Ultima
aggiunta <<
Ok.
Non ho riaggiornato esattamente entro la
settimana...Meglio tardi che mai, gente, meglio
tardi che mai! XD
Sono costernata, dopo avervi inviato
l’e-mail d’avviso, vi siete ritrovati con quello
stupido messaggino al posto
del terzo capitolo…PERDOOONO! *mi postro umilmente*
Grazie a coloro che leggeranno[con
immensa bontà] questo capitolo ed a chi lo
rileggerà.[soprattutto grazie a
Silvermoon, che ha detto di voler aspettare le mie correzioni per
recensire!
Brava ragazza, sei!XD]
Non sono appieno soddisfatta di questo
capitolo[per niente contenta a dire la verità]. Non fa
neanche ridere. E’
piatto. Ma in alcuni punti mi piace come è scritto.
Comunque spero che nel prossimo sia
diverso. >> Fine ultima aggiunta
Thanks
to:
»
larxene:
spero
di non di
averti fatto morire d’ansia per l’attesa di questo
nuovo capitolo XD Davvero,
non lo faccio apposta .__. Doh, non cambiare nickname per colpa mia!
Poi non mi
sembra tanto antipatica...Solo un po’ appiccicosa...
Spero di
restare nei tuoi preferiti! ^_^
»
Sashy:
Complicare
la vita? Ma
io gliela anniento! *ride alla Malefica* Ti
intratterrò mooolto beene tra
un paio di capitoli...Pazienta! °W°
»
honeysenpai:
So
bene
che sei per le AkuRoku, per questo il tuo giudizio mi è
indispensabile. Sei
oggettiva al 100%!
Quando
aggiorni la tua FanFiction? Io aspetto!
»
silvermoon:
La
tua prima
recensione è stata davvero striminzita, ma è
stata anche quella che mi ha
colpito di più. Non ho intenzione di deludere ne’
te, ne’ gli altri, ce la
metterò tutta!
Una
rivincita di Axel?XD Mi sembra un tantino improbabile, o perlomeno
troppo
presto...Prima di tutto dovrebbe capacitarsi di essere un essere umano
e non
uno scilacco di Dio XD
Tieni
anche tu la dote di scrivere sempre redditizia! Il quinto capitolo
della tua
fic non vuole che essere letto da me!
»
Miyavi4eVeR:
Che
biello che ti sia piaciuta tanto taaaaaanto ^_^ Penso sia un miracolo
aver
invogliato alla lettura una persona che non conosce il fandom...
Batti
il
cinque, sorella!
E non
scordarti che devi aggiornare ‘Miyavi
»
CatDark:
Ho
visto dal tuo
blog che Saix entra egregiamente nelle tue grazie XD Purtroppo, a
proposito
delle comparsa dei personaggi, ho la bocca cucita...Ma leggi, leggi il
terzo
cap.!XD
»
LittleBeaver91:
Genio?
IO!?
Mmasmmettilla, che mi monto la testa! *me già ridacchia*
Gha, gha. Demyx ti
attizza, ntz? Anche a me fa lo stesso effetto, ma questa volta quoto
per Zexion
X3 Su chi è Uke, ti lascio smeningere da solo. Dico solo
che, odio le
rappresentazioni in cui c’è un personaggio debole
ed effeminato che fa il
passivo...Semplicemente, preferisco che caratterialmente siano allo
stesso
livello, e che non ci siano stereotipi, poi che è attivo o
no è un’altra storia
XD Chissà cos’è Axel...
Larxene
non fa la sgualdrina! E’ una delle tante Fangirl! Non
confonderla con rinoa!é_è
Poi...Ti
ricordi la nostra ultima conversazione su MSN? Be’, mi hai
fatto arrabbiare e
ti ho bloccato. Appena riesco ti sblocco, ok?
»
BloodberryJam:
Ma
non
ci sei maiiiiiiiiiii su MSNNNN...! Uffi...T_T Che bello ritrovarti
anche qui!
Senza di te la mia esistenza è un topo senza incisivi!XD
Anche a me appassiona
più questa fic che l’altra!XD Gha, adori Axel??
Fiuu, pensavo potesse stare
sulle scatole a qualcuno, remissivo e ingenuo a quel modo XD
Guarda
che Xemnas a musicare in ‘Hair’ ci starebbe troppo
bene! Ma non Axel, che non
ce lo vedo proprio XD
Eeeh,
già, il mio sogno nel cassetto è che arrivi nella
mia classe un prof. bello e
giovane, un tipo come Axel sarebbe congeniale...Igh Igh.
Nella
mia testa c’è solo la colonna vertebrale della
FanFiction...I muscoli, il
sangue ed i vari organi me li invento sul momento, basandomi su un
avvenimento
principale che fa da cervello.
Il Trans
non può non piacere!XD E’ tanto versatile![in
tanti sensi]
Spero di
beccarti presto su MSN, perchè vorrei sapere come stai e su
quel problema che
ti stava[sta] facendo stare male...Non sei costretta, ovvio 0_= E non
credere
che ci abbia pensato solo ora, BbJ. Sai che per me non è
facile trovarmi spesso
al computer...
»
_Zexion_:
Ho
fatto bene ad
avvertirti, allora! ^_^
Hai
colpito il punto: c’è un’attrazione che
li lega e che non può fare a meno di
manifestarsi...In modo crudele. Sintesi perfetta, sul serio
>_<
»
Dango_mimesis:
Fantastico.
Credo di non aver fatto altro che aspettare una recensione come la tua
dall’inizio della mia carriera di writer.
Hai registrato
quello che c’era da notare; non credere che il mio sia un
dono, mi impegno a
scrivere decentemente, dò molta importanza a come lo faccio.
I complimenti al
mio lavoro sono complimenti, certo; ma non pecco a voler soverchiare le
solite
frasi di rito come ‘scrivi bene’, e ‘i
personaggi sono tenerissimi!’, no? Una
volta tanto, fa piacere ricevere qualcosa di diverso. Forse sono cose
che so già,
ma leggerle trasmesse da qualcun’altro è sempre
bello. Penso che si recensisce
qualcuno, bisogna farlo bene!
Allora...Sì,
il mio Demyx non segue le comuni rappresentazioni XD Ho provato a
renderlo un
altro, e che io abbia guadagnato l’effetto atteso,
mi rallegra *YHEA* Vale
anche per Axel...Gli elementi si sono invertiti, eh? Chi è
il fuoco, adesso?XD
Calma,
calma, non diamo tutta la colpa a Lucy! Lei non è stata
plasmatrice
intenzionale del carattere di Axel, ma quella volta è stata
abbastanza
determinante, in qualcosa che ora non puoi sapere XD
Ecco,
ecco! I capitoli lunghi! Aggiorno lentamente, ma compenso con la
lunghezza.
Come ho organizzato Lessons of Love, accorciare i
capitoli mi sfaserebbe
ogni cosa, e sarei finita. In questo terzo cap. ho fatto
un’eccezione, che più
sotto spiegherò a tutti.
Demyx è
cresciuto nella ingiustizia, non può che
esserne stato congestionato...Ma
ha reagito a modo suo. Ci sono tante cose di Demyx - i suoi
comportamenti, i
suoi pensieri -, delle sfumature
che
non si possono scindere con la scusa dell’orfanotrofio,
perchè non si può
partire da una sola base. Ad Axel piace?0_0 A me pare proprio di no.
E’
qualcosa di ben diverso ciò che prova, non è
amore.
FIGUUUUUUUUUUUS!!!
Sono riuscita a fare stare sulle palle un personaggio di mia
creazione! GHA GHA GHA! Mi gratifichi troppo! Sei la prima a dirlo.
L’ho
realizzato, sperando in cuor mio che rodesse qualche lettore! E sarebbe
anche
normale! Se un personaggio piace a tutti, c’è
qualcosa che non quadra XD E che
ti stia in una maniera strepitosa, per me
è un successo enorme. Anch’io
all’inizio ero come te, salvavo sempre i miei personaggi
dall’emarginazione da
malafatta, perchè, insomma, poveri! Ma così
è noioso XD LETTORI, LETTORI,
ODIATE DEMYX MELODIOUS, ODIATELO! GHA GHA GHA GHA! Emetto un sospiro di
sollievo nell’apprendere che il ritmo della narrazione
è buono e piacciono
anche a me le frasi isolate e nelle parentesi quadre, danno uno strano
effetto.
Per
Axel...Dovrà uscirne da solo, nessuno può
aiutarlo. Ventiquattro è solo un
dato, non altro. Trenta, quaranta, Axel rimane una persona piena di
mere fife
ed inutili incresci.
Se Demyx
sta con Zexion...? Prova a leggere questo capitolo, poi dimmi cosa ne
pensi ^_^
No, no,
continua e leggermi e scrivere recensioni lunghissime[anche divagando
XD], non
mi fai altro che happy!XD
»
Roy4ever:
Sere
san[da come
scrivi mi sembri più grande di me]!>_< *me
felice* Cullo la speranza che
tu non reputi questa FanFiction una delle tante, perchè mi
sto sforzando perchè
non sia così. Niente regolari bulletti, niente regolari Uke,
ricordatelo :) Lo
scherzo che mi è piaciuto di più è
stato quello del test a luci rosse XD
»
kns_87:
GHA!
Alla divina è
piaciuto un sacco questo capitolo!? *mi postro
all’apprezzamento della mia
prima dea ispiratrice*
Già,
Auron non si smentisce mai. ‘This
is your story.’ e nulla più, però XD
Zexion
piace assai anche a me ^_^
Per
Demyx...Aspetta!
»
Reki_Hiwatari:
No
problem, basta che hai letto E recensito ^_^
»
Whattina:
Axel
bullo e Demyx
tirocinante sfigatello è troooppo scontato. Scombussolare il
tutto è sano, no?
^_^ Sì, la parte del mezzo-strupo di Axel è
piaciuta anche a me. E’ figUo
leggere dei pensieri birbantelli di Demyx XD
Ti
soddisfo appieno nel punto di vista di perversione totale? Gha, se sono
perversa io XD Ai lettori piace la roba più hard,
ma...Ogni cosa a suo
tempo!XD Tuttavia cerco di essere sempre fine ed esporre con classe!
...Naturalmente sto scherzando XD Io non sono per nulla raffinata nello
scrivere T^T
»
Nahema:
CaraCaraCara,
Naheeee! Ho persino temuto non ti fosse arrivata l’e-mail
d’avvertimento...Kuja,
il maestro birichino![no, è proprio un maniaco]XD Io
rispetto troppo Xemnas! E
se legge Death Note è anche meglio!XD Se
avessimo uno come lui a fare da
preside, probabilmente al posto della matematica ci verrebbe insegnata
la
metodologia per uccidere senza essere sgamati XD
...Scherzo,
Xemnas è un uomo serio nel suo lavoro -_-
»
Naoto:
Imprecisoni
lessicali?? COSA INTENDI CON IMPRECISIONI LESSICALI?? Spiegamelo! Di
battitura?? Di distrazione?? *GHAAAaa*
Ero nel
panico, volevo spiegare in modo appropriato le sensazioni di
Axel...Perchè la
sua non è semplice paura.
Gha,
good! Continuami a seguire, ti prego!
»
kiaaxel:
Mi
fai felice T^T
Rinunci ai compiti per Lessoooooooons...! I LOVE YOU!
»
Celine_Falilith:
Persona
INUTILE! Se vuoi sapere qualcosa, chiedilo direttamente a me, non mi
metto a
risponderti qui! Ci vediamo praticamente ogni giorno! NOOO,
TI PREEEGO...!
E’ stato un errore madornale infilarci Auron...QUEL
MASTODONTICO PEZZO DI MUFFA
ARRUGGINITO!
‘Thisshis
shyourh sshtory’!
Non ci
credo che preferisci codesto ad Axel! NON FALLARE, RAGAZZA!
Finché
esisterà Larxene, esisterà KYAH. Quindi non ti
resta che farla fuori...
Comunque,
a parte l’accenno ad Auron, recensione interessante.
Dovrebbero farne di più
come le tue è.é
...Magguarda
chi c’è!:
GHA!
Sono Sorina_SA! Sono tornata!
Qualcuno di voi ha forse sperato nel
dodicesimo capitolo di It’s time to Fly...Mi
dispiace avervi deluso ^_^”
Chiedo
subito venia per alcuni miei errori
ed imprecisioni nel capitolo precedente:
•
Ho continuato a scrivere ‘Kuya’,
perchè sono io che lo leggo così...Ma si scrive
‘Kuja’;
•
Gli anni di liceo giapponesi sono tre, ma
Kingdom Hearts Istitute segue, solo in questo caso, il canone
americano[ed
italiano ecc];
•
Rispondo a Xemnas89
qui, ma è per tutti: io non spoilero
MAI i nuovi personaggi che appariranno!XD Per
nessun motivo non spoilero
neanche in generale!XD
[però
in fondo al capitolo c’è un’eccezione
speciale]
•
Non uso frasi in Romaji, perchè stanno
già parlando giapponese; non voglio essere incoerente. Ma
per parole come
‘obento’ – che è il cesto del
pranzo – o definizioni varie e nomi di cibi li
scriverò in Romaji, essendo più comoda una parola
sola che quattro XD
•
Ho riguardato il secondo capitolo. Non so
quando lo riposterò corretto, dovrei trovarne il tempo...
L’unica
frase intera che ho aggiunto è
questa, in cui Xemnas si ritrova in presidenza Axel tutto spossato
dagli
scherzi: [...] Il suo sguardo ha la stessa
espressività di L/Ryuzaki di
Death Note...Possibile che un Akuma alla D.Gray-Man lo stia
possedendo...?
Accidenti, io non ho mai fatto un esorcismo! Forse dovrei farlo
visitare da
Lulu...
