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Autore: Neflehim    06/06/2015    3 recensioni
Si sfregò violentemente le braccia contro le mani, come a voler scrostare via la sporcizia che si sentiva appiccicata addosso.
Voltò la testa verso la strada e poi di nuovo dietro di lui, verso il portone da cui era appena uscito.
Il cuore gli si strinse in una morsa e qualunque organo interno lo sostenesse sembrò dolergli.
Si portò una mano al volto e sorrise mestamente.
Quando era iniziato?
Quando aveva creato quell'orribile armatura fatta di menzogne,ipocrisia e sentimenti nascosti?
Quanto ancora doveva immergersi in quel mare di melma che stava cancellando ogni singolo pezzo della sua innocenza prima di riuscire a distruggere completamente la sua vecchia personalità?
Sentì il cellulare vibrare.
Quando lesse il nome sul display, sorrise di nuovo amaramente.
" Ho bisogno di te.
- Kenma-"

Chiuse gli occhi e sospirò.
Con la mente e il cuore distrutto come lo aveva in quel momento, si rese conto che Kenma non era l'unico ad averne bisogno quella notte.
"Sto Arrivando.
-Hinata-"

[Coppie: KenmaxHinata;HinataXKageyama;KurooXKenma]
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Kozune Kenma, Shouyou Hinata, Tetsurou Kuroo, Tobio Kageyama, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap II. Salto di qualità.


Aveva deciso di prendersi due giorni di pausa prima di tornare a studiare.
Era arrivato da poco alla facoltà e appena preso posto in aula aveva subito peso in mano la sua console,iniziando il nuovo gioco che gli aveva regalato Shouyo la sera prima.
“Non sei venuto l'altra sera...” una voce familiare dietro di lui lo immobilizzò facendo in modo che gli orchi gli togliessero più punti vita del solito.
“Non mi piace stare nella confusione, lo sai...” gli rispose senza alzare lo sguardo e massacrando quel dannato mostro. Rise internamente di sé stesso.
Era così apatico e incapace di mostrare emozioni che se la prendeva con un videogioco.
Sentì la sedia davanti al suo banco venire spostata e strinse un poco più forte le dita sulla console portatile.
“Eppure Fujioshi mi ha detto che ogni sera che ti invitiamo, davanti alla tua porta trova sempre un ragazzo che aspetta di entrare a casa tua.”
Si ritenne fortunato, Kenma, di avere i capelli abbastanza lunghi da coprire le orecchie scarlatte per l'imbarazzo.
Cercò come suo solito di non far trasparire alcuna emozione ma la sua voce uscì più dura di quel che voleva “ Anche io ho una vita privata Kuroo...”
Una vita in cui tu non ne fai parte...
Avrebbe voluto continuare, ma il disgusto per se stesso era già abbastanza senza doverci aggiungere l'ennesima bugia.
Il moro sgranò gli occhi a quella risposta scocciata per nulla da lui.
Ne era consapevole Kenma ma era stanco di essere sempre considerato un bambino problematico a cui badare.
Era ora che Kuroo si rendesse conto che era diventato adulto, e da un pezzo anche.
Sapeva perfettamente che quella consapevolezza non avrebbe migliorato le cose tra loro, ma continuare in quella staticità era sempre più deleterio.
“Non me ne hai mai parlato...” lo sentì mormorare.
Ormai hai iniziato su questa linea... si disse Kozume.
"Non sono costretto a dirti tutto quello che mi riguarda, esattamente come non lo fai tu".
Era una mezza verità questa.
Perché anche se Kuroo non gli diceva tutto quello che lo riguardava, alla fine Kenma le veniva a sapere lo stesso, vuoi per destino o per testardaggine.
Kuroo parve incassare il rimprovero “Posso chiederti almeno se lo conosco?”
In quel momento Kenma alzò lo sguardo fino ad allora incollato al display, su di lui, fissandolo sorpreso.
Aveva sentito una strana incrinazione nella voce del moro davanti a lui, che lo portò a chiedersi perché gli importasse tanto di chi fosse il suo presunto amante.
Avrebbe dovuto dirglielo?
