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Autore: nettie    29/06/2015    2 recensioni
« Boris, tutto questo è impossibile. »
« Lo so, ma non ti piaceva trasgredire le regole? »
« Ora non più, sta andando troppo oltre, non riesco più a distinguere il sogno dalla realtà. »
« Sto rischiando la vita per te, ti prego, lasciati amare. »
« Boris, tu non sei reale per la mia gente. Tu non dovresti esistere. »
« April, tu credi negli umani? »
Genere: Dark, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago, Sovrannaturale
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** 6 **

 

⇛ Boris

 

E’ mattina, non troppo presto, saranno all’incirca le dieci e mezza. Abbiamo passato una notte fantastica, siamo rimasti a parlare fino alle prime luci dell’alba, e lei era così rilassata, il sorriso le è rimasto per tutto il tempo sulle labbra. Già, proprio su quelle labbra che tanto bramo ma non sono riuscito ad ottenere. Credo che lei mi veda come un rimpiazzo di Thomas, un passatempo, o qualcosa del genere…

Ora lei è seduta a tavola con i suoi genitori, stanno consumando la colazione, e io me ne sto in piedi dietro la sua sedia. I suoi movimenti sono stanchi, la vedo, posso capirla, se non si sentisse stanca ci sarebbe qualcosa a non andare.

La madre sembra guardarla con la coda dell’occhio, il padre nasconde il volto dietro il grande quotidiano che tiene spiegato fra le mani, nell’aria c’è talmente tanta tensione che si potrebbe benissimo prendere un coltello e farla a fettine, per poi servirla su un piatto.

Vorrei carezzare i capelli di April, ma so che la metterei in soggezione e non voglio peggiorare la situazione. Non riesco davvero a capire cosa stia succedendo, il padre la guarda di sottecchi e la madre non sembra avere una bella espressione, gli occhi grandi della giovane ragazza saettano dal volto del padre a quello della madre, posso percepire la tensione che cresce dentro di lei. E’ frustrante.

 

« Vuoi invitare Thomas a cena, stasera? »

 

Chiede la donna seduta di fronte a lei. La madre non dimostra più di una cinquantina d’anni, è una donna di grande classe, nonostante somigli davvero poco alla figlia e non abbia nemmeno un briciolo del suo fascino imparagonabile. E’ semplicemente il perfetto stereotipo di impiegata e madre, che prima di tutto è Donna. Gli occhi severi hanno un taglio sottile, il trucco molto sobrio mette in risalto il color nocciola dell’iride, un naso abbastanza dritto e fine - si può dire che la punta formi uno degli angoli più belli che io abbia mai visto, al contrario del nasino arrotondato di April. Le labbra sottili sono sempre accentuate da un rossetto dal colore rosso, mi è capitato più volte di vederla sorridere guardando la figlia assorta a far qualcosa, in ogni tipo di situazione.

 

« -- no, mamma. Ha da fare, stasera.  »

 

Risponde April, quasi sobbalzando sul posto. Nei suoi occhi c’è una strana luce che non trasmette altro se non malinconia, malinconia e rimpianto.

 

« Oh, te l’ha detto ieri sera al telefono? »

 

Domanda la donna, e a queste parole sento un grande vuoto aprirsi nello stomaco della piccola April. Quindi, da quanto posso capire, loro non sanno niente. Beh, dopotutto, come potrebbero sapere qualcosa? “Ehi, mamma, papà, ho litigato con Thomas perché lui non vuole credere a Boris. Ah, lo sapete chi è Boris? E’ l’essere che voi non potete vedere, e che mi sta tutto il giorno accanto!” Ah, me la immagino proprio a dire queste parole ai suoi nella disinvoltura più completa, e penso di riuscire ad immaginare le loro facce scandalizzate davanti alla dichiarazione della figlia. Ma per ora, pensieri a parte, voglio solo che le cose si mettano a posto, e che tutto possa filare liscio.

 

« .. Telefono -- ?  »

 

Chiede la giovane, le labbra semichiuse e gli occhi sgranati, quasi tremanti. Il padre e la madre si scambiano quello che sembra essere uno sguardo di intesa, o comunque qualcosa del genere, e l’uomo prende un bel respiro. Posso chiaramente sentire i battiti di April accelerare ed iniziare a martellare con furia nel petto.

 

« Ti abbiamo sentita parlare con qualcuno, ieri sera. »

 

Sbianca, e cerca in tutti i modi di trovare una risposta che la aiuti a sviare il discorso.

 

« .. oh -- beh .. cioè --  »

 

Balbetta, dalle sue labbra escono solo frasi sconnesse e parole senza un significato preciso: dannazione, non può cadere nel panico proprio ora, non può farlo. Improvvisamente, sento crescere dentro di me un senso nuovo, o meglio, familiare, qualcosa che non provavo da veramente tanti tanti anni. Credo si chiami nervosismo, ma non ne sono sicuro al 100%.

