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Autore: Yasha 26    27/05/2015    2 recensioni
L'avevo annunciata ed eccola: la long version della os Odio il giapponese antico! ^_^
Solito cliché della storia alunna/professore? Sì e no.
La giovanissima Yukiko si innamora di Akira, suo nuovo vicino di casa e affascinante laureando, che sogna di diventare insegnante. Il suo è un amore ampiamente corrisposto.
I guai tra i due cominciano quando Akira viene assunto proprio nell'istituto in cui andrà a studiare Yukiko, diventandone il professore.
Tra bugie agli amici, fughe romantiche, regali speciali e gelosie furiose, i due lotteranno per tenere segreta la loro relazione, per non far perdere il posto al bel professore.
E in tutto questo, cosa c'entra il giapponese antico? Semplice... è l'unica materia in cui Yukiko va male.
L'unica che odia col cuore. Unica che segna le sue pagelle con voti bassissimi, infrangendo così una promessa fatta anni prima, soprattutto a se stessa.
E come se questo non fosse già abbastanza frustrante per lei, l’insegnante di tale materia è proprio Akira.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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- Fossi in te, non ne sarei così convinto. Ci sono casi in cui l’amore impossibile rimane tale, anche contro il nostro volere. - io ne so qualcosa con la mia ex.
- Volere è potere, lo conosci questo modo di dire? Se davvero tieni a qualcuno, non permetti a nessuno di portartelo via! - replica convinta.
- Quando dipende dalla razza, dallo stato sociale e dall’età, come la mettiamo? Dai Yukiko, sei troppo piccola per capire certe cose. La vita non è tutta rosa e fiori. -
- Sarò anche più piccola di te ma non sono stupida! Come prima cosa non sono razzista! E questo per rispondere alla tua prima supposizione! Secondo: lo stato sociale è un problema più mentale e materiale che altro, i soldi non sono tutto nella vita! E terzo: la differenza d’età è solo un problema per l’anagrafe! Il cuore non conosce l’età anagrafica della persona che ama! - risponde sicura, spiazzandomi per la sua maturità. Una tale risposta, nemmeno io avrei saputo darla con tanta ponderatezza.
- Davvero lo pensi? Tu riusciresti a passare sopra tutte queste cose per amore? - le chiedo dubbioso.
- Certamente! - afferma lei, ancora una volta.
- Allora, se adesso ti baciassi, non mi prenderesti per un maniaco perché sono più grande di te? Visto che mi piaci posso anche farlo senza sentirmi in colpa, giusto? - le chiedo quasi in tono di sfida, o almeno questa era l’intenzione, perché contro ogni mia volontà, il mio corpo si muove istintivamente, sollevandole il viso e baciandola.
Che accidenti stai facendo Akira? Fermati! L’età! Ricorda l’età! E poi lei è immobile. Di sicuro non vuole. Come darle torto? Ho quasi otto anni più di lei! Che diavolo ho combinato?! Meglio scusarmi subito.
Sto per allontanarmi, quando lei avvolge un braccio dietro al mio collo, spingendomi nuovamente contro le sue morbide labbra. Lo vuole anche lei, quindi? La risposta arriva subito quando dischiude le labbra, lasciandomi capire che sì, lo vuole anche lei.
Non resisto al suo dolce richiamo, così approfondisco quel bacio che, sono sincero, ho voglia di darle già da un po’. La sua bocca sa di dentifricio alla fragola. E’ dolce come lei.
Dannazione, ma che mi prende? Non riesco a staccarmi dalle sue labbra! Riesco a farlo solo dopo diversi minuti per la mancanza d’ossigeno. Ho ancora il suo viso tra le mani. E’ caldo. Mi allontano un po’ per poterla guardare. E’ tutta rossa e sta scottando per l’imbarazzo.
Così è ancora più bella.
Oh cielo, aspetta un attimo! Se è così imbarazzata forse… era il suo primo bacio? E gliel’ho rubato proprio io? Merda! Non posso aver fatto una cosa tanto stupida senza nemmeno riflettere! E’ ancora una tredicenne, è normale che non abbia ancora baciato nessuno. Accidenti a me!
- Yukiko… io… - come diamine faccio a scusarmi? Per qualcosa di cui neanche mi dispiace poi?!
- S… sì? -
- Era il tuo primo bacio? - riesco a chiederle.
- Veramente… ecco… sì… - mormora, ancora più imbarazzata.
Cazzo! L’ho fatta davvero grossa!
- Ecco, io… non so come scusarmi. Non volevo, mi spiace. Sarà stato il momento, il film, la discussione fatta prima… non volevo rovinarti il tuo primo bacio. Perdonami, ho sbagliato. - come accidenti potrebbe perdonarmi? Per le ragazze è una cosa importante!
- Beh… non hai rovinato niente. L’ho voluto anche io… - risponde, abbassando la testa. Sicuramente sarà pentita. Ovvio sia così! Sono troppo vecchio per lei. Dannazione, l’adulto ero io tra i due, invece mi sono comportato da ragazzino in piena crisi ormonale!
- La colpa è stata mia. Ti chiedo scusa, non avrei dovuto. Sei ancora piccola, invece io… sono più grande. Mi spiace. Ti prego dimentica quel bacio, è stato un errore. - provo a scusarmi ancora.
- Io non sono affatto piccola! – afferma, alzando di scatto il viso e lanciandomi un’occhiata truce  - E’ vero, era il mio primo bacio, ma se questa era una scusa perché ti sei pentito di baciare una ragazzina, non c’era bisogno di girarci tanto intorno! Ho capito! Certamente tu sarai abituato a donne più esperte, ovvio! Mi spiace non essere stata all’altezza! Senti… grazie per il film, io devo andare, ciao! - sbraita furiosa, correndo verso la porta e uscendo come un fulmine.
Io sono rimasto imbambolato sul divano, osservando la porta da cui è appena uscita, con un grosso punto di domanda sulla testa: che cavolo ha detto? Donne più esperte? Non essere all’altezza? Ma che accidenti ha capito quella stupida?
Devo assolutamente parlarne con Masumi!
 
