Anime & Manga > Death Note
Segui la storia  |       
Autore: AliceRose    13/01/2009    13 recensioni
Il racconto inizia a New York,qualche mese prima dello scoppio del caso Kira in Giappone. Principalmente si tratta di una storia d'amore, ma in seguito si riallaccerà con le vicende dell' anime,modificandole in parte. Come capirete dal titolo mi è stata ispirata da una canzone secondo me molto azzeccata. Buona lettura!
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri personaggi, L
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

10. Pelle

Ero zuppa di pioggia quando rientrai nel mio appartamento. Le mie mani erano intorpidite e tremavo impercettibilmente. Non era soltanto colpa del freddo, ma mi rifiutavo di ammetterlo persino con me stessa. Mi tolsi il cappotto umido e lo appesi accuratamente all’appendiabiti. Poi fu il turno delle scarpe. Mi muovevo come un automa, cercando di non pensare a niente. Non fu difficile. Mi sentivo completamente svuotata.

Mi sedetti sul divano, restando a fissare il vuoto. Dopo qualche istante, iniziai a battere i denti. Mi alzai di scatto, decidendo di fare una doccia calda. Forse sarei riuscita a lavare via tutto quel gelo. Perlomeno cercavo di convincermene.

L’acqua bollente mi scrosciava addosso, facendo formare del vapore sulle pareti di vetro della cabina. Rimasi a lungo al suo interno, approfittandone per piangere ancora un po’. Come se solo in quel piccolo spazio, fossi giustificata a versare delle lacrime. Quando ebbi terminato, mi avvolsi nell’accappatoio e osservai la mia immagine riflessa nello specchio. Eccetto gli occhi leggermente arrossati che potevano essere imputati al calore dell’acqua, non si notava che avevo pianto. Ne fui soddisfatta. Mi asciugai i capelli con il phon, cercando di impiegare più tempo possibile. La prospettiva di tornare in soggiorno mi atterriva.

“ Non puoi restare in bagno in eterno.” Mormorò la vocina, mesta. Non era per niente in forma.

Riluttante, uscii dalla stanza. Ignorai il divano che esercitava un’attrazione irresistibile. Non avevo la minima intenzione di trascorrere le ore a venire, in catalessi, sopra di esso. Per non soccombere all’ondata di amarezza che stava per investirmi, dovevo mantenermi attiva.

“ Non puoi sempre soffocare i tuoi sentimenti. E’ innaturale.” Mi fece presente la vocina.

 Che razza di considerazioni faceva? Doveva essere impazzita.

Non intendevo lasciarmi sopraffare di nuovo dai sentimenti. Avevo commesso quell’errore ed ecco come mi ero ridotta. Uno straccio.

“ Ma sei stata anche felice. Ne è valsa la pena non trovi?” Obiettò ancora lei.

“ Zitta.” Dissi a denti stretti.

Dovevo sforzarmi di mantenere la mente vuota. Dare retta alla vocina era controproducente.

Dato che ero ancora in accappatoio, trovai che vestirmi potesse rivelarsi una discreta distrazione. Poi avrei potuto fare la lavatrice, stirare, pulire i pavimenti. Scrivere i biglietti di auguri per Natale. Ero in netto anticipo ma era meglio portarsi avanti con il lavoro. Come se non bastasse c’erano gli armadi da svuotare. Un bel repulisti delle cose ormai inutilizzate, ci voleva di tanto in tanto. La sera avrei potuto invitare Connor per cena. Quindi avrei dovuto anche cucinare. Erano quasi le cinque. Non avrei avuto un momento libero per poter rispettare quella tabella di marcia. Sorrisi compiaciuta.

“ Questo va bene per oggi Audrey. E domani dimmi, che cosa farai? E dopo domani?” Insinuò la mia coscienza, seriamente, senza l’usuale sarcasmo.

Venni attanagliata da una morsa di panico. Non volevo pensare al domani. Ne ai giorni successivi. Non volevo pensare assolutamente a nulla. Dovevo agire immediatamente per non sprofondare in un baratro di tristezza.

Mentre mi accingevo a mettere in atto i miei propositi, suonò il campanello.

“ Dannazione.” Imprecai a mezza voce.

