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Autore: GReina    09/07/2015    2 recensioni
Cosa succederebbe se due semidei vedessero che la loro è solo una delle tante realtà? Cosa accadrebbe se capissero che il loro, non è l'unico mondo da scoprire? Vedremo Percy e Annabeth proiettati in un nuovo mondo a loro sconosciuto con mostri del tutto diversi da quelli che conoscono.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Percy/Annabeth
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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2. UN PROFESSORE SFUGGENTE

Fu difficile tenere d'occhio il professore, aveva un che di sfuggente, come se una forza misteriosa facesse di tutto per farlo perdere di vista ai semidei. Se Percy fosse stato da solo, lo avrebbe sicuramente perso da un pezzo. I due ragazzi lo seguirono in una larga strada che li portò fino alla stazione. Una volta dentro, fu impossibile stargli dietro. Più volte entrambi furono distratti da ciò che si trovavano intorno. Quando poi raggiunsero quello che a Percy sembrava un comunissimo cortile sotto una cupola, Annabeth fu irrecuperabile. Iniziò a blaterale cose sull'architettura che il figlio di Poseidone neanche provava a capire e ovviamente persero definitivamente ogni traccia dell'uomo del bar. Per fortuna avevano ancora il suo biglietto quindi non dovevano far altro che trovare il binario nove e tre quarti. Iniziarono ad andare verso i binari, superarono l'uno, il due, il tre, fino ad arrivare al nove.

Annabeth smise di parlare delle volte e degli assi portanti di botto, il che stupì Percy, c'erano volte in cui non smetteva di parlare di quelle cose da architetti fissati in stile Ted Mosby neanche mentre uccideva mostri nel centro della città. Il semidio non dovette chiedersi a lungo il perchè.

''Eccoci arrivati'' disse lei ''binario nove... binario dieci. Il binario che cerchiamo dovrebbe essere circa a metà strada, ma non sembra che l'abbiano ancora costruito, o sbaglio?'' era evidente che aveva pienamente ragione. Per quanto tutti i semidei erano abituati a passaggi segreti e porte celate dalla foschia come l'ingresso del campo Giove, se si concentravano avrebbero dovuto riuscire a scorgerla, invece, sopra un binario torreggiava un grosso numero nove, in plastica, e su quello accanto un altrettanto grosso numero 10, sempre in plastica; ma tra i due, niente.

''Forse dovremmo chiedere a qualcuno'' riprese la figlia di Atena e così dicendo fermò un poliziotto di passaggio, ma non osò fare parola del binario nove e tre quarti, persino degli stupidi si sarebbero accorti che dei mortali non avrebbero mai costruito un binario con un numero frazionato a contrassegnarlo. Quando l'agente si rese conto che i due ragazzi non erano in grado di dirgli neanche che treno stessero cercando, cominciò a infastidirsi, come se i semidei facessero apposta a fare gli stupidi. Disperato, Percy chiese del treno in partenza alle undici, ma la guardia disse che non ce n'erano. Finì che la guardia si allontanò imprecando contro i perditempo.

Non sapendo che altro fare i semidei iniziarono a guardarsi intorno, cercando un pur minimo segno del proprietario del biglietto. Se il grosso orologio che sovrastava il cartellone degli arrivi funzionava, mancavano solo dieci minuti alle undici, e se avessero perso quel misterioso treno, sarebbe scomparsa anche la possibilità di far luce sul professore-ammazza-leoquiorsi.

In quello stesso momento accanto a loro passò un grosso gruppo di persone vestite in maniera stramba, con tuniche viola o verdi abbinate ai cappelli a punta che avevano in testa; i più giovani di loro spingevano dei carrelli con sopra grandi bauli con a loro volta delle enormi gabbie sopra; uno di loro portava anche una lunga scopa, una di quelle che si vedono nei film con streghe e gatti neri al seguito. Avevano il passo veloce, di chi ad esempio è a dieci minuti dalla partenza del proprio treno.

Iniziarono a seguirli e una volta giunti di fronte a un pilastro che divideva i numeri nove e dieci senza alcuna esitazione iniziarono a correre uno dietro l'altro dritti contro il muro per poi sparire all'interno del pilastro. Questo certo non avrebbe dovuto sorprendere i semidei, abituati a tutto, quindi lo fecero a loro volta. Iniziarono a correre in direzione del muro.

Percy si aspettava una qualche sorta di urto, ma questo non venne. Quando aprì gli occhi vide una locomotiva a vapore scarlatta ferma lungo un binario gremito di gente. Un cartello alla testa del treno diceva ''Espresso per Hogwarts, ore 11'', il figlio di Poseidone si guardò indietro e lì da dove erano arrivati vide un arco in ferro battuto, con su scritto ''Binario Nove e Tre Quarti''. Ce l'avevano fatta.

La folla che si ritrovarono davanti rendeva tutto l'ambiente molto caotico e confusionario. Gli animali che passavano in mezzo alle gambe della gente, i gufi che si agitavano nelle gabbie e il rumore dei pesanti bauli che venivano trascinati, non aiutava a calmare lo scenario. Mancavano poco più di cinque minuti alla partenza del treno. A quanto pareva quella locomotiva a vapore era diretta a una scuola o qualcosa del genere, qualcosa come il campo per i semidei, perchè solo i ragazzi salirono sul treno. Erano quasi tutti a bordo, restavano solo pochi ragazzi che davano gli ultimi saluti ai genitori o quelli che si sorbivano le ultime raccomandazioni. Fu allora che scorsero fra la gente il professore senza biglietto. Fecero per raggiungerlo, ma vennero travolti da una mandria di genitori che si avvicinava il più possibile al treno per agitare la mano ai figli. Mancava un minuto alle undici, e se il treno era puntuale, non sarebbero riusciti a raggiungere il professore in tempo. Si stava dirigendo alla testa del treno, probabilmente nel vagone dei professori e con tutta quella gente era impossibile avvicinarsi a lui in meno di sessanta secondi. Percy e Annabeth si fecero quindi largo tra la gente rimasta a terra e salirono nel vagone più vicino. Da lì iniziarono a camminare verso la testa della locomotiva. Dovevano trovare il professore, restituirgli il biglietto e scendere dal treno prima che partisse. Non sapevano cosa gli avrebbero fatto se li avessero scovati senza, e se il bigliettaio era come le gazze del campo mezzo-sangue nell'ora del coprifuoco, avrebbero davvero fatto meglio a non trovarsi in quella situazione. Sarebbero scesi, e Percy avrebbe dominato l'acqua per seguire il treno a distanza.

Andavano il più velocemente possibile, ma non era facile con tutti gli studenti che trascinavano bauli e gabbie lungo i corridoi. Stavano arrivando, ad Annabeth era bastato uno sguardo - prima di salire - per contare quanti vagoni distavano da loro alla testa. Ne rimanevano due, ora uno, adesso riuscivano a vederlo. Aveva indossato la tunica nera e stava salutando i colleghi. Pochi secondi e sarebbero scesi dalla locomotiva.

Sentirono uno scossone, un fischio e il treno partì.

 

   
 
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