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Autore: Sophie_moore    26/05/2015    5 recensioni
Io ed Elliot eravamo in classe insieme da quando facevamo le scuole materne ed eravamo rimasti insieme fino alla scelta dell'università, dove avevamo preso semplicemente strade diverse. Prima, lui e sua sorella non erano molto uniti, lei più piccola di qualche anno, ma poi... non avevo mai capito cosa fosse successo, erano diventati due sanguisughe in un attimo, dall'oggi al domani. E dire che l'avevo anche chiesto ad Elliot, e lui mi aveva risposto qualcosa tipo: “Non lo so, è mia sorella!”. Come se quello avesse spiegato tutto.
Un pilone, una partita di rugby, una ragazza coi capelli verdi ed un capitano.
Ciao a tutti, Ecco una storia breve e romanticosa, spero vi piaccia ^^
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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La partita di Max


« Perchè sei qui anche tu? » borbottai, guardando quella ragazza con i capelli verdi che si avvicinava verso di me. « Perchè c'è anche lei? » domandai al mio compagno di squadra, Elliot, che salutava allegro.

« Perchè mi piace il rugby, non ci vedo niente di strano. » lei fece un sorriso strano, quasi malizioso, ed io sbuffai. « E poi perché gioca il mio fratellino adorato! » continuò, andando ad abbracciare Elliot. O meglio, a saltargli in braccio ed appendendosi come un koala. Sì, quella peste maledetta era la sorella del mio migliore amico e compagno di squadra, Elliot Gray.

Io ed Elliot eravamo in classe insieme da quando facevamo le scuole materne ed eravamo rimasti insieme fino alla scelta dell'università, dove avevamo preso semplicemente strade diverse. Prima, lui e sua sorella non erano molto uniti, lei più piccola di qualche anno, ma poi... non avevo mai capito cosa fosse successo, erano diventati due sanguisughe in un attimo, dall'oggi al domani. E dire che l'avevo anche chiesto ad Elliot, e lui mi aveva risposto qualcosa tipo: “Non lo so, è mia sorella!”. Come se quello avesse spiegato tutto.

« Fratellino adorato, dovremmo iniziare l'allenamento. » gli ricordai, battendogli una mano sulla spalla. Quando era con sua sorella sembrava entrasse in uno stato di trance, in un mondo tutto suo.

« Sì, sì, arrivo. » Elliot mise giù la sorella pazza e le accarezzò la testa con un sorriso luminoso.

« Elliot, fammi una meta! » era completamente ignorante in materia, perciò non poteva sapere che il ruolo di suo fratello non era da mete, ma spiegarlo ad una pazza così ci avrei perso solo del tempo e dei nervi, che mi servivano assolutamente per la partita che avremmo avuto a breve.

« Ci proverò! » lui la salutò e mi affiancò verso l'interno del campo, sospirando. Ora che ci pensavo, Dawn (così si chiamava la schizzata coi capelli verdi) non aveva mai assistito ad una partita con suo fratello, o meglio, non aveva mai assistito ad una nostra partita in generale, Elliot o no.

« Sei nervoso? » gli chiesi, inclinando la testa per guardarlo. In effetti era molto più concentrato del solito, guardava dritto davanti a sé senza quasi sbattere le palpebre.

« No. » per com'ero fatto io, la discussione sarebbe anche potuta finire lì, ma lui continuò poco dopo. « Sì che lo sono! Chi voglio prendere in giro? Non riuscirò mai a fare una meta per lei! » brontolò, tutto mogio. Ecco, lo sapevo che quella donna non avrebbe portato altro che problemi! Poteva anche venire a vedere gli allenamenti, ma se doveva mandare in panico il mio pilone no, non era proprio il caso che tornasse una seconda volta. Però, per quell'occasione, decisi di fare una cosa che solo il capitano può fare.

« Ragazzi, ho un favore da chiedervi. » dissi, appena fummo tutti abbracciati in cerchio. « Oggi c'è la sorella minore di Elliot, gli ha chiesto una meta... gliela facciamo fare? » la squadra urlò in coro ed Elliot mi lanciò uno sguardo sorridente, la sua solita luce grintosa negli occhi che dava forza a tutti quanti. Lui era il muro che gli avversari dovevano superare, se era in forma non passava nessuno neanche per sbaglio.

Pazza, mi devi un favore, pensai sogghignando.

 

Non potevo crederci. Non potevo credere alla partita appena giocata. Dovevamo essere stati benedetti o qualcosa del genere, non c'erano altre alternative, perché avevamo vinto. Vinto grazie alla meta di Elliot.

Quanto aveva urlato Dawn, non pensavo che tutta quella voce potesse stare in un corpicino come il suo, sembrava che ci fossero venti o più ragazze che urlavano la stessa cosa. Col fiatone, mi guardai attorno verso i miei compagni. Eravamo tutti esausti, dal primo all'ultimo, senza parlare di Elliot che stava sdraiato a terra e si copriva gli occhi con le mani sporche di fango.

« Ehi campione... » gli chiesi, appollaiandomi di fianco a lui.

« Ehi... » aveva un sorriso che andava da un orecchio all'altro, sprizzava felicità da tutti i pori. « Ce l'ho fatta, Max... ce l'ho fatta... » sussurrò, prendendo dei profondi respiri.

« No bello, noi ce l'abbiamo fatta. » gli dissi. Mi alzai in piedi e gli porsi la mano, per tirarsi su. Aveva ricevuto un brutto fallo in partita da un avversario, ero sicuro avrebbe avuto problemi a camminare.

