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Autore: alexiases    30/06/2015    2 recensioni
Lei : una ragazza timida e con un sogno : cantare con la band che più ama ....
Lui : il frontman di una band di successo ,è amato e acclamato eppure custodisce un grande peso nel cuore...
Un gioco del destino riuscirà a farli incontrare .. Cosa succederà ? E se non dovesse andare come previsto ? Una storia ricca di sorprese, colpi di scena, litigi , divertimento e tanto ... Tanto Amore... Riusciranno Sara ed Alessio a coronare i loro sogni ? Leggete per scoprirlo...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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CAPITOLO 20: Magari col tempo… O forse no

Narratore: terza persona

Sara giocherellava distrattamente con una ciocca dei suoi capelli rame da circa mezz’ora. Questo gesto che compiva fin da quando era una bambina, riusciva sempre  a tranquillizzarla, a placare ogni sua più recondita preoccupazione.
Tuttavia, questa volta, era diverso. Proprio non riusciva a smettere di pensare al party che si sarebbe tenuto da li a poche ore. Aveva una strana sensazione alla bocca dello stomaco e nulla avrebbe potuto rassicurarla.
Non era uno stato d’animo, si sentiva solo a disagio. Come se da lì a pochi attimi  la sua vita sarebbe nuovamente mutata. Sara, fin da piccola, era stata in grado di percepire quando qualcosa sarebbe andato storto o quando, al contrario, sarebbe andato per il verso giusto. Prima di qualsiasi occasione aveva quelle sensazioni, quegli stati d’animo che la mettevano in guardia. Potrebbe sembrare stupida come cosa ma lei credeva a queste emozioni.
Questa volta, però, non sapeva cosa pensare. Era semplicemente agitata. Il suo continuo sbuffare, però, non avrebbe sicuramente portato a nessuna soluzione.
Ormai il danno era fatto. Quel nuovo compagno di classe l’aveva messa nei pasticci. Come si era permesso di prendere delle decisioni al posto suo? Non aveva alcun diritto di dare per scontato che avrebbe accettato la partecipazione a quello stupido party per salutare i Leones. In fondo li avrebbe rivisti solo tra una settimana.
“Purtroppo…”. Pensò, sempre più amareggiata.
Non era riuscita a declinare l’invito, non era riuscita ad arrabbiarsi con Luca e  non era riuscita a dimenticare quel frontman da quattro soldi.
Ogni qual volta ripensava ad Alex, un senso di ansia le attanagliava lo stomaco, il suo cuore incominciava a battere forte e le lacrime minacciavano di scendere impetuosamente dai suoi occhi.
Lei, però, era più forte di questi pensieri. Quindi cercava in tutti i modi di riprendere il controllo del proprio corpo smettendo di pensare a lui. Era l’unico modo che aveva per  dimenticarsi di Alex.
Stare sdraiata sul letto a fissare il soffitto della propria camera, non era certo qualcosa di particolarmente stimolante e questo Sara lo sapeva, ma non poteva farne a meno. In un momento delicato come quello, alzarsi avrebbe comportato pensare, il pensare avrebbe portato a ricordare e il ricordare, in quei giorni, aveva solo un nome.
Immersa com’era nei suoi pensieri, la rossa non si accorse nemmeno della presenza della madre nella sua camera.  L’entrata in scena dell’adorata riccia crazy, inoltre, era stata tutto fuorchè silenziosa: lo sbattere della porta, il ticchettio dei  tacchi e la voce acuta della donna, avrebbero dovuto distrarre Sara dai suoi pensieri, ma ciò non era avvenuto.
“Sara, si può sapere che hai, oggi?”. Chiese  infatti la riccia.
La rossa si riscosse lievemente dal suo contemplare il soffitto, ma non ebbe particolari reazioni.
“Sara se non mi rispondi immediatamente mi incavolo!”. Esclamò, la donna.
“Mamma, per favore lasciami in pace. In questo momento ho solo voglia di starmene da sola”. La ragazza era riuscita a pronunciare quella semplice frase, anche se il tutto si era rivelato particolarmente difficoltoso.
