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Autore: Dian87    30/05/2015    1 recensioni
Ainara ha sempre vissuto in fuga, fuga dal suo villaggio, fuga da ogni riparo che ha trovato, fuga da ogni umano, sempre con le parole di un indovino alle spalle.
.
Le rane gracidavano nell'oscurità che precedeva l'aurora, mentre un usignolo intonava il suo canto
mattutino.
«Si dice che la strega abiti in questo bosco.» commentò una ragazzina, scavalcando un grosso
tronco.
«E chi te l'ha detto?» chiese un'altra.
«Tutti lo dicono... ma hanno troppa paura per cacciarla.» rispose la prima, lisciandosi con le mani
la gonna.
«Ma forse dovremmo lasciarla lì, no?» il tono era tentennante e l'altra ricacciò nervosamente un
ciuffo di capelli ribelle dietro all'orecchio.
« E se lanciasse qualche maledizione? E se volesse prendere il tuo fratellino per preparare qualche
intruglio? No, noi saremo le eroine che la cacceranno da qui.» ben più decisa della compagna, la
giovinetta prese in mano un ramo molto sottile.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 3 – IL SABBA DELLE STREGHE

I giorni passarono e Peter portò spesso le mucche al pascolo presso la nuova casa di Ainara. A lei faceva piacere poter passare del tempo con un'altra persona e Flicker iniziava a sentirsi geloso.
«Domani sarà la prima notte di luna piena.» disse Peter. «Scendi al villaggio, sarai al sicuro.»
Già da qualche settimana erano passati ad una forma di cortesia più intima, ma a quelle parole Ainara indietreggiò di un passo e gli occhi si spalancarono, spaventati.
«No, non posso.» rispose.
«Sono preoccupato per te, Ainara... solo per questa notte.» insistette Peter, avvicinandolesi e prendendole una mano.
Ainara strappò la mano dalle sue e la mantenne alta mentre richiamava le fiamme per far sì che si allontanasse.
«Le streghe non sono un pericolo per me.» rispose con un sibilo la donna, mentre Flicker si lanciava dal tetto dove si era sempre rifugiato per andare a volare davanti a lui.
«Vattene, vattene, misero umano.» lo spronò, facendogli un cenno eloquente con le mani. «Proteggerò io la padrona Ainara, tu non sei nulla.»
Peter indietreggiò, preso alla sprovvista dalla comparsa sia di quel piccolo essere rosso sia dalle fiamme che danzavano sulla mano di Ainara. Si voltò e prese a correre, richiamando a sé le mucche. Ainara lo vide sparire tra gli alberi e si accasciò, respirando a fondo e cercando di controllare il movimento delle fiamme.
«Va tutto bene, padrona Ainara, ci sono io con te.» disse Flicker, appoggiandosi sulla spalla della donna e posando la guancia su quella di lei. «Andiamo via prima che quell'infido umano porti i suoi simili quassù?»
Ainara scosse il capo.
«Ormai è tardi per partire, ma domattina ci metteremo in marcia non appena sorgerà il sole.» stabilì.
Pensava di aver finito di muoversi, ma come ogni volta doveva riprendere la fuga...
Flicker volò verso la casa e iniziò a preparare lo zaino, mentre Ainara si rialzava e osservava il sole che calava. Durante la notte si sarebbero ritrovate le streghe... sarebbe stato davvero così?

