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Autore: cardi2999    02/07/2015    0 recensioni
Non ero abituata alle lacrime che rigano le guancie, agli urli soffocati tra le pieghe del cuscino, non ero abituata alla morte e tantomeno all'amore vero. Eroo la ragazza dal sorrisetto sarcastico che increspa le labbra, dalla voglia di vivere e dal brilluccichio negli occhi. Questo è cioè che ero, o cioè che sono, magari solo in parte.
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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​CAPITOLO 4 Chiuse la conversazione il leggero rumore di un telefono che squillava nell'altra stanza cosí Alessandro si alzò per controllare di chi fosse. Avevamo un piatto di acciaio in cui li accatastavamo tutti indifferentemente. "Tuo Cardi" fece sporgere la testa dalla cucina e lanciò l'iphone. Una volta afferrato controllai il numero e risposi svogliatamente "pronto Chiarè?" "Dove sei drogata?" La sentii ridacchiare e spontaneamente sorrisi anche io. "In giro, perchè?" Sentii una voce che parlava dietro la cornetta, riconobbi Claudia. "Beh, riunione inizia tra poco". Degliutii, era mezzogiorno e mezza ed io, Claudia e Chiara eravamo solite a mangiare insieme un gelato tutti i sabati, prima della riunione. "Porca merda, corro." Attaccai e scattai velocemente in piedi, ignorando le persone accanto a me che mi guardavano confuse. Mi avviai verso il bagno per afferrare al volo la borsa e nel passare diedi un leggero schiaffo a Mattia "ti avevo chiesto che giorno era Eggio!" E lo accusai. "E mi sarei dovuto perdere la scena di te che corri via dal laboratorio, in ritardo, e tu odi essere in ritardo, solo per fare una buona azione?" Si fermò sulla porta d'ingresso per bloccarmi. "'Mi facevi un così bravo ragazzo?" Sgranò gli occhi marroni e un sorrisetto sghembo gli spaccò le labbra. Così non potei far altro che minacciarlo, puntandogli un dito contro il petto "spostati o te lo stacco a morsi" vacillò un attimo, probabilmente ricordi fugaci dell'ultima volta in cui lo avevo minacciato gli passarono la mente. E non me lo sarei scordato neanche io di quando gli avevo intimato di ficcargli un palo in culo, e poi venti minuti dopo lo stavo ancora rincorrendo con la scopa in orizzontale a sfiorarlo minacciosamente. Si, sono un fottutissimo genio. A passi piccoli si scostò dalla porta, lanciai un saluto veloce con la mano agli altri e sparii. Ci misi 20 minuti buoni prima di arrivare al bar davanti alla Sede della Chiesa, dove io e il mio gruppo Scout facevamo le attività tutti i sabati e le domeniche. Chiara e Claudia, le ragazze con cui mi trovavo meglio, erano già lì davanti al cancello della Chiesa, ad aspettarmi. Avevano entrambe un paio di jeans stretti, Chiara aveva abbinato le bleazer ad una canottiera e Claudia una maglietta semplice ad un paio di classiche scarpe da ginnastica. Mi sorrisero da lontanto sventolando entrambe le manine, gli corsi incontro. Mi fermai a pochi metri da loro, mettendo bene a fuoco. "Voi due troie" iniziai "dove avete messo i capelli?". Si guardarono tra di loro sghignazzando e si voltarono per farmi vedere. I capelli neri di Chiara erano completamente spariti, e dalla zona lombare della schiena erano tornati alle spalle dando dei riflessi rossastri mentre i capelli di Claudia erano stati bellamente spuntati fino a diventare a caschetto e, sul viso, non tanto da coprirgli gli occhi, le scendeva una leggera frangietta laterale. "E non avevate intenzione di dirmi niente?". Chiacchierando del più e del meno ci avviammo verso il bar e io presi il mio classico gelato al cocco, Claudia con la delicatezza di tre gusti soprendentemente tutti e tre contenenti cioccolato e Chiara qualcosa alla frutta, probabilmente aveva preso il fior di latte. Erano le due e mezza quando decidemmo di incamminarci verso la Sede per cambiarci e metterci l'uniforme da Scout. Prendemmo le buste con io cambio e facemmo a gara per chi arrivava prima in bagno, io ero l'ultima, come al solito. Ci infilammo la camicia blu nei pantaloncini che si reggevano per miracolo dalla cinta in cuoio e poi ci lasciammo i calzettoni blu aggrovigliati sulle caviglie. Infine, con un gesto fugace, ci infilammo il fazzolettone colorato verde acqua, blu e oro sul collo, sistemando spillette e cose varie. Soddisfatte uscimmo dal bagno.
   
 
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