Probabilmente si trattava della mia vicina, la signora Peterson. Occasionalmente mi chiedeva di dare da mangiare alle sue tartarughe, quando si assentava per qualche giorno, per recarsi a fare visita alle nipoti, nel New Jersey. Me lo ripeteva tutte le volte. Perché a quanto pareva, era proprio il mio palazzo, a costituire l’eccezione che confermava la regola, che a New York la gente non sapeva che faccia avessero i propri vicini di casa?

Doveva essere una questione di karma.

La signora Peterson era una signora di mezza età piuttosto simpatica, ma quello era il momento meno adeguato per farmi intavolare una conversazione.

 In punta di piedi, badando a non fare rumore, mi avvicinai alla porta per sincerarmi che fosse effettivamente lei. Mi sentii lievemente in colpa per le tartarughe. Ma del resto ero certa che la signora Peterson avrebbe trovato qualcun altro disposto a nutrirle per la durata del suo soggiorno.

Con estrema cautela, sollevai lo sportello dello spioncino e vi appoggiai l’occhio per guardarvi attraverso.

Trasalii. Il mio cuore parve fermarsi, per poi riprendere a battere convulsamente, esplodendomi nel petto.

Sul pianerottolo, c’era Ryuzaki.

“Toh, un sogno che si avvera.” Commentò la vocina beffarda. Sembrava aver ripreso brio.

Io invece, dovevo essere pallida come un cencio.

Restai paralizzata, combattuta sul da farsi. L’istinto mi gridava di aprire la porta, trascinare Ryuzaki in casa, richiuderla a chiave e gettare quest’ultima nel wc, premurandomi di tirare l’acqua. La ragione, mi suggeriva di non fare assolutamente nulla e aspettare in silenzio, che lui se ne andasse. Per poi cercare di dimenticarlo.

“ Una ragionevole via di mezzo è del tutto inattuabile?” Suggerì la vocina, garbatamente.

Inspirai a lungo e profondamente. Tuttavia non riuscii a calmarmi e a controllare il tremore della mia mano, quando la serrai sulla maniglia per aprire. Mi sembrò di impiegare un’eternità per compiere quell’azione. Un’infinità di pensieri confusi mi affollarono la testa. Pensieri che vennero spazzati via, non appena mi ritrovai faccia a faccia con Ryuzaki. O Elle. O chiunque lui diavolo fosse.

“ Cosa ci fai qui?” Chiesi freddamente.

Lui non mi rispose. Si limitò a guardarmi senza dire una parola. Mi accorsi che era fradicio. I capelli neri, intrisi d’acqua, gli ricadevano sul viso, la maglia bianca aderiva completamente al corpo, i jeans, bagnati, erano diventati più scuri. La sua espressione, al solito era indecifrabile, ma mi parve di cogliere un velo di tristezza nei suoi occhi scurissimi. Mio malgrado, ne fui contagiata. Nonostante tutto, l’idea che potesse soffrire mi tormentava. Si, nonostante mi avesse appena spezzato il cuore.

“ Entra.” Dissi piano, scostandomi per farlo passare, rassegnata.

Lui si tolse immancabilmente le scarpe e poi obbedì, lasciando dietro il suo passaggio, piccole chiazze d’acqua.

“ Mi dispiace.” Mormorò, fermandosi al centro della stanza, lo sguardo rivolto verso il basso.

“ Non c’è problema, il pavimento asciugherà.” Replicai impacciata.

“ Non mi riferivo a quello.” Obiettò lui.

“Ah.”

“ Mi dispiace di essere qui.” Si corresse.

Se intendeva farmi infuriare, era sulla buona strana. Tuttavia, quell’alone di sconforto che lo permeava, mi placò nuovamente. Mi avvicinai a lui, un po’ esitante.

“Immagino di doverti chiedere il perché.” Affermai.

“ Solo se vuoi.”

Annuii.

Restammo ancora fissarci, perfettamente immobili, ognuno cercando di scrutare nei  pensieri dell’altro. Ognuno cercando di difendere i propri. Infine parlò:

“ Non sarei dovuto venire qui. Ma non ho potuto farne a meno.”

 Sembrarono costargli moltissimo quelle parole.

“ Perché?” Domandai con un fil di voce.

Quel maledetto sguardo. Quegli occhi nerissimi, insondabili, che mi attraevano come una calamita, stavano iniziando a fare il loro diabolico effetto. Non potevo sfuggire loro, in alcun modo.

