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Autore: _Rainy_    19/06/2015    1 recensioni
Estratto:
-Malfoy risparmiami i convenevoli e passiamo all'ordine del giorno: ho preso più di te!
Hermione sapeva che era un comportamento infantile, ma non le importava: l’aveva battuto e la delusione negli occhi del nemico era evidente.
[...]
Quella del voto era una scusa, voleva semplicemente parlare con lei e vederla impegnata per qualcosa che lo riguardasse, e ci era riuscito meravigliosamente.
Ormai non gli restavano più molti giorni da passare con lei.
E così eccolo in piedi nel corridoio, da solo, mentre ripensava a quell'unico errore nella sua verifica, scelto con cura tra le domande più difficili e commesso apposta, anche se sapeva la risposta...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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11.

 

- Lo odio troppo, capisci?! – Sbraitò Hermione alzando i pugni al cielo mentre Ginny si allontanava ridacchiando per evitare di essere accidentalmente colpita.
- Calmati, Herm! – Nascose un’evidente risata dietro una mano.
- Piantala di ridere. – Sibilò severamente Hermione. – Non riesco a capire cosa stia succedendo e…
- A me sembra piuttosto chiaro. – Sentenziò Ginny tornando a passarle lentamente la spazzola tra i capelli.

Hermione era corsa al dormitorio delle ragazze dopo la fine della ronda e si era addormentata istantaneamente. Il giorno dopo si era concentrata sullo studio e sulla preparazione di compiti per le settimane successive, ma quando aveva esaurito la mole di pagine da studiare e le pergamene da riempire con parole fitte fitte di nero inchiostro, quel volto così familiare e così odiato era tornato prorompente nella sua mente. Ah, quel Furetto, quanto la faceva penare!

Ginny, poi, non le aveva lasciato un attimo libero dopo pranzo e l’aveva aggredita per aiutarla a prepararsi e poterle parlare con calma di quanto stesse succedendo a lei. Inizialmente non era davvero interessata ai discorsi di Hermione e voleva solo farla sfogare per poi passare a esporre le sue pene d’amore, ma ben presto aveva capito che la questione era più grave del previsto e il suo istinto da buona amica si era risvegliato, finalmente.

Le stava spazzolando i capelli da almeno un quarto d’ora, nella speranza di renderli più aggraziati, ma l’amica continuava a dimenarsi sulla sedia gesticolando mentre rispiegava tutto per l’ennesima volta.

- … E poi se n’è andato, quel bastardo, capisci?! Se n’è andato! Aspetta… Cosa ti sembra chiaro? – Hermione era consapevole di avere un aspetto irrazionale e di sembrare solo “una delle tante” che si penavano per Malfoy, ma ormai non ci poteva fare più nulla: anche il suo ultimo barlume di volontà era svanito davanti allo sguardo incoraggiante e curioso dell’amica.
- Mi sembra chiaro che provi qualcosa per lui e non mi riferisco all’odio ne tantomeno alla semplice attrazione. – Dichiarò senza ombra di esitazione Ginny.
- … Cosa?! – Chiese, esitante, Hermione.

Quelle parole avevano avuto un effetto strano su di lei: erano risuonate nel profondo del suo essere come se, improvvisamente, le avessero permesso di raggiungere una qualche consapevolezza e avessero fatto da catalizzatrici.

- Ma dai, Herm! E’ evidente! – Ridacchiò Ginny. – A tutti tranne che a te stessa, oserei dire. – Poi riprese a spazzolarle i capelli fissandoglieli in uno chignon morbido e osservando soddisfatta il risultato.

Ginny scrutò Hermione, intenta a fissare il vuoto.

- Non c’è niente di male ad ammettere che ti piace, dai!
- “Mi piace”?! – Sussurrò Hermione. – Il Furetto?!
- Senti, non riuscirò a convincerti fino a quando non capirai da sola che quello che è fatto è fatto. Prova a parlare con lui ancora una volta e vedi cosa succede, ma per l’amor del cielo: ascoltalo davvero e non andartene! – Alzò gli occhi al cielo Ginny, poi guardò esitante l’amica, in cerca di una reazione.