- Allora, amico? Perché mi hai fatto venire così di corsa? Cos’è successo? - domanda lui, sedendosi.
- Devo raccontarti una cosa. -
- Spara! -
- Ho baciato Yukiko. -
- La figlia dei vicini? “Quella” Yukiko? – chiede con aria sconvolta.
- Se tieni la bocca ancora più spalancata ci entrano le mosche, guarda! - dico irritato.
- Scusa ma… non immaginavo lo avresti mai fatto! E pensare che facevi la predica a me! -
- Masumi, non rigirare il coltello nella piaga! Non ti ho chiamato per questo! -
- E allora per cosa? -
- Perché non capisco la sua reazione. Pensavo si sarebbe pentita di aver baciato uno più grande di lei, invece sembra abbia scaricato a me la responsabilità nel considerarla una bambina! -
- Eh? Racconta un po’ che ti ha detto.- chiede interessato, così riferisco le sue esatte parole al mio amico.
- Ahahahah sei un idiota Akira! - afferma, ridendo come un demente.
- Si può sapere che ci trovi di divertente? E poi non chiamarmi più idiota! -
- Invece sei un idiota! E’ mai possibile che tu non abbia capito che piaci a quella ragazzina? -
- Eh? -
- Sei più tonto di quello che pensavo. Sveglia! Se ha ricambiato il tuo bacio in quel modo, vuol dire che tu le piaci! Si è arrabbiata tanto perché di sicuro ha pensato che il bacio che ti ha dato non ti sia piaciuto, perché la ritieni una bambina inesperta. Cosa che non mi sembra assolutamente. Il bambino qui sei tu, che non capisci se piaci a una ragazza o no. -
- Masumi, sei impazzito? Ti rendi conto che è troppo giovane perché stia con uno come me? Con tutti i ragazzi della sua età che potrebbero starle dietro, figurati se pensa a me! E’ impensabile! -
- Hai pensato che forse i suoi coetanei non le interessano? Più volte mi hai parlato di lei come una ragazza più matura della sua età. Forse le piaci per questo. E poi molte donne preferiscono uomini più grandi di loro, perché li vedono come una figura di riferimento. -
- Se fosse come dici, potrebbe solo essere attratta dalla mia età allora. -
- Non mi sembra il tipo ma se vuoi vado a chiederglielo, magari provandoci! Se è interessata all’età matura, non avrà problemi a dire di sì. La sverginerei volentieri! – esclama ridendo.
Mai, in vita mia, una sua battuta mi ha dato tanto fastidio quanto oggi, tanto da spingermi ad alzarmi di scatto e afferrarlo per il colletto della camicia, guardandolo minaccioso.
- Non azzardarti neanche a pensarla una cosa del genere, sono stato chiaro? Yukiko non si tocca! -
- Ehi ehi, calmati, stavo scherzando! L’ho detto solo per provocarti! - si difende lui.
- E’ uno scherzo che non mi piace questo! Potevi risparmiartelo! - replico furioso, lasciandolo ricadere sul divano.
- Ok, scusa, non volevo offenderti, ma se te le prendi tanto, vuol dire che mi dai ragione. Quella ragazza ti piace! Forse troppo. Fossi in te, ci proverei. -
- Continui? Vuoi davvero che ti spacchi la faccia oggi? -
- Non “provarci” in quel senso! Lo so che non te la porteresti mai a letto alla sua età! Per quanto ti ricordo che nel medioevo, a tredici anni, le donne erano già sposate e madri. Intendevo di farti avanti e provare a instaurare una relazione con lei. Crescerà guarda. Non avrà sempre tredici anni. Presto ne avrà quattordici; te lo aveva detto lei, no? -
- Primo: non siamo più nel medioevo da un pezzo! Secondo: chi ti dice che un giorno non si stufi di uno più vecchio, andando a cercarne uno più giovane? -
- Cielo Akira, vi dividono sette anni di differenza, non venti! Mica sei Matusalemme! -
- Quasi otto. Comunque non so, per adesso sono confuso. Devo riflettere. -
- Ogni lasciata è persa, amico mio, ricordalo! -
 