  “ Non sarei dovuto venire qui, perché così facendo metto la tua vita in pericolo. Ma non l’ho potuto evitare, perché se con te, le mie capacità deduttive si riducono del 30%, senza di te, sapendo di non poterti rivedere più, calano del 90%. E il rimanente 10% lo utilizzo per chiedermi dove tu sia e cosa stia facendo.” Spiegò, con l’abituale compostezza, impercettibilmente incrinata.

Quelle parole ebbero il potere di ricolmare il vuoto che provavo fino a pochi istanti prima. Mi riscaldarono come il primo, timido raggio di sole, dopo un lungo Inverno.

Tuttavia c’era un punto che volevo assolutamente chiarire:

“ Ryuzaki..Anzi Elle.. Per quale ragione dovresti aver messo la mia vita in pericolo?”

Mi perforò con lo sguardo.

“ Per quello che sto per dirti..” Iniziò.

Restai in attesa.

“ Vieni con me in Giappone.”

Ero incredula. Non poteva averlo detto sul serio. Mi pizzicai un braccio, certa di essermi addormentata sul divano e di stare sognando tutto. Ma il bruciore che sentii fu reale.

“D-Davvero?” Balbettai.

“Si.” Rispose semplicemente.

“Audrey..” Disse avvicinandosi a me, un passo alla volta..Fino ad arrivare a pochi centimetri di distanza. Mi guardò intensamente negli occhi.

“Chiamami Ryuzaki. Vorrei essere..Solo Ryuzaki, per te.”

Non so esattamente come accadde. So solo che lo baciai, affondando le dita nei suoi capelli neri e umidi di pioggia. E lui ricambiò il mio bacio, accarezzandomi una guancia con la punta del pollice.

 Senza nemmeno rendermi conto di quello che stavo facendo, mi ritrovai a sfilargli la maglia. Ryuzaki assecondò il mio gesto, sollevando le braccia per facilitarlo. Lo contemplai per un momento. Era come avevo intuito che fosse, magro con i muscoli appena disegnati ma presenti. La sua pelle era diafana e morbida, come ebbi modo di appurare, sfiorandogli le spalle e il petto. Lo sentii contrarsi e distendersi poco a poco, man mano che le mie mani, percorrevano il suo torace. Cercavo di procedere per gradi, ma bruciavo di desiderio. Desiderio che si intensificò, quando Ryuzaki, prese ad armeggiare con la cintura del mio accappatoio. Lo aiutai a sciogliere il nodo e a far scivolare l’indumento a terra.

Sentii le mie guance imporporarsi sotto il suo sguardo. Tese titubante, un braccio verso di me. Sembrava indeciso sul da farsi. O meglio, sembrava non sapesse cosa fare. Con delicatezza, gli presi le mani e le appoggiai sul mio volto, facendole scivolare  nell’ incavo del collo, lungo le mie spalle, sulle curve dei miei fianchi.. Lui si liberò gentilmente della mia stretta, per farmi capire che voleva continuare da solo.

E continuò.. Dapprima servendosi solo della punta delle dita, poi, quasi sforzandosi, aprì i palmi delle mani e li distese, facendoli aderire perfettamente alla mia pelle. Il contatto dei suoi polpastrelli su di essa, mi procurò brividi di piacere. Esplorò ogni centimetro del mio corpo, affascinato. Doveva essere la prima volta che toccava davvero qualcuno. E quasi non riuscivo a capacitarmi di essere io quel qualcuno.

Ryuzaki si dilungò in quell’attività oltre ogni limite consentito dalla mia sanità mentale, già di per sé vacillante. Mi accarezzò e riaccarezzò più volte. Notai che sorrideva ad ogni mio piccolo sussulto. Quando non resistetti più, lo spogliai del tutto e lo attirai, insieme a me, per terra, sopra il morbido tappeto del soggiorno.

Mi sentivo come se fosse la prima volta anche per me. Tesa e in apprensione. Ma tutto avvenne in maniera naturale. Entrambi agimmo lasciandoci semplicemente guidare dall’istinto.

