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Autore: IsaMor    28/06/2015    11 recensioni
(Sterek omegaverse.)
... Il medico si sedette alla scrivania e guardando i due: "Sceriffo il suo ragazzo sta bene, deve solo riposare e prepararsi."
"Prepararmi a cosa?", chiese Stiles piuttosto confuso.
Aveva risposto ad un po' di domande durante la visita, anche se il medico sembrava aver avuto la diagnosi non appena controllato i dati di nascita del paziente sulla cartella clinica in suo possesso.
"Stiles, al calore. Sei un omega ed è arrivato il momento di andare in calore per la prima volta. Accade sempre in primavera, non per niente è considerata la stagione degli amori."...
...Scott scoppiò a ridere: "Aspetta qualche giorno e vedrai tanti di quei alpha alla porta di casa tua che tuo padre dovrà distribuire i numerini per conoscerti."
"Non essere ridicolo..."
"Stiles, meglio se te lo dico io. Odori di buono." ...
... "Vedi di stare attento. E soprattutto stammi lontano, puzzi!", ringhiò.
Lo lasciò, mentre riprendeva a camminare.
"Cosa? Io non puzzo! Mi è stato detto che odoro di buono."
"La tua giacca puzza."...
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Danny Mahealani, Derek Hale, Sceriffo Stilinski, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: AU | Avvertimenti: Mpreg
Capitoli:
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CAPITOLO IV


Stiles si svegliò presto la mattina dopo l'accaduto con Derek.
Non aveva dormito quasi e per quel poco di tempo che era riuscito a chiudere occhio, aveva fatto sempre lo stesso incubo, tanto che ora aveva delle occhiaie viola e si sentiva intondito.
Il sogno l'aveva perseguitato mentre faceva la doccia e preparava la colazione per sé e per suo padre, che sarebbe rientrato dalla centrale a momenti.
L'incubo consisteva in lui che camminava su una strada conosciuta e in qualche modo sconosciuta. Era certo che fosse la strada di casa sua, infatti era da lì che era uscito per incamminarsi verso una meta di cui non sapeva nulla.
Camminava e di tanto in tanto incontrava persone famigliari, ad iniziare da Scott bambino al primo giorno d'asilo, quando lui l'aveva conosciuto con Melissa, per poi rincontrarlo in più tappe che si alternavano con immagini di persone conosciute nel corso della vita.
Una di queste tappe consisteva in un cimitero dove una lapide bianca spiccava tra tutte, Stiles posò un fiore che aveva in mano.
Continuando a camminare, tutto divenne buio e nell'oscurità apparironò Scott licantropo e il resto del branco, più varie creature mostruose che aveva già sconfitto in passato, quindi non lo spaventavano.
La strada divenne un sentiero boschivo stretto e tortuoso e si sentiva soffocare dalla fitta vegetazione. Poi, finalmente si apriva in una radura dove una costruzione bruciata gli metteva addosso inquietudine.
C'era dolore e rabbia in quel posto, ma anche qualcos'altro, qualcosa di bello che sapeva di casa e di famiglia. Non era solo un luogo di morte, ma era stato anche un luogo di felicità e pieno d'amore.
Stiles sapeva di poter entrare in quella casa e sapeva di voler entrare, era il suo posto, la sua casa, ma degli occhi rossi dietro la porta che si era aperta, lo avevano dissuaso.
Stiles a quella vista, nel sogno, scappava via sempre, cercando di tornare indietro. Cercava di ritrovare il sentiero che aveva fatto, ma non ci riusciva mai, venendo inghiottito dalla vegetazione, dal buio e dalla solitudine. A quel punto si svegliava tremante e con le lacrime agli occhi.
Mentre pensava al sogno, comprendendo che fosse tutto molto simbolico, una voce alle sue spalle lo riportò alla realtà: "Buongiorno figliolo." Stiles si voltò a guardare il padre in uniforme, pensando di chiedergli consiglio, ma sapeva che se avesse raccontato l'accaduto con Derek, suo padre si sarebbe trasformato in un cacciatore pur di farla pagare al licantropo. Si tenne tutto per sé, mostrandosi sorridente: "Buongiorno papà, come è andata al lavoro?"
John Stilinski non era diventato lo sceriffo di Beacon Hills per caso, gli bastò un'occhiata per capire che il figlio stava soffrendo.
"Hai pianto?"
"No, no, mi è andato il bagnoschiuma negli occhi sotto la doccia, lo sai che sono sbadato..."
"Stiles, non serve che tu menta. È per ieri?", e per un istante il ragazzo pensò a ciò che era successo con Derek: "Ti ho già detto che non devi preoccuparti, anzì proprio oggi ho ricevuto delle telefonate da due alpha che vogliono venire a cena."
Stiles finse si essere sollevato alla notizia, non voleva che suo padre intuisse cosa gli fosse successo, quindi fece quello che gli veniva meglio, mentire.
"Allora, forse, finalmente conoscerò quello giusto?", chiese euforico, come se avesse ricevuto la notizia più bella della sua vita.
"Credo che uno di loro potrebbe andare bene per te, ma come ti ho già detto non voglio che tu ti accontenti, quindi pensaci bene."
"Ok, lo farò. Quando vengono a cena? Come si chiamano? Li conosco?", domandò a raffica.
"Credo di organizzare la cena domani. Per oggi hai ben altro a cui pensare."
Stiles si grattò la nuca senza capire.
"Stiles hai la finale questa sera.", gli annunciò esasperato suo padre.
"Oh, cavolo, è vero!"
Lo sceriffo si portò una mano in faccia nel tentativo di riflettere su come potesse avere un figlio tanto sveglio e intelligente quanto distratto.
"Almeno ti ricordi che domani è l'ultimo giorno di scuola?"
"Sì, questo lo ricordo. Per chi mi hai preso?"
Il padre sollevò un sopracciglio in modo molto eloquente e a Stiles ricordò qualcuno, che fino a poco tempo prima si esprimeva a sopracciglia sollevate e a spinte contro le pareti. Una sensazione dolorosa lo percorse per tutto il corpo. Si era imposto di non pensare al bacio di Derek, ma in ogni istante gli tornava alla mente.
Aveva risposto a quel bacio senza volerlo davvero, in quel momento gli sembrava la cosa migliore da fare per non far arrabbiare il licantropo. L'omega in lui aveva accettato quello stato di sottomissione, era la sua natura farsi trattare così. Si era sentito morire, ma per una volta aveva capito qual'era il suo posto davanti all'alpha che gli sarebbe toccato.
La cosa assurda era che il bacio gli fosse piaciuto, Derek aveva un buon sapore e odore, da vero alpha.
"Stiles stai bene?"
Suo padre lo riportò al presente.
"Se sei stanco, chiedi al coach di non farti giocare stasera. Hai anche la cena con la squadra più tardi. Non vorrei che svenissi di nuovo."
"La cena? Ecco di cosa mi ero dimenticato. Devo vedere cosa indossare.", si avviò verso le scale per salire in camera, poi si fermò a riflettere: "Papà, ma la cena è di sera e la squadra è composta da alpha tranne per Danny, credi che sia sicuro per me?"
"Prendi una delle mie camicie, hanno il mio odore e gli alpha ci penseranno due volte prima di avvicinarsi. Comunque ci sarà il coach, puoi stare tranquillo."
Non era tanto per la squadra che era preoccupato, ma per un certo licantropo che andava in giro sfruttando le tenebre.