•
C’era differenza quando nelle parentesi
quadre scrivevo in corsivo o no...Ve ne siete accorti? Le frasi
corsivate sono
dati del passato, cose già state pronunciate, ma non spiego
da chi. Be’...In
questo capitolo sono andata contro la regola...Ho i miei buon motivi!XD
•
Non coniugo i verbi a caso; quindi non
sono sviste quelle che avete letto e leggerete, è tutto
volontario ^_^
•
• • Con voi ho continuato a definire
Demyx un ‘bulletto’, ma non è da
considerarsi tale. Xigbar, sì, che può essere
definito bullo[anche un po’ Zell XD], irruente alle regole e
non curante del
galateo; Demyx è un ragazzo mansueto, non fa niente di male
se non istigato. Le
risse in cui è spesso coinvolto, l’incendiare
l’auto di Steiner, ecc., sono
tutte frutti di provocazioni fattegli, lui non fa mai nulla per caso.
Starete
pensando “...E allora perchè ce l’ha
tanto con Axel?”...Axel,
involontariamente, l’ha stuzzicato. Forse essendo un
professore fresco fresco, appariscente[occhi
e capelli] e con un atteggiamento così arrendevole...Ve lo
ricordate quando nel
primo capitolo, gli dice “[...] Quando ti mostri così
indifeso, mi viene voglia di farti del male...”?
Ecco. Siete liberi di
pensare ciò che volete, che Demyx è sadico[un
po’ lo è u_u] e che Axel lo
attizza perchè è sexy o puccioso, non lo so, ma
l’opinione dell’autrice è
questo ^_^
In
questo capitolo invece:
Il
capitolo sarà molto molto più corto
degl’altri. In realtà sono i primi 4 punti che
componevano il terzo capitolo
originale. Ho deciso di postarlo così, perchè di
punti ce n’erano 25, e
aspettare fino a giugno per aggiornare era inconcepibile XD Quindi
eccolo qui,
in anticipo.
Ci saranno poche conversazioni; presento
meglio i personaggi, svelando anche qualche altro drammino interiore di
Axel XD
E’ narrato in terza persona. Sono stata
poco democratica XD Ma per questo capitolo e per i prossimi due a
venire sarà
così per questioni che non posso spiegarvi.
Buona
lettura ♥
3. Un giorno come un altro
Sono
quasi le sette.
Axel
è prono sul tavolo della sala insegnanti.
Un’ora fa ha ultimato in fretta e furia la
correzione dei test d’inglese delle terze, per dedicarsi poi,
con impegno, al
controllo delle verifiche d’informatica delle classi prime.
Negli ultimi tempi accade spesso così, gran parte
degl’altri insegnanti per un’impellente
dovere irrevocabile gli
affastellano i propri compiti.
A lui non passa neanche per l’anticamera del
cervello di rifiutare, piuttosto, essere incaricato di tali mansioni lo
rende
fiero e lusingato.
Se gli commissionano questi lavori, è proprio
perchè si fidano di lui, no? Poi non è un grosso
sacrificio, solo un po’ di
stanchezza in più, ma sapere di essere d’aiuto, utile,
colma qualsiasi
sua mancanza.
Oltre
le larghe finestre, l’ombra d’ogni cosa
è
slanciata dalla luce rosseggiante del tramonto. Il silenzio urbano
è graffiato
di quando in quando dal cra cra di qualche
cornacchia, e si ode, più
distante, le risate di bambini indugianti al parco giochi, restii nel
fare
ritorno a casa. Lo sfregare ritmico dello scopettone del bidello fuori
dalla
porta tace da un pezzo, ma Axel non se n’è ancora
accorto.
‘Ho
finito...Speriamo al professor Cid vadano
bene...’
Soddisfatto,
inserisce accuratamente l’ultima
prova e le altre nella cartellina, posando la penna. Si abbandona allo
schienale della seggiola, levandosi gli occhiali. Si sfila
l’elastico dai
capelli ed accosta le palpebre; gli occhi gli pizzicano dopo la lunga
contemplazione di caratteri relativamente piccoli.
Resta così per poco.
Inforca le lenti, recidendo quell’attimo di
beatitudine. Fa per alzarsi, desideroso di tornare nel suo appartamento.
Contemporaneamente,
sussulta allo sbattere della
porta.
Inspira
violentemente, reggendosi con fare
spasmodico ai braccioli e ritraendosi il più possibile sulla
sedia. Fissa
l’appena arrivato Melodious, struggendosi con tutto
se’ stesso nell’aspirazione
di sapersi teletrasportare, o di essere un qualcosa
d’incorporeo,
impercettibile alla vista, intangibile al tatto. In alternativa - sogno
ricorrente che ha contrassegnato ogni giorno della sua biasimevole vita
-
non essere Axel Blaze.
Non gli resta che subire gli indicibili martiri
che Melodious gli avrebbe galantemente prospettato
di lì a poco...
...Si dà del coglione, perchè nella testa gli
balena il remoto spiraglio che, forse, avrebbe
potuto cavarsela, che per
questa volta, forse, la solita sfiga gli avrebbe
dato una tregua...
Già. E’ proprio un coglione.
“...T...Tra poco a-arriverà il preside...! Non ti
conviene avvicinarti a m-me...!” Un’avvisaglia
affettata; cosa può
importargliene a lui se sta per arrivare il
preside?, ma prega comunque
abbia effetto.
L’espressione
di Melodious non ha una piega. Quel
sorriso è statico, tanto fatalmente bello, quanto
insignificante. Non elargisce
nulla, se non la paura per ciò che il possessore avrebbe
potuto fare.
Ma
quanto è bello, maledizione...
Si
fa vicino a passo sicuro, ma indolente, sempre
più vicino, vicinissimo. Ed espugna, con movenze eleganti,
l’invisibile
fortilizio che Axel confida di aver eretto.
Il suo incubo ad occhi aperti gli si è
accomodato con nonchalance sulle gambe.
E’
giustificata l’impressione che il nastro della
sua esistenza si sia inceppata in un’occasione, in
quell’unico punto?
“M-Melod--...”
“Shhh...”
Il respiro freddo battergli sul
viso.
Fa scivolare la mano dietro la sua nuca,
intrecciando le dita coi ciuffi rossi, stringendo forte, ma non troppo.
Il
cuore di Axel manca un battito, quando,
veemente e sfrontato, Melodious gli s’immette nella bocca.
Non ha alcun riguardo, come fosse il padrone, lo
possiede con la lingua, esplora con irruenza ogni angolo, non lascia
vie di
scampo.
Azzanna, lecca, succhia, fa male,
ingiustamente e dannatamente perfetto.
E’
un contatto che non ha niente di dolce...
E’ un contatto rivoltante.
E’ un contatto viscido.
E’ un contatto sbagliato.
E’ un contatto cattivo.
...Ed
oltremodo eccitante.
Ma
ugualmente errato...
Lo sforzo di sollevare le braccia, e fremente,
Axel lo afferra per le spalle, allontanandolo e allontanando anche la
presa dai
suoi capelli.
Gli occhi lucidi di indomito piacere puntati
altrove, le labbra turgide e dischiuse pronunciano a fatica
“...N-no...No...Devi s-smetterla...!”
Pensa per un istante che non lo abbia udito, o
probabilmente quelle per Melodious erano parole senza senso. Difatti si
è
riavvicinato, ora, buono, gli scocca piccoli baci
ovunque, sul mento,
sulla mandibola, sul collo, agl’angoli della bocca.
La mancina era scesa più in basso e lo tocca in
mezzo alle gambe.
“Ah...”
Un sospiro, ed un altro, sotto
quella carezza licenziosa, una blandizia che non ha intenzione di
ritirarsi. Le
punte delle sue dita restano lì, sul cavallo dei pantaloni.
Crudeli e pericolose.
“F-FERMATI...!” Ed Axel sa
che
quell’ordine è rivolto più a
se’ stesso. “Smettila di comportarti come un
bambino...! Smettila, ti prego...!”
Il
liceale cessa di dargli baci, distaccandosi
appena. China il capo, rialzandolo un attimo dopo e reclinandolo di
lato, dando
persino l’impressione di vergognarsi. Educatamente perplesso,
domanda “Vuoi che
la smetta?” Gli concede un’altra moina sulla patta
rigonfia, esortando un altro
sospiro che voleva essere trattenuto “...Però, il
tuo corpo...” Accosta la
fronte con quella del suo insegnante. “...Manda...”
Il sorriso che prima si è
dileguato, riappare ancora più ampio ed insolente.
“...Segnali contraddittori...”
Un’altra carezza.
Non
riesce a contenere un ansimo carico di
desiderio a quell’unico tocco marcato con più
vigore.
Lascia che la mano di Melodious gli sbottoni i
pantaloni, facendo finalmente scorrere le dita sulla carne bruciante,
muovendosi per tutta la lunghezza dell’eccitazione e
stuzzicandone la punta con
l’indice.
“Vuoi che la smetta?” Ride
infame, prima
di morsicargli a sangue le labbra.
Axel geme forte nella sua bocca, ormai senza nessun pudore.
E
geme ancora
[
...E’ giusto quello che stai facendo,
Axel...? ]
E
ancora
[...E’
davvero quello che vuoi, Axel...?
]
E
ancora
[
...E’ un volubile desiderio il tuo, Axel...?
]
E
ancora
[
...O va oltre...? ]
Ancora
[
...E se dopotutto... ]
“...Aha...!”
[
...Non gli interessasse saperlo? ]
Infine
deflagra, il suo seme sporca il
palmo del ragazzo.
Incurva la schiena in avanti, la testa va ad appoggiarsi
sul suo costato.
Avvampa ulteriormente per la vergogna, per quello
che hanno appena fatto insieme, non avendo la
risolutezza di tirarsi su
e guardarlo negl’occhi; ma avendo solo quella che crede sia
la decenza di
restare nel silenzio del suo affanno.
Decenza,
un concetto
che sembra completamente assente in lui.
Melodious
fa riaffiorare la propria mano dai
boxer, ravvicinandosi in modo da aderire totalmente al suo corpo, in
modo da
inglobare il suo calore, sentirselo contro a se’,
fondersici.
Gli accerchia la schiena con le braccia, la mano
umida serrarsi, di nuovo, sui suoi capelli sciolti.
Un
abbraccio quello, che odora di sesso.
L’adulto
[ che di questo ha solo la
qualifica ] ha il viso che sporge oltre
la spalla del suo alunno. E’
imbarazzato [ tormentato in ogni senso
], l’eccitazione
palpita ancora [ selvaggiamente
], la voglia non se ne va [
non se n’è mai andata ].
Quelle fibre dorate lo solleticano, col loro
incessante profumare di qualcosa che non sarebbe mai riuscito a
descrivere.
Forse
di sigaretta. Forse di giglio.
Sicuramente
Di Lui.
Profumo
buono.
Pungente.
Esaltante.
...Come ama quel profumo
Il
suo orecchio è avvicinato dalla bocca del
ragazzo, con un lieve inclinamento del capo di questo.
Fruscia carezzevole. “Dì, professore. Ti senti
così attratto da colui che ti sta parlando? Da un tuo
studente? Da un
maschio? Il timido e riservato Axel Blaze è
attratto da tale soggetto?”
Labbra
gelate gli lambiscono la pelle.
“Da
quanto provi questo, Axel?”
...TU TUM
Axel sbarra le palpebre, scattando a sedere sul letto, la coperta che casca sul pavimento.
Anf...Anf...Anf...Anf...
Come
reazione spontanea, si volge lo sguardo
intorno, controllando la camera.
Ovviamente
non c’è nessuno...
Si
asciuga la fronte madida di sudore con la
manica del pigiama.
L’orologio luminoso sul comodino segna le 4:33.
Un respiro refrattario. Il viso nascosto tra le
mani.
“Di
nuovo...”
“Oh,
accidenti...! Sono arrivato tardi...Addio,
yakisobapan...”
Mugola Zexion affranto, qualche passo dietro alla
torma fermentata in attesa del proprio turno per ordinare i panini al
chiosco.
“Zexion
saaaan...!”
Dal fondo del corridoio, Zell lo raggiunge
dimenandosi nel salutarlo. “Senpai, che fai?? Non ti metti in
fila??”
“Sono in ritardo. Quando sarà il mio turno, non
ci sarà rimasto più niente.”
“Oh...” Guarda pensoso il volto rannuvolato
dell’amico, poi con somma animosità
l’agglomerato di persone che si spinge,
peggio del pogo al concerto dei Sex Pistols.
Ed
angosciante tragedia:
Zexion
Yakisobapan =
________________
Un
Senpai A Funesto Digiuno
Gli batte le mani sulle spalle con fare
cerimonioso. “Resta qui, senpai. Torno subito!”
Un po’ saltellando, un po’ correndo, Zell
ripercorre i propri passi, sparendo dopo aver girato
l’angolo. Passano forse sì
e no quattro minuti, quando ritorna marciando entusiasta, tallonato da
Riku,
Xigbar, Lexeaus e Xaldin. La cosa ha dell’incredibile, visto
che ognuno di loro
ha le aule ben distanti e in piani differenti.
I miracoli di Zell.
“Ok,
gente! Lavoro di squadra! Senpai
Riku, tu adescherai le ragazze presenti con il tuo fascino! Gli
altri--”
“Perchè è
“Ascolta, Xiggy.” Attira la sua attenzione Riku,
con uno sguardo d’accigliata amarezza.
“E’ una cosa che penso da molto, ma che
non ti ho mai detto perchè mi è mancato il
coraggio. Non offenderti, ti prego,
ora che sarò franco: Xiggy, tu fai schifo.
Nemmeno la peggior racchia in
calore ultrapensionata che non scopa da quarant’anni ti
considerebbe appetibile.
E’ la verità nuda e cruda, Xiggy.”
Questa volta, oltre a Xaldin, serve anche
l’apporto di Lexeaus a sopperire l’impetuoso
contrattacco del ragazzo.
“MERDA! MERDA...! LASCIATEMI! CHECCA
STRONZA! TI RIDURRO’
Zell fa ballare la testa, spazientito. “Non
perdiamo tempo con questioni estranee! Vi ricordo che qui, il povero
Zexion,
rischia di rimanere senza pranzo! Atteniamoci ai piani!”
La stizza di Xigbar stempera di mille migliaia di
gradi centigradi, rimpiazzata da un serio cipiglio. “Facciamo
in fretta.”
