Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: SaraJLaw    24/05/2015    5 recensioni
È trascorso un anno dagli eventi narrati nel film. La regina Elsa, a causa di un sortilegio, viene relegata nel nostro mondo, in una piccola contea degli Stati Uniti. Lì dovrà vedersela con persone che pensano sia solo un personaggio delle favole, ma anche con chi ha fiducia in lei.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elsa, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo XIX



<< Ciao Hans. >>


Un'allucinazione.

Per quanto piacevolmente inaspettata, era pur sempre frutto della sua immaginazione. Doveva esserlo.

Perché non poteva esserci altra spiegazione alla sua presenza in quel posto dove avrebbe trascorso il resto della sua vita.

Eppure, col passare dei secondi, era sempre più convinto che Anna, la ragazza che aveva cercato di uccidere un anno prima, era proprio lì davanti a lui, con i grandi occhi verdi pieni di angoscia e stupore. Evidentemente non si aspettava di trovarlo in quelle condizioni, così diverso da quello che era stato un tempo.

La principessa invece era sempre la stessa, con quelle lentiggini che accentuavano la dolcezza del suo volto, il quale però, in quel momento, tradiva emozioni tutt'altro che piacevoli.

Hans decise di parlare, prima che il disagio per quella situazione diventasse ancora più insopportabile di quanto non fosse già.

<< Ti chiederei cosa ci fai qui ma credo di poterlo immaginare. >>

Anna abbassò per un attimo lo sguardo, osservando le proprie mani che torturavano un lembo del mantello che indossava, per poi rialzarlo per guardarlo negli occhi.

<< Tua fratello mi ha detto che tu e Victoria siete molto legati. >>

Il principe annuì molto lentamente e il fantasma di un amaro sorriso gli piegò le labbra.

<< Lo eravamo. >>

<< Che vuoi dire? >> chiese Anna.

<< Proprio quello che ho detto. Eravamo molto uniti, da sempre, ma le sue deplorevoli azioni di recente mi hanno fatto dubitare di aver mai conosciuto davvero mia sorella. >>

La principessa inarcò un sopracciglio, come faceva quando dubitava di qualcosa.

<< Deplorevoli azioni? Queste parole hanno un non so che di comico, sai, dette proprio da te. >> ribatté la ragazza con una punta di sarcasmo.

Hans sospirò e si alzò in piedi per raggiungere le sbarre che li separavano e vi si appoggiò stancamente; piegò la testa di alto, studiando la persona che aveva davanti a sé, e casualmente lo sguardo cadde sulle dita della mano sinistra di lei, dove era ben visibile una fede nuziale in oro. Per un breve attimo il ragazzo provò una fitta di gelosia, ma non per Anna, piuttosto per la vita che avrebbe potuto avere se avesse dato ascolto a Victoria. Una vita, con moglie e figli, che ormai non aveva più il diritto di pretendere.

Furono quei pensieri così tristi e malinconici che lo portarono a parlare con totale sincerità.

<< Fino a un anno fa mi sono sempre chiesto che senso avesse condannare un uomo a passare il resto della sua vita in prigione. Voglio dire, se la sua colpa è così grave, basterebbe condannarlo a morte e farla finita, no? >>

Anna aggrottò le sopracciglia, chiaramente a disagio, ma Hans non si fermò.

<< Adesso però l'ho capito, sai? In prigione si è soli con i propri pensieri e mi sono reso conto che questo è di gran lunga peggiore della morte. Perché vedi, per lasciare questo mondo non ci vuole nulla, e molte persone preferiscono farla finita piuttosto che subire torture o altro. >>

<< Smettila. >> lo implorò la ragazza, portando però il principe a parlare con ancora più durezza.

<< Invece restare trenta , quarant'anni in un buco scavato nella roccia a pensare e ripensare a ciò che abbiamo fatto è il supplizio peggiore a cui un essere umano possa essere condannato. >>

Hans si fermò per riprendere fiato e si appoggiò ancora più pesantemente contro le sbarre, come per cercare di avvicinarsi di più ad Anna.

<< Mi dispiace per quello che ho fatto. >> concluse con voce più bassa.

Gli occhi della principessa saettarono di nuovo verso i suoi, e al loro interno non vi si leggeva altro che rabbia.

<< Ma come osi? >> domandò, mentre si avvicinava lentamente a lui. << Con quale coraggio ti permetti di dire che ti dispiace? Se non fosse stato per te, io non sarei quasi morta. Se non fosse per te, Elsa non avrebbe rischiato di morire. E soprattutto, se non fosse stato per te, Victoria non l'avrebbe rinchiusa chissà dove, lontana dalla sua famiglia, per vendicarsi della punizione che meriti! >>

Anna non aveva urlato, anzi, ma la forza delle sue parole aveva reso Hans ancora più consapevole di quanto avesse bisogno del suo perdono.