 
                                                                        ********************
 
 
Che figuraccia! Perché ho ricambiato il suo bacio? Era ovvio non gli sarebbe piaciuto! Che vergogna! Non so come farò a guardarlo in faccia adesso! Mi viene da piangere, mi sento così stupida! Era la prima volta che baciavo un ragazzo. È normale che non fossi brava come le altre cui lui sarà abituato. Anzi, chissà se ha la ragazza. È qui da un po’, ma non l'ho mai visto con nessuna. Vorrei tanto sapere cosa l’ha spinto a baciarmi. Ha detto che gli piaccio, ma sarà vero o sarà stato solo per via del film? Forse è stata solo l’atmosfera. Fatto sta, che si è pentito subito, appena ha scoperto che non ho esperienza con i ragazzi. Ma che si aspettava? Che passassi il tempo a baciare ragazzi? Brutto stupido!
- Yukiko, ha chiamato la madre di Ryoko. La tua amica è in ospedale, l'hanno ricoverata per appendicite. - mi avverte mia madre, appena rientro in casa.
- Ecco perché oggi non è venuta a scuola e non rispondeva al cellulare. Ti ha detto in quale ospedale è e il numero della stanza? -
- Certo. Ci vai adesso? - chiede, passandomi un foglio con gli appunti.
- Sì mamma, ci vediamo stasera. -
- Ok cara, fai attenzione. -
 