A Riku, basta dire, con un sorriso
stra-sfavillante ed abbacinante da autentico Idol
“Ragazze, pranziamo
insieme?”
Xigbar regala intimidazioni, promettendo un misterioso
incidente alle famiglie di ciascuno e dando qua e là degli
spintoni.
Lexeaus e Xaldin prendono qualche studente in
mano – sì, in mano - e lo
scaraventano via.
Zell scompiglia ad oltranza la situazione,
saltando addosso a chiunque in piedi e schiamazzando “VOLO
D’ANGELO! Subitevi
la mia maestria nel barcamenarmi col mosh&roll,
mediocri poghisti
che non siete altro!”
Per tutti quei poveri innocenti, l’ordinazione
dei panini si è tramutata in una vera e propria lotta per la
sopravvivenza.
Tramortito
l’ennesimo ragazzo, Zell va ad
afferrare Zexion per un gomito. “La strada è
libera!” Gli fa oltrepassare
quella scia di morte, fino al chiosco dove l’anziana signora,
un po’ dura
d’orecchi e dagl’occhiali stile ‘fondi di
bottiglia’, vaga nel suo mondo.
Fa gesto con le dita “Due yakisobapan, per
favore!”. Paga di tasca propria 240 Yen, spingendo tra le
braccia dell’amico i
panini.
Zexion
sorride esasperato, sbuffando. “Grazie. Ma
non fatelo più.” Con una mano traffica nella tasca
dei pantaloni, raccattando
qualche moneta.
“EHI,
EHI! Che stai facendo!?” Lo sgrida il
kohai, stralunando gli occhi e ponendosi in posizione ‘di
difesa’. “Non
oserai...!?”
“I
soldi non crescono sugli alberi. Prendili e
taci.”
“Appunto
che non crescono sugli alberi, dovresti
tenerteli stretti! Non tutti hanno il lusso di sperperarli come me,
sai??”
“Zell,
basta. Lascia che paghi i miei
panini.”
“NO
E NO! NON TI PERMETTERO’ DI FARE UNA
COSA DEL GENERE...! TI PREGO, PARLIAMONE! RISOLVIAMO
Zexion
sbatte gli occhi una volta sola, in modo
più vistoso attuabile.
“Ho capito.”
“OH,
SENPAI, ora ragioni! Sono fiero di te, hai
capito...!”
“Sì,
ho capito...” Si avvicina a Xigbar,
obbligandolo a prendere in mano gli Yen. “...Che con te
è inutile discutere.
Xigbar, appena puoi potresti propinarglieli? Usa anche la forza, se
vuoi.”
“MA!
Zexion san...! Sei un baro!”
Gorgoglia terrorizzato Zell, incominciando a proiettare occhiate
ansiose al già
sogghignante ‘mercenario’.
“Lo
sai quanto odio perdere.” Replica l’accusato,
sospirando.
E
lo odia sul serio.
Da
quando, a sei anni, ha intrapreso ad avere una
propria sistematicità e la facoltà di cogliere la
realtà come lo è davvero,
è solito ad uscire vincitore da qualsiasi dibattito. Certo,
queste discussioni
vertevano su chi aveva il diritto di usare per primo il bagno la
mattina, chi
di sedersi sull’unico e comodo sofà invece che
sulle dure seggiole di legno
della sala comune, chi ad avere il possesso del telecomando. Cose del
genere.
Nessuna
soddisfazione nell’avere la meglio, non
ne aveva neanche il lusso; dopotutto era nella merda quanto loro.
Lì dentro,
solo provare a pensare di essere migliore, superiore,
poteva
annientarti. In tanti modi.
C’è
da chiedersi come faceva a non lasciarsi
sottomettere l’indifeso ed innocuo fagiolino
qual’è Zexion...Non ha proprio
l’aria di poter farsi rispettare a suon di botte, giusto?
Il
profilo personale di ogni orfano era custodito
dentro l’archivio del direttore, essendo file
d’assoluta segretezza.
La tutela della privacy era un principio troppo
astratto, all'incirca un’allegoria, di conseguenza, le
informazioni finivano
serenamente di bocca in bocca, a cui qualcheduno di più
belle maniere annetteva
l’espressa richiesta di “Non
dirlo a nessuno, mi raccomando!”.
Erano
profili frammentari, intricate matasse che
a forza di passare da mano a mano denotavano moltitudini di nodi.
Zexion, come
un abile e paziente filatore, dipanava quei bozzi e tesseva una tela
pregiata,
senza pertugi.
Con straordinario intuito e con una smisurata
dose di fantasia, azzeccava sempre nei dettagli l’interezza
del documento.
Rivangare un passato torbido e destato, con
simile bravura ed in simile situazione, operava a
far volare pugni.
Dopo tale esperienza, tuttavia, non si sarebbero
più attentati a discutere e gli sarebbero stati alla larga.
La
paura di soffrire spaventa più della
sofferenza stessa;
è la prima cosa che ha acquisito.
Le
persone sono esseri semplici, c’è chi potrebbe
volgarmente chiamarli ‘ammassi di carne’.
Degl’ammassi di carne
che si lasciano condurre dalle regole della percezione, da una psiche
alla vaga
ricerca di sentimenti che vuole provare. A causa di questo si
può divenire del
tutto ciechi al resto, a volte persino a se’ stessi.
Lui non si estrania da questa catalogazione; con onestà,
però, può ammettere di essere sempre stato un
po’ più astuto.
Negli
anni in orfanotrofio, ha imparato a sondare
qualsivoglia persona in cui si imbatte, a comprenderne il
comportamento, ad
osservare ed analizzare la prassi con cui agisce. Ha imparato a capire
cosa la
gente prova soddisfazione nel sentirsi dire, spesso e volentieri
vergognose e
mere bugie. Ha imparato a discernere i vari aspetti di una persona,
manovrarli.
A manipolare i desideri e le convinzioni di qualcuno.
E’
così semplice.
Sa
destreggiarsi egregiamente con le parole;
parole che a volte celano sottili insinuazioni, parole tanto taglienti,
da danneggiare irreparabilmente il destinatario.
Non provocazioni, ma affermazioni, semplici verità.
Ai
più deboli, o con un antecedente un po’ misero,
invece, riservava un trattamento più accondiscendente.
Piangeva.
...Come?
“
[...] s.f. 1 Liquido acquoso prodotto
dalle ghiandole lacrimali dell’occhio | lacrime calde,
cocenti, frutto di un dolore
aspro | lacrime d’amore, di sangue, provate dal rimorso,
dolore, disperazione.
[...] 2 est. Goccia o
piccola quantità di liquido [...] ”
La
definizione di ‘lacrima’ che si trova su un
qualsiasi dizionario.
‘Piangere’ è il sostantivo con cui
indichiamo
quando, appunto, versiamo lacrime. Lacrime, che per un motivo o
l’altro, sono
secerniate dalle ghiandole lacrimali.
Ma le persone - persuase da quella solita
psiche capricciosa che stimola assiduamente emotività ed
impulsi -
attribuiscono a questo liquido un grande significato.
Funzionava
ogni volta, Zexion arrivava ad
istigare compassione ed indulgenza a chiunque volesse.
In orfanotrofio nessuno si voleva mostrare
debole, ne’ a se’ stessi, ne’ verso gli
altri; volevano fare i duri loro.
Ed accorgersi che c’era qualcuno che non si nascondeva, che
si mostrava
apertamente, che non si vergognava di ciò che sentiva, era
quasi rassicurante.
Perchè, all’istante, nelle loro teste scattava
l’idea ‘Io sono più
forte’
alla vista di quel ragazzetto in lacrime, ‘Io non
ho bisogno di piangere’
ponderavano con fierezza.
E se si piangeva per loro, quanto si sentivano
capiti, rilevanti.
Ma non potevano di certo immaginare che, l’atto
d’impietosirli, era il metodo più veloce di
addomesticarli, di allacciare un
rapporto di convenienza. Conquistarsi le loro simpatie andava a suo
vantaggio
per, quando, avrebbe dovuto servirsi di loro, in futuro, per qualunque
cosa.
Comprensibilmente, a parte questa relazione
controversa, non c’era nient’altro.
E’ un ammasso di carne anche lui, no? Non sarebbe
riuscito a reggere la commedia se fosse stato anche in piccola parte
affezionato a quella persona.
Zexion
era - e tuttora è - bravo ad
ottenere ciò che voleva.
Solo
con due persone, non si era avvalso della
sua loquacità e il talento nel recitare.
Uno
era Demyx.
L’altro
[ Oh, che parole affilate,
perfette, aveva per lui ] era Marluxia,
apparentemente intoccabile,
profondamente tormentato.
Lo stesso tormento che Zexion aveva all’interno,
nel suo cuore, forse. Un qualcosa ormai ingabbiato da molto tempo,
quasi
dimenticato, confuso e filtrato da altri sentimenti. Deteriorato
da
altri sentimenti.
Ferire Marluxia, sarebbe stato come ferire se’
stesso.
Non poteva, non doveva, non voleva.
Marluxia era lo specchio di quel un qualcosa
che era [ è ];
trasparente lo rifletteva, fin troppo.
In questo erano vicini, solo in questo.
Lo comprendeva, conosceva il perchè, lo
capiva.
Allora non reagiva, lasciava, con insofferenza,
farsi fare qualunque cosa passasse per la testa a Marluxia,
qualunque. Per
quanto umiliante potesse essere.
Quanto aveva progettato per Zexion un poco prima
dell’abbandono di quest’ultimo
dell’orfanotrofio, lo ricorda ancora. E’
ineliminabile in lui.
E’ un pensiero ingombrante, accidioso, acre.
[
Marchiato sul cuore con l’acido ]
Demyx
crede che il comportamento di Marluxia
fosse dettato dalla noia.
Zexion
non gli ha mai svelato che se fosse stato
al posto di Marluxia, avrebbe agito nello stesso, identico, modo. E
non
per noia. Ma, per qualcosa che Demyx, purtroppo a causa della
scarsa
perspicacia ed inflessibilità mentale, non sarebbe mai
riuscito a comprendere.
Sono
trascorsi sei anni dal periodo consumato in
orfanotrofio.
Odierno sedicenne, ha inteso perfettamente di non
poter continuare a servirsi di armi acuminate; per
questa ragione evita
o dosa con siringa. Più volentieri le travasa in armi
inoffensive.
E’
facile ferire una persona, quanto è difficile
rimarginare questa ferita;
la seconda cosa che
Zexion ha acquisito.
...La
sua, difatti...Non si è ancora rimarginata.
E
mai accadrà.
...
“SENPAI
ZEXIOOON...! AIUTO...! VA BENE
PROPINARMELI CON
Si
riscuote, Zexion, al grido.
Scartoccia il suo pranzo. “Andiamo al campo?”
“EHI,
MA MI HAI SENTITO, ZEXION SAN...!?”
“Sì,
che ti ho sentito. Altrimenti adesso non ti
starei ignorando, no?” Addenta affamato il panino.
“Allora, andiamo?”
~
Demyx
non si è mai interrogato realmente sulla
ragione della sua esistenza.
Sì,
effettivamente fa ridere metterla su questi termini, stilla delirio.
L’essere
di Melodious Demyx non prevede
l’imposizione di certe riflessioni, di sicuro
smodatamente macchinose e contorte
per lui; riflessioni che solo filosofi e pazzi invasati si pongono.
Sconcertante, ma il suddetto quesito gli
germoglia nel cervello in quel momento, lui seduto sulle panchine ad
aspettare,
Perchè
viviamo?
Perchè
siamo su questa terra?
Perchè
le persone continuano a soffrire, nonostante il nostro Creatore
ci ami così tanto?
Saggi,
poeti, artisti, additano con inebriata
dabbenaggine
E’ Lui – o chi per Lui
– l’origine di
tutto; di ogni nostra gioia, di ogni paura, e debolezza. Lui
è il ‘Tutto’, noi
i testimoni dinamici e corrosi da questo
‘Tutto’.
Ci
mette alla prova,
è usuale dire.
Una
risposta nient’affatto soddisfacente, è solo
un incipit di nuovi e interminabili interrogativi.
Allora,
altro non siamo che cavie da laboratorio di un curioso
marionettista?
Demyx
non crede in Dio, ne’ crede in un’entità
maggiore.
Nemmeno nel destino. Le cose succedono e basta.
Si vive, perchè si vive; si è su questa terra,
perchè si è su questa terra; si soffre
perchè il dolore è inevitabile fintanto
si esiste.
A
prescindere, tira ancora avanti con spassionato
impegno per un motivo futile, ridicolo per certi versi, ma
più che legittimo
desiderio.
A proposito non ha mai fatto parola con nessuno,
e mai ne avrebbe fatto. Si sarebbe portato quell’aspirazione
nella tomba.
Tira
per l’ultima volta e butta la sigaretta
sull’asfalto consunto del campo, schiacciandola con la suola
della, ormai allo
stremo, All Star.
‘Zexion.’
Lo intravede appressarsi scortato da Xigbar e
Zell.
Aspetta che sia lì e gli si sieda accanto, prima
di fargli un po’ dondolare davanti agl’occhi il Pokari
preso al distributore
dell’aula docenti.
Zexion incurva quel poco le labbra per far capire
di gradire il dono e si ficca la bevanda nella tasta del blazer nero
della
divisa. Ad un tratto, come folgorato proferisce, senza variare quella
sua calma
insita “Ti sei scordato ancora i tuoi vestiti. E’
sempre così, vieni
praticamente ogni sera da me e ti dimentichi di riprenderteli. Un
giorno di
questi sarai costretto ad andare in giro nudo. Ricordatene,
ok?”
“Il
problema è che non saprei dove metterli i
miei vestiti. Non ho un armadio.”
“Uhm...Adesso
che ci penso, a casa, su in solaio,
abbiamo un armadio. E’ un po’ vecchiotto e non
è tanto grande, ma per ora ti
potrebbe far comodo. Vuoi che te lo portiamo io e papà in
macchina?”
“Sì.
Puoi venire anche stasera.”
Zexion
ingoia l’ultimo boccone di yakisobapan,
iniziando a scartare il secondo.