Dirgli che si frequentava,per modo di dire, con Shouyo?
Decise di dargli una mezza risposta “ Lo conosci.”
Kuroo alzò lo sguardo ma quello di Kenma era di nuovo fisso sullo schermo segno che non aveva più intenzione di dire altro.
Il moro rimase a fissarlo. Oggi Kenma era strano.
Scosse la testa. No. Non era solo oggi ora che ci pensava.
Ormai era davvero molto tempo che il suo rapporto con Kenma si era quasi ridotto al Buongiorno e Buonasera.
Non passavano quasi più tempo assieme se non quando si incontravano a lezione.
Niente più uscite la sera per locali.
Niente più partite a pallavolo.
Niente più cene a casa dell'altro per farlo staccare da quei dannati giochi che tanto gli piacevano.
Lo stava perdendo.
Senza accorgersene stava perdendo il suo migliore amico.
Si era allontanato da lui da quando frequentavano l'università e solo ora si rese conto che Kenma lo stava lasciando andare.
Anche lui si stava ricostruendo una vita con quel ragazzo che pareva conoscere?
Si chiese se era qualcuno della facoltà, ma si rese conto che Kenma non aveva legato con nessuno quindi era molto più probabile che fosse qualcuno del liceo, ma chi?
Fece una lista lunghissima nella sua mente e continuò ad aggiungere nomi anche durante la lezione che ascoltò a malapena.
Alla fine in cima alla sua classifica ne erano rimasti solamente una decina e primi tra tutti ritrovò un nome:Hinata Shouyo.
Non si stupì di questo.
Oltre a lui, Kenma si era lasciato conoscere per davvero solo da pochi prediletti e Hinata della Karasuno era sicuramente uno di quelli.
Ricordò che avevano legato fin da subito e già da allora si era accorto che Kenma pareva provare una vera ammirazione per quel piccolo tornado che non stava mai fermo.
Eppure sul serio?
Hinata gli era sempre apparso come in constante adorazione di Kageyama.
Possibile che in realtà ora stesse con Kenma?
Non seppe il motivo ma sentì qualcosa di strano nella stomaco a quel pensiero, ma lasciò perdere e si concentrò di nuovo sul problema principale.
Improvvisamente ricordò che Kageyama da paio di anni stava con Tooru Oikawa e che quindi Hinata era libero.
Le possibilità che il compagno attuale di Kenma fosse Hinata erano davvero alte.
Si chiese quando Kenma fosse cresciuto lontano da lui... sempre con l'inizio dell'università?
No. Si rispose.
Kenma aveva iniziato ad interessarsi di più del mondo proprio grazie ad Hinata e alla Karasuno che rendevano le loro amichevoli sempre tanto avvincenti da portare perfino quel gatto addormentato che era il suo migliore amico, ad entusiasmarsi.
Quindi era dannatamente e altamente probabile che l'amante di Kozuma fosse Hinata.
Abbassò lo sguardo verso il tavolino mentre il petto gli faceva dannatamente male.
Aspettò in silenzio che le lezioni finissero e sempre in quel modo s'incamminò dietro Kenma,a ripreso la sua avanzata tra i vari livelli del suo amato gioco.
Arrivarono vicino al parco che portava alla casa del più piccolo senza rivolgersi la parola e se apparentemente a Kenma non importava... a Kuroo la cosa lo stava facendo impazzire.
“Senti Kenma...” l'amico alzò lo sguardo dalla console poco interessato “ stavamo organizzando un uscita e...”
Kozume lo interruppe quasi subito “Ho un impegno.”
Quello fu il limite “Non ti ho nemmeno detto quando!” si ritrovò ad esclamare Kuroo un po' adirato.
Kenma alzò un sopracciglio irritato “Allora mi appresterò a crearmi un impegno per quando ci sarà questa uscita...”
Alla fine Kuroo sospirò rassegnato “ Odi tanto uscire con noi?”
L'altro sgranò gli occhi non credendo alle sue orecchie “Lo chiedi sul serio o eri ironico?”
Tetsuro allargò le braccia esasperato “ Sono serio!”
“E' ovvio che odio uscire con voi!”
“Perché?!”
