Dolori dal passato
Prologo
Litigavano
ormai da un quarto d'ora abbondante sotto gli occhi di Marianna ed
Annalisa, le figlie gemelle di otto anni.
- Devi smetterla di
sperperare il tuo denaro in borse, scarpe e cazzate, Daniela!-
-
L'hai detto tu, Edoardo, sono i miei soldi e posso farci quello che
voglio. Dopotutto c'è un motivo per cui abbiamo scelto la
separazione dei beni, no?-
- Sì, ma non funziona così, perché
se tutto quello che guadagni finisce in stronzate alla lunga
sarò io
a doverti mantenere!-
La donna non lo ascoltava neanche, si
muoveva lungo il corridoio cercando di riempire la sua borsetta.
-
Che fai? Scappi dalle discussioni? È così che
intendi crescere le
tue figlie?-
Lei si fermò e lo guardò negli occhi.
- Non sto
scappando,se vorrai potremo riprendere questa sera la discussione
sulle tue assurde paranoie, ma adesso io, che delle mie figlie mi
occupo, devo portare Marianna dall'oculista.
Si girò verso le
gemelle e allungò la mano a quella con gli occhiali
sorridendole.
-
Vieni, Mari, dobbiamo andare.-
La bambina che stava per uscire si
alzò, salutò il padre e raggiunse la madre,
mentre quella che
sarebbe rimasta a casa fece l'opposto.
Daniela ed Edoardo si
scambiarono un'occhiata che poteva somigliare ad un ciao, poi lei e
la figlia uscirono di casa.
Fuori diluviava, erano due giorni che
Parma pareva voler diventare Venezia per quanto pioveva.
La
famiglia Rocchi viveva in una zona residenziale della città,
fatta
di villette a schiera all'Americana con il garage che dava sul
cortile davanti alla porta principale, e il Capitano, che amava da
morire la sua famiglia anche dopo litigi come quello appena avvenuto,
rimase alla finestra a guarda l'auto della moglie partire.
- Papà
mi fai la merenda?- Gli chiese dopo poco Annalisa tirandolo per la
manica della camicia di ordinanza.
- Sì, tesoro, andiamo.-
Non
fecero in tempo ad arrivare in cucina che da fuori sentirono un botto
e delle urla.
Padre e figlia corsero in strada, cercando tra la
nebbia e il temporale l'origine di tutto quel trambusto.
Lo videro
poco lontano da casa loro, al fondo della strada, là dove
questa si
incrociava con una via molto più grande.
Lì una macchina si
trovava praticamente accartocciata contro la fiancata bianca di un
camion.
Edoardo Rocchi riconobbe subito l'automobile della moglie,
e cominciò a correre piangendo e tenendo stretta la mano
della
piccola Annalisa.
La bambina non comprese subito quello che stava
accadendo, e mentre seguiva il padre sotto la pioggia notò
solo una
cosa; una figura magra vestita di scuro che, con la schiena
appoggiata ad un muro ed un cappuccio in testa, fumava
tranquilla.
Sembrava l'unico non scosso da ciò che era appena
successo.
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Buonsalve a
tutti.
Dunque, mi
prendo un momento di pausa dallo studio per la terza prova di
maturità e posto questo prologo.
Si tratta di una storia che mi
venne in mente tantissimi anni fa, forse ancora non facevo le
superiori, e che adesso, dopo essersi definita per bene nella mia
mente, voglio provare a buttare giù.
Sì, ovviamente c'è del
dramma, ma posso assicurare che quello iniziale è poco
rispetto a
ciò che scopriremo alla fine... Muahahahaha!
Scherzi a parte, la
storia si può posizionare tra la terza e la quarta stagione,
più
quarta che terza in quanto abbiamo già Ghiro tra i
protagonisti ma
non Michela Riva (scusate ma non la sopportavo V_V)
Dovrebbero essere una decina di
capitoli più prologo ed epilogo, e si sviluppa sotto forma
di
episodio, dunque non avremo modo di vedere innamoramenti o altro
(sorry :3)
Spero comunque che vi piaccia, perché se così
fosse
in futuro potrei provare a mettere su carta altre storie inventate da
bambina/ragazzina su Venturi e i suoi.
Niente, io per ora vi
abbraccio forte e a presto :)