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Autore: celtic_aster    10/06/2015    0 recensioni
Sono buie! Certe notti sono buie.. La luna scompare, inghiottita dall'oscurità, e l'endoriano si assopisce dentro al corpo dell'uomo, ma questo non vale per Chorine. Un'oscurità ben peggiore alberga in lei, intorno alla sua famiglia. Quest'oscurità ha inghiottito sua madre e suo padre.
Nel regno di Ghatia pochi sono a conoscenza dei poteri che albergano in alcune persone, chiamate endoriani: il poter controllare "le essenze" del mondo.
Adesso la luna sta nascendo di nuovo; Chorine dovrà crescere insieme ad essa e sconfiggere quell'opprimente verità, che si nasconde dietro un mare di bugie.. o forse di leggende.
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                     CAPITOLO 13
                                                                    "Astrid  e la regina del sangue. "

“C’era un tempo in cui la dea luna era buona. In alcuni momenti parlava con il sole, e quest’ultimo si rilassava, spegnendo la sua luce fino alla fine del racconto. La luna parlava di come, la notte, il mare sembrava amarla, attratto da lei, di come alcuni animali la veneravano, urlando la loro gioia al chiaro della sua luce. Era felice, perché sapeva che il suo più grande amore, il sole, amava solo lei.
Ma il Dio si innamorò di una regina, che innumerevoli anni fa, regnava su tutto il mondo. Non disse nulla alla dea, e si unì con la mortale.
La luna era furibonda. Afflitta dall’ira, iniziò a rubare la vita, non dal sole, che ora si pentiva del suo tradimento, ma dall’umana.  La regina era prossima alla morte, ma il bambino che custodiva dentro di sé era sano. Non era del tutto umano: il padre, il dio sole, aveva trasmesso parte dei suoi poteri a lui.
La luna, in un ultimo disperato tentativo, trasformò parte del suo corpo in pietra lucente e poi in polvere, che fece ingoiare al bambino. In questo modo poté lanciare la maledizione: Ogni notte senza luna, il bambino avrebbe perso i suoi poteri, e sarebbe stato vulnerabile. I suoi stessi simili, gli umani, lo avrebbero braccato, se fossero venuti a conoscenza della sua natura; perché lui era innaturale, e allo stesso tempo divino.” Chorine trasse un profondo respiro. Aveva spiegato a Lukas la loro origine tutta d’un fiato.
Sia lei che Elicia avevano le mani bloccate da legacci.
Il principe ci pensò qualche istante, aggrottò le sopracciglia e scoppiò in una risata leggermente isterica. “Non c’è bisogno che mi racconti leggende sugli dei.”
“Non sono leggende.”
“Quindi stai dicendo che siete figli di un dio?!” Disse incrociando le braccia al petto.
Lei ci pensò un attimo. “Direi di si.”
“Non inventarti cose del genere solo per confondermi, e non insultare gli dei!”
 “La luna è pericolosa, la luna è bugiarda, non devi fidarti di lei.” Recitò un detto che aveva sentito. “Secondo voi  perché si dice così? Tutta la nostra storia si basa su queste leggende.”
“Anche ammettendo che sia così” Le rispose scettico, alzando le mani. “La leggenda dice che voi siete innaturali, quindi dei mostri.” Aveva portato una mano all’elsa della spada, come per spiegarsi meglio.
“Siamo anche divini.”
“E quindi voi di Gathia, visto che siete divini, vi credete superiori.” Non era una domanda. “Tanto da cercare di prendere il mio regno.”
“Vi ricordo che anche vostra madre è un’endoriana, quindi non si credono migliori di altri.” Disse Elicia, ostile.
“Non… osare.. dire una cosa del genere. Non mi confondi.” Era scattato in avanti, con la mano alzata, ma si era fermato forse perché stava per colpire due donne, forse perché Leah si era avvicinata al ragazzo.
“Mio signore, non sta mentendo.” Sostenne lo sguardo del suo sovrano. “ Posso assicurarle sulla mia vita che non sono mostri, e che sua madre possiede un grande dono.”
