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Autore: alexiases    17/06/2015    2 recensioni
Lei : una ragazza timida e con un sogno : cantare con la band che più ama ....
Lui : il frontman di una band di successo ,è amato e acclamato eppure custodisce un grande peso nel cuore...
Un gioco del destino riuscirà a farli incontrare .. Cosa succederà ? E se non dovesse andare come previsto ? Una storia ricca di sorprese, colpi di scena, litigi , divertimento e tanto ... Tanto Amore... Riusciranno Sara ed Alessio a coronare i loro sogni ? Leggete per scoprirlo...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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CAPITOLO 19: Amore altrove

 
POV SARA
E’ passata esattamente una settimana dall’arrivo del nuovo alunno. La nostra classe è ancora in subbuglio, o meglio il genere femminile è particolarmente attivo. Voglio dire, capisco che sia un bel ragazzo, inoltre è anche intelligente, divertente e disponibile però, a tutto c’è un limite.
“Sara, hai visto Luca? Volevo consegnargli  questi appunti, gli ho fatto una piantina della scuola in caso si dovesse perdere. E’ qui da così poco tempo!”. Alzo un sopracciglio, scuotendo la testa.
Quando dico le cose, purtroppo, non esagero mai. Il senso di disegnare una piantina della scuola, dopo una settimana dal suo arrivo, che senso potrà mai avere?
La ragazza che mi ha appena posto la domanda, fa una faccia abbastanza dispiaciuta, poi si allontana.
Sbuffo per l’ennesima volta, non ce la faccio più.
Oltre a risolvere i miei problemi devo anche fungere da centro informazioni. Già, sembro una centralinista.
Purtroppo, essendo la compagna di classe del nuovo playboy della scuola, tutte le ragazze mi chiedono dove sia, cosa faccia, quante volte raggiunge il cortile della scuola, quali sono le sue materie preferite e blah blah  blah.
Un giorno di questi, probabilmente, risponderò, ad una di loro, in maniera non proprio gentile.
Continuo a sfogliare il libro di matematica in cerca di un’illuminazione dal cielo. Oggi la mia adorata prof di matematica mi dovrebbe interrogare, il problema è che non so niente.
E non è assolutamente un disagio provocato da uno  scarso impegno, ieri sono stata tutto il pomeriggio sui libri.
Devo avere proprio qualche problema  con le materie scientifiche.
“Sara, tutto bene?Hai bisogno di aiuto?”. Un paio di occhi azzurri fanno capolino nel mio spettro visivo.
“No, purtroppo anche se mi mettessi di impegno, il quattro in matematica non me lo leverebbe nessuno”. Sbuffo, seccata.
“Sono sicuro che, con un adeguato supporto, potresti farcela. Vuoi che ti dia ripetizioni?”. Eccolo il sorriso da premio oscar che fa capitolare ogni ragazza. Personalmente lo considero troppo appariscente, troppo perfetto. Non ha niente a che fare con quello di…
Mi tiro uno schiaffo, mentre Luca mi fissa scioccato.
Non posso nominarlo, non devo. Lui non fa più parte della mia vita.
“Hey Sara, hai cambiato completamente espressione. Ti senti bene?”. Il mio nuovo vicino di banco ha uno sguardo preoccupato. Ovvio, quando penso a lui, il mio viso assume  una strana piega malinconica.
“No, tranquillo sto bene. E per le ripetizioni, non preoccuparti. Vedrò di sbrigarmela da sola”. Gli faccio un grosso, quanto finto, sorriso, sperando che non riesca a scrutarmi dentro, come una certa persona.
Lui non sembra accorgersi del mio disordine interiore, infatti ricambia il mio sguardo, per poi esclamare:”Come vuoi, se hai bisogno di aiuto, io ci sono”.
Proprio in quel momento la campanella suona e, puntuale come un orologio svizzero, si presenta al nostro cospetto la vip… Accidenti, finirò davvero per chiamarla così, un giorno di questi.
Dicevo, la mia condanna a morte è firmata, è appena entrata la De Marco e non sembra nemmeno di buon umore.
Faccio un sospiro, che non sembra sfuggire alla mia amata prof, che mi guarda tra il famelico, il disgustato e il divertito.
Bene, ottimo inizio.
“Signorina Sara, oggi è il suo turno di venire alla lavagna. Prego,si alzi ”. Oddio, mi  ha chiamata per nome. Non è per niente un bel segno.
A passo di marcia funebre mi reco verso il mio patibolo. Prendo, con la mano che trema leggermente, un gessetto e, dopo un sospiro, mi giro verso il mio aguzzino.
Non scherzo quando dico che la mano non è ferma. Sono agitata, probabilmente è una della ultime interrogazioni del quadrimestre e se non prendo almeno un sei, con la media che mi ritrovo, sono fregata.
“Bene. Sara  svolgi, per prima cosa, questa semplice disequazione letterale”. No, tutto ma le disequazioni letterali no!