“Chissà come sono stati contenti i professori in
questi giorni. Le tue assenze devono essere state delle
benedizioni.”
Non lo disse con cattiveria; infatti Demyx
sorride a quella dichiarazione. “Vorrà dire che da
domani mi impegnerò di più.”
“Essere
presente a lezione per poi appisolarsi
sul banco per quasi sei ore, non è impegnarsi,
Demyx.”
“Ma
io mi impegno nel dormire.”
Il
ragazzo gli scaglia un’occhiata che vuol
essere dura. “Sapevo che l’avresti detto.”
L’altro
ride. “E gli altri?”
“Dopo
‘l’impresa panino’, Xaldin e Lexeaus si
sono dileguati. Riku, invece, sono sicuro sia andato a pranzare assieme
al suo
fanclub.”
E’ ben udibile il “Pfui!”
aggressivamente
sommesso di Xigbar.
Demyx
investiga mentalmente per un secondo sul
significato di ‘impresa panino’,
ma lascia presto perdere.
Delicatamente, cinge con un braccio la vita esile
del suo nii chan, portandoselo più vicino. “Sto
ancora aspettando un
ringraziamento ben stimato per averti portato il Pokari.”
Zexion
inghiottisce il pezzo di panino e dice
“Grazie.”, dando un bacio veloce sulla sua guancia.
“Cosa?
Tutto qui?”
“Sì.”
Il
biondo scuote piano il capo, divertito.
Si piega lievemente su di lui ed affonda il naso
nei suoi capelli, inalando il leggero aroma. Sanno di fragola, lo
shampoo
preferito di Zexion.
Adagio discende, accarezzandogli il lobo con le
labbra, mordicchiandolo a rilento. “Demyx, sta fermo. Mi fai
il solletico.”. Lo
ignora, spostandosi sulla mascella liscia, tirando appena fuori la
lingua nel
vezzeggiarlo, dispettoso, per saggiare la pelle zuccherosa, al gusto di
panna.
“Sei fastidioso, basta...!”. Demyx ridacchia; e
molesto fino alla fine, gli scocca a tradimento un bacio sulla bocca.
L’altro,
continuando a masticare, mugugna scocciato, mentre nei capelli gli si
ci
riaffonda dolcemente il suo naso.
Zell
aveva anatomizzato il tutto, muto.
Questa
si potrebbe definire una scena di
idilliaca amicizia fra ragazzi?
Chiunque
risponderebbe di no – un no secco, decisamente
-, avrebbe detto, che indubbiamente c’era qualcosa di
più.
Zell, spettatore fortuito di simili quadri da Fanservice
da molto tempo, avrebbe risposto nell’ennesimo modo.
Malgrado ciò, Zexion e Demyx sono ufficialmente
solo amici. A-M-I-C-I. Stop.
‘Un’amicizia
fin troppo ambigua per essere solo
questo’,
pensa; anche il “...Ti sei scordato
ancora i tuoi vestiti. E’ sempre così, vieni
praticamente ogni sera da me...”,
ne dà conferma.
Non
comprende bene il perchè, però il coraggio di
domandare se in effetti c’è dell’altro,
gli viene repentinamente
risucchiato non appena, ogni volta, è lì
lì per fare la fatidica istanza.
Per l’imbarazzo? Ma, no...E’ per la fifa
irrazionale che gli si incanala dentro, al pensiero di un
“Sì, c’è
dell’altro.”.
E neppure si può dire che siano in preda a bradi ormoni
adolescenziali, che li pungolano a gozzovigliare a tal modo...Le
ragazze, per quella
cosa lì, non mancano!
Zell vuole che siano tutti amici, tutti allo stesso
livello, ed è terrorizzato dal possibile
distaccamento di questi due dalla
comitiva.
Ad
essere sinceri, in cuor suo, sa già che in
parte è così; sono sempre stati...
...Come dire...
... Lontani.
Lontani dagl’altri, dal mondo. O meglio, vivono
sul loro piccolo mondo riservato, strapieno di insegne al neon
intermittenti a
scritte cubitali, del genere Ehi, solo Demyx&Zexion
qui, tu non c’entri!.
In pratica: non vuole essere escluso dal
party, a parole Zelleniane.
Perpetua
a
fluttuare nel limbo delle congetture che accrescono a profusione quando
il caso
– spessissimo - gli fa finire tra
le
mani FanFiction ad alto tasso Yaoi
elaborate dalle frivolmente geniali menti febbricitanti di qualche
fangirl della scuola, con loro da protagonisti.
Quella razza di roba non riuscirebbe neanche ad
elaborarla il peggiore degli squilibrati! Ma fanno ‘ste robe
le studentesse
invece di stare attente a lezione!?
Più volte, quei racconti gli hanno fatto venire
il sangue al naso. E’ a dir poco un suicidio cimentarsi in
affini letture - Fan
Fiction ‘da gemito’ - si
può morire dissanguati...!
Disagio,
disagio, disagio infinito.
Come
si fa a parlare con una persona che poco
prima si ha immaginato avvinghiato eroticamente ad
un altro tuo amico?
Fastidio,
fastidio, fastidio infinito.
La
comunicazione con loro, in questi momenti
d’intimità, è tabù.
Gli altri – ovvero Zell - lo chiamano tabù, ma
non sono quelli a non desiderare il contatto; semplicemente il contatto
è
inattuabile. E’ come se tutt’attorno comparisse
l’At-Field di un’Eva,
una barriera impenetrabile...
In sostanza, qualora si ‘intromette’ –
con
asserzioni normalissime: “Ragazzi! Dove andiamo
stasera??” “Secondo voi le
persone a cui puzzano i piedi di gorgonzola, hanno un vita sessuale
attiva?”
“Diventerò mai una donna?” -,
la reazione è di buttargli rapide occhiate
distratte, e, mostrando di aver sentito, ti assentono con mezzo
monosillabo,
qualsivoglia sia la domanda o dichiarazione.
E’ lì che decollano le vocine scortesi nella sua
testa, immaginarie, ma palesi.
Sei
di troppo, taci. Meglio: vattene.
Ingiustizia,
ingiustizia, ingiustizia infinita.
Attuale
atteggiamento asociale non ti invoglia
proprio a fare l’amicone, al contrario.
Zell
si gira verso Xigbar.
Sta
protendendo la testa, stizzosamente, e
bofonchia vituperi contro Riku; quello è seduto sul prato a
pranzare al di là
del reticolato che recinta il campo, attorniato dal fanclub.
...
Di
certo non si è accorto della presenza
dell’At-Field.
Vabbè che non si accorge mai di nulla, se non
delle frequenti frecciatine di Riku.
Si può dire che anche lui vive in un mondo a
parte.
“Xigbar,
andiamocene.” Parla sottovoce Zell.
“Eh?”
Fa, dietro il ringhioso “Tanto sono tutte
racchie!”.
Il
kohai addita di nascosto Demyx e Zexion, a mo’
di spiegazione.
Invero,
Xigbar non recepisce. “Che cazzo vuoi?”
“Siamo
di troppo.”
“Tu
sei di troppo, testa di cazzo. Che --”
“Ieri,
Riku mi ha detto che il primo e l’ultimo
bacio l’hai ricevuto a tredici anni da tua sorella, dopo che
lei aveva perso
una scommessa e...”
Sorprendendo
Zell, il ragazzo balza in piedi,
apparendo più minato del dovuto, violaceo in volto.
Ehi,
non si aspettava che la balla avesse esito
così realistico...
“CHECCA
MIGNOTTA, COME FA A--...IO LO AMMAZZO!”
In una marcia iraconda, va in direzione dell’albino e del suo
fanclub.
Eh,
già.
Anche
Xigbar vive nel suo piccolo mondo. Zeppo di
seghe mentali.
E
non.
...
...?
...Uhm...?
...
...E’
la sua immaginazione, o...?
...
...Si
sentono...?
...
...Si
sentono forte...?
...
...Così
forte...?
...
...Le
sente solo lui...?
...
“Aku, cos’è quel sorrisone? Non
è da te, non
te l’ho mai visto fare...”
[ ♪ Din Don
Din
Don
Din Don ♪ ]
Le
campane...Si sentono le campane!
E di sottofondo...? Sì, sono certamente i cori
degl’angeli.
Axel,
il sorriso così largo da risultare
gengivale, ribatte raggiante. “Non credi che oggi sia una
giornata splendida,
zietto?”
‘ZIETTO!?
PERDIANA! C’è qualcosa che non va...’
E’ il pensiero allarmato di Xemnas, per poco lasciatosi
andare al suo
impulso naturale di zio e di abbracciare stretto stretto il nipotino,
non
appena alle sue orecchie è fluttuato il vezzeggiativo zietto.
Ma
Axel è Axel:
non
esistono diminutivi per una persona che diventa rosso nel sentire
casualmente
per i corridoi gli studenti chiamarsi con il suffisso
‘chan’.
Aggrotta la fronte, le pupille dorate quasi
sparire sotto le palpebre basse, assottigliate di diffidenza.
“...Tu...Chi
sei? Non sei il mio nipotino Axel!”
Il
giovane si mostra colpito da quella accusa,
che sembra abbia colto nel segno se si valuta anche il brusco
incurvamento in
giù delle sue labbra; rimane immobile a fissare assorto il
grugno guardingo del
preside.
Poi scoppia a ridere, convulsamente. Istericamente.
“Aha aha aha! ‘Non sei il mio nipotino
Axel!’!
Aha aha aha!” Aumenta il volume di quel verso che
è per metà la sghignazzata di
una iena e il riso di Light Yagami in quei suoi momenti
d’impensata giocondità.
“Aha aha aha! Adoro il tuo spirito, zietto! Sei sempre
spiritosissimo! Aha aha
aha!” Si rizza in piedi, come a voler sbattere la testa
contro il soffitto.
“Zietto, il dovere mi chiama! A più
tardi!” E veleggia diretto alla porta
d’ingresso, salutando con la mano prima di richiudersi dietro
la porta.
‘Qui
gatta ci cova...’
Ancora arcigno, Xemnas fa spallucce, e cauto
riprende in mano JUMP, accingendosi nella lettura
della
Centotrentaquattresima Notte di D.Gray-Man.
*
I
tre motivi per cui, per una volta tanto,
Axel Blaze è contento di essere al mondo:
1
Demyx
Melodious manca da più di due settimane da scuola;
2
Demyx
Melodious manca da più di due settimane da scuola;
3
DEMYX
MELODIOUS MANCA DA PIU’ DI DUE SETTIMANE DA SCUOLA!
Aha
aha aha! Gioia! Gaudio! TRIPUDIO! AHA AHA
AHA!
[
Presto, molto presto, giocheremo ancora
insieme ]
Minacce
al vento...!
A turbarlo non il più irrilevante dei crucci, NIENTE
di NIENTE. Tutto estremamente tranquill--
...
...
...Sì...Tranquillo...Troppo
tranquillo...E’
sospetto...E se facesse parte di una qualche sua macchinazione? Se
stesse
facendo credere ad Axel di aver rinunciato a perseguitarlo, creando
questo
clima di Eden, per poi attaccare sadicamente quando
meno se lo aspetta? Se
fosse così...?
Allora, lui sta facendo di brutto il suo
gioco...!
...N0OOO00oooO0OOo...!
In
mezzo al corridoio, Axel si prende il capo fra
le mani, sbarrando occhi e bocca al cielo in un espressione che va
dall’orripilato allo sconvolto.
Gli studenti, gran parte riversata lì per la
ricreazione, lo oltrepassano circospetti, guardandolo di sottecchi,
domandandosi se ci fosse da preoccuparsi o che sia normale che il
professor
Blaze abbia questi sbalzi d’umore molto teatrali. A
confonderli in maggior
misura, è l’Axel che comincia a sbatacchiarsi
tutto, serrando i pugni
all’altezza del viso.
‘No,
Axel, calmati. Tu pensi troppo...TU PENSI
TROPPO! Di questo passo finirai male! Morirai di stress! Ti verranno a
raccogliere i neuroni da terra col cucchiaino! Quindi comprati un
inalatore e
CALMATI!’
Annuisce
con esuberanza, rassicurato,
imprimendosi in faccia l’allegria precedente.
‘Va
tutto bene, va tutto benissimo, stupendamente
bene...’
“♫
La pecorella Merry...La pecorella Merry è
tutta nera...E viene sempre dietro a me... ♫”
Canticchia a
tono basso, giungendo in sala insegnanti. “♫
...Dietro a
me...Dietro a --...GWA!”
Grida
all’ultimo Axel, sentendosi una mano, che non è
propria, sulla spalla.
Cid,
dietro di lui, tira giù il braccio,
colpevole, a quanto pare, di un’angheria involontaria.
Mi
spiace, Axel, niente pecorella Merry per te
“Ragazzo,
nemmeno la mia ex moglie strillava come
te quando ha scoperto che avevo l’amante...Più di
una, ad essere esatti.
Hai i miei test?” Quell’oggi è
stranamente
immusonito.
Axel
non ha smesso di sorridere; ma per lo
spavento ha serrato la mascella e le narici sono dilatante. Senza
contare le
iridi smeraldo che si vedono per intere.
Non è esattamente l’immagine che uno sponsor
impiegherebbe per la pubblicità di un dentifricio. Come
minimo i telespettatori
penserebbero che se l’è sniffato il dentifricio.
Cerca
di distendersi, sbrogliando un po’ della
sua tensione per far tornare quell’aria di ordine interiore;
i nervi, però,
ancora a fior di pelle. “...A-aha aha! Certo, certo...! I
test!”
Si spedisce immediatamente alla scrivania,
individuando subito la cartellina gialla di cui necessita. Ne rovista
il
contenuto, poi corre da Cid, animato. “Ecco a lei, professore
Cid!”
L’uomo
stringe i test nelle mani e li esamina con
occhio critico. Incomincia a borbottare cupo.
Un po’ del riso di Axel si smorza. “...V...Vanno
bene...?”
Cid
gli offre uno spiccio sguardo lugubre.
Per un istante si sente solo il fruscio dei
fogli.
Trasale
il giovane, quando quello si decide a
parlare. “Non vanno bene. E’ tutto sbagliato,
ragazzo. Ma a cosa pensavi quando
li hai corretti?”
