I
preparativi
- Tieni quel dannato corvo lontano da me, Harry - disse Ron
appena il suo amico gli appoggiò la gabbia di Plenilunio
vicino. Il corvo
gracchiò infastidito.
- Nemmeno lui sembra tanto contento di vederti - ridacchiò
il
suo amico, facendo sorridere anche Teddy.
Quella mattina gli Auror avevano dichiarato ufficialmente
tutte le case dei membri dell'Ordine "in sicurezza" e avevano
autorizzato il loro rientro. Teddy era riuscito finalmente a rientrare
a casa
sua e a preparare la valigia. La sera erano arrivati anche Ron ed Harry
a
dargli una mano.
Più che dargli una mano avevano giocato per mezzora a
tirarsi
i vestiti di Teddy l'un altro come due bambini, lasciando basito il
ragazzino,
poi, da un momento all'altro avevano deciso che era il momento di
iniziare a
preparare seriamente la valigia.
Se Teddy fosse rimasto da solo, probabilmente ci avrebbe
messo di meno e sicuramente Plenilunio non avrebbe fatto tutto il
casino che
aveva fatto.
Ron non doveva stargli per niente simpatico, mentre con Harry
era calmo e si lasciava trattare con tranquillità.
Ron scese a portare giù il baule mentre Harry si sedette sul
letto con Teddy.
- Perché quel corvo? Ron sostiene che ti ha assalito e
secondo lui adesso ti tiene sotto ricatto.
Teddy scoppiò a ridere.
- Certo che ne ha di fantasia.
- Deve trovare un capro espiatorio per la sua preoccupazione.
Teddy lo guardò interrogativo - Preoccupazione?
- Per te. Ron è sempre stato molto strano nell'esprimere i
suoi sentimenti, ma ti vuole un bene dell'anima.
- Davvero? Non credevo si preoccupasse così tanto per me da
accusare un corvo.
Stavolta a ridere fu Harry.
- Siamo cresciuti tra le morti, noi due. Tu, invece, sei
stata una nascita. Quando io, Ron ed Hermione
abbiamo saputo che eri nato, eravamo in piena guerra ed
era appena morto
un nostro amico. Tu hai rallegrato quel momento. E starti dietro fin da
piccolo
è stato sicuramente un grossa distrazione. Poi Ron
è sempre stato un po'
impacciato con i bambini, tu lo hai aiutato a sviluppare il suo
rapporto
genitoriale. Senza di te Hermione probabilmente avrebbe dovuto fare da
unica
genitrice per Rose per un paio d'anni.
Teddy sorrise.
- Hermione mi ha detto di te e George - continuò Harry.
Teddy sbuffò - Quindi mi sgriderai.
Il suo padrino gli passò una mano lungo le spalle - Non
potrei essere tanto credibile. Ho infranto tante di quelle regole in
quella
scuola che solo mio padre, Sirius, Fred e George hanno fatto peggio.
Più che
altro, promettimi una cosa.
- Dimmi.
- Se ci saranno situazioni di pericolo non uscire la notte. E
non farti mai beccare dal tuo professore di Difesa contro le Arti
Oscure, lo
conosco, non è una persona tanto permissiva.
Teddy annuì - Va bene.
Harry non si era mai arrabbiato con lui, ma aveva sempre
avuto quel tono di paternale amicizia che lui adorava. Avere lui come
padrino
lo aveva aiutato a non sentirsi così solo, quando nei suoi
primi cinque anni di
vita Andromeda piangeva ogni notte nel silenzio della casa. Grazie a
lui aveva
accettato di essere orfano.
- Ragazzi - disse Andromeda, entrando silenziosamente dalla
porta - giù la cena è pronta, Hermione e i suoi
figli sono già arrivati. La tua
famiglia sai quando arriva?
Harry guardò il suo vecchio orologio e sorrise ad Andromeda
-
Dovrebbero essere qui a breve, hai bisogno di aiuto per qualcosa?
- Andate a fare compagnia a Ron di sotto.
- Perfetto. Teddy, andiamo a far compagnia a pel di carota.