Senza che nessuno dei due se ne era accorto si ritrovarono a urlare nel parco poco lontano dall'appartamento di Kenma.
Cosa decisamente strana visto il carattere solitamente mite di quest'ultimo ma... probabilmente la sua sopportazione dopo tutto quello che provava era arrivato ai livelli critici.
“Perché?! Che dovrei fare in un night club eh?! Vedere te e gli altri che vi scopate una sconosciuta?!”
A quelle parole così volgari sulla bocca di una persona che raramente spiccicava parola e che solitamente era si sgarbato ma mai scurrile, Kuroo sobbalzò.
“Solo perché non ti piacciono le donne non vuol dire che non puoi divertirti anche tu … possiamo andare in un locale bisex... a nessuno di noi da fastidio lo sai..”
Kenma chiuse gli occhi capendo ormai che non poteva più trattenersi: erano circa cinque anni o forse di più che provava tutte quelle cose per e ora... ora basta! Si disse.
Kuroo stava per continuare il suo discorso senza senso quando alla fine Kenma lo interruppe irato “ Sta zitto!”
Tetsuro spalancò gli occhi spaventato da quella reazione anomala.
“ Tu... dio Kuroo, sei così intelligente a volte ma così stupido sulle cose più evidenti!”
L'altro non disse nulla, insicuro se dovesse offendersi oppure no.
Quando i suoi occhi incontrarono quelli felini del biondo mechato tremò.
In qualche modo quello che stava accadendo o che stava per accadere non gli piaceva per nulla. Come se da un momento all'altro ci sarebbe stata una sincera e totale separazione.
“Kuroo... mi piaci...anzi ti amo e da un bel po' di tempo direi.”
Lo disse come se fosse la cosa più semplice del mondo ma dentro non era proprio tutto a posto, anzi  si stava decisamente maledicendo per la sua stupidità.
Tetsuro invece aveva il cervello completamente azzerato. Quelle parole parevano restare qualche secondo nella parte che analizzava le cose per poi passare immediatamente alla parte scioccata e poi tornare a quella che le analizzava in un processo abbastanza infinito.
Quando finalmente riuscì elaborarle senza che andasse in lobotomia, alzò lo sguardo verso il proprietario di quelle parole e lo trovò a fissarlo negli occhi con lo sguardo del tutto rassegnato di una persona che é già consapevole della risposta.
“ Senti... non c'è bisogno che tu dica nulla ok? Lo so già, solo... stammi lontano per un po', va bene? Devo ... cercare di andare avanti.”
Kuroo non riuscì a rispondere e restò bloccato mentre lo vedeva allontanarsi.
Camminò per un bel pezzo ma non aveva voglia di tornare a casa.
La sua mente era divisa tra il maledirsi per essersi dichiarato, il sollievo per averlo fatto e il dolore per il rifiuto.
Aggrottò le sopracciglia confuso sui suoi sentimenti tripartiti ma alla fine decise di non pensarci; nonostante tutto non riuscì a concentrarsi e la cosa non era strana vista la situazione, ma la sua mente razionale e non molto avvezza ai sentimenti non riusciva a comprenderli del tutto.
Sentì il forte impulso di chiamare Shouyo e passare la serata con lui e seguì il suo istinto .

******


Appoggiò un gomito sul banco, il mento sulla mano e rimase a fissare il vuoto fuori dalla finestra con il ronzio del professore che gli trapanava le orecchie.
Sospirò, mentre il mal di testa con cui si era svegliato quella mattina, cresceva a dismisura portando la sua irritazione a livelli stellari.
Sbadigliò un po' troppo platealmente probabilmente perché la voce del professore gli arrivò un po' troppo vicina alle orecchie per poterla continuare ad ignorarla.
“ Signor Hinata per caso la mia lezione la annoia?”
Shouyo si voltò verso di lui stropicciandosi un occhio e con voce un po' atona gli rispose “Abbastanza, professore...”
Quello arrossì con il sottofondo delle risatine sommesse degli altri studenti,ma non sembrava propenso a bocciarlo o cose simili “ Se non fosse che sono un professore non si vendica e che tu sei uno dei miei migliori studenti... ti avrei già bocciato.”