<< Ascolta... >>

<< No, tu ascolta me. >> lo interruppe la ragazza. << Non mi interessa quanto sia terribile vivere così, chiaro? L'unica persona di cui mi importa è mia sorella e voglio riportarla in questo mondo. So che hai visto Victoria, quindi adesso mi dirai tutto quello che sai, così potrai tornare dai tuoi pensieri una volta per tutte. >>

In un'altra situazione, Hans sarebbe rimasto piacevolmente colpito dall'atteggiamento della principessa, ma la realtà era tutt'altra storia.

<< Lo farò, te lo prometto, ma prima lasciami spiegare. Per favore. >>

Anna sbuffò, incredula.

<< Non c'è niente da spiegare. >>

<< E invece sì! Senti, lo so che ho sbagliato, e che io sia dannato se non merito di trovarmi qui dentro. Ma ti posso assicurare che sono consapevole dei miei errori e che darei la mia vita per cancellare il dolore che vi ho inflitto. Voglio aiutarti, Anna, davvero, farò qualsiasi cosa. >>

La ragazza lo guardò negli occhi, dubbiosa, e scosse la testa.

<< Non puoi aspettarti che io ti perdoni. O che lo faccia Elsa. >>

Hans le sorrise. Stranamente, quelle parole gli avevano dato un accenno di speranza.

<< Non ora, e forse mai, ma potrei iniziare a guadagnarmi il vostro perdono. >>

Il cuore gli batteva forte. Anche se sapeva che sarebbe rimasto in quella prigione, il solo pensiero di poter aiutare le sorelle di Arendelle gli aveva conferito una nuova forza, una nuova voglia di dimostrare quanto fosse cambiato.

Vide Anna annuire. Non sembrava del tutto convinta, ma era comunque un inizio.

<< Non ti prometto nulla. Adesso parla. >> disse con più calma.

<< Victoria non mi ha detto nulla in particolare, ma di sicuro nella sua stanza ci sarà qualcosa che possiamo usare contro di lei. >> spiegò Hans, con le sopracciglia aggrottate.

Anna annuì, pensierosa, e lo guardò poi negli occhi con una nuova determinazione.

<< Se ti portassi con me, pensi di potermi essere d'aiuto? >>

<< Le guardie non mi faranno mai avvicinare al palazzo... >> mormorò mestamente il principe.

La ragazza si tolse una forcina dai capelli e si chinò per forzare la serrature delle sbarre; Hans, nonostante la gravità della situazione, non poté evitare un pizzico di divertimento nel vedere la principessa di Arendelle compiere un'azione del genere con tale disinvoltura.

<< Garantirò io per te. >> disse semplicemente e, come per confermare ulteriormente le sue parole, la serratura scattò, permettendo al giovane di uscire.

Poco prima di uscire dalla porta principale, Anna afferrò il braccio di Hans, bloccandolo.

<< Prima di partire ho parlato con i Troll. Pare che l'unico modo per porre fine al maleficio sia uccidere Victoria. >>

Il principe chiuse momentaneamente gli occhi. Sapeva che quel tipo di magia possedeva regole completamente differenti, macabre e pericolose, e una piccola parte di lui aveva sempre saputo che il prezzo da pagare per salvare la regina sarebbe stato uccidere Victoria; ma, come aveva detto ad Anna, in quei mesi lui era cambiato, e se prima non avrebbe mai preso in considerazione un'eventualità così drastica, in quel momento era consapevole della sua necessità.

Quindi, riaprendo gli occhi, poggiò delicatamente una mano sulla spalla della donna di fronte a lui e cercò di tranquillizzarla.

<< Lo so. Dobbiamo fare ciò che è giusto. >>

Con quelle parole si voltò per aprire la pesante porta d'ingresso e subito sentì la vita tornare in lui. Aria pulita, anche se fredda, entrò nei suoi polmoni e il cielo, anche se coperto dalle nuvole, gli sembrava la cosa più bella che avesse mai visto. Fece appena in tempo a godersi quei pochi secondi di libertà prima di venire afferrato per il bavero della camicia e sbattuto contro la parete di roccia accanto.

<< Che diavolo ci fai qui fuori?! >> fu l'urlo di Kristoff, subito seguito da un pugno che gli aprì uno spacco sul labbro inferiore.

<< No, fermo! >> urlò a sua volta Anna, che si mise fra i due uomini.

Hans sputò a terra il sangue che gli si era accumulato in bocca e rialzò poi lo sguardo per vedere la schiena della principessa davanti a lui e Kristoff rosso per la rabbia.

Se non avessero dovuto tornare al palazzo per cercare di uccidere sua sorella, sicuramente avrebbe trovato il tutto alquanto imbarazzante.

<< Come hai potuto farlo uscire! >> continuò furioso il biondo, anche se con voce nettamente più bassa, visto che si stava rivolgendo alla moglie.

<< Ci può essere utile per fermare Victoria! Se torniamo subito al palazzo, potrà dirci se nella sua stanza c'è qualcosa che possa aiutarci! >> disse Anna, cercando di farlo ragionare. << Non lo perderemo mai di vista, e poi ci sono anche le guardie! Ci penseranno loro, ma sono sicura che non ci darà problemi. Vero? >> concluse poi, voltandosi verso il diretto interessato per avere conferma.

