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Autore: Triz    28/05/2015    2 recensioni
Questa raccolta contiene tutte le storie che ho scritto su John e Harold per gli eventi del gruppo facebook We are out for prompt. Buona lettura!
Good morning, Harold - {I passi di John Reese e l'odore del tè caldo svegliarono Harold Finch di colpo.}
Il tempo di Harold - {Non capiva per quale motivo la Macchina ci stesse mettendo tanto.}
Sperare - {Era veramente impossibile lavorare con uno come Dean Johnson. | Nessuno aveva avuto mai di che lamentarsi del nuovo bibliotecario dell'università.}
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harold Finch, John Reese
Note: Cross-over, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'We are out for prompt'
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Sperare

Prompt: I mesi vissuti senza vedersi, osservarsi, salvarsi la vita a vicenda sono stati tanti, troppi. E questo tempo è servito a farli maturare, capire. Il problema è: hanno capito entrambi la stessa cosa?
Note: Non ho ancora visto la quarta stagione, pur avendo in programma di farlo. Questo è come io ho immaginato la vita di quelle due patate dopo la terza stagione.

Era veramente impossibile lavorare con uno come Dean Johnson.
Quando non parlava delle rogne quotidiane con la sua ex moglie, si lamentava del capo che era una carogna umana e, quando non sparlava del capo, commentava ogni secondo della partita di baseball a cui aveva assistito via radio.
Quando Dean partiva in quarta con la cantilena, John Reese - o meglio, la guardia giurata John Riggs - andava con la mente altrove e ricordava i giorni passati dietro ai numeri "irrilevanti" e, di conseguenza, al creatore della Macchina.
Era passato un anno da quando lo aveva visto di spalle mentre si allontanava con Bear dalla biblioteca poco prima dell'arrivo degli uomini di Greer: quell'immagine di Harold non era mai stata così insolita - del resto, prima di Samaritan, anche Harold aveva una casa da cui tornare ogni sera con Bear -, ma sapere che dopo quella volta non avrebbe più rivisto l'informatico gli aveva fatto fin troppo male.
Avrebbe volentieri dato a Dean Johnson un calcio dove non batte il sole, se questo fosse servito per poter ritornare nella biblioteca con i suoi libri polverosi, con Bear giocherellone come sempre e, perché no?, con Harold davanti ai suoi computer.
Harold...
Non poteva riavere indietro tutto questo ed era costretto a sorbirsi le chiacchiere futili di Dean ancora per un pezzo. La vita di prima era un capitolo chiuso.
E anche il suo Harold faceva parte di quel capitolo.

Nessuno aveva avuto mai di che lamentarsi del nuovo bibliotecario dell'università.
Puntuale come uno svizzero, Harold Robin conosceva il contenuto di gran parte dei libri a disposizione e sapeva esattamente dove andare a sbattere la testa se i computer decidevano di scioperare.
Del resto, Harold era stato bravo in questo per più di trent'anni.
John Reese, una volta, gli aveva detto che non era da tutti mostrarsi in pieno giorno davanti alle persone che non sapevano la tua vera identità e Harold Finch lo aveva considerato un complimento.
John...
Era un peccato non sapere che fine avesse fatto l'uomo con la giacca, ma Harold sperava sempre che la sua nuova identità avesse un po' di azione - ricordava fin troppo bene quei giorni in cui si era annoiato sulla sedia a rotelle - e che avesse trovato qualcuno in grado di renderlo felice.
Era qualcosa che sperava sempre, quando era costretto a dire addio a qualcuno che amava: che quel qualcuno - fosse Will, Grace oppure John - trovasse altrove la stessa felicità che lui, Harold, gli avrebbe dato con tutto il cuore.
«Ciao, sai se "Grandi speranze" è ancora disponibile?».
Harold c'era cascato, di nuovo: credeva che John sarebbe rimasto con lui per sempre, che magari non subito, ma dopo un po' avrebbe capito ciò che Harold provava per lui.
Aveva commesso di nuovo quello sbaglio e ora...
«Harold, ci sei?» chiamò il ragazzo di fronte a lui sventolandogli la mano davanti alla faccia.
«Cosa? Ah, sì, un attimo solo... Ecco, "Grandi speranze" è disponibile».

 
(494 parole)
  
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