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Autore: Christine_Heart    24/06/2015    1 recensioni
«Il tempo è sempre troppo breve per chi ne ha bisogno ma per coloro che amano dura per sempre.»
***
Extra dedicato ad un giovane Balthazar e a un piccolo Salomon.
Cosa accadrebbe se i due protagonisti fossero semplici essere umani, e non più maghi?
Scopritelo a casa di un amorevole zio.
***
Collegato in parte alla fan-fiction Cuori Imperfetti.
***
[Contest sfida] [AU]
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 14


«Zio, posso alzarmi!?» chiede una volta finito Salomon.
«Finito di mangiare?!» chiede mio zio, alzando gli occhi su di lui.
«Sì.» afferma Salomon posando le posate.
«Cinque minuti, e poi torni a tavola.» gli dice calmo.
«Perchè?!» chiede Salomon voltandosi una volta finito di sistemare la sedia.
«Ma come perchè?! Ti sei scordato cosa abbiamo fatto mentre Balthazar dormiva?!» gli chiede lo zio con fare sorpreso.
E Salomon si sofferma a pensarci un attimo, mentre con passo calmo aggira la mia sedia per avvicinarsi a Luke che continua a ridere.

«Oh, è vero!» risponde poi Salomon allegro.
«Te l'eri dimenticato!?» gli chiede poi Luke chinando il capo verso il piccolo.
«Sì!» risponde Salomon divertito allungandosi verso Luke per sfiorarlo con la sua fronte.
«Cinque minuti!» gli ricorda lo zio ridendo di gusto. E Salomon annuisce.
Poi Luke lo lascia andare e si sposta su di me.
«Che c'è?!» chiede curioso.
«Che cosa avete fatto?!» chiedo io incuriosito.
«Ci siamo tenuti impegnati!» mi risponde lui vago.
«Ma certo.» rispondo io annuendo come se avessi capito.
Un attimo. Solo un attimo. C'eravamo distratti solo un attimo.
Ma un attimo di troppo, tanto basta per fare danni.
«Salomon!!!» mi ritrovo ad urlare io, scattando in piedi colto dal panico.
«Ma che...» cerca di capire mio zio voltandosi.
Un istante, e la sedia di Luke vola per terra. Afferra Salomon e rapido lo allontana, poi si volta e ferma il mobiletto.
Per poco non gli cadeva addosso. Si alza lentamente e lo sposta contro il muro, e lo vedo respirare pesantemente. Rimane lì un attimo, quasi a voler riprendere il controllo.

E' arrabbiato, il folle gesto di mio fratello l'ha spaventato a morte, eppure era stato chiaro con lui.
In un minuto si volta verso il piccolo. China gli occhi su di lui con severità, e in attimo quelli del bambino si allagano di lacrime.
«MA IO CHE COSA TI AVEVO DETTO?!» lo sgrida con durezza.
Salomon sobbalza spaventato, e subito china il capo.
«NON SI GIOCA LI' VICINO SALOMON! E' PERICOLOSO!» continua indicandogli con furia quel pezzo di legno, che per un attimo non l'aveva quasi ucciso.
«PERCHE' NON MI DAI ASCOLTO!» continua a sgridarlo.
«POTEVI FARTI MALE, PERCHE' NON UBBIDISCI!» lo riprende ancora.
Poi senza dire altro, l'afferra per una mano, e l'accompagna in un angolo della cucina.
Lesto lo fa voltare verso il muro.
«ORA RESTA QUI E NON TI MUOVERE!» gli dice severo indicandogli il posto.
«Sì...» singhiozza Salomon.
«IN SILENZIO, MI HAI CAPITO?!» aggiunge poi chinandosi su di lui.
Salomon annuisce di nuovo, senza avere la forza di alzare la testa.
«NON VOGLIO LAMENTELE DI NESSUN GENERE, MI SONO SPIEGATO?!» chiede ancora arrabbiato. E Salomon annuisce tirando su col naso.
«Zio...?» cerco di intervenire io.
«No Balthazar, deve imparare!» mi dice lui voltandosi verso di me.
«Va bene...» continuo io preoccupato.
«Ma...» cerco di aggiungere.
«Niente ma Balthazar...» mi dice Luke alzando una mano per fermarmi.
«Okay...» dico io sedendomi di nuovo.
Luke tira su la sua sedia e prende posto accanto a me, continuando a fissare Salomon, che nel suo angolino continua a tremare da capo a piede, e non smette di piangere.
Sospiro per calmare i nervi, e Luke a braccia conserte fa la stessa cosa. Poi sposta gli occhi su di me, e sospirando di nuovo, scuote la testa.
«Ho avuto paura!» mi mormora con gli occhi lucidi.
Ed io annuisco convinto, capendo alla perfezione cosa ha provato.
«Possiamo continuare il ripasso?» chiedo poi anche per distrarci.
«Ma certo.» mi risponde lui schiarendosi poi la voce



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