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Autore: kia17    26/06/2015    1 recensioni
Se Frigga non avesse accettato Loki nella sua famiglia cosa sarebbe successo? La vita del dio degli inganni sarebbe stata sempre la stessa?
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Frigga, Loki, Odino, Thor
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Loki ha 8 anni e Thor 12

Mattina e sera Loki lavorava al palazzo seppur fosse solo un bambino. Thor di tanto in tanto andava a giocare con lui, ma di solito il moro doveva sempre sistemare tutto.
"Lokiiii!!!!" urlò Thor andando in contro al bambino che stava pulendo il pavimento.
"Thor ho appena pulito!" si lamento il moro.
"Vuoi giocare con me?"
"Devo pulire i pavimenti e rifare le stanze."
"Hai sempre da fare. Non ho mai visto un bambino di 8 anni lavorare così tanto." disse sedendosi in fianco all'amico.
"Che vuoi che ti dica? È quello che devo fare per poter mangiare."
"Sei più magro di una sardina, sicuro che ti danno da mangiare? E poi guarda, hai tutti i vestiti sgualciti."
"Sono gli unici che ho..." disse tristemente.
"Quando pensi di finire?" disse il dio del tuono cambiando discorso.
"Non lo so."
"Domani verrai con me."
"I pavimenti sono da lavare anche domani" disse scherzando Loki.
"Vengo a prenderti all'alba!" disse Thor correndo via.
"Thor domani...Thor!!!" urlò il ragazzino moro ancora intento a passare lo straccio sul pavimento.
Il giorno seguente il biondino mantenne la sua promessa.
Alle prime luci dell'alba lui e Loki erano già diretti verso il lago con lo zaino sulle spalle.
"Thor non credo che dovremmo andare da soli. E se poi succede qualcosa?" disse col fiatone il bimbo dai capelli neri.
"Tranquillo, non succederà niente e poi mamma sa dove siamo." rispose il più grande.
"Lo ha detto a tua madre?"
"Certo! Così il mio fratellino non finisce nei guai."
"Perchè mi hai chiamato fratellino?" chiese il futuro dio degli inganni guardando storto il suo compagno d'avventura.
"Perchè lo sei e io ne ho sempre voluto uno." rispose semplicemente l'altro.
"Sul serio?"
"Si certo, siamo fratelli io e te. Ora la smetti con tutte queste domande?"
"Ok, se lo dici tu." disse sfinito.
"Sei stanco? Dammi il tuo zaino." disse allungando la mano verso Loki.
"No, sto bene." rispose il diretto interessato.
"Smettila di fare così. Dammi il tuo zaino o me lo prendo con la forza."
"Il lago!!!" urló il moro prima di scattare e correre verso quell'immensa distesa blu.
"Allora non eri stanco." disse Thor quando raggiunse Loki che nel frattempo aveva già immerso i piedi in acqua.
"Pronto?"
"Pronto per co..." disse il dio degli inganni prima di essere scaraventato in acqua dal dio del tuono.
I due iniziarono a giocare nell'acqua senza badare al fatto che erano bagnati fradici. Nuotarono e giocarono alla guerra tutta la mattina e il primo pomeriggio.
"Thor asp... Aspet... Aspetta. Non respiro." disse il moro ansimando sotto il dio del tuono.
"Scusami. Dai dammi la mano" disse porgendogliela il biondo.
"Grazie" disse alzandosi il piccolo jotun.
"Tutto bene?" chiese preoccupato.
"Si, devo solo riprendere un attimo il fiato."
"Allora facciamo una pausa, poi ci tuffiamo."
I due si misero seduti sotto l'ombra di un salice a mangiare. Passare quelle giornate tranquille era una delle cose più belle della vita di Loki che era sempre stata correlata di doveri e punizioni. Thor questo lo sapeva, glielo aveva spiegato sua madre quando aveva visto il suo amichetto fare i mestieri per la prima volta, così si era inventato di trascinare di quando in quando il moro in una delle sue scappatelle sempre con il consenso di Frigga.
Loki si era addormentato mentre il biondo pensava tra sè e sè. Il moro era esausto, quella sera era rimasto sveglio a pulire ogni singola pentola, piatto e bicchiere nonché l'intera cucina così non aveva chiuso occhio quella sera.
