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Autore: sg199885    29/06/2015    3 recensioni
Fantasic Fantasy è la città meravigliosa dove vivono tutti i personaggi di fantasia, che sta vivendo un periodo di crisi tremenda. Gwen ed Ace sono due poliziotti e compongono un team imbattibile.
e se arrivasse un terzo membro a rompere i loro equilibri e mettere confusione nel cuore di Gwen? e se in città arrivasse un temibile criminale a portare con se l'ombra inarrestabile e sconosciuta della morte?
COMMENTO DI ZATANNA
Hai fuso in una specie di opera sincretica e pazzoide personaggi provenienti da anime & manga (Bibi ed Ace da One Piece), dai cartoni animati/comics americani (Ben Ten e Spider Man) e perfino da quelli italiani (Winx), proiettandoli in un universo cupo, decadente, pericoloso e assolutamente distopico, e mantenendo inalterate o quasi le rispettive personalità. Devo dire che mi è piaciuta molto la storia vista fin qui = ), sia la trama sia le atmosfere, e anche i dialoghi! La fanfiction si presenta avvincente e suggestiva ;), e mi piace molto il modo in cui far interagire Gwen, Ace e Selina ("capelli VERDE vomito" XD...).
Genere: Avventura, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Nami, Nefertari Bibi, Portuguese D. Ace, Sorpresa | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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WELCOME TO FANTASTIC FANTASY

CAPITOLO 2: L'OMBRA DELLA MORTE

-sei stata grande con quel serpente, se non fosse stato per te avrebbe fatto crollare il ponte, sei in gamba ragazzina- fantastico. Ora Ace ne tesse pure le lodi. Oramai è sera inoltrata, c’è voluto un bel po’ di tempo per risistemare il casino combinato da Hulk.
-i sonniferi, tra tutti i veleni, sono la mia specialità- ah bene, è anche modesta!
-quindi non sei nemmeno capace di fare qualcosa di letale, ottimo- la canzono senza smettere di guardare fuori dal finestrino, quella mi risponde con una smorfia, ma chi si crede d’essere?
-e dai Gwen, sii buona, non vorrai comportarti da stronza come faceva il nostro tutor vero? Riconoscile i suoi meriti- mi rimprovera pugno di fuoco restando sempre attento alla guida.
-i suoi meriti, i SUOI MERITI?- sbotto –mentre noi stavamo per farci ammazzare quella si è fatta i comodi suoi! Non lo capisci che ci ha usati come fuoco di copertura, come la cavalleria sacrificabile?! Una squadra è una squadra, un atteggiamento del genere non è tollerabile!- ringhio.
Ace sbuffa…
-ti riaccompagno a casa.-
Io rimango allibita, inorridita. Le sue parole mi colpiscono come una pugnalata… mi sta scaricando, non ha neanche il coraggio di rispondermi, mi manda semplicemente via, come si fa con una pazza. Io rimango infiniti secondi a fissarlo, poi, di scatto, istintivamente, mi volto verso quella e le lancio il primo sguardo di vero odio da quando l’ho incontrata; lei se ne accorge e abbassa lo sguardo, sfastidita, ce ne vuole di coraggio… era tutto perfetto prima che arrivasse lei, eravamo una coppia perfetta, e anche oggi, se non ci fosse stata, sarei stata meno nervosa e ce l’avremmo fatta noi due da soli, come sempre.
L’auto d’ordinanza si ferma… siamo arrivati, SONO arrivata. Restiamo alcuni istanti in imbarazzante silenzio, poi mi alzo, ne ho fin sopra i capelli, non voglio vederli un solo secondo ancora, ed esco sbattendomi dietro la portiera.
-bentornata…
-STA ZITTO STUPIDO CATORCIO- ringhio e mi butto sul letto, sperando che il sonno porti con se questo nodo che sento intorno al cuore…

