“Perché devi cambiare gufi?” chiese Ron.
“Edvige attira l’attenzione, è troppo vistosa. Una civetta bianca che continua a tornare nel posto dove lui si nasconde, ovunque sia… Voglio dire, non sono uccelli che si trovano dappertutto, no?” rispose Hermione prontamente, mentre Harry arrotolava la pergamena per poi infilarsela in tasca.
Quel giorno nell’aria c’era un piacevole senso di attesa. Nessuno fu molto attento in classe perché tutti erano molto più interessati all’arrivo delle delegazioni di Beauxbatons e Durmstrang; anche Pozioni fu più insopportabile del solito, visto che durò mezz’ora in meno. Ma appena la campana suonò i tre si precipitarono nei dormitori a posare borse e libri e s’infilarono il mantello, tornando giù nella Sala d’Ingresso.
 
I direttori delle Case stavano disponendo in fila i loro studenti, poi iniziarono ad aspettare davanti al castello. Hermione si trovava accanto a Ron ed Harry in quarta fila. Lei si guardò intorno per trovare Draco. Chinò leggermente il busto in avanti e poco più in là lo adocchiò. Lui la notò e le fece l’occhiolino, lei si limitò a rispondergli sorridendo. Per fortuna gli altri due non se ne accorsero, anzi, Ron aveva iniziato a ipotizzare in quale modo sarebbero giunti al castello gli studenti delle altre scuole, esasperando Hermione.
Il tempo passava, e iniziava a far buio e freddo, quando Silente gridò dall’ultima fila: “Aha! O mi sbaglio di grosso, oppure sta arrivando la delegazione di Beauxbatons!”
Qualcosa di grosso si precipitava nel cielo azzurro cupo verso il castello. La sagoma si avvicinò, svelando agli alunni che si trattava di una carozza trainata da una dozzina di cavalli palomino alati, grandi come elefanti. Dopo poco, la carrozza atterrò a tutta velocità rimbalzando sulle ruote. Dopo di che, la porta della carrozza si aprì e uscì un ragazzo vestito di un azzurro pallido che si curvò ed estrasse dei gradini. Hermione vide quindi uscire dalla carrozza la donna più alta che avesse mai visto, e di così alto conosceva solamente Hagrid.
 
Silente prese ad applaudire, seguito dagli studenti. Il viso della donna si distese in un sorriso e avanzò verso Silente, tendendo la mano. Questi quasi non si chinò per baciargliela.
“Mia cara madame Maxime, benvenuta ad Hogwarts”
“Mon cher Silonte! Voi sta bene, spero!” disse lei. “I miei studonti”, disse indicando alle sue spalle.
Nel frattempo una dozzina di studenti erano scesi dalla carrozza. Sembrava tremassero, dato che in effetti erano vestiti solo di seta leggera.
“Karkaròff è già qui?” chiese Madame Maxime.
“Dovrebbe arrivare a momenti. Preferite aspettare qui e salutarlo entrare a scaldarvi un po’?”
“Scaldarsci, sì. Ma i scevalli…”
“Il nostro insegnante di Cura delle Creature Magiche sarà felice di occuparsene” disse Silente “non appena avrà sistemato un piccolo problema verificatosi con alcuni dei suoi - ehm – compiti”
Madame Maxime sembrava però preoccupata che Hagrid non riuscisse a tener testa alla  forza dei cavalli, ma Silente la rassicurò prontamente.
 
Ora  c’era solo d’attendere l’arrivo della Delegazione di Durmstrang, quando d’improvviso si sentì un suono forte che avanzava verso di loro.
“Il lago! Guardato il lago!” urlò Lee Jordan.
Dal lago si vide infatti emergere una grande nave, che prese a scivolare verso la riva. I passeggeri sbarcarono; i ragazzi sembravano tutti avere la taglia di Crabbe e Goyle… ma poi, avvicinandosi, ci si accorse che la loro stazza in realtà era dovuta a dei mantelli di pelle ispida che i ragazzi di Durmstrang portavano. L’uomo che li guidava era invece vestito con un altro tipo di pelliccia; liscia e argentea, come i suoi capelli.
“Silente! Come stai, mio caro amico, come stai?” gridò con calore.
“Benissimo, grazie professor Karkaroff” rispose lui.
Quando egli si avvicinò a Silente per stringergli la mano disse: “Cara vecchia Hogwarts… Com’è bello essere qui, com’è bello… Viktor, vieni dentro, al caldo… non ti dispiace, Silente? Viktor ha un po’ di raffreddore…”
Karkaroff spinse in avanti uno dei suoi studenti, che tutti riconobbero: quello era Krum.









Salve ragazzi! Volevo chiedervi scusa per la mia assenza, e per il fatto che ci abbia impiegato così tanto per scrivere così poco! Purtroppo la scuola mi ha sottratto un sacco di tempo... ma non temete, sto già lavorando al prossimo capitolo!