Quella mattina Stiles aveva anche gli allenamenti. Per lo più era un ripasso delle tattiche di gioco, nulla di stancante, ma dovette comunque fare tutta la trafila con Danny per farsi la doccia.
Erano stati mandati negli spoiatoi prima degli altri come accadeva da un po' di tempo e il coach aveva dato loro le chiavi per chiudersi dentro.
L'attenzione della squadra, che prima era su entrambi gli omega, ora si era concentrata su Stiles. Le minacce di Isaac erano servite a tenere gli alpha alla larga dal suo fidanzato.
Stiles non capiva perché se ancora mostravano interesse per lui, non si facessero avanti. Era arrivato al punto di voler un alpha, per togliersi dalla mente l'alpha che non voleva lui come omega.
Il bacio lo scombussolava ancora e non capiva il perché. Persino Scott si era accorto di qualcosa e Isaac l'aveva guardato confuso per tutto l'allenamento. Anche Danny aveva notato che Stiles era diverso.
"Tutto bene? Sembri distratto.", chiese Danny mentre si asciugava il corpo perfetto, perfetto tranne per due cicatrici di una lontana operazioni, e osservava Stiles seduto sulla panca degli spoiatoi.
Il ragazzo si stava infilando una maglietta: "Sì."
"Sicuro? Sembri su un altro pianeta. Sei preoccupato perché non hai ancora trovato un alpha?"
L'altro annuì sperando di non farsi sfuggire la storia del bacio.
"Non è ancora troppo tardi, rilassati. Presto troverai anche tu la persona della tua vita."
"Sicuramente.", disse poco convinto.
"Se fossi in te non mi lamenterei. Ho sentito dire che un bel moretto con gli occhi verdi ha difeso il tuo onore al falò dell'altra sera."
Stiles lo guardò come se gli avesserò messo il conto di una cena per venti persone sotto al naso.
"Cavolo Stiles! Un figo come Derek fa il tuo nome al falò e la tua faccia è questa? Hai dei problemi seri.", affermò sbuffando e infilandosi i vestiti.
"Lui non va bene. Ha detto chiaro e tondo che non gli interesso, gli piace solo il mio odore."
"Scusa, fammi capire. Un alpha sexy ti dice che gli piace il tuo odore e tu non cerchi di attrarlo? Quando te l'ha detto?", domandò sempre più curioso.
"Ieri sera."
"È venuto a cena?"
"No, eravamo soli in camera mia quando me l'ha detto."
"STILES! Ti ha detto una cosa del genere mentre era in camera tua e tu non hai capito che ti vuole?"
"Danny, lui non mi vuole..."
"Come no? Ricapitoliamo, ha ballato con te fissandoti negli occhi tutto il tempo, dopo aver passato ore a seguirti con lo sguardo. E non dire che non è vero, l'abbiamo visto tutti. Ti ha salvato da una banda di motociclisti malintenzionati. Ha partecipa al falò riuscendo ad allontanare tutti gli altri, solo per proteggerti. Mi dici che è entrato in camera tua di sera e dopo tutto quel che ha fatto, non è interessato. Al tuo posto gli sarei saltato addosso.", spiegò con un sorriso furbo.
"A quanto pare ha fatto tutto ciò solo per amicizia."
"Io non credo proprio. Isaac mi ha detto che per Derek è normale prendersi cura degli amici, ma anche a lui è sembrato che tra di voi ci fosse qualcosa di più."
Stiles sapeva che Isaac non aveva ancora spiegato a Danny di essere un licantropo e di avere un branco e un capobranco. Stava aspettando il momento giusto, visto che sarebbe stato difficile nascondere gli occhi dorati e gli artigli con annesse zanne durante tutto il calore.
C'era un numero infinito di possibilità su come andasse a finire la loro storia, dopo quella rivelazione.
Danny non poteva capire il ruolo di Derek in tutto.
"E poi c'è il fatto che puzzi di Derek in continuazione e oggi più del solito. Neanche Scott o tuo padre ti lasciano tutto quest'odore addosso quando state vicini. Sentivo il suo odore anche quando sei uscito dalla doccia. Per attaccarsi così addosso devi aver fatto qualcosa di più...", Danny si blocco come colpito da un'illuminazione: "Tu l'hai baciato!"
Stiles l'afferrò per il braccio costringendolo a chinarsi: "Shhh... Non farti sentire.", gli disse sottovoce.
"Chi vuoi che ci senta? Siamo soli."
"Credimi, qui anche i muri hanno orecchie e per di più a punta.", l'altro lo guardò stranito: "Non dirlo a nessuno, ti prego."
"Stiles, ora mi racconti tutto o lo vado a dire in giro.", minacciò Danny eccessivamente curioso.
"Che bell amico sei! Non c'è molto da dire."
"Parla."
L'altro sospirò affranto, se aveva pensato di dimenticare il bacio ora gli toccava raccontare e esaminare attimo per attimo il tutto, conoscendo Danny.
"Eravamo in camera mia, abbiamo litigato perché ha allontanato tutti al falò e gli ho fatto capire che se avesse dimostrato un po' d'interesse, l'avrei fatto anch'io. Ha rimarcato il fatto che gli piace solo il mio odore e poi..."
"Continua."
"Mi ha spinto sul letto e baciato."
"Come è stato?"
"Non lo so. Credo, brutto. Era la sensazione di non poter fare nulla a farmi male. È stato come quando affoghi, trattieni il respiro più a lungo possibile e ti senti la testa scoppiare per la mancanza d'ossigeno. Vorresti fare qualcosa, ma sei troppo stanco di stare a galla e sai che se ti lasci andare morirai. Io credo d'essere rimasto tutto il tempo in quello stato ieri."
Danny gli mise una mano sulla spalla: "Stiles, è il bacio dell'alpha a fare questo effetto. Mi è successo spesso con Isaac. Poi l'effetto diminuisce. Comunque, credo che tu debba parlare con Derek. Non penso che il bacio fosse tanto disinteressato come vuol convincersi lui."
"Non credo che voglia parlarmi. È scappato via, come se io gli facessi schifo.", mormorò.
"Forse, temeva di farti male se fosse rimasto con te. Se gli hai dato la sensazione di non gradire, si dev'essere sentito respinto, oppure perché eravate soli su un letto, avrà pensato che non si sarebbe trattenuto da fare altro. Derek non è un cattivo alpha per quel po' che ho potuto vedere. Forse, avete solo bisogno di tempo.", suggerì.
"Forse sì, ma io non voglio arrivare al primo calore da solo. Non me la sento. Voglio un alpha."
"Stiles prendi il tempo che ti serve."
"Tu come hai fatto a scegliere Isaac?"
Sorrise: "Lui mi ha chiesto di allenarci in porta da soli e non ha finto di essere poco bravo solo per farmi vincere. Sapevo di piacergli, ma al contrario degli altri non si è comportato diversamente da com'è. E lui è dolce e gentile come pochi."
"Sono contento per voi. Si vede che siete perfetti insieme."
"Sai, mi ha detto di volere un sacco di bambini quando mi sentirò pronto. L'ha detto in un modo, da farti tremare le gambe. Stavo quasi per dirgli di farne al primo calore."
"Derek invece, ha detto che li dovrei fare dopo la laurea."
"Avete parlato anche di bambini? Interessante."
"Solo dei miei di bambini. A lui non interessa essere il padre."
Sentirono bussare alla porta degli spoiatoi e un gran vociare provenire dal corridoio. Si affrettarono a coprirsi il collo e aprirono la porta al resto della squadra.
Il coach gli diede appuntamento alle cinque di sera per la finale.
I due omega lasciarono gli spoiatoi già saturi di testosterone alpha e si separarono poco dopo per avviarsi alle rispettive classi.


