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Autore: eugeal    15/06/2015    1 recensioni
Questa storia è uno spin-off di "A World that Will Not Turn to Ash" e si colloca dopo il finale, quindi leggetela solo dopo l'altra per non rischiare spoiler.
Guy è diventato il Guardiano Notturno al posto di Marian. Queste sono le sue avventure.
Genere: Avventura, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Guy di Gisborne, Marian, Robin Hood, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'From Ashes'
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Guy aiutò Allan a caricare l'ultimo cesto pieno di cibo, poi gli affidò le redini del carro mentre lui salì in sella.
Allan si diresse verso la foresta di Sherwood e Guy lo scortò a cavallo finché non lo vide prendere il sentiero che si inoltrava nel folto degli alberi: da lì in poi sarebbero stati gli uomini di Robin Hood a badare che le provviste arrivassero a destinazione senza problemi.
Guy voltò il cavallo e tornò al galoppo verso Locksley: la luce rosata dell'alba iniziava a schiarirsi in un mattino di sole.
Lungo la strada notò un cespuglio fiorito di rose gialle e si fermò a raccoglierne alcune per Marian, forse la ragazza avrebbe potuto usarle per adornarsi i capelli o il vestito, in ogni caso sperava che le facessero piacere.
Sogghignò nel pensare a cosa avrebbe potuto dire Vaisey se lo avesse visto fermarsi a raccogliere fiori per una donna. Ogni volta che pensava al modo in cui lo sceriffo era solito trattarlo, Guy apprezzava sempre di più la libertà che era riuscito a guadagnare e non rimpiangeva tutto il dolore che aveva dovuto sopportare per conquistarla, ai suoi occhi ne era valsa la pena.
Marian era già sveglia quando Guy tornò a casa e accettò le rose con un sorriso, ma a Gisborne sembrò di cogliere un lampo di dolore nel suo sguardo mentre le prendeva per disporle in un vaso.
- Le hai colte sulla strada per Locksley, vero? Da quel cespuglio vicino alla chiesa?
Guy annuì.
- Ti piacciono? - Chiese, un po' esitante e Marian lo baciò sulla guancia.
- Sono bellissime, Guy, grazie. Ora vai, ho già fatto preparare il bagno per te da Thornton, dobbiamo sbrigarci oppure faremo tardi.
La ragazza lo guardò salire le scale, fissandolo finché non fu scomparso dalla sua vista, poi tornò a guardare le rose e si asciugò una lacrima.
Guy non poteva saperlo, ma aveva colto quei fiori dallo stesso cespuglio da cui lei tagliava le rose che deponeva sulla sua tomba vuota ogni sera, quando lo aveva creduto morto.
Marian si costrinse a scacciare quel ricordo doloroso: ora Guy era lì con lei, vivo e in salute e il resto non contava.
Annusò una delle rose e ne baciò i petali, poi prese tutto il vaso e salì anche lei le scale per tornare in camera e finire di vestirsi. Una volta pronta, avrebbe chiesto alla cameriera di trovare un modo per intrecciare quelle rose ai suoi capelli, anche se erano ancora troppo corti per consentirle un'acconciatura elaborata.

- Sir Guy? - Uno dei servitori entrò nella stanza portando alcuni teli piegati e rimase in attesa accanto alla vasca da bagno.
Guy aprì gli occhi di scatto, alzando la testa per guardarlo. L'acqua calda lo aveva rilassato e doveva essersi addormentato per qualche minuto.
- È tardi?
- Non ancora, signore, ma Lady Marian mi ha detto di controllare che foste sveglio.
Guy sorrise tra sé, divertito.
- Dille che la raggiungerò fra poco.
Il servitore si avvicinò, spiegando un telo.
- Volete che vi asciughi, signore?
Guy scosse la testa e allungò una mano per prendere il telo.
- Posso fare da solo, puoi andare, grazie.
- Come desidera, Sir Guy.
Gisborne uscì dalla vasca e si avvolse nel telo, poi si passò una mano tra i capelli per strizzare via un po' d'acqua e iniziò a vestirsi.
