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Autore: PoisonLover    20/06/2015    0 recensioni
[Lucky Luke/Cocco Bill]
[Lucky Luke/Cocco Bill]“Chi sei tu?”
Dopo eterni minuti d'attesa, delle mani gli cinsero le spalle, e il sangue gli si gelò nelle vene.
“....Io. Sono. Te.”
Storia ispirata al capolavoro di R. L. Stevenson, "Lo strano caso del dottor Jekyll e Mr. Hyde", ma che ha come protagonisti Lucky Luke e Cocco Bill.
Genere: Avventura, Dark, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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Sensazionale come gli esseri umani potessero oscillare tra scatti d'ira e compassionevole pietà, tra azioni violente e atti di protezione.
Tutto ciò era davvero affascinante. E questa mancanza di freddezza e distacco, naturalmente, giocavano a suo favore.

Absinthe si risvegliò qualche ora dopo lo sfogo infantile di Luke, il quale era collassato sul letto per la stanchezza.

Più il suo moro gemello si indeboliva, più lui diventava forte: lentamente, stava divorando le sue energie dall'interno, ma doveva essere cauto, altrimenti il corpo che tanto bramava sarebbe crollato; la morte era ciò che più di tutto aborriva. Cessare di esistere non rientrava nei suoi piani.

Era rimasto troppo a lungo assopito nel buio e profondo subconscio della mente del cowboy, e di certo non intendeva tornarci; al contrario, avrebbero scambiato i loro posti, Luke nell'abisso e Absinthe cosciente e, finalmente, libero.
Non credeva nemmeno che si sarebbe mai svegliato dal suo torpore...ma qualcosa, un paio di settimane addietro, l'aveva spinto fuori dal suo letto di tenebra, incitandolo ad agire. Una gran fortuna.

Scivolò fuori dalle lenzuola e si tolse quei volgari abiti da Cowboy per indossare quelli che aveva rubato da un venditore ambulante, che aveva deciso di campeggiare nel bosco; questo accadde subito dopo il suo primo omicidio.

Ricordò con piacere il sangue sul suo corpo nudo, la passeggiata senza fretta fino al lago dove si lavò e poi prese le sue nuove vesti.

Doveva riflettere. Trovare un'identità tutta sua, un luogo in cui brillare per le sue abilità... di alibi non ne aveva bisogno: chi avrebbe mai sospettato di Lucky Luke?
Perciò un paio di notti più tardi, fece un giro in città, e scoprì il Sinners Pub.

A proposito...tra un'ora avrebbe iniziato il suo spettacolo.

“Meglio muoversi.” Finì di pettinare i suoi capelli di un biondo acceso e scese piano le scale.
Via libera, Bill non era ancora tornato. Senza accorgersene quell'idiota gli stava facilitando le cose: mettere Luke da parte significava dividerlo dal suo compagno e quindi lasciargli più libertà d'azione.

Pagando profumatamente un ragazzaccio di strada per osservare i movimenti di Cocco, poteva sapere in anticipo il suo ritorno alla capanna e precederlo, per non insospettirlo. Passò tramite un piccolo sentiero nascosto che passava dal boschetto fino alle prime case della cittadina: un viaggio un po' più lungo, ma sicuro.

Lo stesso che aveva fatto dopo il suo secondo omicidio.

Arrivò una decina di minuti in anticipo, e sorridente andò dal suo datore di lavoro, Roger, il barista e padrone del pub.

“Era ora! Dannazione, John, lo sai che i clienti aspettano te!”

“Oh avanti Roger, un artista ha bisogno di tempo per avere... l'ispirazione.”

“Certo, come no... ora muoviti. E meno male che ti pago a spettacolo e non a ore!”

“Ho i miei impegni.” Lo sguardo glaciale di Absinthe mise fine alle lamentele del barman, che si finse occupato a ripulire il bancone da macchie invisibili.

Era soddisfatto.

Salire sul palco gli faceva provare una sensazione simile all'orgasmo.

Le luci, gli occhi del pubblico...c'era solo lui. Cominciò il suo show e si ubriacò d'attenzione.

L'estasi assoluta.

Dopo la solita ondata di applausi e fiori, John si diresse nel suo camerino per rinfrescarsi un poco, quando un ticchettio alla finestra catturò la sua attenzione. Era Mike, il ragazzino che seguiva Bill; scaltro e agile come una volpe, girava saltando da un tetto all'altro di Hutter Town, avendo così un'ottima visuale dei vicoli.

“Sta passando da qui, capo.”
“Ottimo. Lascia fare a me.” Gli lanciò due bei dollari dalla finestra, e il marmocchio ghignò per poi sparire nella notte.

Absinthe scese di fretta le scale, indossando la sua solita vestaglia verde e nera, e si affacciò alla porta del locale giusto in tempo per veder passare Cocco Bill.
“Hey, cowboy, è da un pezzo che non ci si vede...”

Bill, che era con la testa altrove, si voltò in direzione della voce suadente che già conosceva.

“Ah, John, sei tu...stavo tornando a casa.”
“Oh...che peccato...” mise su un finto broncio “Speravo, sai, di farti assaggiare l'assenzio, come ti avevo promesso...”
“Scusa, ma non posso. Arrivederci.”

Eh no. Non poteva filarsela così.

“Avrai certamente sentito di quell'orrido omicidio di quella povera ragazza...una tragedia. E nel vicolo vicino poi...”

Questo fece fermare Cocco. Absinthe ghignò.

“Se hai bisogno di fare domande, io e il resto dello staff ti aiuteremo volentieri...la maggior parte dei clienti se n'è andata, qui ora è tranquillo.”

Passarono pochi istanti, ma alla fine ce l'aveva fatta: Bill scese da Trottalemme ed entrò nel locale.

 

 

 

 

 

 

 

  
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