Stiles passo la mattinata tentando di seguire le lezioni, ma la sua mente non sembrava voler collaborare.
Ora più che mai sentiva di essere un omega ed era colpa delle labbra di Derek. Danny gli aveva spiegato che il bacio era un primo passo per imprimere l'odore sul compagno. Se ora lui profumava di Derek, l'altro aveva il suo odore addosso. Praticamente erano una coppia agli occhi di tutti.
Il ragazzo si stava chiedendo come mai suo padre non se ne fosse accorto quella mattina, perché sicuramente tutti gli altri avevano capito, da come lo guardavano. Per fortuna in un paio di giorni quell'odore sarebbe svanito, doveva stare solo a distanza dal lupo.
Stiles sospettava che il comportamento di Derek fosse dovuto a Kate e al legame avuto con lei, non aveva osato affrontare l'argomento durante la lite, gli sarebbe costato la vita, ma era l'unica spiegazione.
Si sedette al suo solito tavolo in sala mensa tra Lydia e Scott, continuando ad avere l'aria pensierosa.
Dopo qualche secondo si accorse di essere fissato da tutti a quel tavolo, solo Danny continuava a chiacchierare e cercava di distrarre Isaac giocherellando con la sua mano.
"Perché mi fissate?", domandò spostando lo sguardo su Boyd, Erica, Isaac, Allison e Lydia, evitando accuratamente di incrociare gli occhi di Scott.
Lydia che era la più diretta e sincera gli rispose: "Puzzi di alpha più del solito."
"Dev'essere l'odore di mio padre. Ho provato un paio di sue camicie stamane per la cena di questa sera.", mentì iniziando a mangiare a grossi bocconi, nel tentativo di non essere interrogato mentre aveva la bocca piena.
Erica intervenne: "Se tuo padre è Derek, posso quasi crederci."
"Stiles?", chiese Scott nel tentativo di ottenere maggiori spiegazioni.
Forse era stato il tono con cui Scott aveva detto il suo nome o forse il fatto di essere guardato come si guarda un povero agnello in procinto di essere macellato, Stiles sbottò.
"Non azzardatevi a giudicarmi! Ciò che faccio, non vi riguarda."
Lasciò la mensa, senza finire il pranzo.
"Aspetta.", gli disse Danny seguendolo.
"Voglio stare solo."
Stiles ricordava ancora l'ultima volta in cui aveva detto quella frase ed era finito in un vicolo a fare da vittima, ma sapeva che davanti all'ingresso della scuola in pieno giorno non gli poteva accadere nulla di brutto.
Si sbagliava.
Venne importunato da Peter che era lì per vedere Lydia, infatti aveva il cellulare in mano in procinto di inviarle un messaggio.
Stiles si era seduto su un gradino dell'ingresso da un minuto a maledire Derek, quando Peter si sedette di fianco.
"Litigato con l'amichetto del cuore?"
"Peter, non è giornata.", gli disse furioso.
"Sei il secondo oggi che me l'ho dice."
L'altro lo guardò storto.
Peter rimase in silenzio qualche secondo come a rilassarsi allungando la schiena sulle scale.
Stiles si tranquillizzò un po'.
"Puzzi di mio nipote.", constatò.
L'altro non reagì.
"E lui puzza di te. State insieme?"
"No.", rispose stizzito.
"Perché no?"
"Perché no."
"Tu lo vuoi?"
"No."
"Lui ti vuole?"
"No."
"È sempre divertente parlare con voi due zucconi.", disse inviando un messaggio.
"Peter fatti i fatti tuoi!"
"Me li farei, se non avessi un nipote che sprizza felicità da tutti i pori quanto un dobermann appena castrato. Stai incasinando la testa del capo branco e se Lydia non fosse vicina al calore, ne approfittarei per fregargli il branco. Mi trattengo solo perché ho bisogno di quel poco di famiglia che mi è rimasta, se voglio prendermi cura di Lydia e di quella che formeremo insieme più in là."
"Non è colpa mia se Derek è un idiota."
"Invece sì. Tra un po' si metterà pure ad ululare alla luna a causa del tuo caratterino. Dovresti lasciarti andare se uno come Derek ti bacia, no farlo sentire in colpa."
"Peter, sparisci..."
Peter non lo lasciò finire, rivolgendosi a Lydia che stava uscendo dalla porta principale: "Mio splendido fiore."
Alzò lo sguardo per vedere i due abbracciarsi e scambiarsi baci dolci e leggeri, nulla a che vedere con quello di Derek, diretto e sensuale.