Chorine si ripromise di scoprire il perché la ragazza soldato sapesse così tanto di loro, anche se era un normale umano. La sentiva completamente calma, e non era naturale in una situazione del genere.
Lukas rimase di sasso, indeciso, e confuso. Poi parve trovare un altro strano scoglio a cui aggrapparsi. “Se veramente fosse così, io sarei dotato di poteri speciali, e non sembra che sia così.” Disse guardandosi il palmo della mano.
“Solo un figlio ottiene il controllo di un’essenza. Evidentemente  non siete abbastanza mostruoso per avere qualche potere.” Gli fece il verso Chorine.
“Sono fortunato. Se avere dei poteri significa essere come voi, non vi invidio per niente.”
“Che stai insinuando.” Avanzò e prese il bavero della camicia del ragazzo.
“Lady Chorine c’è un limite.” Leah le aveva preso il polso, ma aveva un tono pacato, mentre le vietava di toccare il suo principe.
“Non è adatto ad una signora.” Le fece l’eco Elicia, tra lo scherzoso e l’irritato. “Principe Lukas, ora che ha appurato che non sono dei mostri può toglierceli.” Disse alzando i polsi, per far vedere i legacci. “È un insulto essere trattata così.”
“Lo farò, quando arriveremo ad Aleister. Devo assicurarmi che non mentiate.” Fece un gesto ad un soldato, che si accostò alla principessa, poi fece allontanare Leah. Estrasse un pugnale dalla cintura e la avvicinò alle mani della ragazza. Ovviamente non voleva ucciderla, ma la vista della lama la fece rabbrividire.
Allentò la stretta del legaccio e rimase fermo tenendole le mani. Una sottile linea rossa le marcava i polsi, ma non era doloroso.
“Mi dispiace.” Era quello che il principe avrebbe voluto dire. Chorine percepiva il suo rammarico.
“Prendiamo i cavalli e muoviamoci. Arriveremo al castello verso sera.” Ma Lukas ricacciò dentro di sé quei sentimenti.
                                                                                 ****                                                       
-Cosa avrei dovuto fare? Ucciderle? Forse sarebbe stato più sicuro, ma  non ne sono certo. Per quale motivo le ho risparmiate?- La mente del principe era sommersa di domande. Si girò verso le due donne, che cavalcavano dietro di lui, e guardò Chorine. –Le ho salvate per il bene del regno, nient’altro.
Improvvisamente, come gli avesse letto nella mente, la ragazza alzò lo sguardo ed incontrò il suo. Sembrava pensierosa e turbata.
“Prima non ti ho chiesto che poteri hai?” Disse, cercando di essere il più tranquillo possibile. Anche se nella sua testa si sentiva agitato sia per quell’incontro di sguardi, sia per l’idea che la ragazza leggesse nella mente.
“Chiedermi quale sia la mia essenza, equivale ad invitarvi nel vostro letto.” Gli rispose, mentre le gote si arrossavano.
Lui si augurò di non esser diventato rosso a sua volta. Trasse un profondo respiro e si impose di rimanere calmo. “Voi sostenete di sapere il dono di mia madre, quindi siamo pari.”
“Non leggo nel pensiero, se è questo che pensate.” Chorine distolse lo sguardo. “Io.. percepisco l’energia nei corpi. So se qualcuno vuole colpirmi, abbracciarmi, se mi odia.. Se qualcuno muore.”
La ragazza sembrava molto, esageratamente, turbata da quella domanda, e Lukas si pentì di essere stato così sfrontato. Non era un comportamento adatto ad un principe.
In ogni caso non era sicuro di potersi fidare di Chorine. Gli aveva detto di non poter leggere nella mente, ma forse aveva mentito.
Decise di fare un prova. –So che mi senti, è inutile che fingi.- Pensò. Ma la ragazza non alzò più lo sguardo.
Improvvisamente si sentì una specie di pazzo, ma si consolò pensando che nessuno si era accorto dei suoi strani pensieri.
“E lei che poteri ha?” Chiese alla principessa.
Elicia girò lentamente la testa verso di lui, e lo guardò gelidamente, prima di rispondere con un sorriso. “Nessuno.”