Prendo in mano il libro e inizio a trascrivere il testo dell’esercizio. Accidenti, cosa devo fare come prima cosa? Mi sembra che queste si dovrebbero discutere, quindi dovrei calcolarmi prima il delta. Però c’è un problema, c’è una lettera anche al termine con la x alla seconda. Quindi dovrei occuparmi prima di quello.
Accidenti, cosa cavolo devo…!.
I miei pensieri vengono interrotti dalla porta della classe che si spalanca, rilascio il fiato che avevo precedentemente trattenuto.
Mi giro e, purtroppo, questa volta, è il mio cuore che si blocca.
In classe sono appena entrati i Leones, al completo.
“Buongiorno professoressa, ci scusiamo per averla interrotta”. Ad intervenire per primo è Riccardo, gli sono grata. Il suo sguardo, in questo momento, mi crea abbastanza disordine in testa. Figurarsi sentire la sua voce.
“Ormai lo avete fatto, cosa volete?”. Vipe… Ehm, antipatica come al solito la mia adorata prof.
“Non volevamo interrompere la sua lezione ma, come sa, siamo agli sgoccioli, per quanto riguarda il concerto di beneficenza. Avremmo bisogno delle persone che devono cantare e, quindi, anche dell’alunna che sta interrogando”.
La De Marco mi fissa, strabuzzando gli occhi. Probabilmente se fosse uno di quei cartoni in bianco e nero di un tempo, sarebbe descritta con il fumo che le esce dalle orecchie.
“Mi dispiace, ma non si può. La sto interrogando”.
“E non potrebbe finire di interrogarla un altro giorno? Noi non siamo sempre a scuola e avremmo bisogno di provare, altrimenti il concerto sarà solo un disastro”. Esclama Alex, leggermente stizzito. Io non lo guardo, non voglio. Stranamente, però, avverto il suo sguardo sul mio viso.
“Come si permette ragazzino? Ma sa con chi sta parlando?” Esclama, la mia prof.
“Sì, con la mia ex, quanto esaurita, prof di matematica”. Sussurra, Alex. Sono sicura che starà sfoderando il suo miglior ghigno.
L’intera classe scoppia a ridere, io compresa.
“Come ti permetti, ragazzino? Sei solo un montato, non credere di essere cambiato da quando eri un mio alunno.  Potrai essere diverso esteriormente, ma non mentalmente. Sei il solito…”.
“Prof, mi scuso per la maleducazione del mio compagno di band”. Ad intervenire, per smorzare la situazione è Lorenzo.
La prof sembra tranquillizzarsi, leggermente. Già mi sembra che circolassero delle voci sul fatto che il batterista dei Leones fosse stato, un tempo, uno dei migliori alunni dell’Istituto.
“Mi scuso a nome di tutti i miei compagni di band ma, purtroppo, la situazione è abbastanza drammatica. Avremmo bisogno urgentemente della sua alunna, per provare. Non so davvero come giustificarmi ma…”.
“Non preoccuparti Lorenzo, potete andare. Bastava solo un po’ di educazione e ve l’avrei mandata immediatamente”.
Alex, sussurra delle cose a mezza voce, non riesco a capire esattamente cosa. Lorenzo e gli altri, invece, ringraziano la mia prof.
Io mi precipito in corridoio, per poi esclamare:”Grazie mille, Lollo, mi hai salvata!”.
Lui mi fa un gran sorriso, mentre io corro verso la palestra. Non voglio averlo vicino, avrei preferito, mille volte, l’interrogazione di matematica a tutto questo. Dannazione.
Raggiunta la destinazione prefissata, mi accomodo insieme alle altre coriste e cantanti.
Sono agitata, le mani continuano a tremarmi e sto sudando.
Mi sento stupida, eppure non riesco a mantenere la calma. Il pensiero di vederlo, dopo una settimana, mi provoca disagio ma anche… No!
Devo solo apparire rilassata e spensierata. Il consiglio di Francesco e Laura è stato questo. Non devo sembrare turbata o altro. Non deve vedere che sto male per lui, non deve essere a conoscenza del male che mi ha fatto.
“Bene, ragazzi. Per prima cosa voglio dirvi che siamo molto in ritardo con i brani e i singoli da provare. Soprattutto perché il festival è agli sgoccioli. Quindi, mi raccomando, impegnatevi al massimo”. Afferma Alessandro.
Io annuisco, mentre avverto uno sguardo su di me e so anche di chi è.
Ma che cavolo vuole, deve solo ignorarmi. Sono stanca.
“Sara, incominciamo da te. Mi sembra che avevi un duetto con Alex, giusto? Quello non lo avevamo mai provato”.  Il mio respiro si spezza, presa dalla confusione avevo completamente dimenticato del brano in comune con Alex…
“Non potrebbe farlo qualcun altro?”. Le parole mi escono come un flebile sussurro, come una preghiera.
Tutti mi fissano stralunati, per le altre sarebbe un piacere cantare con lui mentre, per me, è solo una sofferenza.
“No, abbiamo poco tempo a disposizione. Avevamo già prefissato che lo avresti fatto tu, te n’eri dimenticata?”. Ad intervenire, con la sua gelida voce, è proprio il mio peggior incubo.
Annuisco, arrendendomi definitivamente. Se facessi vedere il mio turbamento, sarebbe soltanto un’altra vittoria per lui. Scuoto la testa e afferro il leggio.
Mi metto di fianco a lui e, insieme, cominciamo a cantare. La canzone è: l’amore altrove.