La giornata passò lenta.
Alle cinque Stiles, andò a prepararsi per la finale di lacrosse. Si cambiò in bagno come faceva da un po' di tempo.
L'ansia, che già da prima lo opprimeva ora era alle stelle. Per calmarsi aveva iniziato a stringere meglio le corde della racchetta da lacrosse, per fortuna il breve riscaldamento riuscì a scaricare lo stress.
Ritornati negli spoiatoi, si preparò mentalmente alla partita seduto su una panca.
Scott gli si avvicinò: "Stiles, volevo chiederti scusa per oggi. Non volevo giudicare qualsiasi cosa tu abbia fatto con Derek, ma ero solo preoccupato per te."
"Scott non volevo farti pesare nulla e solo che sono davvero fuori di me in questo periodo. Sto cambiando non solo fisicamente, ma anche caratterialmente e devo iniziare ad accettarlo. Un tempo avrei reagito diversamente ad un... bacio di Derek. Ora invece non so cosa pensare e questo mi innervosisce ancor di più."
"Quindi, ora stai con lui?"
"No, no."
"Come no? Sono giorni che hai il suo odore addosso e ora vi baciate pure.", disse scherzando.
"Lui ha baciato me e poi è scappato."
"Sei riuscito a far scappare un lupo grande e grosso con un bacio. Se l'avessi saputo prima, ti avrei convinto a baciarlo la prima volta che ci ha dato noie."
"All'epoca avrebbe usato la sua bocca per mangiarmi.", sorriserò entrambi, lasciandosi alle spalle il nervosismo.
Accanto a loro, Isaac e Danny scommettevano: "Lo fa, lo fa..."
"No, non lo fa. Sarebbe assurdo che lo faccia per quattro anni di fila.", sostenne Danny.
Scott e Stiles capirono a cosa si riferisserò, quando il coach iniziò a fare il suo solito discorso da ultima partita dell'anno scolastico. Lo viderò con il microfono, mentre citava parola per parola il discorso di Bill Pullman in Indipendece day prima di attaccare le astronavi aliene.
Come discorso d'incoraggiamento era poco adatto ad una partita di lacrosse, ma funzionava sempre e l'intera squadra esultava, pronta a scendere in campo.
Stiles era tornato a ridere, per la prima volta quel giorno, a quell'interpretazione magistrale del suo coach.