Ainara spense il fuoco, rimanendo acquattata presso la finestra. Il sole era calato da qualche ora e aveva deciso di restare di guardia. Non sapeva cos'avrebbe fatto alle streghe, se fossero comparse, ma non poteva svegliare e trovarsele attorno al letto pronte a sacrificarla a chissà chi.
«Uh, uh.»
Ainara e Flicker tesero l'orecchio, cercando di capire da dove venisse quel suono.
«Uh, uh.»
Un gufo volò davanti alla finestra, afferrò un topolino e si levò silenzioso nel cielo. Ainara e Flicker trassero un sospiro di sollievo, facendo un mezzo sorriso.
«Uh, uh.»
Questa volta una vecchia rinsecchita comparve alla loro destra e posò qualcosa a terra.
«Uh, uh. Venite, sorelle, la notte ci chiama.» disse la vecchia, sollevando le braccia al cielo.
Un'altra vecchia rinsecchita giunse da sinistra e un'altra davanti a loro.
«Dicci, sorella, cos'hai visto nei tuoi viaggi?» chiese una delle vecchie.
«Ho visto l'imperatore della terra e del mare dare in sposa sua figlia al re del cielo.» rispose la prima vecchia. «E tu cos'hai visto?»
«Ho visto il vecchio del mare cercare di abbattere il cielo per salvare il nipote che gli era stato rapito da un'aquila.» rispose lei, poi si voltò verso quella che non aveva parlato. «E tu cos'hai visto, sorella?»
«Ho visto la figlia della regina delle fiamme innamorarsi di un mortale proprio su questi campi.» disse l'ultima. «Ma la passione viene sopita in quanto anche il più tenue alito di vento la fa tremolare e scappare come un fil di fumo.»
A quelle ultime parole il viso di Ainara prese metaforicamente fuoco e Flicker poté vedere che le sue dita si stringevano al davanzale della finestra.
La prima vecchia sollevò l'oggetto che aveva posato a terra ed il pianto di un neonato si fece largo tra le orecchie di tutti i presenti. Lo sguardo di Ainara divenne più serio e scivolò verso la porta senza fare rumore.
«Venite, sorelle, vediamo quale glorioso futuro ci attende.» gracchiò la vecchia con il bimbo in mano, mentre il piccolo dava sfogo ai suoi polmoni.
«Posate quel bambino, maledette!»
Ainara non riuscì a credere alle sue orecchie: la voce era quella di Peter. Socchiuse la porta e vide il pastore con una spada arrugginita in mano dirigersi a passo sicuro verso le tre. Ainara si morse il labbro mentre le racchie sogghinavano ed una puntò il dito secco e nodoso verso il giovane. Peter non riuscì più ad avanzare e le braccia si abbassarono.
«Padrona Ainara, lasciate che capisca cosa si vuol dire immischiarsi con cose più grandi di lui.» le consigliò Flicker, ma lei spalancò la porta.
Un vento scuro l'avvolse mentre mutava, sciogliendo l'incantesimo che l'aveva trattenuta in forma umana. Le ali si aprirono sulla sua schiena come se fossero quelle di un grosso pipistrello che si stiracchiava, un paio di corna spuntarono dalla sua fronte, arrotolandosi come quelle di un montone e i vestiti maschili divennero un semplice abito aderente nero, tenuto sulla schiena da soli lacci di cuoio e dal quale sbucava una lunga coda, e le scarpe svanirono. Le megere spostarono lo sguardo su di lei e una fece con sorriso con la bocca sdentata.
«Ecco la figlia della regina delle fiamme che ci onora della sua presenza.» disse quella che aveva già parlato di lei.
«Ainara... scappa...» mormorò Peter, mentre la spada iniziava a puntare al suo collo.
Una fiamma avvampò attorno alla mano della donna, ormai nella forma da succube con cui sua madre l'aveva fatta nascere, e lei mosse la mano ad avvolgerla, lanciandola poi verso la strega che teneva l'incanto su Peter. La vecchia bruciò come un legno secco e l'uomo crollò al suolo, con la spada lontana dalla propria gola.
Il bimbo continuò a strillare e la megera che lo teneva in mano puntò il pugnale al suo indifeso ventre. Peter si sollevò a fatica e corse verso la strega con un grido belluino. Riuscì a piantarle nella schiena la spada e le mani della vecchia si aprirono dalla sorpresa, lasciando cadere il bimbo. Un fulmine rosso prese al volo il bimbo e questo sorrise all'imp, prendendogli la faccia con le manine paffute.
«Padrona Ainara... cosa devo farne? Odio i mocciosi...» piagnucolò Flicker, mentre portava al sicuro il bimbo sul tetto.
«Aspetta che abbia finito.» fu la secca risposta di lei, mentre lanciava un'altra palla di fiamme contro la strega ancora illesa e anche lei arse in un attimo.
Le ali di Ainara si mossero nuovamente e le ceneri vennero spazzate via, mentre la strega trafitta si voltava verso di lei e iniziava a recitare in una lingua oscura che non era mai stata udita prima. L'aria iniziò a sfrigolare attorno ad Ainara e dei fulmini saettarono all'interno della sfera che la stava circondando.
«Padrona Ainara!» udì gridare Flicker.
«Uh, uh... la figlia della regina delle fiamme... la tua carne mi donerà un potere mai visto prima...» sghignazzò la vecchia, avvicinandosi con la spada ancora nelle viscere, mentre Peter era sgomento.
Un fulmine colpì Ainara al ginocchio, facendola crollare, e le fiamme sulla sua mano divennero più fioche. La donna strinse i denti, ma poi allargò lo sguardo, sorpresa, nel vedere che Peter si stava riprendendo e aveva preso un pugnale. L'uomo saltò sulla strega e le pugnalò più volte alla schiena, tenendosi con una mano alla sua spalla. La strega tentò di scrollarselo di dosso, ma poi cadde in ginocchio e Peter continuò a pugnalarla finché non si mosse più.
La gabbia di fulmini che aveva circondato Ainara si dissolse lentamente ed un versino gioioso provenne dal tetto della casa.
«Ainara, stai bene?» chiese Peter, avvicinandosi e inginocchiandosi davanti a lei.
«Vattene.» sibilò la succube. «Flicker, dagli il bimbo.»
L'imp osservò il bimbo che aveva tra le braccia che si era addormentato beatamente e si alzò in volo, abbandonandolo con ogni delicatezza tra le mani di Peter. Ainara si alzò senza guardarli e si alzò in volo, dirigendosi verso il monte.
«Ainara!» gridò Peter, angosciato.
  
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