***

È mattina, lo sento; ieri sera ho dimenticato di chiudere le persiane, e il sole già alto nel cielo mi dà fastidio aglio occhi, si insinua tra le mie ciglia facendole pizzicare.
Parte una musichetta assillante… grandioso, se non ci pensa la sveglia lo fa il telefono.
-che c’è- biascico appoggiandomi il cellulare alla faccia.
-corri al molo.
-maledizione Bi, adesso mi chiami anche a casa, ma che sei una stolker?
-c’è un emergenza al molo… un… un cadavere- mi comunica sulle spine.
-UN CHE?!- strillo saltando giù dal letto –mi stai prendendo per il culo?
-purtroppo no, mi è arrivata una segnalazione anonima poco fa- mi dice con tono serio.
-allora ti hanno fatto uno scherzo, deve essere per forza così- balbetto; deve esserci una spiegazione logica, non può essere un cadavere, noi non moriamo!
-Ace è già sul posto. Non è uno scherzo.
Attacco. Resto un attimo a riflettere. Mi devo preparare, e in fretta anche, devo correre la subito, devo vedere di persona, se non vedo non credo, come san Tommaso. Per un tipo razionale come me certi eventi inspiegabili sono impossibili da comprendere; ora vi starete chiedendo, perché un cadavere è inspiegabile? Semplicemente perché, se c’è un lato positivo nella nostra misera e inutile esistenza, è che la morte non ci tocca, MAI. Noi non moriamo, noi scompariamo, il che è diverso.
Quando uno di noi si ritira a vita privata dopo la fine della sua storia, la sua esistenza diventa strettamente legata agli umani: finché loro credono in noi, noi non spariremo mai. Ora, so che ho fatto una menata assurda ad inizio storia su come i piccoli non credano più in noi, ma da qui a decretare la nostra scomparsa, ce ne passa. Ma mano che veniamo dimenticati, noi invecchiamo, ma è sufficiente anche solo il ricordo di una persona a mantenerci ancorati alla vita. Noi svaniamo quando scompare il nostro ricordo. E questo non succede quasi mai a nessuno, forse per qualche comparsa, personaggio di poco conto, ma prima di morire noi sbiadiamo, ci consumiamo, svaniamo; insomma, niente cadaveri!
Mi sono preparata in un baleno, stranamente quel piccolo robottino imbecille non si è fatto vivo… proprio oggi che di caffè ne avrei bisogno una tonnellata.
Schiocco le dita, una bolla di energia rossa mi avvolge, e scompaio.

***

Riappaio immediatamente dopo al molo, vedo già il mio socio in lontananza… c’è anche la micro stronzetta.
Ace ha già provveduto a mandare alcuni uomini a sgomberare l’area e a coprire il corpo con un telo nero; mi avvicino ad ampie falcate.
-giorno- mi saluta Ace, e quella mi fa un cenno col capo che ignoro.
Resto come incantata a guardare la coperta… non ci posso proprio credere che li sotto ci sia un cadavere senza vita.
-si, è proprio quello che pensi- mi informa sospirando pugno di fuoco… la sua espressione è indecifrabile, ma so che dentro di lui sta provando un casino di emozioni contorte e contrastanti proprio come me, cosa vuoi, succede quando ti crollano le poche certezze che hai.
-che facciamo- ci chiede la ragazzina… non ho nemmeno la forza di insultarla sta mattina.
-chiama qualcuno- le rivolgo la parola e questo la fa sussultare –chiama in centrale e dì loro di mandarci un veicolo, lo dobbiamo portare dal nostro medico legale- le dico con troppa poca calma perché non si monti la testa, maledizione!
-chi è?- chiedo ad Ace.
-Elsa- mi risponde digrignando i denti… non ci posso credere, quella Elsa? La PRINCIPESSA ELSA? Oddio, è peggio di quanto pensassi, non solo è morto qualcuno, ma è morto uno importante, siamo nella merda più secca e totale fin sopra le sopracciglia.
-eheh- ride amaramente –non pensavo di poterlo dire un giorno compare, ma il mio fiuto mi dice che abbiamo un omicidio tra le mani, c’è solo da capire chi cazzo possiede un potere tanto enorme, cosa ci facesse una tipa sfondata di soldi come lei qui nei bassi fondi e poi la parte veramente difficile, avvertire i familiari.-
Dio, Ace ha ragione, come lo dici ad una persona che un tuo parente è stato la prima persona in assoluto nella storia ad essere assassinata… dobbiamo tornare in centrale, e subito-

