che io non avessi altra scelta se non obbedire a ciò che mi era appena stato ordinato di fare.
Nonostante dentro di me sapessi che il Daryl di fronte a me non aveva la reale intenzione di farmi del male, rimaneva il fatto che si aspettava che mi fidassi totalmente di lui e che lo assecondassi.
Avevo cercato di inspirare profondamente per tentare di ritornare un minimo lucida, ma quando avevo portato le mani sul bottone dei jeans, quasi non ero stata in grado di afferrarlo tanto mi stavano tremando. Avevo abbassato lo sguardo per cercare di compiere un'operazione che normalmente avrei fatto anche ad occhi chiusi, quando la voce di Daryl mi aveva gelato di nuovo.
- Ah, ah... no, bambolina, preferirei iniziassi dall'alto... sai com'è, ho sempre avuto un debole per le tette.
Si era voltato parzialmente verso i due tizi, così avevo visto che gli aveva strizzato l'occhio, proprio come se fossero stati amici e stessero condividendo un bel momento assieme.
"Fai quello che ti dico", lo sguardo che aveva riportato su di me, conteneva sempre lo stesso messaggio e io mi ci ero di nuovo aggrappata, per cercare di trovare la forza di spogliarmi come mi aveva appena chiesto di fare.
Togliersi una maglietta era sicuramente più semplice che slacciare un bottone, mi sarebbe bastato afferrarne il bordo e sollevarla, ma nello stato in cui mi trovavo anche quell'operazione stava richiedendo tutta la mia concetrazione.
Solo per un attimo mi ero concessa di chiudere gli occhi, quasi per allontanare l'inevitabile, ma era stato sufficiente perchè uno dei due tizi si sentisse autorizzato ad intervenire.
- Ehi, se vuoi vengo io a darti una mano...
L'altro aveva subito sghignazzato, ma a farmi riaprire gli occhi di scatto, era stato il verso di insofferenza proveniente da Daryl con cui aveva attirato la mia attenzione per lanciarmi un'altra occhiata che non mi aveva lasciato scampo: dovevo farlo e anche in fretta.
Non sapevo nemmeno io a cosa stessi pensando esattamente, nella mia mente c'era solo un enorme caos, l'unica cosa di cui mi sentivo certa, era che per la prima volta in vita mia qualcuno mi avrebbe visto nuda, e mai avrei immaginato che sarebbe stato proprio Daryl insieme a due perfetti sconosciuti.
Poi l'avevo fatto: pregando Dio di rendermi coraggiosa sino in fondo, mi ero sfilata la maglietta, rimanendo con un reggiseno semitrasparente che già aveva offerto una buona vista e che un paio di fischi soddisfatti avevano sottolineato.
Avevo dovuto compiere uno sforzo sovrumano per non sollevare le braccia e coprirmi, mentre ero tornata ad incrociare lo sguardo di due occhi azzurri in cui avevo trovato ancora solo la fredda determinazione che avevano mostrato sinora.
- Bè, bambolina, direi che non hai deluso le mie aspettative... tanto che ho già voglia di fare sul serio. Direi che puoi venire qui e metterti in ginocchio.
Davanti a quell'ordine inequivocabile, il mio sguardo era stato attirato dalla reazione immediata che aveva avuto uno dei due uomini, ossia appoggiare il fucile che aveva tenuto in mano, per potersi slacciare i pantaloni e procedere in una maniera che avevo solo preferito immaginare, dal momento che avevo immediatamente distolto lo sguardo per riportarlo in quello di Daryl.
"Fai quello che ti dico", sempre quello era il messaggio, perciò avevo racimolato la forza di fare un passo avanti, e poi un altro ancora, sino a trovarmi nella posizione giusta per inginocchiarmi dove si supponeva che dovessi farlo. Era stato automatico chiudere gli occhi mentre mi ero abbassata, perchè una parte di me era stata comunque in grado di registrare lucidamente dove si sarebbe venuto a trovare il mio viso.
- Dai, forza, bambolina, prendi un pò di iniziativa! Non vorrai mica rovinarci la festa a cui siamo stati gentilmente invitati...
L'incitamento era giunto nel momento in cui avevo percepito un movimento vicino a me, così avevo aperto gli occhi ed avevo visto, come in una scena al rallentatore, la mano di Daryl posarsi sulla mia testa e scivolarmi dietro la nuca, per poi chiudersi sulla mia coda.
- Ah, Sam, mi sa che il nostro amico ha capito che è meglio prendere la situazione in mano!
Io avevo colto vagamente il doppio senso di quella battuta, come anche le risate sguaiate dei due uomini, perchè tutta la mia concentrazione era stata assorbita dal panico di non sapere sin dove si sarebbe spinto Daryl. Sentivo la sua mano tenermi ancora saldamente, ma senza che mi avesse costretta a muovere la testa nemmeno di un millimetro.
Poi tutto era successo nel giro di qualche secondo, come spesso avevo visto accadere i fatti in altre situazioni estreme, dove agire in fretta aveva rappresentato la differenza tra vivere o morire.
