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Autore: eugeal    08/06/2015    1 recensioni
Questa storia è uno spin-off di "A World that Will Not Turn to Ash" e si colloca dopo il finale, quindi leggetela solo dopo l'altra per non rischiare spoiler.
Guy è diventato il Guardiano Notturno al posto di Marian. Queste sono le sue avventure.
Genere: Avventura, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Guy di Gisborne, Marian, Robin Hood, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'From Ashes'
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Guy seguì Marian da un banco del mercato all'altro, badando a restare indietro di qualche passo mentre la ragazza osservava la merce esposta quando aveva capito che la sua presenza metteva in agitazione i mercanti. La prima volta che si era avvicinato a uno dei banchi insieme a Marian, tutti gli altri clienti si erano dileguati e il venditore aveva guardato con rancore la ragazza, trattandola con disprezzo gelido come se la colpa fosse sua.
Marian aveva trovato un venditore di stoffe che aveva merce di buona qualità e da qualche minuto era ferma davanti al suo banco, esaminando minuziosamente un tessuto dopo l'altro. Guy si appoggiò con la schiena al muro esterno di una casa e sbadigliò, stanco e mortalmente annoiato.
Allan lo raggiunse dopo un po' e lanciò uno sguardo a Marian.
- Ho l'impressione che le cose andranno per le lunghe.
- Temo di sì. - Disse Guy, tetro. - Da quello che ho capito dopo le stoffe, ci aspetta anche la scelta del vasellame per la casa, qualche monile per la sposa e attrezzi da falegname per lo sposo. E forse anche qualche altra cosa che non ricordo.
- Ci vorranno ore. - Commentò Allan.
- Già, ma è sempre meglio che dover pensare io a cosa scegliere come regalo.
- Vero anche questo. Comunque penso che la tua presenza qui non sia necessaria, anzi, probabilmente Marian potrebbe riuscire a fare affari migliori se i mercanti non vedono te che ti aggiri nei paraggi come un lupo pronto ad azzannarli alla gola.
Guy gli lanciò uno sguardo di avvertimento e Allan gli sorrise come se niente fosse.
- E allora cosa proponi? - Chiese Guy.
Allan alzò le spalle.
- Qualunque cosa sembra più divertente di questo. - Disse, accennando ai rotoli di stoffa sparsi sul banco e al minuzioso esame sulla loro qualità da parte di Marian.
Gisborne annuì e dopo aver lanciato un ultimo sguardo alla ragazza, si decise a seguire Allan.

Marian li vide eclissarsi con la coda dell'occhio e per qualche secondo si voltò ad osservare la schiena di Guy che si allontanava tra la folla del mercato, poi tornò a dedicarsi alle stoffe da comprare.
Da una parte si sentiva sollevata perché sapeva che per Guy restare ad aspettarla mentre faceva acquisti era un compito sgradevole e noioso, ma dall'altra non poteva fare a meno di sentirsi in ansia.
Allan probabilmente avrebbe insistito per andare alla taverna e lei sapeva benissimo che i locali come quello erano spesso frequentati da donne dalla dubbia serietà. Dubitava che Guy si sarebbe lasciato tentare da quelle ragazze con lei nei paraggi, ma la sua mente continuava a tornare insistentemente al ricordo del morso che gli aveva visto sul collo.
Si era imposta di dimenticare quell'episodio, ma non ci era ancora riuscita del tutto e di solito quel pensiero finiva per trascinarla a un ricordo estremamente sgradevole risalente a molto tempo prima.
All'epoca non vi aveva dato tanta importanza perché non provava ancora alcun tipo di sentimento per lui, ma ripensare a quell'episodio ora la faceva rabbrividire. Prima di iniziare a interessarsi a Marian, Guy aveva avuto una relazione con una delle ragazze delle cucine del castello e quella giovane aveva dato alla luce un bambino.
Robin aveva trovato il piccolo abbandonato nella foresta e Marian stessa lo aveva tenuto tra le braccia prima di restituirlo alla madre.
Era passato molto tempo da allora, ma a Marian non piaceva pensare a quel lato di Guy, le dava l'impressione di vedere una parte di lui che lei non conosceva affatto e che la spaventava. L'uomo di cui si era innamorata non era uno di quelli che si approfittavano senza alcuno scrupolo delle servitrici e nemmeno uno pronto a lasciare un bambino a morire nel bosco, eppure in passato Guy aveva fatto entrambe le cose.
Una voce nella sua mente si affrettò a suggerirle anche le altre azioni orribili compiute da Gisborne per conto dello sceriffo, ma, anche se era assurdo, quella parte del suo passato la preoccupava di meno.
Era certa che Guy non avrebbe ripetuto i suoi errori e che ormai fosse libero dalla cattiva influenza dello sceriffo, su quello non aveva dubbi. La gelosia invece continuava a tormentarla.
Era sicura del suo amore per lei, quello sì, ma Marian sapeva che spesso anche gli uomini felicemente sposati si concedevano qualche distrazione senza che ciò avesse il minimo peso ai loro occhi. Spesso erano anche le mogli a scegliere di non vedere quelle scappatelle senza importanza per timore di essere tradite con una rivale vera e propria.