*
Ginny
arrivò dopo pochi minuti che erano scesi, portando in
braccio Lily e tenendo stretto per il braccio James.
Harry, appena lo vide, si alzò e gli andò
incontro.
- Jamie, cosa hai fatto stavolta? - chiese sconsolato al
figlio. Teddy dovette trattenersi molto per evitare di scoppiare a
ridere.
- Ma niente, babbo, ho solo bruciato un paio di tende.
- Perché hai bruciato un paio di tende?
- Ma sai, sono quelle gialle di mamma, mi hanno sempre fatto
schifo.
Ginny gli rivolse uno sguardo di fuoco e disse, con un tono
di voce insolitamente acuto - Victoire, porta tuo cugino James a
lavarsi le
mani. Subito.
Da dietro di lei spuntò Victoire, che sorrise timidamente a
Teddy e prese James per mano.
- Dai Jamie, andiamo.
Quando si furono allontanati Ginny sbuffò rumorosamente.
- Non so da chi ha preso James, ma in un'altra vita mi sa che
ero Voldemort, per meritarmelo.
Harry si avvicinò e la abbraccio da dietro, mentre Ron e
Teddy si guardavano insistentemente cercando di non scoppiare a ridere.
Era
ovvio da chi aveva preso James, e certo non si parlava di Harry.
- Ma come ha fatto a bruciarle? - chiese Hermione, spuntando
da dietro una spalla di Ron.
Se fosse stato Ron a fare quella domanda, Teddy era sicuro
che Ginny lo avrebbe impilato di nomi, ma, visto che a farla era stata
Hermione, si beccò solo un'occhiataccia, subito seguita
dalla risposta.
- Uno di quei cosi che ha mio padre, quella roba Babbana per
accendere il fuoco, acciarini.
- Accendini - corresse Harry.
- Sì, quei cosi lì. Giuro che a mio padre gliela
distruggo
tutta quella roba.
Ron fischiò - Allora è proprio una caratterista
delle donne
Weasley, l'odio verso le cose dei Babbani.
- Invece una mia caratteristica unica è l'odio verso di te,
Ronald - ribatté la sorella.
Ron si scurì e le mandò un'occhiataccia che lei
ignorò
bellamente.
- Al lavoro tutto bene? - chiese con disinvoltura Hermione,
cercando di cambiare argomento.
Dallo sguardo di Ginny parvero uscire fiamme.
- Ho dovuto accompagnare Rita Skeeter a fare un articolo sul
gossip nel Quidditch. Il suo non è giornalismo, è
insana invenzione. Mi sa che
darò a Viktor Krum il suo indirizzo. Sarà
abbastanza vendicativo: quella megera
ha tirato di nuovo in mezzo il discorso Hermione, inventandosi una
relazione
segreta tra i due.
Ron arrossì - Io la ammazzo.
- Mettiti in fila, Ron, prima ci sono io - ribatté sua
moglie, con uno sguardo che terrorizzò Teddy.
James scese le scale di corsa urlando - Mamma, mamma!
Ginny alzò gli occhi al cielo, disperata - Dimmi.
- Mi perdoni? - le chiese il piccolo, abbracciandole una
gamba.
- Ti ho già perdonato.
*
- E' fantastica
questa zuppa, Andromeda - disse Harry, mentre
chiamava con la bacchetta la zuppiera per riempirsi di nuovo il piatto,
che
aveva finito dopo neanche un minuto, imitato, da buoni figli, da James
e Albus.
Teddy sorrise. Sapeva che quei tre stavano sbafando tutto
perché a casa loro
non avrebbero mai mangiato così. Ginny sapeva cucinare, il
problema è che aveva
poco tempo e si mangiava bene solo quando non c'erano partite di
Quidditch
durante l'estate, ma quell'anno Ginny aveva scritto un libro e quindi
la
famiglia Potter aveva dovuto vivere a suon di toast.
- Grazie, Harry - sorrise la nonna. Era felice quando quella
casa si riempiva, come Teddy. Di solito erano sempre loro due a cercare
di
colmare gli spazi che quel posto, troppo grande e vuoto, lasciava.