Ma chi siamo noi in questo universo 
per pretendere tutto e pretenderlo adesso 
E le stelle ad un tratto hanno smesso persino di indicarmi il percorso che tu chiamavi destino. 
 
Alex comincia a pronunciare le prime parole. Sembra turbato, proprio come richiede la canzone.
E’ confuso, smarrito. Come se avesse perso davvero il percorso della sua vita, come se non sapesse, neanche lui, cosa vuole. Io, però, continuo a non guardarlo. Nonostante il tono della sua voce sembri quasi spezzata.
A quel punto attacco io, con la mia strofa.

La colpa qui è di nessuno, abbiamo entrambi sbagliato e se da te ho preso tutto l'amore che ho meritato 
E perché anch'io io d'altro canto 
ti ho dato tutto il mio mondo, 
adesso urlo da sola 
con le mi impronte sul muro. 

Sorrido, mentre canto questi pochi righi che sembrano essere stati scritti proprio per me.
Nessuno ha la colpa di quello che è successo. Semplicemente lui non è riuscito ad innamorarsi di me.
Ho saputo sfruttare ogni minimo istante con lui. Anche la più piccola ed insignificante litigata, per me, è stata molto importante. Ti ho dato me stessa, il mio cuore, ma non è bastato.
Adesso urlo, piango ma non te lo posso dimostrare. Perché, in fondo, tu non hai nessuno colpa di tutto ciò, sei stato sincero.
Insieme attacchiamo il ritornello e ci voltiamo, inconsciamente, verso le reciproche posizioni.
Non dovrei farlo ma la sua voce mi chiama e non posso non accettare il suo invito. Farei una violenza al mio cuore, a me stessa. D’altronde la musica è sempre stata la mia valvola di sfogo.

E non importa se sono più bravo 
a parlare o a lasciare cadere 
ogni tua minima provocazione 
che mi ferisce anche senza colpire 
Noi cercheremo l'amore altrove 
Solo una cosa rimane sicura 
ognuno avrà la propria vita 
e proprio questo fa paura 