Marian si chiese se anche tutte le altre ragazze fossero tormentate da quei dubbi e si sentissero così insicure quando si innamoravano di qualcuno e pensò che le sarebbe piaciuto avere qualcuno con cui poterne parlare, ma non aveva una sorella a cui chiedere consiglio né amiche intime con cui condividere i suoi pensieri.
Tornò a guardare la stoffa destinata alla sposa e sorrise: non era vero che non aveva nessuno con cui parlare. Forse non erano amiche intime, ma di sicuro Djaq la avrebbe ascoltata senza ridere di lei e forse avrebbe potuto darle qualche suggerimento utile.

- Allora Giz, dove sei stato tutta la notte? - Chiese Allan porgendo a Guy uno dei due boccali di vino che gli erano stati dati dalla cameriera della taverna. Notando lo sguardo dubbioso di Guy, bevve un sorso dal suo e gli sorrise. - Tranquillo, sono stato attento che non facesse nulla col tuo vino. Lo ha versato direttamente dalla brocca e me lo ha dato. Se ci ha buttato dentro qualcosa di strano per fare dispetto a te, allora anche tutti gli altri clienti hanno ricevuto lo stesso trattamento.
Gisborne prese il boccale e bevve cautamente un sorso di vino: il sapore sembrava normale. Alzò gli occhi vedendo l'oste in persona che si avvicinava portando un vassoio pieno di cibo, seguito da una cameriera con un cesto di frutta. L'uomo depose il cibo e la frutta sul loro tavolo e Allan lo guardò, perplesso.
- Noi abbiamo ordinato solo del vino. - Disse, cautamente, ma l'uomo rivolse loro un sorriso allegro.
- Offre la casa. È da molto che speravo di vedervi entrare nel mio locale, Sir Guy.
Gisborne lo fissò senza capire cosa intendesse e se le sue parole fossero sarcastiche.
- Perché? - Chiese, con una certa esitazione, domandandosi se avrebbe dovuto aspettarsi un attacco.
L'oste invece fece cenno a una cameriera e le ordinò di portare il loro vino migliore, poi tornò a rivolgersi a Guy.
- Sir Guy, potreste mostrarmi la vostra mano sinistra?
- Cosa?
- Fatelo, per favore.
Guy lo guardò sospettosamente, poi rivolse uno sguardo interrogativo ad Allan e il giovane alzò le spalle.
- Mostragliela se ci tiene tanto, anche se non ne capisco il motivo.
Gisborne si sfilò il guanto di pelle e appoggiò la mano sul tavolo a palmo in giù, ma l'oste gli prese con rispetto il polso per fargliela girare e indicò la cicatrice che gli attraversava il palmo.
- Con questa mano, Sir Guy, qualche mese fa avete fermato la lama di un pugnale. Una lama che senza il vostro intervento avrebbe tagliato la gola di mia moglie.
Guy lo fissò, sorpreso. La moglie dell'oste doveva essere uno dei tre ostaggi che Roger di Barret aveva usato per farlo uscire allo scoperto.
L'uomo gli lasciò andare il polso e Guy chiuse la mano e la appoggiò sulla propria gamba, arrossendo leggermente.
- La signora sta bene, spero. - Intervenne Allan in tono disinvolto, notando che Gisborne era rimasto senza parole e l'oste scoppiò a ridere allegramente.
- Bene? Più che bene! Né lei né il bambino hanno subito danni e proprio la settimana scorsa sono diventato padre per la terza volta. Mi dispiace solo che non sia nato un maschio, altrimenti gli avremmo dato il vostro nome, Sir Guy. Ma in ogni caso siamo vostri debitori: avete rischiato la vostra vita per salvare mia moglie, ve ne saremo sempre grati!
L'oste tornò al proprio lavoro dopo essersi profuso di nuovo in altri ringraziamenti e Allan scoppiò a ridere vedendo l'espressione imbarazzata di Gisborne nel ritrovarsi gli sguardi di tutti gli altri avventori puntati addosso.
- Beh, Giz, non in tutte le taverne ti sputano nel piatto, eh?
Guy fece un piccolo sorriso, allungando una mano per servirsi dal vassoio e tenne lo sguardo sul cibo per non mostrare la propria confusione. Non era abituato a essere accolto con tanto entusiasmo, né a essere ringraziato con tanto calore e si sentiva commosso, ma non voleva mostrarlo.
Allan fu tentato di stuzzicarlo un po' e vedere quanto ancora potesse arrossire, ma decise di lasciar perdere e per qualche minuto si dedicò al cibo per lasciargli il tempo di riprendere il controllo delle sue emozioni.
- Allora Giz, - tornò a chiedere dopo un po' - come mai sei tornato a casa all'alba? Stavolta hai davvero rischiato che Marian ti scoprisse.