Non riusciva proprio a comportarsi normalmente. Tentava in tutti i modi di togliere dalla sua anima quella malinconia ma non ci riusciva, forse col tempo…
“Dannazione. Ascoltami: sono tua madre e ho il diritto di sapere cosa ti succede. Sono sicura che ha a che fare con quel cantante da strapazzo, non mi devi dire niente, ma almeno non mentirmi. Non fingere di star bene o di voler stare da sola. Sono salita per dirti che Laura è preoccupata sul fatto che tu possa non venire al party di stasera di cui, per inciso, io non sapevo niente”. La donna aveva pronunciato quel monologo talmente velocemente da non riuscire a prendere nemmeno fiato.
Era arrabbiata con sua figlia ma soprattutto era preoccupata. L’unica cosa che voleva era la serenità di Sara ed era furiosa al pensiero che, un ragazzo, avesse potuto togliere ciò alla sua bambina.
“Quindi schioda quel sederino dal letto e preparati. Hai una party a cui partecipare, un’amica da non deludere e il tuo cuore da curare”. La donna pronunciò queste semplici parole con una dolcezza tale da smuovere l’imperturbabilità della ragazza. Una lacrima rigò il viso della giovane mentre un sorriso le imperlò le labbra rosee.
“Grazie mamma”. Sussurrò, con una voce secca ma allo stesso tempo piena di affetto.
La donna, con un sorriso dolcissimo a colorarle il volto segnato dagli anni ma pur sempre testimone della bellezza della sua gioventù, si avvicinò alla figlia, dandole un lieve bacio sulla fronte.
Entrambe sorrisero consapevoli che niente e nessuno avrebbe mai potuto distruggere il loro reciproco amore. Perché in fondo non c’è niente di più vero dell’affetto  di una madre per il proprio figlio.
 
Tre ore dopo…

Truccarsi, pettinarsi e curare il proprio corpo non erano sicuramente cose che appartenevano al vocabolario di Sara e di questo piccolo dettaglio erano a conoscenza anche Laura e Francesco, che al contrario avevano al centro della proprio lista giornaliera un obiettivo: apparire sempre al meglio.
In realtà questa loro priorità derivava da una logica non del tutto errata: il modo migliore per abbattere il nemico, i problemi e  per affrontare la vita era quello di non apparire mai frustrati, tristi o trascurati.
Tralasciare il rispetto di sé stessi è il primo errore che si fa quanto si è amareggiati per qualcosa.
Proprio in rigor di questo mantra, i due ragazzi avevano deciso che nel pomeriggio sarebbero andati a casa di Sara.
Il loro obiettivo? Renderla stupenda.
Avevano subito le lamentele, le urla e persino gli insulti che la rossa aveva dispensato loro per tutto il pomeriggio, ma non si erano lasciati abbattere. D’altronde avevano un obiettivo in mente e non si sarebbero arresi prima di averlo portato a compimento.
Laura era l’addetta al trucco, mentre Francesco al parrucco e alla scelta dei vestiti.
“Ma perché tutte a me?”. Era la frase che Sara dispensava ai suoi amici mentre loro cercavano in tutti i modi di placare la sua rabbia.
La ragazza, infatti, non aveva una pazienza particolarmente radicata e soprattutto odiava impersonare il ruolo della bambolina mentre i suoi due migliori amici si divertivano a renderla, come la definivano loro, una principessina.
Finalmente, però, dopo due ore Sara fu libera dalla sua personale tortura.
“Guardati allo specchio!”. Esclamò Laura, molto eccitata.
Con uno sbuffo la ragazza si avvicinò all’armadio della propria stanza, aprì una delle due ante e guardò il proprio riflesso sullo specchio affisso all’interno del mobile.
Dovette spalancare a più riprese la bocca, perché la mascella sembrava volesse arrivare a terra.
Francesco sghignazzava soddisfatto dietro di lei, mentre la rossa non riusciva ancora a credere ai suoi occhi.