Scelse la stessa giacca lunga di pelle nera che aveva indossato il giorno in cui aveva sperato di sposare Marian e non poté fare a meno di chiedersi come sarebbe stata la sua vita se quel giorno la ragazza non fosse fuggita lasciandolo all'altare. Se quel giorno lo avesse sposato per proteggere Sir Edward, Marian avrebbe imparato lo stesso ad amarlo oppure si sarebbe trovata a odiare un marito che si era imposto a lei quasi con la forza?
Guy non poteva saperlo e poteva solo sperare che il giorno in cui Marian avrebbe accettato di sposarlo con gioia arrivasse presto.
Gli venne in mente che se si fossero sposati un anno prima, forse avrebbero potuto già avere un figlio e quel pensiero riuscì a emozionarlo e terrorizzarlo allo stesso tempo per quanto gli sembrava incredibile e irreale.
Fino a pochi mesi prima, Guy aveva pensato di non avere un futuro, che la sua vita sarebbe finita prematuramente e che non si sarebbe mai liberato dalle catene di Vaisey e ancora faticava a credere di essere libero e che infinite possibilità si aprivano davanti a lui.
Finì di vestirsi e si affrettò a scendere le scale per raggiungere Marian, prima che la ragazza iniziasse ad accusarlo di essere in ritardo.
Marian lo stava aspettando fuori, accanto ai cavalli e indossava un vestito nuovo che lui non aveva mai visto, di stoffa color crema, decorata con ricami neri e dorati. Sorrise nel notare che la ragazza portava le sue rose tra i capelli e si chiese se la scelta del colore delle decorazioni fosse stata casuale o se Marian avesse scelto di proposito i colori di famiglia di Gisborne per lanciargli un messaggio.
Dovrai solo aspettare per un po' e poi ti offrirò i miei colori perché tu possa portarli di diritto.
Lasciami rimediare ai miei errori e tutto quello che ho sarà tuo per sempre, se solo lo vorrai.


Marian trattenne il respiro per un attimo quando Gisborne uscì dalla porta di Locksley. Per un momento ebbe l'impressione di essere tornata indietro nel tempo, al giorno del matrimonio, quando Guy le era andato incontro dopo che era scesa dalla carrozza. Aveva indossato lo stesso vestito di quel giorno e, a una prima occhiata, Guy sembrava identico a un anno prima come se per lui il tempo si fosse fermato ad allora, ma poi, osservandolo meglio, Marian iniziò a riconoscere molti sottili cambiamenti.
I più evidenti erano le due cicatrici che aveva sul viso: quella sullo zigomo, così simile alla sua, che era stata lei stessa a fargli colpendolo con l'anello e quella dritta e sottile sulla guancia lasciata dalla freccia di Robin Hood. Ma il cambiamento più importante secondo lei era nascosto negli occhi di Guy, che ora spesso avevano una luce di speranza che prima non c'era mai stata.
- Andiamo? - Gli chiese e Guy le sorrise, montando a cavallo.
Ecco un altro cambiamento: ora sorride molto più spesso.
Montò in sella anche lei e cavalcarono fianco a fianco, diretti verso la foresta di Sherwood.
Marian immaginò come dovevano apparire agli occhi della gente che incrociavano lungo la strada: insieme, senza una scorta e vestiti elegantemente, forse troppo per una cerimonia che si sarebbe tenuta nella foresta, che cavalcavano lungo una strada che si inoltrava nel folto del bosco.
I pettegoli avrebbero avuto nuovo materiale per le loro chiacchiere per poter sparlare per almeno un altro mese, ma a lei non importava più delle maldicenze, che pensassero quello che volevano.
- Guy? Dove siete andati tu e Allan all'alba?
Gisborne sorrise e le raccontò dell'oste e di come si fosse procurato il cibo per il banchetto. Almeno quell'episodio poteva raccontarlo senza doverle nascondere nulla, a parte il fatto di aver usato la stanza della locanda per recuperare il sonno perso come Guardiano Notturno.
- Davvero l'oste era il marito della donna che hai salvato?!
- Già e questo ci permetterà di evitare gli scoiattoli di Much. - Concluse Guy, soddisfatto, strappandole una risata.
Marian lo guardò, sorridendo: quella cavalcata nella foresta era tanto piacevole che non avrebbe voluto che finisse. Pensare alla loro destinazione però, oscurò un po' la sua gioia.