Arrivo in ospedale praticamente subito.
- Ryoko… come stai? - chiedo preoccupata appena entro nella sua camera. Saluto educatamente anche le altre pazienti con cui divide la camera.
- Ciao Yuki. Insomma, sto uno schifo, ma tu sembri stare peggio. Cos’è successo? -
Come l’ha capito? Ce l’ho  stampato in faccia forse?!
- Nulla, perché? -
- Non mentire e sputa il rospo! - insiste.
- Va bene! Akira, il mio nuovo vicino, mi ha baciato. - le rivelo, imbarazzandomi ancora al pensiero.
- Che cosa? Quel modello di perfezione ti ha baciato? - sbraita all’improvviso, facendo girare tutti i presenti della stanza.
- Credo che all’ultimo piano non ti abbiano sentito! Vuoi un megafono? - chiedo irritata.
- Scusami, è che non me l’aspettavo! Dimmi, com’è stato? -
- Orribile! Non il bacio, ma il dopo! -
- Perché, cosa è successo? -
- Si è pentito. Sono solo una ragazzina inesperta per lui. - dico triste.
- Cosa ti ha detto? -
Dopo averle spiegato tutto, la mia “ex” amica scoppia a ridermi in faccia.
- Sono felice che trovi divertenti le mie disgrazie! - replico infastidita.
- Yukiko ahahaha sei proprio una stupida amica mia! Ahi ahahah mi fa male la pancia! Non posso ridere così! -
- Si può sapere cosa ci trovi di divertente? E perché sarei stupida? -
- Perché se Akira ti ha detto le stesse parole che hai riferito a me, allora gli piaci! - spiega semplicemente, lasciandomi confusa.
- Come fai a dirlo? E poi come potrei piacere ad uno come lui? Sono solo una ragazzina in confronto alle donne che di sicuro frequenta. -
- E non hai pensato che forse anche lui pensa la stessa cosa di te? -
- Non ti seguo. -
- Tu credi di essere troppo piccola per piacergli, ma non hai pensato che forse anche lui crede di essere troppo vecchio per interessarti? Per questo si sarà scusato del bacio. Si sarà sentito come se te lo avesse rubato. -
- Ma è assurdo! Io volevo quel bacio! -
- Tu glielo hai detto? -
- Sì, ma poi mi sono arrabbiata e sono andata via. -
- Sbagliato! Scappando non si risolve nulla. Parlagli e chiaritevi. Se invece non fosse interessato a te, tiragli un pugno per averti baciato senza motivo! -
- Forse hai ragione. -
- Senza forse! Io ho ragione! -
- Lo spero amica mia. Se fosse così, ne sarei davvero felice. -
- Yuki, seriamente, a te quanto piace questo ragazzo? – mi chiede Ryoko, cogliendomi di sorpresa.
Quanto mi piace? Non lo so, non ci ho mai pensato, o almeno non come oggi. Akira mi piace come persona. Mi trovo a mio agio quando parliamo. Abbiamo gusti simili in molte cose. Parliamo di tutto quando viene a cena a casa mia. E’ anche intelligente; un paio di volte gli ho chiesto aiuto per alcuni esercizi di matematica che non capivo bene e lui ha saputo spiegarmeli in pochi passaggi. Mi piace quando parla con mio nonno di testi antichi che si ritrova a studiare per la tesi; vecchi sutra che il nonno lo aiuta a tradurre, poiché, essendo sacerdote di un tempio shintoista, conosce le varie forme più arcaiche di giapponese. E poi è un bellissimo ragazzo, gentile e disponibile.  In conclusione…
- Mi piace molto, credo… -
- Credi? –
- Oh insomma! Non ho mai pensato a queste cose, lo sai! Non ho mai provato interesse per nessuno. Posso solo dirti che mi piace, sia caratterialmente sia fisicamente! –
- E’ già un buon punto di partenza per innamorarsi. – afferma, sorridendo soddisfatta.
Innamorarmi? Non so. Al momento è solo un interesse, nemmeno tanto ricambiato forse.
 
 
                                                                      ******************
 
È quasi una settimana che non vedo Yukiko. Non è neanche passata a prendere altri libri. Devo parlarle, ma come faccio? Se vado a casa sua, con che scusa chiedo di lei alla madre? Non posso neanche aspettare di vederla passare davanti casa mia però. Ho deciso, ci vado! Oggi è domenica e dovrebbe essere a casa.
 