Il primo tempo della partita fu disastroso.
Scott, Isaac e Jackson erano in campo e Danny in porta, mentre Stiles stava in panchina.
Solo nel secondo tempo il coach lo fece giocare, vedendo che la squadra faticava ad attaccare.
"Ascoltatemi tutti. Voi che eravate in campo continuate a restare in difesa come avete fatto finora, mentre voi due freschi di panchina dovrete provare ad andare in porta.", ordinò, afferrando la spalla di Stiles e quella di un compagno di panchina: "Ci servono quattro punti. Non si aspetteranno che proprio voi tentiate la rete. Forza, ora andate e rendetemi fiero.", urlò l'ultima parte, portando quasi via il timpano ai due licantropi nelle vicinanze.
Solo quando Stiles fu in campo si rese conto di quanta gente ci fosse sugli spalti. Mezza Beacon Hills era intervenuta a fare il tifo alla squadra di casa, compresi i ragazzi del branco e persino Peter era lì, più per altro impegnato a strusciarsi su Lydia.
Lo sceriffo sembrava incerto se pregare o tifare, vedendo il suo ragazzo in mezzo a tutti quegli alpha.
Stiles si preparò al fischio d'inizio.
"Ciao dolcezza.", lo infastidì un alpha della squadra avversaria.
Non lo ascoltò.
"Cosa ci fa un cosino così carino in mezzo al campo? Potresti farti male.", Stiles si innervosì, ma gli bastò girarsi per calmarsi vedendo che Isaac gli proteggeva un fianco e Scott lo teneva d'occhio a distanza di poco.
"Potremo vederci dopo la partita, ho un paio di posizioni di gioco da farti vedere.", disse ammiccando.
Stava cercando di fargli saltare i nervi, ma non sapeva con chi aveva a che fare. Stiles era capace di far saltare i nervi a chiunque.
"Davvero? Beh, solo quelle puoi farmi vedere, visto che sono sicuro che non ci sia molto da vedere in quei pantaloni. Il tuo omega mi stava raccontando proprio questo cinque minuti fa.", sapeva che fosse sugli spalti dalle occhiate che gli rivolgeva durante la partita.
L'alpha si girò di nuovo a guardare verso il suo omega quasi a volersi assicurare che non stesse fraternizando con il nemico.
L'arbitro fischio e in un secondo l'alpha si ritrovò a terra. Ci volle del tempo per capire che a buttarlo giù fosse stato un omega.
Stiles aveva trovato il modo di scrollarsi di dosso quella sensazione d'impotenza della sera prima.
Quando l'arbitro capì, dovette intervenire il coach per non far sbattere fuori Stiles.
"Il ragazzo ha gli ormoni in subbuglio, non si rendeva conto di ciò che faceva. E poi, nessuno lo ha visto colpire l'altro. Può aver finto di venir colpito."
L'arbitro si convinse solo perché secondo tutti, un dolce e delicato omega non poteva colpire un alpha. Era assurdo.
"Stiles tutto bene?", domandò Isaac: "Cosa ti è preso?"
"Niente. Mi stava dando ai nervi."
"Mi fai paura."
"È meglio se faccio paura, no?"
Isaac lo guardò incerto, non sapeva cosa pensare. Era la prima volta che vedeva un omega reagire in modo violento alle provocazioni di un alpha, anzì quella era la seconda volta.
La prima volta, era stata una lite tra Erica e Peter qualche giorno prima. Erica aveva attaccato Peter per una sciocchezza, senza gravi conseguenze.
Pensò, che forse, gli omega del branco reagivano in modo diverso dai normali omega.
Guardò il suo Danny in porta e si rese conto che anche lui aveva un caratterino negli ultimi giorni, con l'avvicinarsi della luna piena. Con ogni probabilità, Danny non avrebbe reagito bene alla sua confessione di essere un licantropo.
Stiles era pronto alla partita finalmente. Dopo aver buttato giù il suo avversario, sentiva l'autostima alle stelle.
Il fischio di inizio diede il via al secondo tempo.
L'omega non ebbe problemi ad avvicinarsi alla porta, sapeva d'essere protetto alle spalle da Scott e Isaac, che avevano più interesse a proteggere un componente del branco e non un compagno di squadra.
Se qualcuno avesse fatto dei pronostici su quella partita, non avrebbe mai scommesso su una squadra con due omega in campo. Invece, Danny alla porta non era mai stato così bravo, mentre Stiles stava realizzando un punto dopo l'altro.
La folla era esplosa in un tifo sempre maggiore ad ogni punto che l'omega segnava. Lo sceriffo stava esultando così tanto da perdere la voce e persino Peter aveva iniziato a prestare attenzione al campo con un ghigno troppo allegro, notò Stiles.
Quando segno nuovamente prima del fischio di fine partita, la squadra corse a fargli le feste, come se la vittoria fosse tutta merito suo.
Qualcuno lo sollevò da terra per la felicità di aver vinto la finale. Fu allora che vide Derek in piedi nella penombra che lo fissava.
Purtroppo le persone che lo sollevavano gli fecero perdere il contatto visivo e quando tornò a cercare il licantropo, lo vide parlare con Peter. Perse di nuovo la visuale e quando guardò di nuovo in quella direzione non vide nessuno dei due.
Si fece molte domande sulla presenza di Derek alla partita e sul perché fosse andato via con Peter.