“Lo so professore...” detto questo tornò a fissare lo sguardo nel cielo limpido sentendo due occhi conosciuti che gli trapassavano la nuca.
Sorrise ricordando al primo anno, quando avevano dovuto chiedere aiuto a Tsukishima prima e a Yachi-san poi e si paragonò a quello che era adesso : il migliore del corso di Inglese.
C'era da dire che la sua situazione sentimentale aveva contribuito abbastanza a farlo concentrare sullo studio.
Continuò a pensare mentre il suo collo quasi prendeva fuoco visto che Kageyama non gli aveva staccato gli occhi di dosso per tutta la durata della lezione. Alla fine fu costretto a lanciargli un occhiata furiosa per farlo smettere e l'amico sgranò gli occhi, arrossì e abbassò lo sguardo.
Shouyo emise un sospiro di sollievo.
Alle due del pomeriggio si stiracchiò sulla sedia ed evitando abilmente il quasi placcaggio di Kageyama riuscì ad arrivare a casa con la completa sanità mentale.
Aprì la porta di casa consapevole del fatto che Natsu non ci sarebbe stata fino alle sei per la lezione di nuoto.
Si preparò su due piedi un piatto di pasta e qualcosa come contorno e consumò il suo pranzo rivedendo una vecchia partita di pallavolo delle Nazionali.
Con la coda dell'occhio avvistò una foto sul mobile del salotto : rappresentava la Karasuno il giorno  in cui avevano vinto le Nazionali. Avevano tutti un bel sorriso... se qualcuno l'avesse visti ora.
Erano tutti separati: Sugawara-san e il capitano essendo una coppia avevano ricevuto una borsa di studio ed erano andati a vivere in Inghilterra; Asahi-san si era trasferito in università di Kyoto e Nishinoya lo aveva seguito dicendo che da solo quel bestione sarebbe stato preso di mira dai bulletti  visto il suo carattere; Tsukishima e Yamaguchi erano stati presi in due università diverse di Osaka.
Lui e Kageyama erano gli unici ad essere rimasti nella loro prefettura e se il primo giorno ne era stato contento … ora rimpiangeva di non averne scelta una fuori città.
Finì il suo pranzo e lasciò che fosse la lavastoviglie ad occuparsi dei piatti. Decise di farsi una doccia. Il calore dell'acqua bollente gli sciolse i muscoli e rilassò le membra.
Uscì dalla doccia e con solo i jeans addosso tornò in salone frizionandosi i capelli. Era inverno ma i riscaldamenti faceva apparire la casa come una villa sulla spiaggia delle Hawaii.
Buttò l'asciugamano sul divano irritato oltre natura. La doccia bollente aveva rilassato il corpo ma la mente purtroppo era rimasta alla foto sul mobile.
La prese tra le mani e fissò la figura alta e con lo sguardo stranamente minaccioso  ritratta nella foto e strinse le dita attorno alla cornice.
Si odiava spesso per quel sentimento che non avrebbe dovuto provare. Eppure continuava a a stargli accanto e sostenerlo, nonostante sapesse che sarebbe stato solamente un duro autolesionismo. Ma non gli importava. Voleva stare con l'ex alzatore, urlare, piangere, voleva essere qualcosa di più per lui. Ma non poteva.
Era davvero paradossale che il suo primo amore fosse una storia impossibile verso il suo migliore amico già fidanzato con il loro più grande rivale.
Sorrise amaramente.
Non riusciva davvero più a sopportarlo e ...
Gli arrivò un messaggio da parte di Natsu che lo avvertiva che non sarebbe tornata a dormire in quanto restava a casa di un amica che non era Megumi.
Corrugò la fronte notando che l'ultima parte era sottolineata e in grassetto.
I cellulari di oggi facevano un sacco di cose.
Improvvisamente il campanello suonò e Shouyo rimise a posto la foto e scordandosi di mettersi qualcos'altro addosso andò ad aprire a petto nudo.
Rimase impalato per qualche secondo sull'uscio quando vide chi c'era dietro.