“Diventerei etero per te, baby”. Esclamò il ragazzo, lasciandole una delicata pacca sul sedere.
Laura scoppiò a ridere mentre Sara non riusciva a distogliere lo sguardo dallo spettacolo che le si presentava davanti.
Per la prima volta in vita sua si sentiva soddisfatta del proprio aspetto.
Non era mai successo. Lo specchio le rimandava l’immagine di una ragazza magra, slanciata, formosa al punto giusto, fasciata con un vestitino  rosso con lo scollo a cuore. Era incredibile come quell’indumento risaltasse ogni suo punto forte e nascondesse le piccole imperfezioni che la caratterizzavano.
I capelli erano raccolti sul lato destro della testa e ricadevano ordinati sulle spalle.
Il trucco era leggero ma si abbinava perfettamente ai suoi indumenti. L’ombretto rame con la matita nera risaltavano i suoi bellissimi occhi azzurri, mentre il rossetto rosso evidenziava la forma pronunciata e piena delle sue labbra.
Era perfetta. Sorrise, prima di andare ad abbracciare i suoi migliori amici. Quella sera si sarebbe divertita, non avrebbe deluso le persone più importanti della sua vita.
 
Ore 21.30

Camminare con quei tacchi altissimi era sicuramente un’impresa ardua, ma Sara non osava lamentarsi.
Temeva un rimprovero della sua migliore amica che non sarebbe tardato se  si fosse anche solo azzardata a dire qualcosa. Aveva rifiutato di indossare delle decollete nere perché troppo alte e alla fine avevano dovuto arrangiarsi con un paio di scarpe della madre della rossa.
Luca continuava a tenerla per braccetto e la cosa non le dava particolarmente fastidio, anzi la faceva sentire protetta, al sicuro.
Quando il ragazzo era venuto  a prenderla a casa era rimasto letteralmente scioccato e non aveva proferito parola per un bel po’. Era stato Francesco a farlo  rinvenire dalla sua estasi personale con una battuta, sicuramente poco fine. Le aveva fatto mille complimenti come: Sara sei bellissima, oggi sei ancora più raggiante degli altri giorni, il vestito risalta il colore dei tuoi capelli, ecc….
La ragazza era rimasta lusingata da tanti commenti positivi ma… Qualcosa le mancava per esserne soddisfatta… O meglio qualcuno le mancava.
Se fossero provenuti da un’altra persona sicuramente avrebbe fatto i salti di gioia, sarebbe arrossita, avrebbe abbassato il capo imbarazzata a avrebbe risposto con una battuta tagliente delle sue.
Questo, però, non era il suo caso.
Considerava Luca come un amico e questo non sarebbe cambiato da un giorno all’altro… Magari col tempo… Era la seconda volta in quella giornata che pronunciava la medesima frase ma non riusciva proprio a cambiare atteggiamento.
“Sara mi sembri distratta, stasera. Va tutto bene?”. Luca la distrasse dai suoi pensieri. Quel ragazzo a volte era particolarmente invadente, o forse era lei che non era socievole negli ultimi tempi.
“No, va tutto bene. Ti va di bere qualcosa?”.  Sussurrò Sara con un sorriso a imperlarle le rosse labbra.
“Certo, come vuoi tu!”. Esclamò Luca. Quel ragazzo era davvero gentile, accondiscendente.
Non ti contraddiceva mai. Non… Era così monotono. Sicuramente alcune ragazze avrebbero apprezzato questo suo lato ma non Sara. Lei voleva qualcuno che riuscisse a tenerle testa, che sapesse anche contrastare il suo volere, se sbagliato, e questo con Luca non sarebbe mai accaduto mentre con…
“Cosa preferisci? Io prendo quello che scegli tu”. Affermò  Luca con un sorriso a trentadue denti.
Sara emise un piccolo sospiro mentre la pazienza cominciava pian piano ad essere sostituita da un leggero strato di irritazione.
“Ma tu non contraddici mai le persone?”. Sussurrò la rossa.