La serata continuò in un ristorante, per festeggiare quella finale che era valsa una coppa al liceo di Beacon Hills.
Il lacrosse era diventato uno sport molto seguito dalla gente del luogo, quindi vennerò festeggiati anche quando entrarono nel locale.
Ci furono complimenti da tutte le parti soprattutto per Stiles e Danny che avevano fatto la differenza sul campo.
Quando fu tempo di prendere posto a tavola, il coach urlò: "Dove sono i miei campioni?"
Stiles si ritrovò seduto vicino al coach a capotavola, con Danny e Isaac di fianco e Scott di fronte.
Si sentiva a disagio accanto al suo coach, soprattutto perché l'uomo aveva iniziato ad avvertire un odore diverso su Stiles, cioè quello di un alpha.
Era evidente che Bobby Finstock avesse cambiato atteggiamento, sembrava pensoso.
Non capiva perché, ma all'omega dava fastidio il fatto che Bobby lo considerasse già occupato.
"Buone queste costolette. Cosa ne pensi Stiles?", domandò ad un certo punto il coach.
"Sì, sono buone.", rispose sollevando lo sguardo sull'uomo.
"Mi meraviglia il fatto che tu sappia come sono, se non le hai ancora assaggiate.", osservò l'uomo guardando il piatto pieno del ragazzo.
L'altro arrossì preso in fallo.
"Stai bene?"
"Sì... e solo che non ho molta fame.", spiegò abbassando il capo.
"Davvero?"
Stiles annuì.
"Problemi con il tuo alpha?"
L'altro spalancò gli occhi. Nessuno stava prestando attenzione a loro due, ma si sentiva comunque come se gli altri lo fissassero con sguardo inquisitore.
"Non ho un alpha.", affermò con voce timida senza riuscire a guardare l'altro negli occhi.
"Odori di alpha, ma non ne hai uno.", sorrise divertito: "Stiles, tu sei l'omega più strano che io abbia mai conosciuto. Non so mai cosa aspettarmi da te. Come quanto avevi dieci chili di catena nell'armadietto, ancora oggi mi chiedo cosa ci volessi fare?"
"Nulla di cattivo, Bobby.", sorrise.
Non capiva perché, ma il coach riusciva sempre a metterlo a suo agio da qualche tempo.
"Dai. Mangia o lo dico a tuo padre domani."
"Domani?"
"Sì, domani sono a cena da te. Oh... lo sceriffo non te ne ha parlato.", capì.
"No. Ancora no. Voleva che mi concentrassi sulla partita."
"A proposito della partita..."
Si aspettava che gli chiedesse spiegazioni per il comportamenti violento in campo.
"Sei stato bravissimo."
Stiles si sentì bene a quel complimento e mise da parte tutta la storia del bacio per concentrarsi sulla chiacchierata e sul cibo nel piatto.
A fine serata, il coach si offrì di accompagnarlo a casa, ma Stiles preferì farsi accompagnare da Danny e Isaac come d'accordo, rimandando qualsiasi conversazione più intima con Bobby. Per quella, c'era tempo la sera dopo.


L'ultimo giorno di scuola fu una goduria per Stiles.
Tutti si complimentavano per la partita e le lezioni erano pressoché inesistenti.
Quasi sicuramente a settembre sarebbe stato titolare in squadra, visto che c'erano diversi diplomati quell'anno. Tutto sembrava andare per il meglio, tranne per la ricerca di un alpha. Per quello, aveva già buttato la spugna e stava meditando di passare la vita solo e chiuso in casa, lontano dalla società.
Lydia e Allison avevano scoperto della cena con il coach e durante buona parte di un paio di lezioni, avevano dato il tormento a Stiles su come si dovesse comportare.
Le due erano pro-Bobby, mentre Danny e stranamente anche Erica erano dell'idea che dovesse parlare con "l'altro", così definito quando era stato chiaro che il nome "Derek" suscitasse irritazione nel ragazzo.
Gli alpha non si erano espressi, solo Peter l'aveva fatto il giorno prima.