- Guy, non sei preoccupato di tornare al campo dei fuorilegge?
- Questo è un altro motivo per essere contento di aver liberato la moglie dell'oste: avendo portato il cibo per il banchetto, spero che io e Allan saremo un po' più benvoluti tra loro.
Marian pensò ai piatti cucinati da Much e concordò con lui: di certo quello era un buon punto a favore di Guy.
Dall'alto del ramo di un albero, Robin osservò Guy e Marian che si avvicinavano a cavallo verso l'entrata del campo e sorrise tra sé, tendendo l'arco e puntandolo verso di loro, poi lasciò partire la freccia, facendola passare a pochi centimetri dalla testa di Gisborne.
Guy alzò la testa a guardare nella sua direzione e Robin scoppiò a ridere nel vedere la sua espressione irritata.
- Robin! - Lo rimproverò Marian. - Cosa pensavi di fare?
- Vi davo il benvenuto nella mia foresta, no? - Disse il fuorilegge, scendendo agilmente dall'albero per avvicinarsi a loro.
Guy gli lanciò un'occhiataccia, ma rimase in silenzio, sapeva benissimo che Robin si stava divertendo alle sue spalle perché lui non poteva rispondergli a tono senza rischiare di tradirsi.
Ma il Guardiano Notturno si vendicherà, lo sai vero, fratello mio?
Lo sguardo divertito del fuorilegge incontrò per un attimo quello di Gisborne e Guy capì che Robin lo sapeva benissimo e che non aspettava altro.
Guy sorrise tra sé, badando a mantenere un'espressione impassibile.
Smontò da cavallo e legò l'animale a un cespuglio, poi attese che Marian facesse lo stesso ed entrambi seguirono Robin fino all'ingresso segreto del campo.
Gli altri fuorilegge erano radunati intorno al fuoco insieme a Will, mentre Djaq non si vedeva.
- Ehi Giz. Marian. - Disse Allan, andando loro incontro con un sorriso.
Gli altri salutarono Marian e si limitarono a riconoscere la presenza di Guy con qualche occhiata diffidente.
Guy sospirò tra sé, pensando che probabilmente non dovevano impegnarsi più di tanto per trattarlo come se in quegli ultimi mesi non avesse lavorato insieme a loro.
Del resto avrebbe dovuto immaginarlo: Will e Little John non lo avevano mai accettato sul serio, mentre Much era sicuramente geloso della sua amicizia con Robin perciò nessuno dei tre si faceva problemi a trattarlo freddamente.
- Much! - Disse Robin. - Tu, Allan e Little John accompagnate Will nel luogo della cerimonia. Voi due invece - si rivolse a Guy e Marian - venite con me dalla sposa.
Gli altri lo guardarono un po' perplessi. Tranne Much, che conosceva già i piani di Robin, i fuorilegge avevano pensato che la cerimonia si sarebbe svolta al campo. Marian invece guardò Guy, chiedendosi perché Robin avesse chiesto proprio a loro due di andare da Djaq.
Perché avesse scelto lei era chiaro, era l'unica altra ragazza oltre alla sposa, ma Guy?
Forse Robin non si fidava a lasciarlo insieme agli altri e voleva tenerlo d'occhio.
In ogni caso, Gisborne non aveva protestato. Da quando era arrivato al campo si era limitato a restare quietamente in disparte, facendo del suo meglio per passare inosservato.
Marian gli prese una mano e gliela strinse appena per fargli capire che approvava il suo comportamento e Guy le sorrise.
La ragazza provò l'impulso di avvicinarsi a lui e baciarlo, ma non lo fece: Robin e gli altri la stavano osservando e di certo avrebbero disapprovato.

Djaq si voltò nel sentire dei passi che si avvicinavano e sorrise nel veder arrivare Robin, seguito da Marian e da Guy di Gisborne.
- È ora? - Chiese, gioiosa e impaziente, prima ancora di salutarli e Robin scoppiò a ridere.
- Quasi. Tu sei pronta?
- Sono pronta da tanto. - Rispose Djaq, poi si avvicinò a Marian per salutarla con un abbraccio.
Guy la guardò: per una volta Djaq era vestita con un abito femminile e aveva un fiore appuntato tra i capelli corti, ma a renderla diversa dal solito era più che altro la gioia radiosa che le si leggeva sul volto.