"Loki, ti sei addormentato?" chiese Thor senza ricevere risposta. Il dio del tuono guardandolo sorrise e lo coprì con il suo mantello. Loki dal canto suo ci si raggomitolò. Thor non lo aveva mai visto dormire così tranquillo da quando i suoi genitori non potevano più tenerlo con loro e lo avevano lasciato alla servitù chiedendogli di trattarlo bene, ma pensandoci si rese conto che Loki lavorava molto più di loro e che molto spesso lo aveva trovato addormentato mentre svolgeva il suo lavoro e lui lo andava a svegliare per evitare che finisse nei guai. Una volta aveva visto suo padre che lo teneva in braccio e lo portava a letto. Era così dolce e tenero. Dalla prima volta che lo aveva visto da sua madre non era cambiato poi così tanto era ancora quel cucciolotto dai grandi occhi verdi e dai capelli corvini, praticamente si era solo alzato. Passarono ore e i due ragazzi si decisero a tornare a caso dopo essersi divertiti come matti. Per loro immensa sfortuna sulla strada del ritorno si mise a piovere a dirotto. Thor e Loki arrivati a palazzo erano fradici.
"Apparte la pioggia è stata una bella giornata." ammise il biondo.
"Questa volta hai ragione e grazie per avermi fatto dormire ero davvero distrutto." disse il moro.
"Entri con me?"
"Io devo prendere l'altra entrata."
"Ormai dormono tutti. Non importa a nessuno che entrata prendi."
"Thor, io devo prendere l'altra entrata sennó non mi fanno andare a dormire."
"Sono sul serio così severi con te?"
"Si" ammise il dio degli inganni "ma..."
"Niente ma. Non dovrebbero trattarti così." disse il dio del tuono.
"Funziona così se sei un gigante di ghiaccio." disse l'altro facendo spallucce.
"Quando sarò re cambierò le cose."
"Aspetterò con ansia quel giorno. Buona notte." disse allontanandosi.
"Notte fratellino!" disse Thor sorridendo.
Loki si diresse verso l'entrata della servitù ma la trovò chiusa. Provò allora a bussare e a chiedere di farlo entrare ma senza ricevere risposta. A quel punto decise di passare dal giardino di Frigga stando attento a non rovinare niente. Il piccolo sapeva che lei teneva molto ai suoi fiori. Ma si graffiò con le spine delle rose.
Corse dentro e sbatte contro il possente Odino. Il padre degli dei guardò il ragazzino che era bagnato fradicio e stava iniziando a tremare.
"Sire... Io... Io stavo andando a..." disse balbettando Loki. "Sei bagnato fradicio e... Come ti sei fatto quei graffi?" chiese il re.
"La porta era chiusa e sono passato dal giardino, ma non ho rovinato niente lo giuro."
"Vieni con me. Hai dei vestiti con cui cambiarti?"
"Mi dispiace sire. Questi sono gli unici indumenti che ho...etcú!"
"Thor ne avrà di certo. Ora andiamo, Frigga ti farà stare bene" disse sentendo il piccolo dio starnutire a raffica.
Arrivato davanti ad una grossa porta dorato che il piccoletto sapeva essere gli appartamenti reali il re bussò. "Tesoro, sei ancora sveglia?" chiese Odino entrando nelle sue stanze.
"Si mio re, entrate." disse Frigga con la dolce voce di sempre "Ciao Loki." disse infine.
"Salve mia regina."
"Piccolo, puoi anche chiamarmi Frigga." disse la donna ssorridendogli.
"Hai ancora qualche abito di Thor?" chiese il padre degli dei.
"Si. Sono in quel baule, ma cos'è successo?"
"Non l'hanno fatto entrare così si è preso tutta l'acqua."
"Poverino. Vieni qui." disse la regina facendo segno a Loki di sedersi accanto a lei. "Quei segni come te li sei fatto?"
"Sono passato dal vostro... Etcú... Giardino e mi sono graffiato... Etcú... Con le spine delle rose, ma vi assicuro che non ho rovinato niente.... Etcú... Sono stato attento."
"Ti sei preso il raffreddore?" disse prima di correre in bagno a prendere un asciugamano e asciugare il ragazzino.
"Ecco. Mettiti questi. Dovrebbero starti bene." disse Odino porgendogli degli abiti.
"Vi ringrazio." disse ma alzandosi dal letto svenne senza neanche accorgesse.
"Loki!!!" urlò Frigga.
Odino lo prese in braccio e lo adagiò sul letto.
"Scotta. Deve essersi preso l'influenza"
"Dovevano farlo entrare." disse Frigga furiosa.
"Sei arrabbiata?"
"Si, sono arrabbiata perché se non fossi stata tanto testarda 8 anni fa ora lui sarebbe nostro figlio e nessuno lo tratterebbe male e forse lui non si sarebbe ammalato e non sarebbe dovuto entrare passando dal giardino povera anima."
"Ci sarebbe un modo per proteggerlo."
"Che vuoi dire?"
"Potrebbe farti da pagetto e potremmo fargli una stanza tutta sua."
"Dici sul serio?"
"Certo. Ma ora dobbiamo solo farlo stare bene."