- Stai giù!
Mi aveva spinto a terra con violenza nello stesso momento in cui me lo aveva detto, così la mia visione di ciò che era accaduto subito dopo era stata parziale. Lo avevo visto afferrare la balestra mentre effettuava una mezza capriola a terra, poi avevo solo sentito il sibilo della freccia che partiva e che doveva aver colpito il bersaglio voluto, perchè c'era stato un verso di dolore, seguito poi dal tonfo sordo di un corpo che cadeva a terra
- Brutto figlio di puttana!
Il grido di rabbia aveva preceduto uno sparo che nella mia testa era risuonato come una condanna a morte per Daryl, che sicuramente non aveva avuto alcuna possibilità di ricaricare la balestra. Non avevo sentito nessun tonfo questa volta, ma non avevo nemmeno trovato il coraggio di sollevare la testa per riuscire a vedere la porzione di bosco dove ero certa che avrei trovato il suo cadavere.
"Fai quello che ti dico".
Aveva cercato di proteggermi sino alla fine, come avrei dovuto fare anch'io con lui, invece di rimanere lì a terra, ferma e immobile come una vigliacca. Aveva avuto sempre ragione su di me, ero solo una stupida ragazzina a cui gli altri avevano sempre dovuto fare da balia. Per questo motivo sarei dovuta morire già infinite volte, almeno tante quante erano state le volte che avevo visto delle persone in gamba sacrificarsi per gli altri senza doverci nemmeno pensare.
Con gli occhi chiusi, potevo ormai attendere con sollievo qualsiasi cosa mi sarebbe successa ora, perchè l'avrei accolta come la giusta punizione per tutto ciò che non ero stata in grado di essere: coraggiosa e altruista, come invece avrei dovuto essere.
- Beth! Sei ferita? Rispondimi!
Una mano mi aveva afferrato per una spalla, costringendomi senza tanti riguardi a voltarmi sulla schiena, mentre i miei occhi si erano aperti sul viso preoccupato di Daryl, inginocchiato accanto a me. La mia reazione alla sua apparizione, era stata quella istintiva di sollevarmi per abbracciarlo, stringendolo forte a me per sincerarmi che fosse davvero vivo, e non fosse solo una proiezione della mia mente in subbuglio.
- Sei vivo... sei vivo! Dio ti ringrazio...
Senza lasciarlo andare, avevo iniziato a piangere, completamente sopraffatta da tutta la ridda di emozioni che avevo provato nel giro di così poco tempo.
- Dobbiamo andarcene da qui, subito.
Come era sempre stato, anche ora lui sembrava invece non essere stato minimamente scosso da tutto ciò che era appena successo. Aveva ucciso due uomini, rischiando a sua volta di morire, ma la sua mente era come se lo avesse già archiviato nel passato, senza nessuna conseguenza .
- Beth, guardami! Sei ferita?
Solo afferrandomi per le braccia era riuscito ad allontanarmi da sè, fissandomi con un'intensità che mi aveva provocato nuove lacrime. Poi il suo sguardo si era spostato più in basso, inducendomi a fare lo stesso, perchè lo avevo visto irrigidirsi.
- Sembra solo una ferita superficiale...
Solo in quel momento mi ero accorta del sangue che usciva da quella che sembrava in effetti una piccola ferita appena sotto la spalla e che era stata ben visibile a tutti e due, dal momento che c'era stato solo il reggiseno a coprirmi.
- Sì, io... ma quel sangue è mio o tuo?
Avevo visto del sangue anche sulla sua maglietta, ma non mi era parso di vedere nessuno squarcio nel tessuto.
- Tuo, io non sono ferito. Dobbiamo andarcene, perciò adesso ti aiuto ad alzarti.
Senza lasciarmi altra scelta, si era alzato e aveva aiutato anche me a fare lo stesso, lasciandomi andare non appena aveva visto che le mie gambe reggevano.
- Daryl... io... quello che è successo...
Credo che fosse l'inizio di un discorso molto difficile che sentivo sgorgare dallo stesso nodo di emozioni da cui stavano fluendo anche le mie lacrime, ma come aveva già  fatto in altre circostanze, lui mi aveva subito interrotto.
- Quello che è successo qui, Beth, te lo devi dimenticare. Ti ho chiesto di fare qualcosa che sarebbe servito solo a sopravvivere... ed era l'unica cosa che avrebbe fatto abbassare la guardia a quei due figli di puttana.
Lo avevo visto fare qualche passo avanti, dove aveva raccolto da terra la maglietta che mi ero tolta solo qualche minuto prima, anche se a me sembrava fossero passati anni, per poi tendermela senza quasi guardarmi. Ero stata abbastanza certa, a questo punto, che quello fosse stato il suo modo per cercare di rassicurarmi sul fatto che non avrei dovuto sentirmi in imbarazzo, o peggio umiliata, da ciò che era successo tra di noi.
- Ora dobbiamo pensare solo a mettere più distanza possibile tra noi e loro.
