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Autore: Lorelie Black Lestrange    27/06/2015    4 recensioni
Che cosa sarebbe successo se Bellatrix si fosse salvata nella battaglia ma avesse perso comunque Lord Voldemort?
Sarebbe rimasta la stessa? Oppure il barlume del cambiamento l'avrebbe travolta?
Tutto è partito dall'idea "No Bella, tu non puoi morire per mezzo di Molly" ed alla fine intrecciare una storia in cui si affrontano le conseguenze della guerra, un rapporto mancato con Rodolphus, le sorelle Black torneranno unite come prima?
Andromeda dovrà affrontare la perdita, Narcissa ricucire l'affetto, Bellatrix la determinazione di una guerriera sconfitta, Rodolphus l'amore.
Una long in tema What if in cui si mescolano i risultati di una lunga guerra, ai sentimenti e al richiamo del passato.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Narcissa Malfoy, Rabastan Lestrange, Rodolphus Lestrange, Un po' tutti | Coppie: Bellatrix/Voldemort, Lily Luna/Lysander, Lucius/Narcissa, Rodolphus/Bellatrix, Ted/Andromeda
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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 Capitolo 4, rumore di sottofondo


 Sentiva le lacrime pungergli con forza, parevano battersi per sgorgare.

 Aveva ceduto alle urla, il dolore lo assaliva, darle la soddisfazione di piangere non poteva... era troppo.

Era disteso per terra,  rivoli di sangue correvano su entrambe le guance, avvertiva il calore, l'odore pungente di ferro. I muscoli erano ancora indolenziti, il dolore gli era penetrato fin dentro le ossa.

Mai come quel giorno aveva desiderato ucciderla, stringerle le mani intorno al collo per sentire la vita disgiungersi dal suo corpo. In genere era un pensiero fuggente. In quel momento, invece, sembrava non abbandonarlo, insinuato come un tarlo negli anfratti della coscienza.

Riusciva ad immaginare la scena, risuonava chiara nella sua mente, la vedeva resistergli e poi soccombere.

Era stanco, aveva sposato una donna che non lo amava, che non perdeva occasione per ferirlo, deriderlo.

 Basta, si disse, l'avrebbe abbandonata al suo destino, le avrebbe dato anche una mano ad uccidersi, se era quello che voleva.

 Bellatrix si sedette accanto a lui, avvicinò una mano al viso che lei stessa aveva leso.

Rodolphus fu rapido, la mandò via con forza.

 "Rod" la voce delicata, quasi innocente.

Non le rispose, non meritava neanche che sprecasse fiato per lei.

"Rod, mi odi?" gli disse di nuovo carica d'affetto.

No, era proprio quello il problema. Nonostante tutto l'amava ancora. Era un folle, percepiva la sua ragione che come un filo andava ad assottigliarsi, sempre di più fino al momento in cui si sarebbe recisa per sempre.

“L’amore è distruzione, volubilità” una litania che si ripercuoteva nella sua testa, un flash di suo padre che lo colpiva con brutalità.

Ella si avvicinò nuovamente.

"VA' VIA!" le gridò contro.

"Oh Rod, ma io stavo scherzando" la voce flebile.

"Sono stufo di te e dei tuoi giochi infantili, del modo che hai di sfogarti su di me" si alzò in piedi, sovrastandola di vari centimetri.

"È morto Bella e, se proprio vuoi saperlo, non ti ha mai amato. Ti ha solo usato" la sua voce carica di disprezzo.

Ci era riuscito, vide i suoi occhi neri diventare lucidi. Non riuscì a fermarsi la soddisfazione mista a eccitazione gli inebriava la mente.

 "E ora sei sola. Nessuno verrà più a cercarti, non ritornerà. È andato via per sempre" la guardava negli occhi, freddo.

Preferiva essere trattata male, preferiva essere odiata piuttosto che amata. L'aveva ottenuto. Lo affliggeva guardarla ed essere lui l’artefice di quella mera disperazione ma in fin dei conti, si disse, lo meritava.

 Si aspettava quasi di vederla piangere da un momento all'altro, lo desiderava ardentemente,  una bruciante frenesia che lo divorava, una scintilla di insania, di sadismo prendeva possesso dei suoi occhi.

 Bellatrix lo guardava, intensamente. Non avrebbe pianto, non più. Era di nuovo la donna forte che era sempre stata, le parole di suo marito non avevano fatto altro che scrollarla, ridestarla da quello stato di confusione e disperazione che aveva seguito la Sua morte.