Hermione annuì, poi alzò di nuovo lo sguardo verso l’amica e ghignò:
- Vogliamo capire cosa mi sta accadendo?! Molto bene, non sarò io a tirarmi indietro. Questa storia deve finire e devo assolutamente vederci chiaro. – Disse più a sé stessa che all’amica. – E ora parliamo di te!

Ginny si bloccò con gli orecchini che aveva scelto per l’amica a mezz’aria e sospirò rumorosamente.

- Su, non fare la timida. Cos’è successo con Zabini? – Chiese Hermione, girandosi a guardarla con un misto di comprensione e severità.
- Io… Non lo so. E’ cominciato tutto qualche sera fa, quando mi sono arrabbiata con te perché ero gelosa di Harry. E’ stata una cosa stupida e mi sono detta che io sono meglio di così, quindi ho deciso di smetterla di sbavare dietro a qualcuno che non mi considera e poi è arrivato Blaise e…
- Ti prego smettila di chiamarlo Blaise. – Strinse i denti Hermione, poi la guardò, perplessa. – Dici che Harry non ti considera, ma… L’hai mai osservato davvero? Ginny, hai mai fatto caso a come cambia la sua espressione quando sei nei dintorni?
- Ma, Herm! – Ginny era sull’orlo della disperazione e esclamò, frustrata. – Tu sei mia amica e io mi fido di te, ma come faccio a sapere che non stai esagerando solo perché lui è il tuo migliore amico?! Avanti! Non sei in grado di accorgerti di quanto sei perdutamente innamorata di Malfoy e pensi che io ti dia completamente ascolto?! – Nell’esatto istante in cui quelle parole uscirono dalla sua bocca desiderò di rimangiarsele.

Hermione sbiancò e dopo qualche secondo sorrise amaramente:
- Molto bene, visto che tu non sei in grado di convincere me e io non sono in grado di convincere te, direi che l’unica soluzione è che io parli con il Furetto e tu con Harry, ma ti prego sii franca e digli cosa provi per lui o non finiremo mai.
- Ma Herm! Ora c’è anche Zabini nella mia vita e…
- Allora, mia cara, devi scegliere. – Affermò con sicurezza Hermione, ritrovata la calma. – O lui o Harry, ma fallo in fretta. Ti va di raccontarmi perché hai fatto quello che hai fatto con Zabini?
- Te l’ho detto. Lui era lì quando io ne avevo bisogno, o meglio, lui mi ha vista… Ehm… Piangere in corridoio mentre pensavo a quanto Harry fosse indelicato con me e che non si sarebbe mai accorto della povera, piccola Ginny… Lui mi ha consolata e il giorno dopo è tornato, contrariamente a quanto pensassi quindi… E’ successo quel che è successo… Io non sono sicura di cosa provo per Zabini e nemmeno per Harry, non più almeno.

Hermione alzò gli occhi al cielo e decretò, severa:
- Ribadisco: scegli bene. Ora vado: c’è la ronda anticipata prima della festa di Lumacorno. Parla con Harry prima di essa e per Merlino, anche con Zabini.

Ginny annuì, risoluta.

-

Non appena Hermione se ne fu andata dopo essersi sentita dire almeno un migliaio di volte di non toccare l’acconciatura per non rovinarla, Ginny si precipitò in corridoio dirigendosi a passo di marcia verso la torre di Serpeverde. Una volta lì, dopo aver superato a testa alta manciate di studenti di tutte le Case, adocchiò subito il gruppetto di Serpi che le interessava, capitanato da Malfoy e Zabini in persona: Principe e Duca delle Serpi insieme.

Si avvicinò a passo di carica e si piantò di fronte a Zabini, che la sovrastava con la sua altezza.