Mentre mi stavo infilando la maglietta, lo avevo visto fare un cenno nella direzione da cui erano sbucati i due uomini che adesso giacevano senza vita, uno con una freccia infilzata all'altezza del cuore, l'altro con la gola aperta da quella che doveva essere stata una coltellata inferta con ferocia.
Non riuscivo a smettere di piangere, come non riuscivo a smettere di pensare che l'avevo lasciato solo ad affrontare il pericolo. La mia convinzione di poter essere una nuova Beth, più coraggiosa e matura, si era rivelata per ciò che era davvero: solo una bugia che avevo cercato di raccontarmi da sola. C'era una sola cosa che potessi fare, a questo punto, e dovevo farla subito.
- Non verrò con te, Daryl.
Avrei voluto che la mia voce fosse stata meno tremante, ma date le circostanze, forse non potevo pretendere anche questo da me stessa.
- Ci dobbiamo separare.
Le mie parole lo avevano sorpreso mentre stava gettando via i proiettili che aveva estratto dai due fucili, immobilizzandolo come se lo avesse colpito un sortilegio. Solo gli occhi avevano mantenuto la loro vitalità, riempiendosi di una rabbia che in quel momento non mi sarei aspettata di vedere.
- Sei ancora convinta che ti lascerei tornare indietro dopo quello che è appena successo?
Indietro dove?
Non avevo subito capito a cosa si fosse riferito, mi ci era voluto un attimo per ricordarmi che stavamo proprio discutendo della mia intenzione di tornare alla prigione per cercare gli altri.
- Non ha importanza dove voglio andare, ha importanza che non lo faremo insieme.
Prima di ritrovarmelo ad incombere su di me come se fosse stato la furia fatta persona, lo avevo visto scagliare via con violenza gli ultimi proiettili che aveva tenuto ancora in mano.
- Noi - non - ci - separeremo.
Lo aveva scandito, parola dopo parola, come se stesse pronunciando una sentenza irrevocabile a qualcuno che ancora faticava a capirla. Ma era lui a non capire, questa volta.
- Non morirai per colpa mia, Daryl.
Tra le lacrime, a fatica, avevo cercato di fargli capire che non avrei più voluto essere la causa di un episodio come quello che avevamo appena vissuto.
- Nessuno di noi due, morirà, Beth.
- Tu non capisci....
- No, fidati, io capisco benissimo. Per questo motivo resteremo insieme.
Quella risposta di nuovo così perentoria aveva acceso una piccola scintilla di rabbia, forse un eco di quella che mi aveva fatto credere la notte precedente che potessi essere una ragazza più forte rispetto a quella che era anche arrivata a tagliarsi le vene pur di non affrontare la realtà che la circondava.
- Non puoi decidere per me.
Avevo detto quella frase di getto, forse spinta da quella piccola scintilla di rabbia, ma di certo non mi sarei mai aspettata che avrebbe avuto un effetto così dirompente su di lui.
- Invece posso e sto per dimostrartelo.
Prima ancora che potessi capire cosa avesse estratto dalla tasca posteriore dei suoi jeans, mi ero ritrovata il polso destro imprigionato nell'acciaio di un cerchietto che corrispondeva alla metà di un paio di manette, in cui Daryl ci aveva appena rispettivamente imprigionato.
- Insieme, Beth, che tu lo voglia o meno, perchè io non lascerò morire più nessun'altro. Spero che così, ti sia più chiaro il concetto!
Sollevando i nostri polsi uniti da quelle manette che non avevo idea possedesse, me li aveva praticamente sbattuti davanti agli occhi, a sottolineare quello che mi aveva appena urlato contro.
Se si era aspettato da me un qualche tipo di reazione che gli permettesse di sfogare un altro pò la rabbia che sembrava consumarlo, sicuramente lo avevo deluso, perchè in quel momento non ero stata capace di fare altro che accettare la sua decisione, ma non perchè mi aveva spaventato con la sua prova di forza, ma proprio perchè mi aveva fatto pensare che dietro a quella sua determinazione si sentisse invece fragile e solo quasi quanto mi sentivo io.
E se così fosse stato, allora volevo scoprirlo, perchè sapere che anche lui aveva bisogno di me, avrebbe potuto ridare senso ad una vita che sentivo invece scivolarmi via.
 




Note

Immagino che sarete abbastanza sorprese da questo Daryl così "duro" nei confronti di una Beth che, diversamente da lui, non naconde invece la sua fragilità e la sua difficoltà a rapportarsi con l'idea che debba considerare tutti gli altri "perduti".
Ma, ad essere sincera, è proprio questo che mi piace di loro due, il fatto che siano complementari senza sapere di esserlo, e che quindi ci sia tutto un mondo in mezzo da esplorare, prima di poter arrivare a conoscersi davvero.
Spero, quindi, che vorrete dargli una chance e continuare a leggere di loro attraverso la mia storia.
Prima di salutarvi, ne approfitto per dirvi che cercherò di postare un capitolo a settimana, massimo ogni dieci giorni.
Alla prossima, spero.
Laura

 
  
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