“Solitamente no. A meno che non abbiano detto qualcosa di completamente sbagliato. Ho il mio pensiero ma preferisco non infastidire gli altri esponendolo”. Spiegò il ragazzo.
“Beh, con me impara a farlo. Altrimenti non andremo d’accordo”. Esclamò la rossa, mettendo subito in chiaro il suo pensiero.
“Vedrò che fare per esaudire il suo desiderio, miss”. Scherzò Luca.
Entrambi scoppiarono a ridere.
Almeno riuscivano a conversare piacevolmente e soprattutto riuscivano a capirsi con poco.
“Luca, Sara sono contento di vedervi!”. Tra i due ragazzi, fece capolino Riccardo con un bicchiere di wodka in mano.
“Andiamo già sul pensate”. Scherzò la ragazza.
“Tranquilla baby, questo è il primo e l’ultimo. Non mi piace bere a fine serata quindi finisco il mio bicchierino appena inizia il party”. Sussurrò il batterista dei Leones.
“Beh, strane abitudini ma va bene… Così, contento tu!”.  Sussurrò la ragazza, leggermente contrariata.
“Sei uno schianto stasera, Sara”. Esclamò Rick, scrutando la rossa che, abbassò immediatamente il capo imbarazzata.
Odiava i complimenti perché la mettevano a disagio.
“Già e questa sera è tutta mia”. Sussurrò Luca, prendendo Sara per i fianchi e portandola verso la pista da ballo.
“Io non so ballare, fermo!”. Esclamò la ragazza a disagio.
“Tranquilla, ti conduco io, vedrai che andrà tutto per il meglio”.
La rossa emise un lieve sospiro, arrendendosi al suo destino.
Raggiunsero il centro della pista e Luca fece combaciare i loro corpi, abbracciandola. Erano davvero molto vicini ma Sara non provava assolutamente nulla. Se non  un profondo imbarazzo.
Continuava a scrutare la stanza, abbellita per la festa. La palestra della scuola poteva davvero essere trasformata in una bellissima sala per ricevimenti, con un po’ di impegno.
Erano stati sistemati molti tavoli con bibite e stuzzichini di ogni tipo. I canestri erano stati abbelliti con ghirlande ed era stata installata persino una piattaforma dj.
“Sara, sono contento di essere qui con te, stasera”. Sussurrò Luca, sempre più vicino al viso della ragazza.
“Ehm… Grazie Luca… Io ti ringrazio dell’invito”.
“Senti, dovrei dirti una cosa. Da quando ti ho visto per la prima volta tu… Mi sei piaciuta e… Io volevo farti sapere quello che provo quando sono in tua presenza”. Affermò, con non poco imbarazzo il ragazzo.
Sara strabuzzò gli occhi, ma il momento di stupore durò poco perché si rese conto che il suo accompagnatore aveva il viso pericolosamente vicino al suo e continuava a farsi sempre più vicino.
“No, aspetta!”. Sussurrò la rossa.
Il moro si allontanò di colpo, sembrava dispiaciuto e imbarazzato.
“Io, scusa non volevo metterti a disagio, non era mia intenzione”.
“Tranquillo, sono io che non sono ancora pronta per una cosa del genere. Io … devo andare fuori adesso, voglio prendere una boccata d’aria, ci vediamo più tardi”. Sussurrò Sara, paonazza in viso.
La rossa non lasciò al suo accompagnatore nemmeno il tempo di rispondere, si precipitò in giardino, afferrando distrattamente la sua borsetta.
“Non ci posso credere, non ci posso credere”. Ripeteva questa frase come fosse un mantra. Tanto che non mancarono gli studenti che la guardarono stupiti.
Raggiunse, alla fine, il cortile posteriore all’edificio scolastico e si lasciò scivolare a terra, su uno dei gradini.
Non poteva credere a quello che era appena successo. Luca aveva tentato di baciarla e aveva persino
detto di provare qualcosa di serio nei suoi confronti. Lei, però, non avrebbe mai potuto accettare una proposta di fidanzamento qual’ora lui gliel’avesse posta. Era innamorata di un altro. Nonostante Luca fosse un bravissimo ragazzo, intelligente ed educato lei… Lei era una cretina che non aveva la minima intenzione di prendere in giro i sentimenti delle altre persone. Lei non era come… lui…
Si premette le mani in fronte con un’espressione abbastanza affranta.