- Stai molto bene. - Disse Guy, impulsivamente e Marian gli lanciò un'occhiata incuriosita, chiedendosi ancora una volta che tipo di legame ci fosse tra lui e la ragazza saracena.
Djaq gli sorrise.
- Ciao, Guy. Sono felice di vedere che ti sei ripreso, mi sembra che tu stia molto meglio, ora. - Disse, a beneficio di Marian. Ufficialmente lo aveva visto per l'ultima volta quando lo aveva curato dopo il confronto finale con Barret e in quell'occasione Gisborne era piuttosto malconcio.
- Sì e devo ancora ringraziarti per tutto quello che hai fatto per me.
Djaq lo guardò.
- Sono contenta di sentirtelo dire perché ho un favore da chiederti.
Sia Guy che Robin e Marian, la guardarono, stupiti.
- Chiedi pure. - Disse Guy, cercando di capire cosa potesse volere Djaq. Di certo non poteva avere nulla a che fare con quello che lui, Robin e Much avevano organizzato per la cerimonia durante le notti precedenti perché tutti e tre avevano lavorato in gran segreto per sorprenderla.
- L'unico parente che mi è rimasto vive molto lontano da qui e non c'è nessuno che possa darmi in sposa a Will. Vorrei che fossi tu a farlo.
Profondamente stupita, Marian osservò l'espressione di Guy e capì che anche lui era altrettanto sorpreso da quella richiesta.
- Io?
Djaq ridacchiò.
- Sì, tu.
- Perché?
La ragazza fece un piccolo sospiro.
- Né io né te abbiamo più una famiglia, sappiamo entrambi cosa significhi essere soli. Io avevo un fratello, un tempo, e ho sempre creduto che sarebbe stato lui oppure nostro padre a darmi in sposa, ma non è più possibile, perciò ti chiedo di diventare mio fratello per qualche minuto e accompagnarmi da Will. Lo hai già fatto per tua sorella, no?
Guy scosse la testa.
- No. Non ho partecipato al suo matrimonio... Non ha voluto che fossi presente. - Disse Guy, in tono desolato e Djaq gli sorrise con dolcezza.
- Beh, io invece lo voglio. Lo farai per me?
- I tuoi amici non lo capiranno. - Disse Guy, esitando.
- Piantala, Gisborne. - Intervenne Robin, sbrigativo. - A dire il vero non lo capisco nemmeno io, ma Djaq è la sposa, oggi può chiedere tutto quello che vuole. Se vuole che sia tu ad accompagnarla all'altare, fallo e basta.
- Allora? - Chiese di nuovo Djaq, fissandolo con aria supplichevole e alla fine Guy annuì.
- Se ci tieni così tanto, va bene. Ma credo che avresti potuto scegliere un fratello migliore di me tra i tuoi amici.
- Tu andrai bene. - Disse Djaq, contenta e Guy rimase in silenzio, pensando che Isabella non sarebbe stata d'accordo con lei.
Al suo fianco, Marian lo fissava, confusa. Quando Djaq si allontanò da loro per chiedere qualcosa a Robin, Marian gli strinse leggermente la mano per attirare la sua attenzione e Guy si voltò a guardarla.
- Non sapevo che avessi una sorella. - Sussurrò e a Guy sembrò di riconoscere una lieve nota accusatoria nel suo tono.
- Non te ne ho mai parlato.
- Perché no?
Guy sospirò.
- Temo di non essere stato un buon fratello per lei.
- Cosa è successo?
Gisborne scosse la testa.
- Te lo racconterò, ma non oggi, per favore. Lasciamo che questo sia un giorno di gioia.
Marian gli lanciò uno sguardo curioso, ma non insistette.
Guy guardò Djaq che rideva allegramente a una battuta di Robin e confrontò nella sua mente il suo sguardo gioioso a quello disperato che aveva visto negli occhi di Isabella quando la aveva vista per l'ultima volta e allo sguardo triste e determinato che aveva avuto Marian quando era entrata in chiesa per sposarlo sotto costrizione.
È questo lo sguardo che dovrebbe avere una sposa.
Guy rimpianse di non averlo capito prima.
   
 
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