Lo sguardo naturalmente truce e i capelli scuri non lasciavano alcun dubbio su chi fosse l'ospite e su quanto fosse gradito e allo stesso tempo indesiderato.
“ Tobio...”
Si fece automaticamente da parte per farlo entrare e quando lo fece mise sui fornelli la macchinetta del caffè e neppure gli chiese se ne voleva una tazza, conoscendo completamente la sua dipendenza da caffeina.
“Oikawa-san non é con te?”
Tobio corrugò le sopracciglia “ Un professore ha voluto recuperare una lezione...”
Shouyo sospirò. Non aveva creduto neppure per un secondo che fosse venuto da lui rinunciando al suo tempo con il “fidanzato”.
“ Credevo che dalla nostra ultima seduta il tempo di stallo sarebbe durato un po' di più visto che ci siamo visti circa tre giorni fa.”
Era stato cattivo e abbastanza acido ma ormai era arrivato alla conclusione che il suo periodo di migliore amico era terminato.
Tre anni e venti giorni.
Era un tempo abbastanza lungo ed era arrivato il momento di guardare avanti.
“ Che diamine dici?! Sei il mio migliore amico non il mio psichiatra!”
Aveva compiuto la sacra opera di farlo arrabbiare e non ci riusciva dalle superiori.
Un grande record.
“ Strano mi era parso così negli ultimi tre anni.”
Tobio sgranò gli occhi al tono tanto amaro dell'amico.
“ Non capisco... io...”
Il rumore della tazzina sbattuta sul tavolo con il caffè che schizzò dappertutto, lo fece sobbalzare.
“Non capisci?! Kageyama quando è stata l'ultima volta che abbiamo parlato di altro che non fosse la tua relazione con Oikawa-san... l'ultima volta che abbiamo fatto una partitella a pallavolo?!”
Tobio allargò le pupille ancora di più mentre poteva quasi immaginare la sua mente che cercava tali ricordi, ma Shouyo sapeva perfettamente che non ne avrebbe trovati.
Lo vide abbassare gli occhi colpevole.
“ Sono stanco di avere una relazione amicale a senso unico in cui tu ti prendi tutto e io non ricevo neppure un come stai ...”
Kageyama rialzò il volto di scatto a quelle parole che sembrano l'anticipazione di una separazione che non gli piaceva per nulla.
“Cosa... cosa intendi?”
“Intendo che ho chiuso con te Kageyama... basta, trovati un altro migliore amico da usare come psicologo.”
La faccia di Tobio sarebbe stata tragicomica se la situazione non fosse stata così dolorosa.
Era sbiancato completamente mentre al sua espressione era tra il terrorizzato e lo scioccato.
“ NO … io ...NO! Non voglio! Ho sbagliato Shouyo e sono un idiota ma … non voglio perderti … ti prego!”
Shouyo chiuse gli occhi per eliminare dal suo campo visivo la figura del ragazzo in modo che il suo volto non gli facesse cambiare idea sulla decisione appena presa.
“ Non é una cosa che puoi decidere tu. Ora per favore esci.”
Riaprì gli occhi e sotto i suoi si avvicinò alla porta e la spalancò facendogli segno di uscire in quanto la sua presenza non era più gradita nella sua casa.
Tobio, capendo che non aveva scelta si alzò dalla sedia e si diresse verso l'uscita. Poco prima di varcare la soglia però si fermò.
“ Non mi arrendo, Shouyo. Ho fatto qualcosa di quasi imperdonabile ma non rinuncerò mai a te … farò tutto il possibile per riaverti."
Shouyo nonostante fosse davvero felice per quelle parole, gli rispose in maniera ironica e anche piuttosto acida “ Attento a quello che dici Kageyama... il tuo ragazzo potrebbe fraintendere.”
Detto questo gli voltò le spalle e si chiuse la porta dietro.
Poggiò la schiena contro il legno e scivolò fino a terra mentre dentro gli montava la voglia di piangere.
Aveva appena chiuso i ponti con la persona più importante della sua vita e faceva male da morire.
Si prese il volto tra le dita e cercò di smettere completamente di pensare, cosa piuttosto impossibile senza essere morto. Strinse le palpebre dolorosamente ma tutto questo non bastò a fargli dimenticare almeno un po' quello che era successo.