“...Oh...”
La voce gli si è affievolita, una
diversa consapevolezza invaderlo. “...Io...P-pensavo
che...”
“No,
tu non pensavi affatto. Ti ho dato delle
indicazioni precise. Eppure, vedendo il risultato, mi sembra chiaro che
tu non
mi abbia ascoltato. Questo che ti ho dato è lavoro, il
mio lavoro, e tu
non hai saputo svolgerlo. Manco ci hai provato a dovere!”
Un
masso di aguzza realtà gli si deposita nello
stomaco, rendendogli anche il respirare difficile.
Flash!
La
sua felicità si fulmina all’istante, come una
lampadina da 200 watt.
Per chiunque una piccola e banale lampadina da
200 watt, una lampadina che si butta quando non funziona
più, una lampadina che
puoi ricomprare nuova tutte le volte che ti serve.
Axel
se ne rende conto solo ora...
...Di aver ininterrottamente trascorso il suo
tempo in un persistente blackout.
La sua felicità è sempre stata così
blanda, come
adesso, da estinguersi facilmente alla prima folata.
[
Ha sempre vissuto recingendosi in un tugurio di
misantropia, isolandosi con una muraglia di apprensione e sfiducia... ]
Le
cose belle non duravano per lui.
Tutte cose che si sono svelate, senza eccezioni,
disgustose menzogne.
[
...Inutile provare a fingere...
]
Aveva
addirittura creduto che nessuno se ne
sarebbe accorto; non lui, perlomeno.
Che
ipocrita.
Fino
in quel momento non ha fatto altro che
mentire, a chiunque, a se’ stesso.
[
...Perchè
lui non sarà mai davvero felice.
]
Ha
sfasciato tutto, di nuovo, si è perso
il conto delle sue cantonate. Perchè sbaglia di
continuo? E sempre ai
danni di qualcun’altro...
“...Ho
passato un quarto d’ora a spiegarti che nella
parte delle domande aperte dovevi solo mettere una crocetta a fianco di
ogni
risposta errata. Tu hai riscritto tutto, frase per frase, e di fatto
non ci si
capisce qualcosa. Un poccio! E nei quesiti a
risposta multipla ti
bastava indicare quelle corrette, non giustificare ogni responso
scorretto. Non
so come funzioni a casa tua, ma io lavoro così.”
Smette di sfogliare
burberamente le verifiche e grugnisce tediato. “Tsk! Non ci
contare che ti
commissioni ancora le mie prove, ragazzo.”
Dopo
che Cid se n’è andato, Axel resta là
fermo,
nei pressi della scrivania dell’uomo, incapace di muoversi.
Avrebbe
voluto buttarsi a terra in ginocchio;
battere i pugni sul pavimento ed urlare a squarciagola; ad urlare
forte, finchè
qualcuno non gli si fosse accovacciato accanto, offrendogli leggere
carezze
sulla testa, mormorandogli un fiume di frasi confortanti; a dirgli che
si può
sbagliare, che ci sarà una prossima volta in cui
rimedierà...
Ma
si sarebbe disperato invano...
...Perchè
sa, che nessuno sarebbe venuto a fare nulla di tutto ciò.
Sbatte
le palpebre rapidamente, spremendo la
vista improvvisamente velata. Gli occhi gli bruciano tanto. Li stringe
con più
energia, e come un segnale, sa di doversi vergognare di quei quarti di
lacrima
soffermatigli esitanti agl’angoli. Non sono abbastanza per
sfuggirgli
candidamente sulle guance, ma abbastanza da confermare questo: debole.
[
Sei debole, Axel. ]
I
suo fiato è dimezzato, riesce a prendere aria
solo a piccoli sorsi, sollecitamente, come dopo una lunga e faticosa
corsa
senza pause.
E gli sembra di avere due macigni al posto delle
gambe, quando fa ritorno alla sua scrivania.
...Occupata da Demyx Melodious.
Vorrebbe
scappare [ l’unica cosa in cui
è bravo ] ma
il peso dei macigni si è triplicato.
Lui
è seduto, volteggiando incurante sulle
rotelle della poltroncina, lo sguardo puntato in aria.
...Lo vede.
Immagini
appartenenti a più di due settimane fa,
sfilano baldanzose davanti ai globi oculari, impossibili da scacciare...
‘...Su
quella stessa sedia mi ha toccato...’
Divampa
all’istante, l’intensità del suo respiro
sminuire drasticamente.
Melodious,
ora in piedi, si avvicina.
Axel
è pronto.
Pronto
a subire.
“...Te
ne sei stato per un sacco di tempo là
fermo come un sasso. Stavo per venire a svegliarti.”
Axel
si è irrigidito.
Un fiotto del suo odore lo ha sferzato con
la veemenza di una frustata.
Come
è possibile che la dolcezza dell’aroma morbido del
giglio si
armonizzi così perfettamente all’effluvio del fumo
nocivo della sigaretta?
Demyx
lo scruta incuriosito.
Il docente si ostina a tenere lo sguardo chino,
meno esagitato del solito.
“Visto, professore? Alla fine ci si abitua a
tutto. Perfino a me.” Le sue spalla ondeggiano un poco nella
magra risata. “No,
in verità non sono venuto a sfotterti...Voglio solo sapere
se hai un
cellulare.”
L’insegnante
non si arrischia a controllare la
sua espressione, che forse l’aiuterebbe a capire il senso
della frase.
respira
respira respira
Se
ha il cellulare? Che significa...?
L’altro
sbuffa. “Ti basta rispondere sì o no. Ce
l’hai?”
Quello
dissente col capo, incerto.
“Immaginavo.”
Reggendolo per i ninnoli ornamentali,
gli sventola sotto il naso un telefonino di ultima generazione, rosa
shocking.
“Prendi questo. ...Prendilo, avanti.” Osserva
divertito Axel ricevere
riluttante l’oggetto. “Spero che tu sappia almeno
usarlo. Questo cellulare ti
servirà per quando avrò bisogno di te. Il mio
numero è già memorizzato. Non
badare agl’altri nomi in rubrica, non ho la più
pallida idea di chi siano.”
Facendolo rabbrividire turbinosamente, gli alza il mento con due dita.
“Non è
bello guardare da tutt’altra parte mentre una persona ti
parla...E’ da
maleducati.” Altri fremiti - cercati per Demyx - nel far
percorre al suo
pollice il contorno della labbra piene. Delicato, ed addirittura
sensuale in
questo semplice tocco.
Aggiudicatosi l’attenzione degli impietriti occhi
verdi, sussurra fluidamente “Iniziamo da domani.”
E’
un ordine, non accetta repliche.
Al
suono della campanella di fine ricreazione,
Melodious ritira la mano. Il sorriso si stinge dalla malizia e torna
candido,
una candidezza sola nel suo genere.
[
...La
candidezza sordida di Melodious Demyx ]
Un
ultimo sguardo e si dilegua, unitosi agl’altri
studenti nel corridoio.
respira
respira respira
Quel
senso di soffocamento gli sta sbriciolando
pian piano ogni pensiero, guasta la sua percezione; qualsiasi suono e
rumore
che gli giunge alle orecchie è assordante. I colori si fanno
più opachi, gli oggetti
in movimento sono rapidi, scattanti.
respira
respira respira
Aspira
un’enorme quantità d’aria per lo
spavento
nell’udire il saluto energico e strepitato di Kuja, paratosi
dinanzi a lui.
“Bonjour, Axel chaaan! Ho una mega bella
nuova da darti! Indovina chi è appena arrivato in questa
scuola?? Ma come,
NON LO SAI!?”
Non
ha lasciato il tempo ad Axel per reagire in
alcun modo alla mezza-notizia.
Non che volesse reagire, comunque.
respira
respira respira
Aspira
di nuovo sovrabbondante aria per sopperire
alla sensazione di strangolamento...
Kuja
continua ad agitarsi da solo, sicuro che
l’altro lo stia ad ascoltare con eguale entusiasmo.
“Tienitelo bene a mente,
sarà il gossip dell’anno: in questa scuola
è appena arrivato...MIO NIPOTE!”
Ride sguaiatamente, coprendosi la bocca purpurea con il dorso della
mano. “Devi
troppo vederlo, è super-carinissimo! Per bellezza ha preso
tutto da me e non da
mia sorella...Un motivo in più per vederlo ed
A-D-O-R-A-R-L-O!” Il tono gli si
estingue un po’ del brio. “Avevo
l’anteprima per te...Sul cellulare avevo delle
sue foto, ma l’ho perso...! Ho cercato dappertutto,
l’avevo fino a
stamattina...E’ nuovooo!” Si
lagna platealmente, dibattendo indispettito
le braccia cariche di sfarzosi bracciali tintinnati. Anche le mani,
sono piene
d’anelli e hanno lunghe unghie precisamente squadrate
dall’aspetto
ingombrante...
...Laccate di rosa shocking.
respira
respira respira
...L’ha
rubato. E’ stato lui a rubarlo.
respira
respira respira
Axel
boccheggia.
In questa stanza non basta l’aria...Le gambe gli
sono diventate di carta pesta...
Capta
l’avvicinarsi di altre persone...
...Poi non capisce più niente.
Solamente un tumulto di voci e forme.
“Axel
chan, sei pallido...”
respira...
respira... respira...
[
“Tu! Ragazzo! Ascolta, ti grazio dal tuo errore,
ma bada, questa è l’ultima volta! Devi guardarmi
questi test...” ]
“Ah,
ci sono anch’io! Prendi le mie verifiche!”
[
“...Ho capito che con te devo sgolarmi di
più...” ]
“Mi
vai a fotocopiare questo?”
[
“...Ci metti solo di più a recepire le
cose...”
]
“Visto
che abiti da quelle parti, mi passi in tintoria?”
[
“...E’ stato anche uno sbaglio mio, che credevo
fossi come gli altri...” ]
“Tieni,
100 Yen, vammi a comprare un caffé.”
[
“...C’è chi è veloce a
capire, chi più lento...”
]
“Questa
sera sono alla recita scolastica di mia figlia, puoi
correggerle tu queste prove per domani?”
[
“...Tu sei parecchio lento, ma non fartene una
colpa...” ]
“Fai
anche questi!”
[
“...Ti sto facendo un favore, no? Per quello che
hai da fare essendo un raccomandato...” ]
...respira...
respira... respi--
“...Stai
bene? ...BON DIEU! AXEL CHAN...!”
...
...
...
...
...
...
...
SLAM! “...BASTARDO!
COSA CREDI DI FARE, VOLTAGABBANA!? TOGLI IMMEDIATAMENTE QUEL
SACCHETTO DALLA
FACCIA DI MIO NIPOTE...!!”
“...Ugh...Pre...Signor
p-preside...! ...Si
fermi...! Agh...Ahi...! Mi fa m-male...! Per favore, metta
giù quella sedia...!
...Q-questo sacchetto di carta serve ad aiutarlo a
respirare...! Senza
peggiorerebbe e rischierebbe un attacco cardiaco...!”
“...EH!?
Attacco cardiaco!? E’ STATO
KIRA!? ...Cristo...Non...Aku non mi ha mai accennato al fatto
di essere un
criminale...! O...O di essere il tredicesimo agente
dell’FBI...!”
“...N-nulla
del genere. Suo nipote ora deve
solo stare rilassato. Il sacchetto aiuta a calmare il ritmo del suo
respiro,
normalizzandolo. Respirando a bocca chiusa, aumenta il tasso di
biossido di
carbonio. Non c’è da preoccuparsi, signor preside.
E’ stato solo un attacco di
iperventilazione.”
“Ipervent...!?”
“Iperventilazione.
Accade quando il corpo
assorbe ossigeno in eccedenza.”
“Si
salverà...? Quanti giorni gli
restano...??”
“Penso
che vivrà abbastanza a lungo per
potersi sposare ed avere figli.”
“...I
figli di Aku...I miei nipotini...!
Grazie dottor Fukui! Gli ha salvato la vita!”
“...Esagera,
signore...E preferirei che non
mi desse del ‘lei’, mi fa sentire più
importante di quanto non sia.”
“Ma
sei importante! Ora sopratutto, che hai
salvato Aku! Sono contento di averti con noi quest’anno,
Saix...!”
“Anch’io
sono contento che mi abbiate
accolto come nuovo capo infermiere della scuola.”
Axel
altalena fra incoscienza e
consapevolezza.
Ha sentito quello zibaldone di parole, ma
non ne ha colto il senso.
Trattandosi dello zio, può anche non
averne...
E
l’altra voce? A chi appartiene?
Tiene
gli occhi chiusi.
Prima aveva sbirciato coloro che lo
trascinavano via dalla sala insegnanti...Fino in infermeria, suppone.
Ma aveva
visto solo delle nebulose chiazze di diverse gradazioni di grigio.
Ci
riprova, sentendosi effettivamente
meglio.
Il respiro, però, è ancora affaticato.
“Saix!
SAIX! Sta riprendendo coscienza...!
E’ VIVO! Ha aperto gli occhi...!”
“...Non
gli si aggrappi, lo lasci
continuare a respirare regolarmente. E’ sempre stato
cosciente, anche se non
completamente. ...Professor Blaze, mi riesce a sentire, vero?”
Axel,
schiuso le palpebre vischiose, si è
ritrovato alla sua sinistra il primissimo piano ravvicinato dello zio
Xemnas.
Disturbato da quella visuale, ha levato gli
occhi al soffitto bianco.
In seguito, ripensando all’altra voce che
lo ha interpellato, fa slittare la sua concentrazione
sull’uomo alla sua
destra.
Il
camice bianco è come stirato di nuovo,
come lo si vede negli sceneggiati americani, e sul taschino al petto
c’è
inserita una lussuosa ed elaborata stilografica; la lunga chioma
cobalto è
raccolta irreprensibilmente in una coda bassa, gli occhi dal taglio
appuntito
sono dello stesso colore; una fine cicatrice rosa acceso sostargli, con
estrosa
armonia, sulla pelle chiara, al di sopra del naso dritto.
Il sorriso è cordiale, rassicurante.