Non accennava ad abbassare lo sguardo, e senza un motivo il principe rabbrividì. Quella donna gli era chiaramente ostile. -Probabilmente mi odia perché non l’ho fatta entrare in carrozza.-
Un movimento attirò la sua attenzione. Si accorse che Chorine lo stava rimproverando silenziosamente, scuotendo la testa. Ma non capì il perché fino a quando non gli venne in mente che solo un figlio ereditava i poteri.
-Il principe Ashon!- Aveva aperto la bocca per dirlo, ma Chorine urlò improvvisamente. “Il castello!”
Lukas si girò e si accorse di essere finalmente ritornato a casa. Tutti le domande che voleva fare su Elicia e Chorine potevano aspettare. Presto avrebbe scoperto la verità.
                                                                           ****                          
Per fortuna erano arrivati ad Astrid. Chorine trasse un sospiro di sollievo.
Per tutto il viaggio aveva cercato di collegare ciò che sapeva, con ciò che era appena accaduto.  Si era detta che avrebbe scoperto tutto una volta entrata nell’accademia, e per farlo le serviva il permesso della famiglia reale.  
Stava pensando a cosa dire alla regina, quando aveva percepito il principe guardarla. Lei stupidamente aveva alzato la testa e lui si era convinto che leggesse nella mente. Le aveva addirittura chiesto la sua essenza. Era una delle cose più imbarazzanti che le avessero mai detto.  Poi si era messo a pensare intensamente a qualcosa e si era imbarazzato.
Aveva trattenuto a stento una risata, pensando a quanto stupido potesse essere stato il suo pensiero.
-Darei  oro per scoprire cosa lo ha fatto imbarazzare a tal punto.-  Pensò.
La confusione mentale del principe era un bene. Se fosse stato più lucido, si sarebbe sicuramente chiesto il perché era stata in grado di pietrificare i fasci d’erba. A quel punto neanche lei sarebbe riuscita a rispondergli.
Quando il principe aveva rivolto la stessa domanda alla principessa, per un attimo, era stata scossa da un brivido. Quello che provava Elicia era quasi un istinto omicida. Tutta quella storia doveva averla infastidita. Probabilmente con un po’ di riposo sarebbe tornata ad essere la sua solita amica.
Per fortuna quella conversazione non era andata oltre, perché l’amica cominciava a spaventarla, e il principe ad irritarla.
Le porte della sala del trono si spalancarono, rivelando una stanza piena di colori e di ricchezza. Tutte le grandi colonne laterali erano ornate con rose rampicanti, che le risalivano, formando spirali.  I marmi erano ambrati, con venature dorate e argentate.
In fondo alla sala si trovava il trono, e le sedute per i consiglieri della regina si espandevano a semicerchio intorno ad esso. Su quella sfarzoso scranno sedeva una donna, non bellissima, ma di un particolarità affascinante.
Appena vide il figlio, ignorando ogni codice, gli corse incontro. “Tesoro, ci hai messo veramente poco. Cosa è successo?”
Lui la abbracciò, contenendosi. “Madre, ho scoperto alcune cose, e potrebbero riguardarvi.”
“Qualunque cosa sia non giustifica la condizione dei nostri ospiti, e la tua.” Esclamò guardando i vestiti delle due ragazze, e soffermandosi sui polsi legati.
Mentre esaminava il loro vestiario, Chorine ebbe modo di vedere bene la regina. Era una donna snella, con lunghi capelli castani, ornati da fiori d’argento. Gli occhi erano verdi scuro, contornati da piccole rughe, che rivelavano i suoi 35 anni. La pelle era bianchissima, a causa di una malattia del sangue.
-Ironico… Una malattia del sangue, che ha colpito chi controlla il sangue.-
“Madre, vi dice qualcosa la parola essenza.” Disse Lukas desideroso di conoscere la verità..
La donna si irrigidì, ma mantenne il sorriso spensierato sul volto. “Forse dovremmo parlare del vostro viaggio in privato. Voglio farti assaggiare un nuovo thè.”