Ci stiamo guardando negli occhi, per la prima volta, dopo una settimana.
Non posso fare a meno di sentire il mio cuore che batte velocemente. Perché, perché mi sono innamorata di te? Io, che non avevo mai provato alcun interesse per un ragazzo, io che avevo come unico obiettivo quello di diventare una scrittrice, io con le mie paure e la mia timidezza.
E’ assurdo. Non riesco minimamente a pensare al fatto che troverò l’amore altrove, come dice la canzone, fa troppa paura pensare di allontanarmi da te.
Perché mi guardi anche tu come se fossi importante?  Perché non la finisci di illudermi?
Il mio sogno ad occhi aperti si blocca, nel momento in cui Lorenzo ferma la base.
Insieme ci voltiamo nella sua direzione, mentre sentiamo uno scroscio di applausi.
“Complimenti, siete stati bravissimi”. Afferma, Lorenzo.
Io abbasso il capo imbarazzata e sto per allontanarmi da Alex, ma la voce di Francesco mi ferma:” Sara, aspetta. Volevo informarti che stasera si terrà una festa al liceo, lo so sembra una notizia alquanto inaspettata, però, come ben sai, noi siamo così, imprevedibili.”.
Nel dirlo mi fa un leggero sorriso.
“Ci piacerebbe che tu, insieme agli altri ragazzi veniate. Non è nulla di impegnativo. Solo che, visto che dobbiamo partire per un paio di giorni, vogliamo festeggiare insieme a tutti voi”. Afferma, Lorenzo.
“Potete venire accompagnati”. Continua Riccardo, facendomi l’occhiolino.
Non voglio partecipare a nessun party, almeno non in questo momento.
“Io non penso di..”.
“Certo che verrà”. Una voce fin troppo conosciuta mi interrompe.
“E tu chi sei?”. Chiede Alex.
“Un compagno di classe di Sara, piacere mi chiamo Luca. Stasera l’accompagno io alla festa. Ora, se volete scusarmi, ve la devo rubare, perché la prof De Marco sta dando letteralmente di matto. Ho cercato di trattenerla, ma è inutile”. Scoppia a ridere insieme a tutta la band, ad eccezione di Lorenzo e del frontman.
“E come mai sei venuto tu?”. Domanda, sempre il cantante. Quante domande che fa! Non può semplicemente starsene zitto?.
“Mi sono offerto io di chiamarla, d’altronde sono il suo compagno di banco”.
“Luca, scusami ma non penso che stasera..”. Lui mi blocca nuovamente, mettendo il suo dito indice di fronte al mio viso.
“Non si discute, una festa fa bene a tutti. Soprattutto perché devi prepararti psicologicamente a quello che ti aspetta da domani”.
“Cioè?”. Sussurro, sempre più sconcertata.
“Come cioè? La prof di mate ti starà col fiato sul collo, preparati a molte interrogazioni”. Afferma, sempre sorridendo.
Io scuoto la testa, scoppiando a ridere.
“Purtroppo lo so”. Sussurro.
“Sei nuovo? Non ti ho mai visto qui…”. Sussurra Alex.
“Sì, sono arrivato da poco. Praticamente ho fatto amicizia solo con Sara e Francesco, per ora”.
Il frontman annuisce, distrattamente.
“Sara, vieni un attimo. Ti consegno il foglio con l’ultima canzone che devi imparare”. Mi sussurra, sempre il cantante.
Annuisco e mi dirigo verso i leggii.
“Sono contento che tu mi abbia già dimenticato. Non ci hai messo molto”. E’ lui ad interrompere il silenzio.
Socchiudo la bocca, cercando di non scoppiare a piangere.
“Luca è… Solo un amico”. Sussurro.
“Non devi giustificarti, a me fa solo piacere sapere che tu stia meglio. Perché è così, no? Tu non mi pensi più?”. Nella sua voce traspare solo il gelo più totale, non sembra nemmeno divertito da quello che sta dicendo. Quindi non mi sta prendendo in giro, eppure non sorride. Non mi sembra così felice.
Decido di non rispondere e prendendo il foglio con il testo della canzone, mi precipito verso Luca.
Lui prontamente mi prende per mano. E io sussulto. Dovrò dirgli di non prendersi certe confidenze.
Insieme ci dirigiamo verso la classe, mentre Luca, urla:”Ci vediamo stasera, è stato un piacere conoscervi!”.
Fino a quando non arrivo alla porta della palestra, avverto lo sguardo di Alex su di noi.
Alla fine sciolgo la mia mano da quella di Luca.
E’ davvero possibile che lui pensi che io possa dimenticarlo in così poco tempo?
 
ANGOLO AUTRICE
Sono in ritardo solo di un giorno. Wow, sto migliorando xD.
Cosa ne pensate del capitolo? Allora, come avete visto, non sono successi avvenimenti radicali che hanno sconvolto la situazione ( O forse si?) .
Alex  e Sara hanno avuto un piccolo confronto diretto… Nel prossimo capitolo ci sarà una festa.
Secondo voi cosa accadrà?
Ovviamente, eccetto imprevisti, aggiornerò entro una settimana o giu di li.
Grazie a tutte le persone  che seguono, preferiscono, ricordano la storia. Aumentate sempre di più davvero.
Un ringraziamento particolare a Arianna Ary, A Papera82, a Dike 9 e a flaffylovethenet per aver recensito lo scorso  capitolo e a tutte le persone  che hanno recensito i precedenti. Sapete, una delle cose più importanti per me è sapere cosa ne pensate della storia e soprattutto vi ringrazio per non averla abbandonata nonostante  i  ritardi.
Vi adoro, a presto <3
Questo è il link per iscrivervi al gruppo facebook ed essere sempre aggiornate su tutto: https://www.facebook.com/groups/1557891007760136/

Basta incollarlo e inserirlo nella casella di google, fa tutto in automatico. Mi raccomando vi aspetto in numerosi, per condividere con voi foto dei personaggi, spoiler, aggiornamenti e tanto altro.
Se volete passate dall'altra mia storia: Only for yuor love 

 
  
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