- Robin ha avuto un'idea per il matrimonio di Djaq e Will e ci abbiamo lavorato di nascosto per tutta la notte. - Disse Guy, con un sorriso compiaciuto, poi fece cenno ad Allan di avvicinarsi e gli raccontò sottovoce i dettagli del progetto e quello che ancora dovevano fare.
- Quindi hai intenzione di tornare nella foresta anche stanotte?
- Già e tu dovrai fare attenzione che Marian non se ne accorga.
- Ti conviene dormire un po', allora. Approfittane adesso: l'oste non avrà problemi a darti una stanza e Marian sarà impegnata con i suoi acquisti per ore. Quando mi accorgerò che sta per finire, verrò a svegliarti.
Guy fu costretto a dargli ragione, si sentiva talmente stanco che non sarebbe riuscito a restare sveglio anche quella notte senza prima riposare per qualche ora.
Chiamò l'oste e gli chiese se avesse una stanza libera e l'uomo si precipitò a mostrargli la migliore che aveva, continuando a ripetere che non avrebbe mai potuto sdebitarsi abbastanza.
Guy lo guardò e sorrise, colto da un'idea improvvisa.
- Veramente un modo ci sarebbe. - Disse e l'oste rispose immediatamente che era disposto a fare qualsiasi cosa.
- Potreste preparare abbastanza cibo per un banchetto nuziale per sabato mattina senza dire a nessuno che sono stato io a ordinarlo? Verremmo a ritirarlo verso l'alba.
L'uomo annuì con entusiasmo, contento di aver trovato un modo per poterlo ringraziare.
- Bene, allora potete discutere i dettagli con Allan. - Disse Guy, stringendogli la mano, poi l'oste si congedò e Guy chiuse la porta, voltandosi a guardare la stanza.
Era talmente sfinito che avrebbe potuto dormire ovunque, ma la camera sembrava essere abbastanza pulita e le lenzuola del letto erano state appena cambiate.
Guy si tolse la giacca, la appoggiò su una sedia e si stese sul letto con un sospiro soddisfatto.
- Mi spiace Much, niente scoiattoli arrosto stavolta. - Disse tra sé, ridacchiando, poi chiuse gli occhi e si addormentò di colpo.

Marian guardò Allan che si allontanava tra la gente pensando di non essere stato notato. Lei invece si era accorta benissimo che il giovane di tanto in tanto veniva a controllare quello che stava facendo e a spiare come procedevano i suoi acquisti.
All'inizio aveva pensato che fosse stato Guy a incaricarlo di tenerla d'occhio per sicurezza, ma poi si era chiesta perché non fosse venuto di persona.
Ora che aveva finito i suoi acquisti ed era pronta a tornare a Locksley, Allan si era allontanato in fretta con aria furtiva.
Marian decise di seguirlo e scoprire cosa stesse nascondendo.
Lo vide infilarsi in fretta nella locanda e la ragazza si avvicinò alla finestra per sbirciare all'interno, guardando infastidita le ragazze che frequentavano quel genere di posti. Cercò Guy con lo sguardo, ma non lo vide, mentre invece scorse Allan in piedi in un angolo, vicino alle scale che portavano al piano superiore.
Poi qualcuno venne gùi dalle scale e Marian trattenne un grido nel vedere che si trattava di Guy.
Gisborne scese i gradini in fretta, allacciandosi allo stesso tempo i fermagli della giacca e aveva i capelli un po' arruffati. Li sistemò con le dita mentre si avvicinava ad Allan per rivolgergli un sorriso compiaciuto al quale Allan rispose con uno sguardo di complicità seguito da una risata.
Marian arretrò dalla finestra e si allontanò dalla locanda quasi di corsa, rossa in viso e con gli occhi pieni di lacrime.
Perché Guy era andato al piano di sopra della locanda, dove c'erano le camere da letto? E perché ne era sceso con la giacca slacciata, i capelli spettinati e quell'espressione soddisfatta stampata sul viso? Cercò di trovare ogni possibile spiegazione innocente, ma alla fine la sua gelosia le suggeriva sempre un'unica risposta.
Tornò al carro, dove intanto aveva fatto portare i suoi acquisti e si asciugò gli occhi. Presto Guy e Allan sarebbero tornati e lei non voleva che i due uomini si accorgessero del suo stato d'animo.
Se Guy le avesse chiesto spiegazioni, lei aveva paura che gli avrebbe fatto una scenata e non voleva.
Forse era normale che un uomo si concedesse qualche avventura ogni tanto e Marian aveva il terrore che la sua gelosia avrebbe finito per allontanarla da Guy.
Un tempo non si sarebbe lasciata influenzare da un timore simile, avrebbe seguito il suo istinto e avrebbe espresso ciò che pensava, ma dopo gli eventi degli ultimi mesi si sentiva diversa, più fragile e a volte si svegliava col cuore che le batteva forte per la paura improvvisa di poter perdere le persone a lei più care.
Fece un respiro profondo e si sforzò di sorridere.
Doveva parlare con Djaq al più presto, decise: aveva davvero bisogno del consiglio sincero di un'amica.
   
 
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