Senza aspettare una risposta li invitò a seguirla. Chorine sentì la curiosità attraversare le menti dei consiglieri, che stavano silenziosamente seduti intorno al trono, e senza pensarci due volte si avviò fuori dalla stanza. Era importante mantenere il segreto. Se le persone comuni fossero venute a conoscenza degli endoriani, la leggenda si sarebbe avverata.  Sarebbero diventati delle prede.
Appena chiusa la stanza dell’ufficio la regina si voltò verso i tre ragazzi, ansiosi e curiosi..
“Di cosa stai parlando?” Chiese, quasi minacciandolo, ma sempre con grande sorriso.
“Queste ragazze sostengono di essere divine, o dei mostri.. Non lo so.”
“Vi prego di non mettermi in mezzo.” Gli disse gelida Elicia, dimostrando una grande solidarietà nei confronti di quella che sarebbe dovuta essere la sua amica.
“Hanno degli strani poteri, e sostengono che tu possa controllare il sangue.”
“Lukas, sei sicuro di stare bene?” Chiese la madre poggiandogli una mano sulla fronte. “Avrai preso un’insolazione, vai a riposarti. Sei solo confuso.”
“No. Ti prego di rispondermi.”
Improvvisamente l’aria si fece pesante, e Chorine sentì il corpo della regina fremere di rabbia, nonostante il sorriso sulle sua labbra non fosse svanito.  Il cuore si bloccò, spaventato, capendo per la prima volta chi fosse quella donna: una regina, una madre infuriata… Un’endoriana. Non era una combinazione incoraggiante, specialmente se la sua rabbia era diretta verso le due ragazze.
“Si..” Disse improvvisamente. “Se ti rispondessi così staresti meglio?” Schioccò le dita e una pietra rossa, che decorava il suo abito si ruppe. Il colore di quella gemma era dato dal liquido che la componeva: sangue. Guardò il figlio cercando la sua comprensione, l’accettazione di quello che stava succedendo.
Lukas era terrorizzato, irritato e deluso. Senza dire niente, corse fuori dalla stanza, sbattendo la porta con rabbia.
“Poteva negarlo e farci passare per delle bugiarde. Non sarebbe stato più comodo?” La principessa sbuffò, incrociando le braccia.
“Non avrebbe avuto senso. Prima o poi lo avrebbe scoperto. Non avevo ancora intenzione di renderlo partecipe di questo mondo, non così presto. Ora sarà in pericolo. Presumo grazie a voi.” Per la prima volta le guardò, senza fingere di ridere. “Leah!” Chiamò.
La ragazza soldato comparve da dietro la libreria.  “Non è stata colpa loro, mia regina. Non mi aspettavo niente del genere. Un endoriano ci ha attaccati, Grim è morto, ma non per colpa delle due signore di Gathia. La prego di perdonarmi per la mia incompetenza.”
“Capisco. Accompagna la principessa nella stanza degli ospiti, poi controlla mio figlio. Ora è esposto.” Si girò verso Chorine. “Lady Chorine, mi aspettavo la venuta della principessa Elicia, ma non la sua. Ascolterò la sua richiesta dopo aver ascoltato il resoconto del viaggio.” Indicò le tazze di thè sulla scrivania, e contemporaneamente fece solidificare il sangue che ancora fluttuava in aria, che tornò ad assomigliare ad una pietra.
Quelle gemme ornavano tutto il vestito. Era un’enorme quantità di sangue. Chorine deglutì a fatica, pensando al proprietario di quel sangue.
“Signora.” Cominciò a dire, stando attenta a non dire MIA. Il suo signore era solo il re di Gathia e nessun altro. “Non volevo recarvi disturbo. Ero partita con l’intenzione di chiedervi l’accesso all’accademia per terminare degli studi, ma ci sono stati degli imprevisti. Ho dovuto usare la mia essenza per salvare la vita di vostro figlio e vi chiedo perdono.”
Smise di parlare aspettando una risposta della regina.
Lei sospirò e parlò a se stessa. “Sarebbe comunque venuto il tempo di rivelargli tutto. Non serberò rancore per l’accaduto, ma non era ancora tempo…” Si girò a guardare la ragazza. “Non dovete temermi, ma esigo di sapere chi è la causa di questo.”
