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Autore: Alice_Jackson    04/07/2015    2 recensioni
I nostri eroi dieci anni dopo la guerra contro Gea, hanno figli e una famiglia.
Dal primo capitolo:
"Prima di andare a svegliare i figli, la figlia di Atena andò a preparare la colazione: una montagna di pancake fumanti, del colore originale per lei e molti blu per la sua famiglia, insieme ai vari succhi di frutta e sciroppi preferiti dei figli."
Dal secondo capitolo:
"Jason aveva chiesto di sposare Piper a ventitré anni e un paio di anni dopo BOOM, la figlia di Afrodite era rimasta in cinta. Per i primi due anni di matrimonio avevano vissuto tra Nuova Roma e il Campo Mezzosangue, ma con la nascita della bambina hanno preferito andare a vivere in una città moderna."
Dal terzo capitolo:
"La figlia di Plutone sbuffò sonoramente mentre cercava di svegliarlo ancora una volta. Vivevano insieme da anni ormai, ma lei non aveva ancora trovato un modo efficace per svegliare il marito, e quasi niente riusciva a svegliarlo."
Dal quarto capitolo:
"Will guardò i due figli dallo specchietto retrovisore, poi prese la mano del figlio di Ade, lui guardò le due mani intrecciate e poi si girò a guardare Will che gli sorrise."
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altro personaggio, I sette della Profezia, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ecco il terzo capitolo!! Tan-tan-tan-tan!! Beh non ho niente da dire.
Anzi no! Dopo che avrò descritto tutte le varie famiglie farò tipo qualche capitolo divo mischierò tutto facendo dei capitoli molto XD....
Spero che vi piaccia anche questo...
Al prossimo capitolo!
Alice :)

 
La famiglia Zhang

–Frank!– Hazel scosse il marito per una spalla –Fraank!– provò di nuovo. 'Stupido figlio di Marte!' pensò mentre lo scuoteva ancora più forte. Lui mugugnò qualcosa ma riprese a dormire tranquillamente. La figlia di Plutone sbuffò sonoramente mentre cercava di svegliarlo ancora una volta. Vivevano insieme da anni ormai, ma lei non aveva ancora trovato un modo efficace per svegliare il marito, che da sempre era un gran dormiglione e quasi niente riusciva a svegliarlo. Avevano comprato quel piccolissimo appartamento a cinque stanze a Nuova Roma in un complesso di case davvero carino e adatto per crescere dei bambini.
–Mamma? Non eravamo di fretta e saremmo morti se non ci fossimo sbrigati?– un bambino di sei anni circa entrò nella camera dei genitori.
–Si lo so, Sammy. Ma papà non vuole svegliarsi!– gli rispose lei alzando la voce sull'ultima frase.
Sammy si passò una mano tra i capelli tagliati corti ricci uguali a quelli della madre. Il bambino aveva i capelli e gli occhi ambrati come Hazel, ma per il resto fisicamente era uguale a Frank a partire dai lineamenti orientali e la corporatura massiccia già a sei anni. Come carattere invece era insicuro e timido e non gli piaceva stare al centro dell'attenzione, ma era socievole con le persone che conosceva, quindi una specie di mix dei genitori.
All'improvviso a Sammy spuntarono delle orecchiette da cane tra capelli e una coda che gli usciva dai pantaloni. Hazel sospirò, era da un anno ormai che gli succedeva nei momenti in cui era particolarmente nervoso per qualsiasi cosa, infatti la figlia di Plutone aveva dovuto usare un bel po' di Foschia per coprirle durante la recita di fine anno di quell'anno scolastico. 
–Cosa succede?– gli chiese invitandolo a sedersi sulle sue gambe.
–Niente... Solo che... Niente– la madre inarcò un sopracciglio –Va bene. Ho paura che mi prendano in giro per queste e questa– si indicò le orecchie e la coda.
–Ehi– appena la voce roca di Frank giunse alle orecchie della moglie, lei cominciò ad urlargli contro.
–Ma si può sapere perché non ti svegliavi?! È un'ora che ti chiamo!–
–Scusa... Non me ne sono reso conto–
–Va bene va bene. Ma ora sbrigati che se no perdiamo l'aereo, ex pretore.– ex pretore. Era stato sostituito da un anno ormai per dare posto insieme a Reyna a dei ragazzi più giovani e meno impegnati di due adulti entrambe sposati da anni ormai. Frank aveva trovato lavoro in un semplice ufficio del campo che permetteva a Nuova Roma di avere rapporti con il mondo moderno, mentre Reyna faceva da avvocato legale alla legione. Hazel invece aveva lasciato la legione dopo aver avuto Sammy e ora faceva la mamma a tempo pieno a suo figlio e a quello di Reyna, Jordan,  visto che suo marito lavorava.
–Agli ordini!–si alzò in piedi e si vestì velocemente mentre Hazel e Sammy preparavano la colazione per tutti.
Appena il figlio di Marte entrò in cucina sentì un odorino niente male –Uuuu che bello! I French toast!–
–Si! La mamma li fa buonissimi!–disse il bambino mentre li divorava uno dopo l'altro. 
Avevano infatti scoperto da poco che Hazel non era niente male in cucina, e in particolare a fare la colazione, per grande felicità di Frank, e le torte, per grande felicità di Sammy.
–Buonissimi dici?– Frank diede un bacio alla moglie –A che ora è il volo?–
–Alle...– guardò dei foglietti sul tavolo –12.30. Ma ci vorrà almeno un'ora per arrivare là e mezzora per fare il check in. Inoltre non abbiamo ancora fatto le valigie... E sono già le... Oh, dei! 10.30!! Tra mezz'ora abbiamo appuntamento con Reyna!–
–Hazel, Hazel. Ferma. Guardami e respira. Ok sei calma? Bene. Ora dicci quello che dobbiamo fare.– la tranquillizzò il figlio di Marte.
–Bene. Tu Frank vai a prendere i bagagli e poi lava i piatti. Io preparo i vestiti e faccio le valigie.– si abbassò all'altezza del figlio e si rivolse a lui –E tu Sammy prendi lo zaino e mettici le tue cose per il viaggio, poi lo dai a papà che farà la stessa cosa e poi papà lo darà a me, ok? Avete capito tutto?–
–Sissignora!– risposero in coro per poi schizzare via tutti e due. 