Nel momento in cui i nostri corpi si unirono, pelle contro pelle,quando aspirai il profumo di quella di Ryuzaki, quando sentii il suo cuore battere contro il mio, capii cosa significava sentirsi completi. Se ne avessi avuto la possibilità, avrei fermato il tempo, di modo che esistessimo unicamente noi due. Non avevo mai amato con tutto il mio cuore, donato tutta me stessa ad un’altra persona. Ryuzaki era quella persona. Quella che aveva portato scompiglio nella mia vita scandita da ritmi precisi, stravolgendola. Mi aveva cambiata, facendomi sentire più viva di quanto non lo fossi mai stata fino a quell’attimo.

Facemmo l’amore per ore, senza mai distogliere gli occhi l’uno dall’altra, prigionieri dei reciproci sguardi, senza parlare. Non c’era bisogno di parole. Fu il rumore della pioggia che tamburellava contro la finestra, ad accompagnarci costantemente, a cullarci. Era perfetto così.

Mi svegliai che albeggiava. Una tenue luce rosa filtrava attraverso le tende, illuminando il soggiorno. Regnava un silenzio assoluto.

Mi accorsi di essere distesa sul divano, avvolta in uno dei plaid che tenevo piegati sopra di esso e che solitamente utilizzavo mentre guardavo la televisione, nelle sere invernali. Doveva essere stato Ryuzaki ad avermi sistemata lì.

“ Ma che brillante intuizione, chi poteva essere stato altrimenti? Il babau?” Sentenziò la vocina, di ritorno.

Sorrisi pensando alla ragione per cui era stata assente tutte quelle ore. Mica scema, la vocina.

Tornai però a soffermarmi su Ryuzaki. Dov’era? Lo individuai subito. Era già sveglio (ammesso che avesse dormito) e si trovava sull’altra estremità del divano, di spalle. Era appollaiato nel suo solito modo. Mi venne da ridere, perché era buffo in quella posizione, ancora completamente nudo. La risata però, mi morì in gola.

In controluce, si distinguevano nitidamente sulla sua schiena, delle lunghe cicatrici. Cicatrici senz’altro vecchie a giudicare dal colore, addirittura più chiaro del resto della pelle, già candida di per sé. Ma che dovevano essere testimonianza di quelli che erano stati dei tagli profondi.

 Una domanda, risuonava insistentemente nella mia testa. Come se li era procurati?

“ Ryuzaki..” Lo chiamai debolmente.

Lui si voltò verso di me. Mi sorrise e nei suoi occhi vidi brillare una luce nuova. Come se fosse.. Felice..

“ M-Mi chiedevo se ti andava un doppio cappuccino al cioccolato, è la mia specialità.” Mentii.

Non gli avrei rovinato quel momento con domande che potevano rievocargli ricordi dolorosi, per nulla al mondo. Avrei atteso un’altra occasione e anche se questa non si fosse presentata, ne sarebbe valsa la pena ugualmente, pur di poterlo vedere così.

Il suo sguardo si fece più attento. Doveva aver percepito un’ inflessione diversa nella mia voce.

Io però, gli restituì il sorriso di prima, con sincerità.

“ Sembra buono.” Accondiscese infine, rilassandosi nuovamente.

“ Eccome!” Esclamai saltando in piedi entusiasta.

Purtroppo, nel compiere tale gesto, mi cadde il  plaid di dosso. Con le conseguenze che potete ben immaginare. Arrossii fino alla radice dei capelli e rapidamente, raccolsi la coperta e mi ravviluppai al suo interno.

“ Non riesco a comprendere perché ti vergogni tanto. Siamo stati nudi tutta la notte.” Dichiarò Ryuzaki perplesso.

Ancora quell’ingenuità e quella purezza che lasciavano senza parole. E in fondo non aveva torto. Non per questo però, abbandonai il plaid.

“ Vuoi fare una doccia prima della colazione?” Chiesi, cambiando palesemente argomento.

Ryuzaki annuì.

“ Ti avviso solo che i miei accappatoi ti saranno tutti stretti..” Blaterai.

Lui non sembrò particolarmente sconvolto dalla notizia.

“ Però se ben ricordo..” Borbottai tra me e me, dirigendomi verso il guardaroba. Rovistai in uno dei cassetti, finché non trovai l’oggetto delle mie ricerche.

“Tieni.” Dissi consegnandogli un accappatoio bianco con un ricamo dorato sulla tasca anteriore.

“ Excelsior Hotel.” Lesse Ryuzaki reggendo i lembi di esso, tra il pollice e l’indice.