“Professor
Blaze, riesce tenere il
sacchetto da solo?”
Axel
annuisce lentamente.
Tira su le braccia e con le mani si chiude
il sacchetto sulla bocca.
Lo sguardo saldo su quello di Saix. Inspiegabilmente.
Da quando Axel Blaze riesce a
sostenere lo sguardo di uno sconosciuto?
“Si
distenda e cerchi di respirare come fa
abitualmente.”
Assente
ancora.
L’uomo
di nome Saix continua a sorridergli.
*
“...Sicuro...?”
“Sì.”
“Sicurissimo
di stare bene...?”
“Sì.”
“Parola
di lupetto?”
“Piantala,
zio.”
“Bene,
bene.” Xemnas gli toglie le mani
dalle spalle e facendo il giro della scrivania, torna a sedersi sulla
sua
morbida poltroncina.
Sospirando, poggia i gomiti sul tavolo,
riunendo le mani come in una preghiera. “Ti Ringrazio, Dio
Kira, per
aver risparmiato il mio nipotino Aku!” Resta in silenzio per
un minuto, gli
occhi serrati, ed Axel è certo che stia proseguendo ad
invocare quel suo strano
dio. Quando riprende a parlare, è fosco. “Aku,
dì a zio Xemnas in che
diramazione della mala vita ti sei cacciato? Scippo? Stupro? Omicidio?
...Sei
Elle?”
“Cosa...?”
“Se
non vuoi parlarne, lo capisco.”
Gli va incontro l’uomo, facendo un cenno
grave con la testa; testa in cui stonano pensieri come ‘Sono
lo zio di Elle!
CHE FIGATA!’, con l’atteggiamento
– valutato da lui indulgente - che
mostra.
Stanco
del costante farneticare del
preside, Axel fa per alzarsi, avendo presente i suoi doveri.
“Devo andare, ho
lezione.”
Xemnas
si distoglie di colpo dalle proprie
meditazioni, sbottando “COSA!? Sei bianco come la pagina di
un Death Note,
Aku! Non costringermi ad avvertire Yoite e fargli
usare il Kira
per farti ragionare! O chiamo Sanzo...! Guarda che
lui non guarda in
faccia a nessuno!”
“Deliri,
zio. DELIRI!”
“No,
non andare! Aspetta...! Senti, perchè
non te ne torni a casa e ti riprendi come si deve?”
“Ti
ho detto che ho le--...”
“Ti
farò sostituire! Torna a casa,
così...Anzi, va a riposarti in infermeria, da Saix! Ti
faccio portare qualche
libro ed una buona cioccolata calda, ok? E ti canto anche la
ninna nanna!
A fine giornata ti accompagnerò a casa in
macchina!”
“Non
so...”
“Lo
so io! Poche storie! Fila in
infermeria, su!” Gli agita contro le braccia con solerzia, e
pressappoco
minaccioso.
Moccioso
e petulante all’inverosimile.
Ma
è proprio in quei momenti che Axel
ritrova tutto il suo affetto per lui.
A ogni buon conto, abbozza solamente un
sorriso d’obbligo, sapendo che se fosse prorotto in un
‘ti voglio bene’,
avrebbe aizzato l’amore sconfinato ed appiccicoso dello zio,
che senz’altro non
lo avrebbe più mollato, di lì a mai.
“Faccio a meno della ninna nanna...Grazie,
zio.”
~
“Grazie,
Riku, questa è l’ultima volta.”
“Lo
prometti da tre anni che è l’ultima
volta.”
Le
braccia incrociate dietro la testa, Demyx cammina pigramente a fianco
dell’amico.
Lo
guarda con la coda dell’occhio, un sorrisino infantile
sbucargli birichino sul
viso dai tratti tenui, seppur marcati da discernibile
virilità. “Ho sempre
detto ‘questa è l’ultima
volta’, e non ‘prometto che
questa è
l’ultima volta’. Io non mi impegno in
cose che non posso o voglio mantenere.”
Riku
gli sbatte spazientito in testa i fascicoli che tiene in mano.
Sbuffa,
rovesciandogli addosso uno sguardo obliquo. “Non credere che
ti venga a
chiamare in classe ogni qual volta che non ti va di fare lezione. Non
ho più
scuse per i professori.”
“Ma
dai, la scusa di aver bisogno di personale per i preparativi della
recita
scolastica, va bene.”
“Demyx,
è una giustificazione che abbiamo usato tutto
l’anno scorso. E il tuo nome
apparirebbe nell’elenco se tu facessi parte dello staff. E
non dimentichiamo
che non sei mai appartenuto a nessun club o associazione della scuola,
figuriamoci al circolo teatrale. Gli insegnanti fanno gli gnorri e ti
lasciano
uscire, perchè sono io a chiederlo.”
“Allora
che problema c’è?”
“C’è
che la mia reputazione di studente modello, bello e bravo, è
messa a
repentaglio dal fatto che vi frequento. Te, in
particolare. Non ne
traggo giovamento se con lo zelo di cinque giorni su sette, ti vengo a
prelevare dall’aula.”
“Stai
dando la colpa a noi, perchè siamo tuoi amici? Non
è carino da parte tua.” Il
tono gli si tinge di evidente uggia. “Se ti rompe tanto e non
vuoi danneggiare
la tua immagine di studente esemplare, smettila di frequentarci. Xigbar
ne sarà
molto contento.”
“Mi
stai cacciando...?”
“No.
Ma mi da noia che tu dia la colpa a noi per l’eventuale
decadimento della tua
fama. Se per te è più importante questo, essendo
io un buon amico, ti dò libero
arbitrio. Rimani o vattene.”
I
movimenti di Riku, in precedenza induriti, si sciolgono assieme ad una
risata.
“Un discorso degno di te. La tua è tutta una
recita, sei consapevole che sono
capacissimo di bilanciarmi fra voi e la mia positiva
notorietà.”
Anche
Demyx si rilassa un poco. “Sarebbe stato più cavalleresco
se tu avessi
detto che avresti rinunciato di buon grado al tuo nome per i tuoi
amici.” Poi,
come se fosse arrivato ad esserne conscio solo ora, riprende assorbito
“...Mi
chiedo cosa tu ci faccia con noi, visto che puoi avere tutti gli amici
non
dannosi che vuoi...”
Colto
quello che pensa sia il punto, vena di maggiore malizia le successive
parole
“...Che ti piaccia uno del gruppo?” Si accosta a
lui, andandosi a strusciare
col corpo al suo braccio, una mano è sfuggita a sfiorargli
languidamente il
fianco opposto, il respiro va a battere di proposito sul suo collo.
Suadente,
scandisce “...Sono io?”
Il
più grande, imperturbabile alla vicinanza inconsueta,
seguita a camminare
pacato. “Non è bene che tu ti comporta
così con un senpai. Devi portare più
rispetto.”
Demyx
lo sprona irremovibile, fissando impaziente il suo profilo ermetico.
“Avanti,
rispondi, il mio senpai innamorato.”
L’altro
flette le labbra in un sorriso lieve. Lo avrebbe lasciato sulle spine.
“Mah.”
“Lasci
ad intendere...” Si stacca da lui. E’
già stufo dell’argomento.
Intreccia
di nuovo le braccia dietro la testa, scorgendo qualcuno sbucare
dall’estremità
opposta del corridoio, un grosso scatolone nasconderlo dalle spalle in
su.
“...E’
Zexion.” Dice dopo un po’, Riku.
L’altro
si limita a scuotere noncurante il
capo, borbottando, prima di un pomposo sbadiglio, “Non
è lui.”.
“Um?
Ma sì, che --”
“No.”
Ribatte asciutto Demyx, una inconsistente
nota di fastidio nella voce piatta; non sfugge a Riku, il quale non
desiste,
trasformando la conversazione in una puerile questione di principio.
“Sì,
che è lui. Nella scuola non c’è
nessuno della sua statura, addirittura i primini lo superano.”
Demyx
sogghigna, immaginando quanto quelle
parole potessero offendere il suo nii chan. La statura è da
sempre - anche se
non lo lascia a vedere - il suo punto debole. Ma è
così superiore, da
non dare peso a certe prese in giro. E, sul serio,
c’è da essere
veramente immaturi per deridere qualcuno per l’altezza;
malgrado ciò, c’è gente
che lo fa.
C’era,
per quanto gli riguarda.
Guarda
disinteressato lo pseudo-Zexion
venire loro incontro, ballonzolando qua e là, dirottato dal
peso del carico.
Non
è Zexion, è palese per lui;
ma
non per il senpai sviato solo da un’osservazione inesatta.
Decide di dargli una banale e lapidaria spiegazione,
qualcosa che potesse persuaderlo a fare un’altra attenta
revisione superficiale
al tizio dello scatolone. “Zexion ha la pelle più
luminosa; è bianca quanto la
tua.”
Di
fatto, l’albino va a considerare con lo
sguardo la carnagione delle mani occupate.
Non essendo tanto presuntuoso e caparbio da
mettere su il broncio, o arrampicarsi sugli specchi per contestarlo in
purchessia maniera, annuisce, conciliandosi. “Hai ragione,
quel ragazzo ha un
colorito più dorato.”
“...Già.”
Si
domanda, Demyx, se la propria
affermazione potesse essere del tutto soddisfacente.
Chi dice a Riku che Zexion non sia andato
il giorno prima al mare a prendere sole? O che non si sia fatto una
lampada?
Sono cose impossibili – Zexion odia il mare
ed abbronzarsi – ma Riku non lo sa, di conseguenza poteva
benissimo ipotizzarlo.
Rimarrebbe
abbastanza meravigliato, invece,
se gli rivelasse il reale motivo per cui quello là non
può essere Zexion.
‘Perchè,
per i lavori infimi
- come ad
esempio trasportare scatoloni in mano - avrebbe addotto ad una
particolare
tecnica, con cui sarebbe riuscito a persuadere qualcuno a farlo al
posto suo.
Però, neanche io, so bene di che cosa si tratta questa
specialità.’
Specialità. Non ha mai dato molto spessore
a questo aspetto; ha potuto averne dimostrazione spesso, nelle
disparate volte
in cui Zexion ne ha sfoggiato gli esiti.
Ma Demyx non è ancora stato oggetto di
esperimento da parte sua...
...Forse,
perchè sa già che non lo deve
convincere per fargli fare qualunque cosa per lui?
Il
ragazzino, a pochi metri dai due,
zampetta ancora un po’, per poi cadere in avanti, riversando
sul pavimento il
contenuto dello scatolone.
Dalla posizione stesa, si mette in
ginocchio; bofonchia un “Ahi....”, e si tasta
dolente il naso.
Alza di scatto lo sguardo per vedere il
proprietario della mano che gli viene prontamente offerta.
“Ti
fa molto male?” Chiede cortesemente
Riku, subito accorso a soccorrerlo; ostenta il solito sorriso con il
quale è
rinomato da tutti a scuola.
E’
una facciata, Riku lo sa; non c’è
bisogno che vedano che è diverso da come appare, che vedano
il suo vero
sorriso.
[
Perchè c’è di
peggio dal frequentare una combutta di teppistelli. ]
Demyx
guarda il ragazzino.
Effettivamente è minuto alla pari di
Zexion. E’ la forma del viso a discordare con questa
similarità, presentandosi
meno definito; i tratti sono ancora più dolci, vicini alla
grazia di un volto
femminile. Gli occhi azzurri, insolitamente enormi per appartenere ad
un essere
umano, sono incorniciati da fitta ciglia nere, ai lati luccicare
piccole
lacrime per la botta subita al naso fine, ora arrossato. I capelli,
folti e
spettinati, mirano in qualunque direzione, facendo anche da tendina
sfilacciata
color nocciola alla fronte.
Non può che far la prima, ma mostra sì e no
tredici anni.
Desiste
dall’afferrare la mano di Riku;
distoglie gli occhi, rialzandosi da solo con magniloquenza.
Successivamente,
scioccamente si riabbassa, le gote colorite da un fumoso imbarazzo;
rastrella
veloce tutte le cianfrusaglie e i costumi colorati,
senz’altro appartenenti al
teatro.
Deve
essere strano per un tipo come Riku,
per cui essere ammirato e venerato è ormai di rito, essere
ignorato così; per
di più privato di un consolante grazie.
Ma lui non è - come i pochi
maldicenti calunniano - uno sbruffone borioso pieno di complessi
d’inferiorità.
Innegabile, ha quel tanto che basta di amor proprio che lo spinge a
voler
essere il migliore; come lo è per tutti, del resto.
Comunque la sua superbia non è talmente
radicata da farne una ragione di vita.
Si
accuccia, dandogli una mano a riportare
ogni cosa dentro la scatola. Precedendolo, prende tra le braccia il
grosso
contenitore, sorridendo amabile. “E’ pesante, te lo
porterò io fino in teatro.
E’ lì che stavi andando, giusto?” Riceve
un titubante cenno affermativo col
capo. “...Ah, mi prendo tante libertà, e trascuro
di presentarmi; mi chiamo
Tsukada Riku, piacere...Scusa, non posso darti la mano.” Ride
lui, accennando
eloquente alla scatola.
Diffidenza
o indifferenza, è
indistinguibile quello che sta provando il ragazzo.
Fissa apatico la faccia di Riku,
probabilmente valutando se fosse il caso di presentarsi. La trova forse
una
cosa fattibile, perchè mormora “...Io sono
Sora.” Avvertendo un’altra presenza
alle spalle dell’albino, trasloca il suo interesse su essa.
Gli occhi si dilatano alla vista di Demyx.
Si arresta a scrutarlo - lui lo sguardo perso al di fuori delle
finestre -
negligendo alla buona educazione che vieta di guardare fisso uno
sconosciuto
con tanta petulanza.
Demyx,
percependo il suo sguardo addosso,
si volta, guardandolo di rimando.
Visto che quello insiste a fissarlo
ostinato, chiede, con un filo d’irritazione “Cosa
vuoi? Devi dirmi qualcosa?”
Sora
sbatte le palpebre. “Niente.” E’ la
sua risposta composta; e volge altrove gli occhi.