***

ACE POV’
Stiamo aspettando che JJ ci chiami, Bibi lo ha avvertito dell’accaduto prima che arrivassimo, è stato lui, a quanto pare, che le ha detto di affidare a noi l’incarico. Non so se essere più riconoscente della fiducia o incazzato per averci mollato questa bomba… voglio dire, le faide tra bande mafiose sono un conto, un omicidio tutt’altra cosa.
Vedo la nuova recluta seduta in un angolo con lo sguardo basso… poveretta, il suo primo incarico, e guarda tu dove deve andare a sbattere la testa. Quando sei giovane e pieno di aspettative come lei, quando non hai ancora la scorza dura come la nostra, imbatterti nella morte deve essere veramente come una pedata nelle gengive.
Gwen è giù nel seminterrato, al nostro pronto soccorso di dipartimento a dare man forte al nostro medico che probabilmente starà impazzendo, poveretto.
La porta dell’ufficio del boss si apre, Bibi si alza di scatto dalla sua postazione e tutt’e due gli corriamo incontro; anche quella nuova ci raggiunge con un passo più pesante.
-allora?- chiede sulle spine la centralinista dai capelli blu.
-ho chiamato la sorella, l’ho convocata per il pomeriggio- sospira Johna –io sono il capo e spetta a me parlarle.
Che fregatura… probabilmente qualche volta l’ho invidiato per la sua posizione, anche se io al posto suo mi sarei annoiato a morte, ma ora non vorrei essere proprio nei suoi panni.
-voi però cercate di cavare qualche risposta fino ad allora, voglio almeno provare a rassicurarla con qualche indizio che le possa far capire che stiamo seguendo una pista- ci dice il boss, e per la prima volta in vita mia gli sento dire qualcosa che non è un ordine, sembra più… più… una preghiera.
-lo prenderemo capo- lo rassicuro, ma il problema è, chi rassicura me? –dai, andiamo- dico a Selina mentre mi dirigo in seminterrato.

***

Busso alla porta dell’ambulatorio prima di entrare; abbasso la maniglia solo dopo aver sentito l’“avanti” della dottoressa.
Entrando lo scenario che mi si presenta è agghiacciante; le mura dipinte d’azzurrino, i pochi mobili in metallo e al centro della sala il tavolo operatorio su cui giace quel corpo senza vita, bianco come la neve. La piccola bambina-medico continua a tastarlo con le mani avvolte nei guanti di lattice in piedi su uno sgabello.
-allora- le chiedo –che può dirci doc?
Ai/ Shiho/ Sherry o quanti cavolo di nomi ha sospira e con un saltello scende dal suo trespolo, si sfila i guanti che poggia su uno scaffale metallico pieno di aggeggi strani e si toglie i grandi occhiali.
-assideramento, è morta congelata.- ci informa –con qualche esame in più potrei riuscire a capire se sono stati i suoi poteri o meno a farle questo.
-quindi potrebbe anche essere un suicidio?- azzarda la giovane strega con una punta di liberazione nella voce; se fosse veramente così, allora vorrebbe dire che in giro per le strade non c’è qualcuno in grado davvero di uccidere.
-non lo so ancora- le spiega la bambina –ma una cosa è certa, - continua con un sospiro rassegnato  -non ci sono segni di colluttazione, o nessuno l’ha aggredita, oppure l’ha fatto talmente bene che non ha avuto neanche il tempo di reagire… peccato, se si fosse difesa, forse ce l’avrebbe fatta ad invertire il processo di congelamento. A proposito, io sono Ai, piacere di conoscerti, sei nuova?- concluse porgendo la manina a Selina.
-si- rispose lei.
-allora buona permanenza tra le nostre fila- le augura –con permesso, devo ricucire un’amputazione- e, detto questo, andò nella camera accanto chiudendo la porta dietro di se.