Persa tra i suoi pensieri non si accorse nemmeno del ragazzo che le si era seduto di fianco e che cercava di offrirle una sigaretta, probabilmente per rimorchiare.
Alla fine, accorgendosi della presenza dell’individuo di fianco a lei decise di rifiutare l’offerta, ma il ragazzo continuava ad insistere.
Ci mancava solo questa, oltre al ragazzo che aveva tentato di baciarla, anche un povero pervertito che cercava di intravedere qualcosa sotto la sua gonna.
Stava per mandare letteralmente a quel paese il suo interlocutore, quando sentì una voce.
“Ha detto che non vuole la tua fottuta sigaretta, sparisci”. Il tono era gelido e Sara riconobbe immediatamente il proprietario di quella stupenda voce.
“Hey amico calmati, mi sto liquidando”. Sussurrò  il ragazzo, scoppiando a ridere. Probabilmente era ubriaco fradicio. Dopo pochi secondi abbandonò il cortile, traballante e con il suo ghigno infastidito.
“Ora te la fai anche con i drogati?”. Esclamò Alex, irritato.
Sara si innervosì all’istante. Quel cantante da strapazzo non aveva il diritto di parlarle a quel modo.
“Non sono fatti che ti riguardano”. Sussurrò, gelida.
“Beh, a me no ma al tuo ragazzo sì. E’ rimasto dentro, poverino, era così spaesato. Non sapeva che tu fossi in buona compagnia qua fuori”.
Sara scattò in piedi rossa dalla rabbia. Decise di non rispondergli, inforcò ancora una volta la propria borsa e si allontanò velocemente aggirando il cortile. Era decisa a tornare dentro l’edificio e ad allontanarsi da lui.
“Che fai? Scappi? Te la sei presa perché in fondo è vero. A quanto pare ti piace cambiare ragazzo come se non ci fosse un domani!”. Urlò Alex leggermente affannato, probabilmente stava correndo anche lui per raggiungerla.
Sara si bloccò di colpo, non riusciva a trattenersi, stava per scoppiare. Questa volta aveva davvero superato il limite.
Aspettò l’arrivo del ragazzo e appena se lo ritrovò di fronte, tentò di tirargli uno schiaffo, ma la mano della giovane fu intercettata da quella di Alex che la fermò, con una stretta decisa ma non dolorosa.
“Cosa fai? Adesso mi picchi anche?”. Il ragazzo sghignazzò rilassato mentre Sara lo guardava con odio.
“Tu non sai niente, lasciami in pace. Non intrometterti nella mia vita. Sono cambiata”. Sussurrò la ragazza, socchiudendo gli occhi.
“E quindi adesso ti metti a tradire il tuo ragazzo?”.  Esclamò Alex con uno sguardo serio ma irritato.
“Non sono affari che ti riguardano! E poi Luca non è il mio ragazzo!”. Non sapeva perché ma aveva il bisogno di giustificarsi. Si odiava per questo ma era più forte di lei. Non voleva che lui pensasse quelle cose squallide.
“Allora ti baci chiunque adesso?”.
“Non ho baciato proprio nessuno!”. Urlò la ragazza.
“Ah no? E dentro che cavolo stavi facendo? Mi sembra che steste ballando vicini, lui si è avvicinato al tuo viso!”.
“Ma non mi ha baciato. E poi anche se lo avesse fatto non sarebbero comunque affari tuoi!”. Sara stava perdendo il controllo ma non riusciva più a contenersi: la rabbia e la delusione erano troppo grandi.
“Giusto, a me non frega niente di te, però ero preoccupato per il tuo ragazzino. E’ rimasto lì dentro tutto solo!”. A quelle parole dalla guancia della rossa sfuggì una lacrima…
Giusto, a me non frega niente di te
Alex cambiò espressione da arrabbiato, divenne preoccupato, quasi dispiaciuto.