- Dobbiamo parare, Blaise. – Attaccò lei.
- Oh, la situazione si fa scomoda, tesoruccio! – Scimmiottò Nott ridendo.
- Già, noi togliamo il disturbo! – Concordò Malfoy. – Mi duole informarti, però, che non ti sei scelto una santarellina, mio caro Blaise. Anzi, direi che mezza popolazione maschile di Hogwarts ha avuto la fortuna di apprezzare le grazie della qui presente…
- Stai zitto, Malfoy. – Ringhiò Ginny. – Hai una ronda da fare, no? Quindi corri dalla tua amata Hermione e lasciami parlare con lui. – Indicò Blaise con un dito.
- Oh, qui qualcuno si è svegliato maluccio, eh! – Ridacchiò Nott mentre Malfoy sbiancava per un breve istante per poi ghignare:
- Vi lascio subito parlare, mia cara, ma dopo aver parlato con il nostro Blaise asciugati le lacrime: non vorrai sfigurare davanti a tutti i tuoi compagni di scopate? – Poi scrollò la testa con aria di trionfo e se ne andò.

Zabini ridacchiò e osservò il gruppetto di Serpeverde che si allontanava dietro il loro leader e passò a osservare la Grifondoro con il più profondo disprezzo:
- Allora?
- “Allora”?! – Sibilò Ginny, incredula. – Dopo quello che c’è stato tutto quello che mi sai dire è “allora”?!
- Tesoro, non so di cosa tu stia parlando… Aspetta, com’è che ti chiami già? – Si picchiettò un dito sul mento fingendo di pensarci e poi tornò a fissarla scrollando le spalle. – No, non me lo ricordo proprio.
- Viscido bastardo… - Iniziò Ginny, ma lui la interruppe con un ghigno e fingendo di illuminarsi.
- Comportamento irascibile stile sindrome pre-mestruale, chiazze rosse sulle guance, evidenti problemi di gestione della rabbia… Si, direi che è piuttosto chiaro. Abbiamo scopato, non è vero?
- Q-Quasi. – Sussurrò Ginny, improvvisamente imbarazzata.
- “Quasi”? – Finse di pensarci ancora per qualche istante e continuò ridendo perfidamente. – Ah, capisco. Interrotti. Da? Fidanzati? Fratelli? Padri?
- N-Non è questo il punto. Io non so cosa provo dopo quello che è successo… Blaise, cosa c’è tra noi? – Sputò fuori tutto d’un fiato Ginny.
- Prego? – Spalancò gli occhi lui, caricando lo sguardo di pietà.
- Hai sentito bene.
- Mia cara numero 417, non hai ancora capito vero? – Ghignò perfidamente.
- “Numero 417”?
- Si, sei la 417a ragazza che mi scopo o “quasi”. – La scimmiottò disegnando delle virgolette con le dita. – Modestamente sono piuttosto preciso in merito alle mie attività, diciamo, “di svago”.

Ginny indietreggiò, visibilmente ferita. Il Serpeverde continuò a ghignare e le accarezzò delicatamente una guancia:
- Oh, non piangere, bambina. – Sussurrò con aria di scherno, poi si illuminò. – Aspetta, mi ricordo di te! Tu sei l’amica-non-ci-ho-ancora-scopato di Potter! Ma ovvio! – Si mise a ridacchiare e ritirò la mano dalla guancia della giovane. – Allora, te lo dirò una volta sola quindi ascoltami attentamente: tu eri lì, indifesa e vulnerabile, piangente in corridoio e non è la prima volta che il sottoscritto fa colpo su una ragazza piangente in corridoio, quindi ho deciso di approfittarne, ma poi ho capito che eri l’amica di Potter e, Merlino, nessuno si sarebbe fatto sfuggire un’occasione del genere! Sono stato bravo, eh?

Ginny indietreggiò ancora davanti all’aria visibilmente soddisfatta del Serpeverde e sentì gli occhi inumidirsi rapidamente.

- Oh, ti prego, risparmiami le scenette da donnicciola in lacrime: sono sicura che verrà qualcun altro a rimorchiarti in corridoio, quindi è la che devi andare, mia cara. Ora, se vuoi scusarmi… - Poi se ne andò trionfante e con un ghigno terribilmente soddisfatto stampato in volto.