La calma delle sue parole nascondeva un mare di rabbia, e Chorine fu investita da quelle emozioni. Non voleva sentirle, le emozioni negative degli altri entravano dentro di lei, a far parte di lei, ed era una sensazione orribile. Provò a chiudere la mente, ma non ci riuscì del tutto. “Un uomo ci ha attaccati, un endoriano. Penso che la sua essenza si limitasse al controllo delle piante. È scappato, dopo che..” Si bloccò. Cosa poteva dirle? Che una luce le aveva invaso il petto e che aveva pietrificato la sua essenza? “..La sua combattente gli ha tenuto testa.”
“Vostra maestà, come mai Leah sa combattere così bene? Perché lei ci conosce? Sembrava abituata.” Riuscì a cambiare goffamente argomento, e ne fu enormemente felice.
“Vi è sembrata abituata? Bene.” Dichiarò, con un velo di soddisfazione.
“Non vi capisco.”
“Lady Chorine, lei è vicina al principe Ashon?” Le si avvicinò.
Chorine arrossì, ricordandosi il bacio, e una fitta allo stomaco la ferì, ricordandosi ciò che era successo: le sue parole, e il suo addio al principe. Ma perché quella domanda? “Si” Rispose tenendo la testa bessa e tormentandosi l’orlo del vestito rovinato.
“Pensate che sia un re potente, che debba temere qualcuno.”
“No…?” Non capiva dove volesse arrivare.
“Mi dica perché..”  Le loro facce erano vicinissime.
La ragazza esitò, prima di rispondere con una ritrovata sicurezza. “Lui è un principe, è intelligente e sa come difendersi. Lui è..” Non era certa che la regina sapesse del suo potere.
“Un endoriano. Lo so.” La sovrana terminò la frase, si allontanò e si andò a sedere su una comoda poltrona vicino al servizio da The. “Mio figlio può essere forte e intelligente, ma non avrà mai questo potere. Ho deciso che se gli altri regni possono godere della presenza di sovrani divini, mio figlio non dovrà essere indifeso contro di essi. Leah ne è la prova.”
“Una brava combattente contro un potente endoriano, e tutta la sua corte?” Domandò scettica, quasi incredula, la ragazza.
“Se non è il potere è il numero che fa vincere le battaglie mia piccola nobile.” La donna sorrise.
Un intero esercito di combattenti simili a Leah? Chorine non poteva crederci. Poteva essere una risorsa molto potente, ma solitamente un arma segreta deve rimanere tale. “ Perché mi sta dicendo questo?”
“Suppongo per sdebitarmi. Voi avete salvato mio figlio e siete stata trattata come un prigioniero.”
“Vi ringrazio.” Rispose titubante.
 Per Chorine era strano pensare a un esercito di persone normali a conoscenza dei loro poteri. A Gathia tenevano molto in considerazione le leggende. Re Ryan non avrebbe mai permesso a dei normali cittadini di venire a conoscenza degli endoriani. teneva in grande considerazione la profezia e le tradizioni: aveva eliminato tutti quelli che erano venuti a conoscenza di quel segreto.
“È necessario per la salvezza del regno.” Era solito ripetere.
In che modo due regni tanto diversi pensavano di potersi unire? Un matrimonio politico non avrebbe colmato tutte quelle diversità.
-Sicuramente anche Ashon lo avrà pensato.- Poi Chorine si accorse della stupidità di quel pensiero. Non avrebbe mai scoperto cosa aveva pensato il principe, perché aveva giurato di non rivederlo e di non parlargli più. Eppure, sotto tutta quella rabbia, quella delusione, non poteva non ammetterlo: le mancava.
Si morse il labbro. “Posso chiederle un altro favore? Riguarda l’accademia.”
Con il tempo quei sentimenti sarebbero scomparsi ne era sicura. Doveva resistere fino a quel momento.


So che pensavate che fossi stata rapita, ma..Signori e signore sono tornata! Mi scuso per l'incredibile ritardo, e per farmi perdonare cercherò di pubblicare un altro capitolo da qui a breve. Spero che questo capitolo vi piaccia :3
Lasciate un commentino qui sotto e fatemi sapere che ne pensate.
Buon inizio  estateee!

 
   
 
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