Ormai, però, era troppo tardi .
Sara si voltò pronta a scappare via, ma qualcosa la fece voltare e tornare alla sua posizione iniziale.
Questa volta, però , c’era qualcosa di diverso. Era stretta in un abbraccio confortante, si sentiva a casa.
Tentò inutilmente e con poca convinzione di staccarsi da lui ma non ci riuscì. Perché in fondo non ne aveva neanche più la forza. Non riusciva ad andare contro i suoi sentimenti.
“Vedi? Faccio solo pasticci…”. Sussurrò il ragazzo.
La ragazza si strinse a lui, abbandonandosi al suo abbraccio. Non stava pensando, stava solo seguendo il suo cuore.
“Io non voglio farti soffrire, io volevo lasciarti andare. Volevo che tu fossi felice con un altro ragazzo ma non ci riesco, non ce la faccio io…”.
“Perché?”. Lo interruppe Sara, sempre premuta contro il suo petto.
Sentiva il cuore del cantante martellare ferocemente contro la cassa toragica, era uno dei motivi per i quali non aveva ancora deciso di staccarsi.
“Perché sono un egoista…”.
“Perché?”Ripetè Sara.
“Perché non voglio vederti con gli altri, impazzisco se ti vedo anche solo parlare con un ragazzo che non sia io!”.
“E perché?”. La rossa adesso sorrideva, non poteva credere alle proprie orecchie.
“Perché penso di essermi fottuto con le mie stesse mani, innamorandomi di te….”. Sussurrò Alex.
La rossa si staccò da lui fissando gli occhi verdi del ragazzo che amava.
“Ne sei sicuro. Tu mi avevi detto che…?”.
“Sara te l’ho detto non voglio ferirti, ma sono troppo egoista per rinunciare a te, quindi…”.
La ragazza non lasciò al moro il tempo per terminare la frase. Era ancora furiosa con lui ma gliel’avrebbe fatta pagare in un altro momento, adesso era troppo felice per pensare lucidamente.
Le loro labbra si unirono, per la prima volta consapevoli di quello che i loro cuori provavano l’uno per l’altra.
Forse nemmeno il tempo avrebbe distrutto quello che entrambi provavano…
 
ANGOLO AUTRICE
Scusate per il ritardo. Ho avuto dei contrattempi e soprattutto speravo che qualcuno lasciasse un commento. Io sono contenta di vedere come voi lettori aumentiate e inseriate la storia tra le seguite, le ricordate o le preferite, però mi farebbe veramente piacere sapere cosa ne pensate riguardo la storia.
Anche via messaggio privato o tramite il gruppo face book. Più che altro per sapere se i capitoli vi piacciono, se ci sono cose che non vanno molto bene. In modo che io possa anche migliorare.
Ve lo chiedo perché ho proprio il desiderio di crescere nello scrivere e quindi mi piacerebbe molto leggere le vostre critiche o i vostri commenti positivi. Accetto con entusiasmo entrambi.
Detto ciò, dopo questo appello vi voglio ringraziare per rimanere a leggere la storia nonostante i ritardi.
Un ringraziamento speciale a Papera82 e ad Arianna Ary per aver recensito lo scorso capitolo.
Detto ciò cosa ne pensate della nostra nuova coppietta??? Non sono dolcissimi? E’ stata una dichiarazione un po’ particolare ma ricordiamoci che stiamo parlando di Alex e lui ha una mentalità controversa.
Ma lo amiamo anche per questo, no?
Scusate la lunghezza del capitolo. Come avete potuto vedere ho descritto gli eventi in terza persona, questo evento doveva essere letto in chiave più oggettiva, secondo me.
Povero Luca, perché ha ricevuto un duo di picche però c’est la vie. Comunque i problemi non sono finiti… Ci sono molte cose irrisolte… ;)
Questo è il link per iscrivervi al gruppo facebook ed essere sempre aggiornati su tutto:
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A presto, belli <3
Alexiases
  
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