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Autore: GReina    09/07/2015    3 recensioni
Cosa succederebbe se due semidei vedessero che la loro è solo una delle tante realtà? Cosa accadrebbe se capissero che il loro, non è l'unico mondo da scoprire? Vedremo Percy e Annabeth proiettati in un nuovo mondo a loro sconosciuto con mostri del tutto diversi da quelli che conoscono.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Percy/Annabeth
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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1. LA TIPICA GIORNATA LIBERA DI UN SEMIDIO

Quella doveva essere la sua giornata libera. Di rado un semidio poteva godersi un pomeriggio tranquillo, ma Percy era fiducioso che questa volta, per la prima volta, lui e Annabeth avrebbero trascorso tranquillissimi e normalissimi momenti insieme.

Era l'1 settembre, avevano sconfitto Gea, la terrificante e malvagia Madre Terra, da appena un mese e lui e la sua ragazza erano in vacanza a Londra con sua madre Sally e il suo padrigno Paul. Sally stava iniziando a riprendersi dallo shock del tatuaggio trovato sul braccio sinistro del figlio, stranamente era la prima cosa che aveva notato. Tornato dopo mesi a casa (molti dei quali presunto morto) uno si aspetterebbe baci e abbracci, invece lei dopo un primo, breve saluto con singhiozzi eccetera gli aveva afferrato il braccio e aveva iniziato ad urlare talmente forte che probabilmente anche sull'Olimpo c'era chi cercava tappi per le orecchie.

Quella mattina avevano trovato un bar in un quartierino appartato vicino la stazione King's Cross. Una volta entrati Sally aveva detto di volersi fare un giretto alla famosa stazione londinese, così lei e Paul erano andati via. Percy e Annabeth ne approfittarono per restare un po' soli; niente sarebbe andato storto, almeno era così che la pensava fino a quando un mostro con il corpo da leone, le ali da aquila e la testa da orso non irruppe nel bar rovesciando addosso ad Annabeth il suo sciroppo blu nel bel mezzo di una fantastica conversazione. Fu orribile per loro non sorprendersene molto. Si stavano pericolosamente abituando a quella vita, ma d'altronde cos'altro potevano fare? Tra pochi giorni avrebbero iniziato il loro ultimo anno di liceo, per poi andare a Nuova Roma per frequentare l'università. Quella sì che sarebbe stata vita! Niente più mostri da combattere, non avrebbero più dovuto preoccuparsi di prendere le loro armi di bronzo celeste prima di uscire! (Non che per Percy questo fosse mai stato un problema dal momento che si trovava Anaklusmos, la sua magica penna/spada, sempre in tasca.) Non avrebbero più dovuto preoccuparsi di non rivedersi più una volta separati nel mondo esterno per paura di essere divorati da non so quale demonio e avrebbero avuto un posto sicuro in più oltre al campo mezzo-sangue.

Quando il mostro entrò nel bar, pochi mortali si accorsero che era un miscuglio di animali; probabilmente la foschia gli faceva credere che era un grosso cane, o uno dei soliti ubriaconi che cercava spiccioli, infatti al suo passaggio si scansavano appena. A differenza di tutti gli altri mostri che Percy aveva affrontato però, questo non sembrò far molto caso a loro, sembrava invece interessato a un uomo sui trent'anni che con il completo di tweed e la giacca con le toppe sui gomiti aveva tutta l'aria di essere un professore; stava sorseggiando un caffè ed aveva una tunica nera sotto il braccio, leggeva un giornale che per un attimo a Percy sembrò muoversi per poi bloccarsi l'istante dopo. Era alto con il viso tondo dalla carnagione chiara, aveva i capelli sul castano scuro e gli occhi verdi. Non si accorse subito del ''Leoquiorso'' o ''Aquorsone'' o ''Orleoquila'' o quello che è, guardava invece molto spesso l'orologio appeso al muro, come se non volesse mancare ad un appuntamento importante. Aveva appena ripiegato il giornale e uscito i soldi mortali dalla tasca quando il Leoquiorso balzò su di lui, i semidei stavano per accorrere in suo aiuto quando il prof - accortosi dell'ibrido - lanciò una strana palla verde verso il mostro. Agli occhi dei mortali probabilmente doveva apparire come un uomo che lanciava la palla al cane perchè solo un paio di loro si girarono, sorrisero e tornarono alle loro faccende. La palla invece non era fatto un giochetto per animali. Infatti si trasformò in un'enorme pianta che si snodo e si rintrecciò attorno a Fido legandolo come un salame e stringendolo sempre più fino a ridurlo in polvere rispedendolo nel tartaro. Il professore riprese i soldi lasciati frettolosamente sul tavolo e andò a pagare il suo caffè alla cassa come se niente fosse. Mentre usciva, dalla tunica che teneva ancora sotto braccio cadde un piccolo foglio bianco. Lo sciroppo di Percy ormai era andato, così decisero di seguire l'uomo, scoprire chi era e magari restituirgli il biglietto del treno che gli era caduto. Su di esso c'era scritto ''da Londra a Hogwarts - partenza alle h. 11:00 - per un viaggio - binario: 9 3/4''.






Nota autrice: 
Salve a tutti!!! Ho modificato il capitolo quando mettendo la storia anche su Wattpad mi sono accorta di piccoli errori di punteggiatura e cose varie. Non ho in alcun modo alterato la storia, nè aggiunto particolari. Mi sono anche accorta che i capitoli sono moooolto corti, difatti su Wattpad da 26 sono diventati 11!!! Non posso però unirne un paio come ho fatto lì in quanto dovrei cancellare qualche capitolo con altrettante recensioni nelle quali in molti mi hanno dato consigli e supporto e non mi sembra giusto. Spero che i brevi capitoli non vi fermino dall'andare avanti! 
Grazie per la pazienza :* al prossimo capitolo!!! 
xxx
GReina

P.S.
Se qualcuno se lo stesse chiedendo: sì, il mostro che ho descritto l'ho preso da una puntata della serie tv della BBC "Merlin" quando Artù si inventa una scusa per uscire di Camelot

   
 
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