Hazel cominciò a preparare tutti i suoi vestiti e a sistemarli sul letto, poi prese quelli di suo marito e infine quelli di suo figlio. 
A quel punto entrò Frank con due mini trolley –Ecco fatto Hazel. Vado a preparare le cose per il viaggio e poi sono pronto– 
Hazel mise tutti i vestiti nei due trolley, saltandoci anche sopra visto che non si degnavano di chiudersi. E visto che quel metodo non funzionava decise che ricorrere alla Foschia fosse il metodo migliore per far chiudere quelle stupide borse.
Intanto Sammy e Frank stavano scegliendo le cose da mettere nello zaino. Alla fine decisero per due macchinine e due animali di plastica per il bambino e il padre mise dentro il caricatore de l cellulare suo e di Hazel, e i loro due libri.
Appena chiusero lo zaino Frank guardò l'orologio appeso in salotto –Ehm, Hazel?–
–Si?– la voce di sua moglie gli arrivò soffocata, come se lei stesse faticando a fare qualcosa.
–Non vorrei disturbarti, eh, ma sono già le undici!–
–Cosa!?– arrivò di corsa con i due trolley che sbattevano ovunque.
Uscirono di casa correndo. Frank con le due valigie e lo zaino e Hazel che trascinava Sammy per le strade di Nuova Roma. Alla fine arrivarono all'ingresso del campo tutti sudati e affaticati, con ben dieci minuti di ritardo.
Reyna suo marito Andrew, figlio di Ecate, e suo figlio li stavano già aspettando –Si può sapere che fine avevate fatto!?–
–Scusaci, è solo che questo qui non si decideva a svegliarsi.– le rispose Hazel tranquillamente indicando il marito –Ora sarebbe meglio andare se non vogliamo perdere il volo–