“Il
solito cafone.” Sbotta Riku, dando una
sbirciata di rimprovero all’amico.
Gli fa segno di avvicinarsi e prendere i
documenti che ha in mano. “Tieni, portali al responsabile
dell’infermeria. Io
accompagno lui in teatro.”
Si allontana assieme a Sora, il quale
attualmente dà la parvenza di non essere al corrente
dell’esistenza del biondo.
Demyx
sospira, scocciato dall’incarico.
...Infermeria...Infermeria...Dov’è
l’infermeria?
~
L’infermeria
è al piano terra, nelle
vicinanze della sala riunioni.
Axel
studia cogitabondo l’entrata, formata
da due ante di legno azzurrognolo; a lato una sfarzosa targhetta
d’ottone, ‘Infermeria’.
Bizzarro
che non se ne sia mai
accorto...Ancora più bizzarro che abbia ritrovato subito
quel posto.
Ha una memorizzazione dei luoghi e dei
paesaggi ad un livello misero, al di sotto dello zero.
Fino
all’età di diciassette anni si è perso
in continuazione nel suo quartiere, con tale sfacciataggine e
balordaggine, da
far vergognare i suoi genitori.
Otto giorni su trenta – una frequenza di
demenza pura, calcolando il tipo di quartiere: angusto come lo
sgabuzzino di Harry
Potter e privo di vicoli ciechi come la ruota di un criceto
– nel fare il
tragitto scuola-casa smarriva la strada; ed altro tempo era speso nel
cercare
una cabina telefonica per chiamare i suoi e farsi venire a prendere. Il
suo
cellulare, in quei momenti, se ne stava bellamente sul comodino della
sua
stanza.
Una volta, in un’estate torrida e secca,
stava facendo così tardi – dall’uscita
da scuola, 15:30, alle 21:43 – che sua
madre, in lacrime, aveva avvertito la polizia, spergiurando
inconsapevolmente
su un rapimento da parte di un grosso giro di pedofili attivo nella
diffusione
di materiale pedo-pornografico che lo avrebbero sequestrato in una
porno-prigione
per minori e che in quel momento stava viaggiando imbavagliato e legato
su un
treno diretto in Russia; sommando anche, in preda alla disperazione
materna più
nera, che c’era un riscatto di una cifra esorbitante di
dollari da pagare per
riavere il figlio indenne e soprattutto incorrotto.
Bensì, il padre,
stava già preparando la valigia, telefonando concitatamente
ad un amico
dell’ambiente che gli procurasse il più presto
possibile un biglietto per
Mosca.
Il melodramma si risolse alle 24:07, con un
moribondo e liofilizzato Axel che si strascicava sofferente sulle
ginocchia fino
alla soglia di casa, esalando stentatamente benedizioni ai genitori e
le sue
ultime volontà, e con l’indignazione
degl’agenti che se ne andarono
compiangendo quella povera famiglia di alienati.
Ma
non è da castigare solo la sua carente
attività mnemonica; c’è da quotare la
poca applicazione nel percorrere la via
di casa, laddove la sua psiche rollava - leggiadra come un giocoso
suino nel
fango - nei meandri più remoti dell’universo; e la
perdita sublime della
cognizione del tempo.
Dovendo
aspettare mezz’ora alla fermata
dell’autobus, sceglieva di ritirarsi in biblioteca e
sfogliarsi il suo libro
d’illustrazioni preferito, piuttosto che stare ad indugiare
con gli altri;
all’arrivo del mezzo la scena era quella: Peter
Parker che rincorre il
pullman supplicandolo di fermarsi.
L’unica
differenza è che Axel non aveva
superpoteri.
Talvolta
giungeva lì in esatto orario, ma
c’era il Flash Thompson di turno che lo
spingeva giù...
Tutto
cambiò, ai suoi diciotto anni; salire
sul bus non era più un problema, perchè allora
aveva il suo amico, Harry
Osborn, che lo difendeva...
[ ...O
sarebbe meglio dire la sua Mary Jane Watson?
]
Non
riesce a frenare un sorriso nostalgico.
Esala
un sospiro.
E’
un miracolo che, uscito dallo studio
dello zio, senza doverci rimuginare troppo, abbia scovato
l’infermeria, un
posto in cui è stato quasi più di
un’ora fa, trascinatoci semicosciente, in un
corridoio impreciso, da un agitato gruppo di volti grotteschi e
raccapriccianti. E da un qualcosa conforme ad una frignante –
“NO, AXEL CHANNNN…!
NON MORIIIRE, NON CI PENSI AI NOSTRI BAMBINI...!?”
- zecca gigante, che ha
associato a Kuja.
Bussa.
“...Avanti.”
Dischiude
la porta giusto per farci passare
la testa.
L’uomo-del-sacchetto,
il dottor Fukui Saix,
gli mostra la schiena stando seduto sul tavolo sistemato contro il
muro. Smette
di spiluccare con le dita delle carte e si gira. In un baleno la sua
espressione accademica si rischiara con un sorriso; si alza
compostamente dalla
seggiola e fa qualche passo verso di lui. “Salve, professor
Blaze. Si sente
meglio?”
Axel,
entrando con metà corpo nella stanza,
piega il capo. “Sì, grazie mille...Ehm...La sto
disturbando...?”
“Presumo
che chi si accinge a fare il mio
mestiere debba essere pronto ad essere disturbato in qualsiasi momento
e
tramutare quel ‘disturbo’ in un dovere. In ogni
caso, no, non m’infastidisce.
Questa sembra una scuola di soggetti sani, non è passato
nessuno...A parte lei.
Ha bisogno di qualcosa in particolare?”
“...Be’...Ecco,
lo zi--...C-cioè, il
preside Sakamoto...Ha pensato sia più opportuno che io stia
qui a riposare...In
infermeria...”
Quanto
è deficiente?
Un attimo fa ha
detto si sentirsi meglio ed ora va dicendo che se ne sarebbe stato fino
alla
fine delle lezioni ad oziare in infermeria...Una bella faccia tosta, eh?
Si esibisce nell’ordinario rossore;
l’impeto di fuggire formicolargli nelle gambe...
Invece,
lui non pare pensarla così.
“Certo.” Approva immediatamente.
“Un’aspirina e una bella dormita la
rimetteranno in sesto.” Si sposta leggermente di lato,
allargando un braccio in
direzione dei lettini. “Prego.”
“G-grazie...”
Entra completamente,
chiudendo la porta. “...Dove...Dove mi metto...?”
“I
letti sono identici per comodità, che
per lenzuola. Decida lei.”
Axel
si siede esitante sul bordo del letto
più vicino, di fronte l’armadietto vetrato dei
medicinali, l’impaccio farsi più
pesante. ‘...Adesso...Che faccio...?’
Il
dottor Fukui intuisce la sua tensione.
“Si vuole togliere la giacca?”
“Oh...!
Sì...”
Inizia a sbottonarsi la giacchetta,
frettolosamente, tanto da non riuscirci.
Sussulta, quando a farlo al suo posto sono
le dita lattee e curate dell’uomo. Fatto, gli offre aiuto nel
levare
l’indumento, passandoselo sul braccio ed andando poi
all’attaccapanni.
Il tempo di sciogliere un’aspirina in un
bicchiere d’acqua, e torna.
“Beva.”
“Ah...Non
c’è bisogn--”
“Sono
io il medico.” Ribadisce lui, senza
arroganza, ma con la cadenza benevola che ha costantemente usato.
Aspetta che abbia bevuto per prendere il
bicchiere vuoto. “Adesso si stenda e riposi. Se ha bisogno,
io sono qui.”
“La
r-ringrazio...”
“Vuole
che le chiudi le tendine?”
“...Se…Se
si può...”
Fush
Nella
penombra, Axel si stende. Respira a
fondo.
Se
anziché il dottor Fukui ci fosse stato
qualcun’altro, sarebbe già corso via.
Finalmente una persona che non gli fa un
sacco di domande inutili o richieste insensate...
...O ricattarlo...
...E’
stato gentile. Fine.
Senza pretendere nulla in cambio, e senza
doppi fini.
E il suo sorriso agisce più di ogni
calmante che abbia mai preso...
Clack
Lo
sente muoversi all’ingresso.
“...Ti manda il preside Sakamoto? Questi
documenti son--...Ehi...! Fermati un secondo...! Non
andare...!
...Ragazzo, voglio solo sapere se--...! ...Ra...Ragazzo!”
Nell’unico
spiraglio di tendina che dà alla
vista dell’armadietto, intravede l’uomo spulciare
perplesso dei nuovi moduli.
Inaspettatamente, dai fogli, gli occhi sgusciano
su di lui. Li spalanca impercettibilmente, colto alla sprovvista nel
ritrovarsi
nello sguardo di Axel.
Abbozza una risata. E’ soffice, si insinua
piacevolmente tra le labbra tornite...
Speditamente,
Axel si gira sul fianco
opposto.
Ascolta
il battito martellante nelle sue
orecchie...
Mentre a farsi strada in lui è un’emozione
differente dalla paura.
Axel
sta male.
Sta molto male.
Irrimediabilmente
male.
La
vita a cui ha sempre aspirato, piena di
pony multicolore e piogge di cioccolatini, si è
ulteriormente distanziata dal
concretizzarsi non appena ha messo piede in questa scuola.
Nella
scuola di individui da Guinness
Degli Orrori che fanno gli insegnanti.
Nella scuola traboccante di studenti disastrati,
privi di principi morali ed inibizioni.
Nella scuola in cui vige la legislazione
del Diavolo, del Principe Del Male, del Calunniatore, di Satana,
dell’Oscuro
Signore, di Lucifero; vale a dire di Melodious Demyx, sostanzialmente
peggiore
di qualsiasi sommo spirito maligno.
Un’esistenza
sconvolta solo da un
ragazzino, un sedicenne qualunque.
Un ragazzino e un sedicenne qualunque, che
sull’esistenza altrui ci danza, ci scherza, si diverte come
ad un luna park.
Possibile
che un ventiquattrenne, un uomo
fatto e vaccinato, si facesse condizionare con tanta malleabilità
da un
comune adolescente?
Possibile che un ventiquattrenne, uomo
fatto e vaccinato, non sapesse affrontare summenzionato soggetto a
testa alta?
...Possibile che avessero inventato in vaccino
Anti-MelodiousDemyx per uomini fatti ed oppressi, senza avvisarlo...?
Non
si è mai sentito di andare alla
ghigliottina quanto questo giorno.
Al solo pensiero di quello che Melodious ha
architettato per lui, gli viene da vomitare...E di mettersi a
piangere...Piangere
e piangere...Senza più fermarsi...
«
...Stazione di XXX ▪ ▪ ▪ Stazione
di XXX ▪ ▪ ▪ I passeggeri sono pregarti di
affrettarsi a scendere prima
della chiusura delle porte
▪ ▪ ▪ Stazione
di... » La sua fermata...
Il
bisogno di vomitare è supplito dal
bisogno propizio di svenire. Se fosse svenuto l’avrebbero
portato all’ospedale,
no? Quindi non sarebbe dovuto andare a scuola...
...E se invece fosse rimasto sul treno?
...Nessuno l’avrebbe mai scoperto...
“...Professor
Blaze, si sbrighi a scendere,
le porte stanno per chiudersi...”
“GYAAAAH...!”
Strilla Axel, scagliandosi in direzione
dell’uscita.
Mentre corre avendo come rotta una
destinazione ignota, assimila il suo errore.
E’
un’idiota.
Un’idiota
al cubo.
Interrompe
la sua corsa frenetica, volendo
sprofondare negl’abissi più profondi del
Punto
primo: Melodious non gli ha mai dato
del ‘lei’;
Punto secondo: Quella non assomiglia
neanche lontanamente alla voce di Melodious;
Punto terzo e basilare: Axel Blaze è
un’idiota.
Si
è messo a correre per la stazione come
un ricercato, gridando come un pirla, come un cinghiale in
calore, per
scoprire dopo che non sta scappando da Belzebù, ma dal
medico della scuola?
Bene.
Fantastico. Eccellente.
Ha inaugurato il loro terzo neo-incontro
con una bellissima esibizione dell’epico ed eccelso Axel
Blaze.
Applausi,
per favore.
Imponendosi
di non dar peso alla gente che
ridacchia e lo guarda sbigottita, gira le spalle, colando a picco nello
sconforto più perentorio.
Fukui
è monolitico a lato delle rotaie.
Non si può dire se è impaurito o vivamente
desolato.
Confuso, indubbiamente.
Attento
a non inciampare, fa marcia
indietro. Quando sono vicini abbastanza da cogliere le proprie voci,
Axel
s’inchioda sul posto, i piedi uniti e le braccia che
schiacciano la valigetta
al petto.
“...Eh...E-he...Ehm...”
Che dire? Scusi, ho creduto fosse un mio
alunno che ha promesso di stuprarmi a sorpresa!,
sennò, Ah ah, le volevo
fare uno scherzo! Non le hanno detto che il mio secondo nome
è PernacchiAxel?...
“...Vede...” ...Mi stavo solo esercitando
per la prossima rappresentazione
teatrale, sa, Venerdì 13...
“Ci
sono cose...”
Axel disloca gli occhi sul suo volto, fino
a quell’istante saldi sui mocassini di cuoio nero
dell’altro, scintillanti come
se lustrati da poco. “...Che succedono e basta, senza motivo.
O per un motivo,
che tutto sommato non serve spiegare.” Aggiunge, con tutta
l’aria obbiettiva
esistente in un uomo adulto con una fiorente carriera.
Un’aria obbiettiva che in un uomo adulto
con una fiorente carriera, non dovrebbe più avere sede.
Allenta
la morsa sulla ventiquattrore.
E’ rimasto di stucco a quella reazione,
affatto prevista.
Non può che rinfrancarsi da poter
riprendere a ragionare umanamente, e sentirsi ancora più
cretino. Gli riesce
anche di ricambiare di buon grado il sorriso alla mano del dottore...
...E la voce nella sua testa parla.
Ottuso!
Che sorridi a fare? La figura di
merda l’hai già fatta! Prendersela a ridere
è la pietosa auto-ironia delle
persone come te...Degli sfigati come te! SFIGATO!