- Akira! Che bello rivederti! - esulta il fratellino di Yukiko, venuto ad aprirmi la porta. Ha undici anni ma al contrario della sorella è così infantile da dimostrarne meno.
- Ciao Saito, come va? -
- Malissimo! Mi serve il tuo aiuto! - dice, tirandomi dentro casa per il braccio.
- Perché, cosa è successo? Tua sorella sta male? -
- Che c’entra Yukiko? Io parlavo di questi! - risponde, mostrandomi il libro degli esercizi di grammatica.
- Ti riferivi ai tuoi compiti? – chiedo sorpreso. Che idiota che sono!
- Certo! Perché credevi parlassi della mia sorellina? -
- Ehm, niente, lascia stare. Comunque certo che ti aiuto. Come mai non lo hai chiesto a Yukiko? -
- Lei non c’è. -
- Ah no? E’ forse uscita con il suo… ragazzo? - chiedo curioso, indagando un po’ preoccupato.
- Lei non ha il ragazzo. E’ al cimitero da papà. Oggi è l’anniversario della sua morte. -
- Mi spiace. C’è andata con vostra madre? -
- No, lei preferisce andarci sola. E’ ancora molto legata a papà. E’ per lui che studia così tanto, lo fa per renderlo fiero. Era un insegnante, sai? -
- Davvero? Non lo sapevo. Perché però è voluta andarci da sola? Non è più doloroso? -
- Non saprei. Mamma dice che è perché la mia sorellina si sente in colpa, visto che papà è morto il giorno del suo compleanno. - mi spiega Saito, rattristandosi.
- Che cosa? Allora oggi è il suo compleanno? Ma perché si sente colpevole? -
- Te lo posso spiegare io Akira. -
- Signora Hayashi! - rispondo alzandomi velocemente. Mi ero accomodato in casa, ignorando le buone maniere, anche se è stato Saito a trascinarmi dentro  - Mi perdoni per essere entrato senza il suo permesso, signora! – mi scuso, inchinandomi mortificato.
- Figurati caro, un bravo ragazzo come te è sempre il benvenuto. – dice, accomodandosi vicino al figlio.
- Signora, perdoni la mia curiosità, ma perché sua figlia si sente colpevole per la morte del padre? Cos’è successo, se non sono troppo indiscreto? –
- Vedi Akira, mio marito aveva diversi problemi al cuore. Yukiko era piccola e Saito era appena nato. Mia figlia non poteva capire la gravità della malattia del padre, che purtroppo andava spegnendosi ogni giorno di più. Il giorno del suo quarto compleanno, Yukiko chiese al padre di insegnarle a usare la bicicletta che le avevamo preso come regalo. Mio marito non ebbe il coraggio di rifiutare, anche se le sue forze non gli consentivano di starle dietro. Mentre correva dietro la bici si sentì male e morì subito dopo all’ospedale a causa di un infarto. Lei, da allora, si ritiene responsabile, rifiutandosi perfino di festeggiare il suo compleanno. Si è anche convinta di dover diventare un’alunna modello, con voti sempre alti perché il padre  era insegnante. Passa intere giornate studiando perché vuole che lui, dal cielo, sia fiero di lei. Questo perché le diceva sempre che voleva il meglio per la sua bambina, ma non era questo ciò che intendeva. Non voleva certo che nostra figlia diventasse un genio. Certo, come ogni padre, voleva che la figlia studiasse per avere una possibilità in più in campo lavorativo, ma non voleva che diventasse una punizione o una costrizione. Per lui andava anche bene che Yukiko non lavorasse, decidendo di metter su famiglia una volta finita la scuola, l’importante era la sua felicità. Lei però, ha totalmente frainteso i desideri del padre. Ho cercato più volte di parlarle, di spiegarle che le cose non sono come lei crede, che non è colpevole della morte del padre. Mio marito sapeva a cosa andava incontro, ma lei si è intestardita così. - mi spiega, con le lacrime negli occhi.
- Mi spiace molto signora. Non dev’essere stato facile tirare su due figli così piccoli, da sola e con tanti problemi alle spalle. Anche a mia madre è capitata la stessa sorte purtroppo, ritrovandosi a crescere un figlio da sola, quindi la capisco perfettamente. -
- A quanto pare tu e mia figlia avete molto in comune. - sostiene, accennando un lieve sorriso di amarezza.
- Purtroppo sembra di sì. Senta, posso chiederle un favore? - le chiedo all’improvviso.
- Certo, dimmi pure caro. -
 