***

-che facciamo?- chiedo alla rossa salendo le scale.
-non ho pensato a niente di preciso- mi risponde lei… pazzesco, è la prima volta che le sento dire che non ha un piano.
Salendo sento un brivido che mi percorre la schiena… sono urla quelle che sento? La nostra praticante deglutisce a vuoto, Gwen si volta di scatto a guardarmi; è un pianto disparato quello che risuona per la centrale. Continuiamo a salire con passo più incerto, senza dire una parola. Arrivati nell’atrio vedo un uomo alto e robusto stringere a se una ragazza con delle trecce scarlatte e portarla fuori, dove l’aspettano una renna e un pupazzo di neve… il colloquio di Johna non deve essere andato per il meglio.
-ehm.. bhe ecco- tartaglia il boss grattandosi la nuca con gli occhiali in mano –tornate tutti a lavoro.-

***

-allora, ecco il piano- ci informa Gwen non appena scendiamo in strada, a quanto pare con si è fatta scoraggiare dalla situazione e si è rimessa in carreggiata, per questo la stimo, non si abbatte mai.
-agli ordini capitano- la prendo in giro e lei mi guarda storto come al solito
-allora spiritosone – ci spiega –tu andrai a casa della sorella di Elsa e userai le tue doti di Figo megagalattico per farle vuotare il sacco su qualsiasi segreto e/o magagna della sorella, se voleva uccidersi oppure se aveva qualcuno che voleva farle del male di sicuro lei sa qualcosa. Noi due invece andremo al porto e raccoglieremo informazioni sull’accaduto. Ah, e prediamo l’auto di sorveglianza- meraviglioso, ha lasciato a me la parte difficile come al solito…
GWEN POV’
Ok, la situazione è veramente seria, quindi non posso permettere al mio cuore di interferire con il lavoro, che ha tutte le priorità; quindi dovrò, mio malgrado, sopprimere il mio odio per la streghetta da 4 soldi e metterlo da parte in un angolino del mio cervello là dove non potrà fare danni.
-senti tu, rossa- mi chiama lei non appena Ace si è allontanato –non so come andiate d’accordo voi, ma io te l’ho già spiegato, non prendo ordini da te.
Ok… lei però non mi rende le cose facili, d’accordo.
-no senti tu ragazzina,- sbotto additandola –forse non hai capito che la situazione è veramente seria e che non c’è tempo per i tuoi capricci stupidi da bambinetta di dodic’anni, quindi vedi di piantarla, io sono un tuo superiore e vuoi o non vuoi i miei ordini li ascolterai oppure io ti caccio via a calci in culo- bene… dopo la mia sfuriata sbuffa e si dirige verso la macchina, chissà se ha capito l’andazzo o meno.
Saliamo in macchina contemporaneamente e infilo le chiavi nella toppa, e mi blocco… forse sarà il caso di mettere da parte tutte le ostilità, o no?
-senti- esordisco –io non ti piaccio e tu non mi piaci, ma d’ora in poi lavoreremo gomito a gomito, e dovremo spalleggiarci; non ti nascondo che sarà duro, e rischieremo la vita non poche volte, quindi dobbiamo essere unite e coordinate se vogliamo arrivare a capo di questa faccenda… tregua?- le chiedo porgendole la mano.
-tregua- risponde lei stringendomela senza guardarmi.
Non so perché, ma prevedo una tregua più burrascosa del programmato.
 

 
 
 
   
 
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