"A quello penso io!"
Loki rimase a letto con la febbre per un paio di giorni. Odino aveva mantenuto la promessa e gli aveva dato una stanza e l'aveva riempita di libri. Frigga si prendeva cura di lui tra un incubo e l'altro legato alla febbre alta. Una sera la regina si accorse che il dio degli inganni stava sussurrando qualcosa, ma non gli diede molto conto. Più tardi quando gli stava cambiando il fazzoletto sulla fronte il bambino le afferrò il polso e aprì gli occhi. Erano di un rosso cremisi ed erano pieni di paura.
"Lo...Loki" disse la regina spaventata.
"Mamma..." disse il moro prima di collassare di nuovo nel letto.
Frigga aveva il cuore a mille. Non aveva mai visto Loki stare così male. A dir la verità non lo aveva mai visto ammalato. A tre anni lei e Odino non potevano più tenerlo con loro cosa che aveva addolorato entrambi, tuttavia lo tenevano d'occhio lo stesso e spesso chiedevano informazioni anche a Thor.
Loki dormiva finalmente tranquillo quando Thor entrò nella stanza.
"Sera madre." disse avvicinandosi al letto.
"Ciao Thor, è già sera?" chiese lei.
"Si. Padre vuole sapere se cenerete con noi."
"Vorrei stare qui se non è un problema o se la mia presenza non è necessaria."
"OK. Sta meglio?"
"Sta migliorando..."
"Cosa vi preoccupa?"
"Lui. Ho paura che... Che... Forse io e tuo padre abbiamo sbagliato con lui."
"Cosa volete dire?"
"Quando tuo padre tornò da Jotunheim portò con se Loki, ma io non lo accettai nella nostra famiglia perché ero troppo stupida e credevo che uno Jotun avrebbe distrutto la nostra famiglia. Ma da quando era piccolo ho capito di aver preso la decisione sbagliata e il fatto che mi abbia chiamata mamma mi ha fatto sentire peggio."
Per tutto il discorso Thor era rimasto in silenzio ad ascoltare la madre, ma il suo sguardo era fisso sul ragazzino che dormiva tranquillo.
"Lui lo sa?" disse duro infine il dio del tuono.
"No. Ci odierebbe e basta."
"Forse ve lo meritate."
"Come scusa?"
"Avreste potuto tenerlo con voi. Avreste potuto amarlo e farlo sentire al sicuro. Avresti potuto insegnargli la magia e io avrei avuto un fratello con cui giocare. Lui non si meritava di passare la sua vita a servire persone ignobili come voi!" disse urlando prima di uscire dalla stanza furibondo.
Nel frattempo Odino stava passeggiando tra i corridoi del palazzo quando vide il figlio uscire dalla stanza di Loki su tutte le furie. Perplesso si decise ad entrare e chiedere alla moglie cosa gli fosse preso. Quando aprì la porta tuttavia trovò Frigga in lacrime.
"Mia regina state bene." chiese avvicinandosi a lei.
"Thor... Lui ci odia... Gli ho detto che potevamo adottare Loki ma non lo abbiamo fatto e lui si è infuriato." disse disperata.
"Tranquilla, gli passerà. Non può avercela con noi per tutta la vita."
"Non ne sarei così sicura."
"Lui come sta?" chiese il padre degli dei guardando il dio degli inganni dormire.
"Sta migliorando. Ha ancora la febbre alta, ma piano piano si sta abbassando." disse la donna accarezzando i capelli del bambino.
"Bene. Lo terremo al sicuro come deciso?"
"Sì. Nessuno dovrà più fargli del male."
Odino baciò la moglie e poi la strinse in un abbraccio. I due reali erano fermamente intenzionati a tenere al sicuro il piccolo jotun da ogni pericolo di Asgard. Sapevano benissimo che molti asgardiani, per non dire tutti, non vedevano di buon occhio quel ragazzo. Lo vedevano come una minaccia, un mostro e molti di loro tramavano nell'ombra per metterlo in cattiva luce e farlo rispedire su Jotunheim.
Un paio di giorni e Loki era già tornato in forze e poteva divertirsi di nuovo con il suo amico Thor e servire la regina ogni volta che lei lo richiedeva, ma solitamente accadeva di rado. Con accordo col padre degli dei avevano deciso di farlo pagetto ma solo per proteggerlo e tenerlo più vicino a loro. Thor si era rinconciliato con i genitori che gli avevano chiesto di non dire niente al dio degli inganni e lui acconsentì alla richiesta.




Nota autrice: Ciao a tutti! Mi scuso per il ritardo con cui ho pubblicato il capitolo, ma sono un pò presa con l'università. Ma apparte questo, come vi sembra la storia fino a qui?
  
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