La ragazza si accasciò a terra, lasciando sgorgare brevemente le lacrime, poi le ricacciò indietro imponendosi di essere forte.
<< Sei una stupida, Ginevra Weasley! >> Pensò.
Corse verso la Torre di Grifondoro e entrò a passo di carica nella stanza comune per poi fiondarsi nella sua camera e buttarsi sul letto, dove lasciò sgorgare liberamente le sue lacrime di frustrazione: che stupida era stata ad affidarsi a un tale viscido bugiardo.

Poi si alzò sentendo la voce di suo fratello al piano di sotto, si asciugò frettolosamente le lacrime e scese in Sala Comune, dove vide Harry e Ron chiacchierare con i suoi fratelli. Alla vista del Prescelto il suo cuore fece un timido tuffo e lei chiamò debolmente:
- H-Harry…

Non fu lui a girarsi, ma il fratello che in poche falcate fu da lei:
- Cos’è successo?! – Strillò, apprensivo, abbracciandola.

Ginny al sentire quel calore fraterno fece per riscoppiare a piangere, ma decise di darsi un contegno e di rimandare le lacrime a dopo:
- Harry, posso parlarti?

Il Prescelto la guardò e vide i segni delle lacrime negli occhi arrossati e nelle guance umide e annuì, preoccupandosi immediatamente e correndo ad abbracciarla e a confortarla in quel suo modo timido e impacciato che aveva fatto breccia nel cuore della ragazza.

- Certo, andiamo di sopra in camera mia. – Le sorrise e lei odiò di mostrarsi così debole davanti a lui, quindi si asciugò le lacrime con un gesto secco e lo precedette su per le scale imponendosi di calmarsi e mettere ordine tra i suoi pensieri.

Il cervello di Harry era chiaramente andato in sovraccarico quando Ginny aveva pronunciato il suo nome e ora non ragionava più lucidamente: era lì, per lui e gli aveva appena chiesto di parlare. Uno strano calore si diffuse per tutto il suo corpo e un sorriso da ebete gli illuminò il volto mentre saliva, gradino dopo gradino.

Arrivarono infine in camera di Harry ed egli sorrise alla rossa:
- Allora, di cosa volevi parlarmi?

Lei sorrise, ammaliante e si gettò tra le braccia di Harry passandogli le mani tra i capelli e premendo le labbra sulle sue con passione.
- G-Ginny… - Sussurrò Harry, inebriato da quella sensazione e la strinse più forte a sé, accarezzandole la schiena nuda sotto la camicia bianca, impacciato.

- Harry, ascoltami. – Iniziò lei, allontanandosi di qualche centimetro. – Io non so cosa mi sta succedendo e devo mettere chiarezza del mio cuore. Riguardo a quello che è successo… - Sospirò mentre il ragazzo tratteneva improvvisamente il fiato. – … Io non sono così! Ho parlato con Blaise prima e…
- Cosa?!

Harry era trasalito all’udire quel nome e il ricordo di quella scena così intima che aveva interrotto era tornato prorompente nella sua mente, con lo stesso dolore di quando l’aveva vista davanti ai suoi occhi.
Zabini.

Quel viscido serpente così odiato della loro casa rivale era riuscito in pochi istanti dove lui aveva fallito e lei era tornata in ginocchio da lui nonostante l’avesse umiliata?!

- Sei andata da lui? E perché? – Chiese, tutto d’un fiato.
- Te l’ho detto, Harry! – Sospirò lei tristemente. – Devo capire cosa mi sta succedendo e…
- Quindi sei andata da lui sperando in una conferma dei tuoi sentimenti?! Sei andata prima da lui che da me?!
- Harry, ascoltami…

Il Prescelto ringhiò furioso e rosso dall’ira, mentre scagliava con furia un pugno contro il letto, ripetendosi “Sei andata da lui… Sei andata da lui…” come una preghiera. Poi alzò lo sguardo e fissò con rabbia la ragazza, allontanandosi di scatto da lei:
- Felice di essere stato la tua seconda scelta, Ginny.
- No, Harry, non è così! – Provò lei, di nuovo sull’orlo delle lacrime.
- Oh si, invece! “Oh, no, Zabini mi ha detto di no, quindi proviamo ad andare dal povero Harry che di sicuro è li ad aspettarmi come un idiota.” – Scimmiottò alzando la voce. – Ma io non sono un idiota, Ginevra. Sei stata una stupida ad andare da Zabini sperando in chissà cosa. Lui ti ha usata così come ha usato tutte le centinaia di ragazze che si è fatto prima di te e la colpa di tutto questo è solo tua.