Ogni singola scena di quella sera continuava a vorticargli nella mente senza decidere ad andarsene.
Il telefono squillò di nuovo e Hinata si fece forza per prendere dalla tasca il cellulare e rispondere alla chiamata.
“ Kozume?”
La voce gli era uscita roca e tremante e da buon ascoltatore Kenma se ne accorse.
<< E' successo qualcosa Shouyo?>>
Hinata prese un profondo respiro prima di rispondere cercando di calmarsi.
“ Puoi venire?”
Kenma rispose quasi subito.
<< Sto arrivando.>>

*********

Kenma non si lamentò quando fu aggredito sulla porta e neppure quando si ritrovò a fare sesso disperato sul letto dell'amico.
Poteva benissimo dire che, come sempre quando si trattava di loro due, ne aveva bisogno quel giorno tanto quanto l'altro.
A volte pensava che erano gemelli diversi separati alla nascita.
Fortuna che non lo erano o sarebbe stato incesto.
Ora, come la mattina di due giorni prima, si ritrovarono in un letto – solo che non era quello di Kenma- nudi e completamente depressi.
“Allora ricapitoliamo: tu hai tagliato i ponti con Kageyama senza dichiararti e io ho quasi tagliato i ponti con Kuroo dopo essermi dichiarato...e ora stiamo entrambi una merda e continuiamo ad andare a letto assieme invece di annegare i dolori nell'alcool... quanto siamo messi male?”
Shouyo ci pensò su un attimo, passando le dita tra i capelli dell'... amante si.
“Siamo abbastanza patetici direi. Tralasciando il fatto che non siamo alcolizzati, quello credo sia una cosa buona.”
“Bene, da idioti a patetici senza alcool...e un gran bel salto di qualità!”
Sospirarono entrambi all'unisono mentre pensavano a che livelli di pateticità erano riusciti a raggiungere.
Dopo un bel po' di silenzio fu Shouyo a parlare di nuovo.
“ Credo che andrò a trovare mia madre in Inghilterra per tutte le vacanze estive.”
Diede la notizia bomba a cui aveva appena pensato come se stesse parlando del tempo e la cosa non  piacque per nulla a Kenma.
L'università di Hinata intendeva le vacanze estive come le intendevano le scuole superiori e cioè da giugno alla fine di agosto. Tre mesi!
“ Per tutte le vacanze? E' un bel po' di tempo, Shouyo.”
Hinata si spostò in modo da poterlo guardare negli occhi “ In realtà ho parlato con Natsu e … forse lei si trasferirà da mamma per un bel po'...”
Il verso in cui stava andando quella conversazione non gli piaceva per nulla.
“ Dimmi che non stai pensando di fare lo stesso...”
Lo sguardo di Shouyo fu abbastanza esplicito da fargli capire che era proprio quello su cui invece stava riflettendo.
“Non so se lo farò ma credo che prenderò una decisione alla fine delle vacanze in Inghilterra e...”
Kenma lo guardò perplesso mentre dentro il petto gli si stringeva all'idea di una possibile partenza definitiva dell'amico.
“Ci ho pensato su Kozume... mamma mi ha chiesto se volevo portare un amico e … volevo chiederti di passare le vacanze con noi..”
Kenma sgranò gli occhi stupefatto. Non si aspettava una proposta del genere ma lo rese stranamente felice.
Aveva bisogno anche lui di staccare e tra un mese sarebbe stato giugno e quindi Hinata sarebbe partito. Prese la decisione senza pensarci.
“ Mi piacerebbe molto Shouyo.”
Il sorriso grato che ricevette fu la cosa più bella di quella giornata.

Kenma se ne era andato da qualche ora e lui era rimasto sdraiato sul letto senza avere voglia di fare alcunché .
Improvvisamente il cellulare squillò e Shouyo allungò il braccio sul comodino per prenderlo e rispondere .
Sgranò gli occhi e si alzò di scatto a sedere quando sentì la voce dall'altra parte dell'apparecchio.
“Suga-san?!”








   
 
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