"Gradirei la mia bacchetta e il mio pugnale, cortesemente" gli disse risoluta.

Rodolphus ci sperò, non aveva mai smesso di pensarci. Glieli diede senza fare storie, pregustando il momento, gli occhi che ormai divampavano completamente dalla smania.

 Lei si avvicinò, seducente, gli appoggiò una mano sulla spalla e le labbra vicino all'orecchio.

"Mi chiedevo se potessi aiutarmi" risuonò come un'ultima preghiera.

 Egli comprese che era giunto il momento, le loro mani si chiusero insieme sul pugnale, deglutì.

Bellatrix scoppiò a ridere, prima istericamente, poi di gusto.

"Rod volevi uccidermi?" gli chiese, ancora sogghignando.

Lui la fissava sconcertato e poi rise, si abbandonò al suono melodioso della sua risata, agli occhi sfolgoranti che lo guardavano, all’insensatezza e la follia che dominavano quell’istante.

Premette le labbra con forza contro le sue, i ricci si insinuavano fra i loro corpi, le mani di lei accarezzavano con leggiadria il viso sfregiato.

"Sei insopportabile" le disse lui, ancora rideva.

"Ti attraggo per questo" fu la sua risposta, seguita da una linguaccia.

 "Ti odio" la baciò, con più impeto.

 Gli era mancato il sapore delle sue labbra.

 "Uccidere tua moglie, che persona orribile" gli sussurrò lei, canzonandolo.

Risero di nuovo, le voci si mescolarono.

"Che cosa siamo diventati" le disse dopo poco.

Bellatrix sorrise, si specchiò nei suoi occhi, onice nell'ambra. Adorava fargli quell'effetto, essere l’astro più luminoso, avere la cognizione che lui non avrebbe avuto la capacità vivere senza di lei.

Rodolphus la toccò, con fervore. Si chiese se da quel momento lei avrebbe mai potuto amarlo, se quella notte gli dava il suo corpo per puro piacere o se forse ci fosse qualcosa di più.

 Le aveva dato tutto, ogni parte, da lei non aveva ottenuto niente. Eppure accettava quell'amore così assurdo, in cui era il suo cuore contro la sua completa impassibilità.

"Non puoi amare Bellatrix, ti ucciderà" le parole di Andromeda qualche giorno prima di fuggire risuonavano come un pronostico realizzatosi.

 Forse senza Voldemort la sua vita avrebbe avuto un rovesciamento, il pensiero lo trapassò fulmineo.  D'altra parte la consapevolezza che non sarebbe mai stato così, perché un pezzo di lei era morto quella notte, il quel pianto disperato, un pezzo di lei l'aveva già seguito all'Inferno. Fiera di essere con Lui ovunque andasse.

Si accontentava di quell'esistenza vuota fatta solo per assecondarla, di un amore malsano, ossessivo che lo struggeva riducendolo a niente.

“Non siamo niente Rodolphus, assolutamente niente" gli rispose con rimando alla domanda, quasi gli avesse letto nel pensiero.

Ed egli nonostante tutto continuava a compiacerla. Tentando invano di ricevere almeno un frammento del suo amore in risposta a quel tutto.

Quella notte cominciò a sperare che fosse possibile.

"Ti amo" le sussurrò.

 Bellatrix non si voltò come suo solito come per chiudersi definitivamente a lui, non lo schernì.

Gli diede un bacio sfuggente e per lui fu abbastanza, il sapore delle sue labbra impresso per sempre.

"Non ti odio comunque" gli disse e si voltò.

Rodolphus le prese la mano, non si scansò.

Fu la prima notte, nella sua vita, in cui il resto era rumore di sottofondo.



 Bene bene, nuovo capitolo. Sono stata indecisa per un bel po' se pubblicarlo o meno, non mi convinceva per niente. Ancora adesso, purtroppo, sono un po' scettica. Mi sembra di essere uscita troppo dai personaggi, mi sembra tutto eccessivamente statico in questi primi capitoli.
Ma non sta soltanto a me giudicare, quindi chiedo anche il vostro parere.
Vi ringrazio davvero per le recensioni. Qualsiasi cosa, anche negativa, è per me ben accetta. Se trovate delle incongruenze o se c'è qualcosa che non vi piace fatemelo sapere, ci tengo tanto.
:)

 
   
 
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