Inutile dire che la fortuna da semidei si fece sentire ancora una volta. Infatti trovarono un sacco di traffico con il pullman e moltissima gente in treno durante il viaggio per arrivare all'aeroporto di Oakland. E alla fine si ritrovarono quattro semidei, due discendenti, quattro trolley e due zaini a correre per l'aeroporto sbattendo contro qualsiasi cosa gli capitasse davanti e facendosi largo tra la folla. Ma alla fine salirono lo stesso sull'aereo.
–Mamma posso prendere le macchinine?–
–Si te le prendo io– si alzò e prese le due macchinine di metallo che il bambino aveva scelto.
Dopo qualche minuto, mentre passava l'hostess con il cibo, chiese ancora –Mamma mi compri la coca-cola?–
–Si tesoro– poi si rivolse alla hostess –Mi scusi, mi può dare una lattina di coca-cola?–
–Certo– Hazel pagò e diede la lattina al figlio.
Quando Sammy ebbe finito di bere si rivolse ancora alla madre –Mamma? Non ho più voglia di giocare con le macchinine... Mi puoi prendere gli animali e mettere via queste?–
Hazel lanciò un'occhiata scocciata a Frank, che ovviamente ora dormiva tranquillo accanto al finestrino e poi rispose al figlio –Certo tesoro– si alzò di nuovo e fece cambio di giocattoli con lo zaino. Poi vide Andrew, sembrava nelle sue stesse condizioni se non peggio, a quanto pareva non era molto pratico di giocattoli e zaini.
–Mamma! Non vedo l'ora di vedere Gwen e Zoe e Luke!– i tre bambini avevano solo un anno in meno di Sammy e quando si erano incontrati per la prima volta a New York per Natale, che avevano circa uno o due anni se non di meno, avevano fatto amicizia in tre secondi contati.
–Vedrai che anche loro non vedono l'ora. Però Zoe e Luke arrivano nel fine settimana, Bianca deve fare gli esami. Però ci sarà già Gwen.–
–Uffa... Però che bello rivedrò i miei amici!–
Dopo un quarto d'ora circa Sammy riprese a fare domande alla madre a partire da –Mamma... Devo andare in bagno mi accompagni?–
–Certo, andiamo– Hazel si alzò e fece uscire suo figlio dai posti a sedere e andarono in bagno.
Quando tornarono il carrello stava passando di nuovo tra le file dell'aereo e a Sammy non scappò –Mamma mi compri le patatine?–
Hazel lanciò nuovamente un'occhiata scocciata-irritata a suo marito, ma lui continuava a dormire beatamente. –Si, Sammy. Ma ora basta voglio dormire, se hai bisogno di qualcosa chiedi a papà, ok?– e gli comprò anche le patatine al formaggio.
Dopo qualche minuto le si addormentò, ma una voce all'altoparlante cominciò a parlare dopo un quarto d'ora "Siete pregati di allacciare le cinture di sicurezza e restare seduti, tra poco atterreremo nell'aeroporto J.F.K. di New York."
Finalmente atterrarono, fecero una coda interminabile per uscire da quel dannato aeroporto, ma alla fine, dopo tanti sforzi, insieme alla famiglia di Reyna uscirono e presero un taxi in direzione Long Island.
–Hazel, credo che per Sammy sarebbe meglio se dormisse con te nella tua cabina–
–E perché, scusa?–
–Perché, si beh, sai i figli di Ares come sono. Perfino peggio di quelli di Marte.– 
Hazel sospirò –Mi sa che hai ragione... E perché hai dormito per tutto il viaggio? Ieri sera sei andato a letto prestissimo e ti sei svegliato tardi questa mattina.–
–Si beh... Per lo stesso motivo per cui tu terrai Sammy di notte. Non chiuderò occhio per tutte le notti di tutta l'estate e recupererò dormendo di giorno. Tu non hai un'idea di cosa possono fare venti adolescenti figli di Marte in una sola stanza.–