 
                                                                  *********************
 
 
Oggi è il decimo anniversario della morte di papà. Come passa veloce il tempo. Stamattina, come prima cosa, sono andata al cimitero. È sempre difficile sia andare da lui sia tornare a casa e lasciarlo solo, ma sono le dieci e mezza, ed è meglio che torni a casa adesso.
Più tardi andrò a trovare Ryoko a casa, l’hanno dimessa dall’ospedale; ormai devono solo toglierle i punti e da questa settimana ritornerà a scuola.
Passando davanti casa di Akira noto che è tutto chiuso. Chissà dove sarà andato. E’ domenica, magari sarà fuori con qualche “amica”. Dal giorno del bacio non l’ho più visto. Avrei voluto parlargli ma non ho avuto il tempo. La mattina ero a scuola e il pomeriggio fino a tardi andavo a trovare Ryoko in ospedale, per darle gli appunti delle lezioni e per fare i compiti insieme.
Chissà se mi avrà pensato. Ryoko dice che sicuramente gli piaccio, ma io ne dubito.
- Mamma, sono a casa! - avverto, entrando e togliendomi le scarpe.
- Bentornata tesoro. Mi faresti un piacere? Dovresti portare questo pacchetto ad Akira. - dice mostrandomelo.
- Cos’è? - chiedo curiosa, ricordandomi poi che sono appena passata da casa sua  - Comunque  non credo sia in casa, ho visto tutto chiuso. -
- Di sicuro sarà in giardino. Portaglielo cara. Grazie. -
- Mamma, non può andarci Saito? Sono stanca. – più che altro non ho voglia di vederlo adesso, così, solo per portargli una cosa che gli manda mia madre.
- Tuo fratello sta studiando. Avanti, non ci vorrà molto. -
- Va bene! - sbuffo rassegnata.
Arrivata a casa sua passo direttamente dal giardino, ed è lì che lo trovo, davanti alla sua moto. Sta sistemando alcune cose in uno dei bauletti laterali della moto che ha montato sicuramente oggi, perché prima non c’erano; lo vedo ogni mattina prima di andare a scuola. Chissà dove va.
- Akira! - lo chiamo, con un po’ d’imbarazzo.
- Ah, finalmente. Cominciavo a chiedermi quando saresti arrivata! - esclama impaziente, chiudendo il bauletto e uscendo la moto nel vialetto. Mi aspettava?
- Sono appena tornata a casa. Mia madre ti manda questo. – dico, dandogli il pacchetto.
- Bene! Dovrebbe esserci tutto. -
- Vai da qualche parte? -
- Sì, ma non posso dirti dove! - risponde sorridendo.
- Ah, ok, scusa. Non volevo impicciarmi. Ti saluto. - mi congedo per andarmene ma lui mi trattiene, afferrandomi per un braccio.
- Dove vai? – chiede, tornando serio, guardandomi dritta negli occhi.
- A casa. Dove dovrei andare? - replico perplessa. Che gli importa poi dove vado?
- A studiare immagino. -
- Sì, ma come lo sai? -
- Non fai altro che quello! Non hai mai pensato di uscire? Di prendere un gelato fuori? Di farti una passeggiata la domenica, col tuo ragazzo magari? - domanda curioso, tenendomi ancora per il braccio.
- Io… non ho il ragazzo. E poi no! Non ho mai pensato né di uscire né di mangiare gelati né di fare una passeggiata di domenica! - rispondo contrariata dal suo terzo grado.
- Bene! Vorrà dire che farai tutte queste cose oggi! - afferma risoluto, lasciandomi il braccio e mettendomi un casco sulla testa.
- Ehi, che fai? -
- Sali e non fare domande! - mi ordina, sedendosi in moto.
- No grazie, preferisco di no! -
- Se non sali dietro, ti prendo di peso e ti faccio sedere sulle mie gambe. Scegli! - minaccia ghignando.
- Non si può andare all’amazzone sulla moto! - ribatto scioccata.
- Appunto, quindi sali dietro e non fare storie! - insiste ancora. Oh santi Kami! Questo ragazzo è davvero capace di farlo per davvero dallo sguardo serio che ha.
- Uffa e va bene! Posso almeno sapere dove andiamo? - chiedo curiosa, salendo e stringendomi a lui per non cadere.
- Assolutamente no! -
Antipatico!!!
 