Detto ciò voltò le spalle e se ne andò sbattendo la porta e facendo le scale come una furia, ignorando le tacite richieste di spiegazione di Ron e dei gemelli per poi infilarsi nei corridoi bui e camminare a passo spedito verso l’uscita, bisognoso di una boccata d’aria fresca, con ancora la sensazione di quel bacio sulle labbra in fiamme.

-

Draco era stranamente agitato per la ronda di quella sera e non era da lui sentirsi così. Era strano sentire quel brivido nelle ossa e ancora più anomalo era quell’eccitazione che gli sfrigolava nelle vene al solo pensare di vedere la Granger quella sera. Non riusciva a scacciare quelle sensazioni e per questo era insicuro, cosa che non capitava mai a un Serpeverde né tantomeno al Principe delle Serpi in persona.

<< Datti un contegno: questa situazione va cambiata. Non possiamo continuare a prenderci in giro così. >>

Forte di quella sua nuova risolutezza si diresse a passo spedito verso il luogo d’incontro con la Grifondoro e vide che era già lì. La osservò a distanza mentre si avvicinava e notò immediatamente che c’era qualcosa di diverso: era appoggiata al muro con un libro in mano, assorta nella lettura, ma non era rilassata, anzi. Stava stranamente lontana dal muro con la testa, perché… Ah, ma ovvio!

Vide l’acconciatura e il suo stomaco ebbe una minuscola contrazione: doveva essere sicuramente per la festa di quella sera, ma accidenti quanto stava bene! Quei ciuffi ribaldi che le ricadevano intorno al viso le davano quell’aria ribelle e spettinata che…

<< Merlino! Ti vuoi dare una calmata?! >> Lo pungolò la coscienza e immediatamente raddrizzò le spalle e proseguì a passo spedito fingendo noncuranza.

- Buonasera, mia cara. Oh, aspetta… Cosa vedono i miei occhi?! Sbaglio o, finalmente, ti sei pettinata?!
- Risparmiami le tue battute, Malfoy. – Sibilò Hermione la cui determinazione se n’era andata velocemente com’era venuta, nonostante avesse chiare in mente le ammonizioni di Ginny. – Sbrighiamoci a fare questa ronda, che già ti dovrò vedere stasera a quella accidenti di festa…
- Anche io sono molto emozionato di rivederti, non temere! – Ridacchiò il Serpeverde avviandosi per il corridoio.

Hermione sospirò e scacciò con un gesto della mano lo sguardo severo di Ginny che le era balenato davanti agli occhi e che la scrutava, severo, dicendo: “Che aspetti?!”.
Fece alcuni profondi respiri e osservò la schiena del bel Serpeverde per poi prendere coraggio:
- Draco, basta. – Al sentirsi chiamare il ragazzo si girò, ma rimase statuario a qualche metro di distanza dalla ragazza. – E’ ora di dare un taglio a questa situazione. Cosa sta succedendo tra me e te?
- Sono d’accordo e apprezzo la presa di posizione. – Rise di scherno lui. – Era ora che mettessimo fine a questa storia. La risposta è molto semplice: nulla. Mi stavo semplicemente divertendo con te, ma mi sono stancato e… - Si interruppe perché il suo stomaco si stava ribellando con forza a quelle frasi che non suonavano vere neppure alle sue stesse orecchie.
- Smettila, non è vero.
- Sei parecchio infantile e insistente, sai? – Ridacchiò lui, ma vedendo che la ragazza non dava segno di cogliere la provocazione si incupì. – Cosa vuoi dirmi?
- Voglio dirti che io non sono più sicura di quello che penso di te e credo a te stia accadendo la stessa cosa. – Disse sicura la ragazza.
- Tesoro, so di essere perfetto, ma le tue dichiarazioni impacciate non funzionano con me. Ti confesso però, che ho sempre sospettato…
- Smettila! – Urlò esasperata la ragazza, alzando gli occhi al cielo. – Draco, mi hai chiesto “scusa” dopo avermi baciata, okay?! Fa parte della tua tecnica di conquista o riconosci che è stato molto strano?!

