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Autore: MomoiDancho    10/07/2015    1 recensioni
< Salazar, perché mi sono fatto coinvolgere? Spero che il tuo piano funzioni, Granger, perché ho un brutto presentimento > sibilò Malfoy
< Beato te, Draco, io ho un pessimo presentimento > piagnucolò Ron.
< Shhh. Harry ha detto che dobbiamo fidarci di lui. Tranquilli, il corpo insegnanti è dalla nostra parte, nel peggiore dei casi non verremmo comunque espulsi > sussurrò Hermione.
< Ma come fa a dire una cosa simile in questo momento?!> sbottò il Rosso, mentre si appiattivano contro il muro, cercando di non farsi scoprire.
< È la Granger, Weasley. Che ti aspettavi? > ghignò sottovoce Malfoy.
Segretamente, ammirava il coraggio e l'intraprendenza della Gryffindor, ma ovviamente non le avrebbe mai dato la soddisfazione di saperlo.
*attenzione, questa parte si trova nei capitoli successivi alla creazione dell'E.S! Non disperate se non trovate la Dramione nei primi capitoli, tutto a tempo debito ;) *
Genere: Azione, Erotico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Dolores Umbridge, Draco Malfoy, Esercito di Silente, Harry Potter, Severus Piton | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Severus
Note: OOC | Avvertimenti: Violenza | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da V libro alternativo
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Capitolo 2
Giornali e Pozioni

 
Finito la cena, Draco Malfoy si alzò pigramente dal tavolo degli Slytherin.
Non che avesse voglia di stare tra i suoi compagni: adesso che La Gazzetta aveva annunciato pubblicamente quello che lo tormentava da settimane, non si sentiva in grado di reggere così tante occhiatacce; il coraggio di suo padre nell’ammettere di sapere i nomi di alcuni Mangiamorte  era visto come tradimento dei compagni e la sua innocenza, come un patetico e futile tentativo di “restare in gioco” al Ministero. Per una volta maledisse tra sé e sé il carattere che contraddistingueva gli Slytherin, o meglio, l’opinione che i maghi e le streghe avevano di loro.
Guardò verso il tavolo dei Gryffindor: Harry Potter stava discutendo con un suo compagno di dormitorio, probabilmente per l’articolo sulla sua udienza; al suo fianco come al solito, Weasley e la Mezzosangue a difenderlo. Lei cercava di trattenere il Rosso mentre brandiva una copia arrotolata.
« Ron, per favore, lascia giù quel giornale. Non è una clava!» disse risoluta.
« Miseriaccia, Hermione! Non so cosa diavolo sia una calva, nel mondo babbano, ma so per certo che nel mondo magico, questo qui e chiunque creda alle parole di questo ridicolo giornale è un idiota! »
Lo Slytherin, passando di fianco a loro, percepì un leggero sentimento di gratitudine per l’ignaro Weasley, maledicendosi subito dopo per aver pensato anche solo di provare una cosa simile.
Tuttavia, scendendo verso i sotterranei per andare nella sala comune, Draco dovette sopportare una serie di battutacce sulla deportazione ad Azkaban di suo padre: ringhiò di risposta nella direzione del sesto anno, scaraventando a terra quelli del secondo, mentre raggiungeva i dormitori.
Sdraiandosi sul letto, prese un pacchetto di sigarette dal suo baule, mentre cercava nella tasca della giacca l’accendino; guardò il soffitto della stanza, dove l’anno prima avevano inciso un enorme pitone che formava un otto: con la bacchetta lo fece animare e ripercorrere all’infinito la sua forma, e soddisfatto, si concesse il primo tiro.
Sospirando, si ritrovò a pensare a quando aveva a sua volta preso in giro Potter, sempre per delle notizie apparse sul quotidiano.
In qualche modo, ora riusciva a capire l’odio che il Gryffindor provava per quella giornalista.
Quella notte sognò, sorridendo nel sonno, Rita Skeeter fuggire di corsa dalla sede del giornale, perché si ritrovava l’intero ufficio pieno di pitoni.
La mattina dopo, Harry si svegliò di malumore. Non che fosse una novità per lui, ma i suoi compagni di Casa avevano letto La Gazzetta e adesso volevano sapere nei dettagli cosa fosse successo all’udienza, ricordo che bastò ad Harry per incupirsi e a domandarsi, per la millesima volta, perché Dumbledore l’avesse abbandonato subito dopo la fine del processo, senza farsi più vedere fino all’inizio della scuola.
La McGonagall passava tra i Gryffindor distribuendo gli orari: il trio si guardò sconsolato, mentre scorrevano le ore del loro primo giorno; Storia della Magia, due ore di Pozioni, Divinazione e due ore di Difesa contro le Arti Oscure... Rüf, Snape, Trelawney e Umbridge.
Harry si ritrovò a fissare il suo caffè, chiedendosi cosa aveva fatto di male per dover vedere i professori peggiori di seguito, di lunedì e per di più durante il suo primo giorno di scuola.
Cercò di ricordarsi i suoi propositi sul dimostrare a Snape le sue abilità; Hermione prima dell’inizio delle vacanze, gli aveva dato tutti i suoi appunti per cercare di far recuperare ad Harry le sue lacune, perché «E’ importante che tu stupisca Snape, Harry. Cerca di tirare fuori il pozionista che è in te » si disse mentalmente, ripercorrendo nella sua testa la discussione avuta con la sua amica.
Ed era veramente convinto, aveva ripassato più del normale durante l’estate, cercando di fare i compiti di nascosto dai suoi zii.
Dopo un’ora di storia della magia, si stropicciò gli occhi cercando di essere mentalmente pronto per Pozioni. Poteva farcela, doveva farcela.
Snape entrò in aula, velocemente; iniziando da subito a parlare dei loro G.U.F.O: scatenò la tanto desiderata ondata di agitazione; Harry tuttavia rimase impassibile, fissando con coraggio e a lungo il temuto professore, rimanendo stupito di quanto fossero neri gli occhi dell’uomo e iniziando a perdersi nei suoi pensieri.
« Immagino che lei, Signor Potter, non sia esonerato dal preparare la Bevanda Della Pace. »
I suoi occhi smeraldini si ritrovarono a fissare quelli color opale nero del professore;
« Io… io… mi scusi, non… volevo pensarla » il Ragazzo boccheggiò, rendendosi conto di quanto fosse assurdo quello che aveva appena detto. Lo Slytherin, per fortuna, interpretò diversamente le parole del giovane «Voleva pensarla, addirittura? Crede di poterla fare stando con le mani in mano? La sua magia è arrivata a questi livelli? Molto bene, signor Potter, vedremo alla fine di questa lezione come verrà fuori la sua pozione» ghignò l’uomo soddisfatto, lasciando Harry ancora confuso dalle sue stesse parole. Velocemente, si mise in pari con gli altri e alla fine della lezione, si sentì abbastanza soddisfatto: certo, il fumo che usciva dal suo calderone non era argentato come quello di Hermione, ma aveva comunque un tono simile all’acciaio.
«Potter, non così in fretta» disse il professore, scandendo bene le parole «Vorrei parlare con lei un attimo» . Dieci minuti più tardi, Harry raggiunse gli altri mentre aspettavano l’entrata della Trelawney.
 Bastò loro uno sguardo, mentre con un sospiro Harry disse «Punizione. Alle 8:05. Questa sera»
E si accasciò sulla sedia, mentre sentiva in lontananza gli scialli della professoressa urtare contro le sfere di cristallo dell’aula.
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Buonasera a tutti (o meglio, nel mio caso buonanotte, è l’una e mezza del mattino)!
Sono soddisfatta di aver concluso questo capitolo, nelle prime ore della giornata: per quanto mi riguarda, sono da sempre le più produttive.
Spero di aver fatto intendere lo stato d’animo di Draco, mettendo dal suo punto di vista la prima parte del racconto, ma soprattutto evidenziando alcune azioni che fa per rilassarsi (l’idea del pitone che ripercorre l’otto non so da dove mi sia venuta, però mi dà l’idea di una costanza e di una routine che in qualche modo Draco ricerca…spero che si sia capito)
Come sempre, ci tengo a sapere le vostre opinioni sia positive che negative e, come sempre, chiedo venia per eventuali errori di battitura e/o di ortografia.
Ci vediamo al prossimo capitolo! ;)
10/07/15 MomoiDancho
   
 
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