« Hai ragione. Noi ce l'abbiamo fatta. » ribadì. Si tolse le mani dagli occhi ed afferrò la mia, appoggiando il peso sulla caviglia destra e tirandosi su. Gli misi un braccio attorno alla vita e lo accompagnai fino alla rete, in modo da poterlo far appoggiare per far il corridoio agli avversari. Erano stati formidabili, ci avevano messo sotto pressione fin dall'inizio della partita. Ma noi avevamo un asso nella manica: magari non sarebbe stato un male avere una tifosa come Dawn, se ogni partita Elliot avesse giocato così. Davvero, spesso credevo di non riconoscerlo più, sembrava un treno senza freni, per fermarlo dovevano placcarlo in tre. Avrei voluto guardare questa partita per poterlo osservare meglio, senza preoccuparmi di far funzionare tutto.

La squadra avversaria attraversò il corridoio fatto da noi e ci applaudimmo tutti quanti per la bella, splendida partita. Cominciavo a pensare che la pazza dai capelli veri potesse c'entrare qualcosa con la nostra vittoria...

« Max! » parlando del diavolo, o meglio, pensando al diavolo, spuntavano le corna.

« Che c'è? » mi girai verso di lei e la vidi completamente illuminata, come se avesse una lampada puntata in faccia. Ma non c'era nessuna lampada, nessuna luce all'infuori del Sole. Brillava lei? Era inquietante, forse avevo sbattuto forte la testa e avevo le allucinazioni. Stava in piedi su una tribuna naturale, una striscia di terra rialzata rispetto al campo e mi chiamava con la mano.

« Hai un minuto? »

Sospirando, andai verso di lei, cercando di non innervosirmi. Non capivo come mai, ma Dawn riusciva sempre a mettermi sotto pressione: faceva domande stupide, diceva cose stupide, faceva cose stupide... insomma, io potevo sopportare un solo Gray, e non era di certo la piccola peste. « Cosa vuoi? » le chiesi, appena le fui davanti. Mi superava di poco in altezza, forse cinque o sei centimetri, grazie ai trenta che stavano sotto ai suoi piedi.

« Mi aiuti a scendere? Credo che potrei scivolare. » aveva la voce roca: beh, era ovvio, dopo tutto aveva urlato dall'inizio della partita fino alla fine, senza contare il tono più alto quando Elliot aveva superato la linea di meta.

« Guarda che ce la fai.. » le feci notare, inarcando un sopracciglio. La fanghiglia che avevo addosso mi tirava tutti i muscoli della faccia e mi faceva sentire un cretino a parlare.

« Non ce la faccio, fidati. » ribadì lei, provando a mettere un piede avanti per vedere com'era la situazione.

Sospirai ancora più forte e pensai che il mio posto non era lì con la pazza ma con la squadra a festeggiare la vittoria.« Dai, muoviti. » le porsi una mano. La sua era molto diversa da quella di Elliot, che avevo preso solo poco prima: era piccola, morbida, le dita lunghe e il palmo stretto. Completamente diversa dalla manona larga e ruvida del fratello.

Ma non scese subito. Mi tirò a sé e mi diede un bacio sulle labbra, stringendomi forte la mano. Un bacio? Da Dawn?

Quasi senza che me ne accorgessi scivolò giù con l'aiuto del mio braccio e si diresse tutta contenta verso l'uscita del campo, dondolando come una bambina e con le mani intrecciate dietro la schiena.

Era un sogno, sicuro. Perchè mi aveva baciato? Lei, poi! Mi sembrava così assurdo che.. che poteva avere un senso, a ripensarci. Mi sembrava che tutto avesse preso una piega diversa, che tutti i colori di quella giornata fossero diventati più caldi ed il mio cuore enorme, tanto che sembrava non riuscisse a starmi nel costato. Pareva che il mondo avesse deciso di cambiare asse di rotazione, che il sole si fosse avvicinato alla terra per riscaldarla, che l'universo avesse un senso. Tutto per un semplice bacio, un bacio dalla ragazza che fino a un'ora prima non potevo vedere e che adesso osservavo attentamente ondeggiare verso il parcheggio.

« DAWN! » la chiamai, senza rendermene conto. Ma che cavolo stavo facendo?

Lei si voltò di scatto, i capelli verdi che le incorniciavano il viso mossi dall'aria fresca del primo pomeriggio. Perchè aveva i capelli verdi? E perchè così all'improvviso mi importava tanto? Mi corse di nuovo di fronte, senza togliersi quel sorriso brillante e luminoso dalla faccia. « Dimmi. »

« Perchè hai i capelli verdi? » no, avrei dovuto chiederle “perchè mi hai baciato?” ma non era importante. O almeno, non lo sembrava in quel momento.

« Perchè? Non te l'ha detto Elliot? » domandò, spalancando gli occhi color del miele. Stava succedendo qualcosa, era evidente, riuscivo anche a dare un colore ai suoi occhi! Cioè, stavo diversificando il color miele dal color castano, era qualcosa di assurdo. Ed era tutto merito suo. Scossi la testa in risposta alla sua domanda. « Beh, perchè tu hai gli occhi verdi! » lo disse con una semplicità tale, senza nessun imbarazzo di sorta, che mi fece sentire una formica davanti a lei.

Non le risposi, le presi il viso tra le mani e la baciai, questa volta io, di mia volontà, e mi resi conto di quello che stava succedendo.

Stavo baciando la pazza coi capelli verdi, Dawn Gray.


Sophie's space___
Non so che dire, in realtà, se non che è difficile fare meta per un pilone, visto che generalmente è un ruolo lento e da sfondamento. Quiiiiiiiiiiiindi... boh, spero vi piaccia =) 
A presto, Sophie <3

 

  
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