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Autore: laragazzacheosavasognare    25/06/2015    4 recensioni
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6 ragazze con poteri sovrannaturali saranno mandate ad abitare a casa Sakamaki con un unico e spietato obbiettivo: quello di uccidere i 6 vampiri assetati del loro sangue. Ma le ragazze non sanno cosa le aspetta: riusciranno nell'impresa?
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Ehii! Buonsalve a tutti voi! Era già da un po' che volevo scrivere qualcosa su questi fratelli così affascinanti! Beh, eccomi qua! Spero che la storia vi piaccia! Non vedo l'ora di leggere le vostre OC.
Genere: Dark, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era già la sesta volta, quella. Il tramonto era passato da circa un’ora e le tenebre stavano ricoprendo il giardino di villa Sakamaki. Non succedeva mai niente di nuovo: dopo essere stata in guardia per 5 lunghi notti non era accaduto nulla. Avrebbe dovuto cambiare tattica: quella non funzionava granché.

Vorrà dire che vi ingannerò in un altro modo.

Da dietro un cespuglio della casa saltò fuori con disinvoltura una ragazza alta e slanciata, che non riusciva a cancellare dal volto quel suo sorriso sadico e maligno.

Dopo dieci lunghi anni non mi farete aspettare ancora.
Si muoveva con un’incredibile naturalezza: le sue curve erano accentuate, ma in perfetta armonia con tutto il resto del suo corpo. I capelli neri come la pece raccolti in due bassi codini lasciavano cadere sull’occhio sinistro qualche ciuffo di troppo, ma che conferivano alla ragazza un aspetto misterioso. La sua pelle lattea era solcata piene e rosee labbra e da un piccolo e dolce naso all’insù. Ma ciò che più creava scalpore nel guardare quella fanciulla era l’occhio sinistro, che, a differenza del destro che era di un vivace e acceso rosso fuoco, al suo interno si poteva osservare un magnifico disegno di orologio con numeri romani.

Indossava un abitino nero con scollo a barchetta, che lasciava intravedere le sue spalle nude. Era composto da uno stretto corpetto ricco di merletti grigi e da una gonnellina vaporosa, che le valorizzava e accentuava le sue armoniose curve.

Avanzò con passo deciso fino alla porta della villa, dalla quale non trapelava alcun tipo di rumore. Arrivata bussò con forza, come se avesse paura che nessuno l’avrebbe udita. Dopo pochi istanti spalancò la porta un giovane ragazzo. A quel punto ella sfoggiò il suo miglior sorriso, accompagnato da qualche battito di ciglia. Il vampiro ricambiò il sorriso e la accomodò ad entrare.

La prima cosa che la ragazza notò del vampiro fu quel bizzarro cappello che neanche in casa si toglieva. Con la coda dell’occhio ella aveva notato tutta quella sfarzosità che regnava in quella villa,  ma non poteva certo permettere a degli oggetti luccicanti di intralciare il suo piano. Così ripose nuovamente gli occhi sul vampiro e lo studiò attentamente.

I suoi capelli spettinati erano rossi, contrastanti con quel colore verde smeraldo che incastonava gli occhi furbi e vendicativi. Portava una grossa felpa bordeaux, con abbondante pelo bianco sul cappuccio.

-Chi sei?- le domandò sempre col sorriso perverso sul volto.

-Tokisaki Kurumi, piacere di conoscerti, Raito-

Non appena il vampiro sentì pronunciare il suo nome si avvicinò di scatto alla ragazza e le sollevo piano il mento con le due dita pallide. La osservò bene con aria interrogativa, alzando un sopracciglio.

-Come hai detto sgualdrinella?-

-Ho detto che mi chiamo…-

-Ho capito come ti chiami. Perché conosci il mio nome?-

-E me lo chiedi?-

-Si, bitch-san, te lo chiedo-

-Io… ti amo!- detto ciò gli corse in contro e lo abbracciò, stringendolo a sé il più forte possibile.

Fa che ci credi.

Raito cercò di staccarsela di dosso. La continuò a guardare sorridendo, fino a che non reagì.

-Bello scherzo, chi sei veramente?-

La ragazza che tuo padre lasciò senza famiglia.

-Te l’ho già detto chi sono! Io ti sto tenendo d’occhio da quasi una settimana, e questo tempo mi è servito per capire che io ti amo!-

-Mi dispiace, ma io non ricambio questi tuoi profondi sentimenti- disse Raito avvicinandosi al volto della ragazza lentamente.

La guardò negli occhi e spostò dietro al suo orecchio i ciuffi che coprivano l’occhio con l’orologio dai numeri romani.