 

« Amanda! Era Amanda, aveva .. beh, aveva alcuni problemi e -- voleva sfogarsi con me... »

 

Tira fuori la balla meno credibile di tutte, ma so che sta sperando che i suoi la credano: lo sto sperando anche io. La vedo abbassare lo sguardo e stringere i pugni sotto il tavolo, gettando gli occhi al pavimento, magari alla ricerca di qualcosa che la possa distrarre, e non farle pensare alla risposta dei suoi che sta tardando ad arrivare.

 

« .. Oh, mi dispiace per lei. Che è successo? »

 

Improvvisamente la madre sembra interessata dalle false parole della figlia, e la cosa mi stupisce alquanto. Ha posato sul tavolo la tazza di thè fumante che stringeva fra le mani, e ora, sta guardando April con le labbra appena schiuse e i sottili occhi nocciola sgranati.

 

« Sai, si è recentemente lasciata col ragazzo .. hm .. convivevano. »

 

Ma cosa diamine sta dicendo? Non so se stia dicendo più cose possibili per far sembrare il tutto più credibile, o se non sappia cosa sta facendo in tutti i sensi. Il padre guarda la madre, poi i suoi occhi saettano al volto di April: anche lei sembra realmente dispiaciuta per questa sua “amica”, un’amica della quale sinceramente neanche sapevo l’esistenza.

 

« Oh, April, mi dispiace tanto ... »

 

Interviene il padre, inarcando un sopracciglio. Questa situazione è talmente stramba che non so se scoppiare a ridere o altro. Qualsiasi cosa sia, però, posso farla in totale tranquillità: non possono avvertire la mia presenza. Decido tuttavia di rimanere impassibile dietro la sedia di April, il fiato sospeso, e il cane che sembra guardarmi con occhi arrabbiati, accucciato in un angolo del tavolo.

 

« Già, dispiace anche a me .. invitala a dormire da noi, qualche volta. Deve essere brutto sentirsi sole. Le manderò un messaggio prossimamente, povera ragazza. »

 

Continua poi la donna, abbassando lo sguardo, come se fosse pentita di aver pensato male della figlia. Non so se definire l’idea di April fottutamente geniale, o terribilmente rovinosa. E penso di aver paura delle conseguenze, seriamente paura. Non so se quello che abbia detto April sia vero o falso - probabilmente falso, di questa Amanda io non ne ho neanche mai sentito parlare! Penso che quella stupida ragazzina si sia cacciata in un bel guaio, ma prima di tutto, ci ha messo in mezzo me, inconsciamente o meno. E ora dovrò trovare un modo per svignarmela il più presto possibile.

 

***

 

A: Amanda

Da: April

19/06/2012 -  14:34

Amanda, è successo un casino! Ti prego, vieni a casa mia, il più presto possibile! E se mia madre ti manda un messaggio, dimmelo prima di rispondere!

 

Ecco cosa la mia principessa ha digitato con fretta sul display, prima di posare il cellulare sul comodino e sedersi sul letto, con la testa fra le mani e gli occhi chiusi. Io la guardo con occhi severi, sono davanti a lei, e poche volte mi è capitato di essere così .. arrabbiato. Nervoso per noi, più che arrabbiato.

 

« … Scusa, scusa. »

 

Continua a ripetere a bassa voce, come se avesse paura che qualcun altro la potesse sentire. I genitori non sono in casa, ma sembra che stia ancora tremando. Non vuole essere scoperta, e non lo voglio neanche io.

« Ho fatto un casino, lo so … Ti prego, dimmi che tutto andrà bene. »

 

La sua vocina flebile trema, è evidente il modo in cui si sta trattenendo dal piangere. Quasi mi viene da stringerla fra le mie braccia ed accontentarla, ma ha fatto un errore, ed’è giusto che lo capisca. Mi sento quasi come un padre nei suoi confronti, qualcuno che la sta aiutando a distinguere il bene dal male in modo del tutto nuovo, almeno credo. Non capisco proprio cosa mi stia succedendo, o molto probabilmente non voglio capirlo. Sono qui con lei per un solo obiettivo, perché perdermi in futili preoccupazioni?

 

« Devi riconoscere i tuoi errori. Ora vedi di risolvere tutto. »

 

Dico, freddo, impassibile. I suoi grandi occhioni verdi mi scrutano impauriti, la stanza è interamente immersa nel buio, così da permetterle di vedermi, di osservare il mio volto pallido e i miei occhi di ghiaccio. Non capisco cosa ci trovi di così tanto bello, fatto sta che ho sentito più volte il suo sguardo addosso a me nella notte.

{ Angolo Autrice:


okay, ho impiegato un mese circa per partorire questo benedettissimo capitolo!
Possiamo dire che da qui in poi la storia vera e propria ha inizio ( finalmente! ), quindi, incoraggio tutti ad aspettare un nuovo aggiornamento che probabilmente verrà prima di metà Luglio!
Grazie a tutti quelli che sono arrivati a questo punto della storia, grazie a chi continuerà, e a chi lascerà un commento.

-nettie.
   
 
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