Lui ammutolì e improvvisamente realizzò di non avere più scampo: aveva capito. Era riuscita a leggere dietro tutte le frecciatine e le battute.

- Lo so. – Sussurrò in risposta.
- Ah si? E ti sei chiesto cosa ha voluto dire?

Draco sbuffò esasperato e alzò i pugni al cielo per la frustrazione prima di avvicinarsi bruscamente e sibilare rabbiosamente:
- Cosa cazzo vuoi che ti dica Granger? Che quel bacio significava qualcosa? O che ogni nostro contatto ci fa provare qualcosa di diverso?! – Hermione trasalì. – Non lo farò, per Salazar, ma sai che ho ragione! E a dimostrazione di ciò… - Il ghigno del vecchio Draco gli illuminò il volto per un istante e si avventò sulla ragazza spingendola dietro ad una colonna.

Lei inspirò bruscamente e osservò i bei lineamenti del giovane così vicini al suo viso: il naso affilato, i capelli spettinati e quegli occhi così terribilmente incatenati ai suoi.
Il ragazzo abbozzò un mezzo sorriso e la baciò lentamente. Era un bacio diverso da tutti quelli che si erano scambiati prima, puro e casto, dolce e delicato; un bacio che Hermione non avrebbe mai detto potesse appartenere a Draco Malfoy.
La ragazza gli portò le mani nei capelli, scoprendo di aver aspettato a lungo quella sensazione mentre giocava con i fili dorati che le si attorcigliavano intorno alle dita. Sospirò contro la sua bocca e lo baciò di nuovo stringendolo di più a sé mentre lui piegava i gomiti appoggiandoli contro il muro e la premeva contro il suo corpo.
Un’elettricità incontrollabile serpeggiava tra i due e Draco stava ghignando soddisfatto quando si staccò e osservò la ragazza da pochi centimetri di distanza:
- Visto? – Sussurrò osservando le sue lentiggini brune, il nasino all’insù e quegli occhi indomiti che lo fissavano con aria di sfida. – Ora, se vuoi scusarmi, dopo averti dato questa dimostrazione devo andare a lavarmi i capelli, perché penso che le tue manacce sudate li abbiano unti oltre l’inimmaginabile…
- Oh, Minerva, ma perché devi fare così?! – Sospirò alzando gli occhi al cielo la ragazza, ma sorridendo perché sapeva che stava scherzando.

Una nuova consapevolezza improvvisamente li colse causando non poche esitazioni, ma anziché essere scacciata con rabbia come sarebbe successo nei giorni precedenti, venne accolta e cullata da entrambi in quegli imbarazzati attimi di silenzio.

Il ragazzo ridacchiò sciogliendo la tensione con una delle sue classiche battutacce mentre il suo stomaco, finalmente, si dava pace:
- Sapevo che i miei baci fanno miracoli, ma addirittura far sorridere la Frigidona! Sono colpito, sai? – Ridacchiò lui con una punta di perfidia, poi le prese brevemente la mano prima di allontanarsi. – A stasera, allora. E sarebbe anche il caso che facessimo davvero una ronda prima o poi!

 

 

- CIAMBELLANGOLO -
Si, lo so cosa state pensando: “ma non ha nessun senso, è approssimativo, non sta né in cielo né in terra”. E’ vero. Lo so. Ma se avessimo continuato provocando e mai facendo nulla non saremmo mai arrivati ad alcunché, quindi eccoci al capitolo dell’ “Accettazione” (più o meno) del problema. Si prevedono grandi sviluppi per il prossimo? Mah.
Un grosso abbraccio a tutti,
_Rainy_
PS: http://raggywords.blogspot.it

   
 
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