La giornata volò e alle sette di sera Stiles stava decidendo con Lydia e Erica cosa indossare per la cena con il suo oramai ex professore di matematica, il prossimo anno avrebbe avuto un altro professore.
Le due si erano presentate da Stiles con il chiaro intendo di far finire in modo positivo -Lydia- o negativo -Erica- la serata.
Erica sembrava infastidita dal fatto che Stiles stesse cercando qualcuno di diverso da "l'altro".
Stiles non capiva perché Erica si fosse convinta che Derek dovesse diventare il suo alpha. Il ragazzo avrebbe scommesso l'esatto opposto solo il mese prima, ora invece cercava di convincerlo a mettere una felpa davvero troppo grande e dei jeans poco aderenti. Lydia invece, tentava di fargli indossare dei jeans che gli facevano delle belle forme e una casacca di lino bianco con sciarpa anch'essa di lino.
Alla fine Stiles optò per la casacca con la sciarpa e i pantaloni larghi, così da far contente entrambe e sentirsi comodo.
Erica aveva passato la serata con il naso all'insù come ad annusare la camera da letto dell'amico, che ne pareva infastidito. Sapeva bene quale odore stesse cercando e quando si sedette sul letto per controllare anche quello, Stiles ebbe da ridire.
"Lui è stato in questa stanza spesso, è inutile che controlli le sue tracce. Non c'è nulla di interessante da scoprire."
"Volevo solo capire perché qui c'è odore di Derek diverso dal solito.", affermò, prendendo a sniffare il cuscino.
"In che senso, diverso dal solito?"
"Non ho mai sentito quest'odore dolce, sensuale e protettivo su di lui, eppure è il suo."
Non rispose, non sapeva cosa ribattere.


Il coach arrivò quando le ragazze erano ancora in casa Stilinski, quindi divenne un po' imbarazzante per Stiles. Dovette letteralmente buttarle fuori, impedendo qualsiasi battuta o tentativo di sabotaggio da parte di Erica.
Quando tornò in salotto, dove Bobby era rimasto solo, non sapeva cosa dire.
"Quelle due sono davvero invadenti.", fece notare l'uomo ancora in piedi.
"Sì, è vero. Ancora mi chiedo come facciamo ad essere amici.", rispose tormentandosi un lembo della manica.
"Accomodati. Non restare in piedi."
Bobby si accomodò sul divano e Stiles si sedette di fronte.
Per qualche secondo restarono in silenzio guardandosi un po' intorno e un po' negli occhi.
"Come è andato l'ultimo giorno di scuola?", domandò l'ospite.
"Bene. Mi hanno fatto un sacco di complimenti anche oggi per la partita e mi sembra ancora strano."
"Te li meriti tutti."
Lo sceriffo entrò: "La cena è pronta."
Preserò posto alla tavola poco più in là.
Il padre di Stiles, per evitare incidenti d'ogni tipo, si occupò di riempire i piatti con la zuppa di verdure che aveva preparato il ragazzo prima di cambiarsi.
"Buona.", asserì non appena l'assaggio.
"Opera di Stiles. Ultimamente è diventato bravo in cucina a causa dei miei orari di lavoro. Anche se di tanto in tanto esagera con il piccante.", guardò storto il figlio.
"Davvero sei così bravo? Io so cucinare solo uova e pancetta."
Stiles sorrise, gli veniva semplice sorridere a Bobby e non capiva perché. L'uomo non era proprio bellissimo, anche se aveva un certo fascino e un bel corpo che nascondeva sotto magliette e abiti sportivi.
Ciò che piaceva di più a Stiles era il carattere allegro, anche se a volte pareva cinico con la squadra. In realtà condividevano molte passioni e in più di un'occasione Stiles era stato l'unico a ridere alle sue battute ispirate a film decisamente vecchiotti.
"Da quando fai l'allenatore di lacrosse?", domandò curioso.
"Praticamente da sempre. Al liceo ero capitano della squadra, ma a causa di un infortunio al ginocchio ho dovuto smettere. L'allenatore non se la sentiva di tenermi fuori dalla squadra e mi ha insegnato le basi del mestiere. Credo di essermi appassionato così tanto nell'occuparmi della squadra, da voler fare anche l'insegnante. Ho sempre allenato una o più squadre nel tempo libero. In estate di solito alleno i pulcini, anche se quest'estate potrei non avere tempo.", affermò fissando Stiles negli occhi.
"Perché non hai tempo?"
L'altro sembrò leggermente imbarazzato. Stiles ci impiegò un po' a capire il tipo di gaffe che aveva fatto. Non aveva capito che se le cose tra di loro fosserò andate bene, non ci sarebbe stato molto tempo libero con il calore in arrivo e tutto il resto. Abbassò la testa diventando rosso.
L'altro riprese il discorso: "Domenica, ho il primo allenamento con i piccoli, potresti venire? Sono delle pesti, ma se vedendo un bravo giocatore di lacrosse, potrebberò darmi ascolto una volta tanto."
"Non so, ci penserò."
Stiles non sapeva cosa fare con Bobby, era la prima volta che non voleva mandare via un alpha durante la cena.
Lui gli piaceva.
Desiderava fare buona impressione, ma non far trapelare il suo interesse nei confronti dell'uomo, era troppo presto.
"Solo se ti va, non sei costretto a fare nulla che tu non voglia.", precisò, ottenendo uno sguardo d'approvazione da parte dei due.
Scherzando e ridendo arrivarono al dolce, ma visto che lo sceriffo aveva rinunciato a comprarlo quando c'era un alpha a cena, perché non riusciva mai a metterlo in tavola, dovette rimediare con delle coppette di gelato. Lasciò i due soli a parlare, mentre andava a prepararle.
"Hai visto i video della partita? Sei stupendo quando tiri in porta.", affermò, ottenendo un sorriso enorme da parte di Stiles.
"No. Dove li posso vedere?"
"Se hai un pc te li mostro, dal mio cellulare non si vede nulla."
"Sì. Accomodati sul divano, vado a prenderlo."
Quando tornò, si sedette sul divano accanto a Bobby, per avere una visuale migliore dello schermo del pc.
Visionarono diversi video sul sito ufficiale della scuola, ridendo anche dell'attacco violento di Stiles durante la partita.
Lo sceriffo tornò con due coppette con gelato al cioccolato, che i due quasi ignorarono, continuando a chiacchierare per diverso tempo di tutto seduti l'uno vicino all'altro. Ci fu persino un'imitazione di Robert De Niro nel secondo Padrino.
Solo verso le undici di sera, Stiles si accorse della sparizione del padre.
Lo trovò in cucina, dove aveva già pulito tutto e messo la lavastoviglie da tempo.
"Tutto bene figliolo?"
"Sì, ma perché non sei rimasto con noi?"
"Non volevo disturbarvi. Vi divertivate così tanto."
"Davvero?", era incerto.
"Sì, davvero. Cosa ne pensi?"
"Non so cosa pensare... Bobby, è interessante ed è molto diverso da tutti gli altri."
"Infatti. Ricorda che la scelta è tua. Non c'è fretta, ma fargli capire cosa pensi."
Stiles tornò da Bobby, che si stava alzando dal divano.
"Si è fatto tardi. Il tempo è volato."
"Sì. Ci siamo divertiti."
"Ti va di vederci nei prossimi giorni?"
Stiles abbassò la testa senza sapere cosa fare o dire, ma l'altro gli venne in soccorso.
"Ti lascio il mio numero di cellulare. Se hai voglia, chiamami, ma non usarlo per farmi scherzi. Lo so che vuoi vendicarti di tutti i compiti in classe a tradimento che vi ho fatto fare.", ironizzò.
Stiles sorrise tutto il tempo, mentre l'accompagnava alla porta.
"Buonanotte Stiles."
"Buonanotte Bo...", non riuscì a finire, sentendo le labbra dell'uomo posarsi sulla sua guancia, in un casto saluto.
Andò via senza dire altro, lasciando l'omega che a malapena si reggeva sulle gambe per via della forte emozione.
Stiles diede la buonanotte a suo padre e andò in camera sua con aria sognante. Se ne accorse anche lo sceriffo, tanto che si lasciò andare ad un gesto silenzioso d'esultazione, finalmente aveva rimediato un possibile genero.
Stiles raggiunse la sua camera, si levò le scarpe e si lasciò cadere sul letto.
Sull'agenda appuntò:

Bobby Finstock

Non aggiunse altro. Era la prima volta che scriveva il nome di un alpha sull'agenda.
Sentiva che i suoi sentimenti nei confronti del coach stavano evolvendo in qualcosa di diverso, si stava innamorando finalmente.
Aveva atteso troppo di provare quell'emozione e ora voleva godersela. Si addormentò pensando a Bobby.


Il vento quella notte era impetuoso e portava i rami degli alberi a graffiare il vetro della finestra chiusa.
Stiles si era svegliato un paio di volte a quel rumore, per poi riaddormentarsi.
La terza volta si era svegliato sentendo ancora il graffiare alla finestra, ma il vento era diminuito di forza.
Passò qualche secondo a contemplare la parete prima di richiudere gli occhi.
Un braccio lo circondò, mentre era tra veglia e sonno. Reagì velocemente cercando di sfuggire al forte abbraccio da dietro.
"Derek cosa stai facendo?", disse preso dal panico.
"Non sono Derek."
"Cosa cazzo ci fai sul mio letto Peter?"
"Wow... Allora è vero che Derek non viene qui la sera per una sveltina. Da come hai reagito, quell'idiota è solo riuscito a baciarti una volta."
"Peter lasciami e esci dalla mia stanza!"
"No. Sono qui per farti una proposta tesoro."




NOTE DELL'AUTRICE

Salve a tutti.
Devo ammettere che questa settimana ho una passione particolare per zio Peter e per Bobby. Domanda: come suona "Stilby"?
Stiles+Bobby... Credo che qualcuno mi stia odiando.
In quanti mi stanno maledicendo?
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto? Ho dovuto mettere da parte Derek per un po', ma prometto che nel prossimo tornerà... oppure ci sarà una scena di sesso di Stiles con Bobby o con Peter.
Fatemi sapere cosa ne pensate... del capitolo, no della scena di sesso!
Vi ringrazio per le recensioni e tutto il resto. Alcune di voi mi stanno dando "brutte" idee per altre ff.
Un abbraccio, Francesca.
   
 
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