 
                                                        ***********************
 
 
Immaginavo avrei dovuto insistere per farla salire. Alla fine, però, ha ceduto come speravo.
Mia cara Yukiko, oggi festeggerai il tuo compleanno. Volente o nolente!
Arrivati alla prima tappa del nostro viaggio, mi fermo. Parcheggio la moto e la faccio scendere.
- Dove siamo? - chiede, guardandosi intorno.
- Signorina, benvenuta ai giardini più belli di Tokyo e credo di tutto il Giappone! Siamo al Koishikawa Korakuen Gardens! - (*)
- Wow! Questo posto è bellissimo! - esclama sorpresa, osservando tutti gli alberi in piena fioritura.
- Ti piace? -
- E’ un posto magnifico! Neanche sapevo ci fosse un parco così bello in città! -
- Per forza, se stai sempre chiusa in casa come potresti conoscerlo? Dai vieni, cerchiamo un posto tranquillo, avremo tempo per girarlo. È quasi ora di pranzo e sto morendo di fame! -
- E cosa vorresti trovare da mangiare qui scusa? - domanda incuriosita. Ed è qui che entra in gioco il favore che ho chiesto a sua madre.
- Apri il bauletto di destra e prendi il pacco che ti ha dato tua madre. -
- Ok… - risponde titubante  - Poi? -
- Bene, ora aprilo. -
- Sono due bento! Ma quando… - (**)
- Ho chiesto a tua madre di prepararceli. - l’anticipo, conoscendo già la sua domanda.
- Mia madre sapeva che mi avresti portata qui? Ehi ma, aspetta un momento, non dirmi che sai che oggi… - mi guarda sorpresa.
- Sì! Oggi è il tuo compleanno, lo so. E so anche che non lo festeggi da dieci anni ormai. Quest’anno però si cambia! -
- Che cosa? Non ci penso nemmeno! Non ho intenzione di festeggiare un bel niente! Riportami a casa! – ordina indispettita.
- Non ci penso proprio! Sei troppo giovane per sprecare la tua vita in maniera così stupida, per dei sensi di colpa inutili poi! -
- Sensi di colpa? Mia madre ti ha parlato della morte di papà? Non ci posso credere! Perché è venuta a dire proprio a te queste cose? In fin dei conti sei un estraneo e non hai diritto di dirmi cosa è giusto o cosa è sbagliato! -
- Smettila di fare la bambina e ragiona! Cosa potevi saperne tu, a soli quattro anni, di quello che sarebbe potuto succedere? -
- Non chiamarmi bambina! -
- Invece è proprio quello che sei se ragioni così! -
- Ok bene, come vuoi, sono una bambina allora. Ora riportami a casa! - insiste ancora.
- Ti ho detto di no! -
- Ed io invece ti dico di sì! -
- Ed io invece dico no! -
- Ok, me ne andrò in metrò. - dice voltandosi per andare via. Quanto è cocciuta, accidenti!
- Yukiko, fermati! - la blocco, afferrandola per un braccio.
- Lasciami stare! Ti ho detto che non ho voglia di festeggiare nulla! - urla nervosa, girando la testa per evitare il mio sguardo.
- Guardami… - le chiedo preoccupato.
- No! -
- Yukiko, ti prego, guardami… - le chiedo dolcemente, prendendole il viso tra le mani e voltandolo. È bagnato, come immaginavo. Sta piangendo.
- Yuki, ascoltami… - le chiedo, usando per la prima volta l’abbreviazione del suo nome, come fanno i suoi amici e i suoi familiari  - Tu non hai colpa per quello che è accaduto a tuo padre. È inutile negare che quel giorno si è affaticato più del dovuto ma tu non potevi certo saperlo. Eri una bambina di quattro anni che non sapeva nemmeno vestirsi da sola senza l’aiuto della mamma. Tuo padre sapeva a cosa andava incontro, ma ha rischiato ugualmente per vedere il sorriso di sua figlia. Tu, invece, da quel giorno non ridi più. Passi il tuo tempo dietro i libri. Studiare è giusto ma non puoi vivere solo di quello se non è la tua passione. Ti sei punita inconsciamente, buttandoti a capofitto nello studio. Sei brava, è vero, ma non sei felice. Perché tu non sei felice, vero? – le chiedo dolcemente, per farla calmare.
- No… - sussurra debolmente ancora scossa dalle lacrime.
- E pensi che tuo padre sia sereno sapendoti infelice? -
- Forse… no. - risponde, fermando finalmente le lacrime.
- Sicuramente no! Tuo padre voleva il meglio per te, non nello studio, ma nella vita! Ti voleva felice e soddisfatta delle tue scelte. Ti voleva sveglia e intelligente, non un Einstein versione donna. Devi ricominciare a ridere e a essere la bambina sorridente che ho visto nelle foto di quando avevi tre anni, cioè come ti ricordava tuo padre. Solo così lui sarà veramente fiero di te. - cerco di spiegarle, sperando capisca.
- Tu… pensi che… mio padre, non sia fiero di me? - chiede triste. In questo momento sembra davvero una bambina.
- Non adesso. No, se piangi perché ti senti in colpa. No, se ti ostini a non festeggiare il tuo compleanno. No, se continui a non sorridere. – la vedo abbassare lo sguardo, afflitta.
Dai Yukiko… capisci che non è questo il modo giusto per andare avanti… ti prego.
- Forse… hai ragione. - dice, sorprendendomi. Fa una pausa, per poi sospirare  - Potrei cominciare a piccoli passi. Magari… festeggiando il mio compleanno in questo parco magnifico. - termina, sforzandosi di sorridere. Ha capito per fortuna!
So che le costa. La capisco. Io ho perso entrambi i genitori e so cosa si prova, però, lei si addossa responsabilità che non ha, e questo prima o poi ti uccide.
- Brava, mi sembra un ottimo inizio. Allora, visto che ti sei decisa, posso anche darti il mio regalo adesso. -
- Non era quello di portarmi qui? -
- No. Il vero regalo è questo… - le svelo, chinandomi verso la sua bocca per baciarla. Le sue labbra sono salate per via delle lacrime. La sento irrigidirsi al tocco della mia lingua ma non sembra intenzionata a spostarsi.
Attendo paziente che accetti o respinga il mio bacio, ma per mia enorme fortuna lo accetta, schiudendo le labbra. E stavolta il contatto con la sua bocca è ancora più dolce dell’altra volta. Forse perché ho ancora il sapore delle sue lacrime sulle papille… chissà.  So solamente che se avessi atteso ancora per baciarla, sarei morto sicuramente.
Che accidenti mi ha fatto questa ragazzina? Possibile che in meno di tre mesi mi sia innamorato di lei?
Lei… così diversa da me, all’apparenza, ma così simile nei sentimenti, nel carattere, nei gusti.
Ci si può innamorare al primo sguardo?  Io posso dire di sì, perché è quello che mi è successo il giorno in cui mi ha aperto la porta di casa sua, prestandomi quella benedettissima scala!
 