<< Certo, nessun problema. >> rispose Hans, annuendo con convinzione.

Le guardie borbottarono fra loro e Kristoff gli lanciò un'occhiata che avrebbe potuto incenerire qualcuno, ma evidentemente il desiderio di salvare la cognata doveva essere la sua priorità, perché si avviò verso il suo cavallo senza dire una parola. Anna lo seguì e salì in sella con lui, per lasciare il proprio ad Hans.

Quando anche i soldati furono pronti a partire, tutti si lanciarono al galoppo verso il palazzo delle Isole del Sud, con il cielo sopra di loro che si faceva ancora più cupo.

Si avvicinava un temporale, quasi fosse un presagio di ciò che li attendeva.


Erano nei pressi delle mura esterne quando iniziò a piovere e appena le guardie di vedetta li videro avvicinarsi, diedero l'ordine di aprire immediatamente i grandi portali per lasciarli passare; una volta scesi da cavallo, Kristoff, Anna e Hans, fradici dalla testa ai piedi, si precipitarono dentro, grati che nessuno li avesse fermati. Il drastico cambiamento del principe rendeva praticamente impossibile riconoscerlo.

Dopo aver salito varie rampe di scale, i tre giovani raggiunsero la camera da letto di Victoria la cui porta, ovviamente, era chiusa a chiave; con un calcio, Hans l'aprì e immediatamente si guardarono intorno per cercare qualunque cosa potesse aiutarli a capire cosa fare. Tutto però sembrava normale, secondo Hans: il grande letto a baldacchino era intatto, negli armadi vi erano solo abiti e sulla scrivania non c'era nulla, tranne fogli bianchi, una piuma d'oca, la boccetta d'inchiostro e un portagioie.

<< Io non vedo niente che sembri un libro di magia. >> constatò con impazienza Anna.

<< Da quello che so, Victoria non ne ha mai avuto uno. >> replicò Hans mentre si piegava per guardare sotto il letto, senza trovare nulla.

La principessa sospirò pesantemente.

<< Come facciamo a cercare qualcosa che non abbiamo idea di come sia fatto? >>

Il giovane cominciava a innervosirsi, sia perché sapeva che la ragazza aveva ragione, sia perché gli sembrava di cogliere una punta di rimprovero nella sua voce.

<< Non lo so, ma non posso pensare con te che non fai altro che parlare. >>

<< Non ti permettere di dirmi quello che posso o non posso fare! Se non fosse stato per te, neanche ci troveremmo qui! >> esclamò Anna con rabbia.

<< Magari avresti dovuto lasciarmi a marcire lì dentro! >>

<< Infatti! >>

<< ZITTI! >>

Hans e Anna si zittirono immediatamente e si voltarono verso Kristoff, che tuttavia si stava guardando intorno, concentrato.

<< Se urlate non riesco a sentire. >>

Il principe piegò la testa di lato.

<< Sentire cosa? >>

Il biondo alzò una mano, e fece un piccolo gesto per indicare la stanza.

<< Questo ronzio. Ascoltate. >>

Hans tese l'orecchio e dopo pochi istanti riuscì chiaramente a udire un rumore continuo, quasi impercettibile, un ronzio appunto a cui non aveva fatto per niente caso.

<< Da dove viene? >> domandò Anna, avvicinandosi a Kristoff.

Lui indicò il portagioie in legno lucido che si trovava sulla scrivania e Hans si affrettò a raggiungere i due sposi.

I tre si guardarono negli occhi, preoccupati, ma consapevoli che il tempo era quanto mai prezioso in quel momento. Hans sentiva il suo cuore battere all'impazzata, non credeva di aver mai provato tanta agitazione in tutta la sua vita, ed era sicuro che anche il cuore di Anna stesse battendo allo stesso ritmo frenetico, se non di più.

Sentì la ragazza inspirare profondamente e tutti trattennero il respiro mentre lei stessa sollevava con delicatezza il coperchio.

Si aspettavano di tutto ma nessuno di loro era preparato a ciò che trovarono lì dentro.


<< Che diamine è quella cosa?! >>








Che sarà mai? Chissà u.u

Anna ha deciso di fidarsi di Hans, anche se non completamente. Vorrei vedere! Kristoff mi fa sempre ridere e lo ritengo un personaggio abbastanza inutile sia in Frozen sia in questa mia storia (chiedo perdono a chi shippa Kristanna u.u) ma almeno stavolta gli ho voluto lasciare un piccolo momento di gloria, e penso che ripeterò l'azione in futuro. Allora, secondo voi cosa hanno trovato in quello scrigno? Cosa nasconde Victoria di così importante? Voi mi direte, “Se è importante, lo lascia in bella vista?”. L'esperienza mi insegna che per nascondere qualcosa, devi metterlo più in mostra possibile; se non fosse stato per il suono e l'udito alquanto prodigioso di Kristoff, non avrebbero mai dato peso a un innocuo portagioie, no? ;)

Fatemi sapere che ne pensate, è sempre importantissimo per me!

Until next time,

Sara




  
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