- Lo stai facendo di nuovo - gli sussurrò Victoire in un
orecchio.
- Cosa? - rispose lui, guardando l'amica.
- Ogni tanto ti isoli e ti metti guardare gli altri, sembra
che analizzi la situazione dall'esterno.
Teddy sorrise. Non sapeva che dire.
- E' vero, mi diverte, a te no?
- A me diverte la tua faccia. Sembri un gatto prima di
attaccare.
Teddy alzò un sopracciglio e sorrise.
- Se lo dici tu...
- Oggi ho incontrato Luna - disse ad un certo punto Hermione,
ignorando i bisbigli dei due ragazzi.
- Che lavoro fa adesso? - chiese suo marito, più interessato
sull'arrosto appena servito che sulla sorte della sua amica.
- E' a capo di un'organizzazione di ecologisti - disse Ginny
- spesso sento suo marito Rolf per
lavoro. E' un magizoologo, mi aiuta con le mascotte delle varie squadre.
- E' incinta.
A Harry cadde la forchetta di mano. Ron iniziò a tossire
convulsamente. Victoire fece una faccia schifata. Ginny fece un sorriso
enorme.
- Che bella notizia! - squittì la rossa, mentre il fratello
beveva freneticamente dell'acqua per evitare di soffocarsi.
Appena la sua vita fu salva commentò - Lunatica Lovegood sta
per avere un figlio? Ma siamo sicuri che non ci sia una legge che
impedisce
questo tipo di cose? Non glieli possono requisire!?
- Ronald! - urlarono insieme Ginny, Hermione e Andromeda.
- No, vi prego. Lo zio ha ragione, è una tortura per dei
bambini - aggiunse Victoire, con il ripudio che gli usciva dagli occhi.
- Victoire! - strillarono di nuovo le tre, mentre Harry, Ron
e Teddy si scambiavano occhiate e ridacchiavano. Victoire odiava Luna.
In primo
luogo, perché ogni volta che la vedeva le scompigliava i
capelli. In secondo,
per come si vestiva. In terzo, Fleur odiava Luna per gli stessi motivi
di
Victoire e ciò gliela faceva odiare ancora di più.
- Ma Luna è la madrina di Lily? - chiese James,
interessandosi alla conversazione.
- Sì - gli rispose suo padre.
- E' una rincoglionita, spero che la cicogna non le porti
niente e resti cicciona tutta la vita.
- JAMES! - ruggì Ginny - CHI TI HA INSEGNATO QUELLE PAROLE!?
- Lo zio George - rispose il figlio con tutta calma. Ormai
era abituato a sentire sua mamma che gli urlava addosso.
- Io sono felice per Luna! - commentò Albus, che solitamente
stava zitto - è brava e simpatica. Sarà una buona
mamma.
- Oh Albus, per fortuna ci sei tu - commentò la madre
baciando sulla fronte il figlio, mentre James lo guardava malissimo.
*
- Secondo me
dovresti cambiare colore dei capelli per andare
ad Hogwarts - disse Victoire, sdraiata sul letto di Teddy. Dopo cena
loro due
erano saliti, mentre gli adulti e i loro figli erano rimasti di sotto.
- Perché?
- Non so, secondo me devi far vedere che sei diverso. E poi
credo che possa servire a ricordarti di noi.
- Ma se ho sempre portato i capelli castani da quando ne ho
memoria!
- Nessuno di noi ha mai voluto che tu li tenessi castani.
In effetti aveva ragione. A Ron non era mai piaciuto che lui
usasse così poco il suo potere da Metamorfmagus, mentre
Victoire e James
avevano sempre chiesto che fossero blu.
- Mi mancherai lo sai, vero? - disse Victoire.
- Anche tu - sorrise Teddy - Blu, quindi?
La sua amica scoppiò a ridere - Vedo che capisci in fretta.
- Mi stai condannando, lo sai? James mi tirerà i capelli
fino
ad avere il mio scalpo.
Victoire rise - Te lo meriti tutto. Mi lasci da sola insieme
a Fred.
I capelli di Teddy divennero di un blu lucente.