 
 
 
Angolo curiosità
 
(*)  Il Koishikawa Korakuen Gardens è un parco immenso che si trova a Tokyo. Se siete curiosi di vederlo e volete sapere cosa vede Yukiko, qui trovate le foto di Google  Koishikawa_Korakuen_Garden
 
(**)  Il bento è una specie di "pranzo al sacco" giapponese. Viene usato sia per i bambini che lo portano a scuola sia per portarlo a lavoro. E’ come il nostro portapranzo quindi, ma molto più bello da vedere, soprattutto quando i destinatari sono i bambini. In alcuni casi diventa una vera e propria arte saper preparare dei bento ^_^  eccovi alcuni esempi:
Bento classico QUI
Bento artistico (oltre che buono da mangiare *-*)   QUI
Altro esempio ^_^   QUI
 
 
Ed eccovi il terzo capitolo della storia ^_^ mi spiace dirvelo ma dovrete sopportare spesso le mie note poiché ci saranno molti riferimenti al Giappone, soprattutto luoghi ^_^ anzi, se avete domande e perplessità su qualcosa che non vi è chiara chiedete pure, vi risponderò con piacere ^_^
Passando alla storia, ecco che il primo passo i due l’hanno fatto. Il primo di tanti altri. La differenza d’età sembra non essere un problema, almeno per i due innamorati. Ma sarà così per tutti?
Baci Faby <3 <3 <3 <3
   
 
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