Si
contrae, puntosi nel vivo da solo.
[
sfigato
sfigato
sfigato ]
Ha
smesso di confrontarsi con questo
vocabolo, pensando di essere maturo quanto basta da poter fingere di
non dare
importanza alle ormai sorpassate prese in giro dei suoi compagni di
scuola...
Fingere,
esattamente. Non ha mai smesso di
dipendere dal giudizio degl’altri, passati e presenti...
Rassegne
di ricordi insopportabili non
hanno cessato di stiparsi in lui, come assembramenti di memorandum
inappellabili, dei fardelli che la sua coscienza gli ha imposto di
sorreggere a
vita. Perchè una persona patetica come lui deve soffrire
più degli altri,
perchè solo lui è la causa dei
suoi problemi, perchè lui è
il
problema.
[
Lui. E
nessun’altro. ]
“...Professor
Blaze, faremo meglio ad
affrettarci, non è bene arrivare in ritardo a
lavoro.”
Un
mormorio meccanico.
“Sì...”
[
Solo lui. ]
*
E’
in uno stato di intirizzimento mentale
in cui Axel attraversa, nel tragitto di scuola.
Cammina, ma non cammina. Respira, ma non
respira. Qualunque cosa stia facendo, non lo sta facendo.
Non se lo sa spiegare.
Forse
quella mattina avrebbe dovuto
sforzarsi a mandare giù qualcosa...Se solo quel biscotto non
avesse avuto una
sfumatura giallo grano...
...GuuUrRglEE
“...”
Favoloso.
Non è già abbastanza per oggi? Ci
si mette anche la sua impellenza fisiologica...
Ricordati
il
suicidio, Axel! Suicidiiiiio, Axel, suiiciidioooo!
‘Allora,
vai, va avanti Axel, FALLO! Fallo
adesso prima di pentirtene per il resto della tua avvilente esistenza!
FALLO!
FALLA FINITA, AXEL...!
...Ma no, no...! Mantieni la calma,
Axel...Sei ancora troppo giovane...Sei in tempo per
scappare...Sì...Per stare
più leggero, lascerò la borsa a terra...E
correrrò! Sono veloce, raggiungerò la
stazione in pochi minuti...Salirò sul primo treno
disponibile e partirò per una
nuova città, sperduta, spero...In un luogo dove nessuno mi
conosce, acquisirò
una nuova identità ed andrò a vivere su una
collinetta a valle, sopravvivendo
solo di pesce del ruscello e rape del mio orticello...Potrei allevare
anche
qualche capra, per il latte... Un bue, per arare i campi...E un cane
che mi
faccia la guardia alla casa quando sono fuori a caccia di lepri...A
quel punto,
insegnerò le gioie della vita semplice ai giovani...Come
Socrate...’
“Professor
Blaze.”
“SI’,
CHE C’E’?” Dice, un’ottava
sopra.
L’uomo,
le braccia conserte, ha la fronte
increspata da dottorata intolleranza; i lineamenti raggirano il sincero
divertimento, ma c’è una goccia di rimprovero
nelle sue parole. “La colazione è
uno dei pasti più importanti della giornata. Spero vivamente
che saltarla non
sia un’abitudine...In parte, spiegherebbe il mancamento di
ieri.”
Axel,
al rievocazione della sua perdita di
sensi, farfuglia contrito. “N-no, è che questa
mattina non ne ho avuto proprio
i tempo...”
“Uh...”
Pensieroso, l’altro porta la mano
nelle varie tasche dell’impermeabile, alla ricerca di
qualcosa.
Si
rallegra nell’offrirgli il risultato
dell’esplorazione. Sorride semplicemente, gli occhi cerulei
socchiudersi
amichevoli. “Per favore, lo prenda. Vorrei tanto offrirle
un’okonomiyaki...Ma
si consoli con questo ohagi.”
Axel...
...Sai
cosa sei, ntz?
...Sei
un’idioootaaaaa!
Il
gesto è tanto gentile e privo di
scherno, che non gli viene neanche l’idea di rifiutare.
Ringrazia, riponendo il dolcetto nella
valigetta.
Arrivano
nel trambusto del cortile della
scuola.
All’interno della struttura, nell’imboccare
direzioni diverse, Axel avverte il potere ansiolitico
dell’altro demolirsi.
“A...A presto...” Tutta l’apprensione
trapela nel sinistro storpiamento di
labbra che fa.
Fukui
accetta quello che doveva essere un
sorriso, e contraccambia in modo più ampio, facendo mostra
di una chiostra di
denti brillanti.
...
GHAAAAAAAAAAA...!
E’
l’urlo primitivo che si divulga nelle
sue cervella, presagio della subitanea presa di potere
dell’input suicida.
E’
sospeso nel nulla. Non sa che
sopraggiungerà, ne’ quando. Non sa come
difendersi, per quanto ciò implicasse
una sua rappresaglia.
Rassegnazione.
L’unico sentimento che potesse reggere.
Restituisce
i “Buongiorno.” indistinti che
gli vengono rivolti; qualcheduno si dà la pena di informarsi
sulle sue
condizioni di salute.
“Sto bene, grazie...”
Alla
scrivania, si ritrova una piletta di
cartelline.
Ah,
già.
Ieri ha promesso di correggere dei
test; dopo lo svenimento se n’è
dimenticato...Altrimenti se li sarebbe portati
in infermeria di nascosto...Ma dubita che il medico glielo avrebbe
permesso...
E
c’è una busta nera.
Appiccicato con lo scotch un foglio bianco
ripiegato.
‘Per
il caro
professor Blaze’.
Una
sensazione sgradevolissima gli schizza
per il corpo; a dita tremolanti, stacca il pezzo di carta e lo
dispiega,
trattenendo il respiro.
Indossa il
contenuto
della busta e segui la scaletta che ho allegato. Per ogni cambio
d’ora ho
commissionato qualcuno che ti controlli. Scappare è inutile.
Presupponendo
che ci
riuscissi, sai cosa ti aspetta. Poi Sakamoto è fuori
città, ad una conferenza
per visionare una nuova riforma scolastica.
Al suono
della
ricreazione, fatti trovare sotto l’albero in cui ci siamo
incontrati per la prima
volta...Te lo ricordi? Scommetto di sì.
Voglio
pranzare con te.
Non odiarmi,
d’accordo?
♥
In
un estinguersi di dubbi ed emozioni, la
sua testa si sgombra.
Qualsiasi suo pensiero perde significato.
Prende
la busta sottobraccio e in silenzio
va fuori di lì.
In bagno, non si sorprende di essere
accolto da Zell, che dalla posizione appoggiata sui lavandini,
vedendolo si
eregge, facendo saluto militare.
Axel
lo ignora.
Entra in una cabina e posa il sacchetto
sulla tavoletta del water. Lo apre.
Corruga la bocca nel vedere gli indumenti.
Se li infila in fretta, recuperando l’altra pagina, prima di
spingerci dentro i
suoi vestiti ripiegati.
Alla
sua ricomparsa, Zell contiene a stento
le risate. “...Uh uh...I...I suoi vestiti sono dentro la
busta, vero...?
...D-dia pure a me, ci penso io...Uh uh...”
Ignora
il suo perfido spasso, ma fa come
dice.
Legge
per intero la lista.
Riderebbe costernato, se non avesse un qualcosa
che gli stritola i polmoni, riducendogli la voce ad un fievole miagolio.
Patetico,
sul serio.
Un
profondo respiro, ed esce, preparato –
per quanto quella situazione assurda glielo
permette – ad affrontare gli
studenti e i professori sparsi nel corridoio.
Ferocemente,
subissi di coltelli
arroventati gli si conficcano indosso, zack! zack! zack!,
implacabilmente. Sotto i loro occhi, una vergogna acuta lo scuote da
capo a
piedi, il bruciore dell’umiliazione pulsargli in ogni fibra
del corpo.
Abituati,
Axel.
Abituati.
Dopotutto...
...Questo
è un
giorno come un altro.
[
...E alla fine
arriva sempre
Green
Globin...
]
Sorina_SA
è logorroica:
Mi
concerne la vostra opinione, i vostri
consigli, e le vostre impressioni su come espongo e soprattutto sulla
storia
^_^
Anche se può sembrare così...DEMYX NON
HA FATTO SESSO CON AXEL!XD Celine mi ha detto che la storia
del
‘fondersici’ poteva imbrogliare...XD
Cosa ne dite di Saix?[contenta, CatDark??XD]
E’ apparso Sora! :>
Axel non è capace di fare dell’ironia, ma
quando mi sono accorta del mio errore era troppo tardi per modificare
il
capitolo.
Ho scelto
Ho fatto un po’ di spoiler di Death Note,
ma immagino siate tutti al corrente o_o”
Quando Axel si chiede se la sua vita si sia
incagliata su un unico momento, si riferisce alla bambina che in sesta
elementare l’ha denudato e Lucy. Ve l’ho dico
così, ma non si sa
Socrate parlava di ben altro, ma Axel è sbroccato
XD E sappiamo anche che il caro Socrate ‘circuiva’
argutamente i suoi allievi
XD [fatevi una cultura con ‘Le Mille e Una Notte’
di Han Seung Hee &
Jun Jin Suk! *ç*]
Come sempre, CHIEDETE PURE SE NON CAPITE
QUALCOSA!
Nei
capitoli che ho postato fin ora ci sono
un sacco di buchi, dei vuoti da colmare; chi è Aerith? Cosa
prova Demyx per
lei? E’ davvero amore quello che Axel sente per Demyx?
E’ tutta colpa di Lucy
se Axel è...Così? Cosa
è successo dopo? Zexion dice che vorrebbe
rivedere il sorriso di Demyx...Perchè Demyx non sorride
più da due anni? Cosa
c’è tra Zexion e Demyx? Ci sono tanti altri punti
interrogativi, ne è colmo anche
questo capitolo.
Io vorrei...Che ci rifletteste un po’ sopra
e faceste delle supposizioni. Sono la cosa che amo più di
tutto delle vostre
recensioni.
Ecco
il regalo che vi faccio:
chi di voi fare
una supposizione corretta, una sola, che però sia corretta
almeno più di metà,
gli verrà svelato[in privato] uno spoiler a suo piacimento,
che sia di It’s
Time to Fly[lo ammetto, nel dodicesimo capitolo sono ad un
punto
morto...Perchè non mi va di scrivere questa fic XD] o di Lessons
of Love,
è irrilevante. Ma per partecipare al contest...Sono
obbligatorie le
recensioni![sono lì che mi farete le ipotesi.
Prima ho anche elencato degli
enigmi che hanno responsi di fatti saputi...Trabocchetti!XD]
Sto giocando sporco, lo so, ma che male c’è
se voglio giocare un po’ con voi?[questa frase mi ricorda
qualcuno...]XD Io
sono una persona che non fa mai nulla gratis XD [a parte per Isuzu X3]
Vale
anche per chi non partecipa al contest!
Quindi...Dateci dentro
ragazzi! >_< [e mi interesserebbe come l’avete
intesa il pezzo in cui si
dice che Zexion si lasciava fare qualunque cosa da Marluxia per quanto
potesse
essere umiliante...Sono sicura che siete fuori strada XD]
Glossario:
*
At Field = è un termine del mondo di Evangelion;
sta per Absolute Terror Field. Letteralmente
‘campo di terrore
assoluto’. E’ il misterioso campo protettivo
generato dagli Angeli e dagli Eva.
*
Ohagi = dolcetto di riso ricoperto di
pasta di fagioli dolci.
*
Okonomiyaki = frittelle molto
sostanziose, condite con vari ingredienti.
*
Yakisobapan = panino farcito con
tagliolini conditi.
*
Pokari = bevanda giapponese.
*
Pogo = una specie di ‘ballo saltellato’
che si è iniziato a fare ai concerti dei Sex Pistols;
è stato Sid Vicious ad
‘inventarlo’.
* Mosh&Roll = una versione ‘più cattiva’ del Pogo. E’ molto più violento[e divertente, aggiungo XD]; ci si salta addosso, spintonandosi, praticamente una vera e propria zuffa che si può fare in qualsiasi posto in cui danno musica Brutal Core e derivati. Non è una buona definizione la mia, bisognerebbe vedere coi propri occhi XD C’è da cercare su YouTube, forse c’è.
Approfondimenti:
*
La canzoncina della pecorella Merry che
canta Axel l’ho presa da After School Nightmare
di Setona Mizushiro; la
canta sempre Ai, la sorella di So Mizuhashi.
*
Yoite è un personaggio di Nabari;
quando Xemnas parla di fargli usare il ‘Kira’, si
riferisce alla fatale tecnica
segreta. E Sanzo, naturalmente, è il Sanzo Genjo Hoshi di Saiyuki.
*
I personaggi che vado citando
appartengono a Spiderman: Flash Thompson
è uno spaccone e ragazzo
occasionale di Mary Jane Watson e lei è la persona di cui
Peter Parker e Harry
Osborn sono innamorati; Harry è il migliore amico di Peter;
Norman Osborn è il
padre di Harry, nonché Green Globin, l’antagonista.
Doveva
esserci solo il paragone con Peter
Parker, poi sono partite tutte le altre...E devo dire - io che so
già la trama
- sono molto efficaci come affinità.
Non
so quando aggiornerò. Sono combattuta
dal scrivere ITtF12, che sarebbe più corretto verso i
lettori di questa fic...Ma
sono più propensa a continuare LoL...Se la mia scelta fosse
LoL, allora
aggiornerei sicuramente prima. Non è per
l’ispirazione - quella per me c’è
sempre, per fortuna - ma è la mia irrecuperabile
pigrizia...Chi mi conosce da
tempo, dovrebbe saperlo 0_=”
Be’...AI
VOTI![ancora =3=]
Ehi,
non prendetemi troppo sul serio
sull’obbligo delle supposizioni…Fate come volete,
ma io ne soffrirò se non ce
ne saranno ;_;
Ho
finito di sproloquiare XD
Grazie ancora, a tutti voi! A chi legge e a
chi recensisce! Vi amo!
*flip* (_ _)
S_S!