Arrivarono ai piedi della collina Mezzosangue in qualche ora. La risalirono con calma e poi la discesero dall'altra parte. Fecero un giro del campo e si divisero: Reyna, Andrew e Jordan alla casa di Ecate, non essendo presente una casa dedicata a Bellona lei era autorizzata, Hazel e Sammy alla casa di Ade e Frank, piuttosto abbattuto, verso quella di Ares.
La famiglia Zhang rincontrò qualche minuto dopo nell'area delle case, a metà strada tra la cabina di Ade a quella di Ares. Prima che chiunque potesse parlare sentirono delle grida dall'altra parte della piazza. Si girarono verso quella parte. C'erano Piper, Jason e la loro figlia con due ragazzi, Piper stava gridando contro la bambina che era in braccio al padre che la stringeva come se li avesse fatti preoccupare. 
–Sembrano Piper e Jason... Andiamo?– chiese Hazel al marito.
–Certo!– e si incamminarono verso quel lato della piazza con Sammy che continuava a dire "Gwen! Gwen!"
A metà strada Frank si bloccò –Non... Non può essere...–
Hazel seguì il suo sguardo e disse a bassa voce –Oh dei... Non è possibile. Frank dimmi che non lo vedo solo io–
–No. Non lo vedi solo tu.– poi socchiuse gli occhi –Quella deve essere... Non è possibile–
–Cosa non è possibile papà?–
Entrambi i genitori lo ignorarono e Hazel disse a voce alta –Leo!?– il ragazzo si voltò verso di lei –Leo Valdez!? Oh, miei dei sei davvero tu!– poi urlò a voce più alta attirando un sacco di attenzione dai ragazzi del campo che si ritrovavano nelle vicinanze –Leo Valdez è tornatoooooo!!– poi corse ad abbracciarlo.
–Hazel!– esclamò lui stringendo l'amica.
–Leo ce l'hai fatta!– disse Hazel con le lacrime agli occhi.
–Non avevamo dubbi– aggiunse Frank sorridendo.
–Zhang! Vieni qui amico!– 
Dopo tutto ciò in cui i due bambini, Sammy e Gwen, non ci avevano capito un accidente e i grandi stavano piangendo come dei bambini felici. Hazel fece una domanda a cui non si era preparato
–Leo... Ma hai ancora quindici anni?–
–Si... A quanto pare sono stato morto per quanto, di preciso?–
Rispose Piper –Tredici anni– disse lentamente.
–Tredici anni. Morto per tredici anni.– poi riprese quel sorriso che nessuno ha mai dimenticato –Hazel, Frank, vi presento Calypso. Calypso, loro sono Hazel e Frank.–
–Piacere di conoscervi! Leo mi ha parlato di tutti voi.
–Ne aveva parlato anche con noi e... Dei! Sei davvero identica a come ti avevo immaginata!– esclamò Hazel sorridendo.
Tutti si fissavano e i due bambini stavano ancora guardando increduli la scena chiedendosi l'un l'altro "Sai cosa succede?" "No...". Alla fine si schiarirono rumorosamente la voce e tutti si girarono a guardarli.
–Ehm...?– disse Sammy con uno sguardo interrogativo.
–Oh, si giusto. Lui è Sammy, nostro figlio. Sammy, loro sono Leo e Calypso. Leo era un nostro amico di quando eravamo ragazzi. È morto e poi il drago gli ha iniettato la cura del medico.–
–Ah.–
–E lei è Gwen, nostra figlia. Ma a quanto pare lei sa già chi siete voi.– disse Piper lanciando uno sguardo omicida verso Jason, che fino a quel momento non aveva quasi detto una parola, lui abbassò lo sguardo colpevole.
–Credo sarebbe meglio andare da Chirone– intervenne Jason.
–Hai ragione– concordò Leo.
Si diressero verso la casa grande. Chirone fu più che felice di vedere i due ragazzi e quella sera a cena fece il grande annuncio, dopo aver annunciato l'arrivo di Hazel, Frank, Reyna e Andrew con relativi figli.
–Eroi! Oggi è arrivato al campo un semidio speciale, uno della vecchia generazione, che però è ancora un ragazzo. Il ragazzo che ci ha salvati da Gea sacrificandosi. LEO VALDEZ!!!– scoppiò un putiferio assurdo e quasi tutti andarono al tavolo di Efesto per salutarlo, anche se nessuno lo conosceva davvero, ma d'altra parte chi non conosceva Leo Valdez?!

Hazel e Frank guardavano la scena dal tavolo di Ade, ancora incapaci di credere a quello che era appena successo. Il ragazzo era in mezzo a tutta quella massa di gente urlante, dopo essere stato morto per anni.
–È simpatico?– chiese Sammy fissando i genitori.
–Si, la maggior parte delle volte.– gli rispose il padre facendo una smorfia.
–Ah– il bambino sbadigliò e si ritrovò a con la faccia nel cheesburger che stava mangiando. 
Hazel e Frank risero, ma erano stanchi anche loro a causa del fuso orario, quindi saltarono il falò e andarono subito nelle loro cabine.
Frank riuscì ad addormentarsi prima che arrivassero quei casinisti dei suoi fratelli greci, che poi lo svegliarono e rimase seduto sul letto in uno stato di dormiveglia a causa del casino che c'era nella casa 5.
Hazel, invece portò Sammy nella cabina 13, tutta vuota e silenziosa, i mobili erano neri, fortunatamente cambiati da Nico anni prima, infatti i ragazzi del campo pensavano che i figli degli inferi fossero tipo vampiri. E una tenda era appesa in mezzo alla cabina, voluta da Hazel per quando veniva al campo,  dividendola in due stanze. In fondo c'era il bagno, un'altra idea di Nico, così da non dover andare nel bagni pubblici ogni volta e rischiare di venire sbranati dalle Arpie. Nico e Will non erano ancora arrivati con i loro figli, sarebbero arrivati alla fine della settimana, quindi avevano tutta la cabina per loro.
   
 
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