-E questo?-

-E’ una lunga storia-

Dopodiché fece un gesto che Kurumi non si aspettava minimamente. Il vampiro iniziò a muovere la bocca verso il basso, fino a leccare il collo della ragazza, che al contatto con la sua lingua  ebbe un leggero sussulto, che cercò di nascondere. Subito dopo sentì qualcosa di freddo sulla pelle: Raito si stava nutrendo dal suo collo, ma lei non provò niente, solo un leggero solletico alla pelle. Quando egli si staccò soddisfatto dalla ragazza notò stupito che non era né infastidita, né aveva provato dolore. Così con uno scatto improvviso si approssimò nuovamente a Kurumi e affondò i suoi bianchi canini nella spalla della ragazza, più e più volte. Ma lei non sentiva niente, niente di niente.

-Ma cosa diavolo sei?- domandò lui stupito.

-Sono colei che riuscirà ad ottenere la tua fiducia-

-Nessuno ne è degno-

Lo vedremo.

-Andiamo via da qui- proclamò poi Raito.

Iniziarono a spostarsi verso le scale cautamente, come se non volessero essere visti da nessuno. Ma proprio quando la ragazza stava per salire il primo gradino delle scale in marmo grigio, Raito udì dei passi avvicinarsi, così prese rapido Kurumi per la vita e la nascose dietro ad una colonna.

-Raito?- chiese una flebile vocina.

-Cosa c’è Kanato?-

-Mi devi aiutare: non trovo Teddy-

-Sarà stato Ayato-

-No, Ayato è nella camera di Reiji: stanno di nuovo provando a fare gli esercizi di matematica-

-Che palle, non lo so-

-Mi devi aiutare-

-No, sono occupato-

-Raito, forza, aiutami a cercare Teddy-

-Non ho intenzione di cercare quello schifoso pupazzo!-

-MA COME TI PERMETTI? TE LA FARO’ PAGARE PER CIO’ CHE HAI DETTO!- dopodiché si voltò e uscì irritato dall’entrata.

Intanto dalla colonna spuntò la ragazza -E quello chi è?-

-Mio fratello-

-Un altro vampiro?-

-Lascialo stare bitch-san, ora tu vieni con me-

La ragazza, pur contro-voglia, lo seguì sulle scale. Più lo osservava e più aumentava la sua voglia di ucciderlo. Sarebbe partita da lui, Raito. Gli avrebbe tagliato la gola e l’avrebbe torturato fino a che lui non avesse invocato la sua pietà, a quel punto gli avrebbe sparato tutti i colpi di pistola necessari affinché non inquinasse più l’aria col suo respiro sporco.

Camminarono attraverso un lungo corridoio ornato da magnifici tappeti rossi ed entrarono in una delle stanze. Raito la fece entrare per primo: la stanza era enorme. A terra era distesa una grande moquette verde muschio con al centro un piccolo tavolino in legno scuro, davanti ad una poltrona a righe. In un angolo si trovava un caminetto bianco, dove al suo interno c’era della cenere. Il letto era a due piazze, abbastanza semplice, dal soffitto, invece, pendeva un elaborato lampadario in cristallo. Kurumi varcò l’entrata della porta e andò a sedersi sulla poltroncina.

-E’ la tua camera?-

Annuì -Allora sgualdrinella, narrami la tua storia-

-Non c’è molto da dire. La mia famiglia fu uccisa da uomo cattivo e io ora sto cercando un modo per vendicarmi-

-Chi era quell’uomo?- chiese sdraiandosi sul letto.

Il tuo caro paparino.

-Te lo dirò quando te lo meriterai-

-E cosa devo fare per meritarmelo?-

A quel punto la ragazza si accostò sull’altra parte del letto, rivolta verso Raito.

-Non lo so, per esempio… fidandoti di me-

-Fidarmi non ancora, ma sei vuoi…-

Avvicinò il suo volto a quello della ragazza e la iniziò a baciare violentemente, accarezzandole i capelli neri. Kurumi sentiva le sue labbra a contatto con quelle fredde del vampiro che si intrecciavano insieme alla sua lingua. Continuarono a baciarsi a lungo, fino a quando Raito non morse nuovamente Kurumi che, come le volte precedenti, non aveva provato alcun dolore al contatto. Ciò spinse Raito a continuare a nutrirsi della ragazza, che in quel momento vedeva solo come una fonte primaria di cibo. Infine si staccò da ella e guardandola le chiese ancora dell’occhio.

-Fa parte di ciò che sono- rispose lei.

-Il problema è che non ho ancora ben capito chi sei, anzi, cosa sei-

-Devo ripeterlo ancora? Lo saprai quando ti fiderai di me. E poi perché mi hai nascosta dietro la colonna prima?- prese il cappello del ragazzo e se lo posò in testa, sorridendo maliziosa.

-Non voglio che nessuno ti veda-

-Perché?-

-Perché ora sei mia-





Ehii, buonasera a tutti! Allora, come va? Spero che anche questo capitolo vi piaccia e vorrei ringraziare chi mi segue o ha messo la mia storia nei preferiti. E' veramente bellissimo sapere che agli altri piace come scrivo, e questo lo so grazie a voi! Inoltre vorrei scusarmi se trovaste degli errori: ho scritto da cellulare e il correttore mi corregge sempre parole che non dovrebbe xD
   
 
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