 Era uno degli accappatoi di misura standard degli alberghi. Una simpatica tradizione mia e di Connor, sgraffignarli durante le ferie. Erano i nostri souvenir prediletti.

“ Emh è un ricordino delle vacanze.. Spero non mi arresterai per questo.” Ridacchiai.

“ Per stavolta passi.” Replicò seriamente, ma intravidi un lampo divertito guizzargli negli occhi.

 Scoppiai a ridere.

Ci separammo per fare la doccia. Sfortunatamente casa mia aveva doppi servizi, altrimenti avrei potuto ventilare a Ryuzaki la possibilità di farla insieme.

“ Ma non ti vergogni?” Sibilò la vocina.

Io scossi la testa con convinzione. Grazie al cielo Ryuzaki non era nei paraggi.

Tornai in soggiorno che era già là. Indossava l’accappatoio candido e se ne stava raggomitolato sulla poltrona bianca e pelosa. Come l’avevo immaginato il giorno in cui l’avevo conosciuto. Lo fissai estatica.

“SVEGLIAAA.” Tuonò la vocina.

Mi riscossi in un lampo e fuggii a preparare la colazione, auspicando che Ryuzaki non avesse fatto caso alla mia espressione da triglia.

“ Non sperarci, lui fa sempre caso a tutto.” Infierì nuovamente lei.

Preparai i cappuccini e saccheggiai la dispensa. Presi diversi tipi di brioche, un vasto assortimento di biscotti e una confezione piena di zollette di zucchero, che non avevo mai utilizzato. Caricai tutto su un vassoio. Mentre lo trasportavo, un po’ barcollante, verso la stanza, mi sentii vagamente “Alfred”.

“ Quel bagnoschiuma al cioccolato era davvero buono.” Osservò Ryuzaki, mentre appoggiavo il vassoio con le vivande sul tavolino.

“ Non l’hai bevuto vero?!” Esclamai allarmata.

“ No Audrey. Non bevo il bagnoschiuma. Per quanto possa avere un aroma allettante.” Ribatté tranquillo.

Realizzai la mia atroce figura. Avevo chiesto al miglior detective del mondo, dalla comprovata genialità, se avesse bevuto di proposito del bagnoschiuma. Diventai bordeaux.

“ E’ che i dolci ti piacciono tanto..” Tentai di giustificarmi, in maniera pietosa.

“ Taci è meglio.” Affermò la vocina, con il buon senso di cui ero così tragicamente priva.

Seguii le sue direttive, trovando improvvisamente le mie pantofole interessantissime.

“ Vuoi sempre tre zollette di zucchero, anche nel cappuccino?” Si informò Ryuzaki, molto diplomaticamente.

Annuii.

Con la coda dell’occhio mi sembrò di vederlo sorridere.

“ Almeno qualcuno trova divertente la tua assoluta demenza.” Considerò la vocina, spazientita.

Ancora non mi sembrava vero di essere con Ryuzaki, nel soggiorno di casa mia a sorseggiare cappuccino e mangiare biscotti, entrambi avvolti in morbidi accappatoi di spugna. Fuori dalla finestra, la luce si era intensificata, da rosa, aveva assunto sfumature rosso-arancione. Pensai che non ci fosse nulla di più intenso e coinvolgente, che vedere sorgere il sole con la persona che si amava. Beh forse qualcosa c’era. Mi sfuggì un sorrisetto.

“ Hai già pensato come motivare il viaggio in Giappone Audrey?” Mi domandò Ryuzaki a bruciapelo, giocherellando con il cucchiaino.

Meditai una manciata di secondi.

“ Ai miei posso dire che si tratta di un viaggio di studio..” Proposi cogitabonda.

“ Mi sembra plausibile.” Approvò Ryuzaki.

Come un fulmine a ciel sereno, a incrinare quell’atmosfera idilliaca, si fece strada dentro di me, un pensiero angosciante.

“ Connor..” Bisbigliai.

“ Non puoi dirgli la verità.” Mi fece presente.

“Lo so.. Ma non voglio neppure mentirgli.. E tanto non si berrebbe mai una storia del genere.” Replicai.

Non volevo separarmi dal mio migliore amico per mesi e forse di più, con una menzogna. Non era giusto. Connor non si meritava una cosa del genere.

Ravvisai di colpo che la partenza era praticamente imminente.

“ Devo darmi una mossa se voglio che sia tutto pronto per domani.” Annunciai, agitata.

“ Posso rimandare ancora di un giorno.” Mi informò Ryuzaki.

“ Com’è possibile? C’è da prenotare di nuovo il volo e..”

“Lo scoprirai.” Mi interruppe lui enigmatico, addentando una brioche.

Sapevo che era inutile insistere.

Realizzai che il giorno ancora non era arrivato e che avevamo diverse ore davanti a noi e che dopotutto, avevo a disposizione ancora un po’ di tempo per preparare le valige, accomiatarmi e trovare un pretesto per quella decisione così repentina. Volevo che quella giornata fosse solo nostra. Mia e di Ryuzaki.

“ Ryuzaki..” Esordii esitante.

“ Umh?” Aveva ancora la bocca piena.

“ Mi chiedevo.. Visto come sarà la situazione in Giappone.. Oggi possiamo stare insieme? Io e te.. Solo per oggi? ” Incespicai nelle parole più di una volta.

“ Si.” Rispose lui, guardandomi fisso negli occhi.

“ Grazie.” Dissi sorridendo.

 “ Grazie a te.”

I nostri sguardi, si incatenarono di nuovo uno all’altro. Quella semplice parola, celava molto di più di quanto non significasse in apparenza.

“ Però temo che nell’eventualità volessimo uscire, non sarà possibile. I miei vestiti saranno senz’altro ancora bagnati.” Constatò Ryuzaki, mordicchiandosi un pollice.

Questi ultimi difatti, giacevano ancora sul pavimento, dove li avevamo abbandonati la sera prima.

“ Chi ti dice che serviranno i vestiti? ” Dissi con studiata noncuranza, bevendo un sorso di cappuccino.

 “ Non hai alcun ritegno!” Sbottò la vocina, prima di sparire, per molte, molte ore.

 

Ringraziamenti e sproloqui dell’autrice:

Ed eccomi di ritorno con un nuovo capitolo * disse l’autrice cercando di celare l’imbarazzo che quest’ultimo le ha procurato nello scriverlo * .. E’ la prima volta che mi cimento  in  una scena d’amore, per cui confesso di essere piuttosto agitata nel sottoporvelo e incerta del risultato.. Attendo le vostre recensioni con trepidazione e a proposito di queste ultime, vi ringrazio perché sono state davvero numerose ^.^ Ringrazio anche Christy, Hachi e Mew_Paddy che hanno aggiunto questa storia tra le preferite.. Sono contentissima.. Ah un’ultima cosa prima di passare ai ringraziamenti, spero che il rating arancione sia adeguato a questo capitolo, visto che non sono scesa nei dettagli non mi sembrava da “rosso”, ma se reputate  che debba modificarlo,  vi sarei gratissima se me lo faceste notare ^^! E ora vi lascio in pace..

Hope87: Mia cara hai azzeccato in pieno!!! Era esattamente ciò che volevo comunicare.. Alla fine però L non ha resistito a rimanere fedele ai suoi propositi.. Eh eh eh.. ^__^

Hoshimi: Innanzi tutto spero che tu sia sopravvissuta al raffreddore, il latino è davvero una brutta bestia XD! Mi spiace averti intristita L comunque alla fine non sono rimasti separati a lungo L e Audrey ^^

Christy: *Saltello contenta alla vista di una nuova lettrice* So che suona retorico, ma sono davvero contenta che questa storia ti piaccia e che trovi che L sia reso bene (è un mio obiettivo basilare).. Grazie mille!!!

 SPLITkosher: E’ vero il capitolo era piuttosto triste, sono stata cattivella sissì.. Ma grazie della recensione e del complimento ^^

Clod93: Audrey non voleva farsi vedere mentre piangeva, per questo se n’è andata via.. Ah che testa dura quella ragazza XD.. Anch’io mi sarei attaccata stile piovra mi sa ! Comunque ho notato che siamo tutte tormentate dal latino, in un modo o nell’altro.. Sob, povere noi!!!

Umpa_Lumpa: E’ tornata normale la faccia? Non vorrei che i tuoi mi citassero in giudizio per averti indotto una paresi momentanea e poi mi sentirei dannatamente in colpa XD ..Comunque si, inizia la parte più tragica della storia per me.. Che dovrò far coincidere tutto! Oggi sono profondamente idiota (si più del solito).. Ammetto che la parte più spensierata “Pucciosità a New York” è finita, ed inizia la parte più seria della vicenda “Brutto Kiraccio cattivo” (questo è il titolo in anteprima del prossimo capitolo XD).. Ma non temere, ci sarà sempre la vocina a risollevare gli animi!  Capisco che L ti sia sembrato precipitoso, ma era essenziale ai fini della storia che le rivelasse la sua identità, sarebbe stato impossibile per me gestire la situazione in Giappone con Audrey ignara di tutto.. Quanto alla reazione di Connor.. Eh..Sul capitolo scorso non ci sarà, dato che tutto si è risolto  in tempi brevi.. Anche se una rissa tra lui e Ryuzaki, in perizoma nel fango mi avrebbe tentata.. Ok basta. Sto diventando troppo demente, fine delle trasmissioni. Giuro. ^__^

Bilu_Emo: Augurissimi, anche se in ritardo per il tuo compleanno!!! Mi spiace che sia coinciso con un capitolo così triste, avrei voluto pubblicare qualcosa di più  allegro per l’occasione, ma sono contenta che ti sia piaciuto =) Quanto al dubbio sul finale.. Eh eh eh.. Non posso spoilerare, ma come ho già detto, tieni presente che adoro L ^^

AngelVirtues: Sono davvero contenta che tu abbia notato che L non si è nemmeno voltato.. Davo molto importanza a quel dettaglio!!! Speravo appunto rendesse l’idea che non guardasse Audrey perché temeva di non riuscire a lasciarla..Grazie mille della recensione e come hai potuto vedere, è stata svelata la ragione del  rating arancione..^^

La gre: Audrey ti ringrazia moltissimo dell’abbraccio e dell’averla consolata.. Io invece.. E’ un onore esserti d’esempio, davvero non so come ringraziarti * arrossisco * ..Ti ringrazio moltissimo!!!

L-chan: Lo trovi il più emozionante?! Wow davvero non so come ringraziarti *__* E’ una vera soddisfazione, perché non era un capitolo facile (anche se più di questo XD).. Soprattutto il fatto che tu abbia apprezzato il dialogo tra Audrey e L che volevo rendere intenso, anche se piuttosto conciso.. Quanto al riferimento a Beyond Birthday ci tenevo moltissimo a farlo, è una figura che mi affascina un sacco e anche se purtroppo ho letto solo una traduzione su internet del libro ( l’inglese non è il mio forte, ma con calma mi cimenterò a leggerlo tutto perché mi incuriosisce troppo e anche perché penso che  ormai avrò dei  nipoti quando e se,lo tradurranno in italiano). Infine, tu puoi darmi tutti i consigli che vuoi, come lettrice e come scrittrice, e non dire mai più che non sei alla mia altezza >.< La scena della morte di BB annunciata al telegiornale è un’idea fantastica, inoltre mi aiuterebbe a fare luce su sprazzi del passato di L, cosa che avevo intenzione di fare fin dall’inizio in questa fan fiction.. Per cui grazie!!! ^__^

Liar: Cara grazie della recensione!!! L’angoscia era proprio una cosa che volevo far sentire con questo chappy (si sono maligna lo so).. Quindi sono contenta di essere riuscita nella mia impresa! E spero di essere riuscita a rendere contenta te, nel vedere che Audrey partirà con L senza doversi nascondere nella valigia o nel cappello di Watari XD

Ary_tan:  Come hai potuto leggere, alla fine non c’è stato nessun addio..^^.. Per il resto avevi indovinato!!! Grazie mille della recensione ^__^ !!! Spero di averti risollevato il morale dopo quel capitolo maligno..

Elluccia: Nooooooo mi sento un mostro cattivo! Non volevo farti piangere, davvero ç__ç.. Scusami..Mi auguro che questo capitolo ti rallegri un pochino.. Un abbraccio!!!

 

E anche per stavolta ho finito di tediarvi! Un grosso bacio a tutte e grazie ancora per tutto il sostegno che mi date!!! Sperando che il capitolo vi sia piaciuto, ci sentiamo al prossimo aggiornamento! ^___^

Alice

  
Leggi le 13 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